Breve notazione sull'articolo di Socci, apparso oggi su suo Sito [qui]. Mi limito ad un discorso generico ed essenziale, non potendo ignorare che egli abbraccia un tipo di approccio solo parziale - nel senso che non prende in considerazione tutti gli elementi in campo - alla realtà ecclesiale del nostro tempo. La sua analisi contrappone nettamente Paolo VI a Bergoglio, così come nel suo Non è Francesco, che ho apprezzato su diversi punti al pari di altri suoi testi, gli contrappone Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. In questo articolo qualifica i due papi come ''opposti' e ne indica i motivi. Non mi soffermo sull'intero testo, ma è già sufficiente quotare quest'affermazione:
Paolo VI intuì che c’erano lobby e ideologie, interne ed esterne al mondo cattolico, che volevano “usare” il Concilio per scardinare la Chiesa. E prima impedì colpi di mano rovinosi al Concilio (anche con la famosa “Nota explicativa Praevia”). Poi denunciò, sempre più drammaticamente quelle correnti cattoprogressiste che puntavano all’“autodemolizione” della Chiesa.
Socci esalta Paolo VI (anche noi riconosciamo l'indubbio valore dell'humanae vitae), ma elude gli elementi di rottura con la tradizione da molti studiosi evidenziati e parte col dare alla nota praevia alla Lumen gentium [qui] una valutazione al cento per cento positiva. Ricordiamo che essa dovette sventare l'attentato alla potestà suprema del pontefice, affermando che tale potestà è nel collegio dei vescovi unito al loro Capo, ma che il Capo può esercitarla indipendentemente dal Collegio, mentre il Collegio non può indipendentemente dal Capo. Nota che fu redatta, se non ricordo male su indicazione del card. Ottaviani, nell'intento di correggere le incongruenze che erano state prontamente rilevate e che è stata regolarmente ignorata e dunque disattesa. Tant'è che la potestà di cui si parla risulta attentata da ripetuti atti ed eventi più volte esaminati [qui].
Inoltre, con Romano Amerio, non possiamo non considerare che:
"... sembra inesplicabile che nell’atto medesimo in cui promulga un documento dottrinale, il Concilio, dopo tante consultazioni, emendamenti, cribrazioni, accoglimenti e reiezioni di modi, emani un documento così imperfetto da dovervi accompagnare una chiosa esplicativa. Infine una curiosa singolarità di questa Nota praevia: si dovrebbe leggere prima della Costituzione a cui è allegata e viceversa si legge stampata dopo di essa."1
Sul fatto della ostpolitik, poi, non è severo come invece altri, anzi dà una sua valutazione...
Insomma, Socci afferma che Bergoglio rappresenta invece la bandiera e il simbolo attuale di quel cattoprogressismo che negli anni Sessanta portò la Chiesa – per dirla con Paolo VI – in un tempo di “nuvole, tempesta e buio” (basti pensare alle decine di migliaia di religiosi che abbandonarono l’abito).
come se Bergoglio fosse un unicum spuntato a prescindere dal concilio e sue conseguenze e senza tenere in alcun conto gli 'scostamenti' dalla tradizione "diversamente presenti", ma purtroppo comuni a tutti i papi post conciliari che lo hanno preceduto.
Certo lui è un mix esplosivo di gesuitismo, sessantotto, periferie e TdL, che con l'universalità "romana" fanno letteralmente a pugni, ma non spunta così inopinatamente.
Che poi possa sempre intervenire la grazia di stato è un altro discorso. Questa potrebbe operare un miracolo nel senso prefigurato da alcuni tratti del discorso conclusivo del sinodo [qui] che, tolti i soliti passaggi tranchant sulle "categorie" che Bergoglio ama evidenziare e differenziare - in questa occasione messe sotto la voce "tentazioni" - riporta passaggi che, sembrano vergati da una "mano sapiente" capace di sanare la spaccatura determinatasi.
Tra l'altro, al solito, dipende a quali soggetti attribuisce quelle "tentazioni", che sono da analizzare perché rivelative dei suoi "pallini"... ma sulle quali è sempre necessario interrogarsi e dalle quali guardarsi con l'aiuto della grazia.
