«Obbedienza»? «Rispetto»? Non accettiamo lezioni da coloro che hanno assassinato moralmente Benedetto XVI!Siamo molto onorati di pubblicare questo nuovo articolo di un ecclesiastico molto saggio, competente e molto influente, che scrive sotto lo pseudonimo di don Pio Pace.
La grande paura dei conformisti:
Non prendiamo lezioni da coloro che hanno assassinato moralmente Benedetto XVI!
don Pio Pace
Da qualche tempo, modernisti, liberali, o auto-definentisi «moderati» e anche documenti e blog «mediamente conservatori» hanno inveito contro la «guerra senza quartiere» condotta dai cattolici ortodossi a Papa Francesco e ai suoi orientamenti.
Siamo proprio nel bel mezzo della parabola della pagliuzza e della trave! Queste anime buone che ora danno lezioni non hanno forse criticato, senza un attimo di riposo, Giovanni Paolo II e il suo tentativo di «restaurazione» minore? Non hanno forse distrutto Benedetto XVI fino al punto che si può parlare di suo assassinio morale? Benedetto XVI, riguardo al quale i liberali, tra loro dicevano, il giorno dopo la sua elezione: «Questo non durerà più di un paio di anni!» Benedetto XVI, ai nemici del quale Piero Marini aveva apertamente fornito il grido di battaglia: «Resistere! Resistere! Resistere!». Proprio loro vorrebbero darci lezioni, coloro che, con i loro incessanti e brutali attacchi a Benedetto XVI, da parte dei cattolici o attraverso i media di regime, fughe di documenti, pressione finanziaria, distruggendogli tutto quello che faceva o non gli permettevano di fare, ciò che diceva o ciò che non diceva, lo hanno spinto a presentare le sue dimissioni. Non solo vogliono annientarci come hanno fatto con lui, ma vogliono che li ringraziamo per essere giustiziati, che troviamo divertente esser massacrati, e anche che ci scusiamo con loro per il fatto che il nostro sangue possa macchiare le loro vesti immacolate.
Ora, questi buoni apostoli hanno improvvisamente scoperto le virtù di «obbedienza» e «umiltà», predicano a noi il «rispetto» per Pietro, come se, affermando la verità - non facile da intendere, e in toni molto più miti nonché in maniera più equilibrata di quanto essi non abbiano mai fatto - venissimo meno a questa obbedienza e rispetto. Eppure è proprio a causa della nostra fede in Pietro e grazie alla nostra obbedienza incondizionata alla Chiesa e a tutta la sua tradizione che dobbiamo parlare come facciamo.
La verità è che hanno paura.
Vedo tre ragioni per questo.
- La prima ragione è che i conservatori hanno mostrato una capacità assolutamente straordinaria e inaspettata di adattamento ai nuovi media. La loro capacità di essere presenti, il loro desiderio di reagire, di commentare tempestivamente, per fornire analisi non appena gli eventi accadono, moltiplicata attraverso i blog, i siti web e tutto il mondo dei social media ... C'è da dire che il cattolicesimo tradizionale oggi, in tutte le sue forme e tendenze, è in parte il risultato della modernità e ... del Vaticano II. Questo Concilio ha voluto dare voce ai laici. E, per lo stupore dei custodi dello «spirito del Concilio», i laici hanno preso la parola! Non i laici clericalizzati dell'establishment liberale, ma i nuovi cattolici ortodossi. Dalla promozione dell'individualismo scaturita dai cambiamenti attuati nella Chiesa, sono stati in grado di trarre profitto in una maniera che gli artigiani e i partigiani di questi stessi cambiamenti non avrebbero mai potuto prevedere. Al tempo del Vaticano II, la rabbia dei liberali si è scatenata contro il cardinale Ottaviani, che sono riusciti a far fuori. Oggi, i liberali si trovano di fronte eserciti di piccoli Ottaviani in tutti i forum e media cattolici. E molti di loro sono abbastanza abili!
