"Uno dei frutti di questo cambiamento riguarda l'incontestabile fatto che a partire dal Concilio Vaticano II il cattolico debba sentirsi continuamente messo nella necessità di scegliere tra Verità ed ubbidienza.”
Con questa affermazione lapidaria e incontrovertibile esordisce l’ultimo comunicato della Corsia dei Servi, non senza prima aver opportunamente osservato, sulla scorta della nota citazione evangelica, che l’albero (del CVII) si riconosce appunto dai frutti:
"...sentirsi continuamente messo nella necessità di scegliere tra Verità e ubbidienza!"
"Ci si trova ad una scelta: ubbidire all'autorità disubbidendo però a ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto (che è Verità lasciataci da Gesù e tramandata per mezzo della sua Chiesa), oppure disubbidire all'autorità per ubbidire alla Verità."
Davvero un ottimo testo, che continua con un’analisi complessiva della situazione postconciliare, alquanto lucida e condensata, tutta imperniata su questa drammatica dicotomia.
I cattolici cosa dovranno dunque fare?
“I cattolici dovranno perciò preoccuparsi di conservare la Fede, di custodirla, approfondirla sempre più… Come?”
Ed è proprio a questo punto che "inizia la fase 2 della Corsia", la quale ai propri confratelli e ai lettori rivolge, un appello, un consiglio per rendere socialmente operativo l’intento di conservare la Fede:
"Il consiglio è rivolto ovviamente a tutti i fedeli di buona volontà. In particolare, tutti i confratelli della Corsia sono tenuti a dar vita a piccoli gruppi che si incontrino, con scadenze concordate, nella lettura comunitaria di testi e scritti che sul sito della Corsia dei Servi verranno indicati di volta in volta (a breve verrà postato sul sito il primo testo).”
Ciascuno di noi, per il fatto stesso che sta leggendo queste righe, certamente è già impegnato nel conservare la Fede, nel custodirla, nell’approfondirla sempre più. Ciascuno di noi già lo fa a livello individuale, nella preghiera personale e nella meditazione di testi di provata fedeltà rintracciabili nella ricca offerta dei siti e blog della Tradizione, in primis su questo.
Ma noi non dobbiamo restare isolati; neppure accontentarci di rimanere collegati soltanto in modo virtuale. Per salvare il seme della Dottrina di Cristo in modo sempre più concreto ed efficace occorre anzitutto formare delle piccole realtà in cui la Verità cattolica viene coltivata, così come fanno i solerti orticoltori quando in piccole serre ricreano le condizioni protette e favorevoli affinché i semi possano germogliare e di conseguenza acquisire il necessario vigore. Così l'humus della fede è il tessuto sociale cristiano.
Ma per conservare la Fede non può bastare la Messa di sempre?
Non basta, perché alla Lex Orandi di sempre è indispensabile abbinare l'inscindibile Lex Credendi di sempre; occorre dunque riappropriarci della Dottrina, come ininterrottamente si fece per due millenni, in modo che poi essa prenda corpo, ridiventi mentalità, modo di intendere la realtà, da rivivere poi, rispecchiata e offerta nella S.Messa, che come ben sappiamo non è un momento conviviale ma ha un ben preciso significato sacrificale, quello redentivo di Nostro Signore sul Calvario.
Un rischio piuttosto spinoso dei tempi attuali è quello di ritenere che, per rimanere ancorati nell’ortodossia cattolica, la frequentazione la "Messa secondo la forma straordinaria del rito romano” costituisca una garanzia sufficiente, sia per se stessi sia per la comunità che si sta formando in quel contesto.
Ahimè, non di rado alcuni sacerdoti, che per obbedienza al loro vescovo si mettono a disposizione per soddisfare la richiesta di un cosiddetto gruppo stabile, già dal seminario sono formati in modo modernistico, e per forza di inerzia continuano ad esserlo in quanto sono sempre ambientati nel Novus Ordo Missae e così volenti o nolenti ne subiscono l'influsso. Ciò può portare a conseguenze di incongruenza soprattutto durante l’omelia, il momento privilegiato in cui il popolo viene spronato alla Lex Credendi. In pratica, coscientemente o no predicano e trasmettono il modernismo proprio mentre stanno celebrando l’usus antiquior.
Specialmente se non si ha la possibilità di frequentare una Messa celebrata da un sacerdote immune a questa dicotomia, ossia una Messa dove la Tradizione sia concepita in modo integrale, la formazione di un gruppetto affiatato che nelle proprie case private si china sulla Dottrina può anche temporaneamente supplire a queste lacune endemiche dell’ambiente ecclesiale postconciliare.
La lettura fatta insieme è una cosa attuabile per tutti:
leggere insieme e aiutarsi nel tentare di capire, cioè studiare, farsi domande, dibattere, tentare di darsi risposte e, se non basta, trascriversi il quesito da sottoporre a un sacerdote di provata formazione.
In fondo questo è il succo dell’appello della Corsia ai christifideles.
