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martedì 21 ottobre 2014

Il suicidio dei buoni, ossia, la falsa obbedienza che demolisce la Fede

Riprendo da Campari&deMaistre [qui].

Nel II secolo a.C. un sacerdote, di nome Mattatia (in ebraico «dono di Dio»), alla vista dell’apostasia generale del popolo d’Israele, dal Sommo Sacerdote all’ultimo israelita, pianse su Gerusalemme, stracciandosi le vesti per la corruzione, l’idolatria e il tradimento perpetrato da tutto il popolo contro la fede dei padri.
Vennero, dunque, a chiamarlo i messaggeri del re Antioco Epìfane, per convincerlo ad accettare i “nuovi” riti, di sottomettersi, per obbedienza, alla pratica del nuovo culto. “Ma Mattatia rispose a gran voce: «Anche se tutti i popoli nei domini del re lo ascolteranno e ognuno si staccherà dal culto dei suoi padri e vorranno tutti aderire alle sue richieste, io, i miei figli e i miei fratelli cammineremo nell'alleanza dei nostri padri; ci guardi il Signore dall'abbandonare la legge e le tradizioni; non ascolteremo gli ordini del re per deviare dalla nostra religione a destra o a sinistra”. (1Mac 2, 19-22).
A ben vedere, questo brano del primo libro dei Maccabei, riporta delle forti analogie con gli avvenimenti dei nostri tempi.

Quello che è successo ai Frati Francescani dell’Immacolata, per esempio, è semplicemente sconcertante e doloroso, e tuttavia è ancora più sconvolgente la loro risposta a questa ingiusta oppressione: hanno deposto le armi, hanno scelto la non belligeranza. L’atteggiamento che hanno sposato è quello di obbedire all’ingiustizia e contemporaneamente affidarsi ciecamente all’Immacolata la quale, a dir loro, li libererà, prima o poi, da questa persecuzione. Premesso che la devozione e la fiducia sconfinata nella Santa Madre di Dio è santissima nonché doverosa per ogni battezzato, tuttavia la Madonna non ci priva del nostro intelletto, né la devozione a Lei ci esime dal resistere alle ingiustizie e di rimboccarci le maniche dinanzi all’errore e al sopruso: basti guardare l’esempio militante di San Massimiliano Kolbe (sic!). In parole povere, “bisogna dar battaglia perché Dio conceda vittoria!” (Santa Giovanna d’Arco).

L’immobilismo apparentemente pio ed eroico in cui i Francescani dell’Immacolata si sono rinchiusi sembra essere più un cieco fideismo che mal si concilia con la “Vera” e santa obbedienza cattolica. I frati vorrebbero cioè rimanere fedeli all’autorità, che li ha privati della Santa Messa di sempre, pur riconoscendo la palese ingiustizia di tale comando. Ma l’obbedienza, per definizione, non consiste nell’accettare controvoglia, con critiche, con mormorazioni e giudizi un decreto dell’autorità, bensì, per essere vera obbedienza, deve tendere alla conformazione della volontà del sottoposto con quella del suo superiore. Ossia, il religioso deve pensare come il superiore o almeno tendere alla totale identità di volontà (cfr. Summ. Theol.). Ora, posto che i frati perseguitati si considerano appunto “perseguitati”, si deduce che essi non accettano (moralmente) il provvedimento della Suprema autorità contro di essi, riconoscendone la palese ingiustizia, eppure l’accettano sul piano pratico. Bè cari frati, se credete così di assolvere al precetto dell’obbedienza, vi sbagliate di grosso. Questa non è l’obbedienza cattolica, è falsa obbedienza. Dunque, se volessimo essere veramente puristi e vestire i panni dell’avvocato del Diavolo, dovremmo richiamarvi ad una più piena obbedienza, ad una più piena “comunione”, ad un vero “sentire cum Ecclesia”. Ma se i frati chinano il capo dinanzi a tale provvedimento, ne riconoscono la giustezza, dunque perdono ogni diritto di lamentarsi, e di compatirsi, leccandosi le ferite che hanno voluto autoinfliggersi. Inoltre, sembra che i nostri frati si dimentichino che fu lo stesso Papa Benedetto XVI a smascherare la totale falsità di questa prospettiva, dichiarando che l’antica Messa non “è mai stata abrogata” e che il suo uso da parte di qualsiasi sacerdote all’interno della Chiesa “è stato sempre permesso”, non potendo, neppure il Papa, in alcun modo eliminarla o abrogarla, né, tantomeno, sostituirla (cfr. CCC n. 1125). Infatti è stato proprio a causa di un falso principio di obbedienza all’autorità ecclesiastica che la sovversione della Fede Cattolica è stata così rapida e diffusa. Fu proprio lo stesso Papa Benedetto, quando era ancora il Cardinal Ratzinger, a confutare questa erronea teoria: “Il Papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione, e perciò il primo garante dell’obbedienza… Per cui, per quanto concerne la Liturgia, ha il compito di un giardiniere, e non quello di un tecnico che costruisce nuove macchine e butta quelle vecchie”[2]. Dobbiamo dare atto a S.S. Benedetto XVI del valido e coraggioso tentativo di ritorno sui binari della Tradizione e, contemporaneamente, dobbiamo tenere conto della violenta e tempestiva offensiva che i suoi oppositori hanno riversato su di lui, tanto da costringerlo alla rinuncia papale.

Ciò che è vero per il Papa – ovvero che il suo potere e la sua autorità sono limitate dall’obbedienza alla Fede – è ancor più vero per tutti i suoi sottoposti. Eppure tra le fila di questi ultimi, in quest’epoca post-conciliare, l’obbedienza alla Fede è stata largamente rimpiazzata dall’obbedienza all’autorità gerarchica, a loro uso e consumo. Il positivismo (la mia volontà è legge) ed il nominalismo (ciò che voglio è giusto perché lo voglio io) hanno invaso la Chiesa, facendo in modo che gli abusi della gerarchia venissero coperti in virtù dell’obbedienza, che ormai sembra essere diventata l’unica e sola virtù su cui insistono le autorità ecclesiastiche”[3]. “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”(5,29), e facilmente si obbietterà che Dio parla per mezzo del Papa, di un Concilio o della gerarchia, eppure bisogna ricordare anche che Dio non può comandare cose contraddittorie, Dio non “evolve”, Egli è Immutabile per essenza. “Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile”(Is  45,23), con buona pace del card. Kasper e del sua fanta-teologia schellinghiana. Dio non dice un giorno di credere in una cosa e il giorno dopo di non crederla più: Dio non cambia, rimane stabile per sempre, e con Lui coloro che rimangono fedeli alla dottrina immutabile: “Veritas Domini manet in aeternum”(Esdr 3,12). Non solo, per quanto riguarda la Fede, che è il presupposto della Speranza e della Carità, l’Apostolo dice: “se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele perché non può rinnegare se stesso”(2Tm 2,12-13). Dio cioè non può contraddirsi, non può rinnegare ciò che ha già dichiarato.
Ma riprendiamo per un secondo il passaggio del libro dei Maccabei: “Si avvicinò un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull'altare in Modin secondo il decreto del re. Ciò vedendo Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere ed egli ribollì di giusto sdegno. Fattosi avanti di corsa, lo uccise sull'altare; uccise nel medesimo tempo il messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e distrusse l'altare. Egli agiva per zelo verso la legge come aveva fatto Pincas con Zambri figlio di Salom. La voce di Mattatia tuonò nella città: «Chiunque ha zelo per la legge e vuol difendere l'alleanza mi segua!». Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto avevano”(1Mac2,23-28).
Torniamo, per concludere, ai Maccabei. In seguito alla persecuzione, “molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero per dimorare nel deserto con i loro figli, le loro mogli e i greggi, perché si erano addensati i mali sopra di essi”(29-30). Ora, i mali addensatisi sopra i Francescani dell’Immacolata perché ricercavano sinceramente la giustizia sono innegabili, e molti di loro sono attualmente “nascosti” e braccati come lepri dal cacciatore. E tuttavia, qui non si lotta contro gli uomini ma contro le potenze infernali, le quali non si fermeranno finché non avranno annientato coloro che gli si oppongono. Ma quale fu la reazione dei “fedeli” d’Israele dinanzi alla battaglia? «Non usciremo, né seguiremo gli ordini del re, profanando il giorno del sabato[…]Moriamo tutti nella nostra innocenza. Testimoniano per noi il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente» (34,37). Apparentemente sembrerebbe una morte eroica e santa, giustificata dalla loro “obbedienza” legalistica al giorno di sabato nel quale era proibito combattere ed uccidere. Eppure, all’udire la fine di questi “pii” giudei, Mattatia dichiarò: «Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra». Presero in quel giorno questa decisione: “«Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli» (40-41). Dunque, alla luce di tali riflessioni, voglio concludere con una santa esortazione, con una chiamata alle armi (spirituali).

