Vi ricordo che già da alcuni mesi è ripresa la Santa Messa Antiquior del
primo Sabato del Mese - ore 17:00
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dedicata alla Vergine, che viene ad aggiungersi a quella di
ogni Domenica - ore 17:00
Sant'Anna al Laterano
Via Merulana, 177 - Roma
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Sabato 5 dicembre - ore 17:00, primo sabato del mese nel cuore della Novena all'Immacolata Concezione, sarà celebrata una Missa votiva tempore belli. Nell'occasione verrà distribuita, per indossarla come atto di sostegno ai Francescani e Francescane dell'Immacolata, la medaglietta che anche loro portano appuntata sul petto.
* * *
Oltre che per chi verrà in Via Merulana il 5 dicembre, un certo numero di medaglie è gratuitamente a disposizione per tutti coloro che ne faranno richiesta via mail: romaperenne@gmail.com e che avranno l'accortezza di fornire il proprio nome e indirizzo per la spedizione.
Nell'occasione avevamo recepito la proposta di in lettore di pronunciare anche il «Voto Mariano». Mentre invitiamo a leggere il testo di Padre Stefano Maria Manelli [qui] per conoscere meglio di cosa si tratta, ricordiamo che una scelta di Consacrazione alla Vergine in genere vien fatta con gradualità partendo dall'affidamento. Potete scoprire molte ricchezze in questo corposo testo di p. Settimio Maria Manelli: I fondamenti biblici della Consacrazione alla Vergine Maria.
La consacrazione infatti richiede una preparazione al fine di predisporre adeguatamente il cuore e la mente. Di seguito riporto brevemente alcune parole di p. Settimio:
Nell'occasione avevamo recepito la proposta di in lettore di pronunciare anche il «Voto Mariano». Mentre invitiamo a leggere il testo di Padre Stefano Maria Manelli [qui] per conoscere meglio di cosa si tratta, ricordiamo che una scelta di Consacrazione alla Vergine in genere vien fatta con gradualità partendo dall'affidamento. Potete scoprire molte ricchezze in questo corposo testo di p. Settimio Maria Manelli: I fondamenti biblici della Consacrazione alla Vergine Maria.
La consacrazione infatti richiede una preparazione al fine di predisporre adeguatamente il cuore e la mente. Di seguito riporto brevemente alcune parole di p. Settimio:
La consacrazione a Maria, intesa in senso analogico rispetto alla consacrazione fondamentale rivolta a Dio e da Dio realizzata, va concepita come l'atto con cui si dona interamente a Lei la propria anima e la propria vita, realizzando una sorta di dipendenza da Lei, allo scopo di raggiungere in modo più rapido e perfetto il fine della propria esistenza, ossia la glorificazione di Dio e la propria santità. La consacrazione a Maria conduce i cristiani alla perfetta unione con Dio nella santità di vita e di opere. In questo senso si può ritenere che la consacrazione a Maria, lungi dall'essere contraria o alternativa alla consacrazione fondamentale di tutti i credenti a Dio, che si realizza con il Battesimo, ne favorisce piuttosto lo sviluppo e l'approfondimento.
Per questo invitiamo chiunque decida questo atto importante per la sua vita spirituale a prepararsi meditando il testo di p. Stefano Manelli: La devozione alla Madonna, che può essere scaricato qui in formato pdf.
La devozione legata alla medaglia diventa ancor più importante adesso dopo i fatti di Parigi, perché è in Rue du Bac che essa ha la sua patria [vedi]. Non è superfluo specificare che è bene guardarsi dal devozionismo che può diventare superstizione; ma che la devozione sincera unita ad una coerente vita di Fede, diventa veicolo di grazie sopranaturali. E nella temperie in cui viviamo ce n'è particolare bisogno. Per approfondire, riporto di seguito il Capitolo sulla medaglia miracolosa di p. Stefano Manelli tratto dalla sua opera sopra citata, proposta per la meditazione.