Una proposta realistica da attuare anche per chi non è coinvolto con la confraternita della Corsia. Senza scoraggiarsi già in partenza magari per il fatto di essere in pochi: non è il numero che conta. Si può cominciare anche solo in due, ma tenendo duro, consapevoli che è la cosa più importante da fare specialmente in questi tempi bui, in cui vivere individualisticamente l’appartenenza a Cristo e alla Sua Chiesa è una tentazione sempre più forte da combattere con decisione.
Ci risvegli tutti quanti il senso di riconoscenza e di responsabilità nei confronti di Colui che ci ha salvati e che ci ha comandato di annunciarLo a tutti in tutta verità.
(marius)
Comunicato della Corsia dei Servi, 26/08/2016
LA CHIESA NATA DAL VATICANO II
Non vi è dubbio che a partire dal Concilio Vaticano II un profondo cambiamento si è verificato nella Chiesa cattolica. Quale tipo di cambiamento? L'albero si riconosce dai frutti, come insegna il Vangelo: “Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni”. (Mt 7, 16-18;cfr anche Lc 6, 43-45).
Uno dei frutti di questo cambiamento riguarda l'incontestabile fatto che a partire dal Concilio Vaticano II il cattolico debba sentirsi continuamente messo nella necessità di scegliere tra Verità ed ubbidienza.
Gli esempi si sprecano: il Papa San Pio X condannò il modernismo come “sintesi di tutte le eresie”, ma l'attuale orientamento ecclesiale non cessa di elogiare tale filosofia religiosa che poggia di fatto sulla dottrina dell'agnosticismo; la Chiesa con il Concilio di Trento (dogmatico, mentre il Vaticano II non lo è) ha condannato Lutero definito senza mezzi termini eretico, ma l'attuale orientamento ecclesiale ne tesse gli elogi arrivando a definirlo uomo di profonda religiosità (parole di Papa Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI) e una medicina per la Chiesa (Papa Bergoglio); il 1° Comandamento dice: “Non avrai altro Dio fuori di Me” e la Chiesa ha sempre insegnato di rendere a Dio il culto dovuto “in spirito e verità” (Gv 4, 23) perché fuori dalla Chiesa non c'è salvezza, ma l'attuale orientamento ecclesiale dichiara venerabili e strada di accesso a Dio anche le religioni non cristiane (a che sono serviti dunque i tanti missionari del passato, molti dei quali hanno conosciuto il martirio, impegnati a convertire le genti?); la Chiesa ha sempre operato per instaurare la Regalità sociale di Cristo (instaurare omnia in Christo), ma l'attuale orientamento ecclesiale la dissolve proponendo un nuovo ecumenismo che relativizza tutto e porta all'indifferentismo religioso (molti sacerdoti non vestano nemmeno più la talare quasi a volersi confondere nella folla per non farsi riconoscere invece che distinguersi e mostrare anche visivamente, a sorta di richiamo per il mondo, la loro appartenenza a Gesù Cristo e a Lui solo, unico Salvatore)...
Potremmo continuare nell'impressionante lungo elenco di scelte che al cattolico si sono imposte e s'impongono ad ogni passo. Tuttavia un ultimo esempio emblematico è doveroso citare, quello che di per sé riassumerebbe tutti gli altri, perché riguarda il cuore, ossia la centralità della religione cattolica. Si tratta del tesoro più prezioso conservato nella Chiesa: la Santa Messa, Luogo Santo dispensatore di Grazie, cambiata dal Concilio (con l'imposizione del Novus Ordo Missae) e sabotata da menti umane, definita non a caso “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i canoni del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero” (Breve esame critico del Novus Ordo Missæ presentato al Pontefice Paolo VI dai Cardinali Ottaviani e Bacci).
IL DRAMMA DEI NOSTRI TEMPI
Non c'è dubbio che il problema principale e più drammatico nella Chiesa di oggi è che i fedeli sono privati di coloro che dovrebbero essere i loro pastori, cioè il loro punto di riferimento... Ci stupiamo che non vi sia una reazione generale nella Chiesa davanti a queste nuove tendenze imposte dal nuovo corso conciliare, che non vi siano dei gruppi di vescovi o cardinali che si oppongano pubblicamente a questo scandalo.
Questo dimostra la gravità della situazione e della assoluta pericolosità nell'abbracciare un modus vivendi e un nuovo pensiero (una nuova religione, verrebbe da dire) che prima di tutto disarmano, poi fanno scomparire gli anticorpi, quindi inducono a percorrere una via oscura... Tutto ciò dove conduce? Al Signore? Crediamo proprio di no, il sensus fidei che alberga nel cuore dei fedeli non inganna.
Perciò ritorniamo al concetto iniziale, ai frutti dell'albero. Ci si trova ad una scelta: ubbidire all'autorità disubbidendo però a ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto (che è Verità lasciataci da Gesù e tramandata per mezzo della sua Chiesa), oppure disubbidire all'autorità per ubbidire alla Verità.
