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domenica 21 agosto 2016

L'umiltà e la verità recipienti della Grazia. Quali sono i veri 'charìsmi'

Vi sarà capitato di rendervi conto di non sapere quasi nulla di un certo argomento, proprio mentre l’importante decisione che dovreste prendere richiederebbe la dovuta competenza. Ci si rivolge allora a persone di fiducia, esperte del settore. Quest’atto di “fede” serve dunque per colmare una lacuna. 

Se in molte occasioni questa semplice esperienza l’abbiamo vissuta per comportarci al meglio per un motivo di salute, di soldi o di generici interessi, a maggior ragione dovrebbe valere quando c’è in gioco la vita eterna.

Intanto bisogna avere delle conoscenze essenziali, ma fondamentali, per evitare di farci del male da soli; poi bisogna avere dei riferimenti sicuri per essere ben consigliati quando si deve andar oltre le nostre possibilità.

Oggi, per stare a una metafora abbastanza nota, sta accadendo che chi gestisce l’ospedale (fosse pure quello “da campo”) non sembra affatto conoscere la medicina, pur avendo molto desiderio di curare i feriti e i malati. Nello stesso tempo molti feriti e malati sono ben felici di sentirsi assicurare la salute senza interventi, dolore e fatica, curati dallo zuccherino e la pacca sulla spalla, alla faccia dei sintomi e dei dati degli esami.    

Tutto dipende innanzitutto dall’ignoranza dei rudimenti della medicina e dalla presunzione di dirsi scienziati. Chi studia poco non trasmette quel che riceve, ma improvvisa caricature della propria approssimazione.

Un esempio eclatante lo possiamo trovare nel cortocircuito amore-misericordia, attribuendo a Dio (all’essere stesso di Dio, cioè il vero medico) un modo di curare che non incide sulla malattia, ma la trasforma in “salute”, quasi come un gioco di prestigio, lasciando come sono il male e il malato, ma garantendolo guarito e sano.

San Paolo spiega che ogni talento ricevuto a beneficio del prossimo è un charisma: anche il potere di guarire e di fare miracoli è un charisma. Nei miracoli di guarigione che avvengono gli indici degli esami clinici, che dimostravano il quadro patologico, rientrano nei propri parametri fisiologici. Se così non fosse, nessuno crederebbe al miracolo di guarigione e il mentire al malato non sarebbe affatto un dono per il suo bene.

Questo esempio è solo per dire che il dono (il charisma) è vero solo se non si priva della charis-agape, cioè di quell’amore-grazia che viene da Dio e che precede/permette l’azione carismatica dei vari guaritori. Allo stesso modo ogni altro charisma (e relativo ministero nel suo esercizio) si svuota di senso e valore se slegato dalla charis-grazia da cui discende. Questo vale per le capacità (i talenti), per le opere che ne conseguono, per la stessa fede che diciamo di avere nel motivare la volontà, le decisioni e le azioni.

San Paolo dice di aspirare ai charismi più grandi (certamente essere profeti, aiutare il prossimo, migliorare le condizioni di vita dei bisognosi) ma sempre riferendoli alla carità, che è la grazia di Dio.
La carità non è semplicemente il fare qualcosa per gli altri: “se anche dessi tutte le sostanze ai poveri e non avessi la carità e dessi il mio corpo per essere bruciato, senza la carità non mi gioverebbe a nulla!”. 

La carità divina (essendo prima e al di sopra dei charismi e delle opere del loro esercizio) è in grado di sopportare, sperare, credere e scusare in qualsiasi circostanza: resterà quando tutto il resto sarà passato, reso inutile dal termine delle circostanze in cui sono serviti a qualcosa!        

Tra i charismi, quello della profezia è il più importante, proprio perché serve ad esortare, consolare ed edificare chi l’ascolta.  Il profeta non è un indovino, ma chi sa leggere il presente con gli occhi del Signore! Attenzione dunque ai falsi profeti, i quali, privi della charis pur parlando diffusamente di “carità”, non leggono la realtà con gli occhi di Dio, ma tramite le lenti di ingrandimento del mondo e del principe che lo signoreggia.

