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martedì 16 febbraio 2016

Dichiarazione Kirill-Francesco. Quanto vale la firma del papa?

Se a noi manca il tempo, approfittiamo delle analisi di chi, come noi, cerca di dare letture oggettive degli eventi, fuori dal coro dei numerosi turiferari che vanno per la maggiore. Riprendiamo l'articolo di Giuseppe Rusconi su Rossoporpora del 15 febbraio.

Se l’incontro tra il patriarca Kirill e papa Francesco è stato un evento storico, anche la ‘Dichiarazione comune’ firmata da ambedue ha un’innegabile e grande importanza per un’unità d’azione delle due Chiese riguardo a tante sfide del nostro tempo. Tuttavia è già in corso (con Santa Marta in prima fila) il tentativo di sminuire, definendola ‘pastorale’, la portata delle chiare e nette affermazioni che nel testo si fanno sui valori etici e che chiamano inevitabilmente alla coerenza di comportamenti nella vita della ‘polis’ i membri delle due Chiese…
Venerdì sera 12 febbraio papa Francesco ha incontrato presso l’aeroporto dell’Avana il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. Certo un evento storico e di grande portata simbolica, accentuata dalla visibilità massmediatica data giustamente all’incontro. Al lungo e franco (com’è stato detto dagli stessi protagonisti) colloquio a due, in presenza solo del metropolita Hilarion e del cardinale Koch (oltre che degli interpreti) è seguita la firma solenne di una ‘Dichiarazione comune’ in 30 punti. Una ‘Dichiarazione’ che era stata elaborata a partire dall’autunno scorso dal metropolita Hilarion e dal cardinale Koch, con l’accordo di principio sui contenuti generali sia da parte del Patriarca che del Papa, ambedue poi tenuti al corrente con costanza degli sviluppi del testo. La stesura non dev’essere stata facile e solo la sera del 10 febbraio si è approvata la versione finale. Questo per dire che la ‘Dichiarazione’ è un documento che va considerato con grande serietà e attenzione, fondato com’è su uno scambio approfondito tra gli interlocutori a proposito degli argomenti in esso trattati.

Subito la prima impressione è che la ‘Dichiarazione’ abbia più di Kirill che di Francesco. Lo si evince dai toni adottati, soprattutto nei punti 15-16 (secolarizzazione forzata in tanti Paesi) e 18-21 (famiglia e vita). Anche i punti 25-27 (religiosamente e politicamente molto delicati) sulla necessità di riconciliare tra loro gli ucraini, risentono maggiormente della mano del patriarca moscovita - che pure ha scontentato una parte degli ucraini ortodossi - rispetto a quella del papa di Roma, cui i greco-cattolici hanno subito rimproverato duramente un cedimento ingiustificato alla visione russa della situazione (secondo la quale in Ucraina c’è una guerra civile e non un’aggressione esterna). Da notare poi che della ‘salvaguardia del creato’ e in genere dei temi ambientalisti (argomenti molto cari al Papa argentino) nella ‘Dichiarazione’ non c’è quasi traccia.

Del resto è evidente che Francesco ha puntato in primo luogo sull’incontro fisico con Kirill, su un abbraccio che tutto il mondo potesse vedere, così da trarne conseguenze positive riguardo a una accresciuta collaborazione in ambito cristiano. Per poter giungere a tale abbraccio il Papa ha scelto di non irrigidirsi su alcune modalità connesse. Ad esempio su contenuti e stile della ‘Dichiarazione’. Così è stato.

Però una firma è sempre una firma. Anche se la ‘Dichiarazione’ risente maggiormente della mano di Kirill (e di Hilarion, d’accordo pure il cardinale Koch), papa Francesco l’ha firmata solennemente.

UNA ‘DICHIARAZIONE PASTORALE’?

Tuttavia… lo stesso Papa già nell’aereo che lo portava verso Città del Messico ha detto spontaneamente ai giornalisti che la ‘Dichiarazione’ “non è politica, non è sociologica”, è “una ‘Dichiarazione pastorale’, anche quando si parla del secolarismo e di cose esplicite, della manipolazione biogenetica e di tutte queste cose”. Parole che inducono a pensare che per Francesco la ‘Dichiarazione’ vada considerata solo come un testo riconducibile al puro servizio pastorale delle singole Chiese. Insomma…quasi un documento come tanti altri.

