Riprendo da TradiNews. Il testo che segue è redatto ad iniziativa di DICI (il sito ufficiale della FSSPX) in collaborazione con Guillaume d'Alençon, delegato episcopale per le questioni che riguardano la famiglia e la vita. La prima parte delle dichiarazioni del cardinal Burke è ben nota. Questa intervista tuttavia è particolarmente interessante per lo spazio dedicato all'esperienza del cardinale come prefetto della Segnatura Apostolica e relative dichiarazioni prese dal testo Permanere nella verità di Cristo, apparso anche in francese, sulla necessità della seconda sentenza conforme nei processi di nullità matrimoniale. Problema di non secondaria importanza già sollevato da diversi canonisti e studiosi di fama internazionale, da noi ripresi in precedenti articoli.
Alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia (04-25 Ottobre 2015) escono diversi libri che si oppongono chiaramente alle innovazioni che pretendono di introdurre prelati progressisti, al seguito del cardinale Walter Kasper. DICI riporterà queste pubblicazioni progressivamente, mettendo in evidenza le risposte che esse danno alle critiche contro la dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia.
Per gentile concessione delle edizioni Artège, DICI presenta ai suoi lettori alcune pagine del libro Un Cardinale nel cuore della Chiesa, pubblicato il 17 settembre, nel quale Raymond Leo Burke, Cardinalis Patronus dell'Ordine di Malta, risponde alle domande di Guillaume d'Alençon, delegato episcopale per la famiglia e per la vita della diocesi di Bayonne. Le risposte del prelato americano, prefetto emerito del Tribunale della Segnatura Apostolica, sono particolarmente interessanti nel momento in cui Papa Francesco col Motu Proprio Mitis iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus dell'8 Settembre 2015, ha appena semplificato notevolmente la procedura di nullità del matrimonio.
La misericordia finalizzata dalla conversione alla verità
A proposito delle « eccezioni pastorali », che i progressisti vogliono moltiplicare, a nome di una misericordia scissa dalla verità circa l'indissolubilità del matrimonio, il Cardinale Burke risponde nettamente.
Ormai molti fedeli ora hanno subito divorzi, pur restando annessi alla Chiesa. Crede che si possa articolare serenamente il rapporto tra dottrina e pastorale, misericordia e verità, senza cadere nella caricatura, nella dialettica?
Sì, in alcuni dibattiti si è potuta introdurre una dialettica tra misericordia e verità, disciplina e verità. Questo contrasto è risultato essere artificiale e falso. Perché ci sia una vera misericordia, è necessario che essa sia basata sulla verità. Allo stesso tempo, non possiamo mai dire che permane la dottrina quando la disciplina è contraddittoria, come quando qualcuno dice: «Insisto sulla indissolubilità del matrimonio ma, in alcuni casi, le persone che si sono separate dai loro coniugi legittimi e poi risposate possono accedere alla comunione eucaristica».
Com'è possibile che una persona legata da un matrimonio fallito possa intrecciare una relazione con un'altra, senza commettere adulterio o fornicazione? È impossibile. E comunque, dobbiamo conoscere le situazioni particolari, essere misericordiosi con la gente, ma [dobbiamo] invitare chi si trova in questa situazione a convertirsi, a far corrispondere le cose alla legge di Cristo. La misericordia è finalizzata dalla conversione, e quest'ultima è sempre una conversione alla verità. Infine, non vi è alcuna contraddizione tra la dottrina e la disciplina, poiché la prima anima la seconda.
Vedo anche un altro aspetto di questo problema. Quello della sofferenza dei figli, che sono le vittime del divorzio. I Pastori devono fare tutto il possibile per aiutare questi giovani nella loro fede. Non è relativizzando di fatto il valore del matrimonio sacramentale dei loro genitori che possiamo aiutare questi giovani a rispondere alla loro vocazione. La testimonianza della fedeltà di un coniuge, o di entrambi, nonostante la separazione, spesso porta i suoi frutti nella generazione successiva. Onorando la verità del sacramento del matrimonio, non solo si dà gloria a Dio, fonte di ogni bene, ma si rafforzano e consolano i giovani che hanno dovuto subire i conflitti dei genitori. Sono numerosi i figli di coppie separate, di cui almeno uno dei genitori è rimasto fedele alla grazia del sacramento del matrimonio, che si sono impegnati sulla via del matrimonio cristiano o della vocazione consacrata. La sofferenza si è trasformata in gioia, certamente per i figli, ma anche per i genitori. (...)
La Chiesa potrebbe cambiare la sua dottrina su questo argomento? Se un papa volesse, potrebbe?
No, è impossibile che la Chiesa cambi il suo insegnamento per quanto riguarda l'indissolubilità del matrimonio. La Chiesa, Sposa di Cristo, obbedisce alle sue parole nel capitolo 19 del Vangelo di Matteo, che sono molto chiare per quanto riguarda la natura del matrimonio. Nessuno contesta il fatto che sono stesse parole di Cristo e, dalla risposta degli apostoli, il peso di queste parole per coloro che sono chiamati alla vita matrimoniale è molto chiaro. Nel suo insegnamento sul matrimonio, Cristo chiarisce bene che espone la verità sul matrimonio come era dal principio, come Dio lo ha voluto dalla creazione dell'uomo e della donna. In altre parole, l'indissolubilità del matrimonio è una questione che deriva dalla legge naturale, la legge di Dio scritta nel cuore di ogni uomo. Il Papa, come successore di San Pietro nella sua cura pastorale della Chiesa universale, è il primo tra i cristiani ad essere vincolato a obbedire alla parola di Cristo. (pp. 130-132)
Un giudizio conforme alla verità e al diritto
È utile raffrontare le parole del cardinale Burke con ciò che egli già detto lo scorso anno nel libro scritto in collaborazione con altri quattro cardinali Permanere nella verità di Cristo(Artège, 2014) sul tema «Il processo canonico nella nullità del matrimonio: una ricerca della verità ». Egli insiste sulla necessità di un processo condotto con grande cura, al fine di raggiungere la verità in una questione che coinvolge la salvezza eterna degli interessati.
E su mostrare i legami tra verità e carità:«Ricordo l'immagine usata dal mio professore di procedura canonica alla Pontificia Università Gregoriana, padre Ignacio Gordon, SJ, durante i miei anni di studio. Egli ha detto che il processo canonico e i suoi vari elementi potrebbero essere paragonati ad una chiave i cui denti dovrebbe corrispondere ai contorni sinuosi della serratura della natura umana; è solo quando tutti i denti sono tagliati con precisione che la chiave apre la porta alla verità e alla giustizia. È particolarmente sorprendente che oggi, nonostante i numerosi proclami a favore dei diritti umani, vi è una vera e propria mancanza di attenzione per le procedure giuridiche sviluppate con cura che garantiscono il mantenimento e la promozione dei diritti di tutte le parti, e in una questione che coinvolge la loro salvezza eterna, vale a dire, il loro diritto a un giudizio basato sulla verità, al fine di risolvere la questione della nullità del loro matrimonio. È particolarmente interessante sentire che un processo giudiziario ben fatto dovrebbe essere sostituito da una procedura amministrativa rapida». (P. 210)
La necessità di doppia sentenza conforme«Una delle caratteristiche principali di un tribunale deve essere l'obiettività o imparzialità, che è il pegno e il marchio della ricerca della verità. Tale oggettività dovrebbe essere particolarmente evidente nei tribunali della Chiesa, il cui compito è di aver cura non solo di essere ma anche mostrarsi imparziale. La giusta osservanza delle norme procedurali è un mezzo importante per garantire in maniera reale ed evidente l'imparzialità del tribunale, che potrebbe essere compromessa in molti modi, uno più sottile dell'altro.La disciplina del processo giuridico non è affatto in contrasto con l'approccio veramente pastorale o spirituale alla eventuale nullità del matrimonio. Al contrario, essa conserva e promuove la giustizia fondamentale e insostituibile, senza cui sarebbe impossibile esercitare la carità pastorale. (p.213)La procedura canonica per dichiarare la nullità del matrimonio, a causa del suo rispetto per il diritto ad un giudizio conforme alla verità, è un elemento necessario per l'esercizio della carità pastorale nei confronti di coloro che chiedono la nullità del consenso matrimoniale. (p. 214)Il tribunale collegiale o il giudice unico non hanno il diritto di sciogliere un matrimonio valido; essi possono solo cercare la verità su un matrimonio in particolare, e successivamente dichiarare con autorità che hanno la certezza morale che la nullità del matrimonio è stata veramente stabilita o accertata (constat de nullitate), o che la stessa certezza morale non è stata raggiunta (non constat nullitate). Poiché il matrimonio gode del favore del diritto, non è richiesto provarne la validità; sarà sufficiente dichiarare che la sua nullità non è stata dimostrata. (...)Nel suo discorso annuale alla Rota Romana del 1944, Pio XII ricorda che 'nel processo matrimoniale il fine unico è un giudizio conforme alla verità e al diritto, concernente nel processo di nullità la asserita non esistenza del vincolo coniugale...'. Tutti coloro che sono coinvolti in un processo canonico, ha detto, devono condividere questo obiettivo comune, in base alla natura specifica delle rispettive funzioni. Questa attività giudiziaria unificata è di ordine fondamentalmente pastorale, cioè è diretta verso lo stesso obiettivo che unifica l'azione di tutta la Chiesa: la salvezza delle anime». (pp. 217-219)
Nello stesso studio su «Il processo canonico di nullità del matrimonio: una ricerca della verità», il Cardinale Burke ha già risposto all'obiezione che non è necessario ottenere una doppia sentenza conforme per confermare una dichiarazione di nullità del matrimonio. Purtroppo le recenti disposizioni di papa Francesco hanno rimosso questa doppia sentenza conforme. Nel suo studio, il prelato americano ha mostrato in anticipo tutti i rischi - in particolare canonici e spirituali - che questa decisione comporta per i giudizi che ormai saranno pronunciati, a meno che il Sinodo non pervenga a far abrogare la riforma, come chiede lo storico Roberto de Mattei in Corrispondenza Romana del 17 settembre. Sotto il titolo: «Si possono discutere gli atti di governo del Papa?» egli scrive: «Il motu proprio di Papa Francesco, che è fino a questo momento il suo più rivoluzionario atto di governo, non è ancora in vigore, fino all’8 dicembre 2015. È illegittimo chiedere che nel Sinodo si discuta di questa riforma matrimoniale e che un gruppo di cardinali “zelanti”(come i cardinali che si sono opposti al nuovo matrimonio di Napoleone con Maria Luisa, e che Pio VII riconobbe successivamente che avevano ragione ndr) ne chieda l’abrogazione?».
