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lunedì 7 dicembre 2015

La riforma voluta da Papa Francesco mette in pericolo l’indissolubilità del matrimonio.

Vorrei riportare all'attenzione anche l'articolo del Prof. Paolo Pasqualucci: Chi ha detto che nel recente motu proprio di Papa Bergoglio sul matrimonio non ci sia una modifica della dottrina della Chiesa? da noi pubblicato [qui].

La riforma voluta da Papa Francesco
mette in pericolo l’indissolubilità del matrimonio.

del P. Denis Puga della FSSPX

[Traduzione a cura della nostra Redazione. Le frasi tra parentesi quadre sono del traduttore]

Mentre tutta l’attenzione dei media si concentrava sul Sinodo che doveva discutere l’accesso ai sacramenti da parte dei divorziati risposati, c’è stato a Roma un evento ben più importante e drammatico, purtroppo trascorso nell’indifferenza quasi generale. L’8 settembre scorso, in effetti, con il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, a valere per l’intera Chiesa cattolica, Papa Francesco ha modificato da cima a fondo le norme canoniche regolanti i processi sulla nullità del matrimonio.

Per meglio comprendere la natura e l’ampiezza di questa riforma, bisogna innanzitutto richiamare alcuni elementi essenziali della prassi tradizionale della Chiesa in questo campo. Esiste un articolo dottrinale che non può esser assolutamente rimesso in causa da un cattolico, quello dell’indissolubilità del matrimonio. Il matrimonio fra due battezzati è un sacramento e non può esser dissolto da nessuna autorità terrena, nemmeno dal sovrano pontefice.

Tuttavia, essendo il matrimonio un contratto la cui specificità è determinata in base all’immodificabile diritto naturale, succede che a volte si possa legittimamente dubitare della serietà o della correttezza delle disposizioni interiori che gli sposi avevano al momento del matrimonio e pertanto dubitare della validità o effettiva esistenza del legame matrimoniale stabilito in queste condizioni. Per esempio, nel caso uno dei contraenti pretenda di essersi sposato sotto la minaccia di un grave danno. In questo caso, rientrano nei compiti della Chiesa il diritto e il dovere di esaminare la situazione per cercare di comporre il dissidio. Proprio per questo, essa ha istituito dei tribunali applicanti regole consacrate dalla tradizione, volte a stabilire con la maggiore certezza possibile se il legame matrimoniale in questione sia valido o meno.  La serietà di questi organi giudiziari è di importanza capitale per la vita della Chiesa e la sua santità.  Non si tratta solamente di render giustizia a questa o a quella persona ma di proteggere il bene comune senza dover arrivare a dissolvere pubblicamente ciò che è assolutamente indissolubile dal punto di vista del diritto divino.

Molto sinteticamente, la procedura tradizionale è la seguente.
Si riunisce un primo tribunale collegiale di tre membri.  In prima istanza giudica della validità o meno del matrimonio in questione. Se conclude per la nullità, occorre allora istituire un secondo tribunale collegiale, in una diocesi diversa, il cui compito sarà quello di emettere a sua volta un giudizio di seconda istanza sulla validità del suddetto matrimonio. Solo dopo che questo secondo tribunale avrà emesso una sentenza conforme alla prima sentenza di nullità [principio della doppia sentenza conforme, ora abolito da Papa Francesco], il matrimonio potrà considerarsi pubblicamente invalido e le due parti in causa potranno rispettivamente risposarsi, se lo vorranno, dal momento che di fatto non lo sono mai state.

Se il giudizio di seconda istanza conclude invece per la validità del matrimonio, contraddicendo quello della prima, l’unica possibilità rimasta alle parti consiste nel ricorso al tribunale pontificale della Rota, in Vaticano, organo di ultima istanza.

Nel trascorrere delle varie fasi del giudizio vengono prodotti testimoni, si analizzano attentamente le prove addotte dalle parti, si studiano le dichiarazioni degli sposi. Queste ultime sono accettate come probanti solo se corroborate da fatti inoppugnabili.

