Vi è un patto tra il mondo ed i frati
I frati si obbligano a dare al mondo il buon esempio
ed il mondo a provvedere alle loro necessità.
Se rompendo i patti, i frati ritireranno da parte loro il buon esempio,
il mondo per giusto castigo ritrarrà la mano.
(san Francesco d’Assisi)
È famoso il pensiero di san Tommaso sull’insegnamento della logica. Di per sé, dice il Dottore Angelico, le materie si insegnano dalle più facili alle più difficili. La logica però, pur non essendo facile, deve essere insegnata per prima, perché senza di essa non si può imparare nient’altro. La logica costituisce dunque un fondamento per le altre materie filosofiche e teologiche, anche se più importanti.
Dall’altro lato, scriveva il pensatore spagnolo Donoso Cortés, l’uomo caduto ama l’assurdo: lo ama, perché ne è il creatore e solo riguardo ad esso si può sentire creatore. L’assurdo, contrario alla logica, è di origine umana, è un universo creato dall’uomo. Un universo pazzesco, terribile, malato: ma suo, e perciò amato con una sorte d’amore paterno.
Non so se è quello il motivo per il quale p. Fidenzio Volpi, commissario dei francescani dell’Immacolata, ha cominciato il suo governo decidendo di esiliare il professore di logica del seminario dell’istituto, chiuso poco dopo. Di sicuro il commissario ha voluto porre al suo fianco un rappresentante di un’altra scienza, divenuta ultimamente fondamentale: la comunicazione sociale. E non qualsiasi comunicazione sociale, ma quella alla scuola dei preziosi suggerimenti contenuti ne “L’eristica” di Schopenhauer, oppure nella pratica quotidiana di tanti portavoce di governi e partiti in tutto il mondo. Per lo più, i sostenitori del commissariamento sembrano ispirarsi anche alle indicazioni di Voltaire (“Calunniate, calunniate qualche cosa resterà”), se non addirittura alla scuola sovietica della comunicazione sociale, con lo stesso “geniale linguista” a capo (come ho potuto verificare nel caso del termine “criptolefevriani”), oppure a quella più maccheronica del Minculpop fascista.
Comunque sia, è indubitabile il notevole superamento della logica in mezzo allo zelo della comunicazione sociale nell’ambiente del commissario. Solo con un tale superamento si possono spiegare alcuni comportamenti dei suoi partigiani. Per esempio, riescono ad accusare il terribile e peccaminoso governo del fondatore, p. Manelli, di tenere sotto controllo “tutto”, e poi… vantarsi nello stesso articolo di tenere loro stessi sotto controllo perfino gli ex-membri dell’istituto, usciti da esso legalmente parecchi mesi fa. Tenere sotto controllo fino al punto di saper (o almeno presumere di saperlo) dove essi stanno e come si vestono (in grigio, precisando, con adeguata terminologia automobilistica, “grigio canna di fucile”).
Un altro caso, dal punto di vista logico ancora più interessante, di superamento degli antichi pregiudizi (il principio di non-contraddizione incluso), sono le continue lamentele (ufficiali, semi-ufficiali e non-ufficiali) riguardo alla presunta ingiusta sottrazione dei beni materiali dell’istituto compiuta dalle associazioni dei suoi (ex) benefattori.
Sostanzialmente, o [aut] il partito ha ragione, o [aut] non l’ha. Ora, analizziamo tutti e due casi.
- Il partito ha ragione. Grazie al benedetto servizio comunicativo svolto dai collaboratori del commissario, gli ex-benefattori di FI possono scoprire che cosa per anni ed anni sostenevano con le loro offerte. Si tratta di un’opera basata su (mettiamo alcune delle accuse in ordine alfabetico): autoreferenzialità, autoritarismo, criptolefevrismo, de Mattei, disobbedienza, dittatura, eresia, frode, furto, gioacchinismo, Gherardini, inferno, inganno, latino, manipolazione, menzogna, miscredenza, monasticismo, negazione del concilio, oppressione, pelagianesimo, persecuzione, ribellione, scisma, sedevacantismo, suore, terrore reverenziale, tradizionalismo, Trento, volontarismo. Ora, dopo una tale scoperta, che cosa c’è di strano che uno non vuole più sostenere un istituto del genere?
- Il partito non ha ragione. Allora che cosa c’è di strano che uno non vuole sostenere materialmente un istituto guidato da chi, dopo aver distrutto tutte le opere dei fondatori, adesso altro non fa se non accusarli falsamente di autoreferenzialità, autoritarismo, criptolefevrismo, e così via, fino al volontarismo?
La conclusione e le sue conseguenze sono chiare. Ma da dove viene quell’interesse così attento ai beni altrui, come pure a come gli altri si vestono e dove vivono? Dal desiderio di beni materiali? Dall’odio e invidia? Ma non crediamo che gli impulsi siano così bassi.
Si tratta di un amore molto più degno, amore paterno. All’assurdo.
Vittorio Spazevic
“Fidenzio Volpi, Commissario dei Francescani dell’Immacolata”.
RispondiEliminaC’était, jusqu’à présent, ce qu’on pouvait lire sur sa carte de visite.
Mais, dans une lettre récente, il se donne à lui-même le titre, un tantinet pompeux, de “Moderatore Supremo”…
Il ne cesse donc de monter dans sa propre estime, sans cesser pour autant de descendre dans la nôtre.
Quelles seront les prochaines évolutions du phénomène ?
Il est difficile de le prévoir.
Le mieux est sans doute de laisser ce baromètre d'un genre spécial se dérégler tout seul.
RispondiEliminaLa photo des deux compères en train de se congratuler de l'absurde destruction des Franciscains et des Franciscaines de l’Immaculée aurait sans doute retenu Goya, contemporain de Donoso Cortés. Il en aurait peut-être tiré l’inspiration d’une planche supplémentaire pour sa fameuse série des “Caprichos”, sous l’épigraphe bien connue : “El sueño de la razón produce monstruos” — Le sommeil de la raison produit des monstres.
A vedere dalla foto i due sono proprio anche fisicamente espressione della "chiesa dei poveri, dei bisognosi e degli affamati"...
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