L'editoriale di agosto, di Don Alberto Secci, su "Radicati nella Fede" [qui].
Non esce dalla Chiesa chi sta al suo passato, ne esce chi inventa un cristianesimo nuovo. Tornare al passato non è chiusura a nove, (i modi nuovi di riscoprire e approfondire la verità) ma a nova (le cose nuove che sovvertono).
Non esce dalla Chiesa chi sta al suo passato, ne esce chi inventa un cristianesimo nuovo. Tornare al passato non è chiusura a nove, (i modi nuovi di riscoprire e approfondire la verità) ma a nova (le cose nuove che sovvertono).
Nei momenti di confusione pericolosa occorre fare un passo indietro.
Non si fa forse proprio così nella vita? Di fronte a una situazione confusa, difficile da districare, che ci rende preoccupati e perplessi, ci si ferma e poi si fa un passo indietro, astenendosi dall'avanzare nel pericolo.
È anche ciò che abbiamo fatto nella fede. Sì, crediamo che l'immagine rende idea delle nostre scelte.
Amiamo la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e nostra Madre, amiamo il Papa e il Vescovo, ma di fronte all'evidente confusione della vita cristiana intorno a noi, ci rifiutiamo di avanzare nell'ambiguità e nell'incertezza e domandiamo la grazia di restare nel cristianesimo sicuro.
Amiamo la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e nostra Madre, amiamo il Papa e il Vescovo, ma di fronte all'evidente confusione della vita cristiana intorno a noi, ci rifiutiamo di avanzare nell'ambiguità e nell'incertezza e domandiamo la grazia di restare nel cristianesimo sicuro.
In fondo la nostra posizione è tutta qui. Per questo riteniamo, e abbiamo sempre ritenuto, di non essere nella disobbedienza.
Saremmo nella disobbedienza se inventassimo un “altro cristianesimo”, se ci inventassimo “una nostra messa”, una “nostra pastorale”, un “nostro catechismo”, se riconoscessimo degli “altri superiori” fuori da quelli che la Chiesa ci ha dato nel Papa e nel Vescovo.
No, noi non facciamo nulla di tutto questo. Semplicemente, giudicando piena di confusione e di pericolo la nuova pastorale, il nuovo rito della messa, la nuova catechesi, ci avvaliamo del diritto che la Chiesa ha sempre riconosciuto alle anime nei momenti di crisi: ci atteniamo alla precedente prassi e dottrina della Chiesa, a quella sicura, a quella prima dello scoppio della crisi.
Infatti, per la Messa, non andiamo a cercare chissà quale rito arcaico, ma ci atteniamo al Messale del 1962, quello promulgato da Papa Giovanni XXIII, perché le lievi modifiche e aggiunte apportate in quella riforma non hanno nella sostanza intaccato la Messa Romana di sempre. Non andiamo a cercare ciò che ci piace, ma obbediamo alle riforme della Chiesa, quelle sicure e solo a quelle sicure. E così facciamo per tutti gli altri aspetti della disciplina sui sacramenti e per tutto l'apostolato.
Così facendo, siamo certi di non andare fuori dalla Chiesa, che è la stessa ieri e oggi. Non ci sono due Chiese, una prima e l'altra dopo il Concilio. No, ce n'è una sola! Ci sono invece, nella stessa Chiesa, riforme accettabili e riforme non accettabili; sono inaccettabili in coscienza le riforme che mettono in pericolo la fede e la vita cristiana. E siccome la Fede è il bene supremo, non è concesso a nessuno nella Chiesa esporla al pericolo.
Sappiamo, ne siamo coscienti, di esprimere un giudizio severo sulle svolte della “chiesa moderna”. D'altronde, ad uno sguardo spassionato, gli esiti disastrosi dell' “ammodernamento” della Chiesa di questi ultimi decenni sono innegabili. L'ultima riforma del messale e conseguentemente di tutta la vita cattolica sta uccidendo il cattolicesimo nei nostri paesi. Negarlo è pura ideologia.