In ognuna di queste cause, in effetti, i giudici impegnano la credibilità della Chiesa e del suo magistero.  Da qui la necessità di un esame minuzioso ed estremamente rigoroso delle prove oggettive, cosa che non può esser fatta in fretta. D’altronde la responsabilità della Chiesa di fronte all’eventualità di dichiarare nullo un matrimonio, di per sé sacramento indissolubile, è tale che in caso di dubbio i giudici sono tenuti a concludere in favore della validità del matrimonio stesso. Il vecchio adagio recita: il matrimonio gode del favore del diritto. Vale a dire: l’esistenza del vincolo è sempre presunta, salvo prova contraria.

I canoni del diritto canonico precisano in dettaglio tutti i motivi di nullità che un tribunale può invocare ed eventualmente applicare.  Non si è mai lasciata ai giudici la possibilità di creare nuovi motivi di nullità di un matrimonio.

La riforma del diritto canonico provocata dal Concilio Vaticano II ha purtroppo introdotto motivi di nullità estremamente soggettivi, per niente conformi alla tradizione, permettendo in tal modo di dichiarare nullo un matrimonio che in passato mai lo sarebbe stato.

Ad ogni modo, nonostante queste attenuazioni post-conciliari, almeno sulla carta l’applicazione della legge da parte dei tribunali restava sino ad oggi ancora “relativamente” severa.

Una procedura di divorzio cattolico sotto altro nome

È proprio questa complessa organizzazione legislativa che, con un tratto di penna, Papa Francesco ha appena ridotto in frantumi rifondando completamente il capitolo del Codice di Diritto Canonico dedicato al processo di dichiarazione di nullità del matrimonio.

Il paradosso è che lo stesso Papa è consapevole del fatto che questa riforma è pericolosa, soprattutto quando ha introdotto, come vedremo più avanti, una nuova procedura accelerata: «Non mi è tuttavia sfuggito quanto un giudizio abbreviato possa mettere a rischio il principio dell’indissolubilità del matrimonio», dice all'inizio del documento! E in questo vede giustamente: questo è anche ciò che il Vescovo Fellay ha recentemente sottolineato, a nome della Fraternità Sacerdotale San Pio X in una supplica indirizzata al Papa, «le recenti disposizioni canoniche del motu proprio, che facilitano delle dichiarazioni di nullità accelerate, apriranno di fatto la porta a una procedura di “divorzio cattolico” sotto altro nome, a dispetto delle dichiarazioni sull’indissolubilità del matrimonio che lo accompagnano». 

I punti chiave di questa riforma «francescana»

Notiamo nel preambolo che non è più compito del giudice tentare di indurre i coniugi a riprendere la vita coniugale come richiesto dalla legislazione precedente; nella riforma di Papa Francesco ci si contenta di chiedergli di assicurarsi che il matrimonio sia irrimediabilmente fallito. Nessun tentativo di riparazione, semplicemente si constata il fallimento: ciò è ben poco pastorale!

Il primo elemento importante della riforma è che ora è sufficiente un solo giudizio di invalidità per consentire un nuovo matrimonio, se i coniugi si impegnano a non impugnare la sentenza. È l'abbandono di una consuetudine prudenziale che risale a più di tre secoli, e che riflette la gravità intrinseca del giudizio su un matrimonio sacramentale, che per sua natura è indissolubile. Il semplice fatto di questo abbandono è una manifestazione di leggerezza ben poco cattolica.

L'altro punto gravissimo è il permesso ampiamente diffuso che può diventare sistematico della costituzione di un tribunale di prima istanza composto da un giudice unico. Questa possibilità era stata introdotta dopo il Concilio limitatamente ai rari casi in cui risulta impossibile formare un tribunale collegiale. Questa modifica, unitamente alla riduzione del giudizio ad una singola istanza (come visto sopra), comporterà che spesso dei fedeli vedranno il loro matrimonio sciolto da un unico giudizio da parte di un giudice unico. Quando è noto che una sentenza di nullità potrebbe richiedere fino a tre istanze e dunque a volte nove giudici, si vede la distanza che è stata percorsa e il pericolo che ora incombe sull'oggettività della dichiarazione di nullità in seguito a questo Motu Proprio.