Frati Francescani dell’Immacolata e voi tutti sacerdoti timidi, (comprensibilmente) impauriti: combattete la buona battaglia, difendete con fortezza la Santa Messa, quella tramandataci dalla Sacra Tradizione, quella dei Santi, quella immutabile, quella che è perseguitata, quella che è stata messa al bando, quella che il Maligno non sopporta. A tal proposito, è opportuno chiedersi seriamente: se la Messa moderna è “sostanzialmente” uguale all’antica, se la grazia è la stessa, perché il Maligno la tollera? Perché non la perseguita? Perché non gli dà fastidio? Pertanto, sacerdoti e religiosi tutti, amanti della Tradizione e perciò stesso amanti della Chiesa, e ancor più amanti di Cristo: unitevi insieme, alzatevi a difesa dell’unico Vero Innocente, dell’Unica Vera Vittima, dell’Unico Vero Perseguitato, Gesù Cristo Signore Nostro! Mi rivolgo qui anche a quei vescovi e cardinali che sotto Ratzinger si dimostrarono coraggiosi e che ora si sono un po’ “contratti”, ora che, invece, ce n’è più bisogno. Non siate quei cani muti, di cui parla Isaia, ma siate, al contrario, pastori che difendono il gregge. “Salire contro è contrastare i poteri di questo mondo con libera parola in difesa del gregge; e stare saldi in combattimento nel giorno del Signore, è resistere per amore della giustizia agli attacchi dei malvagi. Infatti, che cos’è di diverso, per un Pastore, l’avere temuto di dire la verità dall’avere offerto le spalle col proprio silenzio?” (San Gregorio Magno, La Regola pastorale).

A tal proposito c’è una nota storiella popolare molto istruttiva, che narra di un uomo molto fervente che stava affogando nel mezzo di un lago. Costui implorava la Divina Provvidenza che lo salvasse e lo liberasse dalla morte: confidava fermamente che Dio lo avrebbe salvato. Passò, dunque, una barca che gli tese un remo, ma lui rispose: “no grazie, aspetto che Dio mi salvi” e, intanto, annaspava e sperava…passò dunque una seconda barchetta che, allo stesso modo, si offrì di portarlo in salvo, ma egli replicò: “no grazie, sono sicuro che verrà Dio a salvarmi” e, intanto, beveva acqua e continuava a confidare…passò infine una terza scialuppa di salvataggio ma egli: “mi salverà Dio, ne sono certo”. Alla fine, l’uomo fidente, morì affogato. Quando si trovò al cospetto di Dio chiese indispettito: “perché non sei venuto a salvarmi?” e l’Onnipotente rispose: “ma come? Sono passato tre volte e mi hai rifiutato!”. Morale della favola, bisogna rimboccarsi le maniche, e combattere la battaglia del nostro tempo, e non ritirare i remi in barca nascondendoci dietro un’apparente “pia” obbedienza. Prima di tutto, dice San Tommaso: “la Carità è una virtù più grande dell’obbedienza”[1].

Quello appena visto è l’esempio di obbedienza che non pochi santi si sono trovati a dover opporre a decreti ingiusti provenienti, non di rado, anche dalla Suprema Autorità ecclesiastica (San Paolo, Sant’Ambrogio, Sant’Ilario, Sant’Atanasio, San Massimo, Santa Caterina, Santa Brigida ecc…). “Poiché tutta l’autorità proviene da Dio, noi obbediamo agli uomini solo e unicamente perché la loro autorità si basa in ultima analisi su quella del Signore. Questa obbedienza, laddove non vada contro la legge di Dio, è in realtà un atto di giustizia, un dare agli altri, e a Dio in primo luogo, ciò che è dovuto. Ma il Signore non dà a nessun uomo l’autorità di impartire un ordine che contravvenga ai comandi e ai precetti da Lui Stesso fornitici, come quelli contenuti nei Dieci Comandamenti o nel Vangelo, che costituisce la “legge positiva” di Cristo Re. Ne consegue che nessun uomo abbia il diritto di obbedire ad un ordine simile. Per di più, tutta l’autorità in terra è limitata dalla giustizia. Neanche il Papa dispone di un’autorità illimitata, perché i suoi limiti provengono dalla Rivelazione, dalle Scritture, dalla Tradizione e dagli insegnamenti autentici dal Magistero Ordinario ed Universale, nonché da quello Straordinario con le sue definizioni dogmatiche”[4].
Giorgio Mariano
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[1] Summa Theologiae, II-II, Q. 104, Art. 3
[2] http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2009/08/j-ratzingernei-confronti-della-liturgia.html
[3] GRUNER N., Il Terzo Segreto e il problema della falsa obbedienza.
[4] Ibidem.

55 commenti:

  1. Splendido intervento. Mi permetto di invitarvi a leggere anche quanto scrivevo un anno fa, in un'analisi sui FFI, la FSP e la FSSPX

    http://opportuneimportune.blogspot.gr/2013/12/fsspx-e-ffi-due-casi-analoghi-dagli.html

    E' una grande consolazione vedere che il tempo apre gli occhi a molti!

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  2. "Questa non è l’obbedienza cattolica, è falsa obbedienza. (...) Ma se i frati chinano il capo dinanzi a tale provvedimento, ne riconoscono la giustezza, dunque perdono ogni diritto di lamentarsi (...)"
    Sì, è generalmente vero, non però per tutti.
    Ancora più da rimpiangere, mi pare, sono le conclusioni di don Ariel Levi di Gualdo, qui: http://isoladipatmos.com/il-paradigma-dellutile-idiota-e-la-lodevole-fedelta-di-walter-kasper/

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  3. Articolo ideologico, falso e zeppo di pregiudizi. Ma chi è il sig. Giorgio Mariano da permettersi giudizi così severi su chi è ingiustamente colpito? Ma chi è il sig. Giorgio Mariano per entrare nel foro interno e giudicare le coscienze di religiosi che hanno fatto dei voti solenni a Dio? Qui si parla di foro interno non si fa servizio alla verità. Sarebbe meglio tacere.

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  4. A mio modesto parere, questa continua "scissione" di elementi che nella Chiesa sono sempre stati complementari, fatta anche in questo pur bello e giusto (in linea generale) articolo, porta solo danni.

    Lo vediamo nella nostra vita di Fede, e nelle maglie di questa epocale crisi.

    Il motivo fondante è davvero la "scissione" e l' aut aut su elementi armonici e complementari nella fede.

    E' innegabile che la "vita attiva" e l'azione rettamente guidata dalla fede di Sempre sia necessaria. Ancor più innegabile, soprattutto in tempo di crisi come questa, la "vita contemplativa e offerente"! Le due cose SONO COMPLEMENTARI.

    I FFI "perseguitati" non hanno mai detto, mi risulta, che obbediscono a un ordine legittimo. Ma che sopportano un'ingiustizia! Il che non li configura affatto come l'articolo riporta. E, inoltre, chi dice che la sofferenza patita e offerta sull'altare di Dio, non abbia nessun effetto? O comunque sia un "fideismo cieco"? HA UN EFFETTO, ECCOME. Se vogliamo lo ha maggiore. Perché dispone CHI DEVE AGIRE E COMBATTERE attivamente, a poter ottenere la Grazia sperata da Dio!

    I due "fronti" non si sono mai opposti! E non è che i Santi Maccabei morti martiri, fossero morti inutilmente! Anzi! Anche in questi ambiti della Sacra Scrittura, si vede come la vita attiva e la vita contemplativa siano complementari e coessenziali. Senza quei morti, nessuna rivolta si sarebbe consumata. La motivazione e il morale dei fedeli si è alimentato e ha potuto ottenere da Dio la grazia sperata!