- La seconda ragione è che la fazione pro-Vaticano II sta invecchiando rapidamente e viene colpita da una emorragia di «laici impegnati», di laici clericalizzati divenuti «de-spiritualizzati», cioè scoraggiati e divenuti vittime dei costumi e delle pratiche correnti borghesi. C'è anche un considerevole numero di cattolici che Joseph Malègue - un romanziere francese apprezzato da Papa Francesco - chiama «la classe media della salvezza», i cattolici che praticano la loro religione in modo più o meno regolare, che non vanno a confessarsi, che organizzano la loro religione e il loro sistema di credenze cattoliche calibrate sulle tendenze liberali di pensiero e di azione nelle quali essi vivono. Queste sono le pecore senza pastori, perché la Chiesa attualmente al potere non interrompe affatto il loro letargo spirituale. (E non si pensi trattarsi di una tendenza che riguarda solo le nazioni «del nord», piuttosto il contrario: in America Latina, mentre quelli che sono spiritualmente impegnati e vibranti e celebrano i costumi della famiglia tradizionale non trovano posto e non sono accolti nella Chiesa e scelgono il pentecostalismo, la maggior parte di coloro che rimangono nominalmente cattolici sono proprio i membri di queste letargiche e disimpegnate «classi medie».)D'altra parte, il cattolicesimo «conservatore» rappresenta, in tutte le sue sfumature, tendenze, correnti, nuove comunità, comunità tradizionaliste, movimenti giovanili, gruppi di identità, seminari neo-classici, «nuovi sacerdoti», «suore con il velo», scuole e università decisamente cattoliche, che possiamo chiamare le «forze vive» della Chiesa di oggi. È vero ch'è un mondo estremamente diversificato, ma per cui, dai tradizionalisti da un lato ai conservatori moderati dall'altro, includendo quasi tutta Chiesa africana, il nuovo orientamento assunto da Roma nel marzo 2013 «non può essere inghiottito». Ebbene, questo è chiaramente il cattolicesimo di domani. È evidentemente minoritario, ma è una minoranza che non cessa di crescere, perché è l'unica che è veramente feconda di vocazioni (o anche feconda e basta).
- Questo secondo motivo, sottolineato dal dibattito pubblico offerto dal primo, chiarisce l'esistenza di uno «iato» tra una parte considerevole dell'attuale «establishment» cattolico e dell'«elite» di cardinali e vescovi da un lato e il «nuovo Cattolicesimo» dall'altro; una discrepanza sempre più evidente. L'errore fondamentale del pontificato di Benedetto XVI è stato quello di non aver ridotto questo divario attraverso nomine episcopali di peso (tranne, in parte, negli Stati Uniti). Qualunque sia l'interpretazione «profonda» che si può dare al pontificato attuale, è del tutto evidente che si sta allargando questa lacuna. Papa Francesco, con tutte le sue capacità di manovra, è un uomo di un'altra epoca. Ha commesso errori notevoli, come la vicenda dei Francescani dell'Immacolata e la presentazione al voto sinodale della indissolubilità del matrimonio, errori che hanno danneggiato la sua credibilità (in profondità) molto più di quanto sia potuta costare a Benedetto XVI la vicenda Williamson e Vatileaks.
Insomma: se i liberali mirano a riempire i conservatori di un complesso di colpa, sono essi stessi che si mostrano (colpevoli di assassinio morale come sono) ridotti a un atteggiamento molto difensivo. Non riusciranno a ridurre al silenzio coloro che agiscono attraverso la via della preghiera, di scritti, petizioni, dibattiti, proteste. E che lo fanno perché ispirati da Colui che è la Verità e la Giustizia. E chi sanno che il Cristo della beatitudine e della pace è lo stesso che ha cacciato i mercanti dal tempio.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Mic,
RispondiEliminascusate, ma mi sembra proprio assurdo, che con la città di Dio in fiamme, che Don Pio fa un discorso sulla politica ecclesiastica...
la crisi è molto più profondo...
la Rorate-Caeli sembra si fissa sulla politica ecclesiastica come fosse la verità non esiste, l'eresie non esistono...
è proprio vergognoso di non nominare la crisi reale, e mettersi in teatro per ballare la politica...
Romano
WONDERFOOL, BIUTIFOOL, MERAVIGLIOSO.
RispondiEliminaSolo che, seNZA dimenticare luci ed ombre di GP2 e di BXVI, farei notare come il parlare di "Cattolici ORTODOSSI", si presti all'equivoco. E' ovvio che non si sta parlando di Cattolici di rito bizantino, ma per evitare confusioni, avrei parlato di "Cattolici TRADIZIONALI" o "fedeli".