Non sbagliamoci sui profeti ai quali affidiamo il consiglio per i nostri desideri e speranze di vita eterna. E cerchiamo di approfondire un minimo le conoscenze, per non essere dei gonzi che abboccano all’amo di ogni venditore di bufale. Il Signore Gesù ha parlato di “rinnegare se stessi e prendere la croce” per seguirlo. Ha parlato di “via stretta”: non ha promesso tappeti volanti e ampie porte che si aprono automaticamente. Ha promesso molto di più: la vita eterna, la comunione con Dio, l’eredità del Regno, ma lottando contro un avversario ostile, omicida e falsario che invece ci vuole suoi schiavi, ma parlandoci e illudendoci di libertà.

Serve anche qualche competenza, per questo tra i charismi c’è anche la paziente opera di istruire gli ignoranti, che non a caso è un’opera di misericordia. Bisogna sapere che un talento è solo un charisma, l’esercizio di un talento è solo un ministero. Talenti e servizi possono essere espressioni della grazia, ma non sono la grazia se dentro ad essi si infiltra la falsità.  Tutto è grazia per coloro che sanno riconoscere l’inganno, dato che occorre che avvengano anche gli scandali, compresi quelli -orribili- della sanità.       

Persino le virtù (altri doni per gli uomini spirituali) come la fede e la speranza passeranno: quando tutto sarà passato, resterà la charis-agape di Dio. 

Non è il (sotto)prodotto di una gerarchia medica in vena di ripensare la medicina attraverso il culto dell’uomo, sincretistica e filosofica, massonica, soggettiva e prodotto del divenire scandito da fratellanze e philie…    

E’ l’identità stessa di Dio, rivelata in Cristo. La Sua misericordia si stende su quelli che Lo temono. La preghiera è scuola di umiltà. L’umiltà è il recipiente della grazia. L’umiltà della serva del Signore fa la volontà di Dio. (RS)     

6 commenti:



  1. Giusi Quaranta
    21 agosto alle ore 11:08

    PAROLE PROFETICHE di Papa San Pio X
    (Oggi, 21/8/2016 , nel giorno della sua memoria liturgica)
    "Ma sono ancora più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristanti, l'audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, "il regno della giustizia e dell'amore", con operai venuti da ogni parte, di tutte le religioni oppure senza religione, con o senza credenze, purché dimentichino quanto li divide, le loro convinzioni religiose e filosofiche, e mettano in comune quanto li unisce, un 'generoso idealismo' e forze morali prese "dove possono". Quando si pensa a tutto quanto è necessario in forze, in scienza, in virtù soprannaturali per istituire la città cristiana, e alle sofferenze di milioni di martiri, e alle illuminazioni dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e alla dedizione di tutti gli eroi della carità, e a una potente gerarchia nata dal Cielo, e ai fiumi di grazia divina, e il tutto edificato, collegato, compenetrato dalla Vita e dallo Spirito di Gesù Cristo, la Sapienza di Dio, il Verbo fatto uomo; quando si pensa, diciamo, a tutto questo, si è spaventati nel vedere NUOVI APOSTOLI intestardirsi a fare di meglio mettendo in comune un vago idealismo e virtù civiche. Che cosa produrranno? Che cosa sta per uscire da questa collaborazione? Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una CONFUSIONE SEDUCENTE le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una DIGNITA' UMANA MALE INTESA. Si tratterà di un'AGITAZIONE TUMULTUOSA, sterile per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori delle masse meno utopisti (....).
    Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità nel lavoro, il beneficiario di quest'azione sociale cosmopolitica, può essere soltanto una democrazia che non sarà né cattolica, né protestante, né ebraica; UNA RELIGIONE...PIU' UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel "regno di Dio".- "Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l'umanità". E ora, pervasi dalla più viva tristezza, ci domandiamo, Venerabili Fratelli, che cosa è diventato il cattolicesimo del Sillon [movimento francese- n.p.c.]. Ahimè! Esso...è stato captato, nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d'ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di APOSTASIA, organizzato, in tutti i paesi, per L'INSTAURAZIONE DI UNA CHIESA UNIVERSALE, CHE NON AVRA' NE' DOGMI, NE' GERARCHIA, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il PRETESTO DELLA LIBERTA' E DELLA DIGNITA' UMANA, ristabilirebbe nel mondo, qualora POTESSE trionfare, il REGNO LEGALE DELL'ASTUZIA E DELLA FORZA, e l'OPPRESSIONE DEI DEBOLI, di quelli che soffrono e che lavorano".