Chiediamo e viviamo la libertà dei figli di Dio, che amando la Santa Madre Chiesa, dicono ai suoi legittimi Pastori: noi continuiamo su quello che ci avete insegnato un tempo, e continuando nella Tradizione siamo certi di contribuire, nonostante la nostra povertà, alla edificazione della Chiesa stessa.
Uniamo così due atteggiamenti che in coscienza ci sembrano non disgiungibili:
- un grande amore e rispetto per la Chiesa
- una vigilanza per non mischiare mai la grande Tradizione della Chiesa con le ambiguità delle riforme post-conciliari, e questo non soltanto nel rito della messa.
Sbaglia chi, avendo capito il terribile pericolo interno al Cattolicesimo attuale, piange in privato ma non interviene per rispetto alla Chiesa. Ama davvero chi la Chiesa la difende.
Ciò che appare disobbedienza non lo è. È invece il più grande servizio che un credente possa fare alla Sua Madre.
Chi parla di disobbedienza parlando dei “Tradizionalisti” (termine non bello, ma lo usiamo per capirci), lo fa per ignoranza: pensa che la Chiesa abbia una autorità assoluta su tutto. No, la Chiesa obbedisce a Gesù Cristo, ne è il suo corpo; deve custodire ciò che il Signore le ha consegnato, Verità e Grazia. Non inventa la Chiesa, ma trasmette.
Per questo non può essere illegittimo decidere di stare nella Tradizione più sicura.
Non esce dalla Chiesa chi sta al suo passato, ne esce chi inventa un cristianesimo nuovo.
Chiedo scusa alla Redazione e anche ai Lettori per la scelta per la forma dell'anonimato fatta per meglio concentrare l'attenzione su quel che si dice piuttosto su chi l'ha detto ( De Im.Christi). Questo apprezzabile articolo dovrebbe essere stampato a carattere cubitali ed appeso negli studi delle nostre case davanti ai nostri computer. I computer di noi cioè che, in qualche maniera, facciamo volotariato , sia pur con la pochezza delle nostre risorse mentali. La riflessione difatti del Sacerdote è di grande portata ecclesiale : tratta dell'obbedienza alla Chiesa, al Papa e alla Tradizione ( una cum et sub cum ) ; tratta del tradizionalismo che non deve essere un FAI-DA-TE e soprattutto tratta della necessità di respirare "cum ecclesia". Le stesse cose che, in forma riservata ma comn altrettanta risolutezza, mi sono state dette recentissimamente da un Sacerdote della FSSPX e proprio ieri da un Vescovo Diocesano. Sono contento che posso ascoltare, sia pur con sfumature lievemente diverse, gli stessi concetto del "sentire cum ecclesia" da un Vescovo in carica, da un prete diocesano della Tradizione e da un prete della Fraternità San Pio X. Il pericolo, reale, è che a casa nostra, la chiesa, con la scusa di questo discusso e discutibile pontificato crescano e prendano ancor più potere i demolitori della chiesa, gli affiliati alle società nemiche di Cristo. Questa è casa nostra e noi dall'interno dobbiamo organizzare la resistenza contro i nemici esterni ( ed interni ). Contro i secondi ormai altro rimedio non esiste se non la cacciata. Che il Signore ci aiuti.
RispondiEliminaNon credo proprio basti dire " amiamo il Papa e I suoi Vescovi " e poi di fatto obbedire ed accettare solo alcuni aspetti.
RispondiEliminaFa bene a mettere il condizionale dicendo "noi pensiamo di non disobbedire" perché invece sa benissimo che a non accettare anche solo uno iota delle norme poste da chi ha autorità, ci si pone come I farisei e gli scribi, che alla fine hanno fatto crocifiggere Cristo.
Alla fine la Chiesa che é madre, accetta ed accoglie chi si pone falsamente al suo servizio, chi cerca di mordere la mano mentre finge di baciarla, chi non perde occasione, anzi la ricerca, per deleggittimare, anche con discorsi filosofici e dotti chi nella vera ed unica Chiesa ha autorità, di apportare anche inventando, cose nuove che affondano le radici in quelle vecchie, per portare l'uomo al vero Dio.
