Trasbordo teologico inavvertito
Alcuni cattolici legati alla Tradizione per “uscire dal ghetto” in cui la Modernità li ha posti stanno accettando - inavvertitamente, pian piano e praticamente - se non le idee almeno il modo di agire dei modernizzanti. Assistiamo, in breve, ad un trasbordo teologico inavvertito verso il modernismo.
A molti di costoro non può negarsi l’amore per la Chiesa, ma l’intenzione di trovare una via di adattamento alle circostanze dei tristissimi tempi odierni rispecchia
- quella del delicatus miles, che vuol vincere senza combattere a causa dell’horror difficultatis e del labor certaminis, o
- quella dell’ ingenuo, che accetta una insidiosa “mano tesa”, senza rendersi conto che quella mano lo trarrà poi a passare il Rubicone verso l’errore e l’ingiustizia (card. Alfredo Ottaviani, Doveri dello Stato verso la Chiesa, Roma, 1952).
Ieri la “mano tesa” al cattolicesimo era quella del comunismo dal “volto umano” (Gramsci, Bloch, Rodano) e molti cattolici son divenuti apostati passando al comunismo materialista e ateo asserendo: “come si fa a rifiutare una ‘mano tesa’ da un’entità che sembrava tanto temibile, ma che si è mostrata così caritatevole?”.
Oggi è quella del neomodernismo, che sembra aver abbandonato l’odio verso la Tradizione (palpabile ai tempi di Paolo VI) ed esser disposto a concederle dei diritti o almeno una pratica tolleranza. Purtroppo lo stesso ritornello che stava in bocca ai cattolici progressisti di ieri lo si ritrova in bocca ai tradizionalisti di oggi: “finalmente un modernista dal ‘volto umano’: Francesco I. Come si fa a rifiutare la sua ‘mano tesa’ alla Tradizione?”.
L’ingenuo è il cavallo del diavolo
Il torto dei tradizionalisti “ingenui”, che stringono una inizialmente mano tesa, che poi li stritola o di quelli “delicati”, che sin son stancati di combattere e aborriscono le difficoltà di essere perseguitati per la integrità della dottrina è proprio quello di non accettare in pratica, pur conoscendole in teoria, le armi della verità che i Romani Pontefici in quest’ultimo secolo con allocuzioni e ammaestramenti di ogni sorta, hanno impartito ai cattolici nella lotta contro la Modernità e le forze occulte della Sovversione.
Con la fionda, la pietra e l’aiuto del Signore
“In funda, in lapide et in nomine Domini David praevaluit contra Goliad” (Antifona ai primi Vespri della IV domenica dopo la Pentecoste). Il piccolo pastorello di nome David vinse il gigante Golia non solo con l’aiuto di Dio, ma armatosi di una fionda e di un sasso. La Chiesa quaggiù è “militante”, solo in cielo è “trionfante”. Senza lotta non c’è vittoria, “solo chi ha combattuto legittimamente può essere incoronato” (S. Paolo).
Il timore di dispiacere al mondo o il “timor mundanus”
Col timore di essere accusati di voler tornare al Medioevo o di voler restare nel ghetto alcuni dei nostri non se la sentono più di mantenere le posizioni dottrinali, che sono politicamente e teologicamente scorrette anche se son state costantemente affermate nelle encicliche come appartenenti alla vita e al diritto della Chiesa di ogni tempo. “Christus heri, hodie et in saecula” (S. Paolo).
Atteniamoci, invece, al monito di Leone XIII, il quale, raccomandando la concordia e l’unità nel combattere l’errore, aggiunge: “…e qui bisogna stare in guardia di non lasciarsi andare ad essere conniventi con l’errore, o ad opporgli più debole resistenza che la verità non comporti”[2].
L’integrità della verità
I veri cattolici integralmente tradizionalisti, che si sentono in sicuro possesso della verità e della giustizia, non vengono a transazioni e non cercano di annacquare il cristianesimo. Essi esigono il pieno rispetto dei loro diritti, che son quelli di Dio. Coloro invece che non si sentono sicuri del possesso della verità (poiché stanchi o ingenui) non riescono ad esigere di tener soli il campo, senza farne parte a chi reclama il rispetto dei propri diritti in base ad altri princìpi. Ecco la trappola del “compromesso storico/teologico”! ecco Davide stringere la mano a Golia e non colpirlo in fronte con la fionda, la pietra e l’aiuto del Signore.