Romano,
RispondiEliminaanch'io, mentre scorrevo, ho avuto le stesse perplessità ed è un discorso da approfondire.
Mi chiedo infatti quanti dei vescovi, che oggi sono conservatori, perché effettivamente le fughe in avanti del sinodo gridano vendetta, siano disposti a riconoscere, nelle ambiguità e nei punti controversi da noi individuati nei documenti del concilio, le radici del problema e anche del clima progressista estremo attuale...
Credo che questo sia un problema da affrontare e questa è la carenza del testo di Rorate.
Resta il fatto che molte delle considerazioni sono condivisibli, ma servirà chiarir bene in cosa consisterebbe il cosiddetto "nuovo cattolicesimo"...
sottolineo la frase riportata in foto, nel fumetto con Baget Bozzo.
RispondiEliminaDi recente qualche sacerdote NO ha provato a sdoganarmi il vdr dicendo che la sua "riottosità" è solo per significare:
"non importa l'ortodossia, importa solo l'ortoprassi, Dio ci giudicherà sull'ortoprassi"
a parte che non è vero nulla: l'ortoprassi è tale perchè, come ovvio, discende da un retto posizionamento dell'uomo ravveduto davanti a Dio, e posto in un cammino di santificazione;
altrimenti non è ortoprassi;
e se manca il retto credere, l'opinione adeguata riguardo alle verità divine (ortodossia), non ne riceveremo la ricchezza trasformatrice e sbaglieremo prima atteggiamento, e facilmente di conseguenza gesti e atti (prassi non più orto, ma solo umani tentativi filantropici non rinati dall'alto).
Giusto per dare un altro segnale di: a che punto siamo...
Suppongo che ciascuno di noi a partire dalla primissima adolescenza e forse anche da prima sviluppi una problematica e delle istanze che lo accompagnano per tutta la vita.
RispondiEliminaNel caso della signora Guarini, mi sembra che il suo accenno alla frequentazione giovanile della splendida e grandiosa basilica di San Clemente spieghi molto del suo attaccamento all'immagine di una Chiesa come pregustazione del Regno Celeste, una "Ecclesia triumphans" ( nel senso più elevato, non in quello deteriore reso dall'aggettivo "trionfalistico" ).
Nel caso di papa Bergoglio mi sembra che su una religiosità infantile profondamente interiorizzata in famiglia ( dalla nonna! ) si siano innestate le istanze di giustizia sociale presenti nell'ambiente popolare sudamericano, alimentate e incentivate durante la sua giovinezza dalla svolta "giustizialistica" dei gesuiti in epoca arrupiana. E' possibile che esistesse effettivamente una borghesia in cui cattolicesimo praticante e perbenismo "inamidato" anche negli strati alti convergevano o addirittura coincidevano. Appunto quello che il VdR definisce "Cristianesimo da pasticceria" ( con tanto di "tè di beneficenza" ), ma in cui potevano formarsi anche personalità di "gentiluomini cattolici" come Plinio Correa De Oliveira e Roberto De Mattei, in perfetta corrispondenza con lo stile di Eugenio Pacelli, educato nel Collegio dei Nobili Ecclesiastici.
Vorrei obiettare che quello strato sociale non esiste quasi più per mancanza di ricambio generazionale; in particolare temo che i giovani frequentatori dei collegi prestigiosi come a Milano il Leone XIII, il San Carlo, il Gonzaga siano stati iscritti ( a prezzi salatissimi )con finalità che non hanno molto a che vedere con la religione.
Per cui mi rimane l'impressione che papa Bergoglio se la prenda, all'interno del mondo cattolico, con un avversario che non esiste quasi più. Da qui la tendenza a trasportare spessissimo e con una certa tendenziosità il commento dei brani evangelici sui temi della povertà, del falso perbenismo e del dottrinarismo irrigidito. Così Gerusalemme ai tempi di Gesù come una città di gente tranquilla e soddisfatta, (??? ): una ricostruzione per me quanto mai forzata.
Viceversa c'è da dire che la società occidentale soffre di una crisi di identità a cui si potrebbe e dovrebbe ovviare anche attingendo ai tesori pressoché inesauribili dell'IDENTITA' CATTOLICA ( penso non solo ai grandi Dottori, ma anche e soprattutto ai santi: benefattori, mistici, impegnati nel sociale non meno dei "preti da marciapiede" oggi portati alle stelle dai mass-media; penso al meraviglioso connubio fra Cristianesimo e arte, che si è sciolto quasi completamente dalla metà del '900 ).
