L’epurazione immediata di Palmaro e Gnocchi da Radio Maria, con la loro messa in stato d’accusa senza nominarli in un’omelia a Santa Marta, mi ha fatto risuonare il campanello d’allarme - quel campanello che è inserito nel cuore del vecchio anti-totalitario che sono stato, continuamente esposto a simili cacciate, demonizzazioni, censure e dannazione di memoria e testimone di infinite altre espulsioni di dissidenti. Azioni che di solito non vengono da chi ha come sola cura quella della verità
Ciò mi ha spinto a scrivere su Bergoglio, cosa che non volevo. Ho scritto forse troppo; sicuramente troppo diffidente – una diffidenza che personalmente non sento del tutto. Anch’io capisco che lui, il papa, ha profonde ragioni nel voler alleggerire e svecchiare una cultura che – per chi non ce l’ha – può essere d’ostacolo alle conversioni. Per credere non c’è da imparare il latino né assorbire Tomaso d’Aquino, non c’è obbligo di conoscere la storia del Sillabo e il motivo per cui la Chiesa è stata, fino al Concilio, quella che era: opposta al “mondo”. Capisco che San Paolo ha perfettamente ragione quando dichiara: “non mi sono presentato... con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso”.
Il punto, forse, è che il Concilio e ancor più il dopo-Concilio hanno già buttato via molto, messo da parte molto. E con che risultato? Quello che lei notava nell’altra lettera: preti senza formazione (il mancato latino e Tomaso c’entrano per qualcosa), confessori convinti che l’inferno non esiste, frati che guardano filmetti pecorecci, in Lombardia “nessun nuovo postulante” da anni, i “giovani che partecipano alle marce francescane che si dimezzano di anno in anno”, per non parlare delle degenerazioni e liquefazioni dei “movimenti”, che dividono l’universalità e l’unità della Chiesa – alla lunga – in modo più decisivo che le miti proteste di Palmaro e Gnocchi. Fra vent’anni, un fedele “normale” entrerà in una chiesa e non riconoscerà la messa, perché lì la celebrano rinnovatori dello Spirito; in un’altra, non troverà la messa domenicale perché di quella chiesa si sono impadroniti i neocatecumenali, che la celebrano il Sabato ebraico; ci saranno i riti ciellini e quelli pentecostali, riti lefevriani e sedevacantisti e messe di lefebvriani “ritornati”, una ostile all’altra, e irriconoscibile l’una ai fedeli dell’altra. Addio universalità.
(...) Forse basterebbe che il papa rispondesse a Palmaro e Gnocchi come ha risposto a Scalfaro, invece di bollarli con impazienza come farisei; che cercasse di capire l’esasperazione di questi cristiani, e li ascoltasse. Palmaro e Gnocchi hanno scritto libri addolorati sulle derive liturgiche e anche dogmatiche e pastorali; non ricevono mai ascolto dalle gerarchie. Questo non venire ascoltati può esasperare, specie quando poi si “ascolta” Scalfari. Secondo me, il papa – come chiunque altro – avrebbe da guadagnarci a leggere Palmaro. Anche, se mai, per contrastarlo, per correggerlo. Ecco, m’è parso che in questo sia mancata un poco la paternità del paterno Francesco.
(M. Blondet)
comunque intelligentissimo Blondet, diagnosi precisa,
RispondiEliminaanche in questa veste più moderata e meno incendiaria del solito:-)
Una delle più grandi porcate commesse da epurator. Gnocchi e Palmaro non scrissero alcunché di eterodosso, anzi. Loro furono, per così dire, i precursori dell'ultimo libro di Socci. Grande porcata oltre che per questo, perché Palmaro era già seriamente malato. E chi lo epuro lo sapeva.
RispondiEliminaMaurizio Blondet si dimostra ancora una volta uno dei migliori intellettuali cattolici "militanti". Dio ce lo conservi a lungo.
RispondiEliminae comunque
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/cronache/cappella-sistina-affittatta-concerto-volta-nella-storia-1060041.html
http://4.bp.blogspot.com/-D4NzfD9RMAw/UBhnr4PU0zI/AAAAAAAABj8/w_LX91jP0KE/s1600/Porsche-Girl.jpg
chissà forse papa Francesco le prossime settimane affitterà la Sistina per un concerto di Marilyn Manson.
