Palmaro & Gnocchi
Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi (Questo Papa piace troppo, Milano, Piemme, 2014) paragonano il pontificato di Francesco I alla musica pop, la quale “non è altro che esercitare a vuoto l’intelligenza” (op. cit., p. 41), e citano Luciano Spaziante (Sociosemiotica del pop), il quale scrive: «“la cultura pop si contraddistingue come una cultura del fare piuttosto che del sapere, dove per lasciare spazio alla spontaneità si preferisce non sapere, dove la pratica conta più che la teoria. […]. Il pop riesce e sfondare, in Italia come altrove, nonostante la barriera linguistica dell’inglese. Il motivo risiede probabilmente nel fatto che il significato della parola è l’ultima cosa che si coglie”. Questa dismissione del significato della parola - continuano i due autori - spiega quel desiderio di identificarsi nella pop star di turno che domina attualmente nel mondo cattolico [Jorge Mario Bergoglio]. Il collante di questa grande ola è un vago sentimento, molto, troppo, anteriore a fede, dottrina e morale. Eppure la pratica del cattolicesimo ha sempre richiesto l’esercizio dell’intelletto e della volontà» (op. cit., p. 42).
Modernismo, esperienza e sentimento religiosi
L’esperienza religiosa e il sentimento religioso sono due concetti tipicamente modernisti, che contrastano diametralmente con la dottrina cattolica. Infatti il genuino sentimento religioso nasce dalla conoscenza e dall’amore di Dio. Secondo il cattolicesimo il sentimento e l’esperienza religiosi non precedono, ma accompagnano e seguono la conoscenza di Dio, ma dal luteranesimo al modernismo il sentimentalismo e l’esperienza subconscia del divino son diventate la principale se non l’unica fonte della vita religiosa ridotta a esperienza psicologica individuale, che si può definire anarchia e smarrimento dello spirito, il quale si avvia inconsciamente verso il panteismo e l’ateismo[1].
«Non passa omelia, non passa intervista, non passa bagno di folla in cui il Papa non scrolli le spalle a una fede che si oggettiva nel rigoroso rapporto con la ragione. “Nomina nuda tenemus / conosciamo solo i nomi e non la natura delle cose”, sembra questo il messaggio di Francesco I, lo stesso del francescano Guglielmo Occam. […]. La fede non cerca più un intelletto che ritiene inabile a conoscere veramente, produttore di oggettivazioni che rischiano di divenire un ostacolo all’incontro con Cristo. […]. Portato nel perimetro della Chiesa, tutto questo produce un cattolicesimo senza dottrina, emotivo, empatico, pneumatico […] ciò segna la nascita di un cattolicesimo liquido» (M. Palmaro – A. Gnocchi, op. cit., pp. 66-70).
Ma senza dottrina, teologia, studio della fede non si diventa buoni cristiani. Se i preti non studiano teologia nei minimi dettagli molte anime si perdono, come se i dottori non studiano approfonditamente la scienza medica molti uomini muoiono.
Il pop, la Scuola di Francoforte e Bergoglio
La Scuola di Francoforte ha studiato attentamente la musica e ha capito che, togliendo l’armonia dalla musica e immettendovi solo il ritmo ossessivo, essa diventa un ottimo strumento di depravazione mentale e morale, perché scatena le passioni dell’appetito concupiscibile a discapito dell’irascibile (musica marziale) e della razionalità (musica armonica, gregoriana e classica).
Dagli Usa Herbert Marcuse, negli anni Sessanta, ha lanciato una campagna ideologica di diffusione massiccia di musichette e canzonette pop, ritmate e sincopate. L’uomo è diventato interiormente schiavo delle sue fantasie, dei ritmi ossessionanti e ha perso la libertà psicologica.
Il quotidiano torinese La Stampa (29 giugno 1965) intitolava: «Estate 1965, i Beatles in Italia. Isteria collettiva» e continuava: «assistiamo alla degenerazione dei comportamenti giovanili, sembrano tanti automi, simili ad epilettici o indemoniati».
L’effetto della musica rock e pop era quello di liberare i giovani da ogni “inibizione” o meglio senso del pudore, per tagliare i ponti colla propria famiglia e vivere da sradicati. La musica pop era vissuta come protesta contro la generazione anteriore. Le parole di essa ridicolizzano l’autorità, la Chiesa, la morale, il maestro, il marito e la tradizione. L’unica vergogna è il pudore. Il genere rock (derivato dal boogie-woogie) si basa su motivi afro-americani, ripresi da antiche usanze tribali, atte a liberare dai freni inibitori o meglio dalla padronanza di sé. Molti complessi musicali (Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd) sono stati la testa d’ariete per animalizzare l’uomo europeo, onde il darwinismo si è avverato ma all’incontrario: dall’uomo è derivata la “scimmia”.