    Stesso discorso vale per tutto il resto! La SPX, in modo non generalizzato ma comunque ben evidente, fa un ragionamento simile. SCINDE elementi complementari, e dunque L'UNICO apostolato, alla fine, che è accettato come "risolutivo" è il suo! Siccome la "salvezza delle anime" è in gioco....sembra quasi che il "fine giustifichi i mezzi". Invece proprio i Santi nominati nell'articolo insegnano il contrario! Proprio il martirio dei fedeli, insegna il contrario! Che il fine E' NELLE MANI DI DIO, e i mezzi che dobbiamo usare sono quelli ORDINATI DA LUI.

    E che la complementarietà della contemplazione e dell' azione guidata dalla fede, è essenziale alla vittoria!

    Questa "scissione" è presente come fondamento della rivolta in atto. Solo "Parola". Non è la massima di Lutero? La madre di tutte le scissioni! Solo Contemplazione! Questo dice qualcuno di quei fedeli che crede si debba tutto esaurire nella pur lodevole e ESSENZIALE diffusione della Messa Tradizionale. Solo CRITICA. Questo è quello che emerge in tanti tradizional-isti che quindi modificano la "Buona battaglia" in una "guerra" poco "santa", che ha come volontà quella di instaurare la propria ideologia a scapito di quella imperante. Un cambio di guardia.

    Ebbene, c'è bisogno di ritrovare la complementarietà, la prima vittima di questa crisi.

    Insieme a essa, l'unità sui fondamenti. Che permette di avere più forza! Ma se ci separiamo continuamente anche sul metodo della critica, se critichiamo sempre e comunque e a prescindere, azzerando la vita di questi ultimi 50 anni in un'unica parola: apostasia (senza se e senza ma), allora davvero non c'è molto da sperare dal Cielo.

    Infatti il Cielo si chiude davanti alla testardaggine degli uomini. E non c'è "vera obbedienza" che tenga. E' paradigmatica la "storiella" finale. Chi dice che anche noi non rischiamo di prendercela con Dio, perché non lo abbiamo visto intervenire, e poi magari ci sentiremo dire...: "Ma Io vi ho dato questo, perché non avete piantato il seme"?

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  5. Non sono d'accordo nel definire l'articolo ideologico. È normale cercare le ragioni di un comportamento basato su principi non completamente decifrabili.
    Un sacerdote - e sarebbe un tema da approfondire - attribuisce alla loro assimilazione del "volontarismo" di Scoto l'arrendevolezza, ché tale è, da parte di chi non ha usato alcun mezzo di resistenza lecito, oltre il ricorso alla Segnatura subdolamente precluso a monte per dffetto del rescritto papale (caso peraltro unico che io sappia).
    In questo modo insieme ai loro diritti ed esigenze spirituali hanno disatteso anche quelli dei fedeli loro affidati.
    Se c'è una ragione valida per tutto questo che non sia obbedienza cieca, il loro ostinato silenzio non ne dà ragione.

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  6. Quoto Baronio. E come potrebbe essere diversamente?

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  7. Noi non abbiamo preso voti solenni (e di questi tempi viene da pensare "meno male!"), e quindi possiamo giudicare le cose secondo la nostra volontà. Chi ha preso i voti e li vive con serietà alla sua volontà ha rinunciato: questo non significa affatto che sia diventato un superman privo di dubbi, ma che questi dubbi è tenuto a vincerli sempre e comunque. Certo, a un ordine palesemente ingiusto non deve obbedire. Palesemente ingiusto sarebbe ad esempio ordinargli di celebrare una messa nera, ma se il legittimo superiore gli ordina di non celebrare più in rito antico in quel dato luogo per ragioni importanti che a lui solo (superiore) sono note, siamo ancora di fronte a un ordine palesemente ingiusto? Tutt'altro discorso è quello di chi ha approfittato del voto di obbedienza per imporre ai sottoposti cose che non hanno una finalità buona. Non mi piacerebbe trovarmi nei panni di queste persone.

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  8. Ma di "arrendevolezza" parlate? Solo perché i buoni frati non legittimano con un comportamento "scismatico" libere scelte di altri prima di loro ciò non vuol dire che si siano arresi. 6 sospesi a divinis (per ora) e innumerevoli fuoriusciti e rischieste di dispensa congelate sono "arrendevolezza"? Il seguire le "vie canoniche" è falsa obbedienza. Ancora una volta: a quale titolo il signor Giorgio Mariano pontifica e giudica su cose in cui farebbe meglio a tacere? L'articolo è ideologico perché è pregiudiziale, mostra una visione parziale della realtà e pretende di pontificare su quello che è il foro interno di religiosi che da oltre un anno sono colpiti con una severità che la Chiesa post-conciliare non ha riservato a nessuno. Stefano78 placet.

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  9. Concordo con Stefano.

    Non si può dimenticare che il tema dell'obbedienza totale ai superiori è centrale nell'insegnamento di San Massimiliano Kolbe:

    "Qual'è il modo migliore per rendere a Dio la maggior gloria possibile e guidare alla santità più eccelsa il maggior numero di anime? Senza dubbio Dio stesso conosce meglio di noi un 'tale modo' perché onnisciente, infinita­mente sapiente. Lui, e Lui solo, Dio onniscente, sa che cosa possiamo fare in ogni momento per rendergli la maggior gloria possibile. Da Lui, pertanto, e solamente da Lui possiamo e dobbiamo imparare 'tale modo'. Ma come rivela Dio la propria volontà? Per mezzo dei suoi rappresentanti qui sulla terra. L'obbedienza, quindi, e solo la santa obbedienza ci manifesta con certezza la volontà di Dio".
    (San Massimiliano al fratello; tratto da un ottimo articolo su San Massimiliano Kolbe e la massoneria: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/con%20l'immacolata%20contro%20massoni%20e%20nemici%20della%20chiesa%20di%20dio.htm)

    E questa è una ottima dimostrazione dell'assoluta centralità del problema dell'invalidità dell'elezione di Jorge Bergoglio. Se Bergoglio fosse veramente il "rappresentante di Dio qui sulla terra", il problema sarebbe risolto e l'obbedienza totale ai suoi ordini l'unica risposta coerente col loro carisma.
    Ma se non è - come mi sembra ogni giorno più ovvio - le cose sono un po' diverse.

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  10. "perdono ogni diritto di lamentarsi".

    Beh, qui l'articolista è impreciso oltre che ingeneroso perché i frati fedeli si sono distinti per silenzio e riservatezza. Siamo noi che ci siamo lamentati anche al loro posto...

    Per Stefano78,
    Perché tirare in ballo la FSSPX, partita da premesse diversamente drammatiche e subdolamente ingannatorie e che ha proseguito in una pastorale esemplare, pur nel differenziarsi di alcune "anime" che ne hanno improntato gli atteggiamenti?

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  11. La situazione oggi è molto più grave di quella del Grande Scisma. Allora non si sapeva chi era il Papa, ma si sapeva benissimo cos'era il papato. Oggi non si sa ne l'uno, ne l'altro.

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  12. Il fatto è che se tutti i cattolici obedissero in tal maniera, chi difenderebe i diritti di Dio? Chi la dottrina? Chi la Messa? Se è in corso una tremenda battaglia contro Dio e la Chiesa, contro la Verità e Dio si ritrova tra le sue schiere uomini che invece di combattere, si mettono in catene da soli in attesa di essere spazzati via, che servizio fanno a Dio? Certo Dio può anche sbaragliare i cattivi da solo in un istante, ma almeno, visto che diciamo di amarlo, vorrà averci vicini, fedeli, pronti a morire per Lui, vorrà almeno vederci infervorati dal desiderio di servirlo. Almeno questo gli dobbiamo se lo amiamo. Non siamo noi a dare la vittoria, ma almeno dimostriamo a Dio di essere dalla sua parte e di combattere con Lui, per Lui.

