Parlavamo qui del silenzio di prelati del livello come il cardinale Gerhard Ludwig Müller e il cardinale Robert Sarah sull'Esortazione Amoris laetitia; ma vi invito a consultare i link segnalati dallo stesso articolo sulle loro prese di posizioni precedenti.
Riprendiamo, di seguito, da Il Foglio. Per comodità di chi legge solo ora ripeto i link che riguardano la posizione del cardinale Müller : qui - qui - qui - qui - qui.
Sant’Uffizio fuori gioco sul Sinodo, le lodi del Papa al “grande teologo” Schönborn. In Vaticano c'è chi parla di possibile avvicendamento
Roma. C’è una distanza che viene notata da tutti, in Vaticano, ed è quella che intercorre tra il Papa e il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Una freddezza resa palese dall’esclusione del porporato tedesco dalla presentazione dell’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia, due settimane fa. A chiarire il contenuto dell’atteso e delicato documento, infatti, c’erano – oltre ai coniugi Miano – il cardinale Lorenzo Baldisseri e il cardinale Christoph Schönborn. Il primo in versione notarile, essendo segretario del Sinodo dei vescovi, il secondo incaricato di illustrare il profilo teologico dell’esortazione. Di Müller neppure l’ombra, come per altro era già accaduto nelle due assemblee del 2014 e 2015, quando il grande dibattito non solo mediatico, ma soprattutto interno alla chiesa – come dimostra la serie di pubblicazioni mandate in stampa da sacerdoti, vescovi e cardinali nel passato biennio – verteva proprio sull’interrogativo se a mutare sarebbe stata la dottrina, più che la semplice prassi pastorale.
Il fatto è che il cardinale già vescovo di Ratisbona e Francesco hanno linee diametralmente opposte sul tema. Basta confrontare gli scritti di Müller con le parole di Bergoglio, con il primo a richiamare l’esigenza di confermare quei “sani” paletti piantati dalla chiesa nel corso dei secoli, e il Pontefice a mettere nero su bianco che la misericordia va ben oltre la legge e il legalismo, che nulla è precluso all’infinito amore di Dio. Il disaccordo è palese se si prende un passaggio in particolare di Amoris laetitia, il paragrafo 311 del capitolo ottavo, dove si afferma che se “è vero che la misericordia non esclude la giustizia e la verità”, va ribadito con forza che “la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio. Pertanto, conviene sempre considerare inadeguata qualsiasi concezione teologica che in ultima analisi metta in dubbio l’onnipotenza stessa di Dio, e in particolare la sua misericordia”. Müller, in un articolo pubblicato alla vigilia del primo Sinodo sul periodico tedesco Tagespost e poi ripreso dall’Osservatore Romano, aveva però sottolineato come “al mistero di Dio appartengono, oltre alla misericordia, anche la santità e la giustizia; se si nascondono questi attributi di Dio e non si prende sul serio la realtà del peccato, non si può nemmeno mediare alle persone la sua misericordia”.
Doppio binario in Vaticano
Più che sull’esortazione in sé, che comunque non vede recepite tutte le indicazioni spedite dall’ex Sant’Uffizio, il problema – fatto notare in Vaticano – è che il prefetto ha un ruolo del tutto marginale nella stesura e nel confronto su atti di così grande rilievo, al punto che più d’uno oltretevere si è spinto a parlare di un possibile – anche se non imminente – cambio alla guida della congregazione, profetizzando pure l’eventualità che il secondo successore di Ratzinger decida di farsi da parte. Che il Papa prediliga un’altra linea lo ha esplicitamente ammesso egli stesso sabato, nella consueta conferenza stampa a bordo dell’aereo papale di ritorno a Roma dal viaggio lampo a Lesbo. Interrogato a proposito di Amoris laetitia e del dubbio circa l’apertura di porte verso i divorziati risposati dal corrispondente a Roma del Wall Street Journal, Fracis X. Rocca, Francesco si è limitato a rimandare alla lettura dell’intervento tenuto dal cardinale Schönborn, “che è un grande teologo. Lui è membro della Congregazione per la Dottrina della fede e conosce bene la dottrina della chiesa”.
