Aggiornamento: 30 giugno 2016 I.Media - All'indomani della dichiarazione del Superiore generale della FSSPX sugli "errori" dottrinali incoraggiati da papa Francesco, il prelato vaticano [Mons. Guido Pozzo] incaricato di portare avanti le discussioni con i tradizionalisti non vede "assolutamente una porta chiusa" per il loro ritorno nell'alveo di Roma. Le discussioni tra Roma ed Écône dovrebbero riprendere dopo l'estate.
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Ovviamente la versione preconcetta della Pravda vaticana è che "i lefebriani non vogliono l'accordo": ma il comunicato che segue rende pienamente ragione della difficile e certamente sofferta decisione.
E in cauda venenum, visto che l'articolo citato conclude affermando: «Negli ultimi mesi si era infatti parlato semplicemente di un riconoscimento canonico per la Fraternità, che avrebbe acquisito lo status di «prelatura personale» alle dirette dipendenze della Santa Sede. Le parole di Fellay nel comunicato del 29 giugno lasciano intendere di non essere molto attratti neanche da questa possibilità». Ma si ignorano le recenti dichiarazioni di Bergoglio a La Croix, che avevano cambiato totalmente l'approccio inclusivista senza condizioni, rispondendo ad una domanda dell'intervistatore: --i lefebvriani sono «cattolici sulla strada della piena comunione», ricordando che il Concilio Vaticano II ha il suo valore e che bisogna procedere nel dialogo con questi tradizionalisti «lentamente e con pazienza»--.
Di fatto non è detto che il comunicato significhi che la questione è chiusa e le trattative siano interrotte, ma può vedersi come un segnale dato a Roma che ribadisce una posizione netta e non negoziabile. Il segnale è dunque arrivato a destinazione. Il resto si vedrà.
E in cauda venenum, visto che l'articolo citato conclude affermando: «Negli ultimi mesi si era infatti parlato semplicemente di un riconoscimento canonico per la Fraternità, che avrebbe acquisito lo status di «prelatura personale» alle dirette dipendenze della Santa Sede. Le parole di Fellay nel comunicato del 29 giugno lasciano intendere di non essere molto attratti neanche da questa possibilità». Ma si ignorano le recenti dichiarazioni di Bergoglio a La Croix, che avevano cambiato totalmente l'approccio inclusivista senza condizioni, rispondendo ad una domanda dell'intervistatore: --i lefebvriani sono «cattolici sulla strada della piena comunione», ricordando che il Concilio Vaticano II ha il suo valore e che bisogna procedere nel dialogo con questi tradizionalisti «lentamente e con pazienza»--.
Di fatto non è detto che il comunicato significhi che la questione è chiusa e le trattative siano interrotte, ma può vedersi come un segnale dato a Roma che ribadisce una posizione netta e non negoziabile. Il segnale è dunque arrivato a destinazione. Il resto si vedrà.
A conclusione della riunione dei superiori maggiori della Fraternità San Pio X, tenutasi in Svizzera, dal 25 al 28 giugno 2016, il Superiore generale ha trasmesso il seguente comunicato:
Scopo della Fraternità San Pio X è principalmente la formazione dei sacerdoti, condizione essenziale per il rinnovamento della Chiesa e per la restaurazione della società.
- Nella grande e dolorosa confusione che regna attualmente nella Chiesa, la proclamazione della dottrina cattolica richiede la denuncia degli errori che si sono fatti strada in essa e sono, purtroppo, incoraggiati da un gran numero di pastori, tra cui lo stesso Papa.
- La Fraternità San Pio X, allo stato attuale di grave necessità che le conferisce il diritto e il dovere di amministrare aiuto spirituale alle anime che si rivolgono ad essa, non cerca in primo luogo un riconoscimento canonico, a cui ha diritto come opera cattolica. Ha un solo desiderio: portare con fedeltà la luce della Tradizione bimillenaria che mostra l'unica via da seguire in questa epoca di buio in cui il culto dell'uomo sostituisce il culto di Dio, sia nella società che nella Chiesa.
- La "restaurazione di tutte le cose in Cristo" perorata da San Pio X, alla sequela di san Paolo (cfr. Ef 1,10), non può avvenire senza il supporto di un Papa che favorisca concretamente il ritorno alla Sacra Tradizione. In attesa di quel giorno benedetto, la Fraternità San Pio X si propone di raddoppiare gli sforzi per stabilire e per diffondere, con i mezzi che la Divina Provvidenza le conferisce, il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
- La Fraternità San Pio X prega e fa penitenza per il Papa, perché egli possa avere la forza di annunciare la fede e la morale cattolica nella loro interezza. In questo modo egli accelererà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria che noi desideriamo ardentemente mentre ci avviciniamo al centenario delle apparizioni di Fatima.