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  13. J'aime beaucoup cet article de Giorgio Mariano et j'adore cette "favola della barchetta" — c'est exactement ça…

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  14. Anonimo 10:08
    Giustamente stigmatizza il termine arrendevolezza da me usato.

    Concordo anche con la riflessione di Stefano sul valore dell'offerta della sofferenza e anche dell'ingiustizia subita.
    Il mio tentativo di approfondimento rientra nel mio personale costitutivo rifiuto dell'arrendevolezza. Certo si tratta ogni volta di discernere quando si tratti di vera arrendevolezza o non piuttosto di obbedienza virtuosa e non cieca. Lo dico, ovviamente, rispetto ad un lecito tentativo di porsi di fronte ad una situazione di ingiustizia cercando possibili soluzioni; il che non credo non rientri nella volontà del Signore e neppure penso sia sempre indice di ribellione o di atteggiamento "scismatico", termine usato con troppa disinvoltura nei confronti di chi vive una "resistenza" a volte ineludibile...
    Nel caso dei FI, non si può non prendere atto della mala fede e dell'arrogante potere usati dagli interlocutori che rende più difficile e sta bruciando sul nascere alcuni tentativi dei frati fedeli al carìsma originario.

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  15. Mi rattrista sentire, amici e parenti dire difronte ai nuovi disastrosi eventi sinodali:
    Io seguo il Papa, perchè il Papa non può sbagliare e non farà mai quello.... o non dirà mai quello...
    tuta colpa dei giornalisti che travisano. Questo l'ho letto anche sul blog di Costanza Miriano, obbedire comunque, qualsiasi cosa uscirà dal Sinodo. Che tristezza, questo è veramente il colpo basso di Satana, ha incatenato anche le menti più belle con questo inganno dell'obbedienza incondizionata.

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  16. @Mic

    Perché tirare in ballo la FSSPX

    L'ho detto. Perché usa un ragionamento, per non dire uguale, simile. Una parte di essa, l'ho specificato. Ed è la parte che fa capo a Williamson.

    Il rigorismo radicale non è un buon supporto per la Pastorale Tradizionale, che si presumere rivolta A TUTTI. Come si può rivolgere a tutti, se si critica (in modo veemente) OGNI ALTRO METODO differente? Il problema della Pastorale della SPX sta tutto qui: non è "divulgativa", non è "diffusiva", ma "conservativa ed esclusiva". E' complessa, molto complessa. Parla il linguaggio della ALTA Teologia, il che è buono e giusto, ma non è PEDAGOGICA perché "chi capisce bene; chi non capisce o è connivente o è ignorante (nel senso letterale)".

    Il che pone un aut aut. Esattamente come l'articolo. Invece, occorre un "et et". Sono elementi della fede che DA SEMPRE sono stati complementari. Marta e Maria sono e rimangono SORELLE.

    E il METODO ce lo da CRISTO e i suoi Santi. Nostri esempi. Sarebbe ora di finirla di non fare differenze sul MEZZO con cui si opera. O meglio: si dovrebbe fare in rapporto al fine e a chi è il fine. E' Cristo. Dunque: cosa meglio si adatta a questo fine? Relativizzare la NOSTRA convinzione, ed essere aperti a ciò che meglio si confa all'obiettivo.

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  17. Quanto appena detto sembra rendere la situazione difficilmente risolvibile sul piano umano.
    Eppure sarebbero sufficienti vescovi coraggiosi che li accogliessero. Se le minacce sono tali da rischiar di bruciare anche questi vescovi, bisogna cominciare a chiedersi se non siamo in una vera e propria situazione di "necessità", che mons. Lefebvre ha visto (anche profeticamente, leggendo molti suoi discorsi) e affrontato prima di noi.

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  18. Stefano, per favore!
    Wlliamson non è la fraternità e tirare in ballo lui è ancor peggio e serve solo a rendere le acque ancora più torbide.
    Cristo Signore non è soltanto il fine ma è anche il principio e il fondamento e chi è radicato in Lui conosce un unico metodo: la fedeltà.
    E che ci aiuti e ci sostenga in questo.

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  19. Torniamo a quanto ho detto sopra sullo stato di "necessità", cercando di non fissarci in ulteriori complicazioni e diatribe inutili, che poi sono sempre quelle dalle quali non si schioda.
    A prescindere dalla FSSPX annessi e connessi, esiste o non esiste uno stato di necessità?
    Io credo di sì. Il problema è che ci sono sacerdoti che lo confermano ma che, come me e cpme noi non hanno la soluzione (al di là di quella povera e circoscritta "resistenza" delle nostre piccole sparpagliate comunità).
    Il problema, che diventa una domanda angosciosa e seria è questo: esiste o esisterà mai un Cardinale in carne ed ossa (un vescovo è limitato dalla sua giurisdizione) che abbia gli attributi spirituali per porsi come guida e riferimento visibile di quel che resta della Chiesa cattolica nella nostra generazione?
    Perché diciamocela tutta. Io sarò nell'errore, ma mi sento una pecora senza pastore (tolto il provvidenziale supporto dei miei sacerdoti di riferimento). Anch'essi sparpagliati come noi, con l'unico comune riferimento alla Tradizione perenne.
    Non basta il Pellegrinaggio Summorum e il pontificale di ogni anno. Evento lodevolissimo e significativo, al quale parteciperò con gioia. Ma, secondo voi, può bastare?

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  20. Ma perchè i FFI non inoltrano un bel ricorso al supremo Tribunale della Segnatura Apostolica (finchè c'è il Cardinale Burke a presiederlo, prima che venga confinato allo Smom..)? Magari riescono a emulare le loro più combattive (o meglio consigliate) consorelle;di vizi da parte dei 'visitatori' ce ne sarebbero in abbondanza, vedi http://www.corrispondenzaromana.it/francescani-dellimmacolata-una-strategia-difensiva-che-non-e-riuscita/

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  21. OT mais pas tellement…

    Le synode est à peine terminé que tout le monde à Rome, me dit-on, se demande ce que va devenir le cardinal Müller, préfet de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, crypto-ratzinguérien en diable, lequel, au synode, a lancé le signal de la révolte en osant dire que la “Relatio etc.” pondue par la clique au pouvoir était “indigne, honteuse et complètement erronée” (“indegna, vergognosa, completamente sbagliata” — les journaux).
    Bergoglio, qu’on sait non seulement fourbe mais aussi méchant et vindicatif, va-t-il lui envoyer, un de ces quatre matins, au petit jour, son homme de main, le commissaire Volpi, accompagné de gardes suisses ?
    Va-t-on l’expédier à Malte, dans la soute d’un transporteur de sardines, y tenir compagnie à son collègue Burke, déjà destitué ?
    Attention, le préfet est un homme sanguin, l’affaire pourrait mal se terminer, et on ne peut que conseiller à celui-ci de mettre des doubles verrous à ses portes et fenêtres, un malheur est si vite arrivé.
    (A suivre.)

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  22. (Suite)
    Quoi qu’il arrive à Müller, Bergoglio est désormais un homme largement déconsidéré.
    Pour ceux qui ont des yeux pour voir, il l’était déjà, du reste, dès le premier jour, ou plutôt dès le premier soir, dès son peu apostolique “Buonasera” au balcon de Saint-Pierre.
    Qui ne se souvient de cette figure rébarbative, à l’aspect fantasmatique, dressée devant la foule comme un signe de mauvais augure ?
    L’interview scandaleuse à Scalfari n’a fait que confirmer cette première mauvaise impression. Le massacre dément des Franciscains de l’Immaculée, digne d’un pistolero de campus américain, l’a encore amplifiée.
    Et maintenant, pour couronner cette invraisemblable suite de méfaits délibérés, ne voilà-t-il pas que lui, le pauvre en ostention permanente, lui, l’émigré par excellence vivant dans une auberge (de luxe), loue à Porsche la Chapelle Sixtine où il vient d’être élu, pour des dîners de gala à 5000 euros la place ? Stupéfiant et répugnant ! A quand la location des appartements vides du Vatican à l’émir du Qatar qui ne sait pas quoi faire de son fric ? Quel beau geste œcuménique ce serait !
    Après l’effacement de son comparse Kasper, omniprésent ces derniers mois dans les médias mais déjà passé à la trappe pour ses propos racistes sur les évêques africains, beaucoup pensent qu’il ne reste plus à Bergoglio que le choix entre la démission forcée et le retour volontaire à Buenos Aires et que le plus tôt sera le mieux. Ses méthodes d’ex-videur de boîte de nuit pour gouverner l’Église ont échoué. Son pontificat “révolutionnaire” à la Perón n’est qu’une faillite retentissante.

