Aggiungo di seguito l'incipit di un recentissimo articolo dal fronte cattolico anglofono :
25 aprile 2016 (LifeSiteNews) - Due dei più alti prelati Vaticani, entrambi noti per aver assunto una ferma presa di posizione sulla tradizione della Chiesa nel corso del Sinodo sulla Famiglia, rifiutano interviste sulla controversa esortazione apostolica di Papa Francesco.Il vaticanista Edward Pentin segnala che né il cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, né il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, hanno commentato Amoris Laetitia o concesso interviste ai media sul documento. [...]
Il fatto è che non solo non hanno concesso interviste - il che è un segno di prudenza anche perché si tratta di cattedre mediatiche del tutto improprie - ma non si sono pronunciati sui temi spinosi nei quali stiamo entrando da giorni. Per lo meno non ancora, a differenza del card. Burke e del vescovo Schneider. Anche se le loro posizioni sono già state espresse sia nel corso che a conclusione dell'Assise sinodale.
Delle posizioni del cardinale Gerhard Ludwig Müller abbiamo già parlato qui - qui - qui - qui - qui.
Poiché siamo affollati di interessanti testi da tradurre - alcuni anche inediti ci vengono proposti da diverse fonti estere - e non abbiamo supporti o proventi di alcun genere, posso chiedere il vostro aiuto da destinare agli impegni con il nostro traduttore, mentre la rimanente fatica della redazione è e resta un servizio di puro volontariato?
Riproduco qui l'avviso lanciato dalla colonna destra del blog:
Aiutaci a sostenere chi si fa carico di traduzioni e lavori che stiamo incrementando |
Tacciono per ordine di scuderia.
RispondiEliminaError cui non resistitur approbatur.
RispondiEliminaPapa Felice III ad Acacio (EP. 2 c. 5)
E' semplice..hanno paura di perdere la poltrona! Povero Signore...ti tradiscono coloro che dovrebbero' testimoniarti....questa chiesa e' finita..e speriamo presto!
RispondiEliminaCredo che invece si possa ancora sperare che facciano sentire le loro voci.
RispondiEliminaE non solo loro, anche se non c'è da aspettarsi tutto questo affollamento...
"né il card. Sarah ha commentato la AL.."
RispondiEliminaPerò quanto si pretende a volte da questi poveri cardinali!
E' chiaro che il card. Sarah avendo partecipato (un giorno prima dell'uscita dell'esortazione sulla Comunione ai "divorziati risposati") alla presentazione del libro di mons. Bux "CON I SACRAMENTI NON SI SCHERZA", avrà di certo ritenuto che già con quella sua presenza stava già dicendo PRIMA come la pensava in materia, così da non doversi esprimere chiaramente DOPO.
Mi pare talmente evidente amici che credo anzi non ci sia da fare altro che ringraziare il prelato e aspettarsi magari la sua eminente presenza all'uscita di un altro volume dal titolo, ad esempio, "CON IL CELIBATO (ecclesiastico) NON SI SCHERZA", in prossimità di qualche decisione poco ortodossa in tal senso da parte del vdr...
Più di così in fondo che mai potrebbero fare??
Tacciono perchè sanno che la situazione è drammaticalmente ed eccezzionalmente grave. Solo un'intervento eccezionale dello Spirito Santo paragonabile alla Pentecoste trasformerà questi Pastori in combattenti difensori della Fede e della Dottrina messe ora in serio pericolo.
RispondiElimina@anonimo 27 aprile 2016 17:11
RispondiElimina"Più di così in fondo che mai potrebbero fare??"
deporre l'eresiarca?
Josh,
RispondiEliminaE se sapessero di trovarsi nella stessa situazione che forse ha costretto Benedetto XVI a dimettersi?
Mic, bisognerebbe arrivare fino in fondo lo stesso.
RispondiEliminaCome nella stessa situazione? sono ben diverse le situazioni
RispondiElimina"HOUSTON" ABBIAMO UN PROBLEMA. La PAURA. Paura di chiamare l'eresia (ormai conclamata) con il suo nome.
RispondiEliminaQui l'ultimo Magister che cita padre Gargano ed altri (ipotesi di rottura con l'insegnamento costante ma con motivazioni diverse)
RispondiElimina....
Non c'è ragione di pensare che papa Francesco si sia sbagliato, nel dare spunto ad ascolti così difformi del suo magistero. È più corretto pensare che lo faccia intenzionalmente.
Con l'effetto che a decidere non è più la dottrina ma sono le prassi "pastorali", e le più differenziate.
Il link:
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/04/27/amoris-lætitia-ovvero-la-festa-delle-interpretazioni/
Sarebbe la fiera della "pastorale latitudinaria", ovvero un altro modo, l'ennesimo, per distruggere la dottrina, risolvendola nei vari "caso per caso" e "secondo me", come se Dio non avesse già parlato chiaro a riguardo una volta per tutte, e per tutti i casi.
RispondiEliminaTrionfa così la non fede, il non volersi conformare a Dio e ai Suoi dettami, ma al "secondo me", e i conti tornano, nell'ottica di bergoglio: "basta che ognuno segua la sua idea di bene". Un successone per il mondo, ma la distruzione della Chiesa e dell'impianto dottrinale.