Vescovo Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X
Ecône, 29 giugno 2016
Festa dei Santi Pietro e Paolo
(Fonte: FSSPX / MG - DICI in data 29 Giugno 2016)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Oggi avrebbe dovuto essere il giorno della ratifica. Ma le recenti dichiarazioni (il papa a La Croix e Muller in Germania) invece di rimanere al dichiarato "senza condizioni" hanno ritirato in ballo il concilio. Ovvio che non poter mettere in discussione nulla del concilio (come sembrava invece possibile) cambia le carte in tavola. E, anche alla luce delle recenti uscite su Lutero et alia, la situazione si va facendo vieppiù ingravescente.
RispondiEliminaOvvio, purtroppo, il comunicato di Fellay.
Mix,
RispondiEliminaalla luce si tutto, meglio cosi.
Deo gratias.
RispondiEliminaIl seme é ancora custodito al sicuro e continuerà a fruttificare, per la forza prorompente della Verità, che é, per sua natura, tutta intera. Nel Pantheon della neochiesa la Santisima Tinità, nostro Signore, no.
P.S. Perché riesco a capire a volo quello che dicono questi sacerdoti, quello che dicevano i papi preconcilio mentre coi pastori e papipostconciliari non ci capisco un emerita acca se non a fatica e dopo operazioni ermenutiche e contro ermenutiche folli che lasciano aperte tutte le possibilità e anche dopo queste ermenutiche mi sembra di svolazzare nell'aria fritta ?
Anna
Non si preoccupi Anna, è in numerosa compagnia
EliminaMi inchino, anche commosso, di fronte a ogni singola parola della dichiarazione emessa oggi dal Vescovo Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, a conclusione della riunione dei superiori maggiori della Fraternità San Pio X, tenutasi in Svizzera, dal 25 al 28 giugno 2016.
RispondiEliminaIl "si' si', no, no" è davvero l'unica cosa che conta di fronte alla Verità che ci ha rivelato il Figlio di Dio, che si è fatto Uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. "Ricapitolare tutte le cose in Cristo", come dice San Paolo, come aveva ribadito San Pio X e come afferma questa dichiarazione, è il solo compito di chi crede in Lui.
(dalla mia pagina FB, Danilo Quinto)
Ma sembra che Fellay ha preso la posizione di Williamson.
RispondiEliminaNo. Williamson era intransigente, lui no.
RispondiEliminaTuttavia, a questo punto, ha preso l'unica posizione possibile.
Ero per l'entrata. Hanno fatto bene. Qui va di male in peggio e ancora. Non capisco poi la fissa per il Vat.II, quando dicono e stradicono che non è dogmatico.Mah!? Bene, Bravi. Preghino per la Santa Sede. Stiamo affondando. Con dolore grande. E vergogna.
RispondiEliminaMi sembra che l'analisi di Mic, pur non essendo noi in possesso di tutte le informazioni, sia la più plausibile: Fellay "ha preso l'unica posizione possibile."
RispondiEliminaE, su un piano più generale e storico, ha ragione Rosa: "alla luce di tutto, meglio così."
Almeno, abbiamo/avremo una roccia a cui aggrapparci.
............insomma credo di avere in forte antipatia la parola ermeneutica: non ne ho azzecata neppure una !!!!! (pure questa qui l'ho dovuta correggere .................)
RispondiEliminaAnna
Cosi, se e quando canonizzeranno Lutero, i Cattolici sapranno a chi rivolgersi, in terra.
RispondiEliminaSicuro che tra "i mezzi che la Divina Provvidenza le conferisce" non ci possa essere la prelatura personale?
RispondiEliminaGuardate che oggi non era prevista alcuna ratifica, ma una riunione dei superiori per fare il punto della situazione dopo gli ultimi incontri a Roma. La posizione della fsspx è sempre la stessa e questa è l'unica possibile per permetterle di stare unita: chiedere cioè la regolarizzazione unilaterale da Roma. Il comunicato si pone in questa linea e non ha alcun motivo di allarmare chi tifa per la regolarizzazione (vedete infatti il saggio commento di rorate:http://rorate-caeli.blogspot.com/2016/06/rorate-analysis-sspx-communique-on.html#more ) Risulta peraltro che la Commissione Ecclesia Dei abbia già in programma una riunione di lavoro sul tema tra non molto. Non c'è nessuna novità: tutto è nelle mani di Roma, oggi come lo era ieri
RispondiEliminaGuardate che oggi non era prevista alcuna ratifica, ma una riunione dei superiori
RispondiEliminaI superiori si sono riuniti nei giorni scorsi e non sarà stata l'unica riunione. Oggi è la giornata delle ordinazioni ad Econe (tra cui due italiani).