«Nelle discussioni che hanno accompagnato la preparazione del Sinodo dei Vescovi, è spesso apparsa la necessità di una doppia sentenza conforme per confermare una dichiarazione di nullità del matrimonio. Alcuni sembrano credere che nella Chiesa sia già stato deciso di eliminare l'obbligo di questa doppia sentenza conforme, che considerano come uno degli elementi di 'pesante giuridismo' dell'attuale procedura di nullità. Molti hanno sostenuto che la seconda istanza non avrebbe più senso, quando il processo in prima istanza sia stato ben condotto.Se il processo è stato ben condotto in prima istanza, il conseguimento di una doppia sentenza conforme, seguita dal decreto di ratifica non prende troppo tempo al tribunale di seconda istanza. 'Ben condotto' significa che il caso è stato ascoltato e discusso, che gli atti sono completi e in ordine, e la sentenza espone correttamente gli elementi e il ragionamento alla base della sentenza, indicando in modo chiaro e prudente il percorso seguito da giudici per determinare, dai punti di fatto e di diritto, che la nullità del matrimonio in questione è stata dimostrata con certezza morale. Inoltre, i buoni giudici, consapevoli dell'importanza dell'unione coniugale per la vita della Chiesa e della società in generale, così come del problema di una giusta sentenza in una causa di nullità del matrimonio, sono riconoscenti del fatto che il loro giudizio venga riesaminato in seconda istanza da parte di altri giudici.In pratica, la revisione obbligatoria in seconda istanza incoraggia tutti a fare del proprio meglio. Senza questa istanza, c'è il rischio di negligenza nel trattamento delle cause. Questo è stato tragicamente evidente quando erano in vigore nei tribunali ecclesiastici degli Stati Uniti d'America le American Procedural Norms (Norme americane di procedura). Da luglio 1971 al novembre 1983, l'obbligo di una doppia condanna conforme è stato eliminato negli Stati Uniti a causa del potere concesso alla Conferenza episcopale di dispensare dalla doppia sentenza conforme 'quei casi eccezionali in cui, dopo il giudizio del difensore del vincolo e del suo ordinario contro una decisione affermativa sarebbe ovviamente superfluo'. Come si poteva prevedere, i soli casi eccezionali, in pratica, sono stati quelli in cui un appello non era considerato superfluo. In realtà, non ho mai trovato la minima indicazione che la Conferenza episcopale abbia rifiutato una sola richiesta di dispensa fra le centinaia di migliaia che ha ricevuto».
Nel corso di questi dodici anni, quando la Segnatura Apostolica ha avuto l'opportunità di riesaminare alcuni di questi casi, non si comprendeva come il difensore del vincolo e il suo Ordinario avessero potuto considerare il ricorso come superfluo, e ancor meno come la Conferenza episcopale potesse concedere la dispensa richiesta. Agli occhi e secondo il linguaggio comune dei fedeli, il processo di nullità del matrimonio finirebbe, non senza ragione, col ricevere il nome di 'divorzio cattolico.'Anche se la promulgazione del Codice di Diritto Canonico nel 1983 ha messo fine a questa situazione straordinaria, la scarsa qualità di molte sentenze di prima istanza esaminate dalla Segnatura e la chiara mancanza di qualsiasi seria revisione da parte di alcuni tribunali d'appello, ha mostrato il grave danno alla dichiarazione di nullità del matrimonio a causa dell'effettiva omissione della seconda istanza.La vasta esperienza della Segnatura Apostolica in questo campo non è, ovviamente, limitata agli Stati Uniti d'America. Essa dimostra senza ombra di dubbio la necessità di una doppia decisione conforme per raggiungere una dichiarazione di nullità del matrimonio. L'importanza di questa condizione è confermata dallo studio delle relazioni annuali dei tribunali e dalla revisione delle sentenze definitive dei tribunali di prima istanza. Questa esperienza della Segnatura Apostolica costituisce anche una fonte unica di conoscenza di come amministrare la giustizia nella Chiesa universale, incarnata nelle Chiese particolari. Una semplificazione del processo nella nullità del matrimonio non potrebbe essere presa in considerazione, senza uno studio approfondito, alla luce del servizio reso dalla Segnatura Apostolica alle Chiese particolari».(Pp 229-233)
Si può osservare che la commissione speciale creata dal Papa nel mese di agosto 2014, per riformare la procedura di dichiarazione di nullità, non ha quasi beneficiato della vasta esperienza del cardinale Burke come Capo della Segnatura Apostolica da quando è stato dimesso dal suo incarico di Prefetto, l'8 novembre dello stesso anno.
San Pio X, un vero riformatore
I lettori di DICI, organo della Fraternità San Pio X, saranno certamente interessati alle parole del cardinale Burke sull'opera di Papa Pio X, nell'ultima parte della sua intervista con G. Alançon.
Lei sta dicendo che abbiamo finalmente bisogno di «restaurare tutte le cose in Cristo» questo bel motto di San Pio X nel 2014 abbiamo celebrato il centenario della morte.
Si tratta di un grande Papa ...
Cosa pensa della figura di San Pio X, a cento anni dalla sua morte? È superata?
Per me è un grande riformatore nella continuità. Ha riformato molti aspetti della vita della chiesa perché essa si mantenga più fedele alla Tradizione. Uno dei suoi primi atti fu un motu proprio sulla musica sacra. Ha avuto anche l'intuizione che quando un bambino può riconoscere nell'ostia il corpo di Cristo è in grado di fare la Prima Comunione, che lo ha portato a rivedere la disciplina su questo punto. Ha riformato con grande genialità il diritto canonico, per non parlare della Curia romana che ha reso più efficiente. Ancora oggi, ci riferiamo a Sapienti consilio. Era anche un grande catechista. Ha riformato la catechesi e scritto quello che viene ora chiamato il Catechismo di San Pio X. Lo insegnava la domenica al popolo di Dio nel Cortile di San Damaso. La gente veniva da lontano per ascoltarlo. Sulla Sacra Scrittura, scrisse molto per promuoverne la lettura. Combatté anche le eresie, le aberrazioni del modernismo. Oggi, i teologi dicono che non era un grande teologo. Ma quando ho letto i suoi scritti sul modernismo, vedo che ha capito molte cose, perché un gran numero di errori che ha identificato sono sempre attuali. In sintesi, potremmo dire che è stata una bella figura di pastore d'anime, pastor animarum. Quando si leggono i suoi scritti, i suoi consigli, tutto è orientato verso la cura delle anime.
N.B. I titoli ed i passaggi sottolineati sono della redazione di DICI, che invita a far riferimento ai libri citati per trarre giovamento dalle numerose note che accompagnano le affermazioni del cardinale Burke.
Il Cardinale Raymond Leo Burke, Un Cardinale nel cuore della Chiesa, intervista con Guillaume d'Alançon, Artège, 2015, 184 p. € 17,50
Permanere nella verità di Cristo - Il matrimonio e la comunione nella Chiesa cattolica. Artège, 312 pp., € 19,90
(Fonti: Artège /Corrispondenza europea - DICI n 321 del 25 settembre 2015)[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Impossibile?! Dopo tutto quello a cui abbiamo assistito negli ultimi cinquant'anni e poi negli ultimi due, nulla, direi, è impossibile.
RispondiEliminaL'affermazione del cardinale è ovviamente retorica, o al massimo una disperata difesa, verso un nemico senza onore.
Viene piuttosto da domandarsi dove sia la Chiesa di Gesù Cristo o, più modestamente, come continuare a dirsi cattolici. La mia non è una provocazione ma, come molti credo, una serissima difficoltà religiosa imputabile ad una gerarchia e ad un clero che non smettono di dare scandalo. Ci costringono a scegliere tra Cristo e la Chiesa. E' un miracolo non perdere a fede.
Capisco lo sfogo.
RispondiEliminaMa la Chiesa, sia pure a visibilità ridottissima, è riconoscibile in pastori come il card. Burke, ad esempio. E in molti nostri sacerdoti e fratelli nella fede...
Sarà "impossibile" ma l'hanno già fatto. Il recente divorzio cattolico, di questo si tratta, ne è un esempio. Ma credo non sia finita: nelle ultime settimane durante la S. Messa il sacerdote ha fatto recitare una nuova apposita preghiera perchè dal prossimo Sinodo esca "la nuova interpretazione del matrimonio".
RispondiEliminaServe altro?
Miles
Il problema è che l'intera giurisdizione discende dal Papa. E' un problema, mi rendo conto, senza soluzioni univoche. Si cerca di sopravvivere e basta.
RispondiEliminaGrazie per la risposta.
Miles, scriva al suo Vescovo.
RispondiEliminaQuesto sacerdote che lei cita è un protestante. La diocesi deve esserne informata.
Di solito rispondono... e se tacciono o peggio giustificano, bè, almeno lei avrà la coscienza a posto.
humilitas
@ Miles, @ Stan.
RispondiEliminaLe due letterae motu proprio datae, come già rilevato giorni fa e come ha fatto indirettamente capire l'Eminenza Burke quando parlava delle norme date ad esperimentum, sono solo diritto positivo, cioè positum da un uomo. In questo caso il vdr. Capito' nel 1971 negli States. Ma nel 1983 un altro Papa le cancello'. Preghiamo affinché il vdr si ravveda e le modifichi oppure, se egli non lo farà, che il prossimo Papa le abroghi, nulla e' perduto. Un po' più di fiducia nella Provvidenza non guasterebbe.
Si tratta solo,di diritto bergogliano. Pardon, di arbitrio.
