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giovedì 24 settembre 2015

Migranti e Sinodo. Quando i vescovi parlano chiaro

Leggiamo su Toscana oggi (fonte SIR) il resoconto di un evento importante come l'Assemblea Plenaria dei presidenti delle Conferenze episcopali europee, tenutosi in Terra Santa dall'11 al 16 settembre scorso. Importante soprattutto per i temi trattati e le conclusioni : la situazione in MO e l'esigenza di pace; l'emergenza profughi e migranti; la libertà di religione; la teoria gender. Non siamo riusciti a trovare da nessuna parte il testo integrale del documento finale. Nel riscontrare il silenzio di altri media cattolici, abbiamo visto che l'agenzia SIR, negli abstract, ne mette in risalto elementi generici mentre, dagli scorci presenti nell'articolo di cui al link sopra, se ne coglie la portata più ampia ed emerge qualche esempio del coraggio e del realismo con cui i presuli hanno affrontato le questioni e indicato i rimedi. Ma è da leggere tra le righe.
Invece, provvidenzialmente, abbiamo scoperto e riprendiamo la sintesi ben più chiara ed esplicita di Stefano Fontana su La Bussola [qui]

Mi sembra che sia passato sotto silenzio il documento finale che ha concluso l’Assemblea del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Cee) tenutosi a Gerusalemme dal 11 al 16 settembre scorsi. Per l’Italia erano presenti, tra gli altri, il cardinale Angelo Bagnasco, che presiede il Ccee, e l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, che ne presiede la Commissione Caritas in veritate. È però un peccato perché, in modo semplice e chiaro, sobrio nella forma e forte nel contenuto, in questa occasione i vescovi hanno dato prova di saggio (e quindi coraggioso) realismo cristiano.

Tre sono stati i punti toccati dal messaggio. Prima di tutto le migrazioni. Dismesso ogni linguaggio sentimentale e retorico che colpisce i cuori, ma offende la ragione, i vescovi europei hanno riaffermato il dovere degli Stati di «rispondere tempestivamente alle necessità di aiuto immediato e di accoglienza di persone disperate», ma non hanno lasciato questa affermazione da sola, come spesso accade, suscitando le reazioni della politica. Hanno infatti aggiunto che gli Stati «devono mantenere l’ordine pubblico», quindi nessuna apertura scriteriata, devono «garantire la giustizia per tutti» e quindi anche per i cittadini ospitanti, devono fornire disponibilità «per chi ha veramente bisogno» come a dire che forse non tutti coloro che la chiedono ne hanno bisogno, e che devono agire in vista di una «integrazione rispettosa e collaborativa», ossia che i migranti hanno dei diritti ma anche dei doveri da rispettare.

I vescovi ricordano anche che gli Stati «sono i primi responsabili della vita sociale ed economica dei loro popoli» e mentre aiutano chi è nel bisogno devono anche pensare che questo non può essere fatto a tutti i costi, ma devono essere soppesate le conseguenze per la vita dei popoli ospitanti. É abbastanza raro che degli ecclesiastici si esprimano con questa concretezza e non si limitino a fare grandi annunci di una carità astratta. Anche sulle cause delle migrazioni, i vescovi della Ccee sono stati coraggiosi nell’evidenziare che è almeno contraddittorio destabilizzare zone dell’Africa e del Medio Oriente e poi lamentare che da quei luoghi abbandonati a caotiche violenze la gente pensi di scappare. Ecco perché essi invitato ad «adottare misure adeguate per fermare la violenza e costruire la pace e lo sviluppo di tutti i popoli… la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa è vitale per l’Europa».

Originali anche i contenuti che riguardano i riferimenti alla libertà religiosa, che spesso si pensa messa in pericolo solo fuori dall’Europa. I vescovi della Cee, invece, sanno bene (e lo dicono) che le guerre di religione sono spesso guerre alla religione e queste avvengono non solo da parte dei Califfati ma anche in Occidente: «la secolarizzazione in atto nei Paesi europei tende a confinare la religione nella sfera privata e ai confini della società. Rientra in questo ambito il diritto fondamentale dei genitori ad educare i propri figli secondo le loro convinzioni. Perché questa libertà sia possibile è necessario che le scuole cattoliche possano svolgere il loro compito educativo a favore di tutta la società con ogni opportuno sostegno».