La musica è stata - anche nello Strutturalismo francese degli anni Sessanta - l’elemento dirompente e dissolutore dell’armonia e dell’equilibrio umano (sensibilità sottomessa a intelletto e volontà). A partire da Richard Wagner e Schönberg, con cui inizia il predominio della variazione, la dissonanza, l’accavallamento dei temi, si è giunti alla musica leggera o pop moderna, madre del Sessantotto, che è la radicalizzazione della disarmonia per squilibrare e diseducare attraverso l’udito la mente delle giovani generazioni.
Purtroppo il fenomeno Bergoglio (nato dal Concilio Vaticano II) è analogo a quello della musica pop: il primato del fare, il disprezzo della ragione e della dottrina. Francesco I stesso ha definito il Vaticano II come “una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea” (M. Palmaro - A. Gnocchi, op. cit., p. 48) [*] e la cultura contemporanea è quella post-moderna e nichilistica, ben peggiore della cultura moderna o idealistica: Bergoglio peggiora Roncalli, Montini, Wojtyla e Ratzinger come il nichilismo di Nietzsche, Marx e Freud peggiora l’idealismo di Cartesio, Kant e Hegel.
Il “Vangelo” di Bergoglio è quello deformato dalla cultura del mondo moderno e contemporaneo e non è più quello di Gesù e degli Apostoli. Ma in San Paolo è rivelato divinamente: “Se io stesso o un angelo vi annunziassimo un Vangelo diverso da questo [di Cristo e degli Apostoli] sia anatema” (Gal., I, 8 ss.).
“La riforma liturgica, ha spiegato papa Bergoglio, è il frutto principale dell’adattamento della Chiesa alla modernità voluto dal Vaticano II. una sciagurata iniziativa – commentano i due autori – in fondo alla quale l’uomo finisce per celebrare se stesso ” (M. Palmaro – A. Gnocchi, op. cit., p. 63).
Ora “la persecuzione del mondo nei confronti della Chiesa è ingiusta, ma non irragionevole. Anzi, è proprio la pacificazione [tra mondo moderno e Chiesa] a risultare impossibile. Non fosse altro per la […] richiesta di uniformarsi all’uomo della croce: un affronto imperdonabile e una richiesta incomprensibile per l’orgoglioso mondo moderno” (op. cit., p. 81).
«Solo il cristiano che accetti il conflitto con lo spirito mondano può permettersi di essere misericordioso. “Amare davvero il mondo, desiderare la sua salvezza, diceva Gilbert Keith Chesterton, equivale a combatterlo. […]. Ogni secolo ha bisogno di Santi che lo contraddicano”» (op. cit., p. 89 e 100).
L’Esortazione Amoris laetitia (19 marzo 2016) di Francesco I ammette che si possa dare l’Eucarestia ai divorziati risposati che vogliono perseverare nel loro stato oggettivamente peccaminoso, ma la condizione dell’anima in peccato mortale davanti a Dio resta tale e quale anche se il Papa, in un documento non infallibile, cerca di “ridarle” la grazia santificante.
Pio XII lamentava il fatto che nel mondo moderno si fosse perso il senso del peccato. Oggi è il Papa che non solo lo ha perso, ma esalta il peccato ponendo la convivenza addirittura ad uno livello superiore a quello del matrimonio non ben preparato (Intervista durante il ritorno da Ankara, 27 giugno 2016). Non solo ci si rassegna davanti all’avanzata del male morale, ma lo si accetta e lo si esalta diabolicamente. Questo modo di agire non è conforme alla Legge divina e il potere del Papa, che su questa terra non ha superiori, è limitato proprio dalla divina Volontà. Non è umanamente né ecclesialmente possibile deporre il Papa, ma l’unico rimedio è il ricorso a Dio onnipotente e giusto, che “deposuit potentes de sede et exaltavit humiles / depose i potenti dal loro seggio ed esaltò gli umili” (Lc., I, 46-55).
Giustamente Palmaro e Gnocchi scrivono: “Oggi gli uomini di Chiesa appaiono intimiditi davanti al mondo al pari dell’uomo kantiano davanti al noumeno […] ci si considera incapaci di conoscerlo e, quindi, si rinuncia a insegnare e a convertire: si tenta solo di interpretare” (op. cit., p. 105-106).
Conclusione
Non perdiamoci di coraggio. Gesù ha promesso solennemente: “Le porte degli inferi non prevarranno” (Mt., XVI, 18) e la Madonna a Fatima ha detto: “Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà!”. I Padri hanno parlato delle crisi che la Chiesa avrebbe patito nel corso dei secoli, ma ci hanno rassicurato.
