Ancora sulla nota teologica delle canonizzazioni
– Estratto da: Bernard Bartmann, “Précis de théologie dogmatique” (1926), tr. fr. a cura dell’abbé Marcel Gautier, Ed. Salvator, Mulhouse, 1951, vol. 1, pp. 58-59. Traduzione italiana di Paolo Pasqualucci, seguita da un “Appunto per un’interpretazione” dello stesso.
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Data l’attualità e l’importanza del tema, mi sembra utile proporre alla riflessione generale ciò che la sana dottrina di un tempo insegnava sulla nota teologica delle canonizzazioni. In tal modo, la discussione su internet potrebbe basarsi su fondamenti dottrinali certi. Il manuale di teologia dogmatica di Bartmann (morto nel 1939) è sempre stato considerato un classico. Si distingueva non solo per la grande erudizione ma anche per la capacità di sintesi dell’autore, oltre che per la precisione nei concetti. Non potendo disporre dell’originale tedesco, ho tradotto dalla versione francese, da me acquistata in antiquariato, e ciò rappresenta un limite del quale il lettore deve tener conto. Esiste anche una vecchia traduzione italiana, da scovare in qualche biblioteca o sul mercato antiquario. Ho dovuto apportare alcuni ritocchi di carattere editoriale. Le frasi o parole tra parentesi quadre sono mie.
Bernard Bartmann si occupa della questione delle canonizzazioni nel § 7, incluso nel II capitolo del I volume. Il II capitolo si intitola: “I principi della scienza dogmatica”; il paragrafo citato: “Il magistero ecclesiastico”. T e s t o :
“A partire dall’anno 1000, la Chiesa si sforzò di regolare poco a poco mediante formule fisse il culto dei santi. Vi riuscì definitivamente solo verso l’anno 1600. All’epoca del Concilio di Trento, Thomas Badis, maestro del Sacro Palazzo, sostenne contro Ambrose Catharin che la Chiesa potesse sbagliarsi nel render onore ai santi. Secondo lui, il dovere della fede era quello di credere alla gloria dei santi in generale, ma non in ciascun caso particolare: bisognava distinguere tra “credere ex pietate” e “credere ex necessitate fidei”. Nelle canonizzazioni la Chiesa non può appoggiarsi sulla Rivelazione, ma solamente sulle testimonianze umane riguardanti la vita e i miracoli [dei santificandi], testimonianze esaminate con cura (processus informativus super fama sanctitatis, virtutum et miraculorum). Oggigiorno per la quasi unanimità dei teologi questo giudizio è ritenuto infallibile, tuttavia la tesi stessa dell’infallibilità della Chiesa in questo caso comporta una gradazione [dans ce cas comporte des degrés].
Le d i f f i c o l t à che qui si presentano sono le seguenti:
- Innanzitutto non è assolutamente chiaro che la Chiesa voglia definire il fatto che il santo in questione sia pervenuto alla visione beatifica;
- Inoltre, potrebbe applicarsi solo al piccolo numero dei santi canonizzati dal magistero ecclesiastico e non al gran numero di quelli che – prima dell’introduzione della pratica della canonizzazione solenne – sono stati dichiarati santi dai singoli vescovi e dagli Ordini religiosi per poi esserlo da tutti, senza che si siano esaminate da vicino le ragioni a favore della loro santità;
- Infine – e si tratta della difficoltà principale – è impossibile, senza rivelazione divina, acquisire una certezza che sia di fede [cioè dogmatica] sullo stato di grazia di un uomo (Concilio di Trento, s. 6, c. 12). Bisogna aggiungere che la Chiesa, dopo la morte degli Apostoli, non ha ricevuto più alcuna rivelazione rivolta alla Chiesa nella sua totalità [ovvero pubblica]. Nella rivelazione che si è chiusa con gli Apostoli, si trova certamente la promessa generale della vita eterna per gli eletti, ma questa vita eterna non è attribuita in maniera definitiva a ciascuna persona concretamente onorata come santa dalla Chiesa [senso: la canonizzazione non dimostra di per sé che il canonizzato sia già in Paradiso]. La predestinazione è un mistero impenetrabile. Nelle sue ricerche sulla vita dei santi, la Chiesa non si basa su una testimonianza divina ma su fonti di origine umana e su fatti naturali che possono essere sempre il frutto di interpretazioni soggettive. I santi hanno potuto ricevere da Dio numerose testimonianze per mezzo dei miracoli, ma questi miracoli, non più che le stesse canonizzazioni, non si trovano in relazione interna diretta con le verità rivelate. Aggiungiamo che questi stessi miracoli, in quanto fatti soprannaturali, non possono esser riconosciuti che da coloro che vi credono, ma questa fede non è obbligatoria. L’antica controversia in base alla quale ci si chiedeva se fosse possibile provare un dogma mediante un miracolo notorio nella Chiesa, è stata risolta in maniera negativa. È difficile refutare questi argomenti quando li si esamini in modo serio. Quando Eusebio Amort scrive che “dubietas revelationis tollatur per indubitata miracula [i dubbi nella rivelazione vengano tolti grazie a miracoli accertati]”, non mantiene il suo asserto nell’ambito della stretta nozione di Rivelazione.