Non si sa mai.
le "sorprese"....
Ho letto le impressionanti affermazioni di Marx (Presso. Conf. Tedesca) riportate al sole 24, per cui la dottrina può mutare perché la Chiesa comprende con il passare del tempo sempre meglio la Parola di Dio.
RispondiEliminaIn una parola il sovvertimento del Magistero e della Tradizione
Mettre sur le même plan, ou renvoyer dos à dos, comme le fait Blondet, “i riti ciellini e quelli pentecostali, riti lefebvriani e sedevacantisti”, à quoi s’ajoutent ceux des “neocatecumenali” (qu’est-ce que c’est que ce machin ?), n’est pas sérieux.
RispondiEliminaLes “riti lefebvriani” (sic) sont le rite de l’Église de toujours, inaltéré, jusqu’à la dévastation mise en œuvre et décrétée par Paul VI en 1969.
Bref, Blondet, qui a oublié la messe de son enfance, dit parfois n’importe quoi.
Purtroppo vero. Con Bergoglio è finita ogni possibilità di unità tra i cattolici.
RispondiEliminaMarx ... un nome ... una garanzia. Soprattutto il (catto)comunismo ce lo insegna.
RispondiEliminaConcordo con Raoul.
RispondiEliminaBlondet. di solito ben documentato, in questa circostanza è stato quanto meno impreciso e superficiale.
Intanto non esistono riti ciellini. Esiste una celebrazione neocatecumenale totalmente inquinata rispetto al NO, con invenzioni di un laico improvvisato liturgista, che non ha obbedito ai richiami di Benedetto XVI e continua a sviare anime, mentre ai FI è vietato dir la messa, quella vera ed è difficile trovare un vescovo che non la osteggi...
Quanto ai lefebvriani non hanno un loro rito, ma celebrano la Santa Messa col Messale di Giovanni XXIII del 1962, (che poi praticamente lo stesso di Pio V, che poi ha semplicemente universalizzato il Rito romano di generazioni di credenti) lo stesso sdoganato dal Summorum Pontificum.
I (noiosissimi) riti inventati dai ciellini e le liturgie neopagane dei neocat non possono essere messi sullo stesso piano dei "riti lefevriani", come Blondet chiama la Messa che ha accompagnato la vita della Chiesa, con un armonico sviluppo, dall'epoca apostolica al messale del Bugnini.
RispondiEliminaHo spesso l' impressione che Blondet scriva i suoi articoli e risposte ai lettori di getto, e non rilegga quel che scrive, così non accorgendosi di errori di battitura, qualche sgrammaticatura, e frasi ad effetto buttate qua e la'. Inoltre la sua malattia e il modo con cui la cura possono offuscarne la lucidità e minarne la serenità ed obiettività di giudizio.
RispondiEliminaRr
«Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Lo afferma il punto 55 dellaRelatio Synodi , il documento finale approvato dal sinodo dei vescovi, che risulta emendato in molti punti rispetto al documento di metà lavori.
RispondiEliminaGli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza», afferma il documento. I Padri sinodali hanno espresso 62 «non placet» sulla «attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale».
SINODO DEI VESCOVI
Questo è quanto emerge dalla relazione finale di diciotto pagine. In particolare, il capitolo 55, quello sulle unioni gay , ha incassato il maggiore numero di “no”. I «placet» cioè i sì sono stati 118. La Relatio Synodi è stata votata questa sera.
