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lunedì 23 febbraio 2015

Piero Vassallo. San Tommaso e l'Islam

Piero Vassallo: Dedicato agli allucinati dal chiar di mezzaluna e a quanti leviter credunt aut iudicant [qui]

Le roventi minacce rivolte dagli islamici all’Italia e al ministro degli esteri Paolo Gentiloni rivelano finalmente l’insostenibile leggerezza dell’ecumenismo interreligioso, una chimera destinata a sopravvivere soltanto nelle elucubrazioni di Enzo Bianchi e Alberto Melloni, i continuatori dell’opera confusionaria di Giuseppe Dossetti e Giuseppe Alberigo.

La teologia verbosa e gongolante messa in circolazione da banditori carismatici intesi a celebrare le loro macchinose e avventizie novità è stata peraltro già confutata dal decreto Dominus Jesus del 6 agosto 2000: “con l’espressione subsistit il Concilio Vaticano II … volle affermare che la Chiesa di Cristo, malgrado le divisioni dei cristiani, continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa cattolica”.

In altre parole: i gesti ecumenici del Vaticano aperturista cadono, come stelle filanti in un teologico carnevale, ai piedi della verità indeclinabile, che è minacciata apertamente dal furore islamico.

 Ecumenismo interreligioso addio. Il dolce e pio sale del buonismo non è più in grado di attribuire un amichevole sapore alla falsa religione di Maometto.

Un redivivo Amleto oggi direbbe: ecumenismo il tuo nome è von Sacher-Masoch.

Tradotto dal compianto padre Ceslao Pera o. p., il brano del Dottore comune, estratto dal Liber de Veritate catholicae fidei (I, 6, 41g) è riproposto alla lettura degli ultrà ecumenici, che rifiutano di misurare le distanze abissali tra la fede cristiana e il minaccioso errore islamista.

La lettura del testo tomasiano è specialmente raccomandata al raggio di mezzaluna, l’ecumenico professore Franco Cardini, guida dei cammellieri sull’asfalto e pastore dei rinoceronti al galoppo ecumenico tra la destra estinta e la sinistra allegramente bancaria.

Afferma San Tommaso d’Aquino: “Coloro i quali introdussero partiti basati su dottrine erronee, procedettero per una via contraria a quella seguita dal magistero divino, come è evidente in Maometto, il quale attirò i popoli con la promessa di piaceri carnali, alla cui bramosia istiga la sensibilità inferiore. Egli dette precetti conformi alle promesse, accondiscendendo alla voluttà carnale; ai quali precetti è ovvio che si obbedisca da uomini carnali. Né produsse documenti di verità, se non quelli che facilmente possono essere conosciuti da ognuno mediocremente sapiente, per naturale ingegno; che anzi le verità che insegnò, le mescolò con molte favole e falsissime dottrine. Non usò segni, fatti soprannaturalmente, coi quali, solo, si rende testimonianza alla divina ispirazione, mentre l’operazione visibile, che non può essere se non divina, mostra il dottore di verità, come spiritualmente ispirato, ma disse di essere mandato in potenza di armi: segni questi che non mancano anche ai ladroni e ai tiranni. Né, da principio, gli credettero uomini sapienti nelle cose di Dio, esperimentati nelle cosa divine e umane, bensì uomini bestiali del deserto, affatto ignoranti di ogni divina dottrina, per mezzo dei quali, con la violenza delle armi, costrinse gli altri alla sua legge. Nessun oracolo dei precedenti profeti, rappresentanti autentici del Magistero divino, gli rende testimonianza, che anzi deprava quasi tutti i documenti del Vecchio e del Nuovo Testamento, con favoloso racconto, come è evidente a chi dia una scorsa al Korano; perciò con astuto consiglio non lasciò leggere ai suoi seguaci i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento affinché, per mezzo loro, non fosse accusato di falsità. Così è evidente che coloro, i quali prestano fede alle sue parole, credono con  leggerezza – leviter credunt”.

 I giudizi di San Tommaso furono in seguito confermati da un dotto e intrepido domenicano, Ricoldo da Montecroce (1243-1320) il quale si era recato in Oriente con l’intento di evangelizzare gli islamici [1].

 Convinto della buona fede dei maomettani, il domenicano tentò di avviare con loro un dialogo costruttivo, ma fu tosto deluso dalla reazione acrimoniosa e feroce dei suoi interlocutori.

 Fece allora un passo indietro ed approfondì lo studio della lingua araba e la conoscenza del Corano, giungendo presto a conclusioni opposte a quelle buoniste/ottimiste nutrite all’inizio della sua infelice avventura ecumenica.

 Ritornato a Firenze nel 1300, dopo dodici anni di tormentati viaggi nelle terre invase, che lo convinsero dell’impossibilità del dialogo con i maomettani, sviluppò le tesi dell’Aquinate e scrisse un fondamentale saggio sui Saraceni.

 Nel testo sono elencate “le quattro categorie di persone che aderiscono all’errore di Maometto: La prima  è quella di coloro che sono divenuti Saraceni in forza della spada, e che ora, riconoscendo il loro errore, ritornerebbero sui loro passi, se non avessero paura. La seconda è rappresentata da quelli che furono adescati dal diavolo e finirono per credere vere le menzogne. La terza è quella di coloro che non vogliono abbandonare l’errore dei loro genitori, e dicono di attenersi ai loro padri dai quali invece discordano per il fatto che al posto dell’idolatria hanno scelto la setta di Maometto. La quarta è quella di coloro che per il gran numero di donne concesse e per le altre licenze preferirono questo errore all’eternità del secolo futuro

 Di seguito Ricoldo elenca le cause dell’impossibilità del dialogo con i maomettani, ad esempio la favola che “Mosé e i Profeti hanno profetato su Maometto” ipotesi sostenuta dalla voce secondo la quale “i Giudei avrebbero corrotto le Leggi di Mosé e i Profeti, i Cristiani il Vangelo“. Informazione in certo modo smentita da Maometto, il quale, come si legge nel Corano, suggerì ai suo seguaci di chiedere consiglio a “coloro che prima di voi hanno letto il Libro … dunque al tempo di Maometto i libri dei Giudei e dei Cristiani non erano corrotti e non è possibile dire che lo furono in seguito”.