Si dà il caso che l’arcivescovo di Vienna sia stato il vero “vincitore” del Sinodo, avendo delineato nel circolo minore in lingua tedesca, lo scorso ottobre, la proposta che poi sarebbe stata ripresa pressoché integralmente nell’esortazione papale. Gruppo del quale faceva parte anche Müller, che ha sì dato il via libera al testo – il cardinale Walter Kasper non a caso, al Sinodo ordinario, ha più volte rimarcato, soddisfatto, il placet del prefetto – ma che non ha fatto mai mistero di nutrire dubbi circa l’ambiguità di alcune posizioni in esso contenute. Tutti elementi che trovano spazio nell’ultimo libro di Müller, “Informe sobre la esperanza” [vedi], edito in Spagna e prossimamente in Italia da Cantagalli. E dove, tra le altre cose, il porporato tedesco dice che “noi cattolici non abbiamo alcun motivo per festeggiare il 31 ottobre 1517”, cioè la data che ricorda l’avvio della Riforma luterana. Evento che il Papa andrà a celebrare in Svezia, il prossimo 31 ottobre.
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4201
RispondiElimina
RispondiElimina@ Bergoglio e' gia' passato oltre, alla demolizione del Primato
Dice il Corriere della Sera di stamattina che Papa Bergoglio sta aprendo il "dialogo" con l'eretico Kung, il teologo svizzero silenziato da Ratzinger (mi pare) pero' mai cacciato dalla Chiesa (quale errore). Tra le molte eresie da lui professate, emerge in particolare quella contro il Primato Petrino. La faccenda della comunione ai membri delle "famiglie ferite" e' dunque chiusa per il Papa. Si passa oltre, velocemente.
Ora, noi che possiamo fare? Noi, semplici fedeli e sempliciotti, per gli altri? Continuare le nostre modeste analisi e sperare nella Provvidenza, assumendoci le nostre responsabilita' sul piano morale, mettendoci la faccia.
E' evidente che a questo punto di vorrebbe un'azione di rottura. Le premesse poste dal card. Burke per quest'azione sono ancora solo dei preliminari. Vere e proprie premesse sono invece quelle poste dall'intervento di mons. Schneider. Esso rappresenta una novita' assoluta: un vescovo che chiede al Papa di fornire l'interpretazione autentica di cio' che il Papa ha appena detto, perche' il detto appare fonte di ambiguita' gravi.
Ma questa considerazione resta astratta, se non interviene un'azione di rottura vera e propria. Che potrebbe porla in essere, a questo punto, solo il card. Mueller, prima che Bergoglio magari lo cacci dal suo posto, come ha fatto a suo tempo con Burke. Di fatto, il prefetto per la dottrina della fede e' il n. 2 della Gerarchia, quando si passa a questioni della fede. Il Cardinale segretario di Stato sparisce, in una vicenda del genere. Ora, sempre a mio modesto avviso, ragionando cioe' in base all'analisi dei rapporti di forza, "secondo la natura effettuale della cosa", il card. Mueller dovrebbe anticipare una qualsiasi mossa di Bergoglio e passare all'attacco, prendendo lo spunto da quello che ha detto mons. Schneider. Affermando cioe' in modo autorevole ed ufficiale che il Papa ha il d o v e r e di chiarire dato che quella sua famosa frase e' dubbiosa, oscura, passibile di false interpretazioni, addirittura sospetta d'eresia (dato che di fatto autorizza, chi vuole, a dare la Comunione a chi vive e resta coscientemente in peccato mortale. Nietedimeno).
Viviamo in tempi sempre piu' rivoluzionari. Durante una rivoluzione non si devono mai fare concessioni all'avversario. Bisogna attaccare, anche in pochi.
Questo e' il momento di attaccare pubblicamente gli errori propalati da Bergoglio in questi documenti ufficiali. Bisogna mettere da parte idee di deferenza e rispetto qui fuori luogo. Del resto, nessuno incita ad ingiuriare il Papa o ad usare la forza nei suoi confronti. Restiamo sempre nell'ambito del dibattito corretto delle idee. Idee pero' che pesano e incidono sulla vita eterna delle persone. Non idee qualsiasi, idee che sono Verita' Rivelata da Nostro Signore.
Ci rendiamo conto delle difficolta' spirituali nelle quali deve trovarsi il card. Mueller.
Bisogna pregare per lui. Ma non c'e' scelta e la colpa di questa incredibile e perversa situazione non e' certo di chi si leva in piedi per affrontarla nel nome di Cristo, senza guardare in faccia a nessuno.
