Il sito Adelante la Fe pubblica una lettera che un missionario in Oriente avrebbe spedito al Pontefice dalla sua missione sull’Himalaya, il 5 ottobre 2016. E’ una lettera piuttosto lunga, che vi consigliamo di leggere nell’originale spagnolo, ma di cui ci sembra comunque riportare alcuni brani perché toccano temi caldi, anche oggi, nel giorno della visita in Svezia: conversione, missione, e “proselitismo”, che sembra essere in questo periodo all’attenzione del Pontefice regnante.
“Essendo in missione per grazia di Dio nella cordigliera ell’Himalaya e sul punto di celebrare quattro anni della mia Ordinazione Sacerdotale, mi appresto a scriverle questa lettera, che rendo pubblica perché il suo contenuto riveste il medesimo carattere”, scrive padre Federico Juan, S.E..
Essendo stato inviato missionario in Estremo Oriente, scrive il religioso (“un’enorme grazia celeste per me con la mia anima di peccatore”) da tempo però “il mio spirito soffre di una desolazione estrema nel leggere le ripetute invettive di Sua Santità contro quello che in modo peggiorativo e senza distinguo chiama proselitismo. E particolare dolore mi ha causato aver letto che il Vicario di Cristo, senza chiarire il senso, abbia detto che ‘il proselitismo è una solenne sciocchezza’, e che “non ha senso’. Si potrebbe dire che sia frutto, questa frase, di una trascrizione infedele da parte di un giornalista ateo, ma la sua pubblicazione sulla pagina ufficiale della Santa Sede rende nulla questa difesa ipotetica”.
Continua così, la lettera del missionario. “E’ cresciuta la mia angoscia qundo Sua Santità ha chiesto retoricamente: ‘Vado a convincere qualcuno perché si facci cattolico?’, per rispondere dopo: ‘No, no, no’. (Videomessaggio per la festa di San Gaetano). Questa tripla negazione del Papa attuale mi ha riportato alla memoria quella del primo”.
Padre Fernando ricorda che la Santa Madre Chiesa, per mezzo dei superiori religiosi, e “anche per mezzo di Sua Santità- che, di persona, mi ha comandato di andare missionario in Estremo Oriente”, lo ha inviato in terre lontane per evangelizzarle.
“Non ho ricevuto nessun mandato come assistente sociale, come soccorritore di emergenze, alfabetizzatore, distributore di polenta o dialogatore seriale; ma fui inviato dal Padre celeste e dalla Santa Chiesa come banditore della Santa Fede cattolica, per cercare di guadagnare a Cristo il maggior numero di anime, predicando opportune e inopportune”.
Il missionario dice di essere felice di “impegnarsi sino alla morte per conquistare alla Chiesa cattolica il maggior numero possibile di anime”, sicuro che così giungano al Paradiso, e convinto che questo lavoro “diffondere la Chiesa di Dio nelle terre del paganesimo, dell’eresia e dell’idolatria è una santissima opera di misericordia”, superiore a tutti i benefici corporali o temporali prodigabili. L’esempio che lo ispira è quello di San Francesco Saverio, gesuita come il Pontefice.
“In spagnolo si può ben dire che è proprio il dio incarnato che, di persona, ci ha mandati a proselitizzare tutte le genti….e se qualcuno simpliciter pensa che il proselitismo sia una sciocchezza, solennemente replicheremmo che la sapienza di Dio e follia per il mondo”.
