Lo stesso p. Garrigou-Lagrange si domandava: «Dove va la nouvelle théologie? Essa ritorna al modernismo» ( La nouvelle théologie ou va-t-elle?, in “Angelicum”, n. 23, 1946, p. 144) [Testo da noi pubblicato qui, con interessanti note di Paolo Pasqualucci] e porta alla «apostasia completa» (Verité et immutabilité du dogme, in “Angelicum”, n. 24, 1947, p. 137).
Le edizioni “Fede & Cultura” di Verona ripropongono, meritoriamente, la seconda edizione de La sintesi tomistica di padre Reginaldo Garrigou-Lagrange o. p., al secolo Gontran (Auch 21 febbraio 1877 – Roma 15 febbraio 1964)[1], apparsa in francese nel 1946 per le edizioni Desclée De Browuer di Parigi, tradotta in italiano e pubblicata nel 1953 dalla Queriniana di Brescia; un’opera che abbraccia in una visione d’insieme o meglio quasi in uno sguardo d’aquila tutto il pensiero di San Tommaso, diviso in 4 parti principali: la filosofia, la teologia dogmatica, la teologia morale e la spiritualità[2].
Veramente opera di alta sintesi, in cui padre Reginaldo riunisce tutte le opere di San Tommaso (da lui studiate e commentate lungo il corso di mezzo secolo una per una e messe in rapporto di confutazione con la filosofia moderna e con la teologia immanentista) spiegandole e compendiandole in un tutto unitario per far capire ai lettori la pienezza del tomismo filosofico, teologico dogmatico/morale e ascetico/mistico, affinché lo studio limitato di una singola opera o di un solo ramo del pensiero dell’Angelico non impedisca di vedere e di vivere l’insieme del pensiero tomistico, come avviene quando per osservare un albero si perde di vista la foresta in tutta la sua completezza e magnificenza. Sebbene Garrigou-Lagrange sondi ogni singolo problema con competenza, maestria e profondità, tuttavia riunisce, comprende ed espone tutto in una sintesi universale e tanto vasta quanto profonda e precisa, che abbraccia ogni particolare alla luce dei princìpi primi della filosofia e della teologia.
Padre Reginaldo non è l’uomo di un solo libro, di un solo trattato, di una sola tesi, ma è il vero sapiente (ripieno del dono di scienza, di intelletto e di sapienza del Paraclito) che abbraccia tutto l’orizzonte del pensiero e della vita filosofico/teologica e spirituale sub specie aeternitatis.
La persona e l’insegnamento di padre Reginaldo sono unificati da una limpidità e da un’acutezza d’ingegno, da un fervore e da un vigore di esposizione, che riassumono in una sintesi luminosa e calda la scienza sacra sondando in profondità le altezze della verità naturale e gli abissi del mistero soprannaturale. Egli è stato anche il campione della battaglia contro il modernismo[3] e il neo-modernismo poiché, come amava ripetere, “non si può insegnare la verità senza confutare l’errore”.
Padre Reginaldo inizia gli studi di medicina all’università di Bordeaux nel 1895 a 18 anni, ma nel 1897 abbandona gli studi profani ed entra nell’Ordine di san Domenico. Nel 1902 a 25 anni viene ordinato sacerdote e si specializza in filosofia alla Sorbona seguendo le lezioni di Henry Bergson, di cui diviene un acuto critico e un confutatore notevole, poi nel 1905 inizia l’insegnamento di teologia a Le Saulchoir nel Belgio sotto la guida di padre Ambroise Gardeil. Nel 1909 viene chiamato a Roma da padre Giacinto Cormier, Maestro Generale dei domenicani, ad insegnare teologia dogmatica presso la Pontificia Università domenicana dell’Angelicum ove resta per circa un cinquantennio sino al 1960; gli ultimi 4 anni di vita li trascorre in un ospedale romano colpito da una sorta di halzaimer, che lo riduce allo stato vegetativo.
La sintesi tomistica è una delle ultime opere di padre Garrigou-Lagrange, che sotto il pontificato di Pio XII fu il teologo più ascoltato dalla Curia romana e apprezzato dal cardinale Alfredo Ottaviani, nominato consultore del S. Uffizio nel 1955. Senz’altro La sintesi tomistica è destinata a “rimanere nella storia del pensiero cristiano” come scriveva il suo traduttore, il padre domenicano Ignazio Paci di Siena.
Quest’opera è il frutto della maturità scientifica dell’autore (preciso, chiaro, metodico e profondo) nel campo della filosofia e della teologia tomistica. La profondità e la chiarezza ne sono le note distintive come di tutta la produzione di padre Reginaldo (il quale unisce il rigore scientifico alla capacità di farsi capire), produzione che è una specie di “Summa” la quale racchiude non solo il pensiero filosofico/teologico di San Tommaso d’Aquino, ma anche i commenti di padre Garrigou-Lagrange agli scritti tommasiani letti alla luce dei 3 grandi autori della seconda scolastica da lui preferiti (il Gaetano, il Ferrarense e Giovanni da San Tommaso). Inoltre vi sono alcuni capitoli riguardanti la filosofia perenne che ha toccato con l’Angelico il suo culmine.