Così é, anche se gli scribi e I farisei odierni cercheranno oggi come allora di crocifiggere nuovamente il Cristo, anche oggi in nome della vera religione, anche oggi stracciandosi le vesti, anche oggi gridando di essere I veri custodi della fede, che invece stanno cercando di minare.
Fa bene chi piange, dovrebbe farlo pubblicamente pensando cosa avverrà con il legno secco, ma sopratutto chiedendo perdono a quella autorità al quale in ogni modo sta cercando di mordere la mano.
Dio abbia misericordia della vostra superbia.
Bianchi.
come può esere passato ciò che non passa? Il modernismo è passato, perchè il modernismo è il concentrato di tutte le passate eresie, mentre la tradizione è sempre il presente, non conta il numero dei cattolici cattolici, conta chi stanno servendo, cioè l'Alfa e l'Omega, eterno senza tempo.
RispondiEliminaBianchi,
RispondiEliminaSu cosa fonda la sua sicurezza di non essere legno secco solo perché appartiene alla schiera di chi obbedisce ciecamente a insegnamenti contradditori?
Si sono scritti volumi sulla cogenza del magistero ordinario, o di un anomalo "magistero mediatico", da non confondere con l'insegnamento autentico della Chiesa docente, che viene dal Signore.
Identificare il Signore con l'Autorità senza discrimini mi sembra quanto meno azzardato.
Non creda che certe critiche non costino e che gli scrupoli da lei espressi in forma di accuse pesanti non si siano mai affacciati alla mia coscienza e anche a quella di chi scrive qui.
Appena ho tempo replicherò più a fondo.
Lei , signor Bianchi , concorda o no sulla diagnosi di gravissima malattia del cattolicesimo ? Se si , come se la spiega ? Si accorge che questo stato di agonia non viene dalla falcidie esterna (anzi , il sangue dei Martiri è sempre stato germe di fecondità )ma dal tarlo interno ? Ricorda le parole di Gesù a Pietro :"allontanati da Me , satana , tu ragioni secondo gli uomini e non secondo Dio "? .Se il legittimo pastore (foss'anche Pietro )ci porta a ragionare secondo gli uomini (che infatti sono ora prodighi di applausi )non è forse lecito e anche doveroso allontanarsi da lui per rimanere vicini a Gesù ? Tenendo ben presente , come fa questo ottimo sacerdote , che noi non ci facciamo un cattolicesimo come piace a noi , non facciamo parte delle innumerevoli sette tanto paradossalmente blandite e lodate (e quindi è del tutto infondato l'ingiurioso termine coniato da un cattolico adulto di "tradiprotestanti" ) ma ci atteniamo al magistero perenne della Chiesa , che essendo garantito nella sua veridicità da Dio stesso non può cambiare . noi vogliamo tenerci attaccati alla Verità , e guai a noi se non lo facessimo , perchè la Verità è Gesù stesso .Se il Papa ci conferma in essa , siamo felicissimi , se no , non possiamo aderire al suo confuso insegnamento .Dov'è la superbia ? Tutto qui , questo bell'articolo è proprio da incorniciare , perchè pone la questione in modo semplice e chiaro .
RispondiEliminaBianchi,
RispondiEliminaestrapolo dal suo scritto le accuse che non riguardano me personalmente. Con gli altri che nomina se la vede lei direttamente, io non c'entro. Di seguito la mia risposta
[...] Possono essere state scritte le più dotte e arzigogolate teorie su chi come e quando, ma tutte queste teorie, non possono scalfire minimamente l'autorità Petrina.
Lei mi chiede cosa mi fa essere sicuro di quello che dico, e perchè anche senza conoscervi, vedo il legno secco?
Dovrebbe ricercare la risposta al suo dilemma, nella perduta capacità di ascoltare Cristo e la Sua Chiesa, nel non riconoscere piú, ciò che la Madre Chiesa lega o scioglie su questa terra, nel canzonare e deridere le parole del Suo Vicario, [...]
Li dovrebbe ricercare le risposte che la inquietano, che le danno questa smania di ricerca, che le fanno spendere il suo tempo e denaro per cose che non la saziano, nell'angolo di quella obbedienza, troverà le risposte ai suoi quesiti, nel silenzio che sperimenta l'anima nelle notte Oscura, forse scoprirà che Cristo scrive cose che non comprendiamo ieri oggi e sempre.