Qui non si potrà perciò invocare la più alta certezza dogmatica. Questa è anche l’opinione di Scheid in un articolo apparso sulla Rivista di Innsbruck (1890): L’infallibilità del Papa nella canonizzazione dei santi. “La difficoltà della questione consiste nel trovare una prova veramente soddisfacente dell’infallibilità nella canonizzazione della quale si afferma l’esistenza [une preuve vraiment satisfaisante de l’infallibilité dans la canonisation dont on affirme l’existence]. La canonizzazione si trova effettivamente all’estremo limite nell’ambito delle decisioni infallibili. Non è pertanto facile stabilire, in maniera chiara e probante, che la canonizzazione, in tutta la sua estensione, rientri nelle attribuzioni di infallibilità della Chiesa” (p. 509 – Scheid). In genere, sull’esempio di Melchiorre Cano, si rinuncia agli argomenti particolari e perentori per appoggiarsi sul concetto di “fascio d’argomenti”, supplendo in qualche modo con il numero alla debolezza di ciascun argomento.Lo stesso Scheid si sforza di dimostrare che la Chiesa vuole obbligare tutti i fedeli a credere alla canonizzazione. Di sicuro, una dichiarazione della Chiesa stessa attestante che quella è la sua volontà, sarebbe un argomento assai più valido. Tuttavia, il giudizio della Chiesa sulla santità di un morto merita, senza alcun dubbio, una grande considerazione, sia in ragione della autorità infallibile della Chiesa, sia a causa della maniera severa e minuziosa con la quale essa vaglia i titoli per la canonizzazione. Ma in ogni caso, gli atti di canonizzazione non possono esser accettati che con una fede generale ecclesiastica e non con una fede divina. Il fedele non pone sicuramente in essere un atto di fede speciale nei confronti della canonizzazione ma vi crede con un atto di fede generale, l’atto mediante il quale accetta il culto della Chiesa nel suo insieme. – Se tra i santi appare magari un “falso” santo come Barlaam e Giosafat, il culto relativo di cui gode tende come suo fine sempre a Dio. Un re è [pur sempre] onorato nella persona di un falso ambasciatore, allo stesso modo Dio anche in quella di un falso santo (Cfr. C.J.C. 1999-2141).”
Dati i limiti della mia competenza in questo campo, mi concentrerò soprattutto sul punto essenziale, ossia sulla difficoltà dottrinale di concepire come infallibili le canonizzazioni. Premetto che i riferimenti ad alcuni teologi del passato non sono in grado di illustrarli con notizie sulla loro opera.
In via introduttiva, chiariamo il significato della terminologia adottata. Che vuol dire “fede generale ecclesiastica” contrapposta a “fede divina”?Ce lo spiega Bartmann stesso, poche pagine prima. La “fede divina” è quella che si deve ai dogmi veri e propri, la “fede ecclesiastica” alle “verità cattoliche”, collegate sempre ai dogmi, ma non dogmi esse stesse. La “fede divina”, detta anche “fede divina ed ecclesiastica” ha per oggetto “le cose rivelate da Dio”; la “fede ecclesiastica” ciò che è “connesso alle cose rivelate”. La prima si appoggia direttamente “sull’autorità di Dio che parla nella rivelazione”; la seconda “sull’autorità della Chiesa” (Bartmann, op. cit., p. 52). Le due fedi sono ovviamente collegate ma non sono la stessa cosa. Dire che gli atti di canonizzazione sono accettati con un atto di “fede generale ecclesiastica”, cioè (interpreto) con un atto di fede con il quale si accetta il culto della Chiesa “nel suo insieme”, significa evidentemente negare che le canonizzazioni siano come tali infallibili e quindi da credersi con atto di “fede divina”, come se venissero direttamente da Dio.
Veniamo ora allo scoglio dottrinale. Che cosa “non è assolutamente chiaro” al punto n. 1, sopra riportato? Così interpreto: non è affatto chiaro che, secondo la stessa Chiesa, il canonizzato sia già in Paradiso. La “visione beatifica” è appunto quella dei Beati, nella Gerusalemme celeste, in Paradiso, ammessi a contemplare in eterno la S.ma Trinità. Dalla canonizzazione si deve forse dedurre, come ritengono oggi i più, che l’uomo o la donna proclamati santi, per la Chiesa si trovino già in Paradiso, già ivi pervenuti, poiché proprio questo dimostrerebbe la loro canonizzazione? Non lo si deve, secondo Bartmann. Il che significa, ne deduco, che il canonizzato potrebbe allora trovarsi ancora in Purgatorio (o all’Inferno, se è stato in vita sino alla fine un vero e proprio Ser Ciappelletto, l’impostore della famosa novella di Boccaccio). E perché Bartmann può dire che la canonizzazione non dà la dimostrazione del raggiunto Paradiso? Perché (suppongo) nelle formule utilizzate al tempo dalla Chiesa per la canonizzazione solenne non si facevano affermazioni che permettessero di arrivare ad una conclusione del genere. E ciò era perfettamente logico, aggiungo: dopo la >>morte va l’anima nostra immediatamente al giudizio individuale di Nostro Signore, che decide il suo destino per l’eternità e in modo inappellabile (questo è dogma di fede e chi non ci crede è eretico). Affermare che il morto canonizzato è già in Paradiso vorrebbe dire sostituirsi a Nostro Signore nel Giudizio: atto temerario e offensivo per la Divinità del Verbo.