Infine, i vescovi a Gerusalemme hanno parlato della famiglia. Il loro messaggio a questo proposito va anche letto in vista del Sinodo di prossima apertura. Nessun tentennamento, concessione o ambiguità nelle loro parole. «La bellezza umana e cristiana» della famiglia è detta una «universale realtà: papà, mamma, figli» e non qualcosa in relazione con le costruzioni sociali. E se così non bastasse ecco il rincaro: «La Chiesa crede fermamente nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: essa è la cellula basilare della società e della stessa comunità cristiana. Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo». Altro che unioni civili e cose di questo genere. «Particolare preoccupazione», dichiarano infine i vescovi, «desta il tentativo di applicare la “teoria del gender”». Per loro le cose sono chiare: «La Chiesa non accetta la “teoria del gender” perché essa è espressione di una antropologia contraria alla vera e autentica valorizzazione della persona umana». «La Chiesa non accetta la teoria del genere»: chiaro?

Documenti come questo danno conforto. Qui i Pastori si comportano come tali. I vescovi della Ccee, infatti, concludono con una affermazione da cui un Pastore della Chiesa cattolica non dovrebbe mai prescindere: «consapevoli che solamente in Gesù Cristo trovano risposta le domande profonde del cuore e si compie in pieno l’umanesimo europeo».

28 commenti:

  1. Sarebbe interessante poter leggere il testo integrale del documento finale, anche se l'interpretazione di Stefano Fontana è inappuntabile. E vedere se dal documento questa interpretazione è da ricavare per deduzione logica o se ci sono riferimenti più ampi ed espliciti.

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  2. @ La Chiesa non accetta la teoria del Gender. E fa dei distinguo sulla "immigrazione".

    Non l'accetta. Bene. Ma su questa "teoria" i vescovi non hanno detto altro? Si sono limitati a dire che la Chiesa "non l'accetta"? Non l'accetta perche' i bambini hanno bisongo di "una mamma e un papa'", e' ovvio. Ma non c'e' altro da dire su questa infame "teoria" da parte dei vescovi?
    Il linguaggio dei vescovi resta sempre timido, anche sull'immigrazine clandestina, pur nell'accennare a qualche verita' scomoda. Intanto pero' i clandestini continuano ad arrivare, alla media di 6000 al giorno, in Europa. Cosi' dicono le fonti di informazione, citando le Agenzie dell'ONU. Se la cifra e' esatta, fa 180.000 al mese, piu' di 2 milioni l'anno! Non c'e' Stato, societa' che possa resistere ad una invasione del genere, per di piu' musulmana. Data la pusillanimita' dei politici (tranne quelli di Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca, Polonia) bisognerebbe che qualche ecclesiastico avesse il coraggio di dire finalmente che questa "migrazione" deve finire, che nessuno ha il diritto di andare a vivere dove gli pare e magari a spese della pubblica beneficenza dello Stato ospitante, etc. etc. parvus

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  3. http://www.ccee.eu/news/news-2015/141-16-09-2015-message-from-the-plenary-assembly-of-the-ccee
    Messaggio dell’Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa,
    Terra Santa 2015

    I Presidenti delle Conferenze Episcopali dei Paesi europei, nella Plenaria in Terra Santa (11-16 settembre 2015), esprimono la loro vicinanza ai fedeli, e ringraziano il Patriarca di Gerusalemme per l’invito. Ringraziano altresì i religiosi, in questo anno dedicato alla vita consacrata, e tutti i cristiani che hanno incontrato e che vivono in questa Terra, per la loro testimonianza di fede e per la custodia dei luoghi santi come luoghi di memoria cristiana e di culto vivo. Con questo loro pellegrinaggio, i vescovi europei hanno desiderato anche incoraggiare i pellegrinaggi nella terra di Gesù per rinnovare la fede e sostenere i cristiani di questi luoghi.

    Venendo qui, i presuli europei hanno voluto anche rinnovare il loro radicamento in Cristo in un momento in cui l’Europa chiede alla Chiesa, anche se non sempre consapevolmente, che annunzi senza paure e con gioia la novità della vita in Cristo che è l’Evangelo. L’Esortazione Apostolica di Papa Francesco, Evangelii Gaudium, è stata spesso ricordata come una spinta al rinnovamento pastorale. Anche il giubileo della misericordia è un dono per la Chiesa e occasione di grazia che la comunità cristiana, insieme ai suoi pastori ha già accolto come un tempo di conversione spirituale e di nuovo slancio missionario.