Nel profondo del cuore, il sensus fidei ci dice che solo la Verità assicura l'unità col Capo invisibile della Chiesa, che è Cristo. Sappiamo dunque la scelta da fare, la scelta che si deve fare per rimanere cattolici. Ciò comporterà delle conseguenze: i cattolici meglio informati che hanno scelto la Verità, saranno etichettati come “tradizionalisti”, bollati sprezzantemente come “lefebvriani”, accusati di essere incapaci di cogliere non si sa bene che cosa, saranno definiti persino scismatici.
In realtà essi sono consapevoli di non essere scismatici perché non intendono certo costruire una Chiesa per conto proprio; al contrario, resistono all'attuale orientamento ecclesiale appunto per restare nell'unica Chiesa di Cristo. È proprio per continuare a pensare, pregare ed agire nella Chiesa secondo la Chiesa che resistono al nuovo corso ecclesiale nella misura in cui questo tenta di allontanarli, nella dottrina o nella prassi, dalla Fede custodita e trasmessa dalla Chiesa.
Non si può dimenticare che lo Spirito Santo è stato promesso ai successori di Pietro non perché rivelassero una nuova dottrina, ma perché sotto la sua assistenza, custodissero con purezza ed esponessero fedelmente la Rivelazione tramandata per mezzo degli Apostoli, ovvero il Deposito della Fede. Nonostante le reiterate delusioni provocate dal tradimento evidente di gran parte di sacerdoti e religiosi, i cattolici di fatto e non di nome, ancorati alla dottrina e alla prassi tradizionale della Chiesa, resistono alle novità volute, favorite e permesse dall'attuale orientamento ecclesiale credendo, contro ogni umana apparenza, sperando, contro ogni umana speranza, che il disorientamento passerà, perché “portae inferi non praevalebunt”.
La loro santa obiezione di coscienza sembra lacerare l'unità visibile della Chiesa: i cattolici ne soffrono ma sanno di non portarne la responsabilità; soprattutto sanno che non è loro lecito agire diversamente.
Amano la Chiesa e professano fermamente il Primato di Pietro, ben consci di non dover scendere per questo a compromessi su un solo punto di dottrina. Sono pronti ad ubbidire al Papa in quanto agisce da Successore di Pietro, ma sanno che, nell'attuale stato straordinario delle cose, hanno il dovere di resistere anche a lui o a chi per lui “in Nome di Uno più grande di lui” (card. Ch.Journet).
Questo atteggiamento è confortato dall'esempio dei più grandi santi della Chiesa: San Tommaso, Sant'Agostino, Sant'Atanasio, San Roberto Bellarmino, Santa Caterina da Siena... essi insegnano che il pericolo per la fede e lo scandalo pubblico, segnatamente in materia dottrinale, rendono non solo lecito ma anche doveroso il resistere pubblicamente alla gerarchia e allo stesso Pontefice quando aggrediscono le anime o turbano l'ordine civile o tentano di distruggere la Chiesa.
Doveroso perché, con la Fede, è in gioco la salvezza eterna propria e altrui, e con essa la gloria che l'uomo deve al suo Creatore. San Tommaso scrive: “Si noti che quando ci fosse un pericolo per la Fede, i sudditi sarebbero tenuti a rimproverare i loro prelati anche pubblicamente”, e anche: “Non opporsi all'errore significa approvarlo, non difendere la Verità equivale a negarla”.
La Fede, dunque, chiediamo alla Chiesa perché Essa ed Essa sola ci dona la vita eterna. Ma oggi cosa sta accadendo nella Casa del Signore? L'attuale situazione nella Chiesa è chiara: abbiamo a che fare con un relativismo dottrinale e dogmatico, che a sua volta porta ad un relativismo morale e che conduce infine all’accettazione e alla promozione del peccato, dello scandalo. Se le autorità ecclesiastiche sono arrivate a chiamare bene il male, è perché esse hanno incominciato a chiamare verità l’errore.
Si è verificato un cambiamento radicale della maggior parte del clero che si è fatto Giuda Iscariota e perciò intende distruggere tutto ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto fino al Vaticano II, odia e ostacola in tutti i modi la celebrazione della S.Messa di sempre (quella comunemente detta tridentina), osteggia la Tradizione e le sue Sacre Leggi, modifica gravemente la Dottrina autentica di Cristo...
In tempi in cui la Chiesa è ostaggio di uomini vili e cattivi nell'intimo del loro animo, i cattolici dovranno perciò preoccuparsi di conservare la Fede, di custodirla, approfondirla sempre più... Come?
INIZIA LA FASE 2 DELLA CORSIA!
Il consiglio è rivolto ovviamente a tutti i fedeli di buona volontà. In particolare, tutti i confratelli della Corsia sono tenuti a dar vita a piccoli gruppi che si incontrino, con scadenze concordate, nella lettura comunitaria di testi e scritti che sul sito della Corsia dei Servi verranno indicati di volta in volta (a breve verrà postato sul sito il primo testo). Si tratta di letture formative che non permetteranno di lasciarsi avvelenare da quanti propagano gravi scandali sia in campo liturgico che dottrinale i quali, sotto i panni di un falso cattolicesimo, inaridiscono lo spirito e l'anima precludendo di scoprire e vivere la vera fede cattolica.