San Beda il venerabile ha scritto: «In questo passo del Vangelo di Marco (VI, 47-56) è scritto giustamente che la Nave (ossia la Chiesa) si trovava nel mezzo del mare, mentre Gesù stava da solo sulla terra ferma: poiché la Chiesa non solo è tormentata ed oppressa da tante persecuzioni da parte del mondo, ma talvolta è anche sporcata e contaminata di modo che, se fosse possibile, il suo Redentore in queste circostanze, sembrerebbe averla abbandonata completamente» (In Marcum, cap. VI, lib. II, cap. XXVIII, tomo 4) e Sant’Ambrogio di Milano: «La Chiesa è simile a una nave che viene continuamente agitata dalle onde e dalle tempeste, ma non potrà mai naufragare perché il suo albero maestro è la Croce di Gesù, il suo timoniere è Dio Padre, il custode della sua prua lo Spirito Santo, i suoi rematori gli Apostoli» (Liber de Salomone, c. 4).
La conclusione, quindi, mi pare ovvia: «il rimedio ad un male così grande come “un Papa scellerato” e la crisi nella Chiesa in tempi di caos è la preghiera e il ricorso all’onnipotente assistenza divina su Pietro, che Gesù ha promesso solennemente» (Gaetano, Apologia de Comparata Auctoritate Papae et Concilii, Roma, Angelicum ed. Pollet, 1936, p. 112 ss.).
Nella situazione odierna occorre non adulare i cattivi Pastori né aver paura di essere disprezzati, ma riconoscere
- che delle “novità” si sono infiltrate nella pastorale della Gerarchia ecclesiastica a partire da Giovanni XXIII (“contra factum non valet argumentum”) e perciò è lecito “non ubbidire nelle cose cattive e non adulare i malvagi prelati”;
- che, tuttavia, i Papi “conciliari”, pur avendo mal usato del loro sommo Potere, lo hanno conservato. Pertanto bisogna, come consigliava il cardinal Tommaso de Vio, ricorrere alla preghiera e alla riforma di se stessi perché negli uomini di Chiesa ritorni l’ordine, che solo Dio, tramite il Papa e col concorso delle cause seconde, può restaurare nella Chiesa.
In breve l’aiuto di Dio è assolutamente necessario alla Sua Chiesa ed esso non manca mai; purtroppo è la non corrispondenza degli uomini alla grazia di Dio che vanifica il buon risultato della vera riforma della Chiesa in capite et in membris. Quindi occorre un Papa che ribadisca la verità nella sua purezza e soprattutto che la cali in pratica con una riforma dei costumi e della vita cristiana. Inoltre occorre un Episcopato che collabori col Papa, altrimenti il Papa da solo può soltanto definire la verità ma non farla vivere a chi la rifiuta con ostinazione. Allora i fedeli, aiutati dai buoni Pastori nella dottrina e nelle opere, potranno ritornare alla piena pratica della vita liturgica, spirituale, morale e contribuire alla restaurazione dello spirito cristiano all’interno della Chiesa.
Oggi purtroppo si riscontra una deficienza di sana dottrina
- nel Papa (Francesco I);
- nell’Episcopato (compresa quella parte che combatte per il mantenimento della Legge naturale, ma neglige la questione dogmatica sulla continuità reale o solo verbale tra Vaticano II e Tradizione apostolica);
- nei fedeli così mal guidati da cattivi Pastori. Ora tale situazione richiede un intervento straordinario della onnipotenza divina che, dopo averci chiamato con Misericordia, dovrà intervenire con la correzione e con il castigo. A mali estremi, estremi rimedi.
“Quel che temo, in questi tempi, è più una seduzione che una persecuzione. I nemici della Chiesa, oggi, si credono e si dicono cristiani, ma favoriscono l’eresia e lo scisma. Ciò che li rende molto pericolosi è la generale debolezza della fede presso i cattolici, l’amore sregolato dei piaceri mondani, la licenza immorale generalizzata. La maggior parte dei cristiani è cristiana solo di nome. Gesù non è conosciuto né amato soprannaturalmente. Quindi mi sembra necessario che per guarire una società così gravemente ammalata Dio castighi duramente, ma assieme misericordiosamente: infatti Dio colpisce soprattutto per guarire”. (Le Très Révérend Père Marie-Théodore Ratisbonne. D’après sa correspondance et les documents contemporains, Parigi, Poussielgue, 1903, tomo II, p. 488).
d. Curzio Nitoglia
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* Su questo avevamo redatto un documento: NEC PLUS ULTRA [qui], perché già ci sembrava superato un limite ineludibile...
1. Cfr. U. Eco, La struttura assente, Milano, Bompiani, 1968; J. M. Auzias, tr. it., La chiave dello strutturalismo, Milano, Mursia, 1969; J. Piaget, tr. it., Lo strutturalismo, Milano, Il Saggiatore, 1968; S. Moravia, Lo strutturalismo francese, Firenze, Sansoni, 1975.
2. Cajetanus, De comparatione Papae et Concilii, ed. Pollet, 1936, cap. XXVII, p. 179, n. 411.
Dopo le vergognose Parole di Galantino.
RispondiEliminaDopo la Santa Alleanza col neosindaco di Milano e l’impegno per la moschea, il cardinale Angelo Scola non scorda i suoi amici islamici, ai quali rivolge l’ormai consueto messaggio per la fine del ramadan. In fondo, la birichinata di Dacca non è che un piccolo incidente da scordare. Più importante è definire cos’è la “vera religione” e chiarire senza equivoci il proprio calabrachismo.