In mezzo allo sfacelo laicista e islamico, c'è una piccolissima oasi nel cuore di Parigi, nel cuore della Chiesa e in quello di ogni credente in Cristo Signore.
San Paolo ha scritto che Dio sceglie le cose umili e deboli per confondere quelle grandi e forti (1 Cor 1,28). La Madonna donò la Medaglia a santa Caterina Labouré, e da allora le grazie furono tali e tante, che la Medaglia meritò giustamente l'appellativo di «miracolosa».
L'amore dei Santi a questa Medaglina è stato veramente grande. Portarla al collo, baciarla e ribaciarla, raccomandarla agli altri, farsene apostoli, è stato comune a Santi celebri e meno celebri.
Ricordiamo qualche esempio.
Santa Caterina Labouré fu ardente propagatrice della Medaglia miracolosa. Anche durante le rovine e le stragi della rivoluzione in Francia, ella curava i feriti, avvicinava soldati, parlava con persone di ogni specie: a tutti immancabilmente offriva la Medaglia miracolosa quale pegno di grazia.
Santa Teresina fin da piccola si rivelò ingegnosa apostola della Medaglia miracolosa. C'era in casa sua una domestica incredula che non voleva sentir parlare di religione; ebbene, la piccola Teresa tanto fece che riuscì a farle prendere la Medaglia miracolosa con la promessa di portarla al collo fino alla morte. In un'altra occasione, stando gli operai a far lavori in casa, la piccola Teresa si industriava a mettere la Medaglia miracolosa nelle tasche delle loro giacche appese.
San Massimiliano M. Kolbe è stato forse il massimo valorizzatore della Medaglia miracolosa. Al suo vasto movimento mariano, la Milizia dell'Immacolata, egli affidò l'impegno particolare di «diffondere la Medaglia miracolosa»; e tutti i membri della Milizia del l'Immacolata hanno l'obbligo di portare indosso la Medaglia miracolosa.
Per san Massimiliano le Medaglie miracolose erano celesti «munizioni» e «proiettili» che fanno penetrare di forza la grazia nei cuori. Un episodio significativo gli accadde durante il ricovero nel sanatorio di Zakopane. Eccone la narrazione presa dalla sua vita: «Quando padre Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale. Ad ogni incontro lo pregava: "Signore, si confessi". Ma quegli soleva rispondere: "Nulla da fare, Reverendo, la rispetto, Padre, ma non andrò a confessarmi; forse un'altra volta". Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da padre Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di padre Massimiliano furono: "Signore, vada a confessarsi...". "La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione". "Allora accetti almeno questa Medaglia miracolosa". Il signore accettò per cortesia la Medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto padre Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall'Immacolata la conversione dell'ostinato. Oh, meraviglia! Dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama: "Padre, la prego di confessarmi"».
E chi non ricorda la conversione dell'ebreo incredulo Alfonso Ratisbonne a Roma? Ma è impossibile enumerare le grazie ottenute dalla Medaglia miracolosa.
È più utile piuttosto imparare dai Santi, e particolarmente da san Massimiliano, come industriarsi a seminare le Medaglie miracolose dappertutto, regalandole direttamente alle persone o lasciandole a bella posta nei negozi, sui treni, negli uffici. Sempre fornito di queste piccole mine, quando san Massimiliano non poteva fare altro per l'Immacolata, affidava a loro l'incarico di aprire qualche breccia nei cuori per far penetrare in tutti la Madonna.
Neppure a noi dovrebbe costare amare la Medaglia miracolosa, portarla indosso, e utilizzarla come mezzo di apostolato mariano.
