Come ogni martedì, Alessandro Gnocchi risponde a lettori su Riscossa cristiana [qui]. Oggi è la volta di un sacerdote diocesano e di un fedele. Tema: l'Eucaristia.
Caro don Franco, caro Ronconi,
una scritta dalla parte del sacerdote, l’altra scritta dalla parte del fedele, le vostre lettere pongono l’accento sul problema dei problemi, il sacramento dell’Eucaristia. Perché è proprio quello l’obiettivo finale dell’attacco infernale al Corpo Mistico di Cristo: la Presenza reale, viva, palpabile e salvifica di Gesù in mezzo agli uomini.
Ma a questo ci arriviamo in conclusione. Prima devo una risposta a don Francesco, nella quale, per ora, non voglio avventurarmi sul “che cosa fare”, ma vorrei almeno spendere qualche parola sul “che cosa non fare”.
Mi permetta di dirle, caro don Francesco che, data la situazione della Chiesa dei nostri giorni, non troverà soddisfazione alle esigenze e alle domande del suo sacerdozio peregrinando per parrocchie o per diocesi. Potrà incontrare ambienti, confratelli e fedeli più o meno vicini al suo sentire, ma, come dice lei stesso, finirà sempre per scontare una delusione sui punti cruciali.
Non sto dicendo che in questa Chiesa non ci sono più sacerdoti cattolici, tant’è vero che lei stesso è la testimonianza vivente del contrario. Ma sono sempre più rari e stanno sempre più nascosti. E ciascuno di loro vive in un disagio che ha un’origine facilmente diagnosticabile. Come lei, tentano di trovare coerenza nella sopravvivenza di certe forme ancora definibili come cattoliche con l’effettiva pratica della fede: ma questa coerenza, salvo singoli casi, non esiste più. Attraverso il permanere di una forma in qualche modo cattolica viene trasmessa una fede che cattolica non è più, o non lo è in buona parte. E, come tutti sanno, basta non essere cattolici almeno un po’ per non esserlo del tutto, ben che vada si è eretici. Da qui discendono le schizofrenie, i fraintendimenti, le bizzarrie che vanno a formare un quadro nel quale una mente normale non si ritrova più. Peggio ancora, pensa di essere malata poiché la normalità non ha più una casa e viene rinchiusa dentro i ghetti. In poche parole, la Chiesa è governata da una specie di legge Basaglia in cui la follia non è più considerata tale e, anzi, si fa giudice della salute mentale.
Adesso, caro don Francesco, lei penserà che io le stia suggerendo andarsi a rifugiare chissà dove. Mi limito a invitarla a uno schietto realismo e a non cercare la soluzione ai suoi quesiti là dove non c’è.
Non sto neppure dicendo che questa non è più la Chiesa e bisogna trasferirsi altrove. È qui che bisogna battersi per ripristinare la vera fede e il primo passo è quello di ripristinare quella coerenza tra forma e fede ormai sfilacciata. E me lo insegna lei, un sacerdote, che tutto questo si trova principalmente nella Messa. Nella “Messa buona”, la “Bonne Messe” come definiscono amabilmente i cattolici francesi quella che noi diciamo la “Messa di sempre”.
Si riparte da lì, caro don Francesco, e lì si trova anche la risposta a ciò che dice il signor Ronconi. Se quest’anno, nella diocesi di Brescia, la diocesi del Pontefice che ha promulgato il nuovo messale, non è stato ordinato alcun sacerdote, vorrà pure dire qualcosa. D’altra parte, non si capisce perché un giovane debba sacrificare la propria vita in seminario e poi in un oratorio o in una parrocchia per fare l’assistente sociale o l’animatore di villaggio quando tanti coetanei lo fanno con grande soddisfazione economica e sociale nei luoghi deputati, molto più gratificanti e divertenti.
