Grazie al nostro traduttore, riprendo una ulteriore sintesi delle dichiarazioni del card. Müller da un articolo del Catholic Herald [qui].
Nota mia. - L'analisi ci fornisce spunti e considerazioni confortevoli e che confermano le nostre posizioni. Ma resta comunque aperto un discorso da fare a monte non più eludibile. Anche se nella Chiesa voci autorevoli come quella del Card. Müller, nella sua qualità di prefetto della Dottrina della Fede, ci offrono una esegesi commestibile o addirittura una rilettura delle posizioni del papa regnante, si impongono due considerazioni basilari. 1) È già inaudito che un papa abbia bisogno di un'esegesi o di una rilettura, che peraltro spicca per la difformità con quanto suoi gesti e parole esprimono; 2) abbiamo ormai una fin troppo consolidata esperienza di quanto ogni esegesi o rilettura correttiva che sia, più o meno in linea con la Tradizione perenne della Chiesa, di fatto risulti affogata e neutralizzata nel magistero liquido - già di per sé deformante - da una prassi che di fatto la ignora quando non la disprezza e dunque la sovverte. Il punctum dolens, del quale abbiamo reiteratamente espresso anche le radici è questo. Finché non ci sarà un prelato autorevole che riconosca e ponga mano alle radici (i famosi punti controversi del Concilio V2), la situazione non solo non cambierà, ma sarà sempre più rivoluzionaria. Oggi a nulla più servono i discorsi, se non a salvare quel po' che è salvabile nelle coscienze dei fedeli più attenti: sono i fatti quelli che contano. E i fatti, oggi, li mettono in campo solo i rivoluzionari...
Ripropongo l'indice di tutti i nostri articoli sul problema ecclesiologico del falso ecumenismo
Nota mia. - L'analisi ci fornisce spunti e considerazioni confortevoli e che confermano le nostre posizioni. Ma resta comunque aperto un discorso da fare a monte non più eludibile. Anche se nella Chiesa voci autorevoli come quella del Card. Müller, nella sua qualità di prefetto della Dottrina della Fede, ci offrono una esegesi commestibile o addirittura una rilettura delle posizioni del papa regnante, si impongono due considerazioni basilari. 1) È già inaudito che un papa abbia bisogno di un'esegesi o di una rilettura, che peraltro spicca per la difformità con quanto suoi gesti e parole esprimono; 2) abbiamo ormai una fin troppo consolidata esperienza di quanto ogni esegesi o rilettura correttiva che sia, più o meno in linea con la Tradizione perenne della Chiesa, di fatto risulti affogata e neutralizzata nel magistero liquido - già di per sé deformante - da una prassi che di fatto la ignora quando non la disprezza e dunque la sovverte. Il punctum dolens, del quale abbiamo reiteratamente espresso anche le radici è questo. Finché non ci sarà un prelato autorevole che riconosca e ponga mano alle radici (i famosi punti controversi del Concilio V2), la situazione non solo non cambierà, ma sarà sempre più rivoluzionaria. Oggi a nulla più servono i discorsi, se non a salvare quel po' che è salvabile nelle coscienze dei fedeli più attenti: sono i fatti quelli che contano. E i fatti, oggi, li mettono in campo solo i rivoluzionari...
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La più alta autorità vaticana sulla dottrina afferma che i cattolici “non possono ammettere che esistano ragioni valide per separarsi dalla Chiesa”
Giovedì, 31 marzo 2016 - Il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinal Gerhard Müller, ha affermato che i cattolici “non hanno alcun motivo per celebrare” l’inizio della Riforma.
Il cardinale tedesco ha affermato in un libro-intervista recentemente pubblicato: “Noi cattolici non abbiamo alcun motivo per festeggiare il 31 ottobre 1517, la data considerata l’inizio della Riforma che portò allo scisma della cristianità occidentale”.
La data, nota come “Giorno della Riforma”, è quella in cui Martin Lutero inviò all’Arcivescovo di Magonza e di Magdeburgo un documento di protesta contro la vendita delle indulgenze – un testo che divenne famoso col nome di 95 tesi.
In quel momento Lutero non propose una separazione dalla Chiesa, ma le 95 tesi fecero sì che egli venisse scomunicato, nel 1521.
Nel suo nuovo libro il Cardinal Müller afferma: “Se siamo realmente convinti che la rivelazione divina viene preservata integra e immutata tramite la Scrittura e la Tradizione e nella dottrina della fede, nei sacramenti, nella struttura gerarchica della Chiesa basata sul diritto divino, fondata sul sacramento degli ordini sacri, non possiamo ammettere che esistano ragioni valide per separarsi dalla Chiesa”.
Quest’osservazione, pronunciata un anno prima del cinquecentesimo anniversario del Giorno della Riforma, farà scalpore. In Germania ed altrove già si stanno organizzando grandi festeggiamenti e commemorazioni.
Papa Francesco si recherà in Svezia nel mese di ottobre 2017 per partecipare a una commemorazione ecumenica insieme ai rappresentanti della Luteran World Federation [Federazione Luterana Mondiale] e ad altre confessioni.
L’anno scorso il predicatore papale, Padre Raniero Cantalamessa, ha elogiato “l’arricchimento teologico e spirituale” apportato dalla Riforma. [et alia... essendo intervenuto con la predicazione di un sermone all’apertura del Sinodo della Chiesa di Inghilterra a Londra, nella Westminster Abbey. Ne abbiamo parlato qui]
Il cardinale ha fatto notare che i campioni della Riforma avevano etichettato il papa come Anticristo per “giustificare la separazione” dalla Chiesa cattolica.
Il Cardinal Müller ha affermato che i grandi ostacoli contro l’ecumenismo sono il relativismo e “l’adozione acritica delle ideologie moderne”.
Citando il documento del Vaticano II Dei Verbum, ha poi aggiunto: “La protestantizzazione della Chiesa cattolica basata su una visione secolare priva di riferimenti alla trascendenza non solo non ci può riconciliare coi protestanti, ma ci impedisce anche di penetrare il mistero di Cristo, perché è in Lui che siamo depositari di una rivelazione soprannaturale cui tutti noi dobbiamo obbedienza dell’intelletto e della volontà”.
L’anno scorso, il cardinale ha affermato che nei dibattiti sul matrimonio e i sacramenti, i pastori dovrebbero “stare molto attenti a non dimenticare la lezione della storia della Chiesa”, e che la confusione imperante a proposito della natura sacramentale del matrimonio potrebbe portare a divisioni analoghe a quelle che hanno provocato il sorgere della Riforma.
In ottimo articolo.
RispondiEliminahttps://bergoglionate.wordpress.com/2016/04/03/bergoglionateutopiche/
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/vaticano/2016/04/04/news/papa_francesco_bernard_fellay-136880180/
Chissà se Muller ha cambiato idea verso i lefevriani
RispondiEliminaEffettivamente il card. Müller, da coerente modernista, non vedeva di buon occhio la Fraternità San Pio X (non esistono lefebvriani: Mons. Lefebvre non ha seguaci di una sua dottrina, è il Fondatore di una Fraternità Sacerdotale...).
RispondiEliminaOggi, oltre ad aver acquisito tratti più conservatori maggiormente consoni al suo ruolo di prefetto della CDF, sembra aver cambiato atteggiamento anche nei confronti della FSSPX.
Potremo verificare alla distanza.
Grazie, Cardinale...
RispondiEliminaRomano