A volte noi ci preoccupiamo di che cosa fare per la Madonna. Ebbene, perché non fare apostolato mariano servendoci di un mezzo così semplice come la Medaglia miracolosa, che può essere regalata o seminata dappertutto? Seguiamo gli esempi edificanti di santa Caterina Labouré, di santa Teresina, di san Massimiliano Kolbe, e di molti altri Santi. Anche san Pio da Pietrelcina aveva sempre le tasche rifornite di Medaglie miracolose. Chi visita la sua cella, può veder un tavolinetto su cui c'è un pugno di Medagline miracolose trovate nelle tasche di padre Pio alla sua morte. Facciamo anche noi come i Santi. (tratto da p. Stefano Manelli, La devozione alla Madonna. Vita mariana alla scuola dei santi, Casa Mariana Editrice [qui])
La devozione legata alla medaglia diventa ancor più importante adesso dopo i fatti di Parigi, perché è in Rue du Bac che essa ha la sua patria [vedi]. Non è superfluo specificare che è bene guardarsi dal devozionismo che può diventare superstizione; ma che la devozione sincera unita ad una coerente vita di Fede, diventa veicolo di grazie sopranaturali. E nella temperie in cui viviamo ce n'è particolare bisogno. Per approfondire, riporto di seguito il Capitolo sulla medaglia miracolosa di p. Stefano Manelli tratto dalla sua opera sopra citata, proposta per la meditazione.
In mezzo allo sfacelo laicista e islamico, c'è una piccolissima oasi nel cuore di Parigi, nel cuore della Chiesa e in quello di ogni credente in Cristo Signore.
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La Medaglia miracolosa
San Paolo ha scritto che Dio sceglie le cose umili e deboli per confondere quelle grandi e forti (1 Cor 1,28). La Madonna donò la Medaglia a santa Caterina Labouré, e da allora le grazie furono tali e tante, che la Medaglia meritò giustamente l'appellativo di «miracolosa».
L'amore dei Santi a questa Medaglina è stato veramente grande. Portarla al collo, baciarla e ribaciarla, raccomandarla agli altri, farsene apostoli, è stato comune a Santi celebri e meno celebri.
Ricordiamo qualche esempio.
Santa Caterina Labouré fu ardente propagatrice della Medaglia miracolosa. Anche durante le rovine e le stragi della rivoluzione in Francia, ella curava i feriti, avvicinava soldati, parlava con persone di ogni specie: a tutti immancabilmente offriva la Medaglia miracolosa quale pegno di grazia.
Santa Teresina fin da piccola si rivelò ingegnosa apostola della Medaglia miracolosa. C'era in casa sua una domestica incredula che non voleva sentir parlare di religione; ebbene, la piccola Teresa tanto fece che riuscì a farle prendere la Medaglia miracolosa con la promessa di portarla al collo fino alla morte. In un'altra occasione, stando gli operai a far lavori in casa, la piccola Teresa si industriava a mettere la Medaglia miracolosa nelle tasche delle loro giacche appese.
San Massimiliano M. Kolbe è stato forse il massimo valorizzatore della Medaglia miracolosa. Al suo vasto movimento mariano, la Milizia dell'Immacolata, egli affidò l'impegno particolare di «diffondere la Medaglia miracolosa»; e tutti i membri della Milizia del l'Immacolata hanno l'obbligo di portare indosso la Medaglia miracolosa.
Per san Massimiliano le Medaglie miracolose erano celesti «munizioni» e «proiettili» che fanno penetrare di forza la grazia nei cuori. Un episodio significativo gli accadde durante il ricovero nel sanatorio di Zakopane. Eccone la narrazione presa dalla sua vita: «Quando padre Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale. Ad ogni incontro lo pregava: "Signore, si confessi". Ma quegli soleva rispondere: "Nulla da fare, Reverendo, la rispetto, Padre, ma non andrò a confessarmi; forse un'altra volta". Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da padre Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di padre Massimiliano furono: "Signore, vada a confessarsi...". "La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione". "Allora accetti almeno questa Medaglia miracolosa". Il signore accettò per cortesia la Medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto padre Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall'Immacolata la conversione dell'ostinato. Oh, meraviglia! Dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama: "Padre, la prego di confessarmi"».