La decadenza della pratica eucaristica, il dissolversi del senso della Presenza Reale possono portare solo alla crisi del sacerdozio. E qui si arriva al punto, perché il vero obiettivo temo che non sia questo. Sbaglia chi pensa che il demonio punti come fine ultimo a oscurare o eliminare la presenza eucaristica di Cristo nel mondo. Lui, che in Dio ci crede, eccome, sa bene che ciò è impossibile e il suo scopo è ben altro: è quello di profanare il Corpo eucaristico di Cristo senza che qualcuno lo disturbi. Ma, per non essere disturbato, ha bisogno che il maggior numero possibile di fedeli non creda nel più grande miracolo realizzabile su questa terra e, quindi, si disinteressi di ciò che avviene ai suoi danni.
L’eclissi della fede nella Presenza Reale nell’Eucaristia è il prodromo a una liturgia anticristica celebrata pubblicamente senza opposizione, o persino con l’assenso di tanti cosiddetti cristiani.
C’è un solo modo per opporsi a tutto questo. Come disse qualche tempo un amico sacerdote: “Dobbiamo girarci e dire Messa”.
Fatelo, don Francesco, e vedrete che i fedeli disposti a difendere quell’Ostia pallida e pura in cui c’è tutto Nostro Signore vi seguiranno e saranno sempre di più.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
La Comunione ai divorziati risposati e' il grimaldello che serve a Kasper e soci per demolire il cattolicesimo e farci morire protestanti. Qualche tempo ha fa il vescovo ausiliare di Astana, ha un cognome tedesco che in questo momento non ricordo, in una intervista disse che stiamo vivendo una crisi eucaristica della quale la soluzione prospettata da Kasper e' solo un sintomo. Crisi eucaristica molto grave, quanto quella ariana.
RispondiEliminaIl nome del vescovo che ho citato e' Athanasius Scheiner. Nomen ... omen.
RispondiElimina"Nella diocesi di Brescia, la diocesi del Pontefice che ha promulgato il nuovo messale, non è stato ordinato alcun sacerdote, vorrà pure dire qualcosa".
RispondiEliminaA Brescia il prossimo anno verranno ordinati 2 novelli sacerdoti: entrambi sono birituali.
Indovinate quale Messa preferiscono?
Schneider, caro Mirabelli. Il che significa sarto. Non c'è altro da dire.
RispondiEliminaSchneider mi pare. Un prete che solo al vederlo celebrare ispira santità. Mi sbaglierò, ma l'articolo di Gnocchi mi da conferma di un'impressione che ho ricavato ultimamente: le posizioni, su un fronte e sull'altro, si vanno delineando con radicalità sempre maggiore. Sembra di essere vicini ad una battaglia importante.
RispondiEliminaAlessandro,
RispondiEliminaIl Vescovo si chiama Aloysius (= Luigi) Schneider, cognome tedesco perché e' un tedesco " del Volga". Ha scritto un bellissimo libro sull' Eucaristia, ma ancor piu' belli, forse, sono i racconti di come sotto Stalin ed anche dopo le comunita' cattoliche in URSS, piccole, poche e sparse, conservassero con somma cura e devozione le ostie consacrate ( il Santissimo), perché tra una S.Messa e l' altra potevano trascorrere settimane, anche mesi. La madre del Vescovo era tra le " pie donne" incaricate di questo compito.
Monsignor Schneider e' uno dei vescovi " ratzingheriani" , nel senso che e' stato nominato da BXVI. Da un lato mi piacerebbe venisse in Italia, da un
altro, meglio resti ad Astana. La' , forse, gli scherani dei novelli " stalin" non arriveranno- scrivo " stalin" minuscolo, perche' per essere come il vero Stalin bisogna avere le palle, quelle che ormai molti, nel nostro clero, non hanno più , metaforicamente ed
anche fisicamente.
Rr
Non capisco perché, se queste cose che dice il caro dottor Gnocchi le sanno benissimo anche i frati e le suore FFI (quelli/e veri/e), le sa il Card. Burke, le sa il vescovo Livieres, perché allora non ne traggono le debite conseguenze? non si rischia la connivenza con il nemico? con il Male? Passi se uno è confuso, oppure ignora la retta dottrina e l'attacco che satana le sta portando, usando proprio uomini di chiesa, ma se così non è, perché confondere i fedeli bisognosi di una guida affidabile? Mi riesce difficile accettare questo loro comportamento, mi creda Mic. Grazie per l'ospitalità. "Buon pranzo"...