Negli incontri, i confratelli dovranno cercare di dotarsi di un sacerdote cattolico; qualora non fosse possibile si procederà comunque alle letture indicate stabilendo una figura autorevole e di riferimento interna al gruppo che avrà compiti di indirizzare i lavori e, se necessario, raccogliere e inviare determinati quesiti scaturiti dalle letture alla redazione di corsiadeiservi.it che assumerà l'impegno di farli pervenire ad un sacerdote, pubblicando le risposte sul corsiadeiservi.it (o inviandole in forma privata se richiesto).
Il consiglio della Corsia è quello poi di cimentare i gruppi con altre iniziative da concordare con i confratelli (momenti di preghiera comunitaria, gite e pellegrinaggi…) Questi gruppi dovranno imporsi alcuni princìpi ben precisi: l’aiuto vicendevole sia a livello spirituale che materiale (ove e quanto possibile), la sincerità e l’assoluta trasparenza nei rapporti con il prossimo (a maggior ragione tra confratelli) quale segno distintivo dell’appartenenza a Nostro Signore (che ha sempre detto: “Il vostro parlare sia sì sì, no no, il di più viene dal maligno”) e regola della Corsia dei Servi.
Per quanto attiene le relative problematiche, di qualsiasi tipo, richieste, consigli sull'organizzazione degli incontri e quant’altro sia ritenuto necessario, i confratelli scriveranno alla redazione di corsiadeiservi.it la quale interverrà per risolvere i problemi e indicare le soluzioni. Il sito della Corsia è anche a disposizione per la pubblicazione delle riflessioni emerse nei gruppi e/o ad articoli scritti dai confratelli.
CRISTO HA AFFIDATO A CIASCUNO UNA MISSIONE
Essere cristiani cattolici, fedeli a Gesù Cristo crocifisso non è cosa facile; spesso è come chiedere dell’eroismo; ma è inammissibile che col pretesto dei “tempi che passano”, del “mondo che si evolve”, delle problematiche in divenire, dell’apparente efficacia, di una maggiore “diffusione”, ci si esponga a sacrificare la Fede, senza la quale non ci si può salvare.
Il richiamo di Nostro Signore è inequivocabile: “Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me disperde” (Mt 12, 30); così come senza possibilità di fraintendimento le parole seguenti: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama” (Gv 14,21).
Dunque i cattolici sanno che la vita è proprio una scelta, la quale implica poi il dovere di manifestarla e viverla fino in fondo. Come fece Maria Santissima, nostra Madre e Protettrice, alla quale continuamente ci affidiamo.
Dobbiamo conservare e difendere la Fede: è il nostro compito. E a coloro che ci attaccheranno, o che semplicemente non capiranno, e a coloro che si chiederanno quando sarà possibile ritrovare la sintonia con l'attuale gerarchia e l'orientamento ecclesiale, rispondiamo con le parole di Mons. Lefebvre, Santo Vescovo, che diceva: «Quando Roma [e chi si professa realmente cattolico, aggiungiamo noi] tornerà ad intronizzare Nostro Signore Gesù Cristo! Noi non possiamo essere d’accordo con coloro che hanno detronizzato Nostro Signore. Il giorno in cui essi incoroneranno nuovamente Nostro Signore Re dei popoli e delle nazioni, non sarà con noi che essi si ricongiungeranno, ma con la Chiesa cattolica nella quale noi siamo rimasti».
Già i cardinali Ottaviani e Bacci parlavano, nella presentazione del Breve Esame critico, di "tragica necessità di opzione". Era il 1969....
RispondiEliminaUna proposta realistica, come dice Marius, da attuare anche per chi non è coinvolto con la confraternita della Corsia dei Servi. Occorre trovare il modo efficace per raccordarsi. Del resto è l'impegno formativo-pastorale che sottolineavamo necessario, al di là della celebrazione della Santa Messa, perché ognuno dei vari Centri-Messa che alcuni di noi riescono a frequentare possa irradiare con maggiore incisività per ricostituire quell'humus cattolico che è andato nel tempo diluendosi e frantumandosi.
RispondiEliminaTroveremo dunque il modo di raccordarci anche con la Corsia dei Servi.
RispondiEliminaSu Messa Tradizionale ed Omelia convenzionale, fatto esperienza.Uno strazio.
RispondiEliminaPiccoli gruppi, giusto ma non facile.Tocchiamo anche qui le grandi differenze tra di noi, che approfondendo diventano quasi insormontabili invece che scomparire.La discussione, mah!? Anzi direi proprio,no.
Una lettura insieme, sì. Preparata prima della riunione e ruminata dopo, da ognuno. Sono per la mutezza. Meno parliamo, meglio.