    Guardando le gioie, le sofferenze e le sfide della Chiesa nei diversi Paesi, è emerso il grande movimento dei popoli: profughi, rifugiati, immigrati. La disperazione non ha confini. La complessità di questo esodo, con le sue inevitabili differenziazioni, richiede da parte dei singoli Stati, le cui situazioni sono radicalmente diverse, molta attenzione al fine di rispondere tempestivamente alle necessità di aiuto immediato e di accoglienza di persone disperate a causa di guerra, persecuzione, miseria. Gli Stati, attraverso le istituzioni necessarie, devono mantenere l’ordine pubblico, garantire la giustizia per tutti e offrire una generosa disponibilità per chi ha veramente bisogno, nella prospettiva anche di una integrazione rispettosa e collaborativa. Grande è l’impegno delle Chiese d’Europa che, seguendo le indicazioni del Santo Padre Francesco, collaborano con gli Stati, i quali sono i primi responsabili della vita sociale ed economica dei loro popoli. Le molte esperienze già in atto incoraggiano a proseguire ed intensificare ogni sforzo. Data la complessità delle situazioni e l’ampiezza delle tragedie umanitarie, auspichiamo che anche l’ONU prenda in decisa considerazione la situazione e giunga ad efficaci soluzioni non solo rispetto alla prima accoglienza ma anche ai Paesi di provenienza dei migranti, adottando misure adeguate per fermare la violenza e costruire la pace e lo sviluppo di tutti i popoli. Inoltre, la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa è vitale per l’Europa, così come è decisivo che si arrivi al più presto ad una vera pace nel continente stesso, a cominciare dall’Ucraina.
    segue

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  4. Il Medio Oriente che soffre conflitti, divisioni e guerre, ha bisogno di giustizia e di stabilità nelle diverse regioni e popoli: i vescovi riaffermano che il dialogo e lo sviluppo sono il vero nome della pace. Garantendo l’uguaglianza dei cittadini, i Paesi e le società mediorientali, ricchi dei propri patrimoni culturali e religiosi, potrebbero essere un esempio di convivenza per la comunità internazionale. In Terra Santa la comunità cristiana contribuisce in modo del tutto speciale a costruire la pace, l’intesa e la cultura del perdono, senza le quali non esiste coesione sociale. In particolare, i vescovi auspicano che la delicata situazione nella zona di Cremisan trovi un’adeguata soluzione rispettosa dei diritti delle famiglie, delle loro proprietà, e delle due comunità religiose nonché della loro missione educativa.

    È emersa con forza la necessità di rispettare la libertà religiosa, diritto umano fondamentale senza il quale gli altri diritti risultano fragili. Ne è tragica prova la persecuzione dei cristiani, molti dei quali hanno offerto la loro vita con esemplare testimonianza di fede: per loro va la nostra preghiera, a loro la nostra fraterna vicinanza e ammirazione. Inoltre, la secolarizzazione in atto nei Paesi europei tende a confinare la religione nella sfera privata e ai confini della società. Rientra in questo ambito il diritto fondamentale dei genitori ad educare i propri figli secondo le loro convinzioni. Perché questa libertà sia possibile è necessario che le scuole cattoliche possano svolgere il loro compito educativo a favore di tutta la società con ogni opportuno sostegno. I vescovi europei ribadiscono questo nativo diritto anche nella Terra Santa e sono solidali con i pastori e le famiglie preoccupate per l’educazione dei propri figli.

    Un tema apparso con frequenza e che collega l’Assemblea al prossimo Sinodo è quello della Famiglia. Ne è stata ribadita la bellezza umana e cristiana e la sua universale realtà: papà, mamma, figli. Particolare preoccupazione desta il calo demografico che si registra in quasi tutti i Paesi europei. A Nazareth i presidenti delle Conferenze Episcopali, insieme alle famiglie locali, hanno pregato per il Sinodo e queste famiglie, insieme ai parroci, hanno assicurato che durante l’assise pregheranno quotidianamente, nella Basilica dell’Annunciazione, per il Papa ed i Vescovi riuniti a Roma.