RispondiEliminaQuali sarebbero le "debite conseguenze", sig. cattolico? Se è così certo da poter insegnare a Schneider, Burke,Livieres, Gnocchi e FI (e a tutti noi) sul "da farsi",allora perché non ci illumina?Si parla giustamente di Sant'Atanasio, che era e rimase Vescovo della Chiesa Cattolica,e "si lasciò" scomunicare dal Papa (poi gli fu revocata dal successivo),e rimase (in foro interno, e davanti a Dio,sicuramente) "cattolico" a pieno titolo,nonostante il 90% dei vescovi avesse aderito all'arianesimo....Stiamo attenti alle nostre pretese "certezze" molto facili.La tentazione di oggi,per tutti noi che riteniamo di sapere (probabilmente,a ragione) dove sta la vera Fede cristiana,sta nel pensare che esistano soluzioni diverse dalla testimonianza coraggiosa e ferma: ferma, vuol dire che non "esce",che non si "ribella" formalmente,neppure di fronte a plateali errori ed ingiustizie.Sennò,è inutile citare San Tommaso.Si citi invece-mutatis mutandis- Lutero; ma non con nella mente ciò che il Protestantesimo è divenuto, ma ciò che fu allora:essi erano convinti di essere nel giusto ad "uscire", a "disconoscere", di fronte alla "corruzione della Chiesa Romana"!!!!
RispondiEliminaHo verificato su www.catholic-hierarchy.org. Il nome di battesimo di mons. Schneider e' Athanasius, non Aloysius.
RispondiEliminaper ilfocohadaardere
RispondiEliminada cose deduce che Cattolico parli di
uscire?
Credo che la sua domanda, ch'è anche la nostra, sia come esprimere e manifestare la "resistenza"...
Certo, prepariamoci a difendere Cristo presente nell'Eucaristia,
RispondiEliminaperché non si tratta di essere bravi teologi e profeti, ma semplicemente attenti lettori della Bibbia: il sacrificio quotidiano (la S. Messa), per 1290 giorni sarà abolito.
Questo accadrà, non si discute.
Ma ce ne renderemo conto? La nostra fede sarà ancora realmente cattolica? Se rimmarremo cattolici ce ne renderemo conto, ma ahimè, il sentire della maggior parte dei fedeli e dei pastori non riterrà più la Messa un sacrificio - il Sacrificio! - e quindi non se ne accorgerà quando sarà abolito, anzi per questa gente non sarà niente di strano.
E noi, che Iddio ci assista, dovremo e vorremo resistere.
Meglio la battaglia e i morti sul campo, che questa melassa assurda e patetica di sorrisini e di status quo....
RispondiEliminaCome esprimere la resistenza?
RispondiEliminaBeh, a nessuno è chiesto l'impossibile. Un rosario lo possono dire tutti. Pregare lo possono fare tutti e in ogni luogo. Unire le nostre sofferenze alla croce di Cristo non è facile, ma nessuno ce lo può impedire. Evidentemente dovremo testimoniare la nostra fede seguendo il decalogo ed il comandamento dell'amore.
Se ci sarà la Messa (non una qualsiasi pseudocelebrazione) vi assisteremo devotamente, altrimenti renderemo gloria a Dio in altro modo.
Ma siamo pronti a testimoniare fino a dare la vita?
Scusatemi ma ho i miei dubbi, quando sento di persone che per rendere gloria a Dio con una Messa degna (evidentemente la Messa di sempre) non sanno fare 30 minuti di strada! Se non siamo disposti a fare almeno 30-40 minuti di strada per la Messa domenicale non si penserà mica di potersi avviare tranquillamente in guerra!
Alessandro: si, scusa, forse si xhiama anche Aloysius.
RispondiEliminaCominque, nomen omen o no, e' ceramente ungran Vescovo.
Viandante, chesignifica 1290 giorni ?
Rr
http://radiospada.org/2014/09/j-m-bergoglio-la-c-e-i-e-lelogio-della-bibbia-interconfessionale/
RispondiEliminache senso ha?