Rimane che nemmeno bergoglio, i suoi accoliti, mè la fiera delle interpretazioni possono distruggere i dettami di Dio e i Suoi Comandamenti, su cui domani saremo tutti comunque giudicati, checchè se ne va dicendo ora.
È anche l'unità e l'universalità de LA Catholica che va a farsi friggere. Insieme alla romanità.
RispondiEliminaIl Tevere strainquinato sia dal Reno che dal Rio de la Plata....
La nuova universalità de la Catholica ora è intesa nel senso che deve aprirsi a tutte le fedi minori e diventarne il nuovo ricettacolo, considerandole maggiori di Gesù Cristo. Il tutto davanti all'Altare. Tra Assisi e Pistoia stiamo freschi.
RispondiEliminaIl momento è decisamente cupo per il Cattolicesimo e notizie come queste di Giulio Meotti su Il Foglio non fanno ben sperare e parecchio riflettere ...
RispondiEliminahttp://www.ilfoglio.it/esteri/2016/04/27/bruxelles-belgio-chiese-cattolici-musulmani___1-v-141255-rubriche_c340.htm
http://blog.messainlatino.it/2016/04/loreto-aspettando-nella-sua-nuova-veste.html
RispondiEliminaNel frattempo, in Polonia...
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2016/04/vescovi-polacchi-intronizzazione-di.html
Sempre che glielo lascino fare.
Fabrizio Giudici
"e se sapessero di trovarsi nella stessa situazione che forse ha costretto Benedetto XI a dimettersi?"
RispondiEliminaInsomma, praticamente sarebbe un'intera massa porporata + naturalmente l'emerito in prima fila a stare come "imprigionata" e sotto assedio, impotente ad agire come da loro tutti ci si aspetterebbe? Allora peggio ancora. Per me sarebbe un aggravio della loro posizione semmai, per pusillanimità acuta e forse anzi cronicizzata, non certo un attenuante. E questo varrebbe (e penso valga) in primis per BXVI, che tra tutti aveva la suprema responsabilità conferitagli da Cristo.
Mic,
RispondiEliminao BXVI e questi cardinali erano/ sono ricattati per qualcosa che tutti loro hanno commesso, o sono stati minacciati, e sono minacciati di scisma, o hanno paura non per se', ma per propri familiari, o sono tutti vigliacchi che hanno paura di finire la carriera in qualche sperduto villaggio africano, andino, neozelandese o tra gli orsi polari.
Razionalmente nessuna di queste ipotesi tiene.
Puo' invece essere che stanno tutti aspettando l'ennesima mossa - addio celibato preti? Riabilitaziome di Lutero? - ed una maggior indignazione del "Popolo di Dio", per muoversi, cioè o deporlo direttamente o facilitarne l'exitus verso Baires. Se a questo si aggiungesse un calo drastico dell' "obolo di S. Pietro" nei prossimi mesi, sarebbe più facile "terminarlo" .
NB: Burke e Schneider non sono curiali, Sarah e Mueller si. Uno gira il mondo, l'altro sta prevalentemente ad Astana( sfido molti a sapere esattamente dov'e',) ed è cresciuto sotto Stalin, Krusciov e Brezhnev. Dubito che il VdR gli faccia paura. Gli altri due sono, come dire, più a portata di strali e più "deboli".
RR,
RispondiEliminacommento sensato.
Mi hanno colpita anche i tuoi commenti di ieri. C'è da riparlarne.
Anonimo 17.11
RispondiEliminaQuindi il Card. avrebbe giá conosciuto i contenuti di AL prima che fosse pubblicata ?
E se così fosse davanti ad un documento così controverso ed eterodosso avrebbe ritenuto che un suo semplice intervento alla presentazione di un libro poteva sufficientemente, anzi chiaramente, indicare una sua presa di posizione?
Non si mai visto un effetto (la sua eventuale presa di posizione) prima della causa (AL).
Se lui ed altri non intervengono avranno le loro ragioni, non sta qui a noi cercar di spiegarle; noi possiamo semplicemente prendere atto del loro silenzio, che è un fatto.
Marco P
Così parlava Sarah (da uno dei link che ho inserito nell'articolo
RispondiEliminaIl problema è anche di quei “sacerdoti e vescovi” che contribuiscono con le loro parole a “contraddire la parola di Cristo”. E questo, ha detto Sarah, “è gravissimo”. Permettere a livello di diocesi particolari quel che ancora non è stato autorizzato dal Sinodo (il riferimento era alla prassi seguita in molte realtà dell’Europa centro-settentrionale) significa “profanare Cristo”. Poco vale invocare la misericordia: “Inganniamo la gente parlando di misericordia senza sapere quel che vuol dire la parola. Il Signore perdona i peccati, ma se ci pentiamo”. Le divisioni che si sono viste lo scorso ottobre, “sono tutte occidentali. In Africa siamo fermi, perché in quel continente c’è tanta gente che per la fede ha perso la vita”. Un appello, il cardinale, l’ha anche lanciato contro chi – membro del clero – usa un linguaggio non corretto: “È sbagliato per la Chiesa usare il vocabolario delle Nazioni Unite. Noi abbiamo un nostro vocabolario”. Una puntualizzazione, poi, l’ha voluta fare su una delle massime che vanno per la maggiore dal 2013, e cioè l’uscita in periferia. Proposito corretto, naturalmente, ma a una condizione: “È facile andare nelle periferie, ma dipende se lì portiamo Cristo. Oggi è più coraggioso stare con Cristo sulla croce, il martirio. Il nostro dovere è quello di andare controcorrente” rispetto alle mode del tempo, a “quel che dice il mondo”. E poi, "se la Chiesa smette di dire il Vangelo, essa è finita. Può farlo con i modi d'oggi, ma con fermezza". Infine, un appunto sul calo delle vocazioni sacerdotali nel mondo: "Il problema non è che ci sono pochi preti, quanto capire se quei preti sono davvero sacerdoti di Cristo".