    La Chiesa crede fermamente nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: essa è la cellula basilare della società e della stessa comunità cristiana. Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo. Particolare preoccupazione desta il tentativo di applicare la “teoria del gender”: è un progetto del “pensiero unico” che tende a colonizzare anche l’Europa e di cui ha parlato spesso Papa Francesco. La Chiesa non accetta la “teoria del gender” perché essa è espressione di una antropologia contraria alla vera e autentica valorizzazione della persona umana.

    In vista dell’Anno della Misericordia, i pastori hanno rinnovato il loro impegno per la felicità vera e il destino dell’uomo. Per questo, come i primi apostoli, si rivolgono all’uomo europeo e agli Stati con la parola del Vangelo, consapevoli che solamente in Gesù Cristo trovano risposta le domande profonde del cuore e si compie in pieno l’umanesimo europeo.
    fine

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  5. Coraggio??

    Luis, ha ragione ad essere sarcastico :)
    Con l'aria che tira ci vuole coraggio per "dire che le foglie sono verdi"...

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  6. Si, certo, tutto bene e incredibilmente coraggioso, con Francesco I che oggi se ne esce con una sintesi davvero evangelica, cristiana e cattolica: "La croce non sia usata come bandiera"!

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  7. @Anonimo 24 settembre 2015 11:20

    "il papa: "La croce non sia usata come bandiera"!

    forse vuole sia usata come bandiera la mezzaluna? o la stella di david?
    o il GADU direttamente?

    solite uscite da self-hating christian

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  8. Sono d'accordo con parvus 10:56

    Sulla teoria del gender, dire: "La Chiesa non accetta la “teoria del gender” perché essa è espressione di una antropologia contraria alla vera e autentica valorizzazione della persona umana." dimentica il fondamento più importante (anche se viene espresso genericamente in conclusione). e cioè secondo natura così come l'ha voluta e fatta il Creatore.

    Sul resto, pare anche a me che sono timidi. Stefano Fontana ha efficacemente estratto il 'succo'. Ma di questi tempi ci vogliono messaggi che parlino forte e chiaro per rompere l'indifferenza e il 'coma indotto' da un lato e l'arrogante imposizione ormai neppure più subdola dall'altro...
    In ogni caso, in tempi di magra, ben venga una pioggerella di marzo...

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  9. "Inoltre, la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa è vitale per l’Europa, così come è decisivo che si arrivi al più presto ad una vera pace nel continente stesso, a cominciare dall’Ucraina."

    Hanno guardato anche più in là...

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  10. E perchè in Gerusalemme la riunione dei vescovi europei?
    Ma questo coraggio non è la sola buona notizia di oggi. In ancora una pagina memorabile del suo magistero aeronautico, ieri Papa Francesco ha dato una risposta ugualmente coraggiosa, completa e definitiva alle accuse di essere un noioso antipapa di più nella storia della Chiesa:

    Un cardinale amico mi ha raccontato che è andata da lui una signora, molto preoccupata: molto cattolica, un po’ rigida, la signora, ma buona, buona: cattolica … E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un anticristo. E lui le ha spiegato. E’ anche nell’Apocalisse, no? E poi, se era vero che si parlava di un antipapa, perché l’anticristo, l’antipapa … “Ma perché mi fa questa domanda?”, ha chiesto il cardinale. “Ma perché io sono sicura che Papa Francesco è l’antipapa”. “E perché?”, chiede questo: “Perché ha questa idea?”. “Eh, perché non usa le scarpe rosse!”.




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  11. Attendo con fiduci a quasi teologale un giudizio sul profeta pasolini, che avrebbe censurato carosello, dall'amica Maria. grazie

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  13. “In ogni caso, in tempi di magra, ben venga una pioggerella di marzo...”
    Non sono d’accordo sulla “pioggerella di marzo”. Io credo che i vescovi debbano fare i conti con l'attuale realtà a livello mondiale, che non consente di tirare troppo la corda e che quindi si limitano a dire il necessario senza forzare la mano, anche perché sarebbe inutile.
    I vescovi hanno parlato della famiglia: «La Chiesa crede fermamente nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: essa è la cellula basilare della società e della stessa comunità cristiana. Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo».
    Il pensiero, chiarissimo per i cattolici e per chi ha fede termina con una domanda: “… Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo”.
    Una domanda certo legittima che tuttavia genera una risposta altrettanto legittima.
    Perché nel mondo non sono tutti cattolici ed la realtà (dati Istat) ci dice per esempio, che soltanto in Italia il numero delle coppie di fatto che hanno bambini ha raggiunto il milione ed è in continuo aumento. Che cosa dovrebbe fare uno Stato, non tenerne conto?
    E poi perché nel mondo ci sono ben 22 nazioni che contemplano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e si tratta di paesi di primaria importanza, quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Regno Unito e l’intera Europa che conta meno l’Italia.