 Contraddittori e ridicoli sono altresì numerosi passi del Corano, ad esempio quello in cui si afferma che i Giudei e i Cristiani si salveranno e di seguito “nessuno si salverà se non coloro che sono nella legge dei Saraceni”, e quello in cui si ingiunge ai fedeli di usare soltanto parole miti con gli infedeli e più avanti “ordina di uccidere e di depredare coloro che non credono“.

 L’analisi del Corano dimostra infine l’incompatibilità di fede e ragione in corsa nei testi maomettani, un vulnus che ha giustificato la devastante teoria di Averroé intorno alle due verità, quella dei filosofi e quella dei religiosi.

Non è peraltro fondata l’opinione secondo cui i giudizi di San Tommaso e di Ricoldo, oggi sarebbero superati dalla teologia volante, con la funambolica opinione di Karl Rahner, squillante tra le righe infelici del Vaticano II e indirizzata all’immaginaria folla dei cristiani anonimi”.

 Ovviamente l’uomo non può conoscere il giudizio di Dio. L’esortazione dell’Alighieri, “non creda donna Berta e ser Martino per vedere un furare, altro offerere vederli dentro al consiglio divino; ché quel può surgere e quel può cadere (Par., XIII, 118 ss), segna il limite della conoscenza umana.

 Se non che l’impossibilità e l’illiceità del giudizio ultimo non indeboliscono il giudizio teologico al quale ci obbliga il Decalogo: non avrai altro Dio all’infuori di me. E la nozione maomettana di “dio” è totalmente, irreparabilmente all’infuori della verità di Dio.

Negli anni Novanta, Fabrizio Gualco, un sagace studioso formato alla scuola di Pier Paolo Ottonello, dopo aver dimostrato che “la Bibbia non è il Corano e il Dio biblico non è il Dio coranico”, ha citato un testo di Karol Wojtyla, che dissolve il dubbio suscitato dall’incauto bacio sul Corano: “Chiunque conoscendo l’Antico e il Nuovo Testamento, legga il Corano vede con chiarezza il processo di riduzione  della  Divina  Rivelazione  che  in  esso  è compiuto” [2].

 Benedetto XVI dal suo canto ha citato Emanuele II Paleologo, il quale dopo aver accusato di ateismo il suo interlocutore maomettano [3], gli rinfacciava di non poter immaginare “qualcosa di peggiore e assolutamente disumano, di ciò che egli [Maometto] fa prescrivendo che attraverso la spada  si faccia largo quella fede che lui stesso proclamò. Credo che occorra esprimerlo nel modo più chiaro possibile. Di tre cose una ha costretto con la forza che avvenisse: o che si avvicinassero alla legge gli uomini di ogni angolo della terra, o che pagassero tributi e che svolgessero inoltre le attività degli schiavi o che, senza fare nessuna di queste due cose, venissero loro mozzate le teste con la spada, ed è questa, invero, la cosa più assurda. Perché? Dal momento che Dio non sa gioire delle stragi e il non agire secondo ragione è alieno da Dio. ” [4].

 L’imperatore bizantino concludeva, pertanto, che la dottrina islamica è in conflitto con la ragione oltre che con la misericordia: “Ciò che tu dici per poco non si spinge oltre l’irrazionalità”.

 Di qui l’obiezione che l’imperatore rivolge al persiano “La fede è frutto dell’anima e non del corpo, e a chi conduce verso la fede occorre una lingua virtuosa e un retto pensiero, non la violenza, non la minaccia, non l’azzannare e il terrorizzare”.

 Quando il Paleologo rivolgeva queste parole all’interlocutore islamico Bisanzio era sotto lo schiaffo dei turchi, che avevano ridotto l’impero a poche, aride strisce di terra. Tuttavia il fondato timore della feroce ritorsione turca non forzò l’imperatore a contorcersi nell’auto censura. Il testo del Paleologo, infatti, smentisce le stucchevoli leggende intorno alle contorsioni del pensiero bizantino e dimostra che i bizantinismi abitano altre regioni dello spirito.

 Davanti all’incombente aggressività islamica, la Cristianità contemporanea ha elaborato una debole strategia, che è purtroppo condivisa e applaudita dai (numerosi e influenti) teologi ammaliati dal falso ecumenismo.

 Monsignor Rino Fisichella ha indicato la via da percorrere senza esitazioni: “Ragione e fede devono riprendere inevitabilmente il loro cammino comune. Benedetto XVI, a più riprese, ha ribadito che questa strada  non solo permette al cristianesimo di essere fecondo nella via dell’evangelizzazione, ma consente anche ai non credenti di accogliere il messaggio di Gesù Cristo come ipotesi carica di senso e decisiva per l’esistenza” [5].

 Anche Monsignor Brandmüller, in un articolo pubblicato nella rivista “La fiaccola”, rivendica la verità storica, che il buonismo mediatico vorrebbe affondare nella melassa: “Mentre il Cristianesimo si è diffuso nei primi tre secoli, nonostante le persecuzioni e il martirio, in contrapposizione per molti aspetti al dominio romano – e comunque introducendo una netta separazione della sfera spirituale da quella politica – l’islam si è imposto con la forza di una dominazione politica”.