Divorziati e risposati
Sono stati 74 i «no» espressi dai Padri sinodali a proposito della questione che riguarda la comunione per i divorziati risposati. Ecco il testo del capoverso 52 approvato a maggioranza semplice (104 favorevoli e 74 contrari): «Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sinodo-sconfitta-papa-vescovi-conservatori-bocciano-aperture-86770.htm
(dal discorso finale del papa)
RispondiElimina«La Chiesa è chiamata e si impegna ad esercitare questo tipo di autorità che è servizio, e la esercita non a titolo proprio, ma nel nome di Gesù Cristo ... attraverso i Pastori della Chiesa, infatti, Cristo pasce il suo gregge: è Lui che lo guida, lo protegge, lo corregge, perché lo ama profondamente. Ma il Signore Gesù, Pastore supremo delle nostre anime, ha voluto che il Collegio Apostolico, oggi i Vescovi, in comunione con il Successore di Pietro ... partecipassero a questa sua missione di prendersi cura del Popolo di Dio, di essere educatori nella fede, orientando, animando e sostenendo la comunità cristiana, o, come dice il Concilio, "curando, soprattutto che i singoli fedeli siano guidati nello Spirito Santo a vivere secondo il Vangelo la loro propria vocazione, a praticare una carità sincera ed operosa e ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati"(Presbyterorum Ordinis, 6) ... è attraverso di noi - continua Papa Benedetto - che il Signore raggiunge le anime, le istruisce, le custodisce, le guida.
[....]
"....Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie.
Un anno per lavorare sulla "Relatio synodi" che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze episcopali come "Lineamenta".
Il Signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del Suo nome con l'intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!"
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/10/18/0771/03046.html
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(Un anno per lavorare sulla "Relatio synodi"....
lavorare a quale finalità "pastorale" qui non ben identificata? ho terrore a pensarci....)
Mic, hai ragione nel dettaglio. E visto l'argomento incandescente è bene specificare.
RispondiEliminaBl. Non si è espresso con finezza (del resto lui frequentava la Messa NO e basta, scriveva tempo fa), e la precisione liturgica non è di sicuro il forte di Blondet.
Mi sembra che nel testo intendesse riferirsi a una babele di riti specchio di tendenze molteplici, visto che manca una guida seria, più che altro...come che coesistessero molte verità divergenti, cosa che non può essere la verità.
Poi certo, il rito neocatecumenale per carità non si capisce che sia,
Cl va bè....
ma nel marasma i lefebvriani non è che hanno un "loro" rito, ma la Messa di sempre.
Non mi stupisco però, ci sono molti sacerdoti che NON sanno nemmeno cosa sia il Summorum Pontificum, -non è che non ne hanno solo raccolto l'invito, proprio non sanno cosa sia- nè sanno che la Messa VO non sia mai stata abolita.
Da Checco l'eretico
RispondiEliminaTu che dalla Sistina
uscisti eletto al Soglio,
tu che con qualche broglio
eletto fosti un dì:
ora in quella Cappella
a suon di milionate
il ricco ed il magnate
inviti a banchettar.
Oggi tu metti all'asta
San Pietro e il Vaticano:
tutto quel ch'è cristiano
saputo hai demolir;
è ver: tu sembri un oste
nel verbo e nel sembiante,
e muti in ristorante
la casa del Signor.
http://opportuneimportune.blogspot.gr/2014/10/poesia.html
Uhm, Uhm, Uhm. Non è il solito Blondet. Non vorrei fosse arrivato qualche pizzino ....
RispondiEliminacapisco che dagospia voglia vedere le cose con ottimismo ma:
RispondiElimina1)come fa a sostenere che c'è sta una sconfitta del papa quando, mentre è vero che la proposta di approfondire la questione della comunione ai divorziati risposati non ha taggiunto i 2/3 dei voti, ha incredibilmente ottenuto la maggioranza dei voti a favore?
Non si diceva qui e altrove che la maggioranza dei padri sinodali era contraria? Evidentemente non è vero.
2) E' stata inserita nella relatio finale su cui le chiese locali lavoreranno
Ci aspettano iempi duri
Maria Teresa
@ Josh :
RispondiEliminanon credere di aver detto una baggianata, già da molto tempo centinaia, se non migliaia, di chiese sono chiuse al culto, e addiritura vendute (vedi monasteri e conventi venduti a privati con annesse chiese anche basilicali - e non solo cappelle -) molte chiuse al culto, vengono aperte per convegni, per concerti o per musei; ormai per il culto sono pochissime e soprattutto quelle delle borgate o periferie delle città, simili a discoteche (e le musiche infatti sono simili a quelle da discoteche, e le celebrazioni che fanno sembrano film di fellini).