Inoltre resterebbe da chiarire se coraggio e parresìa il papa li attribuisce a Kasper & C., Forte compreso, oppure agli schieramenti contrapposti indiscriminatamente, per poi comporre il tutto in una sua sintesi veritativa. Questo dovrebbe essere e questo dovrebbe fare. Gli atti posti in essere fino ad oggi sembrerebbero esprimere il contrario. c'è chi gli attribuisce una fiducia assoluta nonostante le avvisaglie avute fino ad oggi. Che dire? Vedremo...
Ma se rimaniamo realisti questa fiducia assoluta può apparire una chimera (anche la profanazione della Sistina docet...).
Che poi possa sempre intervenire la grazia di stato è un altro discorso. Questa potrebbe operare un miracolo nel senso prefigurato da alcuni tratti del discorso conclusivo del sinodo [qui] che, tolti i soliti passaggi tranchant sulle "categorie" che Bergoglio ama evidenziare e differenziare - in questa occasione messe sotto la voce "tentazioni" - riporta passaggi che, sembrano vergati da una "mano sapiente" capace di sanare la spaccatura determinatasi.
Tra l'altro, al solito, dipende a quali soggetti attribuisce quelle "tentazioni", che sono da analizzare perché rivelative dei suoi "pallini"... ma sulle quali è sempre necessario interrogarsi e dalle quali guardarsi con l'aiuto della grazia.
Inoltre resterebbe da chiarire se coraggio e parresìa il papa li attribuisce a Kasper & C., Forte compreso, oppure agli schieramenti contrapposti indiscriminatamente, per poi comporre il tutto in una sua sintesi veritativa. Questo dovrebbe essere e questo dovrebbe fare. Gli atti posti in essere fino ad oggi sembrerebbero esprimere il contrario. c'è chi gli attribuisce una fiducia assoluta nonostante le avvisaglie avute fino ad oggi. Che dire? Vedremo...
Ma se rimaniamo realisti questa fiducia assoluta può apparire una chimera (anche la profanazione della Sistina docet...).
Il discorso è lungo e complesso. Ci vorrebbero volumi. Ma intanto partiamo dall'essenziale appena sopra tratteggiato.
Maria Guarini
_________________________
1. Romano Amerio, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ed. Lindau, Torino 2009, pag.94
Maria Guarini
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1. Romano Amerio, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ed. Lindau, Torino 2009, pag.94
Il sinodo tira le somme. E Francesco dice che cosa non gli è piaciuto
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
quest'uomo non è mai comprensibile.. dice sempre tutto ed il suo contrario, usa volutamente formule vaghe...
non si capisce MAI quale sia il suo reale pensiero.
I fedeli hanno bisogno di chiarezza|!
L'articolo di Socci potrà essere commentato individuandone le debolezze, ma preferirei rilanciarne due granitiche conclusioni:
RispondiEliminaLA PRIMA
“la Chiesa è di Cristo” e “il Papa non è il signore supremo, ma piuttosto il supremo servitore… il garante dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale”.
Se ne ricordi chi chiederà "ubbidienza al Papa" (e intanto meno male che l'attuale "vescovo di Roma" inizia a fare il Papa, speriamo non solo per esercitare un potere "temporale", tra strali, fulmini e "firing").
LA SECONDA
Forse la verità è che ci ha provato e (per ora) non c’è riuscito. Alla fine c’è un solo risultato certo: la spaccatura della Chiesa e una gran confusione sul suo magistero.
Purtroppo questo è il risultato "certo". L'incertezza è che "ci riprovi".
Ma la certezza è che il Signore è presente. Non è il vangelo che va letto alla luce della storia, ma la storia che va letta alla luce del vangelo. Il vangelo è novità ed è sempre segno dei tempi. Il resto è vanità, come lo storicismo razionalista e relativista che vorrebbe rimescolare le carte...