L’opinionismo pluralista
Il concetto di parità di culto (messa di San Pio V e Novus Ordo Missae) e di tolleranza per principio (doppia appartenenza alla Tradizione e al Modernismo) è un prodotto del soggettivismo relativista filosofico (Cartesio), del libero esame religioso (Lutero) e della molteplicità delle confessioni (Locke) e delle concezioni socio-politiche (Rousseau). Infine, è una logica conseguenza delle opinioni dei modernisti che ritengono, in fatto di religione, non esservi posto per i dogmi e le formule dogmatiche, e che soltanto la coscienza dei singoli individui dia il criterio e la norma per la professione della fede e l’esercizio del culto o meglio “l’esperienza religiosa”. È l’accettazione del dialogo con la Modernità, iniziato da Giovanni XXIII, fatto solo con la misericordia o meglio l’arrendevolezza e senza la giustizia, ossia confutandone gli errori.
Contro il cristianesimo disarmato
Invece “La Chiesa cattolica insiste sul principio che la verità deve avere il sopravvento sull’errore e che la vera religione, quando essa è conosciuta, deve essere aiutata nella sua missione spirituale in preferenza alle religioni il cui messaggio è più o meno manchevole e in cui l’errore si mescola con la verità”[3].
Il liberale anonimo
I tradizionalisti “stanchi” o “ingenui”, imbevuti inconsciamente di spirito liberale in materia di filosofia speculativa, politica e di teologia vorrebbero determinare essi, secondo le proprie teorie, la sfera di azione e di competenza della Chiesa per poterla tener rinchiusa, narcisisticamente in contemplazione del culto tradizionale, in sagrestia e impedirle di avere un’azione sociale di difesa dottrinale della verità e di confutazione dell’errore. Questa è la pretesa di tutti coloro che vorrebbero chiudere la Chiesa nelle quattro mura del tempio separando la religione dalla vita, la Chiesa dal mondo.
Ora, più che alle pretese degli uomini, la Chiesa deve stare ai mandati di Dio. “Praedicate Evangelium omni creaturae”. La buona novella si riferisce a tutta la Rivelazione, con tutte le conseguenze che essa porta per la condotta morale dell’uomo, di fronte a se stesso, nella vita domestica, nel senso del bene della polis. “Instaurare omnia in Christo” (S. Pio X), l’individuo, la famiglia e lo Stato.
Un suicidio imminente?
Un accordo pratico col neomodernismo porterebbe immancabilmente poco a poco al rinchiudersi della Tradizione in sagrestia con il riconoscimento ufficiale da parte del modernismo come è avvenuto agli Indiani d’America, rinchiusi nelle riserve e regolarmente riconosciuti.
Ma lo spirito cattolico “non si lascerà mai chiudere nelle quattro mura del tempio. La separazione fra la religione e la vita, fra la Chiesa e il mondo è contraria alla idea cristiana e cattolica” (Pio XII, Discorso ai Parroci e quaresimalisti di Roma, del 16-03-1946).
Ipsa conteret: tota ratio spei meae Maria!
“La Società moderna è travagliata da una febbre di rinnovamento che fa paura ed è infestata da uomini che si prevalgono di tanta nostra sofferenza per costruirvi l’impero dei loro arbìtri, la tirannide dei loro vizi, il nido delle lussurie e delle rapine. Mai il male ha assunto caratteristiche tanto vaste e apocalittiche, mai abbiam conosciuto altrettanto pericolo. Da un’ora all’altra noi possiamo perdere non la vita soltanto, ma tutta la civiltà e ogni speranza. Sembra che anche a noi il Signore dica ‘non è ancor giunta la mia ora ’, ma l’Immacolata, la Madre di Dio, la Vergine che è l’immagine e la tutela della Chiesa, Essa ci ha dato, già a Cana, la prova di saper e poter ottenere l’anticipo dell’ora di Dio. E noi abbiamo bisogno che quest’ora venga presto, venga anticipata, venga resa immediata, poiché quasi potremmo dire: ‘O Madre, noi non ne possiamo più! ’. Per i nostri peccati noi meritiamo gli ultimi eccidi, le più spietate esecuzioni. Noi abbiamo cacciato il suo Figlio dalle scuole e dalle officine, dai campi e dalle città, dalle vie e dalle case. L’abbiam cacciato dalle stesse chiese, abbiamo preferito Barabba. È veramente l’ora di Barabba [...]. Con tutto ciò, fiduciosi in Maria, sentiamo che è l’ora di Gesù, l’ora della redenzione [...]. Dica Maria, come a Cana: ‘Non hanno più vino ’; e lo dica con la stessa potenza d’intercessione e, se Egli esita, se si nega, vinca le sue esitazioni come vince, per materna pietà, le nostre indegnità. Sia Madre pietosa a noi, Madre imperiosa a Lui. Acceleri l’ora sua, che è l’ora nostra. Non ne possiamo più, o Maria. L’umana generazione perisce, se tu non ti muovi. Parla per noi, o silenziosa, parla per noi, o Maria!”[4] .
