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domenica 8 maggio 2016

Marcia per la Vita – Il convegno nazionale ha chiesto fedeltà alla tradizione della Chiesa

Riprendiamo da Corrispondenza Romana. Interessante il ventaglio di prese di posizione da angolature diverse, convergenti sui fondamenti.

Ciò che è emerso con chiarezza dal convegno Per la Vita senza compromessi, promosso da Vita Umana Internazionale e dal Comitato Verità e Vita sabato 7 maggio nell’aula magna della Lumsa di Roma, è il volto di una Chiesa viva e pronta a riaffermare i principi non negoziabili, in virtù di un’identità che le deriva dalla Tradizione, poiché – come ha sottolineato, concludendo i lavori, mons. Luigi Negri, Arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa – «la coscienza di una storia rende forte il presente».

Ad aprire i lavori, è stata la prof.ssa Maria Pia Baccari, che ha individuato nell’«astrattismo moderno» – declinato nelle forme del materialismo, del soggettivismo, del relativismo e del nichilismo – lo strumento utilizzato per piegare il «rigore del diritto al servizio delle lobby». Sono volti diversi dello stesso problema, peraltro inesistente nel diritto romano, che viceversa formulava leggi in favore dei nascituri (considerati homines in ventre) e contrarie all’aborto, ritenendoli concepiti non per i loro genitori, bensì per la res publica. Compito del curator ventris era dunque quello di tutelare la gravidanza, assicurando alla donna anche tutti i mezzi economici necessari per portarla avanti. L’auspicio è che i legislatori di oggi riprendano lo spirito di tali modelli, includendoli nelle norme attuali.

L’avv. Giacomo Rocchi, magistrato della Corte di Cassazione, ha evidenziato come a far problema sia chi applica la legge positiva, senza nemmeno valutare se sia giusta o sbagliata. Come esempio negativo ha portato la sentenza della III sezione civile della Corte di Cassazione del 2012, con cui si introdusse nell’ordinamento il diritto al risarcimento danni in caso di nascita di un figlio down. La stessa possibilità, riconosciuta ad una coppia di omosessuali, di procurarsi un figlio tramite fecondazione assistita dimostra come oggi si tenda a trasformare «la madre in un concetto»: la pretesa è quella di «modificare la realtà naturale», di strumentalizzarla. A questo proposito, Rocchi ha ricordato, commosso, la sentenza relativa al caso di Eluana Englaro: qui – ha detto – il diritto ha «inventato nuove categorie», soltanto «mentali», ma prive di riscontro.

Il prof. Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio internazionale Card. Van Thuân, nonché della rivista diocesana Vita Nuova di Trieste, ha parlato esplicitamente di una «guerra in corso» sul tema dell’indisponibilità non solo della vita umana, bensì anche in altri campi quali, ad esempio, quello «della coscienza». Il conflitto – ha affermato – è di natura «religiosa» (contro o pro Dio) e presenta una «dimensione gnostica», che da un lato rimanda alle origini, essendosi verificato nell’Eden il primo tentativo in tal senso, dall’altro ci riporta all’oggi, ove ha assunto il volto del razionalismo e del modernismo contemporanei: «La secolarizzazione consiste in una progressiva erosione di senso», ha precisato: dall’erosione del senso della vita si passa all’erosione del senso della famiglia, poi del mondo naturale, quindi dell’autorità, infine di Dio. In ambito filosofico, il paradigma metafisico proposto da S. Tommaso – per il quale, quando l’intelletto intuisce l’essere, lo intuisce come immediato, pertanto indisponibile – è stato soppiantato da quello ermeneutico, che si occupa solo di quanto sia alla propria portata.

Della dimensione spirituale della persona si è occupato anche don Stefano Tardani, fondatore del Movimento dell’Amore Familiare: «Solo ritrovando Dio Padre – ha detto – possiamo ritrovare chi siamo ed il valore della vita». Ecco, dunque, la «mercificazione del sesso», così da renderlo «manipolabile».

Il dott. Angelo Francesco Filardo, ginecologo, presidente del Comitato Verità e Vita, nonché segretario nazionale dell’Aigoc-Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, è partito dal dato di circa 6 milioni di vittime per aborto in Italia. Dato preconfezionato, ma non corrispondente alla realtà, misconoscendo – perciò, nemmeno rispettando – le cifre relative agli aborti causati dalle varie pillole EllaOne, Norlevo, spirale e quant’altro, tutte sostanze – peraltro, spesso reperibili anche senza ricetta medica – di cui il relatore ha dimostrato, su basi scientifiche, l’effetto abortivo. Nel mirino, anche la fecondazione assistita: «9 embrioni su 10 trasferiti in utero vengono abortiti», ha precisato, dati alla mano, il dottor Filardo. Che ha anche calcolato, tenendo conto di tutto, pari, in realtà, a circa 1.364.633 gli aborti effettuati in Italia ogni anno, che siano in clinica, in laboratorio o per via chimica. Per questo, il relatore ha rilanciato la Dottrina cattolica col ricorso semmai ai metodi naturali o, ancor più, all’adozione.