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  23. Mi sembra giusto l'accenno della sig.ra Mic riguardo il volontarismo scotista dei FFI. Di per sé e visto da fuori era paradossale in loro l'intenzione di coniugare San Tommaso d'Aquino con Duns Scoto (il beato Duns Scoto). Di fatto, in ambito filosofico Scoto è la base della filosofia moderna, perfino l'idealismo trascendentale parte dai suoi principi. Ricordiamo ad es. l'univocità dell'ente e la derivazione monista del pensiero moderno... Dio VUOLE questo, ma PUO' volere altro. La possibilità della realtà determinata dalla volontà.

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  24. @Mic

    Wlliamson non è la fraternità e tirare in ballo lui è ancor peggio e serve solo a rendere le acque ancora più torbide

    Lo so anche io, e l'ho detto. Ma la sua "Linea", anche sui media, è quella che sta tenendo banco. Ed è sua la "linea pastorale" che "esclude" e "conserva". Le acque non le intorbidisco io. Ad un certo punto, come dici te, occorre tirare fuori gli attributi e prendere un posizione netta e chiara.

    Cristo Signore non è soltanto il fine ma è anche il principio e il fondamento e chi è radicato in Lui conosce un unico metodo: la fedeltà

    Appunto. La Fedeltà si manifesta anche nella volontà di fare quello che Lui vuole. Non credi? Anche in questo ambito. Quello che Lui vuole lo ha mostrato. E io credo non sia in linea con certi metodi.
    Fedeltà si deve esprimere. Non solo proclamare, o seguire in foro interno. E per esprimerla c'è bisogno di farlo nel modo giusto.

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  25. Non sempre si può (o si deve) obbedire e soggiacere agli ordini superiori.
    Mutatis mutandis e fatte le dovute proporzioni, secondo alcuni commentatori, Kappler ed i suoi ufficiali agirono bene obbedendo agli ordini venuti dall'alto!...
    Assolutamente no!
    Avrebbero dovuto dissentire da Hitler così come avevano fatto i Vescovi Von Galen e Wurm ed altri ufficiali della Wehrmacht.
    Senza necessariamente arrivare al tentativo attuato da questi col Generale Von Stauffenberg, tentativo che fallì...

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  26. @Mic

    ma mi sento una pecora senza pastore

    E' innegabile. Siamo effettivamente pecore "con Pastore percosso" e dunque "sparse".

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  27. Per Anonimo 12:02
    Ma perchè i FFI non inoltrano un bel ricorso al supremo Tribunale della Segnatura Apostolica

    Evidentemente lei non ha seguito la tanto dolorosa quanto sconcertante vicenda. A questo avevo rapidamente accennato sopra.

    Se non ricordo male, se i divieti fossero venuti direttamente dal commissario avrebbero potuto essere subito impugnati e soggetti a ricorso alla Segnatura Apostolica; ma le 5 righe scritte di pugno dal papa in calce al Decreto dell'11/07/2013 lo impediscono. E' per questa inappellabile volontà che qualsiasi organismo non può concedere che in casi particolari le indulgenze allo specifico divieto per i FFI di non celebrare la Messa antica.

    E questo dimostra anche come il pieno appoggio dell'autorità suprema renda più inflessibili i persecutori e l'ala ribelle. Se a questo aggiungiamo il totale asservimento dei vescovi (che in ogni caso rischiano la rimozione), il quadro è completo.

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  28. Lo so anche io, e l'ho detto. Ma la sua "Linea", anche sui media, è quella che sta tenendo banco.

    Questo lo dici tu. E vedo che continui ad insistere...

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  29. E per esprimerla c'è bisogno di farlo nel modo giusto.

    Forse il modo giusto non è più quello del dire e non dire e di non prendere una posizione netta.

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  30. @Mic


    Forse il modo giusto non è più quello del dire e non dire e di non prendere una posizione netta.


    L'ho detto che hai ragione, e che bisogna prendere una posizione netta. Ma questo non implica l' "andare come un treno" e il considerare meno o per nulla il contesto della Chiesa e dei Cattolici (la maggioranza), che sono de-formati, loro malgrado.

    C'è bisogno di DIFENDERE E DIFFONDERE. Non di scindere questi due elementi.

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  31. Questo lo dici tu. E vedo che continui ad insistere

    No, questo lo dicono LORO. E lo hanno testimoniato anche qui. Quelli della SPX che intervengono HANNO QUESTA LINEA.

    E insisti anche tu col non volere sentir ragioni rispetto a certe realtà. Che pure esistono e che andrebbero "armonizzate". Così divisi non andiamo da nessuna parte. Il fiato che sprechiamo rimane appunto...fiato sprecato.

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  32. No, questo lo dicono LORO. E lo hanno testimoniato anche qui. Quelli della SPX che intervengono HANNO QUESTA LINEA.

    C'è qualcuno che SCRIVEVA qui (hpoirot) e se n'è andato anche lui sdegnato e offeso che ha questa linea e non è questo che qualifica la FSSPX nel suo superiore e nelle attuali congiunture. Ci sono altri che esprimono proprie convinzioni precise, che nulla tolgono alla mia domanda sullo STATO DI NECESSITA'.

    Lascia stare i metodi, i mantra sulla FSSPX e rispondi a QUESTO!

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  33. Non ho capito bene, Stefano, dici che la FSSPX non difende e diffonde contemporaneamente? Se è questo che dici (scusa forse non ho capito bene) io credo che la FSSPX faccia proprio questo difende la Messa, la dottrina della Chiesa e cerca di diffonderla con i mezzi che ha: convegni, scuole, seminari, cappelle dove fare catechismo e dare sacramenti, radio vobiscum per arrivare anche ai più lontani. I miracoli solo Dio li fa quelli della FSSPX non fanno miracoli, ma si danno da fare, c'è da aiutarli, perchè sono un po' pochini per un pianeta intero da riportare alla Verità.

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  34. Padre Pio da Pietrelcina si sa che aveva sempre redarguito severamente quei suoi sostenitori che volevano fare valere i suoi diritti contro le ingiustizie da lui subite per mano della gerarchia.

    Siccome i FFI sono figli spirituali di P.Pio è probabile che si rifacciano a questo suo principio, a questa forma di obbedienza secondo cui bisogna accettare la croce, non ribellarsi ad essa, certi che solo così la santità è veramente raggiungibile.

    A mio modo di vedere, nel seguire fedelmente la spiritualità di P. Pio è stata fatta un po' di confusione tra l'accettare la croce dell'umiliazione e della persecuzione a livello personale e il doveroso resistere ad un ordine oggettivamente contrario alla volontà di Dio, come quello della proibizione di celebrare la S.Messa di sempre.

    Detto in altri termini, è come affermare:
    "voi potrete anche infliggermi tutte le sofferenze del mondo fino a mettermi al rogo, io sopporterò tutto in santa obbedienza fino al martirio, ma la S.Messa di sempre non si tocca, non può essere oggetto di castigo, perché è un dono di Dio per le anime, quindi io continuerò a celebrarla ovunque mi sia possibile".

    A questo proposito mi torna in mente il comportamento di altri due santi, John Fisher e Thomas More, che sopportarono direttamente su di sé le ingiustizie fino al martirio resistendo senza tentennamenti nella difesa del sacramento del matrimonio.

    Nel nostro caso si tratta della S.Messa di sempre, ma a me sembra che la dinamica sia la medesima.