d. Curzio Nitoglia
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1. In realtà non è assolutamente vero, vedasi il caso dei Francescani dell’Immacolata di p. Manelli; il non stare ai patti stipulati con l’Istituto del “Buon Pastore”...
2. Leone XIII, Enciclica Immortale Dei, dell’1-11-1885.
3. Jacques Maritain, I diritti dell’uomo e la legge naturale, trad. it., Vita e Pensiero, Milano 1977, pag. 24.
4. A. Ottaviani, Il baluardo, Ares, Roma, 1961, pp. 279-283.
interessante disamina e categorizzazione di atteggiamenti su cui in linea di massima concordo.
RispondiEliminaestraggo
"finalmente un modernista dal ‘volto umano’: Francesco I"
Ecco, questa è un po' meno credibile.....
Inerresssante Magister
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351093
Credo, caro Josh, che quell' "apparente" volto umano si riferisca a quell'inclusivismo spinto tipo "questo e quello per me pari sono", già presente in teoria, ma che il papa attuale sta portando alle estreme conseguenze.
RispondiEliminaIl me semble que don Curzio a écrit ce texte, particulièrement opportun, en pensant notamment à Mgr Bernard Fellay et à son entourage, qu’il connaît bien, et qui, travaillés en sous-main par l’ennemi, sont hélas, comme on peut le constater chaque jour, de plus en plus sensibles aux sortilèges du “miséricordieux” Bergoglio.
RispondiEliminaEst-ce que je me trompe ?
Belle et émouvante, la citation finale du cardinal Ottaviani, “semper idem”.
L'ho pensato anch'io, Raoul. Ma è una riflessione che può valere per tutti.
RispondiEliminaAnche a me quelli affetti dalla sindrome di Stoccolma non piacciono ed i traditori ancora meno però ci sono mille cose da considerare.Se uno non ha la forza di cambiare una situazione ,è al momento quella forza non c'è,anche ritardare o boicottare certe misure può essere una buonissima cosa. Un proverbio siciliano dice:abbassati giunco che passa la piena (e non ti spezzi).Verranno tempi migliori ed allora ci sarà tempo per tanti chiarimenti.....Bobo
RispondiEliminaOT a proposito dell'ennesima mea culpa del vdr, segnalo per chi sa lo spagnolo un interessante articolo www.religionenlibertad.com.'Y Aztecos e Incas cuando van a pedir perdòn?' di L.Antequera.
RispondiElimina"...pensant notamment à Mgr Bernard Fellay et à son entourage, qu’il connaît bien, et qui, travaillés en sous-main par l’ennemi, sont hélas, comme on peut le constater chaque jour, de plus en plus sensibles aux sortilèges du “miséricordieux” Bergoglio."
RispondiEliminaLo sento dire anch'io, ma da cosa lo si deduce?
"...pensant notamment à Mgr Bernard Fellay et à son entourage, qu’il connaît bien, et qui, travaillés en sous-main par l’ennemi, sont hélas, comme on peut le constater chaque jour, de plus en plus sensibles aux sortilèges du “miséricordieux” Bergoglio."
RispondiElimina... ah ecco! Ho capito il motivo di questo post ...
Si intende impedire il rientro della FSSPX ? Diciamolo ...
Marius,
RispondiEliminail tuo intervento, opportuno su questo dettaglio, mi induce a puntualizzare.
Anch'io sono convinta che lo scritto sia stato calibrato su Mons. Fellay e la sua ala. Ma anch'io non vedo, se non il timore non suffragato dalla realtà, che essi siano sensibili sempre più ai sortilegi di Bergoglio. D'altronde ciò non sembra suffragato dalla realtà. Infatti, nonostante l'atteggiamento prudentemente defilato, non mancano da parte della FSSPX giudizi precisi su fatti e parole dell'attuale papa nonché sull'attuale situazione della Chiesa.