1. Mi dice come posso io scalfire l'Autorità petrina, se cerco di difenderne forme e contenuti, da chi mi pare stia facendo di tutto per minarla? Se non è d'accordo, la pianti con le accuse generiche e mi dica in cosa e perché scalfiscano l'autorità petrina le mie critiche a 'scostamenti' da parte di chi attualmente è chiamato ad esercitarla, critiche che invece di fatto riaffermano le verità che la Chiesa mi (ci) ha consegnato non solo fino al 1969 (tolte alcune distorsioni e ambiguità ben individuate e descritte motivando). Correttezza vuole che, quando si dissente, anziché salire in una cattedra che fustiga, si tirassero fuori gli argomenti pertinenti a contrario.
2. Dunque io non ascolterei Cristo e la Sua Chiesa solo perché critico alcune espressioni dirompenti dell'attuale gerarchia? E la Chiesa (sia quella visibile che la Chiesa-mistero che non può esserne scissa), di grazia, si esaurisce in essa? E da quando in qua le "critiche", vengono trasferite in un lessico che le fa diventare "canzonature" e "derisioni"? In uno dei miei seri e argomentati discorsi degli articoli che precedono mi trovi una canzonatura o una derisione e su quella potrò risponderle.
3. Una mater et magistra che, in alcuni suoi rappresentanti, si rivela accogliente con gli estranei e matrigna con i figli, dialoga con tutti tranne che con loro, cosa diventa in questi rappresentanti, pur restando sempre integra nella sua essenza?
4. La notte oscura dell'anima è quella che il Signore ci manda per purificare la nostra fede, non quella indotta dai vignaioli omicidi...
Cara Mic,
RispondiEliminaqui qualcuno fa' tante chiacchiere con un solo fine: giustificare l'ingiustificare e dichiarare cattolico quanto è sempre stato acattolico (che lo faccia un papa o l'ultimo dei fedeli poco importa).
Invece mi sembra tanto che tu scrivi con coerenza e ragione veduta. Solo chi ha fatto dell'autorità un feticcio (e non un servizio alla Verità) può non capirti.
"Dio abbia misericordia della vostra superbia."
RispondiEliminaDa che cattedra! Da che pulpito!
Che il blogger "Bianchi" colui che già aveva preso in prestito il nome di Enzo, si occupi piuttosto della sua superbia.
Potrebbe interessarvi questo articolo di Inos Biffi:
RispondiEliminahttp://ilsismografo.blogspot.ch/2014/08/vaticano-nella-missione-permanente-e.html#more
Li dovrebbe ricercare le risposte che la inquietano, che le danno questa smania di ricerca, che le fanno spendere il suo tempo e denaro per cose che non la saziano,
RispondiEliminaMa che càspita pretende di sapere di me?
Non mi pare che io sia alla ricerca di qualcosa.
Ho già trovato tutto ciò di cui ho bisogno: Colui che è il mio approdo e con in Lui e per Lui sto camminando nella Sua Chiesa.
Che ne sa del resto del mio tempo, che non si esaurisce qui, anche se per ragioni contingenti in questo periodo è qui che mi affaccio abbastanza spesso?
È solo un troll, cara mic, e della peggiore specie.
RispondiEliminaPosso permettermi di dirti che, a mio avviso, il solo tempo che stai spendendo invano è quello che prendi a rispondere ad invidui di quel tipo.
La chiesa è piena di tipi del genere e anche il web (che non resaurisce tutta la realtà ma è un bel campione).
RispondiEliminaRispondere a uno significa rispondere a tutti.
Sarebbe sciocco dargli altra corda. Ma intanto, il campione è servito...
Il sig. Bianchi riesce a spiegare in cosa bisogna obbedire il Papa? Cosa intende per obbedienza al Papa? Forse il Papa pretende che andiamo a dire ai pentecostali che fanno bene a essere fuori dalla Chiesa? O ci chiede per obbedienza di dire buon ramadan ai mussulmani, o di pregare gli idoli assieme ai pagani? Il Papa non può chiederci nulla di ciò, dunque vivendo da cattolci come la Chiesa ha sempre insegnato e comandato si disobbedisce al Papa?