Come ricorda anche Magister AL riprende la tesi del circolo tedesco, del quale faceva parte anche Muller. Le conclusioni di quel circolo vennero approvate all'UNANIMITà. Cioè Muller votò a favore della tesi ora ripresa in AL, e ci dovremmo aspettare una qualche sua presa di posizione ora??
RispondiEliminaAntonino
per Antonino, il 'pompiere' di turno,
RispondiEliminala posizione del card. Muller non è quella di Marx e degli altri. Vedi qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/04/come-il-cardinale-muller-con-echi.html
Avevo già letto l'articolo e molto mi hanno colpito e fatto riflettere i commenti dei lettori, tutti condivisibili e appropriati.
RispondiEliminaUno in particolare è magistrale: invita i cardinali Müller, Sarah e Pell a dimettersi e ad andarsene già adesso, senza aspettare eventuali avvicendamenti decisi dal Papa.
Un gesto clamoroso che costringerebbe tutti a riflettere e a schierarsi alla luce del sole in un senso o nell’altro.
Un gesto che a mio parere non causerebbe nessuna conseguenza negativa ai prelati – al massimo andranno in pensione in qualche convento - che sarebbe però più che mai in linea con il “colore” dell’abito corale, che simboleggia la disponibilità anche al martirio.
Ecco un altro (Anonimo 11:34) che cerca di confondere le acque:
RispondiEliminai cardinali non sono stati invitati a dimettersi; ma ad anticipare qualunque mossa, nei seguenti termini:
... ragionando cioe' in base all'analisi dei rapporti di forza, "secondo la natura effettuale della cosa", il card. Mueller dovrebbe anticipare una qualsiasi mossa di Bergoglio e passare all'attacco, prendendo lo spunto da quello che ha detto mons. Schneider. Affermando cioe' in modo autorevole ed ufficiale che il Papa ha il d o v e r e di chiarire dato che quella sua famosa frase e' dubbiosa, oscura, passibile di false interpretazioni, addirittura sospetta d'eresia (dato che di fatto autorizza, chi vuole, a dare la Comunione a chi vive e resta coscientemente in peccato mortale.
Credo che non ci sarà serenità per il cardinal Muller, nè per tanti altri conservatori, finchè non torneranno pienamente in comunione con Gesù e la sua Chiesa. Perchè finchè non decideranno definitivamente da che parte stare, non avranno pace. Non si riesce a stare in pace tenendo doppia relazione amorosa. Finalmente dicano che questo Papa dice eresie, vedano cosa la Chiesa può fare difronte ad un Papa eretico ed agiscano di conseguenza, dovrà pur decidere qualcuno che questo Papa va mandato via. Non so come, non conosco le leggi della Chiesa su tale argomento, ma se c'è un modo per farlo lo facciano, o dobbiamo aspettare che si autodimetta o venga dimeso dal buon Dio? Abbiamo ormai sotto gli occhi i danni morali, spirituali, economici, politici, vitali, che questo papato ha fatto in tre soli anni, possiamo lasciarci morire così?
RispondiEliminavedano cosa la Chiesa può fare difronte ad un Papa eretico ed agiscano di conseguenza, dovrà pur decidere qualcuno che questo Papa va mandato via.
RispondiEliminaNon siamo noi a dover indicare la soluzione. Questa sta alla loro autorevole responsbailità deciderla. L'importante è che intervengano a difesa del Depositum fidei che è difesa della salus animarum, nel modo che riterranno più opportuno, ma che intervengano. E c'è da sperare che si preparino a farlo possibilmente in cordata con altri.
Ci rendiamo conto delle difficolta' spirituali nelle quali deve trovarsi il card. Mueller.
RispondiEliminaBisogna pregare per lui. Ma non c'e' scelta e la colpa di questa incredibile e perversa situazione non e' certo di chi si leva in piedi per affrontarla nel nome di Cristo, senza guardare in faccia a nessuno.
Mic,
RispondiEliminala posizione del cardinal Muller non è quella di Kasper e compagni( di merende?) ma intanto firma. Non è l'ennesimo caso di quel CERCHIOBOTTISMO molte volte, anche da te, denunciato?
A me sembrerebbe di si.
Condivido in pieno l'analisi del Prof. Pasqualucci, bisogna avere il coraggio(non solo Muller)
di prendere posizione. Se reagiranno con la forza del loro potere almeno sapremo se anche per noi è arrivato il momento, piangendo, di andare nel deserto, come detto da San Basilio.