Ma questo non pare ancora sufficiente al nuovo legislatore che vuole andare ancora oltre e ancor più velocemente. Francesco, con la riforma, ha introdotto un processo breve o accelerato. Il vescovo della diocesi in questo caso diventa il giudice ultimo e unico. Il ricorso a questa procedura abbreviata (meno di due mesi secondo alcuni esperti) è consentito «nei casi in cui l'affermazione che il matrimonio è nullo sia supportata da argomenti di particolare evidenza».

Leggendo il Motu Proprio per intero, è chiaro che il ricorso a questa procedura semplificata non solo è consentito, ma incoraggiato. L'elenco degli esempi di circostanze che giustificano questa procedura fornite dal documento è stupefacente! Citiamo tra altre: la mancanza di fede degli sposi, la brevità della vita comune, la gravidanza non pianificata che giustificava il matrimonio, la persistenza in una relazione extraconiugale, l'aborto indotto al fine di impedire la procreazione. La lista si conclude con un « etc… » - sorprendente in un testo giuridico - che consente di aggiungere altri esempi dello stesso genere a volontà. Nella pratica canonica simili circostanze non possono mai dare una prova di nullità del matrimonio, anche se possono essere utilizzate come indizi.

Primato del soggettivismo

Altra rivoluzione e probabilmente più grave a nostro avviso, perché influenzerà direttamente la stessa sentenza del tribunale: il valore sufficiente dato alle dichiarazioni dei coniugi. Fino ad ora, le dichiarazioni dei presunti coniugi non poteva avere pieno valore probante a meno che non ci fossero altri elementi a corroborarle appieno. Papa Francesco ora decide che le dichiarazioni delle parti possono avere pieno valore probatorio. Che esse possono "eventualmente" essere supportate da testimonianze, e saranno respinte unicamente se ci sono elementi che le invalidano. Quando si conosce la soggettività delle dichiarazioni di coniugi che generalmente testimoniano in un momento in cui il loro matrimonio è naufragato, e tentano di ottenere la nullità, si resta senza parole. Infine il Sovrano Pontefice fa entrare in massa i laici nei tribunali ecclesiastici. La nullità di un matrimonio potrà essere dichiarata da un tribunale composto in maggioranza da laici.

Conseguenze disastrose per i fedeli

Cosa sta per accadere a partire dalla prossima entrata in vigore di questo Motu Proprio? Innanzitutto il moltiplicarsi dei divorziati risposati che avranno ottenuto molto agevolmente il diritto di risposarsi in chiesa. Ma anche l'introduzione nelle menti dei giovani e dei fidanzati dell'idea che finalmente l'impegno per il matrimonio non è così vincolante visto che se ne può ottenere rapidamente la nullità. E anche dubbi tra molte coppie legittimamente sposate perché, se è così facile ottenere una nullità, deve essere davvero difficile contrarre un vero matrimonio. E che dire di coloro che ricorreranno ai tribunali con una vera ragione e otterranno la dichiarazione di nullità? Come possono essere certi che il loro caso non sia trattato con approssimazione? Dov'è il bene della Chiesa e dei fedeli in tutto questo, dov'è la misericordia tanto addotta a pretesto?

Un sentore di scisma ...

Ma occorre cercare di meglio comprendere cosa implica il pensiero di Papa Francesco in questa riforma. Il suo problema è quello di trovare un modo per ammettere ai sacramenti gli ormai numerosi divorziati risposati senza violare il dogma. Come molti prelati e teologi che sono stati sentiti nell'assise pre-sinodale del 2014, Francesco sembra in questo affascinato dal modello di matrimonio delle chiese ortodosse.

Il teologo ortodosso russo Vladimir Golovanow, riassume la posizione dell'Ortodossia: "Il matrimonio ortodosso è indissolubile al pari di quello cattolico. Ma la Chiesa ortodossa applica alla debolezza umana ciò che chiama "l'economia". (...) La Chiesa è consapevole del fatto che a volte le regole sono troppo severe per gli uomini. Così, quando si verifica un fallimento nella vita personale dell'uomo o della donna è compito del vescovo verificare che non ci sia la possibilità di dare una seconda possibilità ".

E infatti nell'ortodossia i nuovi matrimonio benedetti in chiesa sono frequenti e molto facili da ottenere.