"e se sapessero "
RispondiEliminaAppunto... Che se è vero che ogni battezzato consapevole non ha bisogno di un prete per comprendere l'abc del cristianesimo, questo non vuol dire che sia in grado di capire come muoversi a quel livello, in circostanze così delicate ed eccezionali, senza far danni.
E, su un livello più alto, se sapessero che questa prova ormai doveva compiersi, per punizione, e che il Padreterno ha deciso che deve avere una certa durata, prima che si intraveda la luce? Il che potrebbe essere anche la spiegazione più chiara delle dimissioni di Benedetto...
Insomma: testimoniare è una cosa, dobbiamo farlo, non farci confondere sui dogmi è una cosa, dobbiamo evitare di farci ingannare, chiedere un parlare chiaro e coraggioso è giusto; ma pretendere di sapere come ci si dieve comportare al loro posto forse è un po' troppo...
Fabrizio Giudici
Ritengo che i due cardinali al momento abbiano deciso insieme di tacere per prudenza, in attesa di studiare a tavolino, e con il consiglio di altri prelati, la mossa giusta da fare, la strategia migliore e più opportuna da intraprendere. Una loro presa di posizione a caldo e non sufficientemente ponderata e studiata in tutte le sue molteplici implicazioni rischierebbe di bruciare l'efficacia di un loro intervento e mandare tutto a monte. Perciò non allarmiamoci prima del tempo, sono sicuro che qualcosa bolle in pentola e che, al momento giusto, interverranno con autorevolezza. l'importante è che raccolgano un'alleanza trasversale con numerosi, influenti e autorevoli esponenti della Chiesa internazionale. La situazione è molto grave e merita provvedimenti altrettanto gravi...
RispondiEliminaSig. Giudici,
RispondiEliminanessuno pretende di sapere, ma nel passato più o meno remoto, altri cardinali e vescovi si comportarono in modo più " attivo", tanto da essere, almeno nel caso di S.Atanasio, scomunicati. Per non citare M. Lefebvre.
Nel passato più o meno remoto, non c'erano interviste, ne libri da presentare, ne' radio o TV, ne' c'erano le famigerate (nel senso latino del termine) conferenze episcopali. E tanto meno Internet. Mma c'erano i pulpiti da cui predicare.
Ecco una bella predica nella quale si dicano chiaro e tondo certe cose ? Magari con telecamere che riprendono e radio che trasmettono?
La dichiarazione di Monsignor Schneider pubblicata da Corrispondenza romana, è ora ripresa un po' da tutti i siti, anche anglofoni,
" tradizionali" o più semplicement cattolici. Anche americani. Ottimo. Dda Roma arriverà una risposta. Dubito assai. A quel punto, se nessuno rispondera' ?
dissento con RR : i cardinali lascerebbero passare l'indissolubilità del matrimonio per poi scatenarsi in caso del celibato ecclesiastico ( che è solo una legge ecclesiastica) o per le celebrazioni di utero, quando ci sono già state un bel numero di cerimonie di preghiera comune con i protestanti e nessuno ha detto niente?
RispondiEliminanonna
nonna,
RispondiEliminasulle celebrazioni di Lutero il cardinale Müller ha detto, eccome! (è leggibile da uno dei link che ho indicato)
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/04/il-cardinal-muller-afferma-non-ce-nulla.html
Per il resto questo link (ce ne sono anche altri):
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/04/come-il-cardinale-muller-con-echi.html
Ho fatto presente che entrambi i cardinali hanno espresso posizioni chiare (mettendo anche i link di riferimento). E' sul documento conclusivo che ai vaticanisti esteri appare pesante il loro silenzio.
RispondiEliminaRitengo che si debba soppesare il commento di Francesco 22:06
Non, nonna,
RispondiEliminavolevo dire non che lascerebbero passare il " divorzio cattolico" e la Comunione ai concubini, ma non il celibato, ma che aspetterebbero un altro "passo falso" per dire che il vaso è colmo, e si deve agire.
