Abbiamo ripreso alla fonte la trascrizione delle risposte integrali di don Nicola Bux - citato tra gli "oppositori" del papa nell'intervento pubblicato da La Stampa, nel quale siamo coinvolti anche noi e di cui abbiamo parlato qui - a Giacomo Galeazzi, che gli aveva posto cinque domande.
1. La prima concerneva le ragioni dell’opposizione, interna alla Chiesa cattolica, così vasta verso il Vescovo di Roma attualmente regnante;Un punto di debolezza del pontificato di Francesco mi sembra il venir meno dell’unità cattolica, se si considerano i recenti interventi individuali e collettivi di vescovi: gli argentini della zona di Buenos Aires e i canadesi della regione Alberta, che sull’ammissione dei divorziati risposati alla Comunione, hanno dato interpretazioni opposte. Ciò significa che è finita appunto l’unità cattolica? Il documento che ha provocato questo è l’«Amoris laetitia», l’Esortazione apostolica uscita dai Sinodi sulla famiglia, nei quali erano già emerse le contrapposizioni. Poiché stanno delineandosi prassi opposte, inevitabilmente si porrà la questione al Pontefice: se la morale sia una per tutta la Chiesa cattolica, o a ‘geometria variabile’ in Argentina, in Polonia, etc… Questo causerebbe gravi conseguenze per l’unità della Chiesa. Inoltre, da pastori e teologi autorevoli, è stato detto che parti consistenti dell’Esortazione apostolica, sono in contrasto con l’enciclica di Giovanni Paolo II, «Veritatis splendor», l’ultimo documento del magistero che si è pronunciato in modo sistematico sulla morale cattolica. Quindi, si approfondirà il divario tra chi sostiene la linea della continuità nel magistero e chi vuole voltare pagina fornendo una lettura relativistica della morale? L’«Amoris laetitia», presenta una teologia morale ‘in situazione’ - negli anni ‘70 ne era fautore il gesuita della Gregoriana, Joseph Fuchs - secondo cui l’etica oggettiva deve lasciarsi modulare a seconda delle latitudini e dei casi.
2. La seconda domanda, in continuazione con la prima, riguardava i «singoli casi» contemplati dall’esortazione «Amoris laetitia» per l’accesso dei c.d. divorziati risposati alla Comunione;
I singoli casi, la Chiesa li ha sempre considerati alla luce di una norma oggettiva. Invece adesso si vorrebbe fare il contrario: la norma morale oggettiva viene relativizzata, piegandosi alla mentalità che il mondo vuole oggi imporre alla Chiesa, come appunto per i divorziati risposati civilmente.
3. La terza domanda, il dialogo aperto da Francesco con i musulmani;
Il gesuita Samir Khalil Samir ha detto che il Papa è male informato sui cristiani che vengono perseguitati nei paesi a maggioranza islamica: è strano però, che con gli strumenti di informazione attuali, il Pontefice non debba sapere cosa stanno subendo i cristiani nel mondo. In Vaticano giungono ordinariamente i rapporti dalle Nunziature apostoliche.
4. La quarta domanda, la libertà di esprimere la propria posizione, anche dissenziente, all’interno della Chiesa;
Nella Chiesa cattolica c’è sempre stata la possibilità di esprimere la propria posizione rispettosamente dissenziente verso l’autorità ecclesiastica, anche se si trattasse del Papa. Il cardinale Carlo Maria Martini, notoriamente esprimeva frequentemente, anche per iscritto, il suo dissenso dal pontefice regnante, ma quegli non l’ha destituito da arcivescovo di Milano, o ritenuto un cospiratore. Eppure, per il fatto che dicesse cose o lanciasse proposte "di rottura", i mass media lo definivano anti-Papa. Oggi, non pochi laici, sacerdoti e vescovi si chiedono: dove stiamo andando? C’è confusione nella Chiesa, che porta a domandarsi, come ha scritto paradossalmente Times lo scorso anno, se il Papa sia cattolico. Ora, specialmente i vescovi, non possono non interrogarsi in merito.
