Nel libro “Le spie del Vaticano – La guerra segreta di Pio XII contro Hitler”, Mark Riebling rivela quanto Papa Pacelli si adoperò per fermare Hitler e impedire la Seconda Guerra Mondiale
Un libro incredibile “Le spie del Vaticano- La guerra segreta di Pio XII contro Hitler” (Mondadori), che racconta tutta la verità su quanto fece Eugenio Pacelli, prima come nunzio in Germania, poi come Papa Pio XII, per impedire l’ascesa di Hitler, scongiurare la Seconda Guerra Mondiale e salvare più vite possibile.
Il volume è scritto da Mark Riebling, storico, saggista e analista politico americano, tra i fondatori del Center for Tactical Counterterrorism, nonché firma eccellente del New York Times, del Wall Street Journal, già autore di “Wedge: The Secret War Between the FBI and Cia”.
Dal libro emerge che l’impegno e le attività di Pio XII per fermare Hitler, la guerra, Mussolini, andarono ben oltre il ruolo di Pontefice. Pacelli arrivò al punto di organizzare una rete clandestina per raccogliere informazioni, tenere i contatti tra l’opposizione militare al Furher e gli alleati, passare informazioni militari sensibili e cospirare per rovesciare il dittatore.
Da tener conto che l’opposizione militare tedesca tentò in più di un’occasione di uccidere Hitler. Pio XII non solo ne era al corrente, ma fu attivissimo animatore e sostenitore di questa “Germania Per Bene” sperando che destituisse il Furher e firmasse una pace separata con gli alleati.
Operazione che gli riuscì, anche se solo in parte nel 1943 in Italia, quando riuscì a far destituire Mussolini, e far firmar l’Armistizio tra Italia e alleati. Per questa operazione, Hitler andò su tutte le furie. Ordinò di arrestare Pio XII per deportarlo in Germania. L’ordine di Hitler era di uccidere il Papa se avesse resistito all’arresto.
La documentazione a cui attinge il libro è senza precedenti, praticamente è riportato tutto quanto di rilevante è attualmente conservato negli archivi sul tema, insieme a numerosi documenti della “National Security Agency”. Grazie a questo materiale, Riebling descrive in dettaglio relazioni, operazioni segrete dei membri delle opposte reti di agenti segreti e degli agenti segreti con moltissime informazioni inedite, rivelando le attività e la consistenza della rete di informazione clandestina del Vaticano presente in Germania e in Italia.
The Jewish Week, sito americano che in passato non è stato tenero nei confronti di Pio XII, ha scritto che il libro di Riebling “mostra con grande evidenza come Pio XII fu il più forte oppositore del nazismo. Attraverso ricerche e documentazioni vaste e accurate, Riebling dimostra che Pio XII, era tutt’altro che un acquiescente spettatore del genocidio nazista, fu in realtà il più attivo sostenitore di un piano di resistenza che prevedeva anche l’assassinio di Hitler. Attraverso una rete che dirigeva personalmente, il Papa agì da intermediario tra l’opposizione militare e diplomatica ad Hitler in Germania e le autorità Britanniche”.
“Il Papa – si legge nella recensione – costruì e diresse una rete di comunicazione intricata e segreta. Poche o niente lettere scritte. Telegrammi cifrati e conversazioni personali in luoghi sicuri. Un movimento di resistenza vasto, diffuso e segreto, pronto a mobilitare sindacati e società civile appena il tiranno sarebbe caduto. Pio XII, e non era l’unico, era convinto che Hitler avesse venduto l’anima al diavolo e fosse ormai espressione di un potere diabolico. Lavorò fino all’ultimo minuto del periodo bellico per far firmare una pace separata tra la Germania post- Hitler e gli Alleati”. The Jewish Week conclude la recensione affermando che appare chiaro, leggendo il libro, che “Pio XII si oppose strenuamente al male”.
Per avere un’ulteriore chiave di lettura su questa intricata vicenda storica e per capire anche perché, per tanti anni, una certa pubblicistica ha accusato Pacelli di essere l’alleato di Hitler, ZENIT ha chiesto il parere di padre Hans Peter Gumpel. Oltre ad essere uno storico prestigioso, Gumpel è un profondo conoscitore di quel pezzo di storia, avendo conosciuto in gioventù alcuni militari che si opponevano ad Hitler ed essendo stato relatore nella Causa di Beatificazione di Pio XII.