    Marius

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  35. Prendo spunto da un intervento di Annarè: " Il fatto è che se tutti i cattolici obbedissero in tal maniera, chi difenderebbe i diritti di Dio? Chi la dottrina? Chi la Messa? "

    Per esperienza personale (sia per il recentissimo sinodo sia per la ormai pluriennale immane fatica legata ad un coetus fidelium per la richiesta di una Santa Messa secondo il Summorum Pontificum) posso rispondere che tali cattolici sarebbero molto pochi, una piccola percentuale anche tra i tradizionalisti.
    Il lavaggio del cervello degli ultimi decenni ha funzionato bene, e alla naturale sottomissione che si deve avere nei confronti del buon pastore, si è sostituita la sottomissione tout court al pastore, qualsiasi cosa dica o faccia. Si pensi ad esempio a quanto è diffusa la devastante idea che "il Papa ha sempre ragione": pensate a quanti tra i vostri conoscenti pensano in questo modo. A questo si aggiunga un fenomeno al quale personalmente non avevo dato molta importanza fino a settimana scorsa, ma che in questi giorni ho visto farsi più evidente, ovvero il peso che hanno i messaggi di Medjugorie sul discernimento tra bene e male dei semplici fedeli. Chiarisco con un paio di esempi: ad una mia mail "infuocata" circa la relazione del card. Erdo mi è stato risposto che "...mi unisco alle Vs preghiere per i nostri pastori in questo momento particolare. Ricordo che la Madonna da più di 3 anni chiede incessantemente di pregare per i pastori che Gesù ha scelto. La Madonna ci chiede anche di non parlare dei pastori, ma pregare... si.! quindi preghiamo e tanto!". Dello stesso tono un commento all'ultimo articolo di Blondet sul Sinodo. Il fatto è che sono milioni i cattolici che acsoltano radio Maria e che seguono tali inviti. Non ho ancora le idee ben chiare su questo modo di ragionare, ma mi sembra di scorgervi un che di gnostico.

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  36. Lascia stare i metodi, i mantra sulla FSSPX e rispondi a QUESTO!

    Maria, quello che non riesci a capire è che la nostra effettiva e affettiva Unità, farebbe la differenza. Davvero crescerebbe un movimento INARRESTABILE e difficilmente gestibile dai mondani di tutte le risme.

    Davvero, anche considerare lo "stato di necessità" come una realtà (mah..) serve a chi? Va bene, siamo in stato di necessità. E quindi? Chi lo dovrebbe "ratificare"? Non ci sono Sacerdoti liberi di celebrare, manco in privato, e dunque? Se ne vanno? E dove? E con chi? Soprattutto con chi! Stiamo sempre a dire "quello no, quello è morbido, quello e duro, loro sono normalisti, loro sono finti, loro sono troppo critici, loro non lo sono affatto"....CHI VA CON CHI? E chi supporta chi?

    Il problema è PRIMA questo. Lo stato di necessità è in QUESTO,prima. Senza esercito non si muove guerra. Per questo la situazione di oggi è la peggiore in assoluto. Non c'è concordanza nemmeno in quelli che hanno lo stesso Credo.

    Quali sono, poi, i limiti dello stato di necessità?

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  37. Signora Mic.. io capisco e condivido molti suoi pensieri, e credo che che come lei tutti i fedeli cattolici che hanno a cuore la Chiesa, in questo momento avvertano un sentimento di forte disagio e di grande smarrimento. Però da quel che lei dice a me pare di leggere tra le righe un pensiero intransigente e sottilmente sovversivo, volto a precorrere i tempi e ignaro del buon senso e della prudenza (che quanto meno chiama a non farsi interprete dal foro interno altrui, quando si hanno troppi pochi elementi per giudicare le situazioni). Io penso che quando l'eresia non sarà solo uno spettro ma si concretizzerà in un atto formale, in un pronunciamento magisteriale, chi dovrà parlare parlerà e chi dovrà disubbidire per obbedire a Colui al quale é dovuta obbedienza, disobbedirà. Fino ad allora, dobbiamo solo adempiere al nostro dovere di cristiani e combattere nel silenzio la buona battaglia! Come insegna Ecclesiste, ogni azione ha il suo tempo!

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  38. Stiamo sempre a dire "quello no, quello è morbido, quello e duro, loro sono normalisti, loro sono finti, loro sono troppo critici, loro non lo sono affatto"....CHI VA CON CHI? E chi supporta chi?

    Stefano, per me il discorso dei "normalisti" diventa un problema solo nel momento del confronto, quando mi contestano (e si rifiutano di vedere) cose che fanno parte di acquisizioni ineludibili e che secondo loro non dovrei permettermi di "dire", mentre per me il mio "dire" è testimoniare la mia fede. Ma sul piano della collaborazione concreta non ho mai messo e non metto "paletti".

    Sono loro che emarginano me (non solo come persona, ma anche come contesto diciamo così schietto e libero quanto basta senza scendere in contumelie o dialettiche 'graffianti' che invece non ci vengono risparmiate) perché mi considerano la pecora nera. E tu stesso sei testimone di cosa mi sono sentita dire... E di come hanno i loro contesti nei quali non mi lasciano entrare, mentre a me chiedono ospitalità ed io non metto "confini" se non all'errore o alla patente falasificazione (alla Introvigne, per intenderci) o a certo cerchiobottismo spinto...

    E dunque, di che stiamo parlando?

    Non riesco a non andare avanti per la mia strada, costi quel che costi. Forse un po' per testardaggine congenita. Ma, salvo prova contraria, mi sento coerente con la fedeltà di cui parlavo prima. Fedeltà significa anche dire senza mezzi termini (ovviamente senza insultare nessuno) ciò che ci è dato vedere solo per grazia. Non lo affermerei se non mi fosse confermato dai miei sacerdoti e maestri di riferimento.

    Tu parli di metodi e in linea di principio non posso darti torto, ma non riesco a capirti fino in fondo. Io, francamente - e forse è un mio limite - non riesco a darmi altro metodo che questa trasparenza.

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  39. Epiphanio

    volontarismo scotista dei FFI. Di per sé e visto da fuori era paradossale in loro l'intenzione di coniugare San Tommaso d'Aquino con Duns Scoto (il beato Duns Scoto). Di fatto, in ambito filosofico Scoto è la base della filosofia moderna, perfino l'idealismo trascendentale parte dai suoi principi. Ricordiamo ad es. l'univocità dell'ente e la derivazione monista del pensiero moderno... Dio VUOLE questo, ma PUO' volere altro. La possibilità della realtà determinata dalla volontà.

    ha colto quel che intendevo dire e che credo non sia da sottovalutare, ma da approfondire.

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  40. Amici! Nei periodi di crisi leggere alce nero accompagnato da pane e nutella. Tutto passa, garantito!

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  41. Scusa Stefano, ma lo stato di necessità o c'è o non c'è non è che uno può inventarselo. Lo stato di necessità si subisce non si ricerca, perciò se c'è bisogna fare tutto ciò che ci è possibile per non perdere la Fede, se non c'è bisogna comunque fare tutto ciò che ci è possibile per difendere la propria fede. Dunque cambierebbero solo i mezzi e neanche tutti, cambierebbe solo il fatto che se c'è uno stato di necessità io resisto e non vado alla messa nuova che mi mette in pericolo la Fede, nè vado dal primo sacerdote che mi capita a tiro se credo che non sia degno di fiducia e sia cioè un proponitore di errori. Per il resto si fa quello che solitamente fa un cattolico che vuole essere tale, si va alla Messa, ci si confessa, si vive secondo il proprio stato e secondo il proprio stato e i propri doveri si serve Dio. Nulla di meno nulla di più. L'unica cosa dunque che cambia è che se il Papa o i cardinali mi dicono che ogni religione falsa ha dei germi di verità e che è bello pregare in compagnia di Schiamanni o adoratori di Shiva (per esagerare) e che anche nelle unioni di fatto ci sono germi di santità, beh! io non gli credo e non li seguo su questa china, perchè non sono obbligata a seguire delle scemenze, mentre sono obbligata a fare la volontà di Dio. Se poi mi dicono che non posso dire la Messa di sempre perchè il Papa si è svegliato male, mi dispiace, ma la dico comunque, perchè ho l'obbligo di onorare Dio come si deve e nessuno ha abolito la Messa VO. E se mi dicono che è bello leggersi il catechismo Olandese, beh! non lo faccio, ma continuo a leggermi quello di S.Pio X. Non siamo schiavi dentro una Chiesa gulag, siamo uomini liberi e liberi perchè seguiamo la Verità.