E, nonna,
RispondiEliminail celibato dei preti e l'indissolubilita' del matrimonio si"tengono": il sacerdote sposa indissolubilmente la Chiesa, e questa sposa indissolubilmente Gesù, cosi come un uomo sposa indissolubilmente una donna e viceversa. Se il matrimonio non è piu' indissolubile, se questo è un "ideale", anche l'Ordine non e' più indissolubile, è un ideale ed un sacerote, un religioso o religiosa, si possono sposare.
Guarda caso: Lutero butta a mare la S. Messa, l'Ordine ed il Matrimonio. Nell' Ortodossia i preti si sposano e c'e' il divorzio.
Infatti io credo che a loro in realtà dei " divorziati risposati" che vogliono essere parte attiva della Chiesa, e che sono veramente una minoranza, non gliene freghi nulla. E un cuneo: oggi questi ed i conviventi, domani il celibato e dopodomani gli omosessuali consacrati. Com'è successo nella Chiesa anglicana, evangelica, ecc. Ci sono allora voluti secoli, ma ora " motus in fine velocior".
"almeno nel caso di S.Atanasio, scomunicati. "
RispondiEliminaCerto. Ma non mi risulta che Sant'Atanasio reagi in tempi brevi (anche facendo la tara alle diverse velocità di comunicazione), né che abbia mai frontalmente attaccato un papa.
"Per non citare M. Lefebvre."
Lefebvre aveva ragione su certe cose, torto su altre, ma soprattutto la scomunica arrivò per la nomina illecita dei vescovi. Il suo atto fu proprio una gran dimostrazione del modo sbagliato di reagire.
Fabrizio Giudici
Per non impazzire (quanto meno non ancora) mi debbo comportare da AUTOCEFALO.
RispondiEliminaNell' Ortodossia i preti si sposano.
RispondiEliminaNon e' esatto. Si fanno preti gli sposati, ma chi è giunto celibe al sacerdozio, solitamente è tenuto a restarlo. E chi rimane vedovo, non si può risposare.
RispondiElimina@ Celibato ecclesiastico
Il celibato dei preti e' solo una "legge ecclesiastica"? Ne siamo sicuri? Non appartiene all'infallibilita' del magistero ordinario, allo stesso modo del divieto per le donne di esseer ordinate preti?
--Giusto il commento di "Francesco". I cardinali in questione hanno poi responsabilita' di governo molto pesanti, devono ponderare bene prima di muoversi. Mons. Schneider, rispetto a loro, ha maggior liberta' d'azione.
Giudici,
RispondiEliminaSe si conoscono tutti i tortuosi e tormentati meandri della vicenda di mons. Lefebvre non si lanciano giudizi così tranchant. E, arrivati al punto in cui siamo, possiamo negare che avesse visto giusto e che esistesse l'invocato stato di necessità?
Inoltre ci sarà pure una ragione al fatto che Benedetto XVI abbia tolto la scomunica.
Il silenzio di certi cadinali di Curia non mi sorprende oltremodo, hanno parlato prima che il vescovo di Roma partorisse con la sua équipe il documento il cui contenuto già immagino loro temessero se non conoscessero, ora i giochi sono fatti, il "capo" (un capo di cui conoscono il carattere autoritario) ha parlato e loro tacciono, per obbedienza, per codardo timore, per prudenza, per prudente intelligenza che cela forse una riflessione per scegliere il miglior modo di agire e concertarsi, per motivi che solo loro conoscono, tacciono.
RispondiEliminaIntanto il tempo passa e l`AL sta già provocando gli effetti devastanti VOLUTI dai suoi autori.
Se il silenzio dei curiali non mi sorprende più di tanto, sono più attenta al silenzio e alle parole dei vescovi, se senza sorpresa i progressisti parlano, parlano tanto e in un solo senso, dove sono i vescovi che ci avevano mostrato di essere pastori di retta fede?
Fra di loro quale vescovo ha fino ad ora commentato l`AL altrimenti che riaffermando la Dottrina e assolvendo Bergoglio da ogni colpa riformatrice?
A parte mons. Schneider e Mons. Fellay chi ha osato mettere il dito sui punti più che problematici, sul veleno instillato, in modo più che astuto, in mezzo e fra passaggi anche molto belli e rassicuranti, lungo tutta l`Esortazione?
Sono tutti tetanizzati dal timore della reazione del papa?
Tacendo, credono forse di riempire il loro dovere di essere al servizio della salvezza delle anime?
La loro coscienza non li sta scuotendo affinchè parlino e agiscano?
Più il tempo passa e più grande e grave è la loro responsabilità.
A forza di dire: "Tranquilli, aspettano solo il momento buono per parlare..." come se già QUESTO non fosse il "momento buono", come se non fosse ancora sufficiente, vedrete che accadrà come già accaduto in passato per quanto riguardava ad esempio lo stravolgimento della Liturgia; i festival sincretisti assisani; le visite di papi in templi protestanti, ebraici, musulmani; il concetto distorto di misericordia ecc ecc.
RispondiEliminaI risultati di quei balbettii e di quelle infinite attese sono sotto gli occhi di tutti.
Mentre si attendono risposte da Roma all'articolo di M. Schneider, Hans Kueng (il giorno che la "vis sanatrix naturae" agirà, sarà sempre troppo tardi), ha informato "urbi et orbi" che il VdR gli ha risposto con una lettera affettuosa e "fraterna" alla sua esplicita richiesta di cancellare il dogma dell'infallibilità papale, dicendosi aperto a rivederlo "ampiamente".