Mons. Livio Melina, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e sulla Famiglia, si è soffermato sulla profezia ed attualità dell’Humanae Vitae a circa 50 anni di distanza. Nell’enciclica Paolo VI evidenziò i rischi e le conseguenze connessi alla contraccezione: dall’«inquinamento» dei valori sponsale e sessuale al danno inflitto alla dignità della donna, dall’intrusione massiccia dell’autorità pubblica nel settore dell’intimità familiare all’esporre la missione del generare vita all’arbitrio degli uomini e del potere. Profezia purtroppo tragicamente avveratasi «non solo nella società, ma nella stessa Chiesa», inducendo tragicamente a distinguere sempre più tra sessualità e procreazione. «La famiglia – ha dichiarato – viene colpita in quanto culla della persona, fondamento di una società giusta, fraterna ed umana», provocando un crollo demografico, che rappresenta «ormai quasi un suicidio dell’Occidente». Ragion per cui «una pastorale separata dalla verità diviene ricerca di consenso e quindi ricerca di potere, che usa gli slogan per sedurre».

Come scritto all’inizio, a chiudere i lavori ha provveduto mons. Negri, che ha definito quello in atto uno «scontro radicale ed in qualche modo definitivo tra la concezione laicistica della vita e quella cristiana», da non porre sullo stesso piano: non si tratta di due ideologie a confronto, essendo la prima semplicemente «la negazione della possibilità di una vita autentica», evidenziata dal fallimento nell’Italia repubblicana di qualsiasi tentativo di autentiche politiche familiari, mentre la seconda, quella cattolica, rappresenta «un’esperienza di vita nuova». All’aggressione del relativismo, dunque, la Chiesa ha saputo rispondere con la solidità della propria Dottrina Sociale, ma anche con la fraternità rivelata da «parrocchie e famiglie, da un tessuto di popolo» grazie al quale oggi la «realtà è sì indebolita», ma resiste come «un fatto da far evolvere» e ciò in quanto «la tradizione della Chiesa è cresciuta anche oltre l’espressione dei singoli magisteri individuali». Così è opportuno tornare ad insegnare i valori non negoziabili, «non possono essere soltanto proclamati, né basta una conoscenza teorica», ne occorre anche una pratica, in quanto l’Italia è un Paese dove «esiste ancora una fortissima apertura di popolo verso la fede». Il che rende, questa, un’occasione da non perdere, anche perché, ha concluso mons. Negri, «se avessimo vergogna della storia e della tradizione cristiana, avremmo vergogna di Cristo». Quindi, avanti senza compromessi.

In linea con tale appello, si è svolta ieri sera alle 20 presso la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, un’Adorazione eucaristica in riparazione del crimine dell’aborto, affidando al Signore l’esito e le speranze riposte nella sesta edizione della Marcia nazionale per la Vita, che proprio questa mattina alle 8.30 ha avuto il proprio avvio.

4 commenti:

  1. Piccola precisazioneF09 maggio, 2016 08:46

    Forse, stante l'ignoranza diffusa, sarebbe bene aggiungere una nota: quando si trova scritto "legge *positiva*«, specificare che, in tal caso caso, l'espressione, appunto,"legge *positiva*« è un mero sinonimo di legge scritta, e non vuole essere un giudizio sulla legge stessa, altrimenti si confondono i lettori.

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  2. è il volto di una Chiesa viva e pronta a riaffermare i principi non negoziabili, in virtù di un’identità che le deriva dalla Tradizione, poiché – come ha sottolineato, concludendo i lavori, mons. Luigi Negri, Arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa – «la coscienza di una storia rende forte il presente».

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  3. "Più immigrati meno figli. Ce lo chiede la UE – ed El Papa."


    http://www.maurizioblondet.it/piu-immigrati-meno-figli-ce-lo-chiede-la-ue-ed-el-papa/

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  4. Una bellezza abbagliante nell'omelia di un grande Santo che insiste su amore e obbedienza, in riferimento a Cristo e alla Chiesa, riflesso poi sul vincolo del Matrimonio tra uomo e donna. Questi sarebbero i veri temi da sviluppare in una nuova enciclica, per riparare e riaffermare la bellezza del Matrimonio Cristiano che non ha eguali nelle altre unioni e tanto meno nelle altre religioni. Questi " tesori ecumenici" , anziché perdere smalto, mettono in ombra tutti i discorsi nocivi che noi poveri cristiani abbiamo dovuto sorbirci da un clero che non è più obbediente a Cristo e che smarrisce la sua missione primaria, quella di evangelizzare:
    http://www.italiaortodossa.it/?Patrologia%3A_Myriobiblos:S.Giovanni_Crisostomo:Crisostomo%3AOmelie_efesini

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