In parole povere: c'è il problema della crisi economica, ma anche quello della CRISI IDENTITARIA. Eloquente il caso dei giovani occidentali che diventano talebani islamici.
Franco, concordo con te.
RispondiEliminaMa, come dicono gli iNglesi," when in Rome, do as Romnas do", cioe': ammesso e non concesso che in Argentina, o meglio a Baires, esistessero solo " cattolici da pasticceria" melle classi sociali piu' elevate, in Italia, acominciare da Roma, ed in Europa in genere, ma anche negli USA, ci sono stati e ci sono fior di cattolici fedeli alla Dottrian ed " impegnati nel sociale" ( dove mettiamo Don Bosco ?). Il problema non e' piu' ormai la contrapposizione tra poveri materialmente e ricchi materialmente, ma tra "poveri in Ispirito", ormai una massa, e " ricchi in ispirito", ormai un gruppo sparuto.
Di questo dovrebbe preoccuparsi il Papa, come facevano comunque GPII e BXVI, lasciando da parte le loro esperienze vescovili a Cracovia e Monaco.
Roma e' " umbilicus mundi", non Baires.
Rr
Franco,
RispondiEliminaNel caso della signora Guarini, mi sembra che il suo accenno alla frequentazione giovanile della splendida e grandiosa basilica di San Clemente spieghi molto del suo attaccamento all'immagine di una Chiesa come pregustazione del Regno Celeste, una "Ecclesia triumphans" ( nel senso più elevato, non in quello deteriore reso dall'aggettivo "trionfalistico" ).
Si da il caso che la Signora Guarini, quello splendore profondamente interiorizzato (omnia mea mecum porto) se lo sia dovuto portare in periferia e lì abbia visto e toccato con mano, senza rimanere indifferente, situazioni da terzo mondo, nei confronti delle quali si è rimboccata le maniche e abbia fatto esperienze che hanno lasciato tracce profonde. Lì di triumphans c'era solo la povertà morale e materiale (compresa droga e AIDS). Oggi quel degrado è stato spostato in un'altra periferia. Sarebbe lungo parlarne.
Mi chiedo tuttavia, per rispondere a Franco a proposito della situazione inversa, se una persona di fede e a maggior ragione un pastore o comunque un uomo di Dio non debba aver fatto un percorso che sublimi certe impronte ereditarie e, in ogni caso, un vescovo e a maggior ragione un papa non debbano 'universalizzare' la loro formazione periferica, che può essere un punto di partenza ma non il punto d'arrivo, a quei livelli...
E, se anche c'è uno strato sociale che non esiste più, i valori cristiani di un mondo rurale (va beh che non esiste più neanche quello) com'erano universalizzati da papi precedenti... E comunque i valori cristiani presenti spesso naturalmente nelle persone più semplici, dovrebbero essere attinti alla fonte, cioè all'insegnamento della Chiesa e ai sacramenti. Il problema è che sono imbastarditi anche quelli...
Custodiamo, amici miei, insieme ai nostri sacerdoti, che non sarà inutile. I semi saranno di nuovo gettati e germoglieranno.
In Ogni caso, Franco, la Chiesa "triumphans" non è quella terrena, mentre il trionfalismo (del resto tu stesso lo intuisci) non ha niente a che vedere con lo splendore e la Bellezza interiorizzate nei luoghi di preghiera (anche quelli più semplici e sperduti) e nei Riti nei quali è l'Eterno che irrompe per salvarci e trasformarci da e in qualunque situazione. E Colui che trionfa in realtà è il Signore nelle singole vite e nelle relazioni che intrecciano nelle porzioni di 'mondo' che incontrano. E chissà che non ci avanzi dell'altro che misteriosamente raggiunge rive più lontane!
RispondiEliminaIl problema è che si è perso l'aggancio al Soprannaturale ed è del Signore e di ciò che ha fatto e fa continuamente fa per noi che non si parla più oppure se ne parla obliterando i fondamentali...