Le antiche Chiese dei centri delle grandi e piccole città, o sono chiuse o sono donate agli ortodossi (sapessi quante ne ho viste date agli ortodossi).
Ma mai una Chiesa, non donata, magari prestata a ore per i fedeli tradizionanali per celebrare la Messa di sempre.
Bergoglio! Bergoglio!, la Chiesa Cristo ce l'ha data Cattolica, cioé universale, ma tu vedi un'altra universalità diversa da Cristo. Anche Stalin ha usato certi metodi, oggi la storia lo ricorda per ciò che ha fatto.
caro Bernardino...sul mio 1mo intervento....conosco un po' Blondet e per quanto acuto su certe situazioni magari su scala globale, non è certo preciso teologo.
RispondiEliminaIn quella parte del testo penso volesse dipingere l'idea di un credente o qualcuno in ricerca, un po' inesperto,
che ritorna in chiesa e si trova sballottato qua e là tra le varie tendenze (teologiche, formali) scatenate presenti nella Chiesa attuale, e in mancanza di ripareggiamento di verità, dando per scontata l'infallibilità di Madre Chiesa,
si perdesse invece tra neoterismi, forme e sostanze divergenti, non sapendo come riaccostarsi alla Verità, e a "quale" verità....
al di là della sua descrizione imprecisa, il fatto in sè è triste e colpevole.
Ma per ora sempre meglio questo,
che non che scompaia ogni traccia di Tradizione...
vero della sorte 'mondana' di chiese e conventi, anche di quelle funzionanti. Anche dalle mie parti di S. Messe di sempre ce ne sono sempre meno, ma si trova spazio per tante altre iniziative.
L'altro fatto inquietante con la Porsche in Sistina è che pare ci sarà anche un buffet o una cena, mi fa venire in mente le abbuffate nei film di Marco Ferreri o Bunuel, dissacranti al massimo.
da "la grande abbuffata" ferreri (73)
RispondiEliminahttp://cucinatuttacronaca.files.wordpress.com/2013/04/la-grande-abbuffata.jpg
notare il dolce
Sulla' affaire Sistina, vedasi Colafemmina.
RispondiEliminaRR
Siamo arrivati nei giorni in cui quelli che non possano dire la parola « eretico » o « eresie » andranno in compagnia nel ovile della chiesa del Anticristo...
RispondiEliminaRomano
Sto seguendo il rito della beatificazione di Paolo VI trasmesso alla televisione,un senso di profonda angoscia mi ha accompagnato durante tutta la celebrazione, oggi si è celebrata l'eresia nella chiesa, beatificando colui che ha avviato la rovina della chiesa , i frutti si si son visti con il sinodo sulla famiglia. Ho costantemente invocato l'arcangelo S. Michele, questo è l'inizio della fine.
RispondiEliminaOggi speravo di vedere Benedetto XVI meno sorridente, mi sono illuso aspettando una sua reazione a quello che sta avvenendo nella chiesa, ma...sono rimasto deluso.
Ho grandissima stima di Blondet come cronista e analista politico.
RispondiEliminaSulle cose di chiesa l'ho spesso trovato meno convincente.
Vabbè, a ognuno il suo mestiere.
Certo che bisogna essere proprio frettolosi nel leggere, se si confonde la "percezione" di qualcosa con la sua "essenza"...
RispondiEliminaIl termine "riti lefebvriani" va inteso appunto come "l'impressione" del comune fedele che entra in chiesa. Lì ci sono i rinnovatori dello Spirito con i loro "riti", là ci sono i focolarini con il loro "riti", qui ci sono i lefebvriani con i loro "riti"... Capite? Blondet stava parlando della "percezione".
Altro che scivolone di Blondet: è invece uno scivolone di chi è abituato a leggere solo slogan, e perciò quando sente nominare i "riti lefebvriani" subito si straccia le vesti senza minimamente sforzarsi di capire il contesto (la "percezione", non "l'essenza").
Maurizio Blondet, impeccabilmente cattolico, e' di sensibilità tradizionale, ma non è "tecnicamente" un tradizionalista. Possiamo perdonare qualche sua imprecisione liturgica, visti i suoi molti meriti...
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