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  14. uh mamma Angelo. Pasolini addirittura profeta? penso tutto si potesse dire, nel complesso della sua opera e dei suoi interventi, tranne che quello.
    Ha forse avuto lungimiranza su qualche dinamica, ma finita lì; altre le ha scagliate in pieno.

    Se intendiamo profezia in senso biblico, non mi pare fosse stato scelto da Dio per dare rivelazioni; se inteso in senso strettamente cristiano, non mi pare nemmeno che fosse più di tanto credente (come tutti i comunisti), e non userei il termine "profeta" tanto alla leggera. Essendo dedito poi al vizio, non vedo come potesse albergare in lui, come in altri, lo spirito di profezia.

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  15. Scusate, OT.
    A proposito di Sinodo e vescovi, ben sapendo quanto molti di loro si pieghino senza tante storie al mainstrem, guardate che mostruosità scrivono sull'Espresso.
    http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/22/news/l-omofobia-e-una-malattia-da-curare-1.230804?ref=HEF_RULLO
    Già mi vedo Galantino, Forte e compagnia brutta salutare come una illuminante rivelazione il contenuto di questi pseudo studi.
    Che il Cielo ci aiuti (ma mi sa che ci manda la purga, se si continua così).
    humilitas

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  16. http://www.lastampa.it/2015/09/24/blogs/san-pietro-e-dintorni/francesco-elezione-preparata-da-anni-PAu2giegWwslaElPmNfC1L/pagina.html

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  17. Beh, a questo punto anziché programmarlo per domani l'ho pubblicato anch'io.

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  18. "Perché nel mondo non sono tutti cattolici ed la realtà (dati Istat) ci dice per esempio, che soltanto in Italia il numero delle coppie di fatto che hanno bambini ha raggiunto il milione ed è in continuo aumento. Che cosa dovrebbe fare uno Stato, non tenerne conto?
    E poi perché nel mondo ci sono ben 22 nazioni che contemplano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e si tratta di paesi di primaria importanza, quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Regno Unito e l’intera Europa che conta meno l’Italia".

    E se tutti si buttano dalla finestra, perchè è di moda e lo dice il New York Times, l'Huffington Post e Vogue, mi ci devo buttare io?
    Ma come si ragiona ?
    Uno: esiste un dato di Natura, cioè i maschi sia accoppiano con le femmine, e così le specie si riproducono, che è l'unica cosa che importa alla Natura, che non contempla altra forma di riproduzione della specie, almeno per gli animali e le piante complesse
    Due: se nel corso dei millenni PRIMA che esistesse la Chiesa cattolica, le civiltà (egizia, sumera, babilonese, cinese e indiana, greca e romana, germanica e slava, ecc.) hanno istituito il matrimonio, ci sarà pur stata una ragione ? Si chiama stabilità, si chiama sapere con sufficiente certezza chi si dovrà occupare dei figli e delle donna che quell'uomo ha preso, se lui morirà in battaglia, si tratta di stabilire chi dovrà pagare i tributi al Re e a chi il Re dovrà dei servizi, o che dovrà proteggere dai nemici, chi erediterà i beni che quell'uomo, aiutato da quella donna e da quei figli, ha prodotto, ecc.ecc.
    MA LA STORIA NON LA STUDIA PIU' NESSUNO ? E LA BIOLOGIA ?

    "Più di un milione...e lo Stato non dovrebbe tenerne conto"
    Cominciasse ad occuparsi di far star meglio i 59 milioni di gente sposata , che il giorno che la maggioranza (di sposati, di eterosessuali, di Italiani per nascita, e via dicendo) si romperà le scatole, altro che Terzo Reich !

