Presentata venerdì 18 settembre in Vaticano, presso il Collegio Teutonico, la versione in italiano del volume del Patriarca Kirill “La parola del pastore”, edita dalla Lev, in collaborazione con l’Accademia Sapientia et Scientia e le edizioni del patriarcato di Mosca – Discorso molto intenso del cardinale Müller sulla necessità di un’unità d’azione con gli ortodossi in materia di valori – Per il metropolita Hilarion il volume costituisce un’ulteriore, importante occasione di riavvicinamento tra cattolici e ortodossi
Volontà di procedere insieme in tempi burrascosi per l’attacco incessante del laicismo nichilista; e questo al di là delle divergenze teologiche e soprattutto al di là dell'annosa questione sull’esercizio del primato del vescovo di Roma. È più importante che papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill si ritrovino uniti spiritualmente e materialmente nella difesa dei valori umani e cristiani che non si incontrino fisicamente da qualche parte in Europa.
È in sintesi quanto è emerso dalla presentazione, nel tardo pomeriggio di venerdì 18 settembre, dentro il Vaticano, presso il Collegio Teutonico, del volume “La parola del pastore” . Ne è autore il patriarca di tutte le Russie, Kirill. Per l’occasione erano presenti come relatori principali il metropolita Hilarion (che presiede il Dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca) e il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il volume, che – come ha ricordato Hilarion – raccoglie i testi degli interventi di Kirill a partire dal 1994 nella trasmissione “La parola del pastore” alla tv russa, è pubblicato dalla Libreria editrice vaticana in collaborazione con le edizioni del Patriarcato di Mosca e con l’Accademia Sapientia et Scientia. La cui presidente, Giuseppina Cardillo Azzaro ha curato – insieme con il figlio Pierluca Azzaro – la versione italiana del volume, apparso in lingua originale nel 2008 e già tradotto in diverse lingue. La presentazione, introdotta proprio da Giuseppina Cardillo Azzaro che ha letto anche un messaggio inviato dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, è stata moderata dall’ex-rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi e ha ospitato anche il saluto dell’Ambasciata russa presso la Santa Sede per bocca del suo incaricato d’Affari Vadim Razumovskiy. Quest’ultimo ha definito l’opera “il frutto di un vero pensiero cristiano”, ha auspicato che essa porti “a un ulteriore sviluppo positivo degli scambi tra cattolici e ortodossi”, ha evidenziato l’importanza del recente viaggio in Russia del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Koch tra l’altro era presente alla serata, insieme con i confratelli Re, Farina, Brandmüller e il presidente del Pontificio Comitato di scienze storiche Ardura.
Ricca di stimoli l’ampia relazione del cardinale Müller, che ha definito Kirill “un teologo illustre, di grande spiritualità, prezioso per stabilire un ponte tra Chiesa cattolica e ortodossa”, sul cammino di unità “verso l’unica Chiesa”. Tra cattolici e ortodossi, ha evidenziato il prefetto, “esiste una piena compatibilità” della Dottrina sociale, risultante “dalla stessa antropologia fondata sulla dignità di ogni uomo creato a immagine e somiglianza di Dio”. Il porporato ha voluto poi ricordare l’emozione provata quando, in rappresentanza della Conferenza episcopale tedesca, partecipò all’intronizzazione del nuovo Patriarca, appunto Kirill, nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Una chiesa splendida, che “unisce la memoria della vittoria del 1812 su Napoleone e della distruzione operata nel 1931 da Stalin”. Sulle fondamenta della cattedrale il dittatore comunista volle edificare un monumento alto 415 metri (ma non riuscì). La cattedrale fu ricostruita e dedicata poi nel 2000, come simbolo della vittoria sulla violenza. Durante la liturgia dell’intronizzazione di Kirill, l’allora vescovo Müller non si sentì “né estraneo né ospite” talmente essa richiamava misticamente l’Altissimo.
Il prefetto della Dottrina della Fede si è poi chiesto, analogamente a quanto ha fatto Kirill nel volume presentato, quale differenza ci sia tra i tentativi di sopprimere la Chiesa del regime sovietico e “gli attuali progetti di cultura ateistica dell’Occidente”. Del resto l’odierno laicismo occidentale “è un’emanazione politica del nichilismo filosofico, del materialismo ateistico”, già utilizzato a suo tempo contro la Chiesa russa. Che ancora oggi è “ingiustamente attaccata” in Occidente: le si rimprovera a torto di voler riportare la Russia a prima della Rivoluzione.
Sempre il cardinale Müller ha ricordato le promesse sovietiche di creare “il Paradiso sulla terra”: in realtà è stato “un Inferno anticipato”. Perciò dobbiamo “accogliere con molto favore gli sforzi della Chiesa ortodossa russa di reintrodurre la legge naturale come fondamento della società”.