Lo scrittore che sperava contro ogni speranza. L’aldilà di Antonio Socci: un’intervista
RispondiEliminahttp://www.papalepapale.com/develop/lo-scrittore-che-sperava-contro-ogni-speranza-laldila-di-antonio-socci-unintervista/
Quando Paolo VI e' morto avevo ventuno anni. Ricordo benissimo la seconda parte del suo pontificato, il suo aspetto sempre sofferente, afflitto. La storiografia italiota ha voluto collegare questo suo evidente malessere alla morte di Moro sebbene si trattasse di una situazione che andava avanti da anni. Non per nulla molti, per deriderlo, lo chiamavano "Paolo Mesto". Personalmente credo che si fosse reso conto del danno che era stato fatto con il CVII ma che non abbia avuto il coraggio, la forza (l'autorita'???) necessari per fare marcia indietro.
RispondiEliminaBergoglio e' diverso. Nella crisi postconciliare ci sguazza. Questa e' la sua chiesa, la chiesa della tenerezza, del chi sono io per, dell'annacquamento della dottrina. D'altronde, a differenza di Montini, Bergoglio si e' formato dopo il concilio..
Se ho capito qualcosa, Bergoglio ha fatto un passo indietro quando ha visto il pericolo di scisma, ma il suo discorso conclusivo finisce con una chiara minaccia:
RispondiEliminapur essendo - per volontà di Cristo stesso - il "Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli" (Can. 749) e pur godendo "della potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa" (cf. Cann. 331-334).
Strane parole in bocca a un si umile e collegiale vescovo di Roma dinanzi ai suoi fratelli nell'episcopato.
La vendetta sta per cominciare.
Su Paolo VI non concordo con Socci. Dimenticando l'anatema di S.Pio V, credo che la cosa migliore che si possa dire di Paolo VI è che sia stato un Papa sotto ricatto. Su Bergoglio invece concordo: non è Papa e non è sotto ricatto. E' in combutta, da sempre, con i ricattatori d'allora.
RispondiEliminaSu Paolo VI circolano leggende di dubbio fondamento, come quella che lo vuole ingannato da Bugnini durante la riforma liturgica, o in lacrime alla notizia che certe modifiche erano state introdotte (come se non potesse annullare riforme che non condivideva e che stava a lui in ultima istanza approvare...). Sulla Nota Praevia, è vero, intervenne, ma se fosse passato il testo senza quell'aggiunta lui si sarebbe ritrovato a contare un po' meno di una guardia svizzera. Insomma, smussò le uscite più estremiste ma sul resto lasciò abbondantemente correre, preparando la situazione in cui ci si trova oggi.
RispondiEliminaE finalmente qualcuno dal fronte progressista ammette la sconfitta
RispondiEliminahttp://rorate-caeli.blogspot.com/2014/10/for-francis-resounding-defeat.html
"Questa è la Chiesa, la nostra madre! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare"
RispondiEliminaTratto dal discorso conclusivo del sinodo. Cosa può significare? Una forma inedita di infallibilità?
Marius
Un nuovo sito CATTOLICO: si chiama Adelante lafe, e' in spagnolo e fra i collaboratori annovera il professor De Mattei e l'ex Vescovo di Ciudad del Este. Emozionante e commovente un articolo sulla Messa di Sempre dal titolo El gran silencio
RispondiEliminahttp://www.adelantelafe.com
Lo scrittore che sperava contro ogni speranza. L’aldilà di Antonio Socci: un’intervista
RispondiEliminaConoscevo questo articolo. Come conosco e apprezzo i libri di Socci, ottimo giornalista scrittore e credente.
Il fatto di non aver la stessa sensibilità sulle questioni approfondite dal versante tradizionale, che danno il quadro completo della crisi in atto, non toglie nulla alla sua competenza ed all'onestà intellettuale che ha dimostrato fino ad oggi.
Non so se sia vero. Scrivono i compagni del'Huffington Post
RispondiEliminaLa spaccatura nella Chiesa c'è ed è forte, come è emerso anche oggi da un piccolo - ma tutt'altro che insignificante - episodio. Al termine della concelebrazione Papa Francesco ha ricevuto l'abbraccio da tutti i cardinali concelebranti, ma non sono andati a salutarlo Muller e Burke, che più di tutti si sono esposti in questi giorni contro le aperture del Sinodo straordinario sulla famiglia.