Non sorprende quindi che questi stessi ortodossi - che avevano già riconosciuto che la Chiesa cattolica aveva introdotto de facto attraverso il canone sull'immaturità una sorta di divorzio Cattolico - può ora dire che "il Papa impone ai cattolici il modello ortodosso per la fine del matrimonio. La riforma del diritto canonico introdotta da Papa Francesco (...) apre la possibilità di un processo di annullamento abbreviato sotto la responsabilità del vescovo, "per i casi evidenti"; il che praticamente riprende la procedura ortodossa ", afferma lo stesso autore.

Nella linea di Assisi e della Nuova Messa

A partire dall'8 dicembre 2015, data di entrata in vigore della riforma di Papa Francesco, quale cattolico coniugato potrà chiedere scrupolosamente all'autorità ufficiale ecclesiastica di esaminare la validità del suo matrimonio, e sottomettersi senza timore alla sua decisione?

Il Motu Proprio di Papa Francesco è grave quanto l'introduzione della nuova liturgia nel 1969 o il nuovo spirito di Assisi lanciato nel 1986. Ciò riguarda il dogma ... e viene dal Papa.

Ormai è l'idea stessa dell'indissolubilità a geometria variabile  del matrimonio che invaderà la Chiesa. "L'attuale permissivismo del successore di Pietro è drammatico - ci dichiarava recentemente un avvocato difensore del vincolo di un tribunale ecclesiastico romano - con questo Motu Proprio tutte le dighe che proteggevano l'indissolubilità del matrimonio cederanno ...".

Padre Denis Puga, sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pio X

[Fonte: Le Chardonnet, n. 132, novembre 2015. "Bulletin de la paroisse de Saint-Nicolas-du-Chardonnet" Pubblicazione periodica della FSSPX, Distretto di Francia]

21 commenti:

  1. L'elenco degli esempi di circostanze che giustificano questa procedura fornite dal documento è stupefacente! Citiamo tra altre: la mancanza di fede degli sposi...

    Nel corso del Convegno di Radio Spada del 28 novembre scorso, il prof. Guido Ferro Canale specificava che, secondo il testo, non si tratta di "mancanza di fede" tout court, ma di quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l'errore che vizia la volontà.

    E tuttavia, anche messa in questi termini, credo sia non meno difficile acclararla...

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  2. Mi chiedo: nei matrimoni celebrati in questi ultimi decenni, quanta “consapevolezza” (non “fede”) c’è del significato della parola “matrimonio”, con tutto quanto esso comporta? Con una prassi dove in pratica è sufficiente che i due soggetti dicano: “Vogliamo sposarci” (perché così è, inutile negarlo).
    Per questo ci troviamo in una situazione del tutto particolare. Come rimediare? Si può ignorare il fatto che oggi la realtà purtroppo è questa?

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  3. Non si può ignorare che la realtà è questa. Ma dobbiamo arrenderci solo perché il guasto è enorme?
    Si può, e si deve, ricominciare a insegnare la verità precocemente - aiutando a viverla con una vera santificazione - senza lasciare i fedeli allo stato brado fin da piccoli.

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  4. Circa il commmento del prof. Ferro Canale: se non e' zuppa e' pan bagnato. Come si dimostra che all'atto delle nozze c'era quella mancanza di fede che ha simulato il consenso o l'errore;
    ovvero: che il consenso simulato e l'errore sono il risultato di una "mancanza di fede" che li avrebbe generati? E' una prova diabolica. Chiunque puo' avvalersi di questa "mancanza di fede" senza dover dimostrare nulla.

    Anonimo 18:32 : il significato naturale del matrimonio, richiamato da GPII nella Familiaris Consortio, ce l'abbiamo tutti, ce l'hanno tutti quelli che si sposano : una comunanza di vita "aperta alla vita", come si dice oggi. A. R.

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  5. "Guai a voi (noi), anime prave": KGB della chiesa bergogliana avverte.
    https://www.lifesitenews.com/opinion/papal-critics-threatened-with-excommunication-as-year-of-mercy-begins
    Ripristinata la Santa Inquisizione?