In ogni caso, mesi fa, si parlava di possibilità di ratifica per oggi.
Ma ciò accadeva molto prima delle ultime esternazioni di Bergoglio a La Croix e di Muller in Germania. E' chiaro che in Curia (e non solo) c'è più d'uno che ha brigato, come sempre, e che briga contro e non aggiungo altro.
Del resto che importanza ha?
Le aspettative c'erano ed erano positive. Io non ne ho mai parlato per non suscitare polveroni, inevitabili, che potessero nuocere. Ma, evidentemente, c'è qualcosa che va al di là di qualunque cautela o aspettativa. E dovremo farcene una ragione, navigando a vista più che mai...
Non resta che aspettare ancora e pregare.
Al cospetto di quella orrenda palude di ambiguità, truce conformismo coi Poteri che contano e sviamento e ribaltamento in cui si è trasformato il resto della Chiesa Cattolica, con pochissime, emarginate, isolate, disperse altre voci sono una oasi di chiarezza e fedeltà, un estremo rifugio. L'ultimo baluardo direi. Per il bene di tutti noi preghiamo e speriamo che resistano.
RispondiEliminaMiles
Sicuro che tra "i mezzi che la Divina Provvidenza le conferisce" non ci possa essere la prelatura personale?
RispondiEliminaLa prelatura personale, PER DEFIniZIONE, scippa i fedeli. La prelatura personale, se, da un lato garantisce una certa autonomia INTERNA, dall'altro prevede che ogni attività ESTERNA sia concordata con il vescovo locale. La prelatura personale, per ben che andava, avrebbe comportato, il congelamento della situazione così come è oggi e, per il futuro, ogni nuova attività, farla passare per le "forche caudine" del coordinamento con le curie.
Ottima riflessione.
RispondiEliminahttp://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1818%3Ale-scuse-di-papa-bergoglio&catid=64&Itemid=81
Prego ogni giorno di più, sia per tutti i sacerdoti della Fraternità e soprattutto per i Vescovi della stessa, affinchè il Signore dia loro la forza di rimanere sempre più strettamente dentro la Dottrina della Chiesa cattolica di sempre senza mutare uno iota. Prego incessantemente che il Signore li mantenga umili e senza presunzioni di potere.
RispondiEliminaGrazie Monsignori e grazie ai sacerdoti che danno tutte le loro forze, Dio vi ricompenserà in altri modi; non c'è solo il potere del mondo, che appartiene a chi crede che il mondo sia tutto (come da 50 anni fanno capire gli idolatri e papolatri) ma c' soprattutto il potere di Dio che dà la forza alla buona volontà, e fà vedere gli errori, ma solo a chi non cieco e non è presuntuoso.
Continueremo sulla strada che da decenni percorriamo rivolgendoci al nostro Vero Dio che non ci abbandonerà alle voglie del demonio.
Un nuovo grazie alla Fraternità che ci assicura con tanti sacrifici ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra anima; e che la Madonna ci assista ed assista soprattutto i sacerdoti della Fraternità, - S.Pio X e Mons. Lefebvre saranno sempre accanto a noi per alzare sempre di più la nostra fede Cattolica.
Secondo me il comunicato non significa che la questione è chiusa e le trattative siano interrotte, ma un segnale dato a Roma che ribadisce una posizione netta e non negoziabile.
RispondiEliminaIl segnale è dunque arrivato a destinazione. Il resto si vedrà.
"ll criterio per il riconoscimento della Fraternità è e resta la piena accettazione dell’autorità del Concilio Vaticano II e di tutti i suoi documenti (libertà religiosa, ecumenismo, ecc.)"
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/Documenti/Doc0944_Comunicato_Diocesi_Ratisbona_su_FSSPX_22.06.2016.html
Può darsi benissimo che il VdR, della cui preparaziene teologica, per non dire in generale, ormai tutti ci siamo resi conto (l'altro ieri ne parlavano apertamente su EWTN, importante TV cattolica americana), accetterebbe l'FSSPX senza chiedere nulla in cambio- per lui tutto fa brodo - ma in Curia e non solo, questo non possono permetterlo.