 Da questo rilievo discende un giudizio sulla jihad islamica opposto alle opinioni diffuse dagli intellettuali militanti sotto la bandiera bianca: “L’uso del termine jihad nella tradizione islamica – compreso quello che ne viene fatto oggi – è sostanzialmente univoco e indica la guerra in nome di Dio per difendere l’islam, un obbligo per i musulmani maschi adulti. Ci sostiene dunque che l’accezione di jihad come guerra santa costituisce una sorta di deviazione dalla vera tradizione islamica non dice la verità. La storia mostra purtroppo come la violenza abbia caratterizzato l’islamismo fin dalle origini, e come sia stato lo stesso Maometto a organizzare e a condurre sistematicamente le razzie nei confronti delle tribù che non volevano convertirsi e accettare il suo dominio”.

 Anche la rappresentazione dell’islam mite e tollerante nei confronti dei popoli del Libro (ebrei e cristiani), ai quali sarebbe consentito il tranquillo esercizio del culto, è risolutamente contestata da Brandmüller: “Nella realtà la situazione era molto meno idilliaca: cristiani ed ebrei potevano sopravvivere solo se accettavano il dominio politico musulmano e una situazione umiliante, aggravata dall’obbligo di pagare imposte sempre più pesanti”.

 Quanto alla sharia, Brandmüller dimostra che il suo fondamento è la triplice ineguaglianza: tra uomo e donna, tra maomettano e non maomettano, tra libero e schiavo: “La differenza più forte tra cristianesimo e islamismo è a proposito di un tema centrale come la concezione dell’essere umano. Lo dimostra il fatto che molti paesi islamici non hanno accettato la dichiarazione dei diritti dell’uomo promulgata dalle Nazioni Unite nel 1948, o l’hanno fatto con la riserva di escludere le norme che contravvenivano alla legge coranica, cioè tutte”.

 Il realistico ritratto dell’islam, il cui vertice speculativo è rappresentato dai tagliatori di teste, avvalora la tesi sulla scarsa consistenza del c. d. “islam moderato”. Tesi accreditata da un autorevole esponente dell’Istituto Affari Internazionali, Mario Arpino.

 Nel volume “Cento opinioni Sulla pace e sulla guerra dopo l’11 settembre”, edito da Mursia, Arpino attesta infatti che gli islamici, da lui incontrati nelle conferenze internazionali, ritengono che il termine “moderato” sia un’offesa per i veri seguaci di Maometto. Moderato, dunque, significa non più islamico.

 Di seguito, Arpino rivela che, durante gli incontri con gli occidentali,  i moderati ripetono continuamente che “L’islam politico dei terroristi è deviazione dalla vera interpretazione moderna, che esiste”. Ma aggiunge immediatamente che “essendo l’ambiente degli incontri per lo più laico, non sono rimasto del tutto convinto che ciò sia davvero il sentimento comune”.

 C’è da augurarsi che il giudizio dei teologi medievali e le chiare puntualizzazioni di Brandmüller e di Arpino, destino nelle autorità religiose e politiche una più realistica e allarmata considerazione dei problemi posti dalla strisciante invasione islamica. Dio vuole che l’uomo viva e si salvi, non che rimanga nell’errore e che in esso sia in qualche modo confermato da incauti e sbiaditi testimoni della verità cristiana.
________________________
[1] Il testo di padre Ricoldo è stato pubblicato nel 1992 da Nardini editore in Firenze. Il curatore e commentatore dell’opera, Giuseppe Rizzardi, nutrito di opinioni largamente “ecumeniche”, tentò  di correggere i giudizi dell’intransigente padre Ricoldo, senza peraltro ottenere risultati significativi.
[2] Cfr.: “Assisi: una preghiera, due modi d’intendere Dio (e l’uomo)”, in “Ragion politica”, 8 Ottobre 2004.
[3] Cfr.: Emanuele II Paleologo, “Dialogo con un persiano”, prefazione di Rino Fisichella, Introduzione, traduzione e note a cura di Francesco Colafemmina, Rubettino, Soveria Mannelli 2007, pag. 44.  
[4] “Dialogo con un persiano”, op. cit., pag. 65.
[5] Cfr.: “Dialogo con un persiano”, op. cit., pag. 16.

20 commenti:

  1. Ottimo, come al solito, Piero Vassallo. Mi permetto solo, con stima e simpatia, due osservazioni:
    1) riguardo a Franco Cardini, che si è sempre definito "tradizionalista" e che è stato allievo e seguace di Attilio Mordini: le sue posizioni di storico, che ha doverosamente sottolineato la complessità del fenomeno Islam anche nelle sue relazioni storiche con l'Europa, non possono essere certo ricondotte a un filo-islamismo teologico o tanto meno religioso, a lui mai imputabile. Inoltre credo che sia condivisibile l'irritazione di Cardini per un certo anti-islamismo rozzo, di bassa matrice laico-illuminista, antireligioso e irreligioso in generale e funzionale a un mondialismo nemico di tutte le "identità forti". Il caso di Charlie Hebdo insegna;
    2) sulla Dichiarazione Dominus Jesus: questa ha solo in parte (lascio giudicare ad altri in quanta parte) lenito le ambiguità teologiche ed ecclesiologiche di Nostra Aetate e di Lumen Gentium, soprattutto laddove conferma la possibilità di "figure ed elementi positivi di altre religioni (...) nel piano della salvezza" DJ, 14. Le ambiguità conciliari e post-conciliari persistono anche nella Dominus Jesus.
    Salve queste due note a margine, trovo il sapido e puntuto testo di Vassallo magistrale, come al solito.