Ma oggi, non si è forse diffusa la credenza che si vada praticamente t u t t i in Paradiso perché l’Inferno sarebbe in contraddizione con la Misericordia di Dio, ragion per cui, se c’è, è vuoto? Si tratta di un errore mostruoso e addirittura blasfemo, a ben vedere. Ma tant’è. Quando è morto Giovanni Paolo II, mi ricordo di aver sentito dire dall’ecclesiastico che ne dava l’annuncio alla folla, raccolta in attesa in Piazza S. Pietro, che il Santo Padre “era andato nella Casa del Padre”. Antico modo di esprimersi, di origine biblica, per dire che uno era già in Paradiso? Se questo era il caso, quell’ecclesiastico come faceva a saperlo? Quando uno moriva, un tempo non si diceva che “era andato o passato al Giudizio”? E quante volte si è letto sui giornali, anche a proposito della morte di personaggi celebri non propriamente famosi per santità di vita, che “ora essi ci guardano dal Cielo”, senza che nessun membro del clero ci trovasse niente da ridire? Se nel proclamare la santità dei due celebri candidati Papa Bergoglio ha espresso il concetto che essi erano già “nella casa del Padre”, bisogna dire che tale formulazione si allineava al cattivo uso dominante. (Mi sembra che Bergoglio abbia espresso il concetto dell’avvenuto arrivo “alla Casa del Padre” in modo indiretto, quando ha detto, ad esempio di Giovanni XXIII, che ora “ egli ci guida dal cielo etc.”. ).
La mancata menzione (in passato) della già avvenuta partecipazione alla visione beatifica non era provocata anche dal dettato del Concilio di Trento, richiamato a ragione da Bartmann, e quindi dall’esistenza di un preciso assunto dogmatico? Andiamo allora a vedere cosa dice sul punto il Concilio di Trento. Si tratta della sessione VI del 13 gennaio 1547, dedicata al problema della giustificazione, da ribadire nei suoi giusti termini contro le eresie dei luterani. Il brevissimo cap. 12 si occupa di questo argomento: Bisogna evitare la presunzione temeraria della predestinazione. Testo :
“Nessuno, inoltre, fino che vivrà in questa condizione mortale, deve presumere talmente del mistero segreto della divina predestinazione, da ritenere per certo di essere senz’altro nel numero dei predestinati, quasi fosse vero che chi è stato giustificato o non possa davvero più peccare, o se anche peccasse, debba ripromettersi un sicuro ravvedimento. Infatti non si possono conoscere quelli che Dio si è scelti se non per speciale rivelazione” (G. Alberigo (a cura di), Decisioni dei Concili Ecumenici, tr. it. di R. Galligani, UTET, Torino, 1978, p. 547; DS 805/1540).
Consideriamo attentamente. Sappiamo che esiste la predestinazione alla gloria non alla dannazione, ci si danna con le proprie mani perché si rifiuta liberamente l’aiuto della Grazia (Rm 9-11). Ora, nella nostra condizione mortale, come sapere se siamo nel numero dei predestinati? Pensiero angoscioso e tremendo, che va fermamente respinto come tentazione del demonio, una delle tante e non la meno grave: dobbiamo solo vivere osservando i dieci comandamenti e richiedendo in tutto l’aiuto di Dio e non pensare a risolvere noi i divini misteri, che saranno svelati solo il Giorno del Giudizio o dopo di esso ai Beati. Ma se, nel canonizzare un morto, la Chiesa dicesse o facesse capire ufficialmente che lo ritiene già in cielo, già “nella Casa del Padre”, non sarebbe come se si arrogasse la conoscenza di “quelli che Dio si è scelti”? È evidente che la Chiesa non può pretendere ad una simile conoscenza. Qual è allora il significato esatto della canonizzazione, se essa deve ritenersi infallibile? L’infallibilità autorizza la proclamazione come verità rivelata di un determinato insegnamento, religioso o morale. Ma tale verità, nel caso di specie, non può essere quella della già acquisita visione beatifica da parte del santificato se, come si è visto, tale proclamazione viene a contraddire quanto stabilito dal Concilio di Trento e cioè che è impossibile conoscere chi sono i predestinati, “se non per speciale rivelazione”. Come deve intendersi questa “speciale rivelazione”? Se la canonizzazione è infallibile, allora l’autorità che la effettua ha avuto “per speciale rivelazione” la certezza che il santo è già in Paradiso? Proprio questo si deve pensare quando oggi si eleva qualcuno alla gloria degli altari? Ci vien detto o fatto capire che ci troviamo in presenza di una “speciale rivelazione”, fatta però non a persone private ma pubblicamente alla Chiesa? Ma, a ben vedere, nemmeno la speciale rivelazione (non più privata ma pubblica) si può tuttavia ammettere, fa egregiamente intendere Bartmann, perché si è sempre creduto (ed è in sostanza dogma di fede – DS 2021/3421) che la Rivelazione sia terminata con la morte dell’ultimo Apostolo.