Starei sul minimo per un anno, ampliando goccia a goccia in particolar per l'aspetto sociale dopo. Molto dopo.
L'aspetto sociale, infatti, è una conseguenza, non il punto di partenza.
RispondiEliminaIo sono per incontri formativi, a partire dalla realtà della Messa e dei fondamenti della Fede che trasmette; nei quali ci introduce concretamente.
Il resto a venire....
Cara Mic,
RispondiEliminasarebbe bello che nell'ambito della Messa si sviluppi un incontro di Dottrina. Ma non è automatico che ciò accada: magari uno va a Messa di qua, l'altro di là, anche solo per semplici motivi logistici.
Io qui io sto raccogliendo e divulgando la proposta di formare un gruppettino con intento formativo per lavorare su un testo della Tradizione. Nel nostro caso noi abbiamo scelto la Pascendi di S.Pio X (contro il modernismo)
A dire il vero quando abbiamo scoperto l'invito della Corsia è stata una bella sorpresa per noi, in quanto già in giugno avevamo progettato questa cosa per l'inizio del nuovo anno sociale. Perciò noi non ci basiamo sulle proposte di testi della Corsia, ma rimaniamo sulla nostra idea iniziale. Il nostro intento è di dare risalto al Magistero perenne, anche di per sé esistono tanti altri testi molto azzeccati e che forse da un certo punto di vista sarebbero anche più adatti per una lettura comunitaria.
@ Irina
RispondiEliminaLe differenze ci sono e non si può negarle. Ma dobbiamo allenarci ad accettarle dando nel contempo il giusto peso all'essenziale in cui tutti dobbiamo riconoscerci per definirci cattolici.
Ciò che vale a livello personale è riscontrabile anche a livello di vari blog della Tradizione.
A mo' di esempio, secondo me mic dà il buon esempio, in quanto pubblica e valorizza regolarmente iniziative nate in altri ambiti: avrai certamente notato che ogni venerdì esce la rubrica sulla Preghiera di Riparazione, iniziativa che non è sorta su Chiesaepostconcilio ma su Riscossa Cristiana con realizzazione pratica a Linerolo, con don Marino Neri il 1° maggio durante la Giornata della Buona Stampa.
Però è purtroppo vero: la partecipazione alla S. Messa di sempre non ha generato a sufficienza gruppi, associazioni, comunità, con, auspicabilmente, un coordinamento nazionale. Ci si sarebbe aspettato, in seguito al sia pure insufficiente diffondersi di S. Messe di sempre, il formarsi di sodalizi culturali, spirituali, di azione sociale e civile. In Francia ciò è avvenuto, con Civitas, vicini alla FSSPX e anche ai tradizionalisti "di dentro". In Italia i tradizionalisti non hanno una unitaria rappresentazione sociale. Al massimo, si raggiungono le dimensioni di un circolo locale. "Un volgo disperso che nome non ha". Oltre alle S. Messe, qualche pellegrinaggio. Poche le opportunità di incontro, conferenze, presentazione di libri, banchi di vendita di testi. Conosco la "Giornata della Tradizione" sul lago Maggiore, ma non credo che di esempi come questi non ce ne siano molti altri.
RispondiEliminaPersino i teo-neo-con dell'ultra-papista, conciliatorista, modernista mascherato, Il Timone riescono a organizzare giornate nazionali e persino regionali. Perché noi no?
Ecco, incominciamo a rifletterci sopra. E poi, magari, a organizzare qualcosa. Io ci sono.
Ciò che rimane del Concilio di Trento:
RispondiEliminahttp://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/09/03/news/celebrate-a-trento-le-prime-nozze-gay-1.14052985
A proposito della Preghiera di Riparazione, ricordo che ancor prima che venisse lanciata ero affiancata a Gnocchi-Deotto e pensavo ad una rete a livello nazionale, con visibilità da una pagina comune. Poi l'iniziativa, organizzativamente, è rimasta centrata su Linarolo, luogo fisiologico della loro esperienza.
RispondiEliminaPoiché ritengo giusto prendere il buono da ogni cosa, ho continuato a segnalarla in parallelo con riferimento a R.C. ed è bello che ogni settimana lettori e visitatori siano incoraggiati a partecipare unendosi spiritualmente o, in base al luogo in cui vivono, cogliere una delle opportunità di incontro lì segnalate.
Spero ora di riuscire finalmente a organizzare qualcosa di concreto (a partire da un primo incontro con don Giorgio Ghio e... vedremo) anche attraverso la nostra rete di contatti :)
Ma l'essenziale è cercare di armonizzare e integrare per quanto possibile tutte le buone iniziative perché creare sinergie rende più incisiva e feconda l'azione comune, che può presentare sottolineature diverse ma parte dallo stesso Cuore pulsante nel quale ci incontriamo tutti.