E chi non ricorda la conversione dell'ebreo incredulo Alfonso Ratisbonne a Roma? Ma è impossibile enumerare le grazie ottenute dalla Medaglia miracolosa.
È più utile piuttosto imparare dai Santi, e particolarmente da san Massimiliano, come industriarsi a seminare le Medaglie miracolose dappertutto, regalandole direttamente alle persone o lasciandole a bella posta nei negozi, sui treni, negli uffici. Sempre fornito di queste piccole mine, quando san Massimiliano non poteva fare altro per l'Immacolata, affidava a loro l'incarico di aprire qualche breccia nei cuori per far penetrare in tutti la Madonna.
Neppure a noi dovrebbe costare amare la Medaglia miracolosa, portarla indosso, e utilizzarla come mezzo di apostolato mariano.
A volte noi ci preoccupiamo di che cosa fare per la Madonna. Ebbene, perché non fare apostolato mariano servendoci di un mezzo così semplice come la Medaglia miracolosa, che può essere regalata o seminata dappertutto? Seguiamo gli esempi edificanti di santa Caterina Labouré, di santa Teresina, di san Massimiliano Kolbe, e di molti altri Santi. Anche san Pio da Pietrelcina aveva sempre le tasche rifornite di Medaglie miracolose. Chi visita la sua cella, può veder un tavolinetto su cui c'è un pugno di Medagline miracolose trovate nelle tasche di padre Pio alla sua morte. Facciamo anche noi come i Santi. (tratto da p. Stefano Manelli, La devozione alla Madonna. Vita mariana alla scuola dei santi, Casa Mariana Editrice [qui])
Grazie, ci sarò.
RispondiEliminaE invece qui per ordine del parroco, don Marco Oneta, a Natale non ci sarà la Messa di Natale, resto basita nel leggere la sua giustificazione.
RispondiElimina"La messa, e il sacramento dell’eucaristia, per alcuni può essere un atto di culto troppo forte, non solo per chi professa una fede diversa, ma anche per chi non è solito frequentare la chiesa».
La Santa Messa un culto troppo forte!
Perfino per i cattolici non troppo praticanti.
Troppo forte, ma di che cosa ha paura quel parroco "cattolico"?
Quali terribili conseguenze per la loro anima può avere la Santa Messa?
Non ho parole, mi domando solo se se fosse così forte da poter convertire qualcuno ? È di questo che ha paura quel "parrco "Cattolico
Mi scuso, il mio commento è partito troppo in fretta, sono talmente basita dalla "spiegazione" di quel sacerdote che sopprime la Messa di Natale per non urtare i non cattolici , e che la considera perfino troppo forte (!) per i cattolici non praticanti, che mi domandavo, se in fondo, anche se inconsapevolmente, il timore di quel sacerdote cattolico non fosse che la Santa Messa è così forte da poter convertire all` Amore e alla Verità di Cristo.
RispondiEliminaLa Messa troppo forte, questa non l`avevo mai sentita, talmente forte, a rischio di qualche choc anafilattico, da scegliere di sopprimerla.
E non si vergogna.
RispondiEliminahttp://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_dicembre_03/prete-cancella-messa-natale-nella-scuola-ci-sono-fedi-diverse-16e003f6-99a2-11e5-a8aa-552a5791f1fe.shtml
La Messa troppo forte, questa non l`avevo mai sentita, talmente forte, a rischio di qualche choc anafilattico, da scegliere di sopprimerla.
RispondiEliminaE non si vergogna.
Tanto: il N.O.M., di suo tanto forte non è. Poi, immaginando il rigore e la pietà con cui penso che celebri tale prete, immagino che la sua Messa lo sia ancora meno. Infine, invito i Cattolici praticanti di quella parrocchia ANDATE ALTROVE.
Vi sembra temerario affermare che, tale prete, probabilmente, crede che, se esiste un altro mondo, non è come la Chiesa ha sempre affermato che è?