DA SPADARO AI TURIFERARI UN SOLO GRIDO, UNA SOLA VOCE: LA ‘DICHIARAZIONE’ CONTA POCO

Nei giorni precedenti l’incontro un noto consigliere di Francesco, il direttore di ‘Civiltà cattolica’ padre Antonio Spadaro, aveva già annotato sul suo blog avveniristico “Cyberteologia” che, sì, “Francesco e Kirill (…) si vedranno faccia a faccia e firmeranno una dichiarazione comune”… ma “cosa sarà scritto in quella dichiarazione importa meno, tutto sommato. Importa però quell’incontro”. Da notare l’attenzione partecipe e grata con cui Spadaro salutava il gran lavoro di redazione da parte di Mosca e del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.

A ruota si erano distinti in osservazioni analoghe alcuni tra i Turiferari Maggiori di Santa Marta. Uno tra loro ha scritto su ‘Vatican Insider’ parole memorabili in preparazione all’incontro, già conoscendo alcuni contenuti principali della ‘Dichiarazione’: “La dichiarazione congiunta rimarrà come attestato documentario dell’incontro di Cuba, ma non conviene sopravvalutarla come chiave interpretativa di tale evento. Papa Francesco ha aderito senza esitazioni alla prospettiva di sottoscrivere un testo predisposto secondo la sensibilità di Mosca, pur di facilitare l’abbraccio con il patriarca Kirill. A lui interessa l’incontro, e quello che dall’incontro potrà nascere. Il resto – il Paese scelto per il rendez-vous , la locazione anomala, la dichiarazione congiunta - è secondario”. Anche qui si evidenzia il gran conto in cui il pio turiferario mostrava di tenere il lavoro del metropolita Hilarion e del card. Koch.

Continuava e ribadiva sempre la stessa, presumibilmente informata penna:
Papa Francesco ha aderito alle proposte che arrivavano da Mosca, anche riguardo al luogo e alle modalità dell’incontro, come pure ai contenuti della dichiarazione comune che sarà sottoscritta dai due”. Non solo: “In quel testo (…) si ritrovano temi e accenti su cui si concentrano da tempo gli interventi pubblici e ‘politici’ di esponenti autorevoli del Patriarcato di Mosca. (…) Negli ultimi anni i portavoce ufficiali dell’Ortodossia russa hanno accentuato le condanne della ‘decadenza morale’ occidentale, da loro identificata con fenomeni come la legalizzazione delle convivenze omosessuali e hanno proposto le battaglie etiche come terreno privilegiato della ‘alleanza’ con la Chiesa cattolica”. 
Sono dei retrogradi, sembrano quelli del ‘Family Day’ … no, così non può andare, sembra suggerire il turiferario indignato, perché 
“la Sede apostolica di Roma, di suo, non cavalca toni da crociata anti-moderna venati di omofobia che pure si trovano in alcuni interventi dei leader russi. E, riguardo al Medio Oriente, (…) nella costante predicazione di papa Francesco intorno al martirio dei cristiani mediorientali non si trova traccia del linguaggio da ‘Guerra Santa’ utilizzato da esponenti del Patriarcato di Mosca per benedire le bombe russe contro il ‘Male’ jihadista”. 
Da ammirare la delicatezza della penna turiferaria verso l’ortodossia russa.
Insomma… questo Kirill, questo Hilarion … magari anche questo cardinale Koch… lasciamoli scrivere… che tanto la ‘Dichiarazione’ la metteremo subito in un cassetto, come un qualsiasi foglio da archiviare. E poi… ma che sogni pericolosi sono quelli di un’ alleanza ortodosso-cattolica contro il relativismo e il fondamentalismo islamico? Sono concetti che sempre lo stesso turiferario ha esternato anche dal pulpito di Tv 2000, la tv galanto-papolatrica per eccellenza.

Perché non ci fosse proprio nessun dubbio sulla melodia dello spartito di Santa Marta, ecco che cosa scriveva, sempre su ‘Vatican Insider’, forse il maggiore tra i Turiferari Maggiori. Nell’articolo preparatorio del viaggio messicano si leggeva: (L’abbraccio a Cuba)
è un gesto innanzitutto ecumenico che s’inserisce in un cammino la cui meta finale è la piena unità, non ‘sante alleanze’ in funzione anti-islamica o in difesa di alcuni valori. L’unità dei cristiani non sarà il risultato di nuove ‘crociate’ “.
LA ‘DICHIARAZIONE’ HA MOLTI ELEMENTI ‘POLITICI’