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  2. A proposito di "segni" quali
    i miracoli di Gesù, che lo differenziano nettamente da Maometto: incredibile la nonchalance con cui ne parlano certi quotatissimi teologi ed esegeti. Secondo loro l'attività di guaritore ed esorcista nel mondo antico era comunemente diffusa, per cui quanto a Gesù... nulla di particolare. Invece di particolare c'è il contesto umile e quotidiano in cui questi miracoli sono inseriti: nessun abracadabra o formula astrusa da "Mille e una notte", nessuna pozione o bacchetta magica: al massimo un po' di fango sugli occhi ottenuto con la saliva. Inoltre l'accorrere delle folle in qualunque luogo si recasse non può essere spiegato solo con il fascino sublime della sua parola: la gente vedeva in lui il grande guaritore delle malattie proprie e dei propri cari.
    Grazie a Dio per avvalorarne la veridicità abbiamo le testimonianze dei santi contemporanei, come Padre Pio, tramite di guarigioni analoghe.
    A proposito di quei tali teologi ed esegeti, la mia impressione è che, avendo escluso la divinità di Gesù, vogliano ridimensionarne la figura per farla rientrare nei loro schemi "modernizzanti"; ma in questo modo si ha solo un Gesù maestro di moralità, pronto e finito per essere usato come modello di comportamento dialogante.

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  3. Ho già accennato a una mia nipote ( simpaticissima ) che si dichiara cattobuddista; in aggiunta vorrei dire che venerdì sera in una biblioteca cattolica del centro di Milano ho trovato esposto un libro di uno studioso, ex prete cattolico ( 1966 - 1975 ) che si dice insieme irrinunciabilmente cattolico e buddista. Una volta quel testo sarebbe stato messo all'Indice, né mai sarebbe stato venduto in una libreria cattolica ; oggi, non essendo possibile né probabilmente opportuno ristabilire il "cordone sanitario" atto a evitare la confusione e in qualche caso l'ammorbamento nella testa dei fedeli, occorre che qualcuno si prenda il compito di studiare religioni e ideologie non cattoliche non tanto per demonizzarle, quanto per vagliarle ed estrarne e distinguerne elementi accettabili ed elementi negativi.
    C'è da aggiungere che spesso si vanno a cercare nelle religioni orientali istanze spirituali e pratiche ascetiche - mistiche presentissime nella tradizione e nella cultura cattolica. E' il caso del misticismo carmelitano ( San Giovanni della Croce, Santa Teresa d'Avila ) che sembra in ombra ( mi si dice che l'ordine
    carmelitano è in crisi gravissima ); poi però si va a scoprire il buddismo, di gran moda perché è l'ultimo dei porti per chi, avendo abbandonato il Cristianesimo, vuole mantenere una certa qual spiritualità.
    Personalmente vorrei che si parlasse un po' meno di dialogo e un po' più di confronto ( condotto da esperti dediti a questa faticosa missione ). Troppo facile dialogare in modo latitudinario-dilettantesco, a base di pacche sulle spalle, cene in comune e "volemose bene".




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  4. Piccola notazione a margine del primo commento di Franco.
    In effetti il focus di tutto è il riconoscere che Gesù è Dio (i miracoli, che non cessa di compiere, sono i segni della sua divinità).
    E, come lui stesso nota, non solo i teologi ma anche molti pastori sorvolano o de-formano ciò che il vangelo significa.
    Ricordo ancora con raccapriccio la "versione" della moltiplicazione dei pani e dei pesci....

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  5. @ Mic. Chiedo scusa per l'invasività, ma la questione è della massima importanza. Credere nei miracoli era piuttosto difficile nel'800, quando l'immagine del mondo era quella MECCANICISTICA: movimento, prevalentemente per contatto, di corpi massicci; le immagini-guida erano l'orologio e la locomotiva.
    Oggi siamo nell'era della microfisica, in cui si scorge la trasmutabilità di massa in energia e viceversa; la vita quotidiana è dominata dall'elettronica e dall'informatica, vale a dire da entità molto più sfuggenti, trasmutabili, teletrasportabili.
    Per dirla alla grossa: fin dagli anni '50 abbiamo assistito al "miracolo" della trasformazione di immagini corporee in pixel sul tubo catodico dei nostri televisori. Oggi ci sono anche gli ologrammi tridimensionali... per cui non vedo la difficoltà accettare il parto verginale di Maria, come per alcuni teologi cosiddetti grandissimi: Dio non poteva "teletrasportare" il corpo del bambino Gesù attraverso l'utero? E quanto alle apparizioni di Gesù risorto, se attraverso i muri passa l'immagine di Pippo Baudo, Dio, che è l'Onnipotente, non poteva fare lo stesso con Gesù?
    Credo che ai tempi di Pio XII si fosse molto più attenti all'esigenza di collegamento fra scienza e fede. Di fatto i primi testi apologetici composti secondo quest'ottica che ho avuto fra le mani ( inizio anni '60 ) sono stati quelli di Pier Carlo Landucci, ingegnere e sacerdote, oggi in fase di beatificazione: "Esiste Dio?" "Il mistero dell'anima umana".

    La questione ha una estrema importanza in campo catechistico:
    ai bambini, che crescono in un ambiente in cui vigono elettronica e informatica, bisogna mostrare che i racconti evangelici, ambientati in un mondo agricolo-pastorale, con scambi monetari molto limitati rispetto a noi ( il mondo delle parabole ), non escludono una versione in chiave scientifica aggiornatissima. L'occhio di Dio come videocamera che tutto vede e registra; quanto agli angeli... in greco "anghelos" vuol dire "informatore". E il tema dell'informazione come coagulazione della materia attorno alla forma è di importanza assolutamente centrale nella filosofia platonica, di cui si sono serviti a piene mani i teologi antichi e medievali: Dio come "dator formarum".
    Quanto alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, nelle agiografie di contemporanei, come don Bosco e Natuzza Evolo, sono testimoniate moltiplicazioni di cibi. Per Natuzza i testimoni sono viventi.

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  6. Da Rorate Caeli:

    Vogliono mettere a tacere i blogger, come hanno fatto per Benedetto XVI.

    Si riferisce al caso di David Domet di Vox Cantoris, minacciato di azioni legali, da p. Thomas Rosica CSB, di Salt and Light TV e "Assistant" in lingua inglese di p. Federico Lombardi, a causa di suo commenti contro alcune delle affermazioni di Rosica relative al Sinodo sulla Famiglia secondo la linea-Kasper.