... ah ecco! Ho capito il motivo di questo post ...
RispondiEliminaSi intende impedire il rientro della FSSPX ? Diciamolo ...
Qui nessuno vuole impedire nulla. E comunque quel che dice don Curzio vale tanto per la FSSPX quanto per noi. Vorrei tanto vedere uno scorcio di Provvidenza all'opera in questa situazione così difficile!
A esempio, il Summorum, nonostante le enormi e mai sopite difficoltà, non sta già producendo effetti impensabili prima?
Provate a dirlo alla Fraternità Sacerdotale San Pio X!! Che in Francesco I vedono esattamente quanto evidenziato da don Curzio. Ho la certezza di quanto asserito e asserisco.
RispondiEliminaC`è anche chi considera che Bergoglio, lungi dall`essere un nemico del "movimento tradizionalista", lo sta in realtà favorendo, movimento che sarebbe, grazie alla sua attitudine del " vivere e lasciare vivere" in piena espansione.
RispondiEliminaChi lo pensa e scrive?
M. Joseph Shaw, presidente della "Latin Mass Society", in un articolo pubblicato nel Catholic Herald il 10 luglio scorso.
http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=783113
Sì ma è appunto nell'ottica del "vivi e lascia vivere", di conio mondialista e umanitarista, non cristiano... Che peraltro -e ció non può non inquietare - non ha funzionato con i FI e non funziona con chi riafferma un messaggio genuinamente cattolico...
RispondiEliminaO.T.:
RispondiEliminaEcco come vengono date le notizie:
Da Euronews: "Vaticano: Papa incontrerà esponenti comunità gay"
" Papa Francesco si incontrerà con esponenti del collettivo lgtb (lesbo, gay, transgender bisexual) e parlerà con Simon Cazal, che dirige il gruppo Somos Gay, in un incontro pubblico ad Asuncion in Paraguay. "
(Se anche c'è stata questa presenza, si tratta di "un" individuo perso fra migliaia di persone e che non ha certo "parlato" con il Papa)
A l’Anonyme de 13:55
RispondiEliminaIl ne s’agit nullement d’empêcher le “retour” de la FSSPX à l’Église, dont elle n’est jamais sortie (cela étant, pourquoi aurait-elle besoin d’y “rentrer” ?), mais de montrer, comme le suggère très bien, je crois, don Curzio, qu’il y a de subtiles manœuvres en cours pour la fondre dans le “mouvement conciliaire” (appelons-le comme ça) et, ce faisant, pour la stériliser : on ne parlera plus de Vatican II, on se soumettra au bon vouloir des évêques modernistes, on deviendra une FSP bis, réduite ainsi à une sorte de “réserve indienne” pour “nostalgiques” qui finiront bien, avec le temps, par disparaître… Ouf ! Et l’on en aura finalement fini avec ce maudit Lefebvre et sa sale engeance…
Interessante disamina. Come tutte quelle di Don Curzio.
RispondiEliminaMa ho il difetto di aver maturato una qualche idiosincrasia per le categorizzazioni, e di solito rimango sempre con un punto interrogativo sulla testa quando ne leggo. Sia che vengano dal "fronte Tradizionale" che da quello opposto.
Di solito sono sempre generiche, e fanno maturare sempre domande tipo "in che senso? A chi si rivolge"?
Anche in questo caso mi sono fatto queste domande. E qualcuno che ha risposto qui se le è poste come me. Ingenui? Chi è ingenuo? Chi è colui che rinuncia alla persecuzione per "venire a patti" al compromesso? Ovvero: cosa si può definire "compromesso"? Cosa significa "accettare la mano tesa"? E chi la tende?
Ad esempio: per quanto mi riguarda credo che si dovrebbe annoverare tra chi ha accettato la persecuzione pur di diffondere la Sacra Tradizione e la Liturgia Tradizionale, quel fedele o quel Sacerdote che, pur accettando l'Autorità di QUESTA Chiesa ammorbata dal modernismo, ha continuato a fare quanto in suo potere per opporvisi con prudenza e sapienza. Sia che si tratti di fraternità legalmente riconosciute e sotto perenne osservazione, strette da mille lacci, che altre che hanno agito in stato di necessità grave...
Credo che la stessa esistenza di Sacerdoti che insegnano la dottrina di Sempre e celebrano con devozione e dignità i Sacramenti, seppur "riformati", possa essere annoverata tra le Grazie di questo tempo così terribile.