RispondiEliminaLe ultime vicende in Belgio sono eloquenti: un Vescovo che "caccia" preti cattolicissimi ed in pienissima comunione con Roma, ma che evidenziano con il loro successo tra i fedeli che il "Popolo di DiO " vuole sacerdoti così e non alla vescovo di Bruxelles appunto. Tuttociò fa capire che per i veri cattolici, laici e religiosi, non c'è posto. Troppo sarebbe il confronto, a sfavore dei protestantizzanti per accettarlo.
Chiunque abbia lavorato in ambienti professionali capisce di cosa parlo.
Se inoltre a queste miserie d'invidia e ripicca umane, troppo umane, si accompagnano ordini dall'Alto, da Poteri a cui non si può dire di no, che hanno un enorme capacità di ricatto, il gioco è fatto.
Ripeto: meglio così, un po' di chiarezza in questa estrema confusione non guasta.
Il segnale che viene dato dal comunicato non è di chiusura, ma rappresenta un messaggio al Papa di agire secondo quanto ha dato a intendere di recente.
RispondiEliminaCiò che affermano i superiori della FSSPX è che non cercano il riconoscimento al prezzo della rinuncia delle proprie critiche agli aspetti negativi del CVII. La chiave che dimostra la non chiusura della FSSPX è quella del "riconoscimento al quale essa ha diritto in quanto opera cattolica". E' una chiara allusione al fatto che papa Francesco considera - al contrario di tanti altri - la FSSPX un'opera cattolica, e quindi l'invito al Papa è CHIARAMENTE che egli proceda al riconoscimento senza porre condizioni.
Sono convinto che questo sia un messaggio in codice che a Roma è stato ben compreso. Dopo tutto, la decisione della Diocesi di Ratisbona di "tollerare" - pur senza approvare - le prossime ordinazioni sacerdotali della FSSPX presso il seminario di Zaitzkofen è un altro segnale di apertura.
Sono convinto che questo sia un messaggio in codice che a Roma è stato ben compreso. Dopo tutto, la decisione della Diocesi di Ratisbona di "tollerare" - pur senza approvare - le prossime ordinazioni sacerdotali della FSSPX presso il seminario di Zaitzkofen è un altro segnale di apertura.
RispondiEliminaQuesta tolleranza o intolleranza non è certo una novità.
Se si riconosce che la FSSPX, pur stando antipatica all'establishment, è cattolica allora non rimane che tollerarla.
Se non la si riconosce come cattolica parimenti non resta che tollerare la sua esistenza in nome della libertà religiosa garantita dallo Stato (in tal caso quanto la libertà religiosa proclamata dal CVII viene opportunamente sottaciuta).
In ambedue i casi è difficile leggervi una qualsivoglia apertura.
Inoltre consideriamo che le possibilità erano due:
- passare sotto silenzio l'avvenimento delle ordinazioni sacerdotali (confermando così tacitamente lo status quo);
- commentarlo dandone conseguentemente e inevitabilmente un certo risalto.
È stata scelta la seconda opzione, la quale trasuda un atteggiamento di chiusura piuttosto evidente (addirittura si giunge ad accennare a sanzioni).
Tradotto in termini più prosaici suona come: "per ora vi tolleriamo perché non possiamo fare altro, ma non fatevi illusioni".
Quaderno N°3985 del 09/07/2016 - (Civ. Catt. III 3-104 )
RispondiEliminaArticolo
CATTOLICI E LUTERANI. L'ECUMENISMO NELL'«ECCLESIA SEMPER REFORMANDA»
Giancarlo Pani S.I.
résumé:
Il 31 ottobre 2015, festa della Riforma, la Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti e la Chiesa evangelica luterana in America hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che fa il punto sulla storia recente dell’ecumenismo. Si intitola Dichiarazione lungo il cammino: Chiesa, ministero ed eucaristia, ed elenca 32 affermazioni teologiche che segnano il consenso dei cattolici e dei luterani sui punti dell’accordo. Rilevante è il consenso sulla «misericordia» per l’accesso all’Eucaristia. Non mancano i punti controversi e il cammino ancora da percorrere. Il 15 novembre, in occasione della visita del Papa alla Christuskirche di Roma, il dialogo avuto tra Francesco e i presenti ha confermato che non è cambiata la dottrina, ma solo il modo di interpretarla, alla luce del Vangelo.