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  6. Anonimo ore 18.32,
    quando inizio' la predicazione di Nostro Signore, nei regni ellenistici i monarchi potevano sposarsi anche tre volte per ragioni dinastiche, a Roma c'era il divorzio e dappertuto concubine. Ma nonostante cio il matrimonio cristiano si affermo' ovunque e per secoli, anche se contribuirono anche ragioni antropologiche e sociologiche (antropologiche: i Germani erano monogami, ed in realta' le popolazioni indoeuropee in genere, eccetto che i monarchi , come gia' detto).
    Quindi, poiché ora siamo in Basso Impero, basta ricominciare a predicare alla gente, cosi come facevano Gesu' e gli Apostoli.

    Mic,
    i giovani: mia figlia, commentando l'ennesimo matrimonio civile di conoscenti, ha detto che, una volta che si rende una cosa facile, semplice, la si priva di valore. Un tempo il matrimonio, sia d'amore, sia combinato, richiedeva tempo, complessita' burocratiche, ma soprattutto era indissolubile, anche quello civile. Quindi era importante sul serio, e ci si pensava sopra due volte, prima di sposarsi. Ora è stato reso tutto facile, quello civile non è altro che una firma e via, un puro atto amministrativo, puoi divorziare con estrema facilità, quindi o non ci sposa, o ci si sposa ed alla prima difficoltà, poi, ci si separa.
    Sentendola parlare, mi sono resa conto ancora una volta che è vero che i giovani vogliono da noi adulti cose serie, importanti, definitive, sanno in realtà che la vita non è una burla, un gioco od un eterno divertimento. Siaimo noi adulti, genitori in primis, insegnanti, sacerdoti, politici, opinion makers, che non siamo all'altezza delle loro aspettative. Ecco perché, comunque tutto, GPIIe BXVI attiravano i ragazzi ed i giovani. Perché erano seri, e non facevano le cose facili.
    Tutti quelli che sento ammirare il VdR, hanno tutti più di 30-40 anni, sono adulti fatti e finiti. Di adolescenti o ventenni io non ne ho sentito.
    Rr

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  7. «Mi chiedo: nei matrimoni celebrati in questi ultimi decenni, quanta “consapevolezza” (non “fede”) c’è del significato della parola “matrimonio”, con tutto quanto esso comporta? …».
    La consapevolezza del significato della parola "matrimonio" c’è fino a un certo punto nel “prima”, così come nel “prima” c’è poca consapevolezza dell'eventuale ruolo di padre, almeno per un uomo. E tuttavia ciò che importa è quanta consapevolezza ci sia nel “durante” e nel “dopo” e questo a prescindere se c’è o non c’è fede.
    La consapevolezza si rafforza se si ha la fortuna di avere accanto la persona giusta, altrimenti la consapevolezza resta alquanto sospesa. Di questo ero convinto prima di sposarmi e oggi, dopo trent’anni di felice unione con la donna che amo, ormai da nonno, mi permetto di riaffermarlo, anche se la fede, almeno per me, non c’è mai stata.

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  8. La "mancanza di fede" nella nullità del Matrimonio è assurda per il semplice motivo che il Sacramento del Matrimonio, come tutti i Sacramenti, agisce "ex opere operato".

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  9. OT. L’hypocrisie dans tous ses états !

    A la veille de l’ouverture de l’année de la pseudo-miséricorde, l’archevêque Salvatore Rino Fisichella, qui n’a du prélat catholique, comme chacun sait, que quelques apparences (la calotte violette, la soutane bien repassée et les godasses bien astiquées par sa bonne), vient de menacer d’excommunication les fidèles qui oseraient encore exprimer des critiques sur le cours désastreux de l’actuel pontificat.

    Sans doute pris de panique devant l’opposition croissante des catholiques face à la trahison de la néo-hiérarchie vaticane dont il est un des piliers, le président du “Conseil pontifical pour la nouvelle évangélisation” (si, si, c’est son titre !), se souvenant sans doute du passé de videur de boîte de nuit de son chef argentin et prenant exemple sur lui, ne trouve rien de mieux, à la veille de ce 8 décembre — pour mieux s’identifier à l’Immaculée Conception et mieux évangéliser sans doute ! — que de rouler les mécaniques devant les journalistes admis à l’écouter, à charge pour eux de répercuter sa propagande.