Per Mic:
RispondiEliminaDice bene, Mic: ho dedotto. E' innegabile. Ma credo che dal tono e dal contesto del post, che credo non inutile qui citare: "perché allora non ne traggono le debite conseguenze? non si rischia la connivenza con il nemico? con il Male? Passi se uno è confuso, oppure ignora la retta dottrina e l'attacco che satana le sta portando, usando proprio uomini di chiesa, ma se così non è, perché confondere i fedeli bisognosi di una guida affidabile?", non sbagliassi nel dedurre...Se invece sbagliavo, e sarò smentito da "cattolico", sarò il primo ad esserne ben felice. Si parla di "guida affidabile"; si parla di "connivenza con il nemico"; si parla di "trarre le debite conseguenze". Soprattutto, si parla di Burke, Livieres, di FI: essi hanno subito una tremenda ingiustizia (sembra proprio sia così,pochi qui ne dubitano, credo): in cosa sarebbero "conniventi" col nemico? Da un discorso così (fino a prova del contrario),è più che lecito DEDURRE che per "cattolico", essi avrebbero dovuto comportarsi in modo diverso da come hanno scelto di fare 8cioè, accettando le ingiustizie subite): ergo: ribellarsi, disubbidire. Ergo, aggiungo io, errare profondamente, "uscendo"....E' più chiaro il mio punto di vista? Lei che ne pensa, Mic? (glielo chiedo con stima, non con arroganza).
Perché è proprio quello l’obiettivo finale dell’attacco infernale al Corpo Mistico di Cristo: la Presenza reale, viva, palpabile e salvifica di Gesù in mezzo agli uomini.
RispondiEliminarimuovere il katechon dal centro del mondo e dalla vita e dal cuore degli uomini.
hanno cominciato con lo spostare i tabernacoli dal centro dell chiese e piano piano lo vogliono rimuovere dal cuore e dal corpo degli uomini. lo vogliono togliere di mezzo. e forse la rimozione del catechon non ha tempo ma nell'apocalisse si parla anche di un momento che può accadere mella vita di ogni uomo einfatti qgni volta che noi lo rimupviamo dal centro della nostra vista le conseguenze sono pesanti.
Da quando qualche anno fa lessi il libretto di mons. Schneider Dominus est ho smesso di prendere l'Eucaristia in mano e la ricevo solo e sempre sulla lingua. Quel libretto e' stata una sorta di illuminazione interiore.
RispondiEliminaPerché è proprio quello l’obiettivo finale dell’attacco infernale al Corpo Mistico di Cristo: la Presenza reale, viva, palpabile e salvifica di Gesù in mezzo agli uomini.
RispondiEliminascusate aggiungo non senza polemica: si parla tanto oggi nella Chiesa "avanguardista" di incontro con Cristo e si sminuisce l'unico momento veramente fisico e spirituale col Signore.
Dal libro di Daniele
RispondiElimina[8]Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore, quale sarà la fine di queste cose?». [9]Egli mi rispose: «Và, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. [10]Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. [11]Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. [12]Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. [13]Tu, và pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni».
Viandante e altri, scusate, ma le profezie del vecchio testamento non si sono già tutte avverate? Credevo che l'ultima profezia fosse quella dell'apocalisse.
La crisi eucaristica si manifesta anche ma non solo nell'aver permesso di prendere la Comunione in mano. Due anni fa mi trovavo a Pskov, in Russia, vicino al confine con l'Estonia. La guida italiana ci disse che dovevamo obbligatoriamente ricevere la Comunione sulla lingua (per me non era un problema) perché i vescovi cattolici russi avevano proibito di riceverla in mano. L'avevano proibito perché altrimenti sarebbe scoppiato un putiferio interminabile con i vescovi e i preti ortodossi. Premesso questo, mi domando: ma noi cattolici abbiamo conservato l'unità liturgica? Gli ortodossi, nonostante non abbiamo un Papa, sono riusciti a conservarla. Sono pochissime le differenze fra russi, romeni, serbi, greci, bulgari, georgiani.
RispondiElimina"L'ultima prova della Chiesa
RispondiElimina675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra 638 svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.676 Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa,attraverso il giudizio escatologico;anche sotto la sua forma mitigata,la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo,soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato «intrinsecamente perverso ».677La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua,nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione.Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa.Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo giudizio dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa."(CCC,675)
Gli "schieramenti" non sono solo due.