    [...]In questa pressione unilaterale nei confronti di un semplice piccolo blogger canadese, non una grande organizzazione dei media, ma un laico, senza avvocati e senza responsabilità, una pressione il cui effetto è quello di costringerlo al silenzio, c'è un piccolo assaggio di quello che il povero Benedetto XVI deve aver sopportato, che lo ha spinto a rivolgere la sua richiesta ai fedeli fin dal primo giorno di pregare perché non fuggisse "per paura, davanti ai lupi".
    Si può solo immaginare ciò che il Papa emerito è stato costretto a sopportare per sette anni.
    Gli agenti del silenzio e della morte non prevarranno - non lo hanno mai fatto, nemmeno il Venerdì Santo, quando uno di tali agenti aveva infiltrato il Collegio apostolico. Mr. Domet può essere messo a tacere, come molti altri che lottano per la vita e la luce. Eppure, anche "se questi taceranno, grideranno le pietre." (Cfr Lc 19,40)
    __________________
    [Scritto dal collaboratore Augustinus, d'intesa con New Catholic.]

    http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/02/Silencing-Conservatives.html

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  7. @ Franco.
    Che la fisica quantistica abbia costretto la scienza a abbandonare una facile visione meccanicista di ogni fenomeno osservabile, e che conseguentemente le teorie delle superstringhe e le teorie M moltiplicando il numero delle dimensioni e degli universi possibili abbiano allontanando l'ipotesi di poter giungere a una Teoria del Tutto, sono fatti effettivamente rilevanti che dovrebbero mettere in crisi il dogma materialista della scienza oggi dominante. E lo spiega bene Rupert Sheldrake nel suo recente libro "Le illusioni della scienza".

    Questa nuova visione scientifica, potrebbe certamente riprendere un dialogo fruttuoso con la religione, riconoscendo la plausibilità di un Creatore (che non potrà più essere quella

    sorta di Dio-ingegnere "meccanicisticamente" pensato nell'ID).
    La nuova scienza sarà certamente in grado di spiegare anche il fenomeno dei "miracoli", ma tutto questo temo non farà avanzare di un millimetro la fede in Gesù Cristo. Anzi.

    Penso sempre tristemente con quanto impegno catechisti, parroci e professori di religione si ingegnano a fornire ogni sorta di spiegazione "scientifica" ai miracoli di Gesù (dal lebbroso che non era veramente lebbroso guarito per effetto ipnotico, alla pesca miracolosa dovuta alle caratteristiche del fondale, ecc.), col risultato che quei pochi che con semplicità credono, diventano finalmente "adulti", e possono cominciare a nutrire un bel po' di dubbi sia su Gesù sia sui Vangeli.

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  8. "Le ambiguità conciliari e post-conciliari persistono anche nella Dominus Jesus".

    Mentre le ambiguità del sedevacantismo embedded sopravvivono solo grazie alla censura (vedi RS). C'è tutto un filone tradizionalista che , interpretando la crisi della chiesa solo come invalidità del papato , finisce per fare da cassa di risonanza alle nuove "guerre sante". P.S. il filmato dei copti potrebbe essere falso , lo dicono fonti USA , meglio non dirlo a Socci e co.

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  9. I miracoli sono interventi divini che sopravanzano la natura poiché è il soprannaturale che agisce, quindi cercare di "spiegarli" con analogie che pescano dalla scienza, che sia la meccanica newtoniana, l'elettromagnetismo di Maxwell o la fisica quantistica ha come effetto solo quello di ridurre il soprannaturale al naturale.
    I miracoli, come spiega S. Tommaso citato in questo thread, servono come testimonianza per certificare che è verace Chi li compie e vanno creduti per Fede.
    Per questa semplice motivazione i miracoli non potranno mai essere spiegati scientificamente perché sarebbe come voler misurare una lunghezza con una bilancia, siamo su due piani totalmente differenti, altrimenti cadiamo nel neomodernismo per cui il soprannaturale deve per forza "prendere con sé" il naturale (semplifico ai minimi termini...) ed elevarlo al suo livello.

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  10. Stimato Prof. Vassallo, S. Tommaso offre sempre chiavi di interpretazione non peregrine di tanti aspetti del presente.

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  11. I "copti" , Angheran, forse sono un falso, ma Mosul è Co. non lo sono.
    Si può essere contro l' Islam, come lo è stata la Chiesa e la Cristianità per secoli, e contemporaneamente contro Obama. O meglio, per la Verità.
    Socci, in questo, come in altri casi, ha ragione da vendere.
    Vedi anche il caso Ucraina e Cina.
    E dovrebbe proprio essere la Chiesa ed il suo Capo a dire una parola forte e chiara che non sposa ne' le tesi usa, ne quelle opposte, ma propone la sua visione
    del mondo e della realtà. Visione che discende da Cristo, non dalle idee, simpatie ed amicizie personali di questo o quel pontefice, o dalla sua storia personale.
    In Terra santa non ci sarà MAI pace vera, finché non sarà riconosciuta la Divinita' di Nostro Signore, il Salvatore, e non si saranno convertiti a Lui.

    Rr

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  12. Paolo Pasqualucci24 febbraio, 2015 20:19

    @ Fisica quantistica, miracoli.