E credo che sia necessario giungere ad un coordinamento esteso e "dal basso", per quanto possibile, che possa mantenere viva la fiaccola della fede, anche in mezzo al modernismo...
Dove sarebbero i cedimenti della FSSPX al Vaticano? Fuori le prove
RispondiEliminaBisogna stare ai fatti. Di cedimenti dottrinali di mons. Fellay e/o o della FSSPX nei confronti del Vaticano attuale non c'e' traccia. Se qualcuno l'ha trovata, lo faccia sapere. Citazioni precise, non chiacchiere.
Negli ultimi documenti della FSSPX si critica apertamente il cardinale Maradiaga. E questo non e' come criticare l'attuale Papa? Nell'ultima intervista mi sembra che mons. Fellay abbia parlato chiaro. E' uno sbaglio credere che mons. Fellay debba fare il controcanto al Papa su questo e su quello. Non lo faceva nemmeno mons. Lefebvre. Non e' questo il suo compito. Il suo compito e' in primo luogo quello di essere un Congregazione che ha mantenuto lo spirito e la disciplina della Chiesa preconciliare, per la formazione dei sacerdoti nel modo veramente cattolico e il mantenimento della S. Messa VO. Si avvicina certamente il momento nel quale questa milizia sara' di grande utilita' alla Chiesa, nei grandi disordini in arrivo. I gesti amichevoli che la FSSPX sembra ricevere dal VAtican su questione pratiche, hanno alle spalle anche quella parte della Curia che vede con favore la FSSPX.
@ Anonimo14 luglio 2015 21:45
RispondiEliminaAnch'io la penso come Lei, ma si sentono in giro voci che la SPX si starebbe ammosciando perché ha risposto positivamente alla proposta di riprendere le trattative interrotte a suo tempo, come se ciò comportasse automaticamente un cedimento o un compromesso.
Mi sembra siano solo timori e per di più infondati, perché ritengo la SPX sufficientemente vaccinata fin dalla nascita, anzi è nel suo dna di non lasciarsi infinocchiare. Forse coloro che spargono simili ragionamenti non suffragati da alcun fatto non fanno altro che proiettare la loro forma mentis.
@ "Anche a me quelli affetti dalla sindrome di Stoccolma non piacciono"
RispondiEliminaGrazie a questa frase sono andato a documentarmi sulla sindrome di Stoccolma:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Stoccolma
È incredibile come nei vari passaggi e nelle pieghe della realtà che emergono dai casi particolari legati agli eventi criminosi narrati in questo capitolo di WP si possono riconoscere aspetti riguardanti la situazione della Chiesa (meglio dei cattolici nella Chiesa) assediata dal Nemico. In fondo la psicologia umana funziona sempre alla stessa maniera.
Al posto di un sequestratore e di una sua vittima ho provato a considerare l'azione dell’Anticristo (o chi per esso, p.es un suo profeta) ed il cattolico qualunque.
Ho rivisto l'articolo in questa chiave di lettura e -vi assicuro- mi ha fatto stupire di aver ritrovato in modo particolarmente vivido alcune dinamiche che abbiamo sotto gli occhi giornalmente: dalle note reazioni normaliste sui media fino alle reazioni delle persone a noi vicine nei nostri confronti.
Vi si descrive anche il ruolo della polizia, che -si scopre- non dai sequestratori, ma dai sequestrati stessi viene percepita come nemica. La polizia, che nella società rappresenta la legge, lo stato di diritto, la giustizia, la sicurezza, dai sequestrati viene vissuta come nemica, in quanto armata, ovviamente per poter far fronte al sequestratore, verso il quale invece scatta un rapporto empatico; egli non è più percepito come pericoloso per il fatto che non usa le armi contro il sequestrato ma gli mostra invece un’insospettata benignità che lo rassicura. Con lui rinchiusi avendo questa sindrome si arriva a stare perfino bene!
Cosa succede nel nostro caso, nel nostro campo ecclesiale fuori dal contesto criminoso?
Se in un certo senso si è affetti dalla sindrome di Stoccolma la Verità non è percepita come liberante, ma come un'arma pericolosa ed inquietante che viene a turbare quell'idillio artificiale rassicurante che si è venuto curiosamente ad instaurare nei rapporti con il lupo vestito d'agnello, il falso profeta ammaliatore delle folle, il quale è rassicurante nel suo farsi complice nelle umane miserie, nelle quali si può continuare a crogiolarsi senza timore di doverne uscire.