Il missionario si sente spinto a “manifestare il profondo malessere che invade la mia anima nel constatare le sue reiterate condanne di quell’operare che Sua Santità definisce con il termine socialmente odioso di proselitismo”. Il termine in spagnolo è estremamente ambiguo, e può essere impiegato per definire manovre vili e nello stesso tempo il sacrificio apostolico dei missionari “che si consumano e muoiono per convertire pagani, eretici e scismatici all’unica vera Chiesa”. Il religioso ricorda alcuni testi famosi delle missioni, in cui il termine viene usato in senso positivo. Ma soffre quando vede che il Pontefice “omette di segnalare” il senso buono: “questa omissione è dolorosissima per il mio spirito, perché se non si chiarisce il valore ulteriore, è quasi obbligatorio interpretare queste condanne papali come rimproveri fulminanti al lavoro di ogni missionario, incluso il sottoscritto, che osi fare quello per cui è stato inviato dalla Chiesa stessa, e cioè la conversione degli infedeli”.
“Baciando i sui degnissimi piedi” padre Federico chiede al Pontefice una benedizione, e che questa lettera lo spinga a “chiarire il senso delle Sue dichiarazioni, e perciò a rivendicare l’importanza e l’urgenza di lavorare senza sosta per la conversione alla Fede cattolica di tutti i pagani, eretici e scismatici”. [Fonte]
Caro Padre Federico,
RispondiEliminaancora non l'hai capito, tu come milioni di persone che ancora lo chiamano "papa", che costui è un apostata che sta operando per distruggere la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana, a favore di una pseudo religione ecumenico-sincretista architettata dalla massoneria e che, per lui, il Missionario è una figura negativa ai fini del suo scopo?
Evita, caro Padre Federico, di baciargli mani e...piedi(!?) anche se solo virtualmente: quello è un adepto della Sinagoga di Satana!!
E continua, ti prego, ad operare nella tua Santa Missione, così come volle Nostro Signore Gesù Cristo.
Cara mic, so per certo che non mi pubblicherai, ma sappi che parole simili le ho pronunciate, senza nessuna remora, una sera a cena con il Vescovo del Kosovo ed il suo Vicario, il Vescovo del Montenegro, l'Ambasciatore ed il Console di Malta con relative mogli...
E intanto colui che dovrebbe essere il pastore universale del gresse e che come tale dovrebbe essere vicino a quella parte del gregge che sta soffrendo e pregando in ginocchio davanti alla Basilica di Norcia si trova in Svezia felice e sorridente ad accogliere gli applausi dei fratelli e delle sorelle luterani.
RispondiEliminaSì perchè non bisogna più chiamarli "fratelli separati" ma "fratelli in cammino verso l`unità" solo che ad essere in cammino sono solo e sempre i cattolici, a fare passi "verso" sono solo i cattolici, a togliere le cosidette pietre d`inciampo sono solo i cattolici, e così oggi ci troviamo con un papa che va in Svezia a celebrare la commemorazione di quel dramma assoluto che è stata la Riforma ma che oggi è vista come un dono, una benedizione quasi una grazia...
Se quello che leggo sui giornali online è vero sta succedendo qualcosa di terribile per le cose che dice. Come può dire di superare le cose che ci dividono (sapendo quali sono, le dobbiamo elencare?) o dire che le divisioni sono nate per questioni di potere degli uomini? Come può parlare di intercomunione?
RispondiEliminaMa quindi le dispute teologiche di dottori della Chiesa, le prese di posizione dei Papi, sarebbero tutte per questioni di potere?
Per non parlare del messaggero (il quotidiano) che ha titolato e commentato che avrebbe chiesto perdono a Lutero. Magari non ha detto proprio così, ma pare che cmq abbia detto che dobbiamo chiedere perdono (sia noi che loro, boh).
Eh no, non credo che questi recenti terremoti siano una punizione divina, ma un avvertimento.
Sono scosso
Giuseppe M.
Ecco il sacerdote che ha scritto la lettera:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=bAPyPb9eI4Q
Se dobbiamo essere "grati a Lutero" per aver ridato impulso alla conoscenza della SACRA Scrittura, mi chiedo perchè si debba poi desacralizzare tutto... facendone palestra di interpretariato.