    1. La fisica quantistica ha indubbiamente stracciato semplicistici schemi meccanicistici anteriori. Tuttavia, la vastita' delle scoperte sembra paradossalmente aver prodotto una visione della realta' dominata dal caos degli elementi e dal caso quale principio organizzatore, il che non puo' essere. Non e' possibile che il mondo delle particelle elementari si organizzi nelle varie fasi strutturate della materia, dall'atomo alla molecola alla cellula sino al "corpo" determinato e finito di ogni ente esistente (insetto, pianta, animale, uomo) solo per effetto del caso. Nella struttura della materia si rivela invece la presenza dell'azione di una causa efficiente e quindi di una causa finale. 2. Ne consegue, che tale fisica non puo' dir nulla sui miracoli, che rappresentano una evidente eccezione nei confronti delle leggi della natura, provocata da Chi ha creato la natura stessa, con tutte le sue leggi, delle quali puo' disporre come vuole. L'antico meccanicimso a sfondo materialista non li ammetteva perche' negava l'esistenza di un Dio creatore, pur credendo in un ordine intrinseco alla natura (senza Dio quest'ordine o identificato con Dio - Spinoza, Deus seu Natura). L'odierno neo-atomismo sembra riproporre sul piano filosofico il mondo governato dal caso degli Atomisti antichi.
    3. La fisica contemporanea non riesce in alcun modo a spiegare l'enigma della gravitazione, costruita da Newton come forza che agisce a distanza e istantaneamente, come se annullasse lo spazio e il tempo. I tentativi di spiegarla alla luce dell'elettromeccanica quantistica o della teoria della gravitazione di Einstein sono tutti falliti. La teoria della gravitazione di Einstein (la teoria della relativita' generale) presuppone, come e' noto, l'esistenza di uno spazio pieno in ogni punto di materia e "curvo", sfera illimitata ma finita, nella quale la materia formata (il "corpo") sarebbe solo una variazione di densita' dell'energia (spinozismo di Einstein). E semplice variazione nella densita' del "pieno" cosmico sarebbe anche l'azione della gravita', non prodotta piu' da una forza ma dalla "geometria dello spazio" curvilineo, e quindi non istantanea ma per contatto progressivo di stati della materia-energia, a velocita' inferiore a quella della luce. In questi ultimi decenni, le misurazioni dell'astrofisica hanno dimostrato che lo spazio e' piano (flat, piatto-piano) ed euclideo su scala cosmica, facendo cosi' venir meno uno dei pilastri della teoria della relativita' generale. 4. Si sa che sono quattro le forze fondamentali della natura: elettromagnetismo, forza che tiene insieme il nucleo atomico, forza debole che ne provoca il decadimento, forza di gravita'. Gli scienziati stanno facendo da anni salti mortali per unificare tutte queste quattro forze in un'unica teoria. Dicono di esserci riusciti per le prime tre, la gravita' resta inspiegabile. Newton accenno' una volta al fatto che la causa della gravitazione potesse essere divina. 5. A mio avviso, uno dei motivi dell'insuccesso e'costituito dal fatto di aver rinunciato al concetto di sostanza, sostituito da quello di "funzione" (fisico-matematica) e oggi da quello di "interazione". Dicono che la realta' e' "un mondo di avvenimenti non di cose", avvenimenti costituiti "dalle vibrazioni" del mondo subatomico. Come facciano le "vibrazioni" degli "avvenimenti" ad essersi costituiti in "cose", resta inspiegabile. Questa dissoluzione della realta'in tutta la sua corposita' nell'astrazione dell'"avvenimento", mi ricorda l'irrazionalismo di Nietzsche, il quale (cito a memoria) diceva che: "non esistono fatti ma solo interpretazioni".

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  13. Paaolo Pasqualucci. Trovo estremamente consolante il fatto che ci siano persone come lei le quali uniscono l'autorevolezza nel campo religioso con interessi di tipo scientifico. Non mi stancherò mai di ripetere che uno dei motivi della crisi dell religione in Occidente è la riduzione della istanza teologica nei termini della antropologia, ben oltre la formulazione rahneriana, con ritirata dalla cosmologia e dallo studio della natura, che invece era parte essenziale della cultura cristiana del Medioevo. Non che ci si debba abbandonare a facili concordismi tra fede e scienza, ma ridurre la religione a "psicologia del bisogno religioso" con annesso sentimento o sentimentalismo significa indurre i giovani, usciti dall'età adolescenziale, a pensare che essa manca di oggettività, con le conseguenze che è facile scorgere.
    Certo, la crisi si è aperta a partire dal cambiamento della visione del mondo con la rivoluzione copernicana, per cui è stato sempre meno facile vedere negli enti del mondo l'azione del "digitus Dei"; ma ora è proprio la fisica teorica a fornirci nuovamente un "balcone sull'infinito". Il fatto è che l'uomo d'oggi fruisce quotidianamente della tecnologia, senza rendersi conto che essa si basa sulla scoperta di leggi della materia che allo spirito meditativo appaiono cariche di enigmi e preludio al mistero religioso.
    Il comunissimo atto di fare una fotocopia dovrebbe far riflettere su quel "quid" che è la luce, sulla permanenza della forma, sul suo imprimersi nella materia, insomma essere occasione di "meraviglia", termine connesso con "mirari", da cui "miraculum". Tutto è miracolo, e i cosiddetti miracoli sono miracoli al quadrato.

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  14. Paolo Pasqualucci25 febbraio, 2015 16:20