Il primo libro scritto da padre Reginaldo Garrigou-Lagrange tratta di filosofia e termina con la confutazione teologica dell’eresia modernistica dell’evoluzione eterogenea del dogma e risale al 1909, quando ha inizio il suo insegnamento alla Pontificia Università “Angelicum” di Roma, e si intitola Il senso comune e la filosofia dell’essere e le formule dogmatiche, Parigi, tr. it. 2013, Santa Severa, Edizioni Leonardo. Molto importante è anche il contributo che padre Reginaldo ha dato alla teologia fondamentale con il suo De Revelatione (2 voll., Roma, Ferrari, 1918), che rimane, dal punto di vista speculativo, un trattato insuperato di apologetica.
La prima parte de La sintesi tomistica riguarda la metafisica del tomismo e tratta dei principi primi per sé noti, dell’essere intelligibile della cosa sensibile come oggetto formale dell’intelletto umano e della distinzione reale tra potenza e atto. Certamente questa parte è assai profonda, per nulla arida e fredda, ma forse è la meno brillante della produzione di padre Garrigou-Lagrange che ha visto nella filosofia tomistica solo un commento di quella aristotelica e non una produzione originale dell’Aquinate che sorpassa anche l’aristotelismo per la distinzione reale tra essenza ed essere visto come atto ultimo di ogni essenza, forma, perfezione; mentre lo Stagirita si era fermato alla metafisica dell’essenza senza elevarsi all’essere come atto ultimo e perfetto[4].
La seconda parte de La sintesi tomistica tratta della teologia dell’Angelico ed inizia con il trattato del De Deo Uno della Somma Teologica già commentato da padre Garrigou-Lagrange nei suoi corsi di teologia dogmatica iniziati nel 1909 all’Angelicum di Roma e pubblicato dalla Editrice Marietti di Torino nel 1938. Ne La sintesi padre Reginaldo tratta e riassume alla luce del suo capolavoro filosofico in cui confuta l’agnosticismo e il sensismo britannico assieme al kantismo e all’hegelismo: Dio. La sua esistenza e la sua natura, (2 voll., Parigi, 1914-1915, tr. it in forma di compendio, Le divine perfezioni, Roma, 1923) le cinque vie di San Tommaso per provare l’esistenza di Dio, poi affronta il problema dell’analogia e segue l’interpretazione del Gaetano secondo cui l’analogia tommasiana è soprattutto di proporzionalità propria e non di attribuzione intrinseca (come la intendevano il Ferrarense e il Capreolo). Molto importante, anzi superlativo, è il capitolo in cui il padre domenicano affronta il problema della volontà di Dio e della libertà dell’uomo alla luce della dottrina tomistica sulla predestinazione, che tante polemiche ha suscitato tra molinisti e tomisti, dei quali ultimi padre Reginaldo (De gratia, Torino, Marietti, 1946; La predestinazione dei santi e la grazia, Parigi, 1935; De comoedia banneziana et recenti syncretismo, in “Angelicum”, 1946, p. 3 ss.) è stato uno dei massimi campioni[5] per l’acume e alla chiarezza con cui ha trattato un problema così delicato sul quale il padre domenicano Domingo Bañez (Commentarius in Iam partem Summae theologiae divi Thomae Aquinatis, q. 105, Salamanca, 1584) aveva portato il suo contributo decisivo nel XVI secolo contro il gesuita Luis de Molina (Concordia liberi arbitrii cum gratiae donis, Lisbona, 1588).
Nella terza parte de La sintesi tomistica padre Reginaldo riassume il suo commento al De Deo Trino (Torino, Marietti, 1943) concludendo, alla luce della teologia mistica, con l’inabitazione della SS. Trinità nelle anime dei giusti.
Nella parte quarta studia il trattato sugli angeli e sull’uomo, dà le prove dell’immortalità dell’anima, la vera nozione di psicologia metafisica sulla conoscenza umana, che è quella che meglio corrisponde alla realtà tra tutte le teorie dei vari filosofi, che hanno cercato di spiegare la natura della conoscenza dell’intelletto umano allontanandosi dall’impostazione di Aristotele e San Tommaso.
Nella parte quinta troviamo il compendio sul Verbo Incarnato (De Christo Salvatore, Marietti, 1945; Il Salvatore e il suo amore per noi, Parigi, 1933, tr. it., Roma, Città Nuova, 1963), il problema della Personalità di Cristo letto alla luce della teoria gaetanista e non capreolista per concludere con il trattato sulla Mariologia (La Madre del Salvatore e la nostra vita interiore, Parigi, 1941).