5. L’ultima domanda, la funzione del papa nella Chiesa.
Il cattolico sa che il Papa non è un autocrate, ma esprime e conferma la fede della Chiesa fondata da Gesù Cristo: se così non fosse, non sarebbe più in comunione con essa. Insomma, egli deve tutelare la comunione ecclesiale e non favorire la divisione e la contrapposizione, magari mettendosi a capo dei ‘progressisti’ contro i ‘conservatori’; queste categorie politiche, non s’attagliano alla Chiesa: semmai la distinzione è quella tra i cattolici, che sostengono la fede di sempre, e i modernisti che ritengono che questa debba conformarsi alle mode del tempo. Se un pontefice sostenesse una dottrina eterodossa, potrebbe essere dichiarato - per esempio, dai cardinali presenti a Roma - decaduto ipso iure dal suo ufficio. Ciò è previsto dalla dottrina canonica, ma, grazie a Dio, finora non è accaduto. Perciò Benedetto XVI ha voluto tenere distinti dal magistero pontificio, i suoi interventi come ‘dottore privato’ - per esempio gli scritti su Gesù di Nazaret - per non impegnare l’assenso dei fedeli. Si deve auspicare dunque che il Papa operi per mantenere la comunione della Chiesa, preservando il deposito della fede, ascoltando, rispettando e valorizzando quanti sono preoccupati di ciò. Se si manifesta simpatia con chi è all’esterno della Chiesa, ancor prima bisogna farlo con i membri del Corpo mistico, come insegnano sant’Agostino e san Tommaso.
Bux parla di una Chiesa che non esiste più, è triste ma è così.
RispondiEliminaFormidabile ed ineccepibile risposta. Grazie, mons. Bux.
RispondiEliminaUna continua preghiera :
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=ldFhCjYG_Gs
"Bux parla di una Chiesa che non esiste più, è triste ma è così."
RispondiEliminaEsiste, esiste, eccome se esiste. È minoritaria nei numeri, ma esiste. Ed esisterà sempre.
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Fabrizio Giudici
La difformità delle affermazioni di Francesco I dal magistero di Giovanni Paolo II, ma anche di Paolo VI, di Pio XII, di Pio XI, in molti casi è evidente. Non c’è nemmeno bisogno dei “pastori e teologi autorevoli” (la cui parola, evidentemente, è provvidenziale e più che benvenuta): basta lèggere. Quel che i suoi predecessori hanno autorevolmente, solennemente, anche irreformabilmente condannato, il pontefice regnante lo difende; quel che loro hanno negato, lui l’afferma.
RispondiEliminaSe il mondo non finirà domani o domani l’altro, i nostri nipoti si stupiranno del fatto incredibile che un papa abbia implicitamente ma del tutto chiaramente invitato (in una nota a piè di pagina!) i fedeli cristiani all’adulterio. Troveranno, forse (o m’illudo?), ancor più incredibile il linguaggio di questo strano pontefice, che invita chi è sposato a esser fedele (?) a chi (“in teoria”, pensa forse lui: cioè secondo la parola di Gesù) non è il suo coniuge. Eppure è tutto lì, nero su bianco, “ad futuram rei memoriam”.
Che cosa c’entra il Putin?
Maso
@Massimo
RispondiEliminaScusa se ti cito anche io.
Va bene, il tipo di chiesa di cui parla Bux sarà che ormai si vede poco in giro, per il brutto andazzo dei tempi, sembrerà in parte eclissata,
ma quella di cui dice Bux è in realtà l'unica chiesa possibile, l'unica reale, quella rimasta nei cuori dei credenti e assente ovviamente dai cuori di chi l'ha svenduta al mondo.
La chiesa di cui parla Bux è quel corpo mistico fondato da Gesù stesso, e composta dai riscattati dal Suo Sangue e nel Suo Sacrificio. E quest'ultimo nessuno, nemmeno il demonio, lo può nè cancellare nè vincere.
Ma non ce n'è un'altra, tipo chiesa "del mondo", anche se pare ormai l'unica visbile,
perchè non sarebbe chiesa, sarebbe un'entità che nega se stessa, come già accade.
Continua l`opera di riabilitazione del buon Lutero che non voleva dividere ma solo riformare:
RispondiElimina-«Alla luce dell’indubbio rinnovamento della teologia cattolica che il concilio Vaticano II ha operato, oggi i cattolici sono in grado di comprendere le preoccupazioni riformatrici di Martin Lutero e di considerarle con un’apertura mentale maggiore di quanto sembrasse possibile in precedenza. (...)
L’implicita condivisione delle preoccupazioni di Lutero ha portato a una valutazione nuova della sua cattolicità, che si è concretizzata nel contesto del riconoscimento che la sua intenzione era quella di riformare, e non di dividere, la Chiesa. (...) La riscoperta di queste due caratteristiche centrali della sua persona e della sua teologia ha portato a una nuova comprensione ecumenica di Lutero come «testimone del Vangelo».