RispondiEliminaHumilitas, temo che quella sia una inezia rispetto a quello che dichiara e fa quotidianamente da due anni il Papa. E in ogni caso non mi ha stupito più di tanto visto che rispecchia la linea ufficiale della Chiesa.
RispondiEliminaMiles
PS: dimenticavo, il sacerdote al termine della consueta rabbiosa omelia a sfondo socio-progressista (nessuna traccia di soprannaturale) parlando dello scandalo (tutto focalizzato sul vile denaro naturalmente...ma sono ossessionati?) ha detto, credo in un eccesso di zelo, che a dare scandalo sono i "cattolici bacchettoni come quelli che ai tempi di Gesù andavano a Messa (!)". Mi è venuto da ridere, sembrava di stare a Zelig, visto anche perchè che noi eravamo a Messa e lui la stava dicendo. Cosa dovevamo fare? Uscire immediatamente per non essere bacchettoni?
PS del PS (sorry): il sacerdote ha anche spiegato che ciò che ha causato lo svuotamento delle chiese è la presenza dei cattolici bacchettoni (che quindi per riempirle di nuovo dovrebbero starsene fuori, aggiungo io trovando l'idea interessante...).
RispondiEliminaMiles
RispondiElimina- E i figli di un matrimonio che si dichiara mai esistito, che fine fanno?
Una cosa vorrei che qualche esperto mi spiegasse. Se il matrimonio cattolico non puo' essere invalidato ma solo dichiarato nullo e quindi mai esistito, gli eventuali figli di questo matrimonio che non c'e' mai stato, che stato giuridico hanno? Diventano da legittimi illegittimi? E' mai possibile? Che cosa dice il diritto canonico in proposito? Ci deve essere una soluzione che non leda il buon diritto dei figli.
parvus
@ Mirabelli
RispondiEliminaIn termini meta-giuridici sono d'accordo, ma se la somma autorità religiosa, i cui atti sono per definizione inappellabili, legifera in violazione del diritto divino, per me è un problema, purtroppo. E grosso. Il diritto positivo è un diritto formalmente (e sottolineo "formalmente") valido ed efficace. Il suo disconoscimento da parte del singolo si riduce ad una resistenza individuale che l'ordinamento giuridico complessivo non può che considerare come illegittima ed il potere costituito come "anti-sistema". In breve, ci vuole un attimo ad un modernista, umanitarista, progressista, o come meglio ritenete di chiamarlo, dirti, atti ufficiali alla mano, che il non cattolico sei tu.
Per questo, come dicevo, ci si trova a scegliere tra Cristo e la Chiesa.
Dal punto di vista soprannaturale, certo, la questione è ben diversa. Ma se debbo considerare la chiesa nella sua fenomenologia attuale, mi è difficile dirmi "cattolico".
Alessandro,
RispondiEliminaquell' esperimento americano fu terminato, ma nel frattempo quanti matrimoni validi annullati,
Quante coppie sfasciate, quante mogli o mariti lasciati a piangere, quanti figli disperati cresciuti senza un padre o una madre, forse segnati per sempre, incapaci a loro volta di formarsi una famiglia...Ooltre al danno per"il divorzio cattolico" arrecato al Sacramento, all' istituzione del matrimonio, alla Chiesa stessa.
La stessa cosa potrebbe succeder in un futuro.
Inoltre ricordo quel che dicevano certi vecchi preti all' indomani del CVII e delle sperimentazioni che seguirono. - Vedrete - dicevano -passera', ora il Papa fara', dira'...-
Ed ora abbiamo la Comunione in mano, non ci si puo' inginocchiare anche volendo, certe Messe sembrano dei festvlas della peggiore musica, i preti non solo non vestono al talare, ma manco il clergyman, ed e' inutile che continui, perché tutti conosciamo la situazione.
Inoltre per l' uomo della strada, cattolico o no, la distinzione tra legge positiva, naturale, diritto canonico, dogma, non è cosi chiara come tu pensi. V. Appunto i. Commenti sul " divorzio cattolico"
E' giusto preoccuparsi, chiedere ai vescovi e cardinali che si facciano sentire, e pregare Nostro Signore.
Se poi il prossimo Papa avrà il coraggio di tornare indietro, e GLIELO LASCERANNO FARE, meglio. Ma nel frattempo, non stiamocene con le mani in mano.
Rr
Caro Miles, lei ha senz'altro ragione, sono inezie: ma se lasciamo correre le inezie perché il "capo" spara di ben peggio, non so se facciamo un buon servizio. Intendevo questo.
RispondiEliminaQuanto alla Messa dei bacchettoni del tempo di Gesù, veramente fantastica, una vaccata simile non l'avevo proprio mai sentita. Cioè, veramente sì, ma da un ingenuo e ignorantello ragazzetto all'oratorio. Che pena, Signore, che pena.
humilitas
Parvus, i figli di un matrimonio nullo sono devastati come tutti i figli di genitori separati. Fine.
RispondiEliminaNati all'interno del matrimonio, essi sono automaticamente riconosciuti dal padre, quindi sono perfettamente legittimi. A seguito della sentenza di nullità canonica e della denubilazione civile che ne consegue, i figli vengono per così dire portati allo status di figli riconosciuti, nati fuori dal matrimonio, visto che questo, in caso di dichiarata nullità, equivale di fatto a una banalissima convivenza.
È sempre lì, la tragedia: che due adulti possono sposarsi, divorziare, concubinare, tradirsi, perfino vedersi riconoscere che, a torto o a ragione, nullo fu il loro vincolo.
Ma la figliolanza , la maternità e la paternità non si annullano mai.
Ho letto da qualche parte, di recente, che mediamente un figlio preferisce rimanere orfano, piuttosto che ritrovarsi figlio di separati.
humilitas
@ Rr. Ti ricordi quando durante il pontificato di Paolo VI molti preti tradirono ed ottennero la riduzione allo stato laicale solo per via amministrativa e molto facilmente? Poi nel 1979 la musica cambio, doveva tenersi un processo davanti alla competente Congregazione per stabilire se il sacramento dell'Ordine c'era o non c'era. Ti assicuro che alcuni conoscenti che all'inizio erano entusiasti di questo vdr, ora ne hanno le scatole piene ben più delle mie. E loro non sono tradizionalisti. Il vdr e' tenuto in piedi solo alla pax mediatica (tua formidabile definizione) e da quattro scalcagnati e servili vaticanisti.
RispondiElimina@ Stan. Nel momento stesso in cui il diritto positivo del vdr si colloca in contrasto col diritto divino, ad es. Mt. 19,9, il diritto (arbitrio) positivo deve essere disapplicato. Credo che la Chiesa non abbia mai definito dogmaticamente l'indissolubilità del matrimonio valido rato e consumato. Non ce n'è mai stato bisogno. E' come definire dogmaticamente l'esistenza di Dio.
RispondiEliminaHa più valore l'affermazione del card. Burke riguardo l'impossibilità della mutabilità della dottrina matrimoniale oppure ci fidiamo maggiormente delle nostre opinioni? Per il solo fatto che il cardinale e' un vescovo di valore, coraggioso, preferisco fidarmi di lui anziché di me.
RispondiElimina
RispondiElimina@ Humilitas
Grazie della spiegazione. Non mi e' tuttavia chiaro il "per cosi' dire". Sono retrocessi i figli del matrimonio dichiarato nullo allo status di "legittimati" oppure no? La "banalissima convivenza" per il diritto della Chiesa non e' concubinaggio e fornicazione? Dunque, i figli legittimi, dopo la dichiarazione di nullita', verrebbero a trovarsi equiparati ai figli "naturali". Un'ingiustizia colossale. Si capisce che, anche per questo motivo, la Chiesa fosse sempre molto cauta nei processi di nullita', sul piano normativo e processuale. I giudici potevano esser corrotti, in certe epoche, ma c'erano sempre le barriere elevate dal diritto canonico e dalla teologia contro le nullita' facili.
Ora invece si sono abbattute le barriere.
Con il motu proprio di Bergoglio sembra che l'elemento contrattuale venga a prevalere anche nel matrimonio cattolico a scapito di quello sacramentale. E forse qualcuno tentera' anche di togliere il matrimonio dal novero dei Sacramenti, come hanno fatto i Protestanti. Ma non ce ne sara' bisogno, la procedura del "processo piu' breve", di tipo amministrativo affidato ad un vescovo quasi sempre incompetente e a casistica illimitata, gia' permette l'aggiramento del dogma dell'indissolubilita'. E' chiaro che, in una situazione del genere, la battaglia al Sinodo deve esser condotta dall'opposizione proprio contro il motu proprio e quindi contro il Papa (oh, yes) non contro le mezze figure di contorno. parvus
La Chiesa no, ma Bergoglio sì. E' questo il sottotitolo. E' sempre più urgente un intervento di Benedetto...
RispondiEliminaMah, Parvus, adesso la distinzione tra figli naturali riconosciuti e figli legittimi in Italia non esiste neanche più, mi pare da due anni... altro colpo assestato all'istituto familiare in quanto tale...
RispondiEliminahumilitas
Nel momento stesso in cui il diritto positivo del vdr si colloca in contrasto col diritto divino, ad es. Mt. 19,9, il diritto (arbitrio) positivo deve essere disapplicato...
RispondiEliminaE chi avrebbe l'autorità per disapplicare un atto del papa?
E' sempre più urgente un intervento di Benedetto
RispondiEliminaA quale titolo dovrebbe intervenire chi ha dichiarato:
"...ben consapevole della gravita' di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice" ?
Cesare
La Chiesa di Roma, non solo ha deluso, ma ha tradito le aspettative dei cristiani d'Oriente, gli autoctoni che hanno resistito all'islamizzazione forzosa a partire dal settimo secolo, quando costituivano il 98% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, precipitati al 20% nel 1945, a meno del 6% oggi, mentre si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora. Dalla seconda guerra mondiale circa dieci milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi.