Paolo Deotto
bellissimo pezzo. Tra i primi citati nell'art., i Beatles:
RispondiEliminanon dimentichiamo la simbologia "inversa" presente chiaramente nella loro Helter Skelter che non parla di ciò di cui sembra stia parlando.
dalla chiusura dell'art. "La maggior parte dei cristiani è cristiana solo di nome. Gesù non è conosciuto né amato soprannaturalmente."
RispondiEliminavero. Oggi poi le folle esaltate sono convinte di trovare nel neocattolicesimo falsato e pop, coniato sull'uomo e le sue voglie, un avallo ai propri peccati e alla "vita secondo me". la Chiesa sarebbe lì solo per benedire e ufficializzare le esigenze carnali (Ancilla Hominis, appunto): divorzio, 2nde nozze, omosessualismo, esotismo, senza trasportare più nessuno alla salvezza, ai monti della vita spirituale.
Figurarsi se si insegna a leggere in ottica soprannaturale.
Quante persone, tra le pochissime che ci vanno ancora, dicono "vado in chiesa perchè mi fa stare bene".
Siamo tornati al balbettìo parafasico. E si parla ancora di formalmente "credenti". Figurarsi il resto.
"Amoris laetitia". Consigli minimi per non perdere la strada
RispondiEliminaLi formula il cardinale Ennio Antonelli, che chiede però anche "ulteriori indicazioni da parte della competente autorità". Per ovviare a "rischi e abusi sia tra i pastori che tra i fedeli"
di Sandro Magister
Noi musulmani ipocriti: Daesh ci rappresenta
RispondiElimina
La sharia “inventata” dagli ulema e insegnata nelle scuole coraniche è la stessa che viene praticata dai militanti dello Stato islamico. La “giurisprudenza religiosa, sorta più di 10 secoli fa” ha “incatenato e arrugginito il nostro cervello e quello dei nostri figli”. È urgente svecchiare la religione musulmana dalle ambiguità legate al passato. La coraggiosa denuncia di un giovane studente musulmano algerino.
Un vecchietto che invidia i sedevacantisti poiché, non essendo cattolici, si posson permettere di criticare il Papa, senza fare peccato, (lui, invece, essendo
RispondiElimina"prutroppo" cattolico, e' convinto che criticare il Papa sia sempre peccato),
completa l'esposizione di cio' che gli era stato insegnato sul Papa, con un
altro assunto. "Tutto cio' che dice e tutto cio' che fa il Papa, in materia
religiosa e' sempre direttamente ed immediatamente ispirato da Dio. Circa
poi le cose di ambiti non direttamente ed esplicitamente connessi con la
religione, allora, in tali campi, il Papa puo' anche fare e dire cose non
sempre opportune, ma, in se stesse, certamente, quanto meno non cattive".
Onestamente, non mi sembra che la Chiesa abbia mai insegnato e proposto ai
fedeli tali approcci. Comunque, gli eventi di questi ultimi tre anni, hanno
visto il vecchietto di cui sopra, reagire all'inizio, cercando di imporsi
un'approvazione ed un entusiasmo (quanto meno in pubblico) che, in realta'
non provava. Poi dicendo a se stesso, "Il Papa e' lui. Si vede che Dio, per
motivi suoi, lo sta ispirando cosi'". Ed e' finito con il rammaricarsi del
proprio Cattolicesimo che, a questo punto, per come gli e' stato insegnato,
non riuscendo piu' a non criticare, (quanto meno nei propri pensieri) lo fa
sentire un candidato all'inferno.
Non pubblico gli anatemi sedevacantisti a don Cruzio Nitoglia. Se hanno da criticare qualcosa lo facciano con argomenti non con la loro falsa nozione di infallibilismo papale.
RispondiEliminaDio ci conservi Don Curzio!
RispondiEliminal'infallibilità papale non è più tale e decade se mette al contrario, e spesso,e in più punti, gli stessi insegnamenti di Gesù Cristo e i Comandamenti.
RispondiEliminaCertamente Josh, grazie. È per questo che riferendomi a loro ho parlato di "infallibilismo".