Alla luce anche delle esternazioni turiferarie diventa allora molto comprensibile la definizione insistita appioppata da papa Francesco alla ‘Dichiarazione’ dell’Avana: è “pastorale”. Ma tale aggettivo dovrebbe (secondo l’interpretazione papale) comprendere tutta una serie di affermazioni concernenti senza ombra di dubbio la vita quotidiana della polis e non solo le sacristie e i centri parrocchiali. Nella ‘Dichiarazione’ troviamo infatti osservazioni ‘forti’ sulla situazione mediorientale e su quella ucraina. Poi la presa di posizione non solo in tema di Europa e “radici cristiane” connesse, ma anche per denunciare le restrizioni “sempre più frequenti” per i cristiani della libertà religiosa “in tanti Paesi”: laddove “alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica”. Vigorosi gli appelli per la difesa della vita nascente (“La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio”), contro l’eutanasia, contro la manipolazione della vita umana, tutti argomenti sempre più presenti del dibattito politico. Ed ecco nella ‘Dichiarazione’ la riproposizione chiara, netta e attualissima della famiglia fondata sul matrimonio (“Atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna”). Con il rammarico che “altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica”.

Dichiarazione pastorale’? Solo dunque per certi aspetti; ma per tanti altri, con tutta evidenza, la ‘Dichiarazione’ contiene elementi ‘politici’ da cui derivare per il cristiano un comportamento conseguente. Cui non può essere estraneo, come mostra l’attualità in diversi Paesi occidentali, anche lo scendere in piazza e il combattere duramente e con ogni mezzo lecito in Parlamento e nel Paese coloro che vogliono imporre una rivoluzione antropologica foriera di guasti sociali enormi. E’ anche evidente che le strategie ‘inclusive’ di papa Bergoglio non contemplano lo scontro sui temi etici e neppure l’alleanza con gli ortodossi sugli stessi temi (il che comporterebbe complicazioni nei rapporti con il mondo protestante classico, in buona parte ormai preda del relativismo). Niente incoraggiamento alla battaglia sui ‘valori’ dunque neppure in Italia, dove un governo che comprende un presidente ‘cattolico’ e alcuni ministri ‘cattolici’ è impegnato con tenacia degna di miglior causa nel distruggere il valore della famiglia con la complicità volontaria o involontaria di un settore del mondo cattolico, segretario della Conferenza episcopale (scelto da Bergoglio) in prima linea.

UNA ‘DICHIARAZIONE’ DAI TONI BATTAGLIERI CHE NON PIACE AGLI INCIUCIANTI E AI CATTOLICI ‘A’ LA CARTE’

Insomma: la ‘Dichiarazione comune’ dell’Avana (così impegnativa) disturba coloro che, quando si deve scendere dall’astrattezza dei principi alla concretezza delle situazioni storiche, preferiscono l’inciucio con il mondo. Ciò per scelta strategica, per timore di vendette di natura economica o perché ormai sono de facto “cattolici à la carte”. Comprensibile allora che si pensi a riporla il più in fretta possibile in un cassetto, dove avrà tempo e modo di coprirsi di polvere.

C’è però un ma e non da poco: il Papa l’ha firmata. Pure solennemente. E allora la domanda viene spontanea: quanto vale in questo caso la firma di Francesco?

18 commenti:

  1. C'è da porsi un'altra domanda. Perché la firma di Francesco vale a seconda di ciò che lui pensa e non secondo il suo valore oggettivo ed intrinseco?

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  2. Insomma e in definitiva sembra che sia lui stesso a non dare alla sua alta funzione valore intrinseco se non per gli elementi soggettivamente rivoluzionari che sta introducendo a raffica.
    E non è proprio commestibile la sottolineatura che si sono incontrati due vescovi...

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  3. Messe da parte le diuturne buffonate di Bergoglio,
    1) Egli ha negato l'immortalità dell'anima, quindi una nozione che non è neanche cristiana in sè, ma semplicemente "religiosa".
    2) Egli ha contraddetto la Bolla "Exsurge Domine" per festeggiare coi luterani (che nel frattempo si sono quasi estinti).
    Si pone dunque un problema. A chi lo risolve in modo convincente, regalo una ricca collezione di sorprese di ovetti kinder, cui tengo molto (alcune sorprese risalgono agli anni '80). Sarebbe un atto eroico di carità, presumo, anche se interessato alla quadratura del cerchio.