RispondiEliminaLa decisione di assecondare in tutto e per tutto i governi islamici, immaginando che così facendo si sarebbero tutelati i cristiani, l'adozione del relativismo religioso con la «Dichiarazione Nostra Aetate» del 1965 con la sostanziale legittimazione dell'islam sostenendo che entrambe le religioni credono nell'«unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente», e che «la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni», ha di fatto legittimato la supremazia dell'islam e favorito l'emarginazione del cristianesimo. Giovanni Paolo II arrivò a baciare il Corano il 14 maggio 1999, fu il primo pontefice a pregare in una moschea, quella Omayyade di Damasco il 6 maggio 2001, così come il 24 gennaio 2002 convocò la prima preghiera interreligiosa ad Assisi.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/chiesa-aperta-non-difende-i-cristiani-1174848.html
Magdi Allam esordisce così:
RispondiEliminaLa scelta di Papa Francesco di fare accogliere incondizionatamente i clandestini persino nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani, nonostante si tratti di un'invasione promossa dal regime islamico turco di Erdogan e dal terrorismo islamico che dal 2011 controlla le coste libiche, nel contesto di una strategia di islamizzazione demografica dell'Europa, è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia e incrinerà il rapporto spirituale con i cristiani d'Oriente.
@ Stam. Spero che tu non voglia riconoscere maggiore cogenza ad un atto del vdr piuttosto che al Vangelo,
RispondiEliminaE forse qualcuno tentera' anche di togliere il matrimonio dal novero dei Sacramenti, come hanno fatto i Protestanti.
RispondiElimina... e come hanno fatto e fanno gli eretici orientali, i quali dichiarano morto il matrimonio.
@ Mirabelli
RispondiEliminaNon stiamo parlando di gerarchia delle fonti o di potere giudiziario di disapplicazione.
Il vangelo non è la costituzione e il papa non è un'autorità amministrativa.
Scegliere tra il papa e il vangelo significa scegliere tra la chiesa e Cristo.
Il problema è tutt'altro che risolto.
Grazie comunque per le risposte.
Scegliere tra la Chiesa e Cristo è impossibile perché Sposo e Sposa sono inseparabili.
RispondiEliminaIn questo caso si tratta di scegliere tra uomini di Chiesa indegni e la fedeltà alla verità, di cui la Chiesa cattolica apostolica romana è portatrice e custode, anche se in questo papa e in molta parte di questa gerarchia non è effettivamente riconoscibile.
Molte delle cause sono note. Il problema è che sono in pochi coloro che le riconoscono e quindi è più difficile (umanamente sembrerebbe impossibile) attuare i rimedi.
Questa è la situazione che ci è dato vivere. Restiamo saldi nel Signore e andiamo avanti navigando a vista... per ora.
Scegliere tra la Chiesa e Cristo è impossibile ...
RispondiEliminaE qui sta l'enigma. E il dramma.
Preciso che dall'inizio della discussione mi sono riferito alla chiesa nella sua dimensione di fenomeno, e non nella sua essenza.
Grazie.
Humilitas,
RispondiEliminaa proposito dei figli di separati: si, per mia esperienza personale. E sempre per esperienza personale, e' piu difficile diventare "l' altra" , se ci sono bambini di mezzo, ricordando le proprie sofferenze.
Da un pdv civile, oggi non c'e' differenza tra figli legittimi e naturali. Ma per il diritto canonico?
Iinfine un' ulteriore annotazione. Da quando e' arrivato il divorzio, ma soprattutto da quando TUTTE le autorita religiose cristiane hanno smesso di parlare del matrimonio come valore fondamentale per la società, come una roccia su cui costruire anche lo Stato, nessuno si sposa piu, tutti convivono, separazioni e divorzi in aumento, Anche nei paesi protestanti che ammettono il divorzio, anche in Francia dove il divorzio c'e' dai tempi di Napoleone, finche' si sono sentiti certi forti discorsi, ci si sposava in chiesa, e si cercava di mantenere in piedi il matrimonio. Era disdicevole divorziare, soprattutto se i divorzi erano più d' uno. Lo facevano gli attori di Hollywood, considerata la Mecca del vizio, o i molto ricchi e nobili. Ma quelli erano " una razza" a parte.
Ora, invece, sia gli Stati, sia le chiese hanno svilito talmente il matrimonio, che solo gli invertiti lo vogliono, pensa te.
Rr
Di insegnamenti dopo il ConcilioVat2 ne sono cambiati una caterva.....ma forse quando è successo il nostro eroe non c'era invece quando c'era molto probabilmente dormiva!
RispondiEliminaA quale titolo dovrebbe intervenire chi ha dichiarato:
RispondiEliminaA titolo di Papa e successore di Pietro. La sua rinuncia non è stata libera, dunque non è stata valida, lo prova la cronica degli ultimi giorni del suo ponteficato e le rivelazioni che si fanno ogni giorno più numerose sulle mafie, minacce e complotti contro di lui. O ha interpretato male il concetto di libertà o era sotto ricatto e non poteva fare altro.
Oggi pero deve rendersi conto della catastrofe del suo atto e deve ripensare davanti la Croce quello che ha fatto e come ripararlo.
Se non lo fa, è la fine e solo ci resta aspettare le trombette dei quattro angeli.
Rr e Parvus, ancora sul matrimonio nullo,
RispondiEliminaIn effetti un rischio mi risulta ci sia: quello che possano decadere i cosiddetti "alimenti", ma il giudice deve disporre affinché ci sia tutela economica dei bambini. In ogni caso mi risulta anche che, anche post nullità e denubilazione, i figli rimangono legittimi a tutti gli effetti.
E confermo che è così davvero, perché ho amici a cui è capitato.
A sofliare ilcodice di diritto canonico, devo dire che non mi pare si parli molto dei figli "della nullità"... Questa sì che sarebbe stata una lacuna da colmare, altro che abolire la doppia sentenza conforme... Non che qualche norma canonica risolva nulla, per i bimbi, ma qualche indicazione, visto che il blanco agentino parla tanto a ruota libera, si poteva indicare... per aiutare i preti a gestire situazioni delicate...
Restano ragionamenti un po' accademici: la sofferenza dei figli, che Rr ricorda con cognizione di causa, è l'unica cosa che conta.
La mentalità, alla fine, non tanto la legge dello stato, è quello che rovina le famiglie. E di certo leggi inque non fanno che peggiorare la mentalità. Basta pensare alla mia generazione e alla percezione media che abbiamo avuto dell'aborto, da ragazzi, dal punto vista diciamo così civico...
humilitas
"che solo gli invertiti lo vogliono, pensa te.
RispondiEliminaRr
In effetti Rosa, dopo aver fatto di tutto, e peggio ancora, per distruggere la famiglia ora la vogliono, dopo averla caricaturata, derisa, disprezzata (grazie alla potenza e alla varietà dei loro mezzi, cinema, televisione, media, ecc.) ora pretendono di formarne una con "figli" che non possono che adottare o comperare come degli oggetti scegliendo il donatore di sperma o la donna che affitterà il suo utero su un catalogo, e privando quei bambini di un papà o di una mamma.
Ma nelle nostre società occidentali malate tutto ciò ormai è normale, è la famiglia in tutta la sua diversità...e poi quel che conta non è forse l`amooooooere?
Alle nostre società malate sembra normale che in una coppia ci siano due mogli e due mariti, che un bambino abbia due mamme o due papà, ne fanno anche dei libri che poi impongono nelle scuole per imparare ai bambini, fin dalla più tenera età, la tolleranza e il rispetto delle differenze...nelle nostre scuole le associazioni gay accompagnano i corsi di educazione sessuale e lo fanno quando i giovani attraversano l`adolescenza periodo-passaggio molto sensibile e lo sanno.
RispondiEliminaChe cosa possono fare i genitori che non sono ancora zombificati?
Possaono e devono protestare ma poi passano le leggi votate da governi che spesso hanno voluto, possono mettere i loro figli in scuole private ma non tutti hanno i mezzi per farlo, e metterli in scuole cattoliche è oggi tutto salvo una garanzia di mettere i loro figli al riparo da quel lavaggio del cervello, da quella programmazione.
Avrei una domanda e una riflessione da fare.
RispondiEliminaRiflessione.
Una decina d'anni fa, sul tema coppie di fatto, l'opinione pubblica era concorde nel concedere diritti come quelli delle famiglie naturali. Tutti tranne l'adozione di bambini. Me lo ricordo bene quando mi trovavo ad affrontare questi argomenti e venivo messo a cerchio come fossi un troglodita omofobo al pari del Papa Benedetto XXI, grande nemico dell'umanità.
Ora quelle stesse persone ritengono normale che a queste coppie venga concesso pure di adottare bambini. Troia è stata presa.
La domanda.
So che non c'è una risposta, ma si parla sempre più esplicitamente delle dimissioni non libere di Benedetto.
Nessuno sa quali siano le vere motivazioni.
Io credo sia la minaccia di uno scisma violentissimo accompagnato da accuse mediatiche pesantissime da creare uno scandalo tale che il "mondo" cattolico avrebbe seguito gli scismatici, abiurando formalmente e sostanzialmente la Chiesa cattolica.
Credo sia l'unica spiegazione razionale che mi riesce a spiegare le dimissioni di Benedetto.
Credo però che queste dimissioni gli siano state suggerite anche dallo Spirito Santo, in vista di qualcosa che dovremo ancora vedere.
Così mi spiego il perché Benedetto abbia conservato il titolo di Papa e sia rimasto in Vaticano.
Voi cosa ne pensate?
Non sulla scelta di Benedetto, che so per molti di voi sono state sbagliate e lo fanno complice dello scempio attuale, ma su queste presunte pressioni a lasciare.
Di cosa può trattarsi al punto di portare un Papa a dimettersi?
Ma, soprattutto, detrattori e sostenitori del Papa Benedetto, la mia idea sopra esposta è così peregrina?
Giuseppe M.
Per quel che può valere, Le dico la mia. Io ritengo che il Ratzinger, chiamatosi fuori dai giochi (costretto o meno poco conta), non muoverà un dito. Non solo. A livello di alte gerarchie, NESSUNO muoverà un dito, come non l'hanno mosso sino ad ora. Non sarà nessun 'Benedetto', nessun Burke, nessun Müller a volere/potere dar luogo a uno o più interventi volti a salvare la situazione. Se - come credo - stiamo assistendo alla Passione della Sposa di Nostro Signore, ebbene, come nessuno intervenne a interrompere o mitigare la Passione di Cristo, nessuno interverrà a tentare di invertire la rotta nella Chiesa. Ancora, io sono fermamente convinto che la Chiesa, ridotta ad un obbrobrio, stia vivendo la sua ora più oscura, e l'amaro calice dovrà essere consumato sino alla feccia. Solo l'intervento miracoloso del Cielo, quando tutto sembrerà perduto (e ci siamo vicini:resistiamo saldi nella Fede!), metterà a posto le cose.