    @ Fisica ed esistenza di Dio - S. Tommaso sull'islam
    I.
    Caro Franco, la ringrazio per il suo generoso apprezzamento. Sono d'accordo su due punti essenziali: a. i cattolici soffrono tuttora di ingiustificati complessi d'inferiorita' nei confronti della scienza. Da un lato la subiscono, dall'altro non sanno vederne le evidenti aporie ne' utilizzarne le scoperte ai fini della dimostrazione dell'esistenza di Dio. Bisognerebbe pertanto affrontare criticamente il "discorso" degli scienziati o meglio dei paladini dello "scientismo" dominante, che e' altra cosa dalla vera scienza. (Tanto per provocare: dedicare forse minor attenzione alle profezie private e alla ricerca delle prove del "complotto massonico" in servizio permanente effettivo, e sforzarsi invece di prepararsi con metodo ad una critica documentata e razionale delle false idee dominanti?).
    b. L'ordine nella natura che la scienza contemporanea ha portato alla luce, se ben interpretato, non puo' che condurre alla prova dell'esistenza di Dio, gia' nella forma dell'esistenza necessaria del n o u s di Anassagora, concetto lodato da s. Tommaso, che lo conosceva tramite una citazione di Aristotele, come sappiamo. Pensiamo per esempio alla luce. Viaggia nel vuoto sempre in linea retta e a velocita' costante per miliardi e miliardi di anni luce (percorrendo quasi 9500 miliardi di km all'anno). I singoli fotoni del treno d'onde della luce ci raggiungono in modo perfetto, stando sempre nel treno secondo leggi precise. Einstein scopri' che il fotone oltre ad esistere ha un'energia invers. proporz. alla lunghezza d'onda. Inoltre, nonostante l'enorme numero di fotoni contenuti nell'onda, l'energia ivi contenuta e' costituita sempre dal multiplo di una quantita' definita, costituita dall'energia di un singolo fotone (S. Weinberg). Da dove viene un ordine simile, dal caso? Inoltre: l'esistenza dell'ordine naturale di origine divina dimostra a contrario la realta' del miracolo, come eccezione radicale a quello stesso ordine, per volonta' divina, in modo scientificamente del tutto inspiegabile. [s e g u e ]

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  15. Paolo Pasqualucci25 febbraio, 2015 17:09

    II.
    S. Tommaso sull'islam (A).
    L'ottimo articolo del prof. Vassallo, che coraggiosamente riporta l'esattissimo giudizio dell'Angelico su quella religione, offre lo spunto per ribadire come e qualmente il Vat. II abbia ingannato i fedeli propinando loro una versione edulcorata e non rispondente al vero del credo maomettano (cost. Lumen Gentium 16 e dichiar. Nostra Aetate 3). In quest'ultima si afferma che la Chiesa: 1. "guarda con stima anche ai mussulmani" perche': adorano l'unico Dio, vivente e sussistente [...] che ha parlato agli uomini", come se la "rivelazione" propagandata da Maometto dovesse ritenersi autentica, allora, se Allah "ha parlato agli uomini"! 2. Elogia la fede in Abramo dei mussulmani, come se cio' costituisse una qualita' che li avvicina a noi, quando e' noto che l'Abramo del Corano, intriso di elementi leggendari ed apocrifi, non coincide con il vero Abramo, quello della Bibbia, dal momento che il Corano attribuisce ad Abramo un cosiddetto "monoteismo puro" o antitrinitario, anteriore a quello giudaico e cristiano, che Maometto, in quanto autoelettosi profeta arabo, discendente per il sangue da Abramo grazie ad Ismaele, si considerava inviato (da Allah) a restaurare, liberandolo dalle supposte falsificazioni di ebrei e cristiani! 3. Inoltre afferma la Nostra Aet.: "Benche' essi non riconoscano Gesu' come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua Madre Vergine, Maria, e talvolta la invocano con devozione". E' noto, pero', che la "cristologia" del Corano si basa sul Gesu' distorto e deformato dei vangeli apocrifi e delle eresie gnostiche che pullulavano nell'Arabia al tempo di Maometto. Essa ci mostra un Gesu' (Isa') nato da una vergine, per intervento divino (dell'angelo Gabriele), profeta particolarmente gradito ad Allah, un semplice mortale cui Allah ha concesso di fare molti miracoli; profeta quindi che ha predicato lo stesso "monoteismo" attribuito ad Abramo, la cui formula recita: "non havvi alcun dio se non Dio, l'unico, il dominatore" (Cor. 38:65). Percio' Gesu' per i musulmani e' stato un "servo di Dio", un "sottomesso ad Allah", ossia un muslim, un mussulmano, come Abramo, tanto da aver preannunciato, come Abramo, la venuta di Maometto (51:6)! Venuta che ebrei e cristiani invidiosi avrebbero cancellato dalle Scritture, che i mussulmani appunto non leggono perche' testi secondo loro falsificati! Percio', quando i mussulmani venerano Gesu' come profeta, lo intendono come "profeta dell'islam" e precursore di Maometto, menzogna che nessun cattolico, il quale abbia ancora la fede, puo' evidentemente accettare; menzogna completamente occultata dal Concilio (cfr. R. ARNALDEZ, Jesus fils de Marie, Prophete de l'Islam, Paris, 1980, pp. 11-22; 129-141 et passim).

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  16. Grazie caro Paolo,
    La lettura affascinante e sapienziale del Libro della natura :)
    Se pensiamo che "ogni cosa fu fatta per mezzo di Lui" siamo felici poterne riconoscere e ammirare le tracce: Logos che è anche Dabar: parola, fatto, ragion d'essere ordine mirabile fondante e strutturante... e, nella contemplazione, si trovano luci che ulteriormente aprono ulteriori usci alla ricerca... inesauribile.

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  17. Leggo ora la tua seconda parte. Documentata e chiarificatrice. :)
    Che dire? È un piacere leggerti e mettere al loro posto molte tessere di un mosaico deformato dai falsificatori...