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  4. Siccome non tutti sono ancora a zero neuroni non passa inosservato il silenzio dei media sui paragrafi sulla famiglia e sulla vita senza dubbio alcuno voluti fortemente, e in quei termini espliciti, dal patriarca russo.
    Chi ha fatto una piccola allusione a quei punti non ha mancato di far capire che erano soprattutto il frutto della volontà di Kirill e non di "Francesco".
    Lo sporco gioco dei media non stupisce ma purtroppo finisce per non più stupire nemmeno la realtà di un papa che minimizza, relativizza, la portata e il contenuto di quel che lui stesso ha firmato.

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  5. Cioè, detto in termini terra terra, a lui importa come al solito l'apparire di fronte alla Tv, i flash di fotografi, la gente che applaude, come ad uno spettacolo. "A one man show", in piena sintonia con la cultura , o meglio sottocultura, appunto dello show biz. Tappeti rossi, sorrisi, flash, interviste...tutto molto americano, anzi molto hollywoodiano. Del resto lui con i padroni di Hollywood ci va perfettamente d'amore e d'accordo. "Del poeta è il fin la meraviglia". Del poeta, non del VdR (dovrebbe essere).
    Come dice Anonymous in un altro thread, la dichiarazione non l'ha neanche letta o, se l'ha letta (in che lingua poi?) non l'ha capita.
    RR

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  6. Come dice Anonymous in un altro thread, la dichiarazione non l'ha neanche letta o, se l'ha letta (in che lingua poi?) non l'ha capita.

    Se così fosse, sarebbe problematico ma meno grave. C'è chi, in Curia, afferma che non è libero nella mente (e non perché non sia 'compos sui', come avevoo talvolta ipotizzato) ma perché "eterodiretto".

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  7. Se tutto è relativo, una firma non significa che sono d'accordo e mi impegnerò con tutto me stesso a rispettare quell'accordo domani e dopodomani, ma significa semplicemente che oggi sono d'accordo di firmare quelle pagine, così entro nella storia, come celebrano i giornali espressione della dittatura del relativismo (che celebrano "l'incontro storico"). Sanno bene -come scrive Luisa- che a firmare è stato il loro fidato campione, il primo a non dare eccessivo peso al documento (che effettivamente creerebbe più di un'orticaria ai relativisti) redatto per l'occasione.
    E' l'ormai ritrito giochino della doppia (ambigua) forma: la dottrina che non si tocca ma la pastorale che adatta; la misericordia che annulla la giustizia e la verità; l'adorazione all'uomo che rende futile quella a Dio, ma usando la religione per farlo.
    La sostanza di queste forme ambigue è che una firma vale la fotografia che la ritrae.
    Vale cioè la sua forma, l'istante, l'occasione. Un po' come certe foto di matrimoni falliti: mutate le condizioni, non vale più la promessa. Una volta si diceva "passata la festa gabbato lu santo"... Certamente c'è poco di "eroico" e suona tanto di strumentale. Se si pensa che il principe di questo mondo è un falsario, è evidente che tutto ciò che impegna in modo falso è potenzialmente un credito a lui.
    A Lund con la pastora probabilmente si firmerà dell'altro.
    Al di là del merito, il metodo è chiaro: destabilizzare; destrutturare; rendere fluido. C'è un modo di pensare che dice che ognuno è libero di pensare quel che vuole, basta che non abbia la pretesa di dirla la Verità: nessun dogma.
    Puzza di massoneria? E che problema c'è? Pure Ravasi sbrodola, affratellandosi con i gentili. Più che il cortile, pare la corte. Il principe è quello del mondo.

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  8. C'è chi, in Curia, afferma che non è libero nella mente (e non perché non sia 'compos sui', come avevoo talvolta ipotizzato) ma perché "eterodiretto".

    Oh, in Curia se ne sono accorti ? Mio marito ebbe quell'impressione (di "un robot che si affaccia alla folla") quella tragica sera del 13.3.2013 ("quanti 13 !").
    E' stato scelto da quelli di San Gallo, preparato ben bene, istruito a dovere, e poi lanciato nello show. Un perfetto Manchiurian candidate.

    Non escludere comunque che sia anche un po' poco "compost sui".

    In tutti i casi si spera finisca presto. E credo che ormai in Curia se lo augurino tutti. E nessuno si scontra frontalmente con lui, perché ha capito che è agli sgoccioli.
    Un po' come Renzuccio nostro (anche oggi attaccato duramente dal Financial Times o giornale simile).
    RR

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  9. un'ulteriore conferma

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

    Il nunzio in Ucraina sul documento di Francesco e Kirill: "Da dimenticare"

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  10. "Da dimenticare", da perte di chi è stato tradito (e lo si può comprendere. Ciò che si comprende meno è il tradimento).
    Ma così si fa il gioco di chi relativizza sia le implicazioni politiche che quelle dottrinali...