Esatto. Manca il soprannaturale e dall epoca di Costantino Cesare e Dio si sono mischiati. Il regno previsto da Paolo (1ts) non e' venuto, e nella chiesa mancano coloro che Dio confermi che credono (imporranno le mani ai malati e questi guariranno). Francesco e' un umanista quanto Benedetto e' un moralista. Ma, Gesu, dov'e'?
EliminaIn parole povere: c'è il problema della crisi economica, ma anche quello della CRISI IDENTITARIA. Eloquente il caso dei giovani occidentali che diventano talebani islamici.
RispondiEliminaE' una crisi morale e materiale, che ha le sue radici nella crisi spirituale. Risolta questa, verrebbero messe all'angolo le forze che governano questo mondo e che ora sono scatenate.
@ M. Guarini. Prendo atto con rammarico di aver fatto un discorso incompleto, tale da prestarsi all'equivoco, e anche in maniera urtante. L'immagine della Gerusalemme Celeste offerta dalle cattedrali non contraddice affatto l'impegno nelle periferie, materiali o esistenziali che siano, anzi può incentivarlo grandemente. Non mi sarei mai permesso di indicare in lei una "cristiana da pasticceria. Basta pensare al suo impegno per questo blog. Il card. Ottaviani, "carabiniere di Dio", veniva dal popolo e dedicava molto tempo a una sua attività benefica a favore di giovani disagiati.
RispondiEliminaVolevo dire che anche il discorso sulla povertà, monetaria o estetica, non può essere svolto in modo semplicistico ed esclusivo. Anche la bellezza artistica e cerimoniale può elevare spiritualmente i poveri e e spingere a rimboccarsi le maniche per i poveri, anche senza strombazzarlo. Don Bosco volle una chiesa di Maria Ausiliatrice assolutamente grandiosa.
Sono d'accordo sull'idea che quando si occupano posizioni elevate occorre liberarsi da certi condizionamenti iniziali e da ogni tipo di visione monocorde.
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Sono d'accordo sull'idea che quando si occupano posizioni elevate occorre liberarsi da certi condizionamenti iniziali e da ogni tipo di visione monocorde.
RispondiEliminaPurtroppo è quello che sembra non sia successo al papa attuale... A meno che non ci sia una determinazione voluta, come sostengono in diversi.
Io, francamente, non so trarre conclusioni, ma vedo fatti e risultati e parlo su quelli.
Grazie per le precisazioni. Sono discorsi complessi che possono avere diversi livelli di lettura. Noi cogliamo dei frammenti; ma mi pare che alla fine riescono ad essere significativi.
Ottimo articolo, quello dei piccoli Ottaviani è brillante.
RispondiEliminaSolo un errore di prospettiva, quasi universale in tutto il "Nord", circa il pentecostalismo in America Latina. Si tratta della più grande operazione di scristianizzazione della storia, per lo meno dai tempi del trionfo dei mussulmani nell'Oriente Medio e Nord africano. È un tsunami di soldi, amministrato da professionisti di altissima classe, un carpet bombing mediatico insieme a una diffusione capilare in tutti i più lontani vicoli delle più piccole cittadine.
E proprio il primo papa sudamericano non dice assolutamente niente sul problema.
----- Original Message -----
RispondiEliminaFrom: "Rafminimi"
Sent: Tuesday, November 25, 2014 1:06 AM
Subject: Cosi' parla un vero successore degli Apostoli.
"Se volete parlare di poveri, qui dentro io solo posso parlare, perchè sono
stato 25 anni nella nera miseria in una galera comunista. Ma ai poveri, che
hanno già poco pane, volete ancora togliere le espressioni dell'arte, della
musica, della bellezza? Anche quello? Non sapete che ne hanno più bisogno di
quelli che stanno bene?"
(cardinale Josip Slipyj Patriarca della Chiesa Cattolica Ucraina, discorso
al sinodo dei vescovi del 1971).