RispondiEliminaQuesti mutamenti risalgono al secondo dopoguerra e ancora prima. Nella cultura popolare è rimasta traccia dell'inondazione della cultura americana sia nelle canzonette sia nei film, mi viene in mente: Roma forestiera, Tu vuò fa l'ammericano, Un americano a Roma.La cultura popolare americana ha letteralmente sepolto la cultura popolare indigena che ha resistito in spazi limitati anche se di successo come il film di Steno con Sordi.Già molto prima del 1921, anno della sua morte, Henri Joseph Delassus aveva "smascherato" i nemici della Chiesa; su questo tema dell'influsso della cultura americana rimane il libro: "L'Americanismo e la congiura anticristiana", la cui Introduzione è proprio di don Curzio. L'americanismo è legato alla cultura ebraica e alle sue ondate migratorie in America che vanno dal 1654 in avanti. E' interessante leggendo la storia ebraica (Chaim Potok, Storia degli Ebrei,Garzanti 2007; Paul Johnson, Storia degli Ebrei, TEA 2006) vedere i vari flussi nella loro composizione, nella loro provenienza, nella lotta del loro inserimento, nello sviluppo culturale al loro interno e il contributo culturale, economico, politico che hanno dato all'esterno. Questo per quello che riguarda l'Occidente. "In Wagner è infatti possibile osservare ed ascoltare, con lucidità dianzi sconosciuta,il simulacro musicale perfetto dell'incanto che anche una gnosi perfettamente amorale può trarre dal mito e dal rito sacro:...La musica, in virtù della sua peculiare forma di simbolicità, è perfettamente in grado di farsi complice della sottile rimozione che ispira la simulazione della grazia e del sacramento."(Pierangelo Sequeri, Musica e Mistica, LEV 2005).L'800 e il 900 sono quel passaggio del tempo in cui entra al galoppo in Europa la filosofia orientale, mischiandosi con la cultura europea, in particolare con il Cristianesimo e il retaggio greco romano e quello dei popoli germanici. Tutto questo per dire che per tenere in mano anche solo appena appena le redini di tutto questo, che di nuovo non ha nulla, è solo variamente miscelato e dosato, occorre tanto tempo e non ne sai mai sufficienza.Ora chi non sa riconoscere da dove parte questo segmento di vena, crede sia nuova. Una novità del suo tempo. E crede che bisogna mettersi al passo con questa novità, e si industria di ripetere i linguaggi e le mode per essere compreso e farsi comprendere. No. Questa è un'illusione diabolica. Basta rifare il percorso a ritroso per capire quello che è vecchio e quello che è nuovo,quello che è vero e quello che è falso, artefatto. E nuovo e vero di solito è solo il modo di ridire o riadattare l'antico che è il vecchio vero.
RispondiEliminaStrage di italiani in Bangladesh, solito capolavoro dell' Isis, che non è una specie di Azione cattolica in versione islamica, ma una banda di assassini specializzati in torture: usano armi da taglio perché più idonee a infliggere sofferenze alle vittime. Le quali, in attesa di essere soppresse (lentamente), sono sottoposte a un test: se sanno recitare il Corano, magari vengono risparmiate; se invece lo ignorano, allora crepino, ma non prima di aver patito atrocità di cui vi risparmio i dettagli.
RispondiEliminaPoi, i nostri intellettuali ignoranti insistono nel dire che non si tratta di una guerra di religione. E precisano: la fede è un pretesto. Come se ciò fosse una attenuante.
Quanto siano cretini certi intelligentoni da strapazzo è noto solo a quelli che hanno dovuto fare i conti con il machete. Ma sorvoliamo. Limitiamoci a ricordare che sta per entrare in vigore una legge che vieta di avere in aperta antipatia i musulmani.
Esemplifico: se tu dai del coglione a un prete della tua parrocchia, sei un maleducato, ma nessuno ti torce un capello; se invece dai del bastardo a un adoratore di Allah, perché (poniamo) ha stecchito tuo cugino, finirai davanti ai giudici e sarai condannato. Per quale reato? Islamofobia. Per cui mi domando con angoscia: ma se io non apprezzo un predicatore (ce ne sono tanti) da moschea e gli do del fesso cosa mi succede? Galera. L' ultima impresa (che non mi pare lodevole) dell' Isis è quella di cui ieri e oggi si parla: un' ecatombe di compatrioti nostri, gente che lavorava in Bangladesh e che si stava legittimamente ristorando. Ci aspettavamo che il cosiddetto islam moderato, benché non molto conosciuto, organizzasse una imponente manifestazione contro gli omicidi, allo scopo di annunciare urbi et orbi che i bastardi criminali sono una minoranza esecrabile e che non ha nulla che fare con la massa dei musulmani perbene. Zero. L' islam moderato, gentile, tollerante di cui vari illusi predicano l' esistenza, non ha fiatato, non ha «esalato» neanche un timido biasimo. Si vede che non c' è, e se c' è dorme della grossa. Il che fa supporre che abbiamo ragione noi in odore di islamofobia: questa è una guerra di religione, e anche se non siamo religiosi preferiamo la nostra, che pur non pratichiamo, alla loro, che induce chi la professa a considerare normale quanto accaduto a Dacca, dove dei jihadisti hanno sgozzato venti innocenti, dopo averli mutilati....