RispondiEliminaNel bel mezzo dei "convinti" di entrambe le parti c'è un numeroso gregge di pecore "in buona fede", portate o a scegliere dove orientarsi vuoi per simpatia (diseducate a farlo in base a criteri oggettivi di dottrina), vuoi per malintesa/fraintesa "bontà" (se Dio è un'idea più di una Presenza personale, i "fatti" sono solo quelli che facciamo noi e guadagnarsi le simpatie altrui fa "sentire utili").
Inutile dire che la parte "kasperiana" e "misericordiosa" della Chiesa (così "misericordiosa" da vantarsi di questa patente, auto-attribuita al proprio modo di essere/fare, negandone la possibilità a chi non la pensa come loro) sa vendere molto bene il proprio prodotto, soprattutto adesso che annovera nelle proprie file il maggior opinion-maker, anche oggi capace di dare dei "teatranti" a quelli che soffrono per la teologia (soffre solo chi è in guerra o è costretto a migrare... a quanto pare si vive di solo pane).
Siamo alla vigilia di una fase ancora interlocutoria. E' solo la fase due dell'istruttoria, dopo il questionario": servirà a far emergere (e far impallinare?) le "voci divergenti" in attesa del redde rationem del 2015...
Tuttavia siamo già a buon punto: teatrante chi si straccia le vesti per queste cose, mentre i problemi veri li ha chi soffre nel corpo...
Mancando una fede nella Presenza reale eucaristica, la comunione è un simbolo di appartenenza o esclusione dalla comunità. Il matrimonio cessa di essere "sacramento" (della fedeltà indissolubile dell'amore di Dio per l'umanità: San paolo non trovò immagine migliore del matrimonio per descriverla) e atto pubblico, ma è un atto privato, di chi "ama", finchè la barca va... E poi si scende e si risale. Succede, per carità: ma non è più la stessa fedeltà Sua, quella di cui gli sposi cristiani si fanno sacramento...
Invece di accettare la realtà, desiderando comunque spiritualmente la comunione, si vuole essere sacramento. E si vuole confessare di non essere pentiti, ma di essere "a posto". Così decadrà ogni educazione cristiana sul matrimonio: come spiegare ai ragazzi una differenza, se non c'è differenza? Non c'è differenza tra sposati e risposati; tra uomo e donna: tra cristiani e non...
Alla fine il sacerdote non è più un "alter Christus". E' un alter assistente sociale, un alter politico... e perchè dovrebbe non sposarsi pure lui? Ma ancora: perchè dovrebbe essere sacerdote? Sacer di che? Nulla è più "sacro".
C'è un fastidio per il sacro e per l'oggettivo che trapela dall'ostinazione con cui si dice che "la Chiesa siamo noi". Siamo noi "Dio"? Gesù è la nostra "idea" o è il Capo del quale siamo corpo mistico? Suo, di Lui?
Eppure il gregge che sta in mezzo a quelli con le idee più chiare (sane o insane) non arriva a questo livello di discernimento. Si ferma ai "diritti", alle "maggioranze", al "pane" di frumento... Non è quello di cui dovremmo accontentarci di vivere. Ma dobbiamo prima svegliarci dall'incantesimo dei pifferai di Hamelin, che raccontano la fiaba del tutti vissero felici e contenti...
@ Anonimo delle 20.47
RispondiEliminaRiguardo l'orribile sacrilegio, l'abolizione del Santissimo Sacrificio, puoi leggere, ad esempio, anche questo passaggio del Nuovo Testamento che come vedi rinvia all'Antico Testamento, dandogli anche un'interpretazione apocalittica.
"Un giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l' orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge cerchi di comprendere." ( Mt. 24, 15 )
Ma d'altronde spesso le profezie bibliche non si esauriscono in un solo avvenimento, ma hanno una portata molto maggiore. Basta leggere i Padri della Chiesa per averne un'idea.
@ Viandante
RispondiEliminaPensavo si trattasse della distruzione del tempio di Gerusalemme.