Eliminahttp://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/09/26/0722/01562.html#NomQuattro
RispondiEliminastralcio:
Nomina di Membri della Congregazione delle Cause dei Santi
Il Papa ha nominato Membri della Congregazione delle Cause dei Santi l'Em.mo Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo Metropolita di Bologna, e l'Emi.mo Cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta.
[01565-IT.01]
RispondiElimina@ La legge cattiva non e' vera legge etc. Il nuovo Papa che occorre
- Cito a memoria: dice s. Tommaso che la legge ingiusta perche' viola la legge naturale o divina non e' vera legge e non va obbedita, quale che sia l'autorita' dalla quale emani. Ergo: il motu proprio (i motus proprii) del Papa sulla nullita' etc. non vanno obbediti perche' violano manifestamente il dogma dell'indissolubilita' del matrimonio, che e' legge divina.
- Speculare ancora sulle vere cause delle dimissioni di Ratzinger mi sembra inutile cosi' come aspettarsi che sia lui a guidare la riscossa. Tutto e' possibile certamente, non e' certo sbagliato pregare per ogni possibile soluzione della crisi. Ma, restando con i piedi per terra, non bisognerebbe puntare su candidati alla successione che siano ben presenti nell'agone attuale? Abbiamo bisogno di un Papa che : - abroghi l'infausto motu proprio - ci difenda dall'islam, che ha iniziato la terza "egira" o invasione programmata dell'occidente, "migrazione" (appunto e non fuga di Maometto) nel significato originario (622 AD) per iniziare a costruire lo Stato islamico ontano da casa sua, dove non se lo filavano per niente. La prima fu quella della velocissima espansione araba iniziale; la seconda quella dell'avanzata turca in Europa. Questa e' la terza, che mira chiaramente (ancora una volta) a Roma. Ci vuole un Papa che rovesci come un guanto l'impostazione attuale, faccia pulizia nella Chiesa, chiami i cristiani alla lotta contro il secolare nemico (esterno e interno, alleato di fatto dell'islam). Bergoglio se ne deve andare, deve dare le dimissioni, non e' all'altezza. Peggio, apre le porte al nemico, in tutti i sensi.
parvus
RispondiElimina@ La legge cattiva non e' vera legge etc. Il nuovo Papa che occorre
- Cito a memoria: dice s. Tommaso che la legge ingiusta perche' viola la legge naturale o divina non e' vera legge e non va obbedita, quale che sia l'autorita' dalla quale emani. Ergo: il motu proprio (i motus proprii) del Papa sulla nullita' etc. non vanno obbediti perche' violano manifestamente il dogma dell'indissolubilita' del matrimonio, che e' legge divina.
- Speculare ancora sulle vere cause delle dimissioni di Ratzinger mi sembra inutile cosi' come aspettarsi che sia lui a guidare la riscossa. Tutto e' possibile certamente, non e' certo sbagliato pregare per ogni possibile soluzione della crisi. Ma, restando con i piedi per terra, non bisognerebbe puntare su candidati alla successione che siano ben presenti nell'agone attuale? Abbiamo bisogno di un Papa che : - abroghi l'infausto motu proprio - ci difenda dall'islam, che ha iniziato la terza "egira" o invasione programmata dell'occidente, "migrazione" (appunto e non fuga di Maometto) nel significato originario (622 AD) per iniziare a costruire lo Stato islamico ontano da casa sua, dove non se lo filavano per niente. La prima fu quella della velocissima espansione araba iniziale; la seconda quella dell'avanzata turca in Europa. Questa e' la terza, che mira chiaramente (ancora una volta) a Roma. Ci vuole un Papa che rovesci come un guanto l'impostazione attuale, faccia pulizia nella Chiesa, chiami i cristiani alla lotta contro il secolare nemico (esterno e interno, alleato di fatto dell'islam). Bergoglio se ne deve andare, deve dare le dimissioni, non e' all'altezza. Peggio, apre le porte al nemico, in tutti i sensi.
parvus
Caffarra e Burke aille Cause dei Santi... Fa piacere sapere che siano stimati al punto di conferire loro incarichi così delicati: peccato solo che ce ne fossero altri, di altrettanto delicati ma di ben più urgenti, ove questi due cardinali cattolici avrebbero potuto dare un contributo significativo.
RispondiEliminaSarà un contentino?
Sarà un messaggio della serie "lasciate che i morti seppelliscano i loro morti"?
Mah.
humilitas
Intervista di Cazzullo
RispondiEliminahttp://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_27/scola-arcivescovo-timori-famiglia-sidodo-pensando-poco-6995f4dc-64fc-11e5-b742-179fcf242c96.shtml
D. Si è passati dall’intellettuale Ratzinger al populista Bergoglio?
R. «No, Ratzinger è un “umile servitore della vigna” e Francesco non è per nulla un populista. È un grande uomo di fede che, fin dal primo giorno, ha innovato in due direzioni. Ha capito che se non ci si coinvolge di persona non si risulta autorevoli; per questo papa Francesco dà grande importanza ai gesti. E la sua idea della povertà teologica è fondamentale».
D. Povertà teologica?
R. «Sì. Il Papa dice: se, seguendo il Vangelo, osserviamo la realtà partendo dalla periferia, dall’esperienza concreta dei poveri, lo vedremo secondo una visuale più completa che facendo il contrario, partendo dal centro e andando verso la periferia. Le due cose dimostrano che ha un fortissimo senso del popolo, un carisma straordinario di coinvolgimento con tutta quanta la realtà. Ed esprime una visione teologica e culturale efficace. Che abbia potuto imparare questa attitudine in un Paese come l’Argentina, dove il popolo ha avuto un peso storico rilevante, senza cadere in facili cortocircuiti — peronismo o non peronismo —, questo è pure un dato importante. Non a caso Bergoglio ha contribuito a far evolvere la teologia della liberazione in una teologia di popolo, liberandola dal rischio dell’ideologia. Se mi è permesso un paragone ardito, la gente diceva di Gesù: “è uno che parla con autorità”. Perché era coinvolto con quello che diceva. Il Papa è così: il populismo non c’entra niente. Semmai il problema è l’uso che si può fare di questo papato»
Toh, Cazzullo teologo. Fuma bene/ Fuma sano / Fuma solo / Pakistano.
Eliminasegue intervista
RispondiEliminaChe cosa intende?
«Bisogna vigilare sulle strumentalizzazioni esterne, che potrebbero reintrodurre nella Chiesa una logica ideologica, in un momento in cui c’è più che mai bisogno di “mescolare le carte”, di superare le sterili dispute, di ascoltarsi reciprocamente. Se invece si ricade nella logica degli schieramenti contrapposti: “Ecco, avevamo ragione noi che dicevamo certe cose prima”, oppure “No, questo non si deve neppure dire”, è finita. Questa è la sfida che tocca alla Chiesa italiana».
A cominciare dal Sinodo. Lei aveva proposto, anziché scontrarsi sulla comunione, di rendere più agevole la dichiarazione di nullità del matrimonio. Finirà così?
«Resta una differenza qualitativa tra i due problemi. Un conto è snellire la verifica di nullità, cosa che il Santo Padre ha già fatto con il motu proprio, un conto è riammettere alla comunione sacramentale i divorziati risposati, perché la verifica della nullità non ha mai un esito scontato. Se si appura che il matrimonio c’era, c’è. Il rapporto tra Cristo e la Chiesa, entro il quale i due sposi esprimono davanti alla comunità cristiana il loro consenso, non è un modello esteriore da imitare. È il fondamento del matrimonio che nasce. Io, sposo, non potrei mai fondare il “per sempre”, l’indissolubilità, sulle sabbie mobili della mia volontà. E come posso fidarmi in maniera definitiva che mia moglie mi sarà fedele sempre? Cosa succede nel consenso reciproco espresso all’interno dell’atto eucaristico? Che io voglio il dovere del “per sempre” e decido non sulla base della mia fragile volontà, ma radicandomi nel rapporto nuziale tra Cristo e la Chiesa. È questo che, attraverso il sacramento, fonda il matrimonio».
Sta dicendo che la comunione non è un accessorio, ma un fondamento stesso del matrimonio?
«Esattamente».
Ma legare la nullità del matrimonio alla mancanza di fede di uno degli sposi non è un ammorbidimento del vincolo?
RispondiElimina«È chiaro che la dimensione soggettiva della fede non è verificabile: io non mi posso permettere di giudicare quanta fede hai o non hai tu. Però la fede non è un fatto individualistico, è inserita organicamente nella comunione. Gesù ha detto: “Quando due o tre di voi si riuniranno in nome mio io sono in mezzo a loro”. L’Eucaristia è il vertice espressivo di questa natura comunionale della fede. Pertanto, rispettando fino in fondo la coscienza di ogni singolo, si può valutare se egli intende o meno fare ciò che la Chiesa fa quando unisce due in matrimonio. L’urgenza prioritaria, per me, è che il Sinodo possa suggerire al Santo Padre un intervento magisteriale che unifichi semplificandola la dottrina sul matrimonio. Un intervento teso a mostrare il rapporto tra l’esperienza di fede e la natura sacramentale del matrimonio».