(Documento congiunto Cattolico-Luterano, Dal conflitto alla comunione)»
http://ilsismografo.blogspot.ch/2016/10/svezia-1012-la-vita-di-martin-lutero.html
Aprimi piaga vermiglia perche' il mio cuore possa gustarti, lasciami entrare in Te , vorrei potervi entrare tutto intero . Apri al povero che bussa , nascondimi in questa fessura di roccia , nascondi profondamente il mio cuore nel Tuo e che nascosto vi bruci e riposi nella pace non temendo piu' nulla al mondo . Con la viva voce del mio cuore grido a Te dolce cuore , perche' Ti amo ! Piegati a me affinche' il mio cuore possa riposare con devozione sul Tuo e che il mio cuore unito al Tuo , con Te Gesu', sia ferito , perche' il mio cuore sara' simile al Tuo solo se infine sara' tutto trafitto dagli stessi colpi che hanno trafitto il Tuo .
RispondiEliminaS.Bernardo di Chiaravalle all' Infinito Amore del Sacro Cuore diGesu' .
https://www.youtube.com/watch?v=ldFhCjYG_Gs
@Luisa
RispondiEliminaper quanto assurdo, Luisa, bisogna saper vedere anche questo:
Ora si dice apertamente di Lutero, lodi e statue,
ma di fatto da quanti decenni il mondo cattolico è composto per la maggior parte da parrocchie dove si assiste a un culto para-protestante, di rito bugniniano con gli altari girati, la comunione sulla mano, pardon, la cena memoriale frutto della terra e del nostro lavoro, omelie ereticheggianti e genericamente filantropiche senza soprannaturale, sacrilegi, guidate da sacerdoti che parlano di Gesù uomo (e basta) e di programma pci-ds-pd-onu-nato-"bene comune" mondializzato?
L'essere apertamente pro Lutero è solo l'ultimo atto di un passaggio già avvenuto 50 anni fa, a partire dalla trasformazione della Messa, di ogni celebrazione e predicazione. Forse qualcuno non se n'era accorto, ma la statua e la riabilitazione storica effettiva di quel soggetto sono solo l'ultimo atto di una serie.
È il problema che mi pongo anch'io... cosa fare col novus ordo se ad es. la domenica non ci fossero celebrazioni tradizionali disponibili? Andare e partecipare comunque, andare e stare zitti e fermi, non andare? Fare la Comunione in ginocchio, farla in piedi, non farla?
EliminaIn passato non poche persone consacrate mi hanno fatto la sviolinata com'è stato bravo Lutero, com'è stato buono Lutero...il pacchetto tutto compreso lo stanno solo infiocchettando. Come dice Josh sono 50 anni e più che la commedia è iniziata. Siamo alle battute finali.
RispondiEliminaConcordo Josh.
RispondiEliminaEd è appunto perchè cattolica in terra protestante che, dopo la rivoluzione post CVII, sono scappata lontano da quella Chiesa che con ogni evidenza prendeva il volto ( e la sostanza) di un`altra religione, una Chiesa in ebullizione pronta a mandare tutto all`aria, ad imitare i "fratelli protestanti" e mandare al macero ogni ostacolo e, in particolare, a mostrare a me la porta di uscita...se ti va è così, se non ti va quella è la porta, porta che ho preso. Legittima difesa.
@ Lorenzo Caperchione
RispondiEliminaMia moglie e io ci regoliamo così:
alla domenica, costi quel che costi, esclusivamente VO, anche facendo km a iosa, in pratica dedichiamo il Dies Domini a questo;
nei giorni feriali invece andiamo alla Messa NO in quanto qui non esiste una VO feriale tranne al sabato.
In tal caso seguiamo il rito mentalmente come se fosse tridentino,
- inginocchiandosi al confiteor (o alla sua preghiera sostitutiva);
- ci inginocchiamo all'offertorio durante il quale non rispondiamo alla benedizione della tavola ebraica col "Benedetto nei secoli il Signore" ma preghiamo mentalmente la nostra partecipazione all'offerta sacrificale della Vittima immacolata;
- poi non rispondiamo al mistero della fede;
- il "Domine non sum dignus" lo diciamo tre volte sottovoce in latino al posto della traduzione storpiata in italiano;
- la Comunione la riceviamo sulla lingua in ginocchio, inginocchiandoci davanti al prete quando arriva il nostro turno nella fila;
- infine ci inginocchiamo alla benedizione.
Insomma ci si deve arrangiare...