Costretti allora a tralasciare la sfera ultraterrena, si può dire che la canonizzazione stabilisca come dogma di fede l’esistenza delle virtù eroiche del defunto? Ma è possibile attribuire un tale contenuto alle verità di fede? Le verità di fede concernono “la fede ed i costumi”, cioè la religione e la morale come stabilite sulla base della Scrittura e della Tradizione della Chiesa, mantenute nei secoli dal suo insegnamento. Come potrebbero concernere mere realtà di fatto, quali il comportamento, la vita effettivamente vissuta dal canonizzato? È verità di fede che i fatti ed i detti nei Vangeli sono v e r i cioè che sono effettivamente accaduti e che è assolutamente vera la loro pretesa di esser parola o azione del Verbo incarnato, di essere cioè di origine divina e di manifestare i poteri divini del Verbo; ma non può esser verità di fede che Roncalli o Woityla abbiano vissuto in modo “eroico” nei confronti della morale cristiana. Si tratterà di una realtà di fatto vera o falsa, il modo come hanno vissuto, a seconda della veridicità delle testimonianze in proposito, ma in nessun caso di una verità di fede. Quello che sto cercando di dire è che, se la proclamazione della canonizzazione non può avere ad oggetto la destinazione ultraterrena attuale del defunto, e non può perché altrimenti scivolerebbe addirittura nell’errore dottrinale, non si capisce allora quale possa essere il suo contenuto, in quanto appunto proclamazione che impegni l’infallibilità.
Ma, come non si parla dei punti esseziale presopposti?
RispondiElimina1) Santità vera e propria e EROICA...
2) miracoli veri e propri e sopranaturali
Non ci sono si 1) sia 2) per Roncalli o Woytla...
quindi, la fede ecclesiastica e la fede divina sono d'accordo: non possiamo onorargli come Santi di Dio...santi politici, neppure, perche dobbiamo avere nessuna altro principio per la nostra azione che la Fede come è stato rivelato da Gesù e i suoi apostoli...
una precisione finale: non esiste 2 forme di fede sopranaturale: c'è solamenta una unica forma di fede sopranaturale
la fede come virtuù sopranaturale richede che accettiamo e mettiamo in pratica tutto cio che Dio rivela a noi. Questo obbligo appare quando la revelazione è accompagnato dai segni veri e propri che Dio SOLO può fare e produrre...neache segni meramente angelici sono sufficienti, eccetto in casi in quali cio che è revelato è d'accordo con cio che è stato revelato con segni divini veri e propri...
Quindi la fede ecclesiastica è tali solamente quando è d'accordo con la fede divina...
Quindi, quando mancano la santità eroica e i miracoli che vengono da Dio per confirmare questo fatto, dobbiamo venerare i Santi cannoizati...
Ma quando mancano queste due...dobbiamo NON venerare tali...
altrimenti pecchiamo contra sia la fede ecclesiastica sia la fede divina, secono il livello di chiarezza della nostra conoscenza personale della Fede
Romano
Intanto, soprattutto all'estero (USA, ma non solo), è chiaro ed esplicitamnete ammesso che con le due canonizzazioni si è voluto canonizzare il Concilio Vaticano II, non le eventuali virtù eroiche (quali ?) ed i miracoli (quali ?)dei due papi. Perciò le disquizioni dottrinali van benisssimo, s'impara tanto, ma in pratica il discorso è un altro. Se poi sarà beatificato Paolo VI, come già ufficiosamente annunciato, la "santificazione" del Vat II sarà completa. E guai a chi oserà avanzare dubbi, anche piccoli, su parti, anche minime, dei suoi documenti, o peggio ancora criticarne lo "spirito".
RispondiEliminaDel resto quale migliore incarnazione di questo "spirito" che l'attuale VdR ? che piange sui "crocifissi di Siria", ma non tuona dal balcone di Piazza San Pietro contro chi ha istigato, fomentato, aiutato (e lo continua a fare) la rivolta siriana ?
Nè commenta le parole del Patriarca irakeno che afferma che 1400 anni d'Islam non han causato i danni alla comunità cristiana di quel paese provocati invece dall'intervento occidentale.
RR
Un errore tipographico in mio commento previo...
RispondiEliminaQuindi, quando mancano la santità ecc.
deve essere
Quindi, quando NON mancano la santità ecc.
Romano
Che con le ultime canonizzazioni si sia voluto santificare il CVII era ed è ben chiaro a chi ha commentato quell`evento, per la maggior parte evidentemente un fatto molto positivo visto che grazie a quel Comncilio la Chiesa si è aperta al mondo seppellendo definitivamente vecchiumi, pizzi e merletti, e ...la Messa in latino( crassa ignoranza).
RispondiEliminaDa dire anche che non pochi sono coloro che criticano la canonizzazione di Giovanni Paolo II ma non per le stesse ragioni evocate anche su questo blog!
PS: continua la persecuzione contro i FI ma c`è ancora chi pretende che solo il silenzio "salverà" i FI!
http://blog.messainlatino.it/2014/05/pstefano-manelli-il-regalo-per-l81-suo.html
chiedo scusa per l'eventuale OT, ma questa notizia mi lascia tanta amarezza e non c'è nessuna presa di posizione ufficiale da parte di chi conta per cambiare le cose, anzi, il totale SILENZIO-ASSENSO (direi piuttosto, vista l'amarezza che mi suscita, "ASSENZIO"):
RispondiElimina"[...]AL FONDATORE dell'Ordine religioso, padre Stefano Maria Manelli, E' STATO VIETATO DAL COMMISSARIO DELL'ORDINE, Fidenzio Volpi, di recarsi il primo maggio a Frigento PER VISITARE LA TOMBA DEI GENITORI, riconosciuti dalla chiesa come SERVI DI DIO, e per i quali e’ in corso il processo di canonizzazione, e celebrare una Messa.