RispondiEliminaUt demonstrandum erat... ma bisogna essere prudenti, attendere, organizzarsi, misurare i termini, non usare mai "eretico, eresiarca, falso papa, antipapa,ecc."...
PS: Atanasio non si sarà scagliato contro il Papa, ma si scagliava contro un'eresia che l'allora pontefice avallava. Non vedo troppo la differenza con quanto si dovrebbe fare oggi, cominciando dai pulpiti.
L'opzione tedesca del papa argentino.
RispondiEliminaDopo l'Amoris laetitia e i chiarimenti di Schonborn, i vescovi tedeschi hanno il vento in poppa.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351283
Si rifiutano di rispondere alle interviste?
RispondiEliminaIo leggo questa scelta alla luce dell'ultimo avvenimento, intendo la svolta decisiva (da molti sottovalutata) su cui ci siamo appena chinati in questi giorni.
Per chi si introduce solo ora blog ricordo che v'è stato un vescovo dal nome molto evocativo che ha dato un taglio al teatrino mediatico mondano delle interviste cominciando finalmente a parlare con il linguaggio proprio della Chiesa, dove per linguaggio non intendo solo i contenuti di ciò che si vuole comunicare (questi passano pure tramite la forma dell'intervista), ma anche il mezzo che si adotta per comunicare, che contiene anche una scelta oculata del destinatario o dei destinatari a cui deve giungere quella determinata comunicazione.
Siamo ormai talmente abituati alla forma dell'intervista che non ci facciamo più caso. Una volta le questioni ecclesiastiche venivano trattate attraverso i canali e le modalità loro precipue.
I vari cardinali curiali Müller e Sarah hanno per così dire ricevuto la "raccomandata" di mons. Athanasius Schneider, che non era certo indirizzata solo al Sommo Pontefice. Sono stati da lui direttamente interpellati; ed è molto probabile che pure si SENTANO direttamente interpellati.
Come pensate che possano rispondere alla domanda del giornalista (è più che certo che possa arrivare una simile domanda): "Cosa ne pensa lei della presa di posizione così chiara e diretta di mons. Schneider di pretendere una chiarificazione ufficiale e dogmaticamente vincolante da parte di Papa Francesco?"
Dire di essere d'accordo con lui significherebbe in pratica associarsi alla sua istanza.
Dire di non essere d'accordo significherebbe contraddirsi rispetto alla propria coscienza cattolica più volte precedentemente manifestata tradendo di conseguenza la fede autentica in NSGC.
La posizione di mons. Schneider quindi obbliga tutti a prendere posizione.
Come ben potete vedere, mons. Schneider non solo ha smesso lui di dare interviste, ma ha pure inaugurato una nuova era "obbligando" anche gli altri a fare altrettanto, perlomeno coloro che hanno ancora un buon sottofondo cattolico nella loro coscienza.
Perciò il fatto che pezzi grossi rifiutino le interviste non è da considerarsi del tutto negativo. È il segno di un cambiamento in atto, prima ricaduta del piccolo-grande cambiamento introdotto nel sistema da un vescovo, che ha agito come farebbe un buon giocatore di scacchi spostando un'apparentemente insignificante pedina, mossa attraverso la quale è possibile porre le premesse per giungere a scacco matto.
RispondiElimina@ Giudici su mons. Lefebvre sbaglia
I riferimenti non mi sembrano accurati. MOns. Lefebvre fu costretto ad "attaccare frontalmente il Papa" (i suoi errori non il Papa o il Papa o il Papato in quanto tali) perche' dovette attaccare frontalmente gli errori propalati dal Concilio e sostenuti dal Papa, che aveva addirittura osato inventarsi la Messa del NO, con l'ausilio dei protestanti (una cosa da niente). Fu costretto a disobbedire dal modo di fare brutale e contrario al diritto canonico della S. Sede nella circostanza della soppressione illegale della Fraternita' e poi dal modo subdolo di agire di GPII che stava tirando in lungo (via Ratzinger, per ragioni d'ufficio) le trattative per il successore alla testa della Fraternita', finche' l'anziano prelato decise di dare un taglio e fece bene. Sembra che all'epoca uno degli inviati di Roma presso mons. Lefebvre abbia detto: "monsignore, celebri una sola Messa del NO e tutto andra' a posto!". Gia', gli avrebbero fatto ponti d'oro se avesse anche lui celebrato una sola volta la "carnevalata" che e' la Messa fabbricata dal duo Montini-Bugnini ("carnevalata"lo disse un illustre liturgista francese, all'epoca, P. Boyer, se non erro).
Al tempo di S. Atanasio il Papa si lascio' sedurre dall'errore ariano, gravissimo; ma al tempo di mons. Lefebvre e nostro la situazione era ed e' molto piu' grave perche' il Concilio Vat II ha voluto riformare tutta la Chiesa, dottrina e pastorale, in senso neomodenista. L'opera di distruzione allora iniziata sta arrivando adesso a compimento con l'attuale Pontefice, se qualcuno di autorevole all'interno della gerarchia finalmente non si oppone pubblicamente e frontalmente. Come fece appunto mons Lefebfre.