Interessante la recente intervista del Vescovo di Trento (città non solo del Concilio, ma anche di San Simonino, oggi sparito):
RispondiEliminahttp://www.ildolomiti.it/societa/moschea-unioni-civili-e-patrimonio-immobiliare-della-curia-lintervista-al-vescovo-tisi
Un tasto che ho già toccato e che va augurato purtroppo, sì, ma è importante: l'auspicata presenza tra noi di persone con la stessa nostra tensione e con larghe possibilità economiche, di oculata ed onesta intraprendenza economica.Tutto ciò che riguarda la cultura, in ogni senso, non genera guadagno ma ingoia tante risorse sempre.Aver mecenati è pericoloso e alla lunga condizionante. Quindi semplici come colombe, prudenti come serpenti. Questo aspetto è molto lontano da noi oggi, però importante anche solo dal punto di vista organizzativo locale, regionale o nazionale quando sarà; affidiamolo dunque alla Santa Provvidenza, con piena consapevolezza, con un sano distacco e con fiducia certa.
RispondiEliminaCara Irina,
RispondiEliminaCondivido al cento per cento non solo in linea di principio ma anche per comprovata esperienza. Confermo anche quanto dici sui mecenati. Non perché io li abbia mai avuti, ma per quanto alla distanza mi sono resa conto di aver fatto bene a rifiutare, per prudenza, allettanti proposte.
Quello delle risorse è sicuramente è un elemento non trascurabile; ma credo che anche su questo la Provvidenza possa aprire la strada in maniera del tutto inaspettata.
Al momento le uniche grame risorse disponibili coprono a stento le traduzioni. Per i possibili incontri o seminari, il Signore provvederà....
E quanto alle iniziative locali, trovo esemplare quella segnalata da Marius. Me ne risultano altre che stanno maturando anche altrove strada facendo. L'importante è non scoraggiarsi mai e fondare tutto sulla preghiera e l'affidamento e, soprattutto sulla presenza di un sacerdote. Che il Signore ce ne mandi ancora altri!
RispondiEliminaCara Mic, più volte è stata preannunciata una svolta organizzativa per poter agire coordinati. Ci hai chiesto i nostri recapiti ed io li ho inviati con precisazione delle personali disponibilità e capacità da mettere al servizio della comunità. Rifarei un nuovo invito a fornire i recapiti. Avendo raggiunto un dato numero (quello che a te sembrerà sufficiente per iniziare) di confratelli per ogni ambito territoriale, preferibilmente comunale, la persona da te individuata come più adatta a coordinare il gruppo, accettando di assumersene l'onere, chiami tutti coloro che si dichiarino pronti e disponibili al primo incontro di conoscenza e in quella occasione si programmerà l'azione,seguendo le linee generali che vorrai renderci note per non dare luogo ad una babele. L'importante è ora iniziare. Io sono pronto a rispondere alla chiamata.
RispondiEliminaVedremo. Il fatto è che non c'è più un ordine che possa dare garanzie su una fama passata. Sono per gruppi silenziosi di lettura comune settimanale. Il sacerdote in confessionale ed officiante.
RispondiEliminaMic mi piacerebbe conoscere in quale citta' stanno maturando tali iniziative e i vari contatti. E' possibile? Grazie.
RispondiEliminami associo alla richiesta di Maurizio, e inoltre vorrei una garanzia che, fornendo pubblicamente dati personali e/o locali, non si corrano rischi di "delazioni" malevole nei pressi di certi circoli diocesani fieri nemici della Tradizione e irreggimentati contro coloro che intendano rilanciarla, con la Messa di sempre -già impedita in intere diocesi- e ancor più con i gruppi di studio e formazione....
RispondiEliminanc
(ovvero: come organizzare le catacombe del 3. millennio :(...)
E quanto alle iniziative locali, trovo esemplare quella segnalata da Marius. Me ne risultano altre che stanno maturando anche altrove strada facendo. L'importante è non scoraggiarsi mai e fondare tutto sulla preghiera e l'affidamento e, soprattutto sulla presenza di un sacerdote. Che il Signore ce ne mandi ancora altri!
RispondiEliminaDa leggere...e in questo quadro impliciti ci siamo anche noi:
RispondiEliminaBlondet, Elogio postumo della Civiltà del Bisogno. Che ritornerà.
Sono sconvolto, ci sono due opposte visioni ecclesiali: tre, quattro domande e si capisce a quale Chiesa appartieni. Si va alla conta, ormai. Cattolici irrimediabilmente divisi, spesso in buona fede. Solo un miracolo potrà evitare uno scisma.
RispondiEliminaState vivendo il soprannaturale nel virtuale? Ma non capite che il soprannaturale è più reale di quello che arriva ai nostri sensi e voi lo volete cogliere con il virtuale che è una approssimazione del reale... Assurdo. Senza amicizia in Cristo non si va da nessuna parte.