Viene descritto anche come la Polizia ha dovuto imparare ad agire in modo tale da evitare di essere percepita come nemica col rischio di vanificare i suoi sforzi per la liberazione degli ostaggi:
"Per risolvere favorevolmente un caso con ostaggi, la polizia deve, perciò, incoraggiare e tollerare le prime due fasi, così da provocare la terza salvando in tal modo la vita del sequestrato".
Qui vi vedo uno spunto per la nostra azione di apostolato come cattolici per contribuire alla salvezza delle anime inconsapevolmente assediate:
non procedere lancia in resta con l'arma della verità in mano ("la verità offende" dice il proverbio, è bisturi affilatissimo) ma farsi fiduciosamente presenti per poi condurle alla libertà dal marciume del male che può essere tagliato via con nettezza.
SEGUE...
@ "Anche a me quelli affetti dalla sindrome di Stoccolma non piacciono"
RispondiEliminaCONTINUAZIONE
Nell'articolo di WP vi è pure un accenno ai presupposti psicologici (i concetti di ES, IO e SUPER-IO) e fa pensare a che tipo di persona potrebbe capitare di essere più facilmente vittima di una sindrome di Stoccolma, in quanto non è solo la situazione eccezionalmente drammatica ad essere determinante, ma anche la formazione e la personalità della vittima.
Chiaramente le analogie tra i casi criminosi e la nostra situazione sembrano pertinenti fino ad un certo punto. Noi ad es. non subiamo il fattore violenza fisica, anche se, a pensarci bene, nel caso dei martiri invece ciò è particolarmente evidente. Cambiano i casi ma la dinamica è la stessa. Nella nostra situazione corrente è piuttosto il bisogno di sicurezza ad avere il ruolo determinante, bisogno che caratterizza l’essere umano in particolare nell’infanzia nel rapporto di dipendenza dal genitore, ma che si manifesta anche nell’età adulta nel rapporto con il suo Creatore.
Cito ancora:
“Entrambi tali meccanismi entrano in funzione nella "sindrome": l’ostaggio si “identifica” nel carceriere per paura, e non certo per affetto, e "regredisce" ad uno stadio infantile inferiore a quello di un bimbo di cinque anni. L'ostaggio si trova in una situazione di estrema dipendenza dal carceriere esattamente come il bambino dipendeva totalmente dalla figura paterna, o comunque genitoriale, che rappresentava controllo e sicurezza.”
La violenza è particolarmente percepibile se vissuta come aggressione diretta, mentre l’aggressione del male in senso metafisico dai più o non viene percepita coscientemente o non viene considerata, ma fa comunque sentire le sue conseguenze nelle persone, che poi reagiscono in modi particolari.
"L'ostaggio reagisce come può all'estremo stato di stress cui è sottoposto: una delle prime reazioni, rifugio psicologico primitivo, ma emotivamente efficace, è la “negazione”. Per sopravvivere la mente reagisce tentando di cancellare quanto sta avvenendo".
Lo vediamo chiaramente nelle reazioni dei normalisti che per non vedere la nuda e cruda realtà inventano un’interpretazione che ai loro occhi cancelli la scomoda realtà e faccia sembrare tutto OK.
All'estremo opposto ricordo vagamente che vi furono casi di perseguitati incarcerati in situazioni inumane difficilmente immaginabili che con la loro santità convertirono i loro aguzzini:
Sindrome di ...........?
...santità.
RispondiElimina@ Marius
Giuste osservazioni. MOns. Fellay prosegue nella stessa "politica" di mons. Lefebvre. Forse che quest'ultimo si e' arroccato in Econe, rifiutandosi di aver rapporti con le autorita' romane? Quando mai. Si e' sempre incontrato con loro, ha sempre discusso, "dialogato" con loro. E in conseguenza di cio', si e' forse "contaminato", ha forse ceduto sul piano dottrinale, e' arrivato a dei compromessi? Sono stati contatti difficile e sofferti, come lo sono inevitabilmente quelli attuali, e tuttavia sempre la Provvidenza ha influito in senso positivo, nel senso cioe' di far evitare soluzioni di compromesso di qualsiasi tipo. Escludere a priori qualsiasi contatto con "Roma modenista" in quanto tale, e' atteggiamento da sedevacantisti o comunque da settari. La FSSPX non e' ne' l'uno ne' l'altro, fa parte a pieno titolo della Chiesa cattolica e cerca di mantenere sempre una posizione equilibrata nel difficile momento.