RispondiEliminaSe il sig. Bianchi risponde che vivere da cattolici è un reato secondo il Papa rispondo che allora c'è qualche problema e non certo da parte di chi vuole rimanere cattolico, ma da parte di chi ci vuole perdere, ci vuole allontanare dalla Verità e dal seguire il nostro fine, che è e rimane,:conoscere, amare e servire Dio e per Dio non si intende un qualsiasi dio, ma solo l'unico vero Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. se il papa si diverte a scherzare e a parlare tanto per fare non ci sta chiedendo nulla, dunque prosseguiamo per la strada della Chiesa cattolica e se il Papa vuole essere nostro pastore siamo contenti, se invece ha altre priorità, proseguiamo e pazientiamo, i Papi passano la Verità resta.
@Bianchi (chi?)
RispondiEliminaFa bene a mettere il condizionale dicendo "noi pensiamo di non disobbedire" perché invece sa benissimo che a non accettare anche solo uno iota delle norme poste da chi ha autorità, ci si pone come I farisei e gli scribi, che alla fine hanno fatto crocifiggere Cristo
Ah sì? Perfetto. Quindi io mi trovo davanti ad una pletora di "crocifissori di Cristo", Farisei e scribi "duri e puri", che invece di applicare le norme Universali del Motu Proprio Summorum Pontificum, e della Universae Ecclesiae, fanno come vogliono, ignorando l'Autorità della Chiesa, che non si esaurisce su un singolo Papa, e calpestando non solo i diritti dei Fedeli, ma lo IUS DIVINUM, voluto dallo stesso Signore Gesù Cristo.
Inoltre, non contenti di crocifiggere Cristo nuovamente e sempre più assiduamente con il loro deprecabile comportamento, disprezzano le pecorelle di Gesù, accusandole PERSONALMENTE di ogni turpitudine, non ultima questa ventilata "superbia" che invece l'estensore stesso dimostra, sovente ricorrendo alla minaccia delle istituzioni secolari, alla prigione, per zittirle!
Se dobbiamo fare un parallelismo con i farisei, allora vediamo che nessuno dei critici del modernismo ecclesiale, nemmeno i più accesi, ha mai denunciato (per esempio per plagio, anche se oggi non è più reato), chi sta devastando la fede e la liturgia della Chiesa. Le denunce arrivano dai "misericordiosi e umili" esecutori del despotismo, non più "illuminato".
L'autorità nella Santa Chiesa non è mai stata autoreferenziale. E' sempre stata "in relazione a Cristo", che è il Sommo e unico Pontefice e Sacerdote e Re.
L'uso strumentale dell'autorità per obliterare la vera virtù dell'Obbedienza, trasformandola in servilismo al potente (e questo sarebbe Cristo a volerlo?), è disgustoso. L'uso delle querele per zittire chi muove critiche motivate, adducendo la scusa della "diffamazione" (scoprirete con stupore che la definizione "eretico" non è una diffamazione!), è ancora più vergognoso.
Dunque: voi "misericordiosi", che accusate e calunniate chiunque muova una critica, con la scusa del "lefebvrismo", oltre a fare il male con coscienza di farlo, state crocifiggendo di nuovo Cristo come novelli Farisei. Perché Cristo è crocifisso non quando vi pare a voi, ma quando si dilania la Sua santa Chiesa. Che è SUA. Non del Papa, o di "Bianchi". Nemmeno dei più Santi. Dunque, dismettete il martello e i chiodi, perché il detto evangelico "guarda prima la tua trave", si addice perfettamente a voi che con tanta tracotanza continuate a condannare pecore di cui disprezzate non solo l'odore, ma la salvezza! D'altra parte lo stesso Benedetto XVI disse che avete bisogno, morboso, di additare un "gruppo" come "malefico" per scagliarvi con odio e senza ritegno contro di esso. E anche se vi si avvicina il Papa, farà la stessa fine! Se lo avete fatto col Papa, al quale purtroppo non avete potuto sporgere "querela", lo farete di più con le sue pecorelle. Ma si sa, poi, come è andata a finire con Ratzinger. Il risultato è stato "Migliore" di un querela.