A.D. 360: San Gregorio Nazianzeno afferma, più o meno in questo periodo: “I pastori hanno certamente fatto cose folli; poiché, a parte pochi, i quali o per la loro insignificanza furono ignorati, o per la loro virtù resistettero e furono lasciati come un seme e una radice per la rifioritura e rinascita di Israele sotto l’influenza dello Spirito Santo, tutti cedettero al compromesso, con la sola differenza che alcuni cedettero subito e altri dopo; alcuni furono campioni e guide nell’empietà e altri si aggregarono a battaglia già iniziata, succubi della paura, dell’interesse, delle lusinghe o – ciò che è più scusabile – dell’ignoranza (Orat. XXI.24).
RispondiEliminaSan Basilio afferma circa nell’anno 372: “I fedeli stanno in silenzio, ma ogni lingua blasfema è libera di parlare. Le cose sacre sono profanate. I laici davvero cattolici evitano i luoghi di preghiera come scuole di empietà e sollevano le braccia in preghiera a Dio nella solitudine, gemendo e piangendo” (Ep. 92). Quattro anni dopo aggiunge: “Le cose sono giunte a questo punto: la gente ha abbandonato i luoghi di preghiera e si è radunata nel deserto. È uno spettacolo triste. Donne e bambini, vecchi ed infermi, soffrono all’aria aperta, in inverno sotto la pioggia, la neve, il vento e le intemperie e, in estate, sotto un sole cocente: essi sopportano tutto ciò perché non vogliono aver parte al cattivo fermento ariano” (Ep. 242). E ancora: “Solo un peccato è ora gravemente punito: l’attenta osservanza delle tradizioni dei nostri Padri. Per tale ragione i buoni sono allontanati dai loro paesi e portati nel deserto” (Ep. 243).
Queste testimonianze di due Padri della Chiesa mi sembrano particolarmente calzanti rispetto alla odierna situazione; la seconda in qualche modo ulteriormente profetica rispetto a ciò che ci aspetta e che magari si sta già verificando.
Oltre a questo credo giovi ricordare ancora questo passo di Gal2, 11:
"Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto".
L’opposizione di San Paolo a San Pietro è a viso aperto e quindi “frontalmente” ma non contro la sua persona, bensì contro ciò che egli erroneamente e con tutta evidenza professa e che vista la sua somma autorità (è il Vicario di Cristo) è di questa autorità rivestito e preso dal gregge a lui affidato, cioè i pusilli, i piccoli, noi. In questo sta il pericolo per le anime.
La battaglia è per la Verità e contro l’errore (le due cose si tengono per forza), non contro Bergoglio o Ratzinger, per Lefebvre o Williamson o Schneider.
Neppure Lefebvre attaccò Montini o Wojtyla, egli evidenziò quel che di erroneo indicavano, facevano, dicevano, e lo indicò apertamente, con parresia come piace dire oggi, si si no no evangelicamente.
Atanasio non attaccò direttamente Liberio, fu condannato da due concilii (Arles e Milano, oggi si chiamerebbero Sinodi...) per la sua fedeltà al dogma cioè alla Verità, cioè a Cristo Gesù. Fu condannato dal mondo, ma il Signore gliene rese merito accogliendolo come servo fedele.
Scrive il beato card. Newmann “Non è di poco rilievo il fatto che, benché dal punto di vista storico il IV secolo sia stato illuminato da santi e dottori quali Atanasio, Ilario, i due Gregori, Basilio, Crisostomo, Ambrogio, Girolamo e Agostino (tutti vescovi eccetto uno), tuttavia proprio in questo periodo la divina Tradizione affidata alla Chiesa infallibile fu proclamata e mantenuta molto più dai fedeli che dall’episcopato. Intendo dire che […] in quel tempo di immensa confusione il dogma divino della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo fu proclamato, imposto, mantenuto e (umanamente parlando) preservato molto più dalla Ecclesia docta che dalla Ecclesia docens; che gran parte dell’episcopato fu infedele al suo mandato, mentre il popolo rimase fedele al suo battesimo; che a volte il Papa, a volte i patriarchi, metropoliti o vescovi, a volte gli stessi Concili (n.d.r. locali) dichiararono ciò che non avrebbero dovuto o fecero cose che oscuravano o compromettevano la verità rivelata. Mentre, al contrario, il popolo cristiano, guidato dalla Provvidenza, fu la forza ecclesiale che sorresse Atanasio, Eusebio di Vercelli ed altri grandi solitari che non avrebbero resistito senza il loro sostegno. In un certo senso si può dire che vi fu una “sospensione temporanea” delle funzioni della Ecclesia docens. La maggior parte dell’episcopato aveva mancato nel confessare la vera fede”.