Amici miei,
RispondiEliminaÈ un deja vu. I sedevacantisti partono con frasette apodittiche, continuano con patenti di 'protestantesimo' senza argomentare, dando per scontato che i papi post conciliari non sono papi. Visto che non siamo d'accordo arrivano strali ingiuriosi che ignoro e per me comunque lasciano il tempo che trovano. E allora tornano alla carica con i loro argomenti, che ribadiscono un concetto di infallibilità che abbiamo confutato miriadi di volte. Poiché è estenuante ribadire per l'ennesima volta le stesse cose, continuo a ignorare e fioccano ingiurie e disprezzo. Se questo significa essere cristiani! Tenetevi pure le vostre convinzioni. Qui si affermano le nostre ma non si coarta nessuno. Quello che non capisco è perché vi ostinate a scrivere qui.
pop? :-))
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/video/politica/bersani-canta-vasco-senso-pd-arriver-1280048.html
OT
RispondiEliminaUn tragico e ilare articolo di Blondet su "la dittatura dei diritti umani e i suoi giudici invisibili". Ilare non solo per il suo modo di porgere ma, in modo particolare perchè questi figuri hanno rigettato le radici cristiane come liberticide. E' proprio vero l'umorismo di Dio è terribile. Ed ora quelli che hanno osannato la tanto saggia decisione della estromissione delle radici cristiane sono pregati di gustare nella loro interezza gli articoli,i commi,le interpretazioni sempre in divenire, della libertà, della uguaglianza e della fraternità europee.
Diabolico.
RispondiEliminahttp://www.tempi.it/eutanasia-belgio-diritto-di-morire-dovere-di-uccidere#.V330JxmpVAh
In Italia, per volontà di Laura Boldrini, sarà vietato criticare l'Islam e il risultato potrebbe essere drammatico. Ad attaccare la "presidenta" della Camera è Magdi Cristiano Allam, islamico convertito al cristianesimo e strenuo difensore delle libertà occidentali. Sul Giornale Allam ricorda come la vera minaccia per la nostra civiltà laica e liberale non siano tanto i "tagliagole" dell'Isis, che forse sconfiggeremo con le bombe, quanto i "taglialingue": coloro, cioè, che sono riusciti "a imporci la legittimazione dell'islam a prescindere dai suoi contenuti ed ora sono mobilitati per codificare il reato di islamofobia, un'autocensura nei confronti dell'islam". Una linea, quella della Boldrini, che segue quanto accreditato da Nazioni Unite, Unione Europea e Consiglio d'Europa e che, sottolinea Allam, "comporterà sanzioni penali e civili per chiunque criticherà e condannerà l'islam come religione".
RispondiEliminaColpo di grazia all'Italia - "È singolare - attacca l'editorialista - che siamo in un'Italia e in un'Europa dove chiunque può dire di tutto e di più sul cristianesimo, su Gesù, sulla Chiesa e sul Papa, senza che succeda nulla perché viene ascritto alla libertà d'espressione, mentre ci siamo auto imposti di non dire nulla sull'islam, su Allah, su Maometto e sul Corano perché urta la suscettibilità dei musulmani, perché abbiamo paura della loro reazione violenta che si ritorce indiscriminatamente contro tutti i cristiani nel mondo". Una domanda alla Boldrini allora è d'obbligo: "Dal momento che i cristiani sono in assoluto i più perseguitati al mondo per la loro fede, perché mai tra le categorie che sostanzierebbero il reato di incitazione all'odio non compare la cristianofobia?". Lei e l'Unione europea, conclude Allam, "promuovono l'invasione di milioni di clandestini musulmani" che a loro dire "rigenererebbero la vita e la civiltà dell'Italia. In questo contesto il reato di islamofobia si rivelerebbe il colpo di grazia all'Italia e agli italiani".
La storia, in breve, è la seguente: a Porto d’Ascoli, nelle Marche, nei giorni scorsi alcuni bulli hanno picchiato due giovani venditori di rose del Bangladesh rei di non saper rispondere a domande sul Vangelo. Apriti cielo. Una reazione incivile e violenta – han tuonato i giornaloni, incluso Il Fatto Quotidiano, sui quali la notizia è nel giro di poco rimbalzata – da parte di quanti, col pretesto della strage di Dacca, hanno pensato bene di dare sfogo alle loro pulsioni razziste. «Una lettura stupida e distorta del Vangelo in cui a integralismi si risponde con integralismi e a violenza con altra violenza», si è invece subito affrettato a commentare il segretario della CEI, monsignor Nunzio Galantino. Orbene, poteva forse mancare la reazione del famigerato Popolo della Rete? Certo che no: e così, nel giri di poco, ecco la moda del selfie solidaristico verso i poveri bengalesi con tanto di slogan su foglietto in bellavista: «Neanche io so il Vangelo».