Più sotto si è parlato del silenzio dei prelati vaticani, avevo messo un commento che riportava le prese di posizione di vescovi considerati piuttosto conservatori e di retta dottrina, non vedo più il mio commento, mi permetto dunque di riprenderlo in parte.
RispondiElimina-Qui parla mons. Rey, il video è in francese, dura 3 minuti ed è, mi sembra, di facile comprensione, Mons. Rey non solo assolve ma approva la nota 351 e la "teologia pastorale" di Bergoglio che considera un frutto maturo del Concilio Vaticano II .
https://www.youtube.com/watch?v=HcjwH1RPoHo&feature=youtu.be
-Qui Mons. Aillet che riafferma con forza la dottrina e evita con cura di menzionare i passaggi problematici:
http://www.riposte-catholique.fr/riposte-catholique-blog/breves/amoris-laetitia-lanalyse-de-mgr-aillet
-E qui il cardinale Scola:
http://www.tracce.it/default.asp?id=344&id_n=53528
Consapevole che non sta a noi indicare la soluzione, ma bisogna avere la consapevolezza che non c'è pace, senza Verità, senza rimettere Gesù sul trono che gli spetta, che è ben più alto di quello di Papa Francesco e a quel trono bisogna inginocchiarsi per chiedere lumi, coraggio, forza in questi momenti di tenebra.
RispondiEliminaPerò dico, almeno fare il proprio dovere di stato, ad esempio a questi ministri non è concesso di riformare in senso tradizionale i propri seminari? di dare regole nella propria diocesi che tendano ad onorare Dio, a riprendere chi fa scempio della dottrina e del Corpo di Cristo? A volte si può anche agire in silenzio, almeno finchè in coscienza non si decida finalmente di parlare chiaro e schierarsi. Mons Lefebvre è imitabile credo, non camminava sulle acque o faceva miracoli eclatanti, ma lavorava come una formichina al bene delle anime, della Chiesa, del sacerdozio, uguale fanno i successori: buoni seminari, buone scuole, buona dottrina....credo si possa ancora fare, se si ha voglia.
Bisogna poi essere totalmente ingenui o in malafede per non ammettere che tutto sin dall`inizio del pontificato di Bergoglio ci mostrava la via che intendeva imboccare e imporre alla Chiesa, i segnali erano numerosi forti e chiari.
RispondiEliminaSono convinta che il testo dell`AL era già programmato da Bergoglio ben prima del Sinodo, Sinodo ridotto ad una specie di "paravento" dietro il quale l`équipe di Santa Marta operava per portare a compimento la loro rivoluzione, confrontati all`opposizione e resistenza di cardinali e vescovi hanno solo dovuto trovare la strategia la più efficace e astuta per vanificarle e raggirare la Dottrina.
Ci sono riusciti.
Che cardinali e vescovi così abbindolati tacciano non è solamente incomprensibile, è semplicemente vergognoso.
Sull`aereo di ritorno da Lesbo, rispondendo ad un giornalista sulla nota 351, Bergoglio ha detto di non ricordarsi di quella nota (a meno che non sia stato lui a redigere il documento, visto l`importanza di quella nota, il suo è un oblio poco credibile), e ha rinviato il giornalista all`EG, dicendo che senza dubbio quella nota già doveva esservi presente, Padre Scalese ha dunque ripreso l`EG :
RispondiElimina"C’era già tutto in “Evangelii gaudium”"
http://querculanus.blogspot.ch/2016/04/cera-gia-tutto-in-evangelii-gaudium.html
A proposito di strategia:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2016/04/28/blogs/san-pietro-e-dintorni/citarsi-non-fine-lo-so-per-jxMhZB1NE0jMvUTnzzh5TM/pagina.html
Tradizionista59,
RispondiEliminasiamo già nel deserto e stiamo già piangendo, perché il pianto è quello che caratterizza l'uomo.