RispondiElimina"Povero" può significare tante cose e spesso viene usato in modo strumentale per indicare tante realtà che non sempre coincidono.Perché per fare un esempio è vero che chi, lavorando onestamente , guadagna 700/800 euro al mese e non ha altre fonti di guadagno, è un povero ma è pur vero che costui non ha nulla a che spartire col drogato,il barbone ed il nullafacente.Le nostre città da qualche anno sono invase da poveri da operetta ,italiani e stranieri che passano il loro tempo a chiedere soldi ai passanti ed a ubriacarsi. A mezzogiorno ed a sera se non stanno dormendo in preda ai fumi dell'alcol, si trascinano alle mense della Caritas dove possono mangiare gratuitamente. Se questi sono i poveri tanto cari al Papa ed al suo segretario stiamo freschi.Il Papa e tanti porporati quando parlano di povertà ne parlano alla maniera dei marxisti ,per i quali se uno è povero è sempre per colpa di qualche altro.Bobo
Ottimo articolo e ottima lettura degli eventi. La politica ecclesiastica non sarà decisiva per la salvezza , ma è decisiva per capire il momento storico e le ragioni di certe scelte. Spesso questo aspetto è stato trascurato dai tradizionalisti che hanno preferito volare alto su teorie strane. Invece i "conformisti" nel corso del pontificato precedente hanno dimostrato di razzolare con tutti i mezzi anche i più meschini.
RispondiEliminaCerto che molti ambienti hanno paura.
RispondiEliminaOrmai è evidente, c’è una Chiesa “della diaspora”, dispersa poiché colpita nei suoi pastori, pochi infatti sono sopravvissuti all’indottrinamento conciliare e modernista, ma fermamente ancorata alla Sacra Tradizione, alla sua Messa ed ai suoi insegnamenti.
E c’è la Chiesa ufficiale, quella usurpata da persone che non conoscono più la vera dottrina cattolica (il recente sinodo ne è stato la dimostrazione più evidente), nata e cresciuta con il Concilio dopo una lunga e travagliata gestazione durata decenni. Essa si rifà al Novus Ordo, che è un rito in continuo divenire come le idee che questa "chiesa" propugna.
E tra questi due gruppi, come è capitato spesso nella storia, c’è la palude. Gente che va di qua e di là senza grandi ideali e senza molte convinzioni, spesso guidata dal pacifico convivere e dotata, questo sì, di grande ingenuità: il NO va bene però vi sono abusi, la dottrina nuova è in continuità con quella di sempre senza però darne dimostrazione, il mondo è comunque cambiato ed è giusto adeguarvisi ; in fin dei conti il Signore ci ha dato la terra per goderne i frutti e la felicità…
Ma è sempre più evidente che non è sui compromessi che si ricostruirà la Chiesa e in questa ottica anche coloro che stanno coi piedi in due scarpe prima o poi dovranno decidersi. È questo che dà fastidio a tanti normalisti e conservatori (che io distinguo da coloro che sono legati alla Tradizione).
@ viandante
RispondiEliminaHanno paura (certi ambienti) più che altro perchè non riescono più ad avere il controllo assoluto delle informazioni da trasmettere alla gente. Per molti anni hanno potuto soffocare e reprimere qualsiasi teoria che non fosse conforme alle idee del conciliarismo militante e del sessantotto; ora non riescono più. Vedasi la vicenda del libro di Socci e il comportamento delle paoline. Grazie alla tecnologia, la Tradizione della Chiesa è potuta riemergere ed è arrivata alla conoscenza delle persone più "pericolose" per loro: i giovani. Vedendo che a molti non possono e non riescono a lobotomizzare il cervello con le loro idee sinistre, i progressisti sono diventati più cattivi e aggressivi. Benedetto XVI incarnava in se stesso la bontà della Tradizione, per questo è stato attaccato e calunniato dal regime progressista. Che adesso questa gente venga a fare la morale dopo quello che ha combinato, beh mi sembra coerente con l'ipocrisia di fondo che la guida.
aprile 2012
RispondiElimina(un anno prima dell'abdicazione)
.a Madonna mostrò a a Giuseppe Auricchia i terribili eventi poi accaduti:
Avola, 9 Aprile 2010 Giuseppe Auricchia: "A queste parole la Santa Vergine mi mostra la piazza e la basilica di S. Pietro e poi una stanza dove il santo Padre Benedetto XVI accasciato, era seduto su una poltrona. Egli sembra molto malato e preoccupato, mentre due prelati, vestiti di porpora rossa con i cappelli rotondi in testa, dopo essere entrati, portano un documento e cercano dì farlo firmare al Papa. Quel documento il Papa non lo firma. La Vergine Santa mi spiega:"
Ma è sempre più evidente che non è sui compromessi che si ricostruirà la Chiesa e in questa ottica anche coloro che stanno coi piedi in due scarpe prima o poi dovranno decidersi. È questo che dà fastidio a tanti normalisti e conservatori (che io distinguo da coloro che sono legati alla Tradizione).