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  11. Grazie Tralcio. Da incorniciare!

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  12. "Pure Ravasi sbrodola, affratellandosi con i gentili. Più che il cortile, pare la corte. Il principe è quello del mondo. "
    Ecco qua:

    "Cari fratelli massoni"

    !!

    O quando Ravasi scrive una letterà ai suoi cari fratelli massoni, lettera ripresa dal Grande Oriente.
    Ravsi che termina sferzando un attacco a "certi ambienti integralisti cattolici".

    http://www.grandeoriente.it/wp-content/uploads/2016/02/Articolo-di-Gianfranco-Ravasi.pdf

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  13. Fra un po' uscirà l'articolo degli Uniati, dice Sandrino nostro, in varie lingue, nell'attesa, godiamoci le ultime, gli onori resi a Ruiz Garcìa el Tatik guerrillero sospettato dal governo di attentati terroristici in Chiapas, vescovo a modo suo alla o' famo strano, fondatore della Iglesia autoctona del Chiapas, segnalato più volte dalla Cdf, quando a capo c' era un cardinale serio, insomma un borderliner come ama il vdr, tutto justicia, pan y paz, y de veces en veces Cristo para todos, appreso che la Madonna è buona e non suocera, ma goduria da ricci, a Ciudad de Mexico a messa erano meno di 20.000, una derrota por el papa, una piccola cattivissima yoja di rivalsa da parte mia, intanto in Mexico ci sono 2 potentissime sette pseudo cattoliche e religiose, un po' come la Santa Maradona in Argentina, chiese dedicate a Nuestra Senora de los narcos e la cosa si commenterebbe da sé, se non ci fossero pratiche sataniche, roba da sacrifici Aztechi e Maya d'antan.......quindi di che si parla, ciance, ciance, ciance, mi spiace dirlo, ma se Regeni, vista la fortuna di poter avere studiato ad Oxbridge, se ne stava lì a fare ricerca seriamente, invece di andare in giro a fare il Che Guevara pelotudo di turno, sarebbe diventato uno stimato prof. strapagato ed onorato........Renzuccio nostro sta guardando la clessidra che inesorabilmente si svuota, il Komintern ha già deciso, scelti Boeri o Monti, niente pensioni alle vedove normali ma ogni onore ai gaioni, visto che Grillo, finito il lavoro di buffone di corte, è stato cacciato, ora il terribile Casaleggio comincerà a cantare, parole e musiva di Soros and co.Anonymous.

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  14. https://bergoglionate.wordpress.com/2016/02/14/quando-un-vescovo-ortodosso-difende-la-dottrina-cattolica/

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  15. The bishop of Rome signed the Cuba declaration with the additional title of 'Pope of the Catholic Church' I wonder if readers know anything about the past use of the title. I can't find it in the Annuario.

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  16. cruxnow.com.The case for caution over the pope/patriarch meeting.

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  17. Dio scrive dritto anche sulle righe storte, vuoi vedere che ora il Papa è costretto a fare ciò che ha firmato?

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  18. No, Annarè, lui continuerà a fare quello per cui è "pagato", come qualsiasi buon attore.

    Anonymous,
    come sempre sferzante. Sarebbe carino sapere quanti denari sono stati sborsati, e perché, per buttare a mare gli Uniati.

    Sulla religiosità in Messico. come in tutto il Sud America le masse sono state solo superficialmente cattolicizzate, restando in realtà profondamente pagane. Finché la Cattolica era la Cattolica, questo era coperto da uno spesso strato di devozione, forse più devozionismo, ma una volta che è arrivata la "medicina della misericordia" ed il S.Uffizio è stato liquidato, le abitudini e tradizioni pagane, anche molto cruente, sono riaffiorate prepotentemente.
    Ed ai neomodernisti, massonizzanti, e servi del NWO, vanno benissimo. Se la Verità rende liberi, la Menzogna schiavizza, ed ai "padroni del vapore " servono appunto gli schiavi. Basta far credere che sono "liberi": di drogarsi, far sesso fin dai 10 anni, rapire e rapinare "ai ricchi", commerciare droga e sesso con i Gringos, tre fino ad abbruttirsi, invadere immigrando illegalmente un paese, ecc.ecc. Tutto ciò ai "padroni del vapore" non tocca, loro vivono in "gated communities", che sian la plebe, i "proles" di orwelliana memoria a soffrirne.

    RR

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