Riporto parte del commento di Sant'Agostino al Salmo 125:
qui seminant in lacrimis in exultatione metent,
euntes ibant et flebant portantes semina sua
venientes autem venient in exultatione portantes manipulos suos
"Ed ecco, o carissimi, in che senso mi sembra che a tutti si riferiscano le parole: Chi semina nelle lacrime raccoglie con gioia; nell'andare andavano e piangevano spargendo la loro semente; ma nel tornare venivamo con allegrezza portando i loro covoni . Ascoltatemi, se con l'aiuto del Signore potrò spiegare come a tutti si riferisca l'espressione: Nell'andare andavano e piangevano . Dal giorno della nascita noi andiamo. Chi infatti sta fermo? Chi non è costretto a camminare da quando è entrato in questa vita? Nacque bambino, crescendo cammina. La morte è la fine, alla quale si deve arrivare, ma con allegrezza. Chi infatti non piange in questa vita tribolata, se lo stesso neonato incomincia a vivere nel pianto? È vero infatti che il bambino, quando nasce, esce dalle strettezze del grembo materno alla spaziosità di questo mondo, passa dalle tenebre alla luce. Eppure, in quel momento in cui dalle tenebre viene alla luce sa già piangere, non sa ridere. La vita presente infatti è tale che, anche quando vi si gode, devi temere che essa ti inganni. Quando ti tocca a piangere, prega perché possa uscire [dal pianto]. Passa infatti la tribolazione, ma un'altra è pronta a venire. E gli uomini ridono e gli uomini piangono; ma è da compiangersi il fatto che gli uomini ridano [poiché il pianto è la norma]: uno piange per un danno subito, un altro piange la sua sventura perché è stato messo in carcere, un terzo piange per la perdita di qualcuno dei suoi cari. Questi piange per un motivo, quegli per un altro. Il giusto perché piange? Per questi motivi insieme. Il giusto infatti compiange, animato dalla verità, tutta questa gente che piange sterilmente. Piange su coloro che piangono e su coloro che ridono. Difatti, chi piange per cose vane piange insulsamente, e chi ride per cose vane ride a suo danno. Il giusto dunque piange in ogni caso, quindi piange più di tutti gli altri.
... (segue)
.....
RispondiEliminaMa torneranno nell'allegrezza portando i loro covoni. Ecco quindi l'uomo giusto, allegro per aver fatto un'opera buona. Certo egli è allegro. Dio infatti ama chi dona con gioia Quando invece piange? Quando nell'orazione affida [a Dio] le sue opere buone. Il salmo vuol sottolineare le preghiere dei santi, le preghiere dei pellegrini, le preghiere di coloro che soffrono mentre sono ancora in vita, le preghiere di chi ama e geme e sospira la patria eterna, finché nella sua visione non siano saziati coloro che adesso si trovano nell'afflizione. Difatti, miei fratelli, finché siamo nel corpo, siamo pellegrini, lontani dal Signore . Non desidera la patria il pellegrino che non versa lacrime. Se brami ciò che ancora non possiedi, versa lacrime. Come infatti potrai dire a Dio: Hai posto le mie lacrime dinanzi ai tuoi occhi ? Come potrai dire a Dio: Le lacrime son diventate il mio pane di giorno e di notte ? Son diventate mio pane: hanno consolato chi gemeva, hanno cibato chi aveva fame. Le lacrime son diventate il mio pane di giorno e di notte . Perché? Mentre mi si dice tutto il giorno: Dov'è il tuo Dio? . Qual giusto non versa di queste lacrime? Chi non le versa non si dispiace d'essere pellegrino. Con che faccia potrà raggiungere la patria colui che, assente, non l'ha sospirata? Non è forse vero che tutti i giorni ci si dice: Dov'è il tuo Dio? Imparate, fratelli miei, imparate ad essere del numero dei pochi. Vivete bene, camminate per la via di Dio , e vedrete che vi toccherà ascoltare [il motteggio]: Dov'è il tuo Dio? . Udendo questo, sarete felici, mentre sarete infelici se voi proferite tali parole. Ecco, quando noi facciamo l'apologia della fede cristiana, ci si ribatte: Sì, da quando si predica ovunque il nome di Cristo non è forse vero che i mali si son moltiplicati? Cosa suonano queste parole se non: Dov'è il tuo Dio? Chi le ascolta geme per il fatto che chi le pronunzia va in rovina.