“Il 28 aprile – ha reso noto l’ avvocato Bruno Lucianelli,che cura gli interessi dei laici legati ai Ffi – ho incontrato Padre Fidenzio Volpi, al quale ho chiesto l’ autorizzazione per la visita di Padre Manelli a Frigento, come e’ tradizione da molti anni. Il giorno dopo il commissario mi ha comunicato il DIVIETO”.
http://avellino.ottopagine.net/2014/05/03/vietata-a-un-francescano-la-visita-alla-tomba-dei-suoi-genitori/#sthash.akxI1YcN.dpuf
Ricordiamoci anche chi sono i genitori di p. Stefano Manelli:
"Il Vicariato di Roma ha emanato un editto con l'intento di raccogliere materiale e testimonianze utili all'apertura del processo di beatificazione del Servo di Dio Settimio Manelli (1886-1978), papà di Padre Stefano Maria Manelli, il fondatore dell'ordine dei Frati Francescani dell'Immacolata. Dopo aver combattuto la Prima Guerra Mondiale, Settimio Manelli intraprese la professione di insegnante. Nel 1924 divenne FIGLIO SPIRITUALE DI PADRE PIO, il quale in seguito lo definì “UN CRISTIANO TUTTO D'UN PEZZO”. Nel 1926 si sposò con Licia Gualandris, autentica donna cristiana dalla quale ebbe 21 figli.[...]"
il resto su santi e beati,
http://www.santiebeati.it/dettaglio/94231
Vi dice niente il fatto che a chiedere il permesso al Commissario per P Stefano si sia fatto avanti l'avvocato Lucianelli che guarda caso è il Legale rappresentante della Associazione che ad oggi detiene i beni dei FI??
Elimina2. Sapete che il primo maggio è il compleanno di P Stefano e che per tradizione annuale a Frigento si riunivano in abbondanza quei terziari dei circoli MIM del sud che non hanno voluto riconoscere l'autorità del Commissario e quindi sospesi?
3 Giustamente il Commissario ha mangiato la foglia e ha capito quale erano le vere intenzioni di questo laico avvocato divenuto per grazia dell'Immacolata detentore dei beni dei fregati francescani.
P Stefano e soci prima di avanzare richieste pensino a ripristinare quanto illegalmente sottratto all'istituto.
Si,è chiaro che si è inteso canonizzare il Vat II,ma questo è solo un dato di fatto in accordo con tutto ciò cui assistiamo;peggiora un po' le cose,ma secondo me non più di tanto,dato il livello cui siamo giunti.Quello che interessa veramente è il dato dottrinale,per cui ritengo questo intervento del prof.Pasqualucci estremamente interessante,anche perchè vedo che qualcuno,data per scontata l'infallibilità,è spinto nel sedevacantismo
RispondiEliminaA proposito di Papa Francesco, che ha Lampedusa ha tuonato contro chi non è d'accordo sull'invasione islamica di massa (e incontrollata) dell'Italia, voglio proporre un commento letto a suo tempo su un blog tradizionalista, che mi è molto piaciuto:
RispondiEliminaA proposito di chi ci accusa di essere come Caino, per gli africani che muoiono in mare cercando di entrare clandestinamente in Italia
(discorso di Papa Francesco a Lampedusa)
Caino ha materialmente ucciso suo fratello, non l'ha lasciato uccidere da qualcun altro. Noi, in quanto popoli europei nel 2013, non abbiamo ucciso nessuno, ne' sentiamo il bisogno di scusarci per chi muore per venire in casa nostra contro la nostra volontà. Ma anche se fosse: chi uccide infrange la legge data a Mose'. L'ipocrita sarà anche "razza di vipere", ma l'indifferenza e' difficile da dimostrare. Solo Dio sa leggere nei cuori. Quella del Papa non e' la raccomandazione del Buon Pastore: suona più come l'intimidazione a rinunciare a difendersi. Ricatto molto efficace perché sfrutta proprio il senso di colpa che negli europei e' già stato instillato ormai tanto tempo fa.
Cosa vede il sottoscritto nel futuro ? Grande adesione alla posizione papale da parte dei comunisti - o sedicenti ex-tali - senza che ciò si tramuti in una vera conversione; cosa che per altro la Chiesa sembra aver rinunciato a chiedere, almeno dopo il Vaticano II. In compenso, tra quei pochi che ancora in chiesa ci andavano, comincerà a diffondersi il sospetto che ai pastori non interessino più le vecchie pecorelle. Pertanto, si conferma l'agenda globalista che punta contemporaneame nte alla de-cristianizzazio ne dell'Europa e alla sostituzione dei popoli europei con quelli del sud del mondo; i quali trovano così una ragione in più per farlo - dopo quella islamica - anche "cristiana". Il guaio e' che anche molti cristiani sono diventati marxisti senza rendersene conto; e questo, per me, e' stato voluto proprio da simili "pastori".
Oggi che l'universalismo si e' ormai incarnato anche il Cristianesimo mostra le sue contraddizioni. Se questo e' il vero modo di testimoniare la Fede in Cristo saremo costretti a scegliere tra fede e sopravvivenza. Nemmeno i cristiani dei primordi erano costretti dai loro pastori a farsi sbranare dai leoni. Loro potevano scegliere, mentre noi no.
Vi dice niente il fatto che a chiedere il permesso al Commissario per P Stefano si sia fatto avanti l'avvocato Lucianelli che guarda caso è il Legale rappresentante della Associazione che ad oggi detiene i beni dei FI??
RispondiEliminaE a lei dice niente che mentre voi parlate di "beni" materiali, qui si parla di "beni" di ben altro genere come la Santa Messa?
Le dice niente che sia un avvocato a dove prendere le difese dei diritti di un sacerdote, anche perché è stato calunniato coram populo?