Grazie delle indicazioni, approfondirò.
… manifestare la "resistenza"...
RispondiEliminaOui, certainement, et c'est ce que font, courageusement, Mic et ceux qui la soutiennent.
Mais, à un moment donné, il faut passer à la contre-attaque.
C'est précisément ce qu'a su faire un Mgr Lefebvre (dont le père, je le rappelle en passant, était aussi un "résistant" mort en déportation).
Contre-attaquer, c'est aussi avoir le courage d'en finir avec les discussions stériles, efféminées, adolescentes, sur "l'obéissance" (à qui ? à quoi ? à l'envahisseur ? à l'occupant ?).
C'est en finir avec la "soumission à l'autorité légitime" (laquelle ? celle des "collaborateurs", des "saboteurs", de la "cinquième colonne" ?).
Contre-attaquer, c'est avoir le courage de se prendre en main, virilement, de se regrouper, et d'en assumer les conséquences, comme, par exemple, tenir pour nulles et non avenues les "excommunications" et autres menaces de polichinelles qui n'ont plus aucun sens dans la situation de guerre et de subversion où nous sommes.
C'est accepter d'être traité de "hors-la-loi", comme le sont toujours les résistants.
Contre-attaquer, c'est, concrètement, refuser les œuvres de l'Adversaire : nommément Vatican II, la pseudo-liturgie rénovée, le prêtre qui tourne — symboliquement mais réellement — le dos à Dieu.
Un Mgr Schneider, un Mgr Livieres, les FI, combien de soi-disant traditionalistes, sont-il prêts à contre-attaquer ?
Contre-attaquer, c'est aussi avoir le courage d'en finir avec les discussions stériles, efféminées, adolescentes, sur "l'obéissance" (à qui ? à quoi ? à l'envahisseur ? à l'occupant ?).
RispondiEliminaCome ho detto altre volte, al momento vedo solo la possibilità di "fare senza dire"... Nei rispettivi gruppi di appartenenza, intorno ai sacerdoti, portare avanti la Messa Tradizionale e la pastorale relativa. E' da lì che nasce tutto... Cercando magari altari abbandonati.
Ma servono sacerdoti coraggiosi che non si sottraggano dal guidare il gruppo e dal celebrare. Bisogna osare. Il Summorum non richiede permessi, se non di chi ospita... Certo c'è poi il comportamento di correttezza quanto meno di informare il vescovo sempre nella speranza che non stronchi. Ma credo sia più difficile stroncare strutture vive che non danno nell'occhio come i FI e i numerosi bellissimi seminaristi di Ciudad del Este...
...Altrimenti non resterà che celebrare e formare i fedeli nelle catacombe.
RispondiEliminaA proposito di sacerdoti coraggiosi, vi faccio un esempio.
RispondiEliminaPer un nostro piccolo sottogruppo, formato quasi tutto di giovani, avevo ottenuto dal Rettore di San Clemente al Laterano, di poter celebrare ogni primo sabato del mese la Messa Tridentina al posto dell Rito Domenicano antico che loro da qualche tempo celebrano tutti i sabati. Quale meravigliosa occasione? Per riparare un orrido divieto ed iniziare un nuovo percorso?
Eravamo felicissimi. All'ultimo momento, il sacerdote si è tirato indietro. Era a Roma non stabilmente ma di passaggio (non breve) e per noi sarebbe stato un inizio, il seguito lo avremmo affidato alla Provvidenza. Devo supporre sia subentrato il timore nei confronti del suo vescovo... I vescovi...
Se ci fosse un sacerdote disponibile, potremmo riprovarci...
Ti capisco Mic e penso che tutti intendono l'importanza del sacerdozio per la sussistenza di una comunità cattolica.
RispondiEliminaEd è per questo che è improrogabile frequentare le sante Messe di sempre che quei pochi coraggiosi riescono a celebrare. Se manca loro il nostro sostegno non lamentiamoci se poi alla fine anche loro getteranno la spugna o se decideranno di celebrare solo in privato.
Per esperienza, a parte coloro che sono legati alla FSSPX, sono pochissime le persone legate alla Tradizione che assistono quasi esclusivamente Messe secondo il Vetus Ordo.