RispondiElimina
RispondiElimina@ Studiare l'Enciclica Pascendi
Un'ottima idea. Si tratta di un testo fondamentale, anche se non facile. Se non la si e' gia' studiata, ci vorrebbe un'introduzione al Modernismo, in generale. Se gia' non la si conosce, segnalo comunque la voce "Modernismo" curata da Cornelio Fabro per l'Enciclopedia Cattolica, col. 1188-1196. Una voce esemplare per chiarezza di concetti. Si tratta pero' dell'edizione dell'EC anteriore al Vaticano II. E' forse reperibile in rete? La voce e' stata forse ristampata nell'attuale edizione delle Opere Complete di C. Fabro? PP
Su Cornelio Fabro, qui nel blog :
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/04/piero-vassallo-introduzione-allateismo.html
mic,ho mandato una mail con qualche pensiero/gruppi. Sembra esserci stato qualche problema col server. Non so se ti arriverà. Se non arrivasse,scriverò un commento.
RispondiEliminaPer el Pajuerano 21:08
RispondiEliminami limito a dirgli che non ci conosce e non ha neppur letto l'articolo da cui stralcio:
"Ma noi non dobbiamo restare isolati; neppure accontentarci di rimanere collegati soltanto in modo virtuale. Per salvare il seme della Dottrina di Cristo in modo sempre più concreto ed efficace occorre anzitutto formare delle piccole realtà in cui la Verità cattolica viene coltivata, così come fanno i solerti orticoltori quando in piccole serre ricreano le condizioni protette e favorevoli affinché i semi possano germogliare e di conseguenza acquisire il necessario vigore. Così l'humus della fede è il tessuto sociale cristiano."
Per tutto il resto risponderò al più presto.
@ PP
RispondiEliminagrazie per la preziosa indicazione
la Chiesa di Cristo è DIVINA, quindi nessun problema di scisma mai, tutt'al più di riconoscimento degli scismatici eretici apostati per allontanarli chè non ne fanno parte, e con gli attuali poco chiari di luna si deve stare attenti soprattutto agli infiltrai che PAIONO perfetti. Chi è nella Chiesa di Gesù mai ha paura di scismi, sa che non sono possibili, possibile invece è perdere l'anima...ch'è un'altra cosa
RispondiEliminaTV2000 E SANTA TERESA DI CALCUTTA: QUALCOSA NON QUADRA
RispondiEliminaDomenica 4 settembre è stata canonizzata Madre Teresa di Calcutta.
Come scriveva don Giussani nella presentazione del libro di Cyril Martindale “Santi”, “il santo non è un superuomo ma un uomo vero... perché aderisce a Dio e quindi all’ideale per cui è stato costruito il suo cuore e di cui è costituito il suo destino... fare la volontà di Dio dentro una umanità che rimane tale e pur diventa diversa”.
Noi che corriamo, persi nella sbadataggine della vita quotidiana, nel giorno della canonizzazione sentiamo il bisogno di essere aiutati a conoscere e comprendere l’eccezionalità di quella grande persona, per fermarci un attimo e comprendere la nostra vita. E magari per questo accendiamo TV2000, la televisione dei vescovi italiani. Di mattina danno un documentario su Madre Teresa di Calcutta, girato nel 2010, diretto da una giornalista francese, tale Patricia Boutinard Rouelle, che anziché dipingere una santa ci descrive una persona ossessionata dal peccato, moralisticamente integralista, che involontariamente fa del male pensando di fare del bene. Il documentario viene addirittura riproposto nel pomeriggio, tanto è importante.
Per chi non l’avesse visto, e per meglio capirne il tenore, ne riporto alcuni passaggi.
Nel documentario, la voce fuori campo dice che nelle case della congregazione religiosa delle Missionarie della carità, luoghi sporchi e fatiscenti, si può entrare purché non si pongano domande, facendo quasi intendere che ci si trovi in luoghi dove alle suore sia imposto dall’alto il silenzio, in modo che non si diano spiegazioni, quasi fossero luoghi “omertosi”. Sono posti dove le persone moribonde vengono accompagnate alla morte, e quindi a Cristo, piuttosto che alla guarigione. Dubbi vengono fatti sorgere circa la destinazione dei fondi, si dice infatti: “Le donazioni arrivano, la congregazione è ricca, ma la questione denaro è poco chiara, non ci sono cifre disponibili”.
Madre Teresa sarebbe una persona tormentata dal pensiero di non avere abbastanza fede e dunque “come incontrare Dio se non offrendogli sempre più anime. Per placare la sete di Gesù (notate come Gesù venga raffigurato come “assetato”, ndr), Madre Teresa si imbarca in una sorta di corsa alle anime. La sua lotta contro l’aborto non è forse il maggiore esempio di questa volontà di salvare più anime?” E quindi ecco il filmato del discorso tenuto in occasione del ricevimento del premio Nobel per la pace, in cui afferma che l’aborto è il maggior distruttore della pace. Ma, subito dopo, viene intervistato un padre gesuita, definito stretto collaboratore di Madre Teresa, che afferma che “nelle parole di Madre Teresa non vede nessuna compassione nei confronti delle donne costrette ad abortire, ma un giudizio morale”. Il gesuita dice che nell’ascoltare quelle parole proferite durante la cerimonia del Nobel si è sentito a disagio. Per il commentatore “questa crociata (notare il termine, ndr) contro l’aborto nasconde un’altra battaglia, quella contro la contraccezione”.