Le dice niente che forse quei "beni" sono stati salvaguardati da predatori?
Io questi dettagli non li conosco, non mi riguardano e non mi interessano. Vedo l'arroganza del commissario da un lato e il silenzio e l'obbedienza del sacerdote dall'altro, con i frati che lo seguivano (sacerdoti e studiosi di valore) percossi e dispersi, completamente spariti e silenziati e dalla sorte ecclesiale incerta e sconosciuta.
Questo non le dice niente?
Cattolico,
RispondiEliminaa proposito di Caino e del reiterato "cainismo" di Bergoglio, trascrivo di seguito quanto ho già scritto a suo tempo. E' uno dei tanti (troppi) temi da approfondire...
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1. è vero che Dio ha detto che l'opera della creazione "è cosa buona".
ma come si fa ad affermare che
Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma soprattutto gli umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con il Dio che è amore, fedeltà, bontà si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stessi: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore?
http://www.avvenire.it/Papa_Francesco/Omelie/Pagine/omelia-veglia-pace-2013.aspx
come se non fosse mai entrata a turbare quest'armonia la disobbedienza di Adamo?
2. si afferma che non è il mondo che desideriamo quello in cui viviamo (violenza ecc.) ma lo si attribuisce al generico "egoismo dell'uomo", senza nominare né la causa da cui questo nasce (il peccato originale) né il rimedio che lo ha sanato (la Morte espiatrice e quindi redentrice di Gesù Cristo sulla Croce). E anche se si nomina Adamo, sorvolando sulla chiamata di Dio che gli chiede "dove sei?", ma solo per accusarlo di assere l'accusatore di Eva.
3. Dopo parla della croce come del 'luogo' in cui non si è risposto alla morte con la morte e nel cui silenzio tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace.
E' vero. Ma da cosa nasce questo linguaggio se non dall'espiazione redentrice che ha sanato la disobbedienza di Adamo e che, nel Risorto, ha rigenerato il "nuovo Adamo"?
4. E non è Adamo rigenerato che il Signore interpella e non Caino, alla cui stirpe appartengono tutti gli assassini e i violentatori della storia in quanto non redenti da Cristo che ha offerto il Sacrificio di Abele, l'unico gradito a Dio?
5. Il Papa interpella tutti i cainiti. Ma i cristiani forse lo sono? E lui è il papa dei cainiti o il papa dei cristiani che, in Cristo, appartengono alla "creazione nuova"?
6. E dove si va a finire senza il richiamo a quella Croce redentrice e cioè al popolo dei salvati-in-Cristo cercando di far entrare tutti in quel "popolo" a cui il corpo mistico del Signore (la Chiesa) già appartiene, insistendo nel sincretismo irenismo e pacifismo della nuova preghiera-universalistica-indifferenziata dove manca il dono di sé di Cristo che arriva a dare la vita per l'altro. E lo rende possibile ai "suoi", ed è solo Lui che può farlo?
7. Sono superba e "farisaica" perché mi vengono in mente queste cose?
Oggi che l'universalismo si e' ormai incarnato anche il Cristianesimo mostra le sue contraddizioni. Se questo e' il vero modo di testimoniare la Fede in Cristo saremo costretti a scegliere tra fede e sopravvivenza. Nemmeno i cristiani dei primordi erano costretti dai loro pastori a farsi sbranare dai leoni. Loro potevano scegliere, mentre noi no.
RispondiEliminaA noi ci stanno già sbranando, non i leoni del colosseo, ma le belve feroci che uccidono le nostre anime invece che i nostri corpi.
L'unica libertà che abbiamo è quella di non rinnegare il Signore nella Sua Chiesa, che è in apnea e fortissimamente provata, ma non può morire..
Tranquilli, la prossima enciclica sarà sull'ecologia e su come far diventare il pianeta un' oasi di pace, serenità,fratellanza ed accoglienza......welcome on planet Gaia, this is the chief constructor of the new world order, absolutely godless, human, more than human.....jenseits die Gut und Boese, q.e.d.
RispondiElimina...e tuttavia la Santa Sposa di Cristo deve attraversare una morte mistica, cioè il Corpo Mistico deve vivere appieno la Crocifissione, a somiglianza e in unione a quella del Redentore, sentendosi abbandonato dal Padre proprio come Gesù sulla Croce.....e sta in effetti andando alla Crocifissione, (nel suo insieme e nelle sofferenze dei singoli, che solo Dio conosce e misura e accoglie e redime) , come predicono le Scritture
RispondiElimina(e come disse Gesù ai suoi poco prima della Passione:
"Percuoterò il paastore e il gregge sarà disperso").
Non ci sarà Resurrezione se non passando per la Santa Croce, morendo in/con Gesù si risorge in Lui.
https://www.youtube.com/watch?v=5cUkM3-bZzg
RispondiEliminaTraduzione del video dall'inglese:
"Oggi come pellegrino di pace sono venuto qui per rendrere omaggio a Gandhi. Egli pensava che se ogni uomo o donna, qualunque sia il colore della pelle, cerca la verità nel rispetto dell'unica dignità di ogni essere umano, si potrà raggiungere insieme un Nuovo Ordine Mondiale, la civilizzazione dell'amore.