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  42. Strano, a me arriva, ed è la prima volta in un anno e mezzo, un feedback di sconcerto. Parlo di fedeli normali che del Papa hanno sempre pensato tutto il bene possibile. Hanno preso male soprattutto l’apertura ai gay tanto sbandierata dai media amici. Perché il fedele medio può anche essere buonista e possibilista sulla storia dei “diritti”, ma comunque considera la cosa la zozzeria per antonomasia e si risente che la Chiesa ne venga a dire bene. Non so cosa ne verrà, ma in concomitanza c’è la campagna montata da alcuni sindaci scriteriati che agita le acque e non farà dimenticare tanto presto lo scivolone sinodale.

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  43. Per me dice bene Marius ed è questo che on ho mai capito nei FI non ribelli. Alla fine inserirò quella che è tuttavia una drammatica differenza:

    Siccome i FFI sono figli spirituali di P.Pio è probabile che si rifacciano a questo suo principio, a questa forma di obbedienza secondo cui bisogna accettare la croce, non ribellarsi ad essa, certi che solo così la santità è veramente raggiungibile.
    A mio modo di vedere, nel seguire fedelmente la spiritualità di P. Pio è stata fatta un po' di confusione tra l'accettare la croce dell'umiliazione e della persecuzione a livello personale e il doveroso resistere ad un ordine oggettivamente contrario alla volontà di Dio, come quello della proibizione di celebrare la S.Messa di sempre.
    Detto in altri termini, è come affermare:
    "voi potrete anche infliggermi tutte le sofferenze del mondo fino a mettermi al rogo, io sopporterò tutto in santa obbedienza fino al martirio, ma la S.Messa di sempre non si tocca, non può essere oggetto di castigo, perché è un dono di Dio per le anime, quindi io continuerò a celebrarla ovunque mi sia possibile".


    La drammatica differenza con i martiri britannici è che loro disobbedivano all'iniquo sovrano ed ai suoi scherani. Per i FI si tratterebbe di disobbedire al "regnante" ad ai suoi scherani, i quali - tuttavia - si discostano dal predecessore e dalla Chiesa di sempre...

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  44. Chère Mic, un mot de Joseph de Maistre, puisque, aussi bien, le beau texte de Giorgio Mariano a été publié, initialement, par le blog "Campari & de Maistre" :

    « Ce qu’on croit vrai, il faut le dire et le dire hardiment. »

    Et Maistre ajoute, un peu par défi aristocratique face aux nains et aux coupeurs de cheveux en quatre qui voudraient le prendre dans leurs liens (bien ténus à vrai dire) et le réduire au silence :

    « Je voudrais, m’en coûtât-il grand-chose, découvrir une vérité pour choquer tout le genre humain : je la lui dirais à brûle-pourpoint ! »

    Grand Joseph de Maistre ! On est loin, ici, des courbettes et de la reptation propre á certains ecclésiastiques…

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  45. Sì Raoul, ci vuole audacia oggi per dire certe cose, anche se bisogna trovare il modo giusto.

    Ma non c'è altro 'modo' che la verità ed è la Verità che urge dentro che non fa tacere...

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  46. Basta con la falsa obbedienza e le diplomazie inconcludenti prive di fede nella Divina Provvidenza, e che in 50 anni hanno semidistrutto la Chiesa.
    «Maledetto sia tu che tacesti!» (Is 6,5); Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Vedo che, per lo tacere, lo mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita".

    Dalla Lettera 16 di Santa Caterina da Siena "Ad un grande Prelato" (forse il Cardinale di Ostia):

    "… Oimé, oimé, disaventurata l'anima mia! Aprite l'occhio e raguardate la perversità della morte che è venuta nel mondo, e singularmente nel corpo della santa Chiesa.

    Oimé, scoppi lo cuore e l'anima vostra a vedere tante offese di Dio! Vedete, padre, che il lupo infernale ne porta la creatura - le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa -, e non si trova chi si muova a traglili di bocca.

    I pastori dormono nell'amore proprio di loro medesimi, in una cupidità e immondizia: sono sì ebbri di superbia che dormono, e non si sentono.

    Perché veggano che il diavolo, lupo infernale, se ne porti la vita della grazia in loro, e anco quella dei sudditi loro, essi non se ne curano; e tutto n'è cagione la perversità dell'amore proprio. [...]

    Pregovi che facciate che non sia detto a voi quella dura parola con riprensione dalla prima Verità dicendo: «Maledetto sia tu che tacesti!» (Is 6,5). Oimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue.
    Vedo che, per lo tacere, lo mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita; tolto l'è lo colore perché l'è succhiato lo sangue da dosso, cioè che il sangue di Cristo, che è dato per grazia e non per debito, eglino sel furano con la superbia, tollendo l'onore che deve esser di Dio, e dannolo a loro; e si robba per simonia, vendendo i doni e le grazie che ci son dati per grazia col prezzo del sangue del Figlio di Dio.

    Oimé! ch'io muoio e non posso morire. Non dormite più in negligenzia; adoperate nel tempo presente ciò che si può.
    Credo che vi verrà altro tempo che anco potrete più adoperare; ma ora per lo tempo presente v'invito a spogliare l'anima vostra d'ogni amore proprio, e vestirla di fame e di virtù reali e vere, a onore di Dio e salute de l'anime. Confortatevi in Cristo Gesù dolce amore, ché tosto vedremo apparire i fiori. Studiate che il gonfalone della croce tosto si levi; e non venga meno lo cuore e l'affetto vostro per veruno inconveniente che vedeste venire; ma più allora vi confortate, pensando che Cristo crocifisso sarà lo facitore e adempitore degli spasimati desiderii dei servi di Dio. Non dico più.
    Rimanete etc.
    Annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso ponetevi in croce con Cristo crocifisso niscondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso fatevi bagno nel sangue di Cristo crocifisso.

    Perdonate, padre, alla mia presunzione.
    Gesù dolce, Gesù amore."

    http://www.preticattolici.it/Santa%20Caterina.htm#LE_LETTERE

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  47. Annarè 13,28:

    Carissama, era ora che esplodessi, che dicessi quello che effettivamente è e fà la SPX, e anche Maria ha cominciato a dire apertamente quello che sapeva da sempre sulla stessa Fraternità, vedo da come risponde. Questi sacerdoti e Vescovi della Fraternità e dei Priorati, stanno dando segno di certezze, stanno facendo un lavoro incommensurabile - per parlare di questi sacerdoti di questi priorati, bisogna andare li dove operano e vedete quanta gente va da loro per S.Messe, confessioni, catechismo e tutto ciò che ha già detto Annarè, non voglio ripetere, perchè fuori c'è solo confusione.
    Io stesso, che non faccio parte integrante della SPX, ogni tanto vado ad Albano, a Vigne di Narni, e vedo il grande lavoro svolto con grande fatica e dedizione, ma vedo anche quanto sono ostacolati da intra ed extra, (questo lo vediamo anche su questo commento).
    Perchè tanto accanimento, quando questi poveri sacerdoti stanno facendo il grande lavoro che altri non fanno? Oppure bisogna attaccarli in vari modi solo perchè vogliono una Dottrina Cattolica dura e pura? oppure vi sfugge il risultato del sinodo?
    Io, che vado da loro saltuariamente, come vado alla FSSP, non ho mai sentito da loro degli obblighi che oltrepassano la Dottrina Cattolica. Se vogliamo a tutti i costi che le carte si mescolino, bisognerebbe che tutti fossero duri e puri come loro e venisse eliminata certa tiepidezza che tutto va bene in tutta la tradizione.
    O siamo davvero duri e puri, oppure i modernisti ci schiacceranno senza scampo.
    Poi non vedo il problema che qualcuno vede o che magari ha sullo stomaco.