.... (segue)
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RispondiEliminaCi sono le lacrime dei fedeli, le lacrime dei santi, di cui sono indizio le loro preghiere. Ecco uno che agisce bene ed è contento. Eppure piange, piange perché possa operare il bene, piange perché ha agito bene. Col pianto impetra l'opera buona, col pianto raccomanda [a Dio] l'opera buona compiuta. Sono dunque frequenti le lacrime dei giusti, ma adesso durante la via. Forse che ci saranno anche in patria? Perché non in patria? Perché tornando vengono con allegrezza portando i loro covoni . Viene la felicità; forse che torneranno le lacrime? Quanto invece a coloro che quaggiù piangono vanamente, vanamente anche ridono, dissipati dietro le loro cupidigie: quando sono frodati piangono, mentre esultano quando possono frodare. Piangono anche loro durante la presente via, piangono anche loro, ma non nella gioia. Tornando invece vengono con allegrezza portando i loro covoni. Coloro che non hanno seminato nulla, cosa potranno raccogliere? Certo, qualcosa raccolgono, ma quello che hanno seminato. Quanti hanno seminato spine raccoglieranno il fuoco e non passeranno dal pianto al riso, come i santi, i quali nell'andare andavano e piangevano spargendo la loro semente ma nel tornare vengono nell'allegrezza . Quelli passeranno da un pianto a un altro pianto, dal pianto misto a riso al pianto senza riso. Cosa infatti accadrà loro? dove andranno dopo la resurrezione? Cosa capiterà loro se non quanto diceva il Signore: Legate loro le mani e i piedi e cacciateli fuori nelle tenebre ? Suvvia! cosa seguirà a questo? Ci saranno forse le tenebre e non ci sarà il dolore? Forse andranno a tastoni ma non proveranno dolore? Non vedranno, ma forse che non saranno tormentati? Tutt'altro! Non ci saranno solo le tenebre, non sarà loro tolta solamente la facoltà di vedere di cui prima godevano; sarà in più dato loro qualcosa per cui debbano gemere in eterno. Non considerare cosa da poco le tenebre, chiunque tu sia, o peccatore solito non ad aborrire ma a ricercare le tenebre per compiere le tue azioni cattive e sfogare la lussuria dei tuoi adulteri, solito a godere tutte le volte che la lucerna ti si spegne. Non avrai delle tenebre che ti consentiranno di godere, allietarti e immergerti nei piaceri carnali. Non saranno così quelle tenebre. Ma come saranno? Lì ci sarà pianto e stridore di denti . Chi tormenta non verrà meno, come non verrà meno chi è tormentato. Chi applica il supplizio non si stanca, e colui che lo riceve non morrà. Saranno dunque eterne le lacrime di coloro che vissero così; e il gaudio dei santi sarà pure eterno, quando nel tornare verranno nell'allegrezza portando i loro covoni . Al tempo della messe diranno infatti al loro Signore: Signore, col tuo aiuto abbiamo fatto quel che ci avevi comandato; tu dacci quel che ci avevi promesso.
(Fine)
Più che a Muller io intitolerei il tutto: "Il grande assedio al povero gregge abbandonato e disperso. E non da oggi." Più realistico.
RispondiEliminaNel celebre romanzo “Il nemico” di Michael O’Brien, la Chiesa sotto attacco vede lottare accanto al Papa due altri protagonisti rocciosi, chiamati Stato e Dottrina, che sono rispettivamente il Segretario di stato e il Prefetto per la Congregazione della fede.
RispondiEliminaLa realtà è sempre più fantasiosa della genialità degli scrittori e degli sceneggiatori, per cui possiamo dire che ormai da decenni (almeno da Villot in poi) “Stato” è personaggio non sempre roccioso (nel senso genuinamente petrino).
Dottrina invece ha sin qui resistito alla deriva.
Un suo interprete è persino diventato Papa che poi si è dimesso, si suppone caldamente consigliato, mentre il suo Stato s’era rivelato pasticcione.
Chi l’ha sostituito, omogeneo alla ragion di Stato, quella forte, ha poi isolato Dottrina (cui è allergico), caparbiamente saldo mentre tutto sdrucciola.
E’ questo il panorama, assai differente dal romanzo di O'Brien, anche se il Nemico c’è davvero. Diversamente dal libro c’è l’evidente distanza tra Papa, Stato e Dottrina. Tutti collegiali e sinodali a parole nella neo-Chiesa; di fatto per nulla rispettosi dell’altrui opinione se si pretende di dire quell’opinione la Verità…
Chi teosofeggia, evolve e progredisce non ha dogmi e tutti sono “uguali” proprio perché nessuno pretende di mettere paletti. E’ questo il “credo” che piace al mondo d’oggi, in cui, è bene ricordarlo, Nostro Signore ci aveva avvertiti, signoreggia ancora -come principe- proprio il Nemico, in multiformi fogge e volti.