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  18. Paolo Pasqualucci25 febbraio, 2015 17:46

    S. Tommaso sull'Islam (B)- fine.

    4.Inoltre, per quanto riguarda la venerazione mussulmana della Santa Vergine, talvolta da loro "invocata con devozione", bisogna precisare che si tratta di un "culto" praticamente irrilevante, a sfondo superstizioso; un "culto", comunque, offerto a Maria in quanto madre di un "profeta dell'islam", non in quanto madre di Dio; un "culto", quindi, addirittura offensivo per orecchie cattoliche.
    Bisogna aver il coraggo di ribadire, contro le false immagini diffuse dal Vat II, che anche la "mariologia" del Corano viene da un miscuglio di fonti apocrife ed eretiche. L'esistenza di S. Giuseppe e dello Spirito Santo e' del tutto ignorata. Inoltre, Maria viene chiamata "sorella di Aronne", fratello di Mose' e "figlia di Imram" (ebr. Amram), che era il loro padre (Nm 26, 59), confusa quindi con la profetessa Maria (Es 15, 21) vissuta circa 12 secoli prima di Cristo! E, come se non bastasse, inserita nella aborrita Trinita' dei cristiani, che viene rifiutata con odio perche' consiste, secondo il Corano, di Dio (Padre), Maria (Madre), Gesu' (Figlio): "Gesu' non disse mai: prendete me e mia madre come [due] divinita', accanto a Dio"! (5:116). Un'assurdita' del genere di sicuro mai la disse, pero' questo viene attribuito a noi cristiani dai maomettani. Il Concilio sembra lodare i mussulmani anche per la loro attesa "del giorno del giudizio", nel quale, pero', secondo loro, Gesu' verra' a giudicare dal minareto della moschea di Damasco tutti i cristiani che lo hanno creduto figlio di Dio per condannarli all'inferno (temporaneo per i mussulmani, eterno per tutti gli altri; per i mussulmani maschi pieno anche di delizie carnali, com'e'noto). E quando un Papa, come l'attuale, durante il suo tristo viaggio a Lampedusa ha il coraggio di lodare i clandestini mussulmani ivi sbarcati in massa per il loro digiuno del Ramadan, forse non se ne rende conto, ma pecca indirettamente contro il primo Comandamento perche' il Ramadam e'la festa con la quale essi celebrano l'inizio della "rivelazione" vantata da Maometto, uno dei primi contenuti della quale, e' rivolto proprio contro il dogma trinitario: "Di': egli, Dio, e' uno,/ Dio l'eterno, [Egli] non ha generato, ne' e' stato generato,/ E non vi e' alcuno uguale a lui (112- Il Corano, vers. Bonelli, Hoepli,rist. 1983. Contro la Sma Trinita', sempre deformata, vedi anche: 4:169; 5:76-77,79). Fine.

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  19. Paolo Pasqualucci25 febbraio, 2015 20:05

    ANCORA SU S. TOMMASO E L'ISLAM. ERRATA CORRIGE E BREVE AGGIUNTA.

    1. Scusatemi se forse abuso della vostra pazienza. ERRATA CORRIGE: nella frase: "per i musulm. maschi pieno anche di delizie carnali" va inserita la parola "il paradiso": "per i mus. maschi il paradiso pieno anche etc.".
    2. AGGIUNTA: Nell'affermare che i mussulmani "adorano con noi un Dio unico etc." (N Aet. 3)il Concilio cita in nota la lettera personale di ringraziamento che Gregorio VII, 1073-1085, scrisse nel 1076 ad Anazir, emiro della Mauritania, il quale si era mostrato ben disposto verso certe richieste del Papa e generoso nel restituire alcuni prigionieri cristiani; lettera nella quale il Papa disse che Dio pretende l'amore del prossimo in special modo "da noi e da voi...che crediamo e confessiamo lo stesso Dio, anche se in modo diverso [licet diverso modo] etc.". Come spiegare queste parole? Con l'ignoranza di allora nei confronti della religione mussulmana. Al tempo di quel Papa il Corano non era stato ancora tradotto in latino. Si avevano notizie generiche, in base alle quali i maomettani potevano sembrare una setta cristiana eretica, equivoco che si mantenne per un certo tempo. L'elogio privato alla buona disposizione dell'Emiro non impedi' a Gregorio VII di propugnare la Crociata per soccorrere la cristianita' orientale, idea attuata poco dopo la sua morte con la prima crociata, bandita da Urbano II. La prima traduzione latina del Corano ebbe luogo solo nel 1143, ed era un riassunto con acclusa una confutazione. Resto' l'unica per secoli. Per S. Tommaso fu sufficiente. Pio II (Papa Piccolomini), che tento' invano di organizzare la Crociata contro i Turchi nel 1458, defini' due volte "falso profeta" Maometto in documenti ufficiali. Pio II, pero', il Vat II non l'ha citato.

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  20. @ Paolo Pasqualucci. Il "punctum dolens" dei rapporti fra scienza e fede non si trova nella fisica teorica ( che. come ho scritto sopra, secondo me offre un "balcone sull'infinito" ). Esso è localizzabile piuttosto nella biologia; non è certo un caso che il principale cavallo di battaglia del movimento neoateistico sia costituito dal Darwinismo (Dawkins & c. ). Di per sé il meccanismo esplicativo di questa dottrina è una autentica bufala, tenuta in piedi per togliere a Dio il ruolo privilegiato di "dator formarum" come nella filosofia e nella teologia di matrice platonica.
    Rimane il fatto che essa sembra sostenere una visione ERACLITEA del "bios" ( "Polemos di tutte le cose è padre, di tutte è re"): gli esseri viventi sono sì progettati con intelligenza e bellezza ( e qui si riconosce il "digitus Dei ). Tuttavia essi sono impegnati in un HOBBESIANO "bellum omnium contra omnes"; ovvero l'intreccio e commistione fra la natura-giardino e la natura-giungla, nella quale ultima è davvero problematico vedere il "digitus Dei".Credo che la teologia
    debba affrontare seriamente ( e non glissare come ha per lo più fatto finora ) il tema degli effetti della Caduta Originaria sulla natura non solo umana, ma anche extraumana, come accennato ( ma solo accennato ) nella "Lettera ai Romani" di san Paolo.
    In De Maistre, il più illustre degli scrittori della Restaurazione, sostenitore del primato papale, questo tema ( prossimo alle istanze gnostiche, non lo nego ) è specificamente trattato in una pagina molto significativa delle "Soirees de Petersbourg".

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