I cardinali che hanno vestito i paramenti non erano solo da quelli che hanno partecipato al Sinodo ma anche molti giunti per la beatificazione di Paolo VI e per il Concistoro sul Medio Oriente, questo spiega la presenza di diversi porporati italiani oltre al presidente della Cei Bagnasco, di Caffarra e Scola (che hanno partecipato all'assise): Betori, Bassetti, Romeo, Tettamanzi, Poletto, De Giorgi. Bertone è stato tra gli ultimi ad abbracciare Francesco. Ruini era presente al rito ma non ha concelebrato né alla fine si è avvicinato al Papa.
Circa il discorso di ieri a conclusione del sinodo. Si vede lontano un miglio che il discorso non e' stato redatto da lui da ma altri. Comunque al di la ed al di sopra del redattore, e' un discorso quasi serio poiché, tranne le categorie bergogliane, e' un discorso da Papa e non da vdr.
RispondiEliminaNon ho potuto leggere l'articolo di Socci di oggi su Libero.
Comunque l'Ost politik rappresenta la politica della svendita. Vedasi l'intervista del cardinale gesuita Jan K. Korec data al giornale i tempi non sospetti, cioè il 18 luglio 2000. Inoltre conservo alcune lettere di mons. Luigi Bongianino che fu compagno di missioni diplomatiche di Casaroli fra il 1963 e il 1967. Egli esprimeva a distanza di anni, eravamo negli anni 2001 e 2002, un giudizio totalmente negativo sulla Ost politik di Paolo VI è di Giovanni XXIII poiché fu quest'ultimo ad iniziarla. Ego homo casaroliensis non sum, disse il card. Wyszynski al sinodo del 1977, ed io con lui sottoscrivo. Ancora un decennio di Ost politik vaticana ed il cristianesimo sarebbe definitivamente scomparso nell'est Europa. Grazie anche, appunto, all'inconcludente Ost politik vaticana che non produsse alcun risultato favorevole per i cattolici e per gli ortodossi. Ed infine, ricordiamocelo bene, il beato Paolo VI diede l'autorizzazione a che i vescovi ungheresi GIURASSERo o fedeltà all'Ungheria di Kadar. Amen.
@ RIC: Bergolgio si è formato dopo,il concilio.
RispondiEliminaSi è formato? Io avrei molti dubbi. Dubito che abbia ricevuto una qualsiasi formazione teologica. E credo che lo si veda ictu oculi.
La traduzione di un IMPORTANTE articolo tratto da Rorate caeli:
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.it/2014/10/povera-chiesa-cattolica.html
Comunque, per quel ultimo documento uscito dal sinodo dobbiamo tutti ringraziare Dio che ci ha donato cardinali come Burke e Pell.
RispondiEliminaE certamente ringraziamo anche loro che sono stati veramente coraggiosi.
La sceneggiata kasperiana del vescovo dunque Papa non tiene più. Il fatto che Bergoglio non sia canonicamente Papa, è ampiamente superato dal fatto che molti cardinali e finalmente molti fedeli non lo percepiscono più come tale. Ora e solo ora, disperatamente, invoca, per usarlo con violenza, il munus petrino che ha volutamente distrutto. Ma il popolo cristiano non obbedirà a pizzini divorzisti, sodomitisti e galantinianamente tollerabortisti.
RispondiEliminaIctu oculi mi piace assai.
RispondiEliminaMuller e Burke non l' hanno abbracciato ? Capperi, che schiena dritta.
E BXVI, che ha fatto ?
Ah, anche i progressisti sono andati da lui achiedere aiuto. Che faccia tosta !
Rr
Il fatto che Bergoglio non sia canonicamente Papa, è ampiamente superato dal fatto che molti cardinali e finalmente molti fedeli non lo percepiscono più come tale.
RispondiEliminaChe non sia canonicamente papa è tutto da dimostrare.
E' certo che chi è fedele e applica l'uso di ragione, se non come un papa indecifrabile, lo percepisce come un cattivo papa.