NEWSLETTER 2016 – 26
La parola figlio, come tante parole della nostra lingua, può avere più significati e più sfumature. Il padre e la madre mettono al mondo dei figli. La paternità di un’opera d’arte è di un tal artista e ne è quindi figlia. Una opinione, una moda può essere figlia del suo tempo. Noi uomini, gli animali, le piante e tutto quanto ci circonda siamo figli delle mani creatrici di Dio.
Quando però nella Chiesa cattolica si parla di figli di Dio si intende qualcosa di ben definito, qualcosa che né io né nessun papa o teologo ha detto, ma qualcosa che ha affermato Gesù stesso: “Ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome”. (Gv. 1:12). Figli sono, altrimenti detto, coloro che “sono nati da Dio” (Gv. 1:13). E chi è che è nato da Dio? “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio”. (1 Gv. 5:1).
Appare dunque chiaro che per essere figli di Dio la fede in Gesù Cristo è indispensabile. “Voi tutti siete figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù” (Gal. 3:26).
Il catechismo ci riassume bene questo concetto: “Il battesimo è il sacramento che ci fa cristiani, cioè seguaci di Gesù Cristo, figli di Dio e membri della Chiesa”.
È quindi errato parlare genericamente di figli di Dio intendendo tutti gli uomini. Essere creatura di Dio non significa necessariamente essere figlio di Dio. Giocare ambiguamente sul significato reale della parola figlio di Dio è anzi demoniaco, perché ci nasconde una verità fondamentale: solo ai veri figli di Dio è riservato il Regno di Dio! “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv. 3:5).
“Che persona insensibile, fredda ed irrispettosa delle convinzioni altrui!“. Mi pare di sentirli i commenti di persone che non si accorgono che nascondere queste verità a tutti i non battezzati è come nascondere l’unica medicina efficace ad un malato grave! Se questo è amore…
Proprio per questo motivo quando sentiamo dire che tutte le religioni monoteiste si equivalgono o che adorano lo stesso Dio dobbiamo stare in guardia. Se poi addirittura questa fratellanza in Dio è estesa anche alle altre religioni l’evidente malafede è ancor più manifesta.
Ma vediamo cosa contraddistingue la nostra fede, da quella degli altri.
Innanzitutto il credere che esiste un Dio, origine e causa prima di tutte le cose, non è ancora sufficiente per essere salvati ed evitare la condanna eterna. Certo, il catechismo dice chiaramente che la retta ragione da sola può arrivare alla conclusione dell’esistenza di Dio: è una conclusione più che ragionevole. Ma non basta! Non è sufficiente credere nell’esistenza di una generica divinità. Io devo credere in Gesù Cristo e nella sua divinità per salvarmi. Lo stesso papa Pio XI scriveva: “Non si può considerare come credente in Dio colui che usa il nome di Dio retoricamente, ma solo colui che unisce a questa venerata parola una vera e degna nozione di Dio”. E ancora: “Senza la genuina fede in Gesù Cristo non si può avere una vera fede in Dio”.
Infatti è Gesù stesso che ci rivela e ci specifica chi è il Dio che noi dobbiamo adorare. Il vero Dio noi possiamo conoscerlo solo grazie alla Rivelazione di Gesù Cristo, grazie alla buona novella. L’evangelista Giovanni lo dice chiaramente nel prologo al suo Vangelo: “Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv. 1:18). E da Lui sappiamo quindi che in Dio ci sono tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo!
La Madonna stessa e tutti i Santi che con lei veneriamo, sono lì proprio ad indicarci Gesù Cristo, che in unione con Dio Padre e lo Spirito Santo è il Signore che noi dobbiamo adorare.
Quindi per essere figli di Dio e aspirare alla salvezza eterna dobbiamo essere battezzati in Dio, Padre Figlio e Spirito Santo. Un battesimo impartito solo nel nome di Gesù non è valido! Ecco un ulteriore aspetto che ci fa capire che il nostro Dio, trinitario, non è lo stesso Dio adorato da islamici ed ebrei e dagli aderenti ad altre fedi.
E come corollario finale ricordiamoci che il primo comandamento dice: Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori che me. E ancor più esplicitamente Gesù rispose a Satana dicendo: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». E questo vale per tutti: laici e religiosi, semplici fedeli, sacerdoti, vescovi, cardinali e per lo stesso pontefice!
FdS (lafededisempre@bluewin.ch)
Possibile chela traduzione errata del "pro multis" abbia generato tutto questo sconquasso? Eppure è così..... nasce tutto da lì.....
RispondiEliminaE' almeno penoso vedere un papa che va contro le basi elementari su cui si regge la rivelazione cristiana...
RispondiEliminaQui, infatti, non è questione di come si intende la medesima fede e non è neppure questione di ritenerne una sua parte a scapito di un'altra. Qui è tutto rifiutato tout-court nell'indifferenza dei signori cardinali. Se le loro eminenze fossero sensibili a questi temi dogmatici quanto lo sono ai temi etici (unioni gay in primis) saremo già ad un buon punto perché sentiremo qualche eminente voce sollevarsi.
Invece su questi temi dogmatici, che pure sono la base delle basi di tutto il resto, vige il silenzio totale. Chi tace acconsente, si dice di solito, e lo si deve dire pure qui.
Il cattolicesimo - pare - non è una chiesa con dei dogmi ma un'associazione di tipo morale.
Matteo,
RispondiEliminaÈ la traduzione errata del "pro multis" che nasce dall'antropocentrismo conciliare e in particolare dall'affermazione che Cristo si è "in qualche modo" incarnato in ogni uomo. Mentre si è incarnato nell'Uomo-Dio Gesù, il Figlio, nel quale soltanto è data ai "molti" (che non sono "tutti" ma coloro che credono nel Suo nome e Lo accolgono) l'adozione a figli...
Invece su questi temi dogmatici, che pure sono la base delle basi di tutto il resto, vige il silenzio totale. Chi tace acconsente, si dice di solito, e lo si deve dire pure qui.
RispondiEliminaInfatti noi qui, non acconsentendo, lo diciamo.
fr.hunwicke's mutual enrichment.liturgicalnotes.Pope Francis again, I'm afraid.
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