Don Carron dice che sulle unioni omosessuali serve il dialogo, non il muro. Lei cosa ne pensa?
segue
«Ho già detto che nel riconoscimento pieno della dignità personale di quanti provano attrazione per lo stesso sesso anche noi cristiani siamo stati un po’ lenti. Ma la famiglia è qualcosa di unico, con una fisionomia molto specifica, legata al rapporto fedele e aperto alla vita tra un uomo e una donna. Non reputo conveniente una legislazione che, nei principi o anche solo nei fatti, possa produrre confusione a questo livello. Tra l’altro non sono molto convinto che lo Stato debba occuparsi direttamente di queste cose e sono anche un po’ seccato di fronte a questo Parlamento europeo, perché non ha il diritto di premere sui singoli Stati in favore di una normativa in campo etico. Ho piuttosto l’impressione che, essendo povero di poteri reali, si occupi di queste cose a sproposito, senza tener conto delle differenze tra gli Stati. L’Italia non è certo la Svezia o l’Olanda».
ultima parte:
RispondiEliminaI cattolici dovrebbero far sentire di più la loro voce?
«Sì, attraverso la testimonianza, anche pubblica, del bell’amore. Bisogna distinguere bene la questione delle unioni omosessuali dalla famiglia, essendo però estremamente attenti al percorso che le persone con questa attrazione compiono. Qualche giorno fa ho ricevuto esponenti di una associazione molto interessante, Courage, promossa nel 1980 dal cardinal Cooke, allora arcivescovo di New York. Persone che si impegnano a vivere la castità in questo tipo di attrazione...».
Se ad esempio due omosessuali vivessero insieme in modo casto, la Chiesa non li condannerebbe?
«Certo che no. In questo campo non esiste il bianco e il nero. Come nella situazione dei divorziati e risposati: ogni caso è personale. Tutto ciò che ha a che fare con la dimensione sessuale dell’io è personale e può essere trattato solo singolarmente. Non esiste la categoria degli omosessuali o la categoria dei divorziati e risposati. Ognuno di noi, che sia omosessuale o eterosessuale, da quando nasce a quando muore deve fare i conti con questa dimensione. È quello che taluni psicoanalisti chiamano “il processo di sessuazione”. Allora, tutti noi dobbiamo essere rispettosi fino in fondo del cammino sia degli omosessuali sia degli eterosessuali. A me non piacciono le semplificazioni esasperate, per cui tutto il Sinodo si riduce al problema dell’ammissione dei divorziati alla comunione sacramentale, per cui quando si parla di unioni omosessuali tutto si riduce al diritto di essere famiglie, e non si entra mai in un pensiero forte, non si toccano mai le questioni che ci sono dietro, le uniche in grado di promuovere la dignità di tutti e la loro equilibrata libertà».
Per questo dice che si pensa poco?
«Certo. Guardi anche all’immigrazione».
Una famiglia di migranti in ogni parrocchia: è d’accordo?
«A Milano abbiamo iniziato da tempo a muoverci in questa direzione. La Chiesa fa il buon Samaritano: accoglie, cura. Ma si sta affrontando in profondità il problema? Non è più solo un’emergenza, è un fenomeno strutturale, e nei prossimi 30-40 anni diventerà imponente. Non sarà qualche commissione di tecnocrati che a tavolino risolverà tutto. Potrà essere utile anche quella, ma c’è bisogno di una visione politica che sappia valorizzare i dati dell’esperienza. Preparando i “Dialoghi di vita buona” che faremo a Milano con varie voci della società civile — rettori delle università, imprenditori, filosofi — una domanda era ricorrente: “Siamo tutti davanti all’evidenza che un’epoca sta finendo. E adesso?”. Stiamo entrando in una fase in cui la discontinuità sarà un elemento ineludibile. Si incrociano fattori dirompenti gravemente sconnessi tra di loro, dalle bioingegnerie genetiche alle neuroscienze, alla civiltà delle reti, al meticciato, alla mutazione antropologica, a un modo di valutare i comportamenti individuali e i comportamenti sociali. E tuttavia non c’è mai il puro frammento. Questa inedita discontinuità va governata riconoscendo la rottura, ma nello stesso tempo cercando di cucire quel che può essere cucito. Altrimenti non riusciremo ad andare oltre lo smarrimento della domanda: “E adesso cosa succede?”».
E intanto alla messa del Papa il primo lettore è stato un gay dichiarato, noto sostenitore del matrimonio gaio. Ora, dato che si tratta di una persona notissima chi l'ha scelto?? Chi non ha controllato chi fossero i lettori? Il buon cardinal Dolan vuol farci credere di non saperne niente? Come quando ha inaugurato la festa di San Patrizio umiliata dalla presenza di associazioni e striscioni pro gay? Si veda il blog di Tosatti, comprese le foto del "lettore" alla Messa Papale mezzo nudo tra due suoi "amichetti". Francamente è insopportabile dover essere umiliati da questi scandali continui con i nostri pastori che poi fanno i finti tonti, non se ne può davvero più, basta!!!
RispondiEliminaSul Cardinale Burke, ottima cosa che sia stato nominato alla Congregazione per le cause dei Santi, come l'ottimo Cafarra, però mi sa tanto di contentino, perché è evidente che alla Segnatura Apostolica sarebbe stato molto più di intralcio alle "manovre" sinodali di Kasper e compagnia...lì invece è innocuo, almeno credo..
John
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2015/documents/ns_lit_doc_20151004_notificazione_it.html
RispondiEliminaUFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE
NOTIFICAZIONE
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
CAPPELLA PAPALE
Domenica 4 ottobre 2015, XXVII del Tempo Ordinario, alle ore 10, il Santo Padre Francesco celebrerà la Santa Messa nella Basilica Vaticana in occasione dell’apertura della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Concelebreranno con il Santo Padre solo i membri del Sinodo.
* * *
Gli Em.mi Signori Cardinali e i Patriarchi, membri del Sinodo, sono pregati di trovarsi alle ore 9.15 nella Cappella di San Sebastiano della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con sé la mitra bianca damascata.
Gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi e i Sacerdoti, membri del Sinodo, sono pregati di trovarsi alle ore 9 presso il Braccio di Costantino per indossare le vesti sacre. Gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi porteranno con sé la mitra bianca.
* * *
I Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi, i Vescovi e tutti coloro che, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», compongono la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica senza concelebrare, indossando l’abito corale loro proprio, sono pregati di trovarsi alle ore 9.30 presso l’Altare della Confessione, per occupare il posto che verrà loro indicato.
Città del Vaticano, 28 settembre 2015
Per mandato del Santo Padre
Mons. Guido Marini
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie
Sono sempre più d'accordo che Benedetto XVI abbia preso la decisione di lasciare per forti pressioni, ma soprattutto perché i massoni gli prospettavano uno scisma tale, da inorridirlo e fargli credere che la scelta che ha fatto era l'unica possibile per salvare i pochi cattolici rimasti, dargli ancora un po' di tempo per rendersi conto dove è stata precipitata la Chiesa e rinsaldare le fila (lui resta a pregare per noi e per tutti i Cardinali fedeli, proprio uno dei suoi è stato esiliato come lui, ma continua a fare sentire la vera voce della Chiesa). Ora che il nuovo Vescovo di Roma la guida, è ben chiaro che dietro a lui ci sono i lupi e il piccolo resto fedele deve rimanere unito con la vera fede trasmessa dagli Apostoli, resistendo agli ultimi attacchi che vogliono demolire ciò che ancora rimane: i Sacramenti e i dogmi di fede.
RispondiEliminaCaffarra e Burke promossi.
RispondiEliminaScusate, ma questa "chiesa" mi fa schifo.
Promoveatur ut amoveatur. E Burke andrà meno in giro a promuovere libri e a dar lezioni di ortodossia.
RispondiEliminaNaturalmente, poichè esiste la Provvidenza, faranno bene anche lì, ed avremo meno "santi" sulla cui santità siamo in tanti ad avere dei dubbi. E chissà che Pio XII, invece, non lo diventi finalmente.
Inoltre, Burke, stando più a Roma, potrò celebrare di più VO indossando cappe magne sotto gli occhi di quell'ignorante e pieno di odio giornalista del Fatto quotidiano, altro giornale buono solo per avvolgerci il pesce (come dicono gli Anglosassoni).
RR
Dice Scola:
RispondiElimina" Ognuno di noi, che sia omosessuale o eterosessuale, da quando nasce a quando muore deve fare i conti con questa dimensione. È quello che taluni psicoanalisti chiamano “il processo di sessuazione”. Allora, tutti noi dobbiamo essere rispettosi fino in fondo del cammino sia degli omosessuali sia degli eterosessuali.
Queste parole di Scola mi fanno dire che i prelati dovrebbero astenersi dal fare uso di termini psicologici di cui non conoscono il significato, se Scola lo avesse saputo , preferisco credere che la sua è ignoranza, avrebbe evitato, ancor maggiormente in questi tempi, di parlare di "processo di sessuazione" che è uno dei pilastri degli ideologi della teoria del genere, costoro pretendono che la sessuazione si realizza in diversi mmodi, che è un processo che consiste nella soggettivazione della propria anatomia sessuale e che può dunque portare alla conclusione che il sesso biologico non corrisponde all`orientamento soggettivo.
L`ideologia del genere è diventato il simbolo di un nuovo modo di concepire la società,la famiglia, dovrebbe saperlo un cardinale ancor più se sembra interessarsi a quel che dicno e scrivono "taluni psicoanalisti".
Un commento che indubbiamente vi piacerà: "Gli atei devoti e lo strascico del cardinale" in http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/09/gli-atei-devoti-e-la-lo-strascico-del.html
RispondiEliminaBuona lettura!
Il problema del mio arcivescovo (Scola l'invisibile: a volte mi chiedo se esista, come pastore) è che gli piacciono i paroloni.
RispondiEliminaSi è lasciato irretire dalla neolingua, come un poveraccio qualsiasi.
E non si rende conto dei paurosi autogol che segna.
humilitas
Luisa,
RispondiEliminaarrivati a questo punto, non so più se si tratti di ignoranza, non scusabile a questi livelli, o di voluta ambiguità, dico e non dico, alludo e non alludo, uso termini che chi sa, capisce da che parte sto, ma chi non sa, trova innocui. Modernismo allo stato puro, secondo lal descrizione che ne faceva S.Pio X.
Su Scola non m'illudo più. Aveva il potere e l'appoggio di BXVI per cambiare la diocesi di Milano.Non l'ha fatto, s'è anche lui "venduto". Papa non è diventato e forse non lo diventerà mai più. Ma continua lo stesso. O ci è, o ci fa, dicono a Roma. Probabilmente entrambe le cose.