Come potrebbe dunque Dottrina, bastonata a colpi di pastorale, riconoscersi nel Papa-Stato prodigo di elogi con chi sgretola il depositum fidei e duro con chi la roccia la vorrebbe salda?
A Pietro sono state date le chiavi della porta delle pecore, l’unica porta (stretta) che permette al gregge di entrare nella casa del Padre.
Ma Pietro non pare più molto interessato a quelle chiavi; la casa, al pari di un centro commerciale, uno stadio o un cinema, sembrerebbe avere molte porte di accesso e che -per il successo dell'impresa- debbano essere sempre aperte, facilitando l'afflusso della clientela. Venghino signore e signori, venghino...
Dottrina sa che non funziona così. Speriamo che non sia soltanto lui a saperlo.
La Dottrina è evaporata...nulla è restato a vista umana delle sicurezze della fede su cui la Chiesa ha navigato per 2000 anni. La "magia" (intendo: il fascino) della cattolicità non c'è più nel popolo, si è persa da DECENNI (avete idea dell'abisso temporale trascorso?), nel chiacchiericcio della liturgia, nella perdita della percezione della Presenza Reale (a che servono le SS Quarant'Ore, ormai con pochi anziani grigi? A quietare i nostalgici, mentre gliela si fa sotto il naso), nelle convivenze amplissime della nostra gioventù fertile, nel borghesismo residuo dei sacramenti dell'infanzia (pranzo, regali...), nei confessionali deserti e nei preti ivi assenti (provate a girare le chiese un sabato pomeriggio: ma dove diavolo sono?), nei divorzi sempre maggiori che mi pare colpiscano in ugual misura matrimoni civili e religiosi(il che è tutto dire).
RispondiEliminaMi pare vana la speranza nelle gerarchie, visto quello che hanno accettato fin qui.
Infine una chicca che è una pietra sepolcrale per le speranze umane di noi pochi, riportata dal mio parroco: negli incontri giovanili, le ragazze (le RAGAZZE!) si sono dimostrate stranamente reticenti all'idea di un matrimonio religioso per loro. Perché? interrogate, hanno così risposto, letteralmente: pensiamo che sposeremo giovani di altre religioni, quindi.... addio.
Giorgio
L'opzione tedesca del papa argentino
RispondiEliminaIl cardinale Kasper e l'ala progressista della Chiesa di Germania hanno ottenuto ciò che volevano. Sulla comunione ai divorziati risposati Francesco è dalla loro parte. L'aveva deciso da tempo e così ha fatto
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351283
[...]
Infatti, per presentare ufficialmente al mondo la "Amoris lætitia" nel giorno della sua pubblicazione il papa non ha chiamato Müller, ma un altro cardinale e teologo dell'area germanofona, Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna.
E pochi giorni dopo, durante il volo da Lesbo a Roma, Francesco ha di nuovo proposto Schönborn come esegeta principe dell'esortazione postsinodale, da "grande teologo [che] conosce bene la dottrina della fede" quale l'ha definito. Alla domanda se per i divorziati risposati c'è ora sì o no la possibilità in precedenza preclusa di fare la comunione, il papa ha risposto con un perentorio e per una volta inequivocabile: "Sì. Punto". Ma ha raccomandato di rivolgersi proprio a Schönborn per avere una risposta più dettagliata.
E non a caso. Perché nel sinodo dello scorso ottobre fu proprio l'arcivescovo di Vienna, d'intesa con Kasper, a escogitare nel "Circulus germanicus" le formule di apparente rispetto del magistero tradizionale della Chiesa ma nello stesso tempo aperte al cambiamento – capaci di aggirare le obiezioni di Müller – che sono poi confluite nella "Relatio finalis" del sinodo e infine nella "Amoris lætitia", sempre in quella forma studiatamente ambigua che consente però ora al partito di Kasper di cantare vittoria e a Müller e agli altri della sua parte di patire una sconfitta bruciante.
“ Se ‘è vero che la misericordia non esclude la giustizia e la verità’, va ribadito con forza che ‘la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio. Pertanto, conviene sempre considerare inadeguata qualsiasi concezione teologica che in ultima analisi metta in dubbio l’onnipotenza stessa di Dio, e in particolare la sua misericordia’. ”
RispondiEliminaCosì dice il papa.