RispondiEliminaIn generale io mi domando se per il clero cattolico, dai suoi vertici fino alla base, le parole del Signore, la Sua Parola, hanno ancora un senso:
RispondiElimina" Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me"
«Andate e fate discepoli tutti i popoli»
"Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato»
"Guai a me se non annuncio il Vangelo!"
Che tipo di amore per Cristo, di amore tout court, prova un Suo pastore che, convinto che il culto che Gli è reso è troppo forte per anime sensibili o di altre fedi, decide di sopprimerlo in particolare per Natale?
"Chi non dà Dio dà troppo poco" e quando è un sacerdote a rifiutare questo dono c`è da restare sbigottiti.
Io non potrò intervenire ma dovrebbe venire un mio corregionale.
RispondiEliminaUn caro abbraccio
Andrea
http://blog.messainlatino.it/2015/12/roma-sabato-5-dicembre-missa-votiva.html
Luisa,
RispondiEliminanon sono sacerdoti, sono impiegati. Della Diocesi. Non sia mai che succeda qualche casino ( scusa la volgarità, ma è per rendere l'ambiente) ed il titolare li licenzi in tronco, com'e successo all' insegnante di religione che spiegava cos'è realmente un aborto.
Rr
Oggi, a S.Anna, per chi non ha il Messale, distribuiremo i libretti dell'ordinario della Messa e i foglietti del 'proprio' della Missa votiva tempore belli.
RispondiElimina
RispondiEliminaE Avvenire dà la parola, e senza sorpresa appoggia, don Oneta, il suo rammendo è peggio dello strappo.
Essere soddisfatti se non fieri che la liturgia della parola, senza la Comunione, abbia riunito tutti ragazzi mentre la Messa ne avrebbe riunito, a suo dire, solo pochissimi ( uno su trenta...) mi lascia basita.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/scuola-cattolica-no-messa.aspx
Ringrazio coloro che hanno reagito al commento in cui segnalavo la scelta di quel sacerdote, ammetto che pensavo ci fossero maggiori reazioni, perchè quel che ha detto e e fatto don Oneta non è un fatto isolato ma è sintomatico e rivelatore non solo di un certo "effetto Bergoglio" ma delle conseguenze di un sedicente dialogo, del rispetto delle differenze, qui religiose, di una crisi della fede che tocca anche il clero, e si finisce per sopprimere una Messa perchè culto troppo forte!
RispondiEliminaMa forse non dovrei più sorprendermi per comportamenti che per varie ragioni, indifferenza, codardia, ignoranza, impotenza, stanno dilagando e imponendosi in questa chiesa nel mondo e del mondo.
Cara Luisa,
RispondiEliminaforse non abbiamo più parole per queste notizie che si susseguono e sembrano non costituire più una eccezione. Non ho tempo di scrivere un articolo ad hoc. Del resto è intuibile quel che abbiamo nel cuore per questa apparentemente inesorabile disfatta.
Ma ho l'impressione che nel popolo di Dio (che peraltro è il corpo mistico di Cristo) comincino a prodursi reazioni. Le persone, se cominciano a fare il punto della situazione, non sono poi così indifferenti, né rinnegate, a differenza dei pastori (è uno sfacelo! Spero facciano notizia solo gli apostati e che i più siano fedeli...)
E certo che sono andati tutti i ragazzi, non essendoci l'Eucaristia, è un incontro come tanti, dove si legge e si parla e si canta (con le schitarrate, magari). Ci possono andare tutti: cattolici "veri", cattolici "adulti", ebrei, musulmani, protestanti, testimoni di Geova, buddisti, pagani, tutti. Se organizzava un mangiata e bevuta gratis ce ne sarebbero stati anche di più. A loro interessa il numero, la quantità, mica la qualità.
RispondiEliminaPensateci gente, prima di dare l'otto x mille, che va anche a situazioni come questa ed a un giornale come l' "Avvenire", pensateci.
RR