    Infine, Anonimo, da donna le rivelo una cosa: le donne, TUTTE le donne, vogliono essere sposate. Accettano di convivere o perchè lui è già sposato, e quindi in attesa di divorzio, oppure, se è celibe, sanno che, prima o poi, lo convinceranno a sposarle. Sarà con la scusa del lavoro, dei figli, della gelosia, ma, prima o poi, accadrà, E se non accade, la donna se ne va. FINE DELLA COPPIA DI FATTO.

    RR



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  19. @ Anonimo 15:51

    Il compito fondamentale dei vescovi (della Chiesa) non e' quello di adattare gli insegnamenti di Cristo al mondo. Se il mondo non li vuol seguire e va in rovina, loro che devono fare, andare in rovina con il mondo?
    I vescovi devono essere "segno di contraddizione" come il loro Maestro. Mantenere il suo insegnamento sul matrimonio a tutti i costi e ammonire il mondo a convertirsi, togliendosi dalla corruzione dominante. Il fatto che ci siano tante coppie di fatto? Ci sono anche da noi perche' la Chiesa ha mollato da tanti anni, quindi i vescovi desistenti sono una delle concause della decadenza. Il matrimonio "omosessuale" e' un obbrobrio, una caricatura ripugnante del vero matrimonio, tanto peggio per quegli Stati "che contano" nei quali e' stato approvato. Ci sono dei limiti che non si possono superare, per nessun motivo. La colpa dei vescovi attuali e' di reagire in modo ancora sempre troppo morbido allo schifo nel quale siamo costretti a vivere da classi dirigenti irresponsabili e corrotte. L'invasione maomettana e' anch'essa un aspetto della punizione divina per la nostra perdita di fede e corruzione, possibile che nessuno tra i cattolici lo voglia capire? Parvus

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  20. anonimo 24 settembre 2015 15:51

    cito

    "Perché nel mondo non sono tutti cattolici ed la realtà (dati Istat) ci dice per esempio, che soltanto in Italia il numero delle coppie di fatto che hanno bambini ha raggiunto il milione ed è in continuo aumento. Che cosa dovrebbe fare uno Stato, non tenerne conto?"

    Ma la chiesa deve continuare a parlare di Cristo e della famiglia come progettata dal Signore. A maggior ragione per il fatto che non pare molto seguita nel progetto cristiano. E anche questo tragico risultato sociale dipende proprio dalla chiesa eclissatasi da decenni quanto a insegnamento, moralità e serietà teologica.
    In pratica: dire dei sì e dei no chiari, cosa che non fa più.
    Oggi ci si fa "dono", si "cammina insieme", "ci si apre al dialogo", si fa la raccolta differenziata, si sviluppano le virtù ecologgggiche, ma cosa è giusto o sbagliato nell'ottica rivelata nei Vangeli non lo insegna più.

    "E poi perché nel mondo ci sono ben 22 nazioni che contemplano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e si tratta di paesi di primaria importanza, quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Regno Unito e l’intera Europa che conta meno l’Italia."

    come ben hanno spiegato poco sopra, la chiesa non può seguire il mondo nella china del peccato, ma chiamare a santità sempre e comunque. Se non lo fa, e quando non lo fa, rinnega se stessa e Dio stesso.

    Per quanto riguarda le 22 nazioni...mai sentito parlare di piani massonici....non è che se la maggioranza ha fatto quella scelta, è necessariamente da seguire.
    Chi dice poi che la verità ce l'ha la maggioranza? solo la "democrazzzzia", l'opinione comune(sempre pilotata ad arte) della maggioranza di pecoroni, come quelli che gridavano "liberate Barabba". E appunto con la "democrazia" hanno ottenuto certi risultati, tagliati sull'istinto basso e non su principi più alti cui aspirare, non più con leggi mirate a far crescere e innalzare l'uomo.

    Come funziona la democrazia in questi casi, ce lo spiega un aforisma di Nicolás Gómez Dávila:

    Quando a un democratico si incancrenisce un dito, gli basta reclamare una legge che ordini la cancrena per tutte le mani

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  21. @Parvus

    cito

    "L'invasione maomettana e' anch'essa un aspetto della punizione divina per la nostra perdita di fede e corruzione, possibile che nessuno tra i cattolici lo voglia capire?"