RispondiEliminaQuesta è una delle facce della situazione molto problematica e che andrebbe ben chiarita. Perché ci sono molti "conservatori" che stanno aprendo gli occhi sulle derive ormai fin troppo evidenti e non più eludibili, ma non riescono a riconoscere che le radici di ciò che è avanzato strisciando e che ora sta esplodendo sono nelle ambiguità e nei punti di rottura (sostanzialmente nella rivoluzione antropocentrica) presenti nei documenti conciliari e dunque frutto del concilio.
Ma chi azzardasse a riconoscerlo oggi è bollato a fuoco e si tronca ogni discussione...
Articolo condivisibile ma forse non si tiene mai troppo in conto che questo è un momento storico particolare. E' in atto una accelerazione della storia, gli eventi si susseguiranno a sempre maggiore velocità. Io credo che Benedetto, come Giovanni Paolo ne fossero consapevoli...
RispondiElimina("Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando".
Rilevo solo che andati nei posti di comando stanno dimostrando una completa inettitudine..
Una cosa è certa, la Chiesa fondata da Cristo non crollerà mai, una chiesa che tenda ad "umanizzarsi" ad ammiccare al mondo (comprese le false rivoluzioni studiate a tavolino) ed ad ingraziarsi i potenti avrà lo stesso identico destino di qualunque istituzione umana nella storia.. (solo Cristo è la nostra certezza e non pensiamo che un mondo del genere possa durare a lungo, le nostre piccole certezze e comodità possono svanire in un attimo...)
le schiere alla fine saranno due ed è probabile che andranno anche oltre i cattolici (depositari comunque della Verità) ma attraverseranno anche tutti i popoli e nazioni (la Dominus Iesus non è stata scritta a caso)
Saldi nella fede e fiducia nel Signore, di sicuro non ci abbandonerà!
http://www.chapellenotredamedelamedaillemiraculeuse.com/it/d__La_medaglia.asp
http://www.preghiereagesuemaria.it/la%20medaglia%20miracolosa.htm
Condivido Maria,
RispondiEliminacomunque il rito del NO prosegue nel suo degrado (spero mi si permetta il termine). In questi 50 anni c'è stata una evoluzione graduale ma continua verso un modo di celebrare la Messa che i nostri nonni mai e poi mai si sarebbero sognati.
Per fortuna si è cambiato il rito così che il VO è rimasto intatto!
Pensiamo che situazione ancor più confusa sarebbe stata se si fosse adattato e modificato gradualmente il rito allora esistente: ora sarebbe ancora più difficile il discernimento e non avremmo più un punto di riferimento chiaro.
Quindi, grazie a Dio sappiamo che la Messa di sempre è quella e da lì non si scappa.
Prima o poi i cuori sinceri lo capiranno, per gli altri, preghiamo...
Evidentemente ho accennato primariamente alla Messa perché i cambiamenti intervenuti in campo liturgico erano il riflesso degli intendimenti dei novatori e la chiave per introdurre cambiamenti anche in ambito dottrinale, pastorale ecc.
RispondiEliminaPer questo la Messa di sempre é centrale nella crisi attuale.
epurator fanzaga sembra abbia colpito ancora..
RispondiEliminaHa silurato Gianpaolo Barra de Il Timone che aveva uno spazio su Radio Maria
L'anonimo notturno quì sopra (h: 1.06) é evidentemente un evangelico! Francesco é effettivamente un umanista purtroppo, perché non radica la carità che propina nella fede in Cristo.. o se tenta di farlo, il nesso logico a cui vuol richiamarsi, appare come una forzatura!
RispondiEliminaMa Benedetto lei lo ha mai letto o esprime il suo giudizio solo sulla base dell'unica cosa che la società laica é riuscita a cogliere di questo grande Papa? Cioé ciò che ai vostri occhi appare come vuoto moralismo?! Si legga la poderosa produzione teologica di Ratzinger e poi ritorni a scrivere quanto ha detto di lui.. magari riscoprirà che ciò che lei e il laicismo fazioso chiamate "moralismo" é in realtà vera carità cristina, quella cioé fondata sulla Verità di Cristo!
http://www.gris-imola.it/new_age/new_age.php
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