Che Dio ci guidi e ci benedisca mentre ci sforziamo di camminare mano nella mano per costruire insieme questo mondo di pace"
Non esprimo opinioni personali su queste canonizzazioni, anche se molto si potrebbe dire, ma non mi pare il caso di aggiungere ulteriori dubbi ché tanti ce ne sono e sull'utilità e sull'effettiva comprovata santità dei 2 papi, già ci hanno bollato come il popolo del vdr, c'è un articolo a proposito che ci ingloba come blog, ma non ci è avverso, anzi......ma dopo i silenziamenti più o meno imposti ed i tanti divieti, mi viene da pensare che si debba stare attenti ad esprimersi, le orecchie di Dioniso sono sempre all'erta......quello che non reggo proprio sono le continue laudi e sul vdr, ormai totem intoccabile e sui 2 nuovi santi, che prima non se li filava nessuno, mentre adesso sono in ogni omelia domenicale parrocchiale e sono come il prezzemolo, ma una domanda mi sorge spontanea, cui prodest? A me personalmente non cambiano nulla, quel che ero prima resto. Forse è il mio lato peggiore, non uniformarmi al pensiero unico dominante......be sneaky, watch your back dicono gli ormai ex bloggers di PtP......siate furtivi e guardatevi le spalle......Lupus et Agnus.
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RispondiElimina" Vi dice niente il fatto che a chiedere il permesso al Commissario per P Stefano si sia fatto avanti l'avvocato Lucianelli che guarda caso è il Legale rappresentante della Associazione che ad oggi detiene i beni dei FI??"
Ah, certo che per pagare lautamente il lavoro pieno di misericordioso zelo del commissario Volpi ci vogliono i soldi, tanti soldi, normale che si lamenti e si vendichi, ammesso e non concesso che ci sia del vero in quel che pretende Volpi, bene hanno fatto gli amici dei FI di mettere qui beni al riparo di certi rapaci.
Trovo del tutto improprio, anzi a rischio melassa ( con ovvia irrisione degli atei, che accusano il pensiero cristiano di infantilismo e conseguente irrilevanza )vedere nell'universo SOLO il lato positivo e per così dire "armonistico". L'armonia primitiva, che era nelle intenzioni di Dio, si intreccia ora con aspetti disarmonici, che culminano nelle catastrofi naturali e non semplicemente negli effetti delle guerre tecnologiche. Leopardi, che proprio stupido non era, notava come un bellissimo giardino, visto a distanza ravvicinata, appare in stato di "souffrance", vale a dire paragonabile a una giungla, dominata dalla legge della sofferenza e della violenza.
RispondiEliminaE' abbastanza noto il brano della Lettera ai Romani ( 8,18 e segg. ) in cui San Paolo afferma che tutta quanta la natura, sottoposta alla vanità ( cioè a forze di distruzione ) sospira e soffre le doglie del parto. Nella seconda lettera di San Pietro ( 3,10 ) si preannuncia la deflagrazione della terra. Nel cap.21 dell'Apocalisse ( un testo che presenta le vicende del mondo in tono non precisamente idilliaco ) si preannuncia la sostituzione di questo mondo con un cielo nuovo e una terra nuova.
Il tutto già presentato e discusso su "Chiesa e postconcilio" del 21/11/2013, che riprendeva un testo del Blog Mi-cha-el del 19/11/2013.
Credo che i teologi dovrebbero impegnarsi maggiormente su questo argomento cruciale per l'apologetica, in un'epoca in cui la Natura è al centro degli interessi.
In riguard ai FFI
RispondiEliminaPapa Giovanni Paolo II li approbava, Papa Bergoglio li castiga...
Bergoglio riconosce che Giovanni Paolo è santo?
Ovviamente no.
Se il Papa non mostra reverence per Giovanni Paolo II, ma fa il contrario,
ANCHE NOI TRADIZIONALISTI possiamo imitare Bergoglio in questo mancanza di riverenza...una mancanza approvata dal Succesore di San Pietro...
che ironia!
Romano
Molti hanno capito quello succede nella Chiesa da oltre cinquant'anni, moltissimi non lo capiranno mai, la massima parte nemmeno immagina di doverlo capire.
RispondiEliminaUn giorno non lontano il cattolicesimo, nel suo andare incontro al mondo, sarà un'altra cosa perchè è indispensabile per poter imporre il nuovo ordine globale.
Se Portae inferi non praevalebunt, ciò non toglie che nel frattempo "qualcuno" si stia impegnando senza sosta nel volerlo smentire.
non vorrei dire, ma la partita finale di Coppa Italia e' al momento sospesa per gravi " intemperanze" dei tifosi, che " non hanno accolto l' esortazione di Papa Francesco" ad un corretto svolgimento del match.
RispondiEliminaE' una situazione molto confusa e grave al momento con bombecarte in campo
" dai suoi frutti lo riconoscerete"...
RR
@ Mic. "Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono... non è questo forse il mondo che io desidero?"
RispondiEliminaMa in definitiva si tratta di un auspicio oppure di una constatazione? Se è un auspicio, il tono sembra far pensare che quest'armonia sia a portata di mano, per effetto della buona volontà umana.
Non c'è scritto in Giovanni che Satana è "il principe di questo mondo"? Un ostacolo parecchio duro e ingombrante, direi! Il più grande dei Padri Latini, Sant'Agostino, non affermava che l'umanità al di fuori di Dio e senza la Redenzione è "massa damnata"?