Se a Roma è entrato il fumo di Satana, a Milano lo producono.
Segnalo un bell'articolo su ExOrbe ed un altro su benoit et moi (l'ultimo).
RR
Inoltre, Luisa, lui continua a metter sullo stesso piano la "sessuazione" etero ed omo, come se fossero entrambe normali, naturall, biologiche, quando non lo sono affatto. E se è vero che il peccato di fornicazione riguarda TUTTI gli atti sessuali illeciti, cioè fuori dal matrimonio, il peccato di sodomia et similia grida vendetta al cospetto di Dio, mentre un rapporto eetrosessuale, sia pure adulterino, no.
RispondiEliminaDovrebbe non solo studiare di più l'argomento "gender", ma anche ripassarsi il Catechismo (quello del 1983, eh, per carità, non quello di S.Pio X, troppo semplice per cotanto personaggio).
Ma quando la nota lobby comincerà la campagna pro pederastia e pro incesto, come faranno ad erigere barriere, se tutti i paletti sono già stati bruciati sull'altare del politically correct ?
Che cosa possono fare i genitori che non sono ancora zombificati?
RispondiEliminaVIVERE con i figli, stare con loro, parlare con loro, raccontare loro, e soprattutto DARE LORO L' ESEMPIO.
Rr
Promoveatur ut amoveatur.
RispondiEliminaNon ne sono sicuro.
Mi sembra ricordare che qualche giorno fa qualcuno ha detto che chi parla contro Bergoglio viene dal diavolo. Ma non mi ricordo chi fosse.
RispondiElimina"VIVERE con i figli, stare con loro, parlare con loro, raccontare loro, e soprattutto DARE LORO L' ESEMPIO.
Rr
Son totalmente d`accordo con te Rosa, purtroppo ho attorno a me genitori che sono stati presenti e ammirevoli non solo nell`esempio che davano ai loro figli ma nell`ascolto e nel dialogo, cercando di mai interromperlo, eppure non son stati al riparo di esperienze molto tristi con i loro figli, non tutti sono uguali di fronte alle sollecitazioni, alle pressioni, continue che arrivano da ogni parte, al peso dell`influenza del gruppo, c`è chi sa resistere e anche affermarsi con forza e c`è chi cede alla pressione, e sto semplificando al massimo.
Anche su quel che ha detto Scola ci sarebbe molto da dire, è siderante che un cardinale possa esprimersi come lo ha fatto, non solo usando un linguaggio che non è e non dovrebbe essere il suo, un linguaggio lgbt friendly preso in prestito da certi psi e ideologi, ma, come lo fai osservare, mettendo sullo stesso stesso piano la "sessuazione" etero ed omo, come se fossero entrambe normali, naturali, biologiche, quando non lo sono affatto.
A questo siamo ridotti quando si teme di dire una parola sgradita alla lobby gay.
RispondiElimina@ "Ho gia'detto che nel riconoscimento pieno della dignita' personale di quanti provano attrazione per lo stesso sesso anche noi cristiani siamo stati un po' lenti"
-- Scola dixit. E Nostro Signore approvando il castigo di Sodoma e Gomorra e san Paolo nella sua condanna dell'omosessualita', sono stati anch'essi "un po' lenti" a capire come stanno veramente le cose con questa "attrazione"?
-- Caffarra e Burke, promossi ad un incarico secondario, ennesimo specchietto per le allodole.
-- A quelli che ricercano di continuo il criterio della "compensazione". Cioe': ad un atteggiamento ambiguo o cattivo del Papa ne contrappongono uno buono che lo compenserebbe in modo da poter dire: tutto va bene, madama la marchesa. Guardiamo ai fatti piu' che ai discorsi, gesti e agli atteggiamenti, che sono fatti anch'essi ma assai meno rilevanti. I fatti che niente puo' "compensare" sono:
1. La lobby omofila e procomunione ai divorziati risposati appare presente in modo massiccio al Sinodo, grazie alle nomine papali. Non si puo' dire lo stesso dello schieramento opposto.
2. L'inchiesta sulle superiori americane, omofile e pro-choice, iniziata da Ratzinger, e' stata in pratica conclusa a loro favore sotto il presente Pontefice.
3. La distruzione dei Francescani dell'Immacolata, colpevoli di voler restar fedeli alla vera Tradizione della Chiesa.
4. Il motu proprio sulla nullita' dei matrimoni e' un documento che intorbida la dottrina dei Sacramenti e attenta all'indissolubilita' del Matrimonio cattolico.
5. Il "diaologo ecumenico" continua come prima e peggio di prima. Non solo: il Papa invita in pratica i maomettani ad invaderci e apre loro le porte di tutte le parrocchie della Cristianita', utilizzando la falsa retorica dei "poveri" e degli "emarginati".
Che altro? Questo: "Dai loro frutti li giudicherete", i falsi profeti, ha detto il Signore. I fatti ricordati sono i loro frutti, non c'e' "compensazione" che tenga. parvus
Toh ha parlato Zarathustra, ipse dixit e tutti a nanna......non so se vi è capitato di leggere le risposte date in alta quota dal vdr a Guénois sul sinodo, sarà l'altitudine, el soroche, forse non c'era mate y bombillos a portata e qualche fogliolina verde contro l'emicrania, ma, caspiterina, un coacervo di bestialità in confuse salse varie, che dicono e negano tutto e l'incontrario di tutto, altro che renzaccio nostro al peggio dei cinguettii.....2 cose al volo : i 2 card. nominati ed insigniti di cariche onorifiche ed insignificanti, estrapolando dal detto latino delle promozioni, fuori dai c.....ni e zitti, poi toccherà ai polacchi e a chiunque oserà alzare un dito e poiché non si vedono all'orizzonte legioni di bravehearts, temo che si svolgerà nel più assoluto silenzio - assenso e buona notte al secchio. Betclic accetta scommesse, casomai qualche card. Cattolico munito di controfiocchi esistesse da qualche parte.......temo che bisognerà riflettere, e molto, sulle poche parole dette da Ratzinger a Messori 'Io non posso che pregare', cioè, che finisca presto, che il vdr passi in fretta, che il Signore venga, faccia giustizia e rimetta le cose a posto una volta per tutte, chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori, non ci resta che pregare nell'attesa, e che Dio ci assista. Lupus et Agnus.
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RispondiEliminaLupus ed Agnus,
che cosa si aspetta da una conferenza stampa?
E' abbastanza sintomatico della sua preoccupazione quanto il papa dice in tema di preparazione al Matrimonio (questa è l'origine in nuce di tante nullità). Un corso di 4 incontri di poche ore come può preparare un uomo ed una donna a vivere una intera vita insieme? I preti dice al confronto studiano 8 anni. Sostanzialmente dice che spesso mancano i requisiti essenziali per il matrimonio cristiano, sia perchè non viene preso seriamente da parte di chi si sposa (superficialità, immaturitò) e anche da parte di coloro che non li preparano adeguatamente sotto l'aspetto affettivo, psicologico, spirituale etc.(i sacerdoti in primis che non fanno più formazione religiosa e non compiono gli accertamenti canonici prescritti). Anche il card. Napier -sudafricano- nel suo recente libro - propone un cammino di accompagnamento per alcuni anni da parte di coppie mature.
La chiusa - nella trascrizione inglese - alla domanda di Guenois è cattolica:
There are many problems, they're all are listed in the “Instrumentum laboris.”
But, I like that you asked the question about 'Catholic divorce.' That doesn't exist. Either it wasn't a marriage, and this is nullity -- it didn't exist. And if it did, it's indissoluble. This is clear. Thank you.
Ci sono molti problemi, sono elencati nell"“Instrumentum laboris.”
Ma, mi piace che lei ha fatto la domanda parlando di "divorzio cattolico". Che non esiste. O non era un matrimonio, e questa è la nullità - il matrimonio non esisteva. E se esistesse, è indissolubile. Questo è chiaro. Grazie.
Il problema del mio arcivescovo (Scola l'invisibile: a volte mi chiedo se esista, come pastore) è che gli piacciono i paroloni.
RispondiEliminaSi è lasciato irretire dalla neolingua, come un poveraccio qualsiasi.
E non si rende conto dei paurosi autogol che segna.
humilitas
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L'ho conosciuto pure io a Venezia. Una docente molto ben formata mi disse: "Se gli togli la retorica con la quale narcisisticamente crede di fare colpo e infiora i suoi discorsi, i suoi concetti sono quelli di un parroco di campagna del 1800". E come un povero parroco di campagna del 1800 non può se non avere mezzi inadeguati per fronteggiare la situazione odierna!!
Complimenti, lo avete capito bene!
@ Luís Luiz
RispondiEliminaGià. un ricatto.
C'è oggi un interessante articolo di Blondet:
http://www.maurizioblondet.it/ratzinger-non-pote-ne-vendere-ne-comprare/
Cesare
E come un povero parroco di campagna del 1800 non può se non avere mezzi inadeguati per fronteggiare la situazione odierna!!
RispondiEliminaUn povero parroco di campagna dell'800, nutrito dall'adorazione e dalla preghiera, forse sapeva trovare nel suo cuore i pensieri e parole più adeguati, insieme alla disponibilità nell'amministrare i sacramenti, per insegnare e santificare i suoi fedeli.
Credo che anche oggi, se aumentassero gli adoratori, declinerebbero i cattivi maestri.
Infatti mi viene in mente il prototipo del parroco di campagna dell'800, ovvero il Santo Curato d'Ars. Lo Scola non sarebbe degno nemmeno di guardarlo in foto.
Elimina@ Ettore
RispondiEliminaZarathustra non era riferito al vdr, stando alle conclusioni, che peraltro ho letto, non esiste 'divorzio' cattolico, ma quasi tutti i matrimoni sono invalidi, compreso il mio........non so, sinceramente, cosa sia peggio, a questo punto W la convivenza, scioglie ogni dubbio di coscienza, se ancora ce ne sono. Cordialità .Lupus et Agnus.