RispondiEliminaLa Chiesa è Corpo Mistico, ogni membro sostiene l’altro, ciascuna per la propria funzione. La funzione dei discenti è quella non solo di accogliere gli insegnamenti, ma di custodirli e testimoniarli. Così se non lo fanno, ci sono i docenti che li istruiscono sulle cose della Fede e li ammoniscono sui loro errori. Del pari i docenti se non adempiono a queste loro funzioni, ma vedono i discenti che mossi dallo Spirito Santo sono testimoni della Verità con le opere della Fede, sono dallo stesso Spirito mossi ed interrogarsi e liberamente possono umilmente riprendere a lavorare nella vigna del Signore secondo la loro vocazione. I docenti che invece sono fedeli alla propria vocazione, vedendo quei discenti che li ascoltano e li seguono e così si salvano, ricevono già qui una gratifica alla loro opera, gratifica che è a Gloria di Dio, ed in questo sono fortificati, sempre dallo stesso Spirito e confermati.
Lo scacco matto, Marius, lo stanno dando a noi povero gregge. Ma le prime mosse hanno origine antica...
RispondiEliminaHa ragione Paolo Pasqualucci, la situazione di oggi è addirittura più grave di quella della Chiesa "ariana". Qui non abbiamo a che fare con una eresia, sia pur gravissima ed anticristica, ma con quel coacervo e ricettacolo di eresie (cloaca) di cui parlava San Pio X.
RispondiEliminaInoltre come sottolineato anche da Marco P, in quel frangente il popolo cattolica era fedele alla Santa dottrina di sempre, oggi non credo si possa dire la stessa cosa. La Chiesa discente sembra aver smarrito il suo sensum fidei. Provate a scrivere le stesse cose che scrivete qui su siti non "tradizionalisti" e vedete che succede. Sarebbe un massacro.
P.S. Mic,il mio non era una critica ad un commento randagio, ma anche a precedenti commenti su Simone Weil. Capisco che da donna sei portata a difendere certe figure femminili, ma nella Chiesa ci sono state ben altre figure da prendere ad esempio. Anche io ho apprezzato, sotto alcuni aspetti, l'intervista di Ida Magli da te postata tempo fa, o alcuni scritti della Fallaci, ad esempio, ma da qui a passare a certe esaltazioni poco critiche, fatte da qualcuno, di certe figure, ce né passa.
Capisco che da donna sei portata a difendere certe figure femminili,
RispondiEliminaNon ho difeso tutto il pensiero di Simone Weil e non l'ho difesa perché è una donna: ho semplicemente e istintivamente ho reagito ad una espressione che la sminuiva in quanto donna in un tratto del suo percorso che io a suo tempo avevo ammirato.
E ho affermato che, al di là del fatto che ovviamente non va presa come modello, è una figura complessa e drammatica ed è una pensatrice, non banale, dal percorso tormentato ed errante come quello del popolo delle sue origini.
Lo stesso vale (in quanto pensatrici) per Ida Magli e la Fallaci. Ovvio che non ne sposo tutte le posizioni. Ma mi permetto e mi permetterò di riprendere e segnalare (chi vuole lo condivide e chi non vuole non è obbligato) ciò che hanno detto di intelligente e giusto.
Punto e basta.
Ora che possono dire di più ..., , la risposta l'ha già data nel suo stile Bergoglio:" con tutti i problemi delle famiglie, si fossilizzano sul particolare della Comunione sì o Comunione no..." Penso che questo silenzio sia molto rumoroso...
RispondiElimina...Il Tevere strainquinato dal Eeno e dal Rio della Plata...
RispondiEliminacon la differenza che, nel bene e nel male, il Reno ha fatto l'Europa, il Rio della Plata NON Ha fatto il Sudamerica.
Ed infatti il Reno si è comprato il Sud America o, quanto meno, l'Argentina ( cfr Magister).
La "Chiesa povera per i poveri" messa su da una chiesa ricchissima, la principale industria bavarese in termini, se non di fatturato, di posti d'impiego.
Se a Roma conoscessero ancora l'ABC della logica, si accorgerebbero del principio di contraddizione cosi violato, ma a Roma ormai hanno tutti portato il cervello all'ammasso. Neanche ai tempi di Romolo Augustolo !.
"PS: Atanasio non si sarà scagliato contro il Papa, ma si scagliava contro un'eresia che l'allora pontefice avallava. Non vedo troppo la differenza con quanto si dovrebbe fare oggi, cominciando dai pulpiti."
RispondiElimina"l'opposizione di San Paolo a San Pietro è a viso aperto"
C'è proprio invece una gran differenza tra scagliarsi contro il Papa e contro un'eresia, pur se avallata dal Papa. Si scassa la Chiesa se non si interviene energicamente contro l'eresia, ma anche se si interviene malamente contro il Papa. Io dico che bisogna riconoscere quanto è sottile la trappola preparata da Satana.
Quanto a Paolo, presumo che conoscesse il carattere di Pietro, e cioè che il Pescatore avrebbe ammesso l'errore senza conseguenze. Oggi non pare sia così.