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  48. Bernardino,
    Credo che qui ci siano, o ci siano stati, dei " partiti presi" a favore o contro l' FSSPX per motivi puramente e strettamente personali. Capisco, ma sarebbe più onesto dire: siccome e' successo così e cosa', ora l' FSSPX mi sta sulle scatole, oppure, viceversa, per me come loro non c'e' nessuno.
    Per es. Io ho cominciato ad avere un' avversione per il CVII, Paolo VI, Maritain e Taize', da quando il nostro parroco, che non faceva altro che parlarcene, a noi giovani dell' oratorio, si rifiuto' di prepararmi la lettera di presentazione che serviva allora per l' iscrizione alla Cattolica, e si rifiuto' di accompagnarmi dal nostro Vescovo per avere la sua. Perché ? non ero sufficientemente cattolica ? o non lo era la mia famiglia, sicuramente non DC ? quando glielo chiesi, rispose che la Cattolica costava, ed io non ne avevo i mezzi. Da allora, non ho più seguito quel che diceva,
    anzi, se potevo, di seguire le sue Messe.
    Rr

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  49. Gent.le Dr.ssa Rr.
    Lei (tu se vuoi) ha avuto problemi a partire dal Vat.II e di conseguenza con il Suo Ordinario ed il parroco;
    io sono stato travolto dal Vat.II (a sei o sette anni servivo messa) ed era nel 52, pertanto la Tridentina,; ho ritrovato me stesso quando ho cominciato a leggere qualche testo di Mons. Lefebvre (tanto che non ci credevo più si potesse ritornare alla Chiesa, quella veramente Cattolica, non quella che ha messo in luce il vat.II o il sinodo attuale) pertanto devo ringraziare Dio che casualmente mi ha fatto incontrare un sacerdote della SPX ed uno della FSSP.
    Ho ritrovato per intero tutta la S.Chiesa al completo, ed oggi non sopporto che spezzettature possano mettere in crisi i gruppi che nell'insieme formano ancora la tradizione della Chiesa, visto che in giro c'è talmente tanta immondizia che ci arriva sotto il naso ed il fetore ci sta soffocando.
    Il modernismo ci stà distruggendo, e qui c'è ci sottilizza, questo è così.... oppure colà...... senza guardare che alcuni (pochi, se non pochissimi) si stanno affannando per coprire il vuoto che abbiamo intorno.
    Ma qualcuno ci pensa che tra non molto potremmo restare senza sacerdoti cattolici e pertanto senza Sacramenti? ancora vogliamo fare sottigliezze questo si e quello no? invece di pregare Dio di darci qualche prete in più che si prenda cura delle anime abbandonate a se stesse? Ma poi questa FSSPX cosa ha fatto di così grave? o è meno grave quello che hanno fatto gli altri dal vat.II in poi fino al sinodo odierno, dove i lupi hanno svelato i veri volti?

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  50. Bernardino, io la penso come lei(tu), anche in altri campi. Troppo " puri e duri" stroppia, in certe circostanze. Abbiamo i barbari non alle porte, ma gia' dentro al prima, e forse pure al seconda cerchia delle mura. Combattiamo insieme, cacciamoli fuori, e poi risolveremo le differenze.
    Rr

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  51. Non si vuol difendere la FSSPX come se anche li non si trovassero a volte dei problemi, per carità, siamo fatti di carne e l'uomo sbaglia a volte. Però mi dico, guardiamoci un po' fuori cosa si trova di meglio? Io nella FSSPX vedo persone, sacerdoti e fedeli che si danno da fare per rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa, e si danno da fare in mezzo ai tormenti, perchè spesso si è presi per pazzi anche dai famigliari, dagli amici e ci si ritrova un po' soli nel combattere, perchè fuori c'è un mondo che rema contro a partire dalla scuola e perchè questa Chiesa conciliare ci ha tolto anche l'appoggio delle parrocchie degli oratori ormai invasi dai modernisti che nessuno condanna. Il modernismo è o non è un'eresia da estirpare? Dunque perchè comandano loro nelle chiese e perchè i cattolici invece devono stare fuori? Non c'è perfezione nella FSSPX, ma c'è una prima linea di soldati che feriti, ma pieni di zelo per il proprio comandante cercano con i propri mezzi di resistere, si rimane in trincea a combattere, spesso con fatica, ma anche con riconoscenza verso il buon Dio che ci sorregge ogni giorno, anche quando crediamo di essere soli. La FSSPX non è la Chiesa è solo un manibolo, una brigata di soldati che resiste per amore della Chiesa, di Gesù e delle anime. Senza la FSSPX non ci sarebbero il Buon Pastore nè la S.Pietro, perchè se non ci fosse chi è in prima linea a prendersi le mazzate e prendersi le condanne e a resistere su ogni punto gli altri sarebbero già stati spazzati via. Finchè rimane una brigata che in apparenza è disobbediente e pertanto in un certo senso non manipolabile, anche chi ha ceduto al biritualismo per sentirsi dentro la Chiesa è salvaguardato, perchè se dovesse essere minacciato ha sempre un isoletta di salvezza a cui approdare (e questo spaventa i modernisti), ma se anche questa isoletta venisse a mancare i nemici della Chiesa farebbero piazza pulita dell'Ecclesia Dei e dei suoi ordini. Perciò mi si aggrovigliano i nervi quando sento qualche tradizionalista che non fa parte della FSSPX, dire che la FSSPX però è disobbediente non è canonicamente inserita nella Chiesa, invece la San Pietro.... invece quelli di Griciliano.... invece quelli del Buon Pastore....allora io dico: ben per voi che la FSSPX sia in questa sittuazione, altrimenti dove sareste voi che avete già ceduto a dei compromessi? I FFI insegnano.

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  52. (E' la terza che invio. Per curiosità : problemi con l'account google o censura?). In una discussione di poco precedente si recriminava che alcuni sostenessero che la FSSPX sia "la sentina di tutti i vizi" solo perché ne intendono discutere la posizione ("vero Papa, ma cattivo, quindi disobbedisco al Magistero").

    Problema di censura.
    Perché non intendo mettere in discussione la FSSPX, per di più sotto una veste falsamente edulcorata.

    Tra l'altro non tutto ciò che esce dalla bocca del papa è Magistero infallibile.
    Dunque resta legittimo ritenere che sia possibile non assentire e certe uscite di un cattivo papa.

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  53. Me lo poteva dire prima però. Comunque, come si dice : "cuius regio, eius religio" ! Mi spiace solo che lei adoperi il "falsamente" per giudicare un'intenzione onesta e del tutto garbata, oltre che improntata al bene reciproco. Farò di certo a lei un piacere girando al largo... senza temere che per questo mi veda rifiutati i Sacramenti, giusto? (Difatti, da cattolico che sono, le garantisco che Romana Chiesa sarà sempre ben più "grande" della FSSPX, che pure frequento). Con l'augurio di ogni bene e che Dio la benedica. johannes borgen.

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  54. E' ovvio anche per me che Romana Chiesa sarà sempre ben più grande della FSSPX e di qualunque realtà ecclesiale per quanto esemplare ma mai perfetta.
    Mi attribuisce sentimenti che non ho. La mia interruzione nasce dall'aver stroncato anche altri approfondimenti che diventano un processo alla FSSPX, che non significa che non ci sia nulla di criticabile, ma che oltre a diluire la discussione mi induce ad approfondimenti per i quali in questo momento non ho disponibilità.
    In ogni caso qualcosa di essenziale ho già accennato nella mia motivazione sopra.
    Mi spiace. Se ci saranno altre specifiche occasioni potremo riparlarne. Nel frattempo faccia come crede.

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  55. Sono perfettamente d'accordo Annaré. Quando posso cerco di andare anche io a Lucca o Firenze. Altrimenti ho il sabato sera la S. Messa VO a pochi km. da casa.
    Teologicamente parlando la penso come loro. Il libro di Don Gleize è stato chiarificatore per me.
    Quanto è difficile e dura però!

    Per quanto riguarda i "tradizionalisti" che non fanno altro che parlare di obbedienza cieca ed assoluta al Papa, meglio lasciare pedere. Sono loro i veri settari, visto che considerano il Papa non come uno che insegna, ma come un capo assoluto, un oracolo divino, un guru di una setta a cui obbedire ciecamente in maniera cadaverica spegnendo il cervello. Ovviamente loro si riferiscono sempre al Papa vivente! Quelli del passato che non possono ovviamente parlare devono essere reinterpretati volta volta per fare quadrare il cerchio.
    Ho perso completamente fiducia in questa gerarchia. Fidarsi ed affidarsi a loro ormai mi pare un atto di pura follia.

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