La chiusa - nella trascrizione inglese - alla domanda di Guenois è cattolica:
RispondiEliminaSperiamo che non sia 'cattolica' (formaliter) la chiusa del sinodo, come alcune altre esternazioni (soprattutto quando legge testi già predisposti) che consentono ai normalizzatori, ai quali anche lei sembra appartenere, di dire che "è tutto a posto". Per poi permettere tutto e il contrario di tutto, mediante la prassi di accompagnamento del singolo caso, o qualche altro marchingegno raffazzonato al pari delle disposizioni motu proprio recenti.
Allora, se si vuole che i giovani che si sposano, sempre meno, in chiesa, siano consapevoli, iniziamo dal catechismo, dai corsi di preparazione non al matrimonio, ma alla Prima Comunione e Cresima, ritorniamo al catechismo di S.Pio X, ed insegnamo i 10 Comandamemti, che cosa significa il peccato mortale "contra sextum", le virtù teologali e cardinali, facciamo leggere le vite dei Santi, magari quelli più popolari, anche solo S. Francesco( quello vero) e S. Chiara, ...ai corsi per il matrimonio ammettiamo solo quelli che si conoscono personalmente, invitiamoli a Messa, rieduchiamoli al catechismo, se se ne sono dimenticati. Ma ancora più a monte, RIMETTIAMOCI AD ESSERE E FARE I PRETI alla Don Camillo. Chissà perché le repliche dei suoi film sono sempre cosi seguite? ed il successo di Don Matteo, soprattutto delle prime serie?
RispondiEliminaRITORNIAMO AL TIMOR DI DIO! RITORNIAMO A CHIEDERE FERMAMENTE AGLI STATI DI RIACCOGLIERE GLI INSEGNAMENTI CRISTIANI e METTERLI IN PRATICA? gridiamo contro l' aborto davani ai politici americani, gridiamo contro la scandalo, anche legale, della Planned Parenthood Foundation, e poi vediamo se il giorno dopo il Senato osa votare a suo favore! Facciamo un liscia e bussa a chi ha invitato a leggere a Messa un frocio dichiarato, e sostituiamolo con una madre di 5, 6 figli, con la madre di un prete, con un padre che vedovo ha cresciuto i figli alla luce di NS. NON andiamo ad omaggiare un capo comunista, sapendo quanto l' idoelogia marxista ha fatto per distruggere la famiglia e l' istituto del matrimonio. Diamo testimonianza e siamo fedeli alla nostra missione. I giovani amano le
figure carismatiche e con le palle, scusate l' espressione.
Siamo assetati, affamati di qualcuno che sia un vero parroco dell'800, non un pseudo intellettuale.
Meno chiacchiere, meno convwgni, giornate, radunate oceaniche ( ma non erano quelle di Mussolini ed Hitler?) , meno sinodi, piu' preparazione di base innanzitutto dei preti.
Il Santo curato d' Ars, aprico di campagna dell''800 in Francia, sapeva come celebrare matrimoni validi, a proposito di parroci di campagna dell''800. Magari ne avessimo, anche di francescani del ' 600 o cardinali del'500.
E diamo Littearae motu proprio dictataeinappuntabili canonicamente e dottrinalmente, per rafforzare il matrimonio, partendo al presupposto che TUTTI sono validi, non il contrario. E smettendo di credere che tutta la Ccattolicità' sia Baires !
RR
Rr
@ Cesare
RispondiEliminaQuesto del Swift è solo una piccolissima parte dell'iceberg. Si ricordi i Vatileaks, avevano messo uno spia nella sua camera, tutti i giornali del mondo avevano nella prima pagina ogni giorno nuovi scandali reali o inventati in Vaticano. Lo stesso Ratzinger aveva detto che per rinunciare doveva aspettare la fine della crisi, perchè solo sono possibili in clima di libertà.
E se abbiamo una palida idea degli ultimi 300 anni della storia della Chiesa e dell'Occidente, sapiamo che la vera guerra è sempre lontana dal sole.
Sull'articolo di Blondet, il canonista da lui consultato mi sembra totalmente surrealista. Se è vero quello che dice lui, le regole nella Chiesa Cattolica non esistono píù. Ridicolo.
RispondiElimina@ Tante nullita' nascono dal fatto che non c'e' sufficiente preparazione al matrimonio nelle coppie di fidanzati?
Sembra che circoli quest'idea. E allora cosa bisognerebbe fare, aumentare i consulenti, gli incontri, i corsi prematrimoniali, e roba del genere? E' tutta aria fritta. Prima dell'ultima guerra mondiale il matrimonio non era certo in crisi come oggi. Ebbene, c'erano tutti questi incontri, corsi prematrmoniali etc.? Non c'era niente, credo. E non c'era bisogno di niente. Il parroco istruiva adeguatamente i futuri sposi, e senza dover perder tanto tempo. Il fatto e' che la societa' era ancora in gran maggioranza cattolica, non c'era l'edonismo diffuso di oggi, la miscredenza, l'individualismo esasperato, la droga, i contracettivi, etc. etc. Chi si sposava sapeva benissimo quello che faceva e che cosa era il matrimonio cattolico. Le donne poi nei loro valori mettevano o no al primo posto la famiglia, i figli, il marito? Mettere al mondo nel matrimonio dei figli sani, forti, belli non era per loro un vanto? Oggi, invece, si vantano di esser libere di abortire! In quest'abisso morale e' qui la radice di tante nullita', una delle principali radici, non nella supposta insufficienza delle consulenze matrimoniali et similia! Invece di pensare a fabbricar chiacchiere inutili, i preti tornino ad avere la vera fede e a praticarla, riportando la societa' a Cristo e "le tante cause di nullita'" diminuiranno da sole. parvus
RispondiElimina@ Citazione del S. Curato d'Ars, parroco di campagna
Bernanos scrisse tanti anni fa un romanzo al tempo celebre, "Diario di un curato di campagna". L'ho letto tanto tempo fa. L'autore non mi convinceva e il romanzo non mi piacque molto. Ricordo, comunque, che faceva vedere le nascenti inquietudini spirituali del "prete di campagna" di contro al sopravvenire del mondo moderno. In questo senso, puo' valere come documento. Il "prete di campagna" giustamente ricordato su questo blog e' rappresentato dalla grande figura del Santo Curato d'Ars, del quale Benedetto XVI ha celebrato degnamente il ricordo, se non mi sbaglio, alcuni anni fa, proponendolo giustamente a modello del vero prete. Cito qui una sua pagina, particolarmente attuale oggi:
"Figli miei, la parola di Dio non e' certo poca cosa! Le prime parole che Nostro Signore rivolse ai suoi Apostoli furono: "Andate e ammaestrate...". Questo per mostrarci che la conoscenza della verita' deve esser posta al di sopra di ogni cosa.
Cosa ci ha fornito la nostra religione? Gli insegnamenti che abbiamo ricevuto. Cosa ci fa sentire l'orrore del peccato...ci fa avvertire la bellezza della virtu'...e nascere in noi il desiderio del cielo? Gli insegnamenti. Che cos'e' che fa conoscere ai padri e alle madri i doveri che hanno nei confronti dei loro figli e ai figli i doveri che hanno verso i loro genitori? Gli insegnamenti.
Flgli miei, perche' siamo cosi' ciechi e cosi' ignoranti? Perche' non facciamo affatto caso alla parola di Dio... Se una persona e' istruita [nella religione], c'e' sempre la possibilita' che si riprenda. Per quanto si perda in ogni sorta di brutta strada, si puo' sempre sperare che presto o tardi torni al buon Dio, fors'anche in punto di morte. Al contrario, una persona che e' ignorante nella propria religione e' come un moribondo che ha perso conoscenza: non conosce ne' la gravita' del peccato, ne' la bellezza della sua anima, ne' il valore della virtu'; si trascina di peccato in peccato". (Santo Curato d'Ars, "Pensieri scelti e fioretti", tr. dal fr., Ediz., S. Paolo, 1999, pp. 21-22). parvus
Il Santo curato d'Ars, scelto come simbolo dell'anno sacerdotale da Papa Benedetto, anno che fu irriso ed ignorato bellamente da quasi tutti i sacerdoti, almeno qua, era un 'ignorantone' che non aveva imparato neppure il latino ed era considerato una nullità dai suoi insegnanti, ma, ma.......per la miseria, stava fino a 20 ore in confessionale ed alla fine anche le animacce più dure cedevano, si confessavano, si pentivano e DOPO si comunicavano,a me pare che oggi a seconda di come gira l'aria, uno va a messa, si alza e prende l'ostia in mano e torna tranquillo masticandola tipo chewing gum al suo posto, seduto, senza il minimo tentativo di ringraziamento per il Sacramento ricevuto, quanto ai confessionali, sono sempre vuoti, in certe chiese non esistono più, se vuoi confessarti devi chiedere 'permessi speciali' alle solerti segretarie tuttofare presenti, anzi onnipresenti in ogni parrocchia e che pare decidano tutto loro, i preti, beh tra un selfie ed un altro, il pc e il blog della parrocchia ed il proprio personale, non hanno molto tempo, poi ci sono le gite, le riunioni del consiglio parrocchiale ma che c'avranno mai da consiglià, il resoconto delle spese, i soldi, beh quelli sono importanti, insomma non rompete più di tanto che c'ho da fà........quando ero piccolo,e non parlo degli anni '40, ma della seconda metà dei '60 il parroco ed il vice della mia chiesa al sabato alle 5 erano là e ci stavano eccome e ricordo che baciavano una stola viola prima di indossarla ed iniziare la confessione, vero che io sono una bestiaccia e che ho girato alla larga per parecchi anni, ma non l'ho vista mai più, manco ai funerali se la mettono, lasciatemelo dire, che tristezza! Lupus et Agnus.
RispondiEliminaConcordo in pieno con Lupus.
RispondiEliminaRr
Segnalo Magister sulle dichiaraziomi del VdR sull' aereo a proposito della" littera motu proprio dictata" .
RispondiEliminaRr
Oltre tutto, quel prete citato dall'anonimo del 27.9 ore 19,02 e 19,42, oltre che indegno è pure pateticamente più ignorante di una capra: ai tempi di Gesù la gente non andava a Messa! Si trattava, al più, di ebrei che andavano in sinagoga.
RispondiEliminaTommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com