    Un grand psychologue, ce Fisichella ! Et quel art dans le choix du bon moment !
    Un vrai homme de paix et un catholique exemplaire !
    Vatican II aurait-il trouvé son sauveur ? Son rédempteur ?

    Un prophète — n’en doutez pas — des temps qui viennent…

    https://www.lifesitenews.com/opinion/papal-critics-threatened-with-excommunication-as-year-of-mercy-begins

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  10. Lister,
    ricorda quanto su BXVI se ne dicevano e scrivevano di tutti i colori, addirittura camuffandolo da "drag queen", o li si impediva di parlare alla "Sapienza", e nessuno minacciava, tanto meno comminava, scomuniche, ma non si sentiva quasi mai una voce di Monsignore, Cardinale o Vescovo, difenderlo, se non Bertone, ed regolarmente in ritardo ?
    Rr

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  11. Ecco, la parrocchia del Sacro Cuore di Grottaferrata mette Bergoglio nel posto e posizione di Gesù

    http://www.scuoregf.org/


    Scandalizzato assai

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  12. I Germani antichi praticavano ampiamente la poligamia, allo stesso modo degli antichi Slavi.

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  13. Raoul,
    non è la prima volta che Fisichella si dimostra un "bravo psicologo" e sa cogliere l'attimo per promuoversi. Ricorda il suo intervento per "sdoganare" la bestemmia, relativizzandola?
    Lì si trattava di fornire una scusante a Berlusconi.

    Rosa,
    cominciò immediatamente il rosso manifesto pubblicando in prima pagina la foto di un cane-lupo col sottotitolo "Il Pastore Tedesco"...e tutti zitti.
    Ma ora comanda il G.O.I. e tutti eseguono, ormai sfacciatamente, a cominciare da stasera con le proiezioni in cinerama in faccia a S.Pietro.

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  14. Cara Mic, penso che sarebbe stato utile agli amici del blog se avesse pubblicato il mio precedente commento relativo alle minacce di scomunica proferite da Fisichella, magari anche "limandolo" a sua discrezione. Comunque sia, lei è la padrona di casa, e quindi mi rimetto al suo insindacabile giudizio. Un caro saluto.

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  15. Catholicus,
    non trovo il suo commento. Mi sarebbe interessato, perché dalle ricerche in rete non ho trovato riferimento alle minacce di scomunica di Fisichella, mentre ho programmato per domani un articolo con traduzioni da blog anglofoni, che le mettono in risalto commentandole.

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  16. Mic,
    durante l'incontro per parlare del Giubileo, Fisichella ha pronunciato quelle parole, riportate per esempio da LifeSiteNews, in cui ricorda che attentare alla persona del pontefice è un atto passibile di scomunica, e che attentare a lui non aignifica solo mettere in pericolo la sua vita, ma anche criticarlo, aggredirlo verbalmente. Se segui il link da altri riportato, le trovi. Dovrebbero essere state anche riportate da siti in Italiano.
    Rr

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  17. Anonimo 9.09
    io mi basavo su Tacito e su autori moderni, americani (Macdonald et alii), distinguendo i monarchi o comunque capi tribù o capi clan dai popolino.
    Rr
    PS: ricordo anche il mito di Filemone e Bauci

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  18. Fisichella ha pronunciato quelle parole, riportate per esempio da LifeSiteNews

    E' da lì che abbiamo ripreso e tradotto, risalendo anche ad altre fonti. Domattina lo leggerete.

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  19. Perchè solo domattina se è pronto?

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  20. Perché non mi sembra il caso di affardellare di argomenti, che già si fanno incombenti di per sé. È bene non creare inflazione di informazioni che farebbe diluire l'interesse, e lasciare invece un pò di spazio per la riflessione.

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  21. Ed io in particolare, anonimo, non dimenticherei, invece di reclamare una pubblicazione, di ringraziare mic e il suo traduttore che ci mettono, molto rapidamente, a disposizione testi in varie lingue, quel testo se è pronto non è in virtù di manine alate ma del lavoro e dell`impegno concreto e costante di Maria.

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