Su Paolo VI: non ne ho gran simpatia e mi rendo conto perfettamente del danno che ha fatto con il NO. Tuttavia stiamo dicendo che una NO non è valida in sé? È l'unica spiegazione che renderebbe logico il rifiuto di mons. Lefebvre. Ma è assurdo, perché vorrebbe dire che il Padreterno ha lasciato che la stragrande maggioranza dei fedeli siano stati privati dell'Eucarestia per cinquant'anni. Per questo, ritengo quella di mons. Lefebvre un'impuntatura. Si è isolato, mentre avrebbe potuto pazientemente costruirsi, lui e il suo successore, un consenso tra gli altri vescovi che condividevano molte sue perplessità.
Fabrizio Giudici
@ Fabrizio Giudici
RispondiEliminaLei conosce la storia di mons. Lefebvre e della Fraternità SPX?
Oppure sta esprimendo giudizi in base a sensazioni e a luoghi comuni?
Glielo sto chiedendo senza animosità, solo per capire la Sua posizione.
Grazie.
Giudici,
RispondiEliminaChe il NO non sia invalido, se rettamente celebrato non lo dice nemmeno mons. Williamson. Il rifiuto di Lefebvre è massima consapevolezza dell'unicum che la Messa Antiquior rappresenta e della "diminutio" che quella riformata in ogni caso porta con sé.
RispondiElimina@ La Messa del NO, non e' invalida pero' non e' buona lo stesso
Non si puo' dire che sia invalida perche' la consacrazione, nonostante i mutamenti apportati alle millenarie formule (p.e. lo spostamento del "misterium fidei" nella consacrazione del vino - che bisogno c'era?) non sono tali da provocare l'invalidita' della consacrazione stessa. Questa e' sempre stata la tesi della FSSPX. Ma mons. Lefebvre ha anche sempre detto che era una messa da non frequentarsi: pur non potendo considerarsi invalida non era una buona messa cattolica, per via dei cambiamenti e dello spirito che vi si intuiva, gia' con l'attribuire ai fedeli un ruolo di celebrazione col sacerdote che non sembrava semplicemente "in voto", come nella Messa VO. E difatti oggi non e' vero che si tende a concepirla da molti come una celebrazione collettiva della Gioia della Resurrezione di Cristo, celebrazione che dovrebbe estendersi a tutto il genere umano?
L'argomento poi che Dio non poteva lasciare i fedeli senza Messa valida per tanti anni, regge comunque sino ad un certo punto. Con l'apostasia penetrata nei documenti del Vat II
siamo tutti (dov'erano i Maccabei?) caduti sotto l'ira divina e molto probabilmente molte anime si sono dannate per colpa del Concilio. Il numero che si suppone grande dei dannati puo' essere un problema per noi, dal punto di vista umano, ma non per la divina Monotriade. Gli ebrei apostati, negatori impenitenti del Messia, non sono sotto l'ira divina da 2000 anni? Alla fine si convertiranno ci ha detto s. Paolo, ma solo alla fine dei tempi. Esser sotto quell'ira non significa ovviamente esser a priori maledetti e andare tutti all'Inferno. Significa che Satana e' momentaneamente piu' forte perche' devasta la vigna senza trovare l'ostacolo rappresentato dal corretto uso dei Sacramenti. E' ancora cattolica nel suo spirito una Messa intesa come celebrazione della Resurrezione?
In ogni caso mons. Gamber, grande liturgista, diceva che la Messa NO non puo' definirsi invalida ma, per com'e' concepita e strutturata, puo' fornir maggiori occasioni di celebrazioni invalide. E come mai proprio questa Messa provoca gli scempi liturgici ben noti? Questi sono a priori impossibili con la Messa Vetus Ordo. PP
Sig. Giudici,
RispondiEliminaè per caso un ciellino ?
Glielo chiedo perche mi par di ricordare un ciellino conosciuto anni fa che si chiamava come lei.
Quindi se S. Paolo avesse avuto di fronte Bergoglio avrebbe taciuto? Lui, quello di opportune ed importune?
RispondiEliminaMons. Lefebvre non contestava la validitá del NO. Non lo celebrava perchè ritenuto (a ragiome dico io) pericoloso per la Fede.
La ragione della sua posizione è testimoniata dal fatto che quei prelati che avrebbero condiviso la sua posizione poi non lo hanmo seguito e si sono vieppiù conformati al nuovo trend di matrice neoterica anche senza prendere posizioni estreme o di avanguardia e questo perchè hanno voluto compromettersi con il nuovo corso a differenza di Monsignore, che provvidenzialmente ha resistito. Inoltre è la sua opera che sta lì a testimoniare ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto. Chi è sceso a patti questa testimonianza l'ha annacquata quando non l'ha epocata.
Sarebbe da chiedersi come mai di punto in bianco ciò che era servito alla santificazione di generaziomi di cattolici è stato ostracizzato e volutamente messo all'angolo, sostituendolo con qualche cosa di fabbricato a tavolino e non sviluppato organicamente sulla base tradizionale che è poi l'unica ad essere piena di garanzia, ad es. secondo il Lerinense; questa la domanda senza risposta, a tutt'oggi.
Essere araldi della Veritá non è impuntarsi su personalismi, non è isolarsi; focalizzarsi sui numeri di sostenitori di una csusa è limitare la visione alla dimensione naturale senza lasciar spazio a quella soprannaturale.
Marco P