Stasera, girando su Internet, ho visto che qualche mese fa papa Francesco ha fatto distribuire migliaia di rosari sotto l'apparenza di farmaci in scatola per le malattie di cuore ( in realtà il Sacro Cuore ). Sinceramente non riesco a mettere insieme gli aspetti "aperturistico-irenistici" come per i casi Scalfari e Pannella con quelli devozionali nel senso più sano e tradizionale del termine. Su tutto incombe il timore di assumere un atteggiamento di disobbedienza proterva verso la legittima autorità. Credo che non sia un problema solo mio. Il papa se ne rende conto, dobbiamo dirglielo ancora, oppure vale il cartello "non parlare al manovratore"?
Bella analisi, che sarebbe veramente pertinente se il problema delle canonizzazioni fosse puntuale. Ma non è. Il caos generale richiede soluzioni generali.
RispondiEliminaLa notizia della proibizione a Padre Manelli di pregare sulla tomba dei suoi genitori, questi santi per davvero, merita un approfondimento e un post a sé. Ma qui mi voglio riferire all'osceno messaggio di un anonimo delle 14:40, che giustifica e produce un'apologia della miserabile decisione di quell'individuo a nome Volpi che è arrivato al punto di negare al fondatore di un ordine santo di pregare sulla tomba dei genitori. Nel merito, hanno già ben risposto, compostamente e smentendo le sue menzogne, Mic e Luisa.
RispondiEliminaAggiungo qualche considerazione, cercando di frenare la mia rabbia, sentimento che non mi è usuale (ma probabilmente questo era l'obiettivo del provocatore: suscitare sadicamente la nostra ira). Ben ha fatto Mic a pubblicare quel messaggio: ci aiuta a capire quanto abiette siano le prassi dei modernisti, quanto miserabili le loro argomentazioni, quanto subdoli e malvagi i loro intenti.
Un San Giovanni Bosco ci ha insegnato che una santa indignazione può essere generativa di Fede.
Quindi auspico che l'anonimo delle 14:40, di cui sopra, non nuovo a prodezze intellettuali in questo sito, ci provochi ancora, disinformi ancora, calunni ancora, lordi ancora, con l'impotenza metafisica di coloro che, alla fine della storia, saranno sconfitti, la santità di Padre Manelli, dei suoi santi genitori, del suo santo ordine. Che costui, e coloro come costui, proseguano nella loro calunniosa opera.
E che Mic lo pubblichi ancora. Costui non ha capito quanto la sua volgare disinformatja faccia bene alla nostra determinazione a resistere, a proseguire nella lotta, a non abbandonare neppure uno iota della Dottrina.
E tutto ciò senza attribuire a costui un'eccessiva importanza. Non il modesto individuo, ma le sue perversioni mentali sono il nemico. E, di queste, magari non è completamente responsabile. Esiste un Avversario che può insinuarsi nelle nostre idee...
La “canonizzazione” del Vaticano II!
RispondiEliminadi Jérôme Bourbon
Editoriale del 2 maggio 2014 del settimanale Rivarol
...
Bisogna infatti rendersi conto che, a partire dall’“elezione” del rosacrociano Roncalli e più ancora a partire dalla “promulgazione” del Vaticano II, noi abbiamo a che fare con una nuova Chiesa, con una contro-Chiesa.
D’altronde, i settatori del Vaticano II non hanno abbondantemente parlato di “nuova Pentecoste”? Ora, la Pentecoste è considerata come il giorno della nascita ufficiale della Chiesa cattolica, parlare quindi di “nuova Pentecoste”, se le parole hanno un senso, significa affermare che si fonda una nuova Chiesa, un’altra istituzione.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV802_Bourbon_Canonizzazione-Vaticano-II.html
(per RIC, specialmente)
RispondiEliminaQuanto al ruolo di Giovanni Paolo II nel crollo del comunismo, anche qui occorre guardare in faccia la realtà: egli ha semplicemente accompagnato la rivoluzione voluta e orchestrata da Gorbaciov, che è consistita nel riavvicinare l’URSS e i paesi del blocco sovietico all’Occidente post-cristiano, secondo i piani mondialisti. D’altronde, chi può pretendere seriamente che la situazione del mondo, dell’Europa, dell’Occidente, della Cristianità, sia migliorata dopo la caduta dell’impero sovietico? Esattamente il contrario, si è assistito al rafforzamento della repressione, in particolare contro il revisionismo storico, alla lotta accanita e decuplicata contro i nazionalismi e la morale naturale, ad una accelerazione del processo d’invasione dei paesi bianchi, ad una penetrazione ogni giorno maggiore dell’Islam in Europa, ad una tirannia sempre più impietosa esercitata dalla finanza internazionale e dal suo braccio armato, il giudaismo politicamente organizzato.
link cit.
vi mando un pensiero trovato sul web, navigando insonne...
RispondiElimina"La santità deve possedere un fondamento filosofico e teologico, vale a dire la verità Divina; altrimenti si tratta di sentimentalismo ed emozionalismo."
Fulton J. Sheen
OT,ma non troppo,che confermerebbe il motus in fine velocior risultante da questi post:mons Williamson(letto su unavox) mette in guardia da un tentativo di normalizzazione della FSSPX,in un accogliere,da parte delle autorità romane moderniste, senza accordo ,che costituisce per lui il prodromo di un abbraccio mortale.Lo stesso prof Radaelli mi pare auspichi vivamente l'accordo,ma a condizione che non si rinunci a uno iota della dottrina e alla emanazione,da parte romana,di un sillabo di tutte le falsità post conc.da anatemizzare(mi pare proposto anche da mons.Schneider)
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