RispondiEliminaLa storia di Porto d’Ascolti, in effetti, avrebbe meritato inappellabile e comune condanna: se fosse accaduta, però. Si dà infatti il caso che la notizia – inizialmente diffusa dal Corriere Adriatico e, a quanto pare, appetitosissima per molti, impazienti di rivendicare davanti al mondo la propria ignoranza del Vangelo – sia una clamorosa bufala. Di più: una bufala regina, degna di entrare a far pare dell’olimpo delle false notizie. Questo perché non solo i fatti non si sono svolti come presentato all’inizio ma perché, addirittura, inesistenti: «Risolto il giallo sulla presunta aggressione ai danni di due bengalesi avvenuta sabato sul lungomare di Porto d’Ascoli. Le forze dell’ordine – riporta il sito di VeraTV, un’emittente delle Marche e dell’Umbria – lo confermano: è una bufala. La notizia, che nel giro di poco ha fatto il giro del web e rimbalzata sulla cronaca nazionale si è rivelata, in realtà, infondata. Nessuna traccia neppure dei testimoni che avrebbero assistito al violento pestaggio».
Già il fatto che i media si basassero tutti su una fonte – Corriere Adriatico – e che non uno dei testimoni dell’aggressione sia stato intervistato neppure da altre testate, a ben vedere, avrebbe dovuto insospettire. Eppure la notizia è circolata alla velocità della luce tanto da guadagnarsi, lo si è visto, lo sdegno di internauti, opinionisti, addirittura prelati. Ora, che insegna l’episodio? Anzitutto che prima di credere ad una notizia, oggi, occorre attenzione. In secondo luogo che esiste, pure in Italia, un sentimento anticristiano che fa abboccare anche a notizie infondate e che interessa, purtroppo, pure settori del mondo cattolico, presumibilmente gli stessi “misericordiosi” che tuonano contro la xenofobia e che però, quando si tratta di fratelli nella fede, randellano senza pietà. La terza e ultima lezione del (non) accaduto è che, almeno un versetto del Vangelo, converrebbe saperlo: «Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt 10,16). Sempre meglio, infatti, che ritrovarsi semplici come camaleonti e prudenti come polli.
Giuliano Guzzo
Però non è una bufala, purtroppo, il selfie con scritto, vantandosene, "neanch'io so il vangelo".
RispondiEliminaIeri un conoscente mi dice: "ero sull'autobus e davanti a me un uomo barbuto leggeva il corano; mi sono un po' agitato: ultimamente quando vedo chi prega o legge il corano mi preoccupo; e poi sono solo loro (gli islamici) che lo fanno, non si vede nessun altro.
Risposta mia: dovresti preoccuparti di più per quelli che non leggono il vangelo e non pregano e per di più (non)lo fanno soprattutto perchè si vergognerebbero di farlo.
....la sinistra, più o meno estrema, che è come dire più o meno atea (comunque ormai assolutamente a-cristiana e post-cristiana), è spesso portata a ricambiare il filo-progressismo islamico e fa di tutto per islamizzare quella società che per decenni ha voluto scristianizzare…
RispondiEliminaTutto questo veniva in mente leggendo la notizia, non si sa se più tragica o tragicomica, della giovane militante di estrema sinistra la quale, stuprata da tre migranti di cultura araba, ha detto alla polizia di essere stata aggredita da tedeschi per… “non incoraggiare il razzismo”!!
Così Maurizio Stefanini su Libero del 6 luglio 2016 a pagina 10: “La bugia dell’attivista stuprata. Tedeschi, ma erano stranieri”: “Selin Goren, esponente di un movimento di sinistra, aveva denunciato molestie a gennaio. Ora l’ammissione: Non volevo alimentare razzismo”.
Non c'è nulla di cui stupirsi, questi reati, in tutta Europa, ivi compresa l'eroina del Brexit, non vengono, non solo puniti, ma neanche se ne parla, anzi, si proibisce di dar loro visibilità sui media, vale anche per gli stupri pederastici che avvengono in tante madrasse sparse in qua e in là, ma lì è tutta un'altra storia, lì è off limits, nessuna polizia UE ci entrerebbe mai, The wasted land = Europa e la boldrinova vuole introdurre il reato di islamofobia con pene severissime, proprio vero che, come si dice: 'Mej un mort zott'al lett che'l marchigian n'z'la porta......il razzismo esiste solo per i cristiani, massacrati letteralmente e fisicamente da tutti i maitres à penser, media, e perfino dall'alto della (ex) cc; visto che si celebrerà la santificazione di Lutero, proporrei le famose punizioni in piazza, coram populo di Jean Cauvin, AKA come Calvino, altro campione di tolleranza ed aperture mentali. Lo so,che è anti PC, ma scrivo di rado, confido......Lupus et Agnus.
RispondiEliminaSe anche repubblica ammette che si tratta di una guerra di religione, mancano all'appello solo Galantino e Bergoglio
RispondiEliminahttp://m.ilgiornale.it/news/2016/07/04/e-repubblica-riconosce-e-una-guerra-di-religione/1278789/
Selin Goren, tipico nome da Tedesco di razza pura ed ariana...
RispondiEliminaEd intanto il bambino violentato mesi fa in una piscina austriaca vive imbottito di psicofarmaci, non va a scuola, si sveglia urlando di notte...
come tante ragazzine tedesche che, pur non violentate, sono state comunque aggredite verbalmente e fisicamente ed ora o non vanno scuola, o sono sempre scortate dai genitori.