La nostra è una fatica di Sisifo.
RispondiEliminaCi vengono proposti continuamente come nuovi temi già trattati e discussi.
Su questo argomento, vedi:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/05/cattolici-e-luterani-verso-il-2017.html
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/01/preghiera-comune-cattolico-luterana.html
da quei documenti si trovano anche link e rimandi ad altri apporofondimenti
Riguardo alla visita del papa alla Christuskirche di Roma, c'è una sua dichiarazione per nulla rassicurante...
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/11/la-dottrina-veicolo-di-grazia-alle.html
Per contro, dichiarazioni ineccepibili del card. Sarah:
Risponde così il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione del Culto Divino, a coloro che hanno visto un'apertura all'intercomunione tra cattolici e luterani in una risposta data da Papa Francesco ad una luterana durante la sua recente visita alla comunità luterana di Roma*.
«Noi diamo la comunione ai cattolici», dare la comunione a tutti è «una sciocchezza», dice il Cardinale africano. «Non c'è intercomunione tra anglicani e cattolici, tra cattolici e protestanti. Se vanno a messa insieme, il cattolico può andare alla comunione ma il luterano o l'anglicano no».
Senza un'unione nella fede e nella dottrina, aprire le porte all'intercomunione «sarebbe promuovere la profanazione». «Noi non possiamo farlo. Non è che dobbiamo parlare con il Signore per sapere se possiamo fare la Comunione. Noi dobbiamo sapere se siamo in accordo con le regole della Chiesa. La nostra coscienza deve essere illuminata dalle regole della Chiesa che dice che, per comunicarsi, abbiamo bisogno di essere in stato di grazia, senza peccato, e avere fede nell'Eucaristia.
Non è un desiderio o un dialogo personale con Gesù che determina se possiamo ricevere la comunione nella Chiesa cattolica. Una persona non può decidere se è in grado di ricevere la Comunione. Deve essere cattolica, in stato di grazia, correttamente sposata [se coniugata]».
L'intercomunione non permette l'unità perché «il Signore ci aiuta ad essere uno se lo riceviamo in modo corretto altrimenti noi mangeremo la nostra condanna, come dice san Paolo (1 Corinzi 11,27-29).
Non riusciamo a diventare una cosa sola se si partecipa alla comunione con il peccato, con disprezzo per il Corpo di Cristo».
«Non cerco tale regolarizzazione canonica come un assoluto. Per me, è chiaro, ne abbiamo il diritto, ma non faremo compromessi né nuoceremo alla fede e alla disciplina della Chiesa per averla. Consideriamo una ingiustizia il fatto che non ci sia concessa, e manteniamo il nostro punto di vista, è tutto. E trovandoci davanti alla scelta di conservare la fede o fare un compromesso, è chiaro: non faremo un compromesso!».Intervista di mons. Fellay al National Catholic Register del 26 maggio 2016:
RispondiEliminaGRANDE MONS. FELLAY VESCOVO SERIO AMANTE DELLA VERITA' E DELLA COERENZA
per fortuna, anzi per grazia! Come si fa a lavorare all'interno di una chiesa che non si sa neppure se è più la Chiesa che siamo tenuti a servire? In diverse profezie si parla di una falsa chiesa, di una nuova chiesa non sostenuta nè dai santi nè dagli angeli. Inoltre abbiamo sotto gli occhi cosa possono fare i "tradizionalisti" che lavorano da dentro: non sono nemmeno liberi di dire solo la messa tradizionale, devono dare dei contentini, pagare il pegno per stare nelle riserve indiane. Poi quasi tutti muti, o a dire solo un pochino dell'enorme sdegno che bisognerebbe manifestare apertamente, perchè è Gesù ad essere offeso, è la legge di Dio ad essere aggirata da questo Papa e dai suoi sudditi tutti vergognosamente complici perchè tacciono davanti alla rovina delle anime. Grazie al cielo Mons Fellay, ancora una volta è stato ispirato dal cielo e non si è fatto influenzare da quelli che piuttosto di portare ancora la paglia (che pare diventata pesa) si sono inventati la favola che la FSSPX da dentro farebbe miracoli, quelli che il Buon Pastore, la San Pietro, i Francescani dell'Immacolata ed altri che credono di poter scendere a compromessi con Mammona, non sono riusciti a fare. Siamo nel tempo di doverci schierare, non si può con il pretesto dell'obbedienza servire Dio e Mammona, perchè alla fine si serve solo Mammona.
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