Il volume di Kirill comprende un centinaio di capitoli che “donano al Popolo di Dio una bellissima cosmologia cristica, compiuta organicamente in ogni sua parte” (Giuseppina Cardillo Azzaro), Conviene con l’osservazione il cardinal Müller, che inoltre evidenzia la capacità comunicativa dell’autore, facilmente comprensibile da tutti. Sui contenuti del libro (che spazia dalla Genesi alla morte e Resurrezione di Gesù) il porporato tedesco non ha dubbi: “L’ho letto tutto d’un fiato e personalmente mi dichiaro d’accordo con tutte le argomentazioni di Kirill”. Non solo: “Le riflessioni dell’autore potrebbero essere comparate con quelle di Benedetto XVI su Gesù di Nazareth” e anche con le meditazioni di papa Francesco. È qui che si è inserita un’osservazione di grande rilievo ecclesiale di Müller: “Credo che Kirill e papa Francesco si siano già incontrati in Cristo, che entrambi quotidianamente predicano e annunciano, al di là di un eventuale incontro fisico in qualche parte d’Europa”. Certo permangono differenze tra cattolici e ortodossi, “riserve storiche e sistematiche” specie attorno all’esercizio del primato del vescovo di Roma, ma “oggi è necessaria la testimonianza comune di Cristo Redentore del mondo”.
Ferma restando la distinzione delle competenze tra Chiesa e Stato (che Kirill spiega bene nel volume), la Chiesa – ha evidenziato in conclusione il cardinale Müller – “ha il diritto e anche il dovere di alzare la sua voce quando il potere statale si mette contro la legge naturale”. Ogni riferimento all’attualità è naturalmente voluto, se pensiamo a quanto succede in molti Stati europei, Italia compresa; ed è un chiaro incoraggiamento a chi non si rassegna, non adagiandosi (ce ne sono anche tra i cattolici, gerarchie comprese) a un tanto facile quanto irresponsabile adattamento al pensiero dominante in molte sedi politiche, culturali, mediatiche.
Il metropolita Hilarion da parte sua ha parlato dell’autore e della sua attività frenetica attraverso l’intera Russia. Kirill è ben conscio della sua responsabilità storica ed ecclesiale; e dal suo volume traspaiono le qualità del pastore, connotato da profondità di riflessione e semplicità di linguaggio. L’antologia di brevi testi scritti per la tv russa (nel 1994 la trasmissione religiosa fu una ‘prima’ in Russia) è scritta non solo a beneficio degli ortodossi e costituisce un contributo importante nello sviluppo dei rapporti con i cattolici. Di più: il volume si indirizza “all’uomo contemporaneo”, ricco com’è di “verità eterne”. Verità eterne, la cui ricerca – ha chiosato Lorenzo Ornaghi – percorre l’intera storia dell’umanità”.
OT. Leggete quanto ha pubblicato oggi tosatti sul suo blog su Danneels e compagnia bella, c'è da rabbrividire.
RispondiEliminaOK. Avevo tradotto la notizia da Benoit et moi. Ed ora l'ho pubblicato.
RispondiEliminaTraggo dal testo dell'articolo:
RispondiElimina"... Ricca di stimoli l’ampia relazione del cardinale Müller, che ha definito Kirill “un teologo illustre, di grande spiritualità, prezioso per stabilire un ponte tra Chiesa cattolica e ortodossa”, sul cammino di unità “verso l’unica Chiesa”. "
mi pare che questo "verso l'unica Chiesa" stia ad indicare che nel pensiero di chi così si esprime la vera ed unica Chiesa di Cristo non si sia ancora pienamente manifestata, ma piuttosto le chiese "parziali" cattolica ed ortodossa (assieme alle altre) devono appunto convergere.
Non ci siamo, qui risuonano gli echi del "subsistit" e della ideologia (perché di questo si tratta) che lo sostiene (mentre Pio XII insegna che la Chiesa Cattolica è la Chiesa di Cristo, Mystici Corporis), anche e soprattutto se così si esprime chi è preposto alla salvaguardia della Fede (l'unica vera perché basata sull'unica vera rivelazione di Colui che è Verità) che con queste uscite non è salvaguardata.
Più ad ampio raggio non capisco, né condivido questo voler per forza trovare alleanze ora con gli scismatici (gli orientali), ora con gli eretici (i protestanti), ora con gli infedeli (i maomettani, gli ebrei) etc. contro il laicismo, il nichilismo e la decadenza. Ciò forse perché dopo 50anni e più di autocommiserazioni, di mea-culpa, di presa di distanza dalla Chiesa "preconciliare", si è persa la consapevolezza di essere i detentori unici della Verità.
Non ci si può alleare per combattere i nemici di Cristo con chi è nemico della Sua Sposa.