a Bianchi basta chiedere questo: il Cristo ha rivelato che la libertà religiosa è un diritto o una follia? che ha dato il sommo potere di governo sulla Chiesa a un solo soggetto o due? che cosa crede lui, al di là di tante belle parole sull'obbedienza? come stanno le cose? veniamo al sodo invece di fare poetici appelli sull'obbedienza e il farisaismo
RispondiEliminaMic attenzione: se noti bene i normalisti tipo il Bianchi di turno intervengono di solito una volta sola, massimo due: tirano il sasso e scompaiono. L'obbiettivo non e' tanto quello di confrontarsi ma solo di creare confusione e sviare le conversazioni sgradite (quanti ne sono comparsi in occasione delle discussioni sui FI..) mi chiedo se non sia il caso che vengano sistematicamente ignorati per smontare il loro giochino. Ci accuseranno di censura? E chissene....
RispondiEliminaPer un autista capitato in un cul-de-sac non c´è un solo di modo progresso: fare marcia indietro.
RispondiEliminaIo scommetto che il sig. Bianchi, quando il cardinal Martini rivendicava orgogliosamente di essere "l'ante-papa" e diceva cose in aperta contraddizione con il magistero petrino, non si stracciava le vesti e non diceva che all'autorità bisogna sempre e comunque obbedire. E scommetto che il sig. Bianchi considera ancor oggi il suddetto Martini un luminoso esempio da seguire. Per quelli come lui i Papi si obbediscono perinde ac cadaver quando dicono cose che ci vanno bene, altrimenti si possono irridere e ignorare. Noi siamo un filo più coerenti: i Papi si obbediscono non perché ci sono simpatici o perché dicono cose che ci piacciono, ma perché sono i supremi garanti e rappresentanti della Tradizione bimillenaria della Chiesa che è quella e non può cambiare, e nel momento in cui "si distraessero" da quest'ultima, cosa che nella storia è già successa alcune volte, pensiamo solo a Giovanni XXII nel Trecento, è giusto e sacrosanto segnalarglielo.
RispondiEliminaTemplum dei, templum dei.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xGbsVGrtN68
Gli applausi in chiesa li ha stigmatizzati anche padre Tognetti qui
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/06/don-serafino-tognetti-il-valore-della.htm
@Mic
RispondiEliminail ink su don Serafino Tognetti non si apre
Scuate, questo è quello giusto:
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/06/don-serafino-tognetti-il-valore-della.html
Un commento che probabilmente interesserà:
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.it/2014/08/religiosita-psicologica-religiosita.html
Grazie per l'attenzione.
http://www.ilgiudiziocattolico.com/1/285/%C3%A8-pi%C3%B9-importante-un-uomo-o-la-verit%C3%A0.html
RispondiEliminaLeggendo l'articolo che ci indica Pietro, sulla religiosità psicologica, in parte posso essere d'accordo con quello che scrive l'articolista, ma vorrei anche dire che se una porta la gonna lunga non è per forza una persona con una fede psicologica, spesso è una persona che adegua il suo vestire non tanto alla moda del mondo, ma al buon senso, buon gusto e al proprio credo. Portare vestiti decenti per quanto possano sembrare antiquati non è per forza voler ostentare una fede che non si ha, ma spesso è il contrario è adeguare la propria vita alla fede che si ha. Certo non è migliore il cattolico che va a Messa in minigonna o pantaloncini corti. Non è che per essere cattolici di fede ed equilibrati bisogna per forza adeguarsi al modo di vestirsi odierno, almeno credo. Se poi c'è qualche eccentrico che ama vestirsi in stile settecentesco, beh!l'unica cosa che farei è chiedere dove trovano tali vestiti e quanto costano. Bisogna vivere e vestire con il rispetto per il corpo che accoglie Gesù Sacramento e che un giorno (si spera)sarà glorioso in cielo.
RispondiEliminaPenso che Pietro, riguardo ai tradizionalisti, abbia incontrato dei casi limite.
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