Dovremmo sempre aver presente che la comodità non è comunque un accessorio necessario alla salvezza, anzi a volte può esserne un ostacolo.
A Mic. delle 22,48 -
RispondiEliminahai provato a Chiedere un sacerdote alla FSSP? qualcuno potrebbe essere disponibile.
Non sò se c'è ancora in Roma Don che celebrava lo scorso anno a S.Nicola.
Ringrazio il sacerdote che si rende disponibile. Lo contatteró al più presto :)
RispondiEliminaIn corde Iesu
Gentile Mic,
RispondiEliminachiedo scusa per l'OT.
Le ho inviato una mail un paio di giorni fa. L'ha ricevuta? (temo di avere problemi con la posta...)
Edoardo Malgarida
@Mic
RispondiEliminaCredo che la sua domanda, ch'è anche la nostra, sia come esprimere e manifestare la "resistenza"...
Un'idea te l'ho data. Non è stata praticata, se non da ristrette minoranze, spesso disprezzate. Se invece si provasse (tanto che c'è da perdere?), magari con l'Aiuto di Dio chi lo sa...
E non si dovrebbe nemmeno "fare senza dire". Si potrebbe benissimo dire, ma in modi tali da poter essere inattaccabili.
...questo stesso articolo di Gnocchi, certi lumi li da.
RispondiEliminaPer Edoardo Malgarida,
RispondiEliminasì, grazie, ho ricevuto. Mi spiace non aver ancora risposto. Rinvio sempre in attesa di poter parlare più a lungo...
Ho approfondito. Tutti i commentari riportano sostanzialmente questa interpretazione:
RispondiElimina15 15. Quando dunque avrete veduta l'abbominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele,
I passi di Daniele 9:27; 11:31; 12:11 si riferiscono a varie epoche ed a vari avvenimenti; ma le parole "l'abbominazione della desolazione" cioè, l'abbominazione che produce la desolazione, dovevano in ogni caso avere il medesimo significato. In 1Maccabei 1:54, si legge che i Giudei applicavano quelle parole all'idolo, od all'altare pagano, eretto nel tempio di Gerusalemme da Antioco Epifane. Era dunque naturale che anche i discepoli applicassero le parole del Signore ad una potenza idolatra e conquistatrice, la quale doveva contaminare e riempire di desolazione la città ed il tempio, come aveva fatto Antioco. Secondo la maggior parte dei commentatori, quella potenza era Roma imperiale, gli eserciti della quale furono esecutori dei giudizi di Dio contro Gerusalemme, e le cui insegne portavano l'effigie dell'imperatore o dell'aquila imperiale, oggetti di culto per i soldati. Però Stier, Alford ed alcuni altri, coll'espressione: "l'abbominazione", intendono la morale e religiosa depravazione dei Giudei dentro la santa città, ed appoggiano la loro idea sopra certi passi di Flavio Guer. Giud.4:3, 6-8; 4:6,3, che però non provano nulla. I casi in questi passi ricordati accaddero dopo che Tito ebbe posto l'assedio davanti a Gerusalemme, cioè quando la fuga consigliata dal Signore non era più possibile. D'altronde, il passo parallelo di Luca 21:20 toglie ogni dubbio, essendo in esso scritto: "ora, quando vedrete Gerusalemme circondata d'eserciti, sappiate", ecc.
Ne concluderei che la messa cattolica c'entra poco.
Meglio!
Ma spero di non sbagliarmi ...
Anche Apocalisse parla di 3 anni e mezzo più volte come Daniele.
RispondiEliminagrazie Ezechiele, puoi indicarmi i passi?
RispondiEliminasta diventando un rebus!
Scusate, non ho una gran cultura di scritture ...
@tralcio ha detto "annovera nelle proprie file il maggior opinion-maker, anche oggi capace di dare dei "teatranti" a quelli che soffrono per la teologia".
RispondiEliminaInteressante la sua disamina, Tralcio. Vorrei capire però a chi si riferisce con la frase sopra citata. Chi ha definito "teatranti" quelli che soffrono per la teologia? Questa me la sono persa...