Già,questo è solo l'ultimo atto: come detto più volte, tutto nasce ufficialmente dai testi del Vaticano II.
RispondiEliminaAnche l'ultraprogressista, ormai defunto, cardinal Willebrands lo riconobbe apertamente nel suo discorso all'Assemblea plenaria della Lega Luterana in Svizzera ad Evian nel luglio del 1970, dove affermò con placida faccia di bronzo:
"...Anzi, il Concilio Vaticano II stesso non ha forse soddisfatto esigenze che, tra altri, sono state espresse da Martin Lutero e in virtù delle quali ora parecchi aspetti della fede e della vita cristiana trovano espressione migliore di prima?"
(cfr.La Civiltà Cattolica, quad. 3204, 17 dicembre 1983).
E così, di progresso in progresso, si e arrivati anche all'ingresso (della statua di Lutero in Vaticano)...
Mons. Lefebvre (che don Bux mi ha ricordato essersi messo fuori dalla Chiesa, sig!) ha rifiutato la messa nuova e la FSSPX non la dice, perchè intrinsecamente cattiva, perchè lo spirito con la quale si è fatta non era cattolico, in effetti i frutti li abbiamo sotto gli occhi. Domanda: perchè solo la FSSPX oltre a ben parlare ha avuto il coraggio di professare la Fede della Chiesa rifiutando ciò che la mette in pericolo? Non possono farlo tutti quelli che hanno capito da dove arriva la crisi? Sbaglia la FSSPX? Oppure anche tra i migliori, circola il detto: non si sputa nel piatto dove si mangia? Sono inopportuna, ma non per astio, ma perchè vorrei capire cosa frena tanti buoni sacerdoti o vescovi, a prendere posizione, non solo a parole, ma segliendo di dare ai fedeli e a Dio solo ciò che fa bene all'anima ed onora Dio,anche a costo della carriera, della reputazione,dello stipendio, della vita, non ne hanno l'obbligo per il bene delle anime e nei confronti di Colui che non ha risparmiato una sola goccia di sangue per salvarci? Queste sono le domande a cui non mi è mai stata data una risposta. Ha sbagliato Mons. Lefebvre, non c'era allora ( e oggi ancora di più) uno stato di grave necessità per le anime?
RispondiEliminaOttimo don Bux, chiaro, semplice, lineare, mi piacerebbe sentire il papa parlare così.
RispondiEliminaQuesta frase riassume un bello spaccato di verità:
"I singoli casi, la Chiesa li ha sempre considerati alla luce di una norma oggettiva. Invece adesso si vorrebbe fare il contrario: la norma morale oggettiva viene relativizzata, piegandosi alla mentalità che il mondo vuole oggi imporre alla Chiesa, come appunto per i divorziati risposati civilmente".
E per il papa attuale è la Chiesa che si deve piegare e chi non lo fa, membro del clero o fedele, va piegato con le maniere forti.
Normali la confusione e le fratture interne che conseguono a questo atteggiamento. Sempre più insanabile e naturale lo sfociamento nel protestantesimo, la peggiore delle eresie proprio perché più apparentemente "vicina" e, quindi, più subdola e contagiosa.
Sulla divisione e la debolezza che ne deriva, mi vengono in mente le Parole di nostro Signore Gesù, quando lo accusavano di scacciare i demoni in nome di Belzebul e Lui rispose che il nemico forte e bene armato non divide se stesso, altrimenti il suo regbo va in rovina.
E'quello che sta accadesso con Bergoglio, che ci vuole imporre il protestantesimo.,
Conord in pieno con la riflessione di Josh e Sacero Quindam. sul CVII
P. S.
per Marius: come reagiscono i sacerdoti quando te e tua moglie ricevete l'Ostia in ginocchio? Osano aver da ridire? Non mi stupirebbe. ..
@ Luigi Rmv
RispondiEliminaFinora non abbiamo avuto problemi.
A parte il fatto che i preti NO spesso sono letteralmente incapaci di somministrare la Santa Ostia sulla lingua: alcuni di loro sembra stiano pasteggiando un delfino nell'acquario e ritraggono di colpo la mano come schifati dopo questo gesto per loro così inusuale.
Carissimo Mons. Bux, come ha detto s.Agostino e come ha detto S.Tommaso;aggiungerei, come ha detto lo stesso Signore Gesù:”Che tutti siano una cosa sola!”.
RispondiEliminaGrazie di cuore per la Sua convinta e credibile testimonianza. Adele.