Si passa poi a visitare il reparto con bambini disabili in cui alcuni vengono legati per questione di sicurezza. Per questo, la voce fuori campo si chiede perché le suore non utilizzino i soldi per assumere altro personale. Ma Madre Teresa è ossessionata dalla sofferenza, da disabilità o altro non importa, e viene rappresentata quasi come una persona masochista, e per darne un esempio viene citata una sua affermazione, definita “molto strana”: “I poveri sono amareggiati e soffrono perché non hanno la felicità che la povertà ci dona quando nasce per amore di Cristo”.
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RispondiEliminaAd alcune ragazze universitarie svizzere, che hanno passato un mese in una casa delle Missionarie della carità peruviana, con bambini handicappati, le suore, che si danno per amore ai poveri, sette giorni su sette, non avendo tempo di pensare a se stesse, appaiono quasi inumane, e si chiedono se esse abbiano dei sentimenti. Le ragazze fanno quasi intendere che il luogo sia un “lager” poiché le suore impongono le restrizioni, frutto del loro voto di povertà, anche ai poveri bambini sfortunati. Quindi la voce fuori campo dice: “A che serve il voto di povertà se fa soffrire chi vogliamo aiutare? Per le suore servire Dio dà senso a tutto ciò che fanno, rischiando di allontanarle dalla realtà e dagli uomini”. Madre Teresa come una persona ossessionata da un vuoto interiore alla ricerca di Dio, un'ossessione che le fa fare cose strane.
Infine si passa a Londra. I cronisti, accompagnando le suorine nelle loro escursioni notturne, si meravigliano perché pensavano di andare in alcune zone interdette, in alcune periferie difficili, “ma no, niente affatto. Con alcune medagliette della Vergine in mano, partono per un quartiere animato del centro, dove, usando una loro espressione, ‘vanno a salvare le anime dalle tenebre del peccato’”. Si vedono così alcuni pornoshop e una suora che riprende, con voce autoritaria e moralisticheggiante (nella voce tradotta italiana) una persona frequentante quei locali. La suora, nella voce originale, non ha, ovviamente, quel tono. Il fine è quello di raffigurare una realtà che non esiste, di proporre una tesi ideologicamente precostituita.
Dopo la visione di questo documentario verrebbe spontaneo chiedersi: “Ma perché si canonizza una tale persona? Una persona ossessionata dal peccato? Che fa crociate contro l’aborto solo per portare più anime a Cristo e ingraziarselo, visto che sente di avere poca fede? Che salvando bambini dall’aborto e criticando la contraccezione non porta certo aiuto ad una nazione sovraffollata come l’India? Una persona che “plagia” le suorine sue consorelle tanto da farle diventare delle macchine, inumane ed insensibili persino ai loro stessi bisogni?
Il documentario cdi TV2000 è in pieno accordo con l'editoriale di MicroMega pubblicato il giorno prima della canonizzazione dal titolo: “Madre Teresa NON era una santa”, in cui si sostiene che Madre Teresa ha aperto case dove i malati venivano abbandonati a loro stessi, nonostante abbia raccolto centinaia di milioni di sterline da donazioni che non si saprebbe dove siano finiti, forse su conti bancari segreti. Che ha aperto sì 517 case di accoglienza in oltre 100 paesi, ma che questo costituisce “una ragione senza dubbio valida per chiudere un occhio, almeno qui in Terra. Ai giudizi divini, penserà qualcun altro”.
E allora, mi chiedo, è possibile che venga prodotto, proprio sulla TV dei vescovi italiani, seguita da tante semplici persone che si fidano, un documentario così radicalmente denigratorio della figura della santa Teresa di Calcutta? Diffuso proprio nella mattinata della sua canonizzazione, e riproposto addirittura per ben due volte nella stessa giornata? Quale il fine? Che cosa ci vuole dire? TV2000, di che cosa ci vuole convincere? Sono tanti gli interrogativi che aumentano la nostra confusione, anche se una cosa è certa: qualcosa non quadra!
(Sabino Paciolla su Fb)
RispondiEliminaScusate ma padre Schafer esiste davvero o è personaggio inventato?
http://blog.messainlatino.it/2015/03/intervista-al-monaco-carmelitano-padre.html
Una scomunica per questo prete apostata? No? Che fa il vescovo? Se questo sacrilegio passa come cosa in sé normale... allora possiamo andare tutti a casa. Altro che Circo Massimo e Marcia per la Vita... Tutti zitti? Non disturbiamo il manovratore?
RispondiElimina(e la chiesa è pure bella...)
(Massimo Viglione)
http://www.gaypost.it/palermo-prete-benedice-coppia-lesbica-chiesa-dellunione-civile
Il suo vescovo è quello che gira in bici nella cattedrale con la mitria in testa.
RispondiEliminaIn Sicilia la Chiesa è combinata proprio molto male.bobo
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