Benissimo.
Ma, in che si manifesta l’onnipotenza e la misericordia di Dio?
Nel convertire i peccatori, cioè nel farli santi.
Nel toglier di mezzo il peccato, cambiandoci il cuore, non nel chiudere un occhio, luteranamente, lasciandoci nel nostro fango ma non tenendone conto.
Se io sono un lussurioso, la misericordia di Dio consiste nel farmi casto, colla sua grazia onnipotente; non nel lasciarmi marcire nella mia lussuria.
Col suo amore preveniente, Dio ci ama e ci rende buoni: non è che Dio ci ami giacché siamo buoni; no: amandoci gratuitamente, Dio ci rende buoni. Questo è san Tommaso.
Si nota spesso, nel modo di ragionare del Santo Padre, uno strano cambiar le carte in tavola. Non è chi parla a ogni piè sospinto, a proposito della morale evangelica, d’un “ideale” irrealistico, praticamente non attuabile, non è costui quello che non crede nell’onnipotenza della grazia e quindi della misericordia divina?
Ma Cristo è risorto, sì o no?
Maso
D'accordo al 100% Maso
RispondiElimina_morale evangelica come “ideale” irrealistico, praticamente non attuabile?
cfr. dal Concilio di Trento, 18
_"Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili a osservarsi: sia anàtema."
cfr.
http://www.unavox.it/doc06.htm
"ma Cristo è risorto sì o no"?
RispondiEliminaChiediamolo a Kasper!
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV463_Don_Villa_card-Kasper.html
Questi son quelli che abbiamo. E non da ieri. Prima ne prendiamo tranquillamente atto (a meno che da tempo uno non se ne sia fatto una ragione), e meglio e'. La Chiesa fortunatamente non può essere rinchiusa tra le mura dei ben noti palazzi. E da questa ripartiremo.
RispondiElimina“…Ora, questo falso profeta, travestito da pecora, ma che dentro è un lupo rapace (Mt. 7, 15), non è stato mai denunciato, anzi!.. fu elevato agli onori cardinalizi e poi nominato Presidente del “Segretariato per l'Unità dei cristiani”. Davanti a questi fatti, come potranno rimproverarci di seguire i consigli di Cristo di diffidare (Mt. 7, 15) di fronte a coloro che sono all’origine di tali promozioni ?...
RispondiEliminaA riguardo della necessità di appartenere alla Chiesa per essere salvi, il card. Walter Kasper ha scritto: «Con le sue Dichiarazioni, il Concilio [Vaticano II] ha rigettato l'antica teoria esclusiva e la pratica secondo la quale, dal fatto che Gesù Cristo è il solo e unico Mediatore della salvezza, non cè salvezza fuori della fede in Cristo, “Extra ecclesiam nulla salus” [Fuori della Chiesa non cè salvezza], secondo il famoso assioma del vescovo Cipriano di Cartagine [morto nel 258] [...]. Questa teologia esclusiva fu rimpiazzata da una teoria inclusiva (...). In Gesù Cristo la salvezza è venuta a tutti i popoli in maniera universale che include tutto ciò che è buono e vero nelle altre religioni».
Kasper … nega … la divinità di Gesù Cristo …. NEGA I MIRACOLI … NEGA LA RISURREZIONE CORPOREA DI CRISTO… PER KASPER NON CI FU “ASCENSIONE” DI CRISTO IN CIELO … KASPER AFFOSSA TUTTA LA MARIOLOGIA.. KASPER NEGA L'INFALLIBILITA' DELLA CHIESA..
Da quello che abbiamo scritto sul cardinale Walter Kasper, possiamo proprio dire che detto cardinale non ha più la Fede cattolica, e che la Chiesa ha un successore degli Apostoli che ha apostatato dalla nostra Fede cattolica.
Eppure, l’allora card. Joseph Ratzinger, per la nomina a Vescovo di Water Kasper, si congratulava scrivendo: «Per la Chiesa cattolica in Germania, in un periodo turbolento, Lei é un dono prezioso» (3).
Ma Noi, oggi, ci domandiamo se questi “doni preziosi” non siano, invece, dei veri “castighi”!”
Anna
Muller in realtà dice e non dice
RispondiEliminahttp://www.lafedequotidiana.it/il-cardinale-gerhard-mueller-la-chiesa-non-puo-modificare-lindissolubilita-del-matrimonio/