Come si vede che la Merkel non ha figli/e, mentre la Boldrini ci ha la scorta per lei e la figlia.
"Siamo in Italia e in Italia deve esserci solo la Costituzione, non il Corano". "È sbagliato accostare la Bibbia e il Corano. Oggi non c'è nessun terrorista ebreo o cristiano che sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere nel nome di Dio. Lo fanno solo i musulmani. Il male è nell'islam". Vedete parte del mio intervento questa sera a La Gabbia Open, condotta da Gianluigi Paragone su La7, nel confronto acceso con il Presidente dell'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia) Izzedin Elzir.
RispondiElimina(Magdi Allam)
Paolo Diop, operaio di origine senegalese che vive nelle Marche, militante di Casapound, dice la sua sulla vicenda di Fermo. Anche questo commento, mi pare ben centrato e condivisibile e, soprattutto, spiazzante pregiudizi, luoghi comuni e giudizi prefabbricati.
RispondiElimina"Razzisti veri e presunti
A Fermo, quel ragazzo non doveva morire, lo dico senza ombra di dubbio. Tanto più, perché apparteneva alla comunità cristiana che in Nigeria è vittima di spietate persecuzioni. Uno dei pochi, insomma, che davvero aveva diritto di rifugio e protezione da parte dello stato italiano.
Ma ecco che sul suo cadavere ancora caldo cominciano a bivaccare i vermi e non quelli della decomposizione fisica, quelli del disfacimento sociale e intellettuale.
I soliti appestati radical-shit si sono permessi di attribuire il crimine a chiunque possa azzardare anche il minimo appunto sulla scellerata politica di immigrazione da loro caldeggiata.
Gli stessi che hanno liquidato la strage di Dacca quasi come un casuale, sfortunato evento, ora si stracciano le vesti, latrano il solito disco rotto, tanto caro a anarcoidi sottosviluppati e, quasi un ossimoro, a ignobili trafficanti di vite. Sono stati LORO, in nome dell'assurdo concetto di accoglienza interessata, a mettere nello stesso calderone perseguitati e persecutori, vittime e assassini, derubati e ladri. Sono LORO, con questo sporco razzismo al contrario, a soffiare sulla fiamma dell'odio e dell'intolleranza.
Sono LORO ad aver seminato il seme del razzismo dove prima non c'era. Sono LORO i delinquenti, complici di scafisti, prosseneti, venditori di bambini e organi espiantati brutalmente. Guidati dai soliti guru ipocriti, la sudicia abusiva in primis, ora latrano che si vergognano di essere italiani. Non si preoccupino, perché LORO sono merda. E la merda è apolide".
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lislamico-che-sfida-loccidente-paga-multe-donne-col-burqa-1281177.html
RispondiEliminaLe costituzioni dei paesi ospitanti ? Mi sembra che questo Rachid Nekkaz non abbia un ......che..... da fare .
http://www.lastampa.it/2016/07/09/blogs/san-pietro-e-dintorni/il-miur-il-gender-e-i-genitori-VXtEdjHHm9p4Ly2KWSbfhP/pagina.html
RispondiElimina(Lc 17, 1-2) Lo scandalo
[1] Disse ancora ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano
scandali, ma guai a colui per cui avvengono. [2] È meglio per lui che gli
sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto
che scandalizzare uno di questi piccoli”.
(CCC 2284) Lo scandalo è l'atteggiamento o il comportamento che induce altri
a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù
e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello nella morte spirituale. Lo scandalo
costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce
deliberatamente altri in una grave mancanza. (CCC 2285) Lo scandalo assume una
gravità particolare a motivo dell'autorità di coloro che lo causano o della debolezza
di coloro che lo subiscono. Ha ispirato a nostro Signore questa maledizione: “Chi
scandalizza anche uno solo di questi piccoli…, sarebbe meglio per lui che gli fosse
appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del
mare”(Mt 18,6) [1Cor 8,10-13]. Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono
coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri.
Gesù lo rimprovera agli scribi e ai farisei: li paragona a lupi rapaci in veste di pecore
[Mt 7,15]. (CCC 2286) Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle
istituzioni, dalla moda o dall'opinione pubblica. Così, si rendono colpevoli di
scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla
degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa, o a “condizioni
sociali che, volontariamente o no, rendono difficile e praticamente impossibile un
comportamento cristiano conforme ai comandamenti” [Pio XII, Discorso del 1
giugno 1941]. Analogamente avviene per i capi di imprese i quali danno regolamenti
che inducono alla frode, per i maestri che “esasperano” i loro allievi o per coloro
che, manipolando l'opinione pubblica, la sviano dai valori morali. (CCC 2287) Chi
usa i poteri di cui dispone in modo tale da spingere ad agire male, si rende colpevole
di scandalo e responsabile del male che, direttamente o indirettamente, ha favorito.
“E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono” (Lc
17,1).