    Ne sono convinto anche io. E' molto evidente. Sembra quasi sentir dire: "Non avete voluto accettare il mio giogo, che è dolce e leggero, non avete voluto seguire la santità nel mio percorso, ora assaggerete un'altra "Legge".

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  22. quali migranti?

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/chiesa-aperta-non-difende-i-cristiani-1174848.html

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  23. Comunque, sempre in tema di idee mainstream, che a quanto pare certi anonimi vorrebbero che tutti accettassimo, oltre a concordare con Rr e il suo logico ragionamento in stile "se tutti si buttan giù dalla finestra io mica mi butto", bè, a me sembra che sia così evidente: il "matrimonio" omosessuale è la scimmiottatura del matrimonio esattamente come il Diavolo è la scimmia di Dio.
    Chissssssenefrega se sono in tanti gli antropologicamente invertiti convinti che sia la solita questione di civiltà e balle.
    E intanto che dalle nostre parti occidentali si dibatte quasi sempre e solo di porcherie sodomitiche, ringraziamo chi muore per Cristo in giro per il mondo, magari grazie al loro martirio la purga sarà meno atroce...
    humilitas

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  24. Humilitas,
    hai prorpio ragione. Ho visto pochi gg fa la foto, non so pero' se vera, di un uomo ed un altro uomo vestito in abito da sposa bianco con strascico, davanti ad un "religioso" che apparentemente li univa in "matrimonio". Scimmiottatura, brutta, volgare, oscena, un vera profanazione del Sacramento.
    Oltre che un insulto a tutte le donne che sognano quell'abito e ciò che significa, pregando ed augurandosi di esserne degne.
    Rr

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  25. Spiace che il senso del mio intervento è stato travisato.
    Non auspico per nulla che tutti debbano sottomettersi alle aperture del mondo e accettarle. Non esiste infatti nessun obbligo a conformarsi e siamo liberi di abbracciare un insegnamento e tuttavia esiste una realtà ben consolidata che non si può e non va ignorata.
    Come d’altra parte non si può non sapere che quando si insiste troppo su una lezione poco gradita o poco comprensibile, buona parte dell’uditorio mostra insofferenza, che si tramuta in un palese disinteresse se non si cambia l'approccio, non la sostanza.
    Ritengo sia più utile non forzare la mano per sollecitare l'interesse, il dialogo, piuttosto che favorire immediate barricate.
    Certo, si può anche reagire in questo modo: “Chissssssenefrega se sono in tanti gli antropologicamente invertiti convinti che sia la solita questione di civiltà e balle”. Reazione legittima, ma allora è imperativo definire con chiarezza il fine da raggiungere: se richiamare e favorire l'interesse dell'intera platea o accontentarsi di quei pochi che già conoscono la lezione.

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  26. Finalmente , un gesuita che parla chiaro :

    http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/09/25/dopo-palmira-vogliono-il-louvre-parla-boulad-il-gesuita-che-suona-la-sveglia-alloccidente-morente___1-v-133119-rubriche_c304.htm

    Svegliatevi ! (Come dicono i testimoni di Geova ) . Svegliatevi politici cattolici , ma ci sono ancora ?
    Secondo me sono passati tutti nel campo nemico .
    Tranne Giovanardi .

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  27. se richiamare e favorire l'interesse dell'intera platea o accontentarsi di quei pochi che già conoscono la lezione.

    Non si tratta di lezione scolastica, alle elementari, alle medie, superiori, o università. Si tratta di riaffermare, non solo a parole, l'insegnamento di Nostro Signore. Che oggi, non so se se n'è accorto, non viene neanche più nominato come tale dal suo presunto vicario.

    Come ho già scritto, mi è capitato di leggere un'omelia di un sacerdote (oggi cattolico, un tempo anglicano) sulla Chiesa e la Sua unione con Gesù, sull'Ordine e cosa significhi per un prete "sposare" la Chiesa, e sul matrimonio sacramentale. In un linguaggio semplice e chiaro, e assolutamente ortodosso, mi ha fatto capire sul matrimonio (essendo questo il sacramento che mi coinvolge) molte più cose di tutte le paginate di articoloni, e convegni, ed incontri, e bla, bla, bla, di questi ultimi mesi.
    In più e naturalmente ci vuole l'esempio di coloro che devono insegnarci a conoscere Gesù ed il suo Vangelo.
    RR

    Rr

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