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  2. Talmente attuali,queste profetiche parole, da far sembrare San Pio X un papa regnante, che osserva i mali della Chiesa e dell'umanità. STUPENDO!
    San PIO X prega per noi!

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  3. davvero un grandissimo Santo, con una coscienza in ascolto dell'Eterno.
    Gli aveva già dischiuso in profezia tutti i dettagli delle malattie di oggi.

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  4. impressionante la precisione
    SPX ora pro nobis

    Anna

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  5. "...chi studia poco non trasmette quello che riceve..." Ciò che scrivo, non vuole essere polemica, ma ricerca della Verità. Maria Santissima, spesso sceglie i più piccoli, anche ignoranti, ma con un cuore umile, come strumenti privilegiati, per far conoscere i piani divini: penso ai beati Francesco e Giacinta di Fatima. I rudimenti della Fede li avevano appresi in famiglia, ma la Grazia ha potuto e operato in loro meraviglie: in pochi anni, da fanciulli spensierati ed impacciati, sono divenuti adulti nella Fede e nell'esercizio di tutte le virtù cristiane. Anche a San Paolo, uomo molto colto, fu riservata una istruzione divina speciale, prima di divenire apostolo dei pagani: l'istruzione umana, che nutre e allena la ragione, non deve essere integrata dalle ispirazioni divine, illuminazioni, esperienze mistiche, di cui i Santi sono i più alti testimoni e che Dio riserva, in modi e tempi differenti, per i suoi veri adoratori? La Santità è per tutti, ignoranti e dotti e il trasmettere ciò che si riceve è proporzionato all'azione tra la Grazia e la nostra corrispondenza, a lasciarci plasmare, fino ad essere veri testimoni, anche in condizioni "precarie" di studi. Il Santo curato d'Ars non era un pozzo di studi, ma in quanto a trasmettere.....c'erano file interminabili dinnanzi al suo confessionale. Con tutto ciò non intendo sminuire lo studio, ma non assolutizzarlo, per lasciare spazio anche " all' intraprendenza dell' iniziativa divina" che non si risparmia mai ( sto pensando alle innumerevoli apparizioni mariane di questi ultimi secoli, quanto mai eccezionali, forse per bilanciare la grande apostasia che è arrivata ai vertici della Chiesa e per sostenere la debole fede che rimane nei più indifesi e semplici fedeli) e non ha limiti, se non nella nostra volontaria chiusura. I Santi che fecero esperienze mistiche, resistettero nei tempi di buio dell'anima, quando vennero privati di ogni conforto. Sono come scrigni divini che racchiudono la stessa Sapienza Divina, marchi infuocati che non possono più essere cancellate e dimenticate (penso a suor Lucia di Fatima, che a distanza di anni, ancora ricordava perfettamente ogni parola pronunciata da Maria e fu in grado di riscrive e ricordare i segreti oltre a capirne perfettamente il significato).

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  6. E' vero quel che scrive anonimo.
    Ma è vero quel che dice il post.
    La rivelazione non guarda al titolo di studio del ricevente (il quale non può che trasmettere ciò che ha ricevuto).
    L'essere però educatore o (addirittura garantire il magistero) passa dallo studio, tanto più che qui invece, prendendo cantonate, si trasmette quel che si vuole.
    In entrambi in casi è indispensabile l'umiltà.

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