RispondiEliminaPerchè non far notare che nella lettera ai Romani l'esimio Martino ha taroccato la traduzione aggiungendo una parolina (sola) che nell'originale di San Paolo non c'è...
Ma soprattutto perchè non leggere quello che inequivocabilmente Gesù afferma in merito alla missione: andate, annunciate, battezzate etc...
Evidentemente "andando" si va dove c'è gente che ha altre religioni.
E "annunciando" il vangelo si dicono cose che possono stridere con le altre credenze.
Parlando di resurrezione si viene invitati a presentarsi un'altra volta, dicendo che il Verbo ha preso carne si disorienta e dicendo che Dio è morto in croce si scandalizza!
Se poi si "battezza", ovvero si immerge qualcuno in questa verità di fede, significa dare un segno indelebile alla sua vita, che da lì i poi sarà chiamata alla sequela del Suo Signore.
Questo è l'ABC del cristianesimo, è il DNA della missione.
Eppure, oggi, con le idee che circolano nei dintorni di Santa Marta, chi è il missionario?
Forse un assistente sociale, forse un ambasciatore, forse un uomo che cerca di realizzarsi tra gente sconosciuta, ma difficilmente un annunciatore di Cristo Unico Salvatore.
La salvezza pare ridursi a quella dall'ignoranza (studiando a scuola, sui testi del laicismo, insegnando Darwin e Voltaire), dalla fame (costruendo pozzi e alimentando la pompa con il fotovoltaico), dalla malattia (costruendo un dispensario, ma senza rinunciare agli strumenti di "salute riproduttiva" che stanno invecchiando l'occidente tanto da invocare le migrazioni per rimpiazzare i non nati...).
Se dialogo con chiunque, ma non sto inginocchiato davanti a un tabernacolo, ritenendolo tempo perso, sottratto alle attività solidali, come potrò annunciare il Signore Gesù?
Se celebro Madre Teresa, ma taccio che (dopo 14 ore di servizio ai malati e ai morenti) ESIGEVa dalle suore di stare almeno tre ore inginocchiate davanti al Santissimo Sacramento (altrimenti non avrebbero potuto vedere il volto di Cristo in quei sofferenti), come potrò avere la stessa santità di chi viveva la carità (di Dio) e non la "filantroppia" umana?
"I poveri li avrete sempre con voi, ma non sempre avrete me".
Non che ne avessi dei dubbi, ma Gesù ha centrato il punto sulla vera e la falsa missione.
E chi è morto in terra di missione non ha mai pensato che convertire qualcuno fosse una scemenza. Anzi: è l'opera di carità più grande!
I soliti "casuisti" faranno notare che talvolta si è esagerato, magari costringendo qualcuno. Era spessissimo in buona fede, ma in questo caso il giudizio di chi non giudica nulla è pronto ad inveire contro questi efferati e inescusabili colpevoli!
Di tutti quelli che sono morti ammazzati in terra di missione, uccisi da chi aveva un'altra fede, verrebbe da dire: "poveri sciocchi, ve la siete cercata: se ci fossero stati gli insegnamenti odierni l'avreste sfangata!"
Così oggi i "casuisti" gongolano e per evitare future conversioni forzate si premurano di far sapere che non vogliono nemmeno pregare per la conversione altrui, proprio per non invitare il Signore ad intervenire: meglio che non venga scomodato, ci pensiamo già noi ad azzerare tutto!
Qualche anno fa le veglie missionarie erano frequentate da migliaia di persone, e c'erano belle storie di partenti che davano testimonianze bellissime di fede. Oggi c'è chi si vanta che "durante l'estate alcuni nostri parrocchiani hanno fatto un'esperienza di servizio in Africa"... Eh già, la missione è diventata volontariato. Lo dicono anche a Messa...
il prete Buonaiuti e il canonico Roca "profetizzarono" ciò che è avvenuto ORMAIhttp://www.maurizioblondet.it/lund-fusione-artificiale-freddo-sine-populo/
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