Nella parte sesta si trattano i Sacramenti (De Eucharistia, Torino, Marietti, 1942) e nelle settima la teologia morale (De Virtutibus theologicis, Torino, Marietti, 1949) e la spiritualità, materia in cui padre Reginaldo è stato maestro insuperato (con le sue opere Perfezione cristiana e contemplazione, 2 voll., Parigi, 1923, tr. it. Monopoli, Vivere in, 2011; Le tre età della vita interiore, 3 voll., Parigi, 1938-1939, tr. it., Torino, LICE, 1949, II ed., Monopoli, Vivere in, 1998; La Provvidenza e confidenza in Dio: fedeltà e abbandono, Parigi, 1932; La vita eterna e le profondità dell’anima, Parigi, 1949, tr. it., Brescia, La Scuola, 1947)[6].
La parte ottava è un sunto originalissimo che racchiude il cammino filosofico del tomismo dall’Angelico al 1950. Essa si apre con le XXIV Tesi del tomismo composte e commentate da padre Guido Mattiussi; prosegue con l’approfondimento del valore ontologico del principio evidente di non-contraddizione e di causalità; poi passa al problema della verità (“adaequatio rei et intellectus”), che con Maurice Blondel e il modernismo (“adaequatio rei et vitae”) è stato snaturato aprendo le porte all’errore filosofico soggettivista e all’eresia dell’evoluzione eterogenea del dogma; riprende la questione della sussistenza o personalità letta alla luce del Gaetano in polemica col Capreolo; infine conclude con una specie di canto del cigno sulla distinzione tra grazia efficace e sufficiente per chiarire ancor meglio la questione della provvidenza, della mozione e della predestinazione divina rispetto alla libertà umana.
Nella edizione italiana del 1953 si trovano due appendici: la prima sull’immutabilità del dogma in polemica con il modernismo classico condannato da S. Pio X nel 1907 (Enciclica Pascendi) e l’altra, in polemica con il neo-modernismo, sulla Enciclica Humani generis (12 agosto 1950) di Pio XII (alla cui stesura p. Reginaldo ha collaborato) che condanna la nouvelle théologie, la quale purtroppo è penetrata nell’interno dell’ambiente ecclesiale, nonostante la condanna pacelliana, con Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II.
Consiglio pertanto lo studio serio, costante e approfondito di questo libro che aiuta a capire la dottrina tomistica in maniera sintetica, sotto la guida di un maestro così abile come Garrigou-Lagrange, che ha per circa 50 anni studiato in maniera analitica, trattato per trattato, questione per questione, problema per problema l’insegnamento di san Tommaso, che pervade ogni pagina di questo libro e vi è riassunto in una maniera che più bella, chiara e limpida non si potrebbe.
Padre Reginaldo soleva dire: “i professori giovani insegnano più di quel che sanno, quelli di media età insegnano quel che sanno, gli anziani meno di quel che sanno riassumendo tutto in una sintesi che scandaglia ogni questione alla luce di principi supremi della scienza sacra”. Ebbene La sintesi tomistica è il libro in cui l’eminente teologo di Auch ha insegnato meno di quel che sapeva, ma in maniera così saporosa, calda e sintetica che vale da solo tutti i suoi innumerevoli trattati presi separatamente.
d. Curzio Nitoglia
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1. 624 pagine 34 euro.
2. Cfr. Innocenzo Colosio, Il padre Maestro Reginaldo Garrigou-Lagrange, in “Rivista di Ascetica e Mistica”, 1965, pp. 52-68; A. Lobato, Itinerario filosofico di Reginaldo Garrigou-Lagrange, in “Angelicum”, 1964, pp. 53-116.
3. Cfr. L’immutabilité des formules dogmatiques, in “Angelicum”, n. 24, 1947. Lo stesso p. Garrigou-Lagrange si domandava: «Dove va la nouvelle théologie? Essa ritorna al modernismo» (La nouvelle théologie ou va-t-elle?, in “Angelicum”, n. 23, 1946, p. 144 [pubblicato qui, con interessanti note di Paolo Pasqualucci]) e porta alla «apostasia completa» (Verité et immutabilité du dogme, in “Angelicum”, n. 24, 1947, p. 137).
4. Cfr. B. Mondin, La metafisica di San Tommaso d’Aquino e i suoi interpreti, Bologna, ESD, 2002, p. 51.
5. In una disputa ancora continuata sino agli anni Trenta/Quaranta con il cardinale gesuita ed eminente teologo della Pontificia Università “Gregoriana” Louis Billot (De Deo Uno et Trino, Roma, Gregoriana, 1895; Id., De gratia Christi, Roma, Gregoriana, 1923, p. 59 ss.); con il padre A. D’Alès (Providence et libre arbitre, Parigi, 1927) e col cardinale Pietro Parente (Causalità e libertà umana, in “La Scuola Cattolica”, 1947, fasc. 2, p. 89 ss; Id., Anthropologia supernaturalis, Roma-Torino, Marietti, 1949).
6. Il sabato sera padre Garrigou teneva presso l’Aula Magna dell’Angelicum delle conferenze di spiritualità, che erano seguitissime da laici, sacerdoti, teologi, vescovi e cardinali.
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