Secondo il religioso, ad eccezione del sistema di registrazione che Pio XII avrebbe usato nel corso dei colloqui con i cardinali tedeschi, tutto quanto scritto da Riebling è pura verità. Così vera che gran parte di questa storia è contenuta nella ‘Positio’ scritta per la causa di beatificazione del Pontefice. Per padre Gumpel è incomprensibile come per tanti anni giornali e libri abbiano continuato ad accusare Pio XII di connivenze con Hitler. Anche perché ci sono stati almeno due libri che avevano già raccontato quanto ora scritto da Reibling.
Il primo è stato scritto dal britannico Harold C. Deutch nel 1968 con il titolo “The conspiracy against Hitler in the twilight war” e il secondo “L’orchestra Nera – Militari, civili, preti cattolici, pastori protestanti, una rete contro Hitler. Che ruolo ebbe PioX II?” scritto da Domenico Bernabei, e pubblicato a Torino nel 1991 dalla ERI Edizioni Rai. “Orchestra nera” fu il nome attribuito dalla Gestapo a un gruppo di congiurati contro Hitler; “nera” in rapporto al colore delle tonache dei preti cattolici e luterani in essa presenti.
Alla domanda su come Pio XII potesse sostenere un piano che prevedeva l’assassinio di Hitler, padre Gumpel ha spiegato che venne discussa la liceità di tale azione facendo riferimento alle argomentazioni sul “tirannicidio” elaborate da San Tommaso D’Aquino, e poi è quanto mai evidente che Pio XII fece tutto il possibile e l’impossibile pur di fermare lo spaventoso e criminale genocidio in atto.
Antonio Gaspari
[Fonte]
Sui cartelli scriveremo: "Santo dopo (troppo veleno)".
RispondiEliminaPer essere parte attiva di quanto qui un poco si legge, occorre capacità di giudizio, conoscenza degli uomini, senso di responsabilità, disciplina, altissimi. Doti inimmaginabili in Vaticano da fine ottobre 1958 in poi.
RispondiEliminaQuanta vigliaccheria e meschinità da parte degli accusatori.
RispondiEliminaLe calunnie contro la Chiesa e i suoi uomini santi attecchiscono sempre alla grande.
Ma dinanzi a Dio, e per noi piccoli, PIO XII è gia' santo.
Il 13 novembre 1983 muore a Vienna Suor Pascalina Lehnert delle Suore della Santa Croce, fedelissima assistente di Pio XII dal 1917 alla morte del Venerabile Pontefice.
RispondiEliminaOra guardando la realtà dopo di lui: figure di secondo piano, figurine e figuracce.
RispondiEliminaimportante:"Fare chiarezza". L'appello di quattro cardinali al papa
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/articoli-amoris-laetitia-troppa-confusionequattro-cardinali-scrivono-al-papa-fare-chiarezza-18028.htm
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351414
RispondiEliminaIL 25 luglio e l'8 settembre 43 opera di Pio XII?
Nessuno lo aveva mai sostenuto, sara' interessante leggere la documentazione scoperta e utilizzata dall'autore tedesco. Personalmente sono scettico al riguardo, salvo ricredermi di fronte ad una documentazione inoppugnabile. Forse il recensore del libro ha caricato le tinte, per cio' che riguarda la vicenda italiana. Ricordo comunque che finora gli storici hanno provato che fu Mussolini stesso per primo a tentare di prendere contatti in Portogallo con gli Alleati per negoziare un'uscita dell'Italia dalla guerra, mandandovi segretamentenel 1943 un suo uomo di fiducia, che l'ambasciatore inglese a Lisbona non volle nemmeno vedere. (Contatti segreti per uscire dalla guerra erano stati presi sin dal 1942 da praticamente tutti i paesi alleati di Hitler e da ambienti italiani vicini alla monarchia).E nei giorni precedenti il 25 luglio espresse Mussolini all'ambasciatore giapponese la necessita' per l'Italia di uscire dalla guerra ( a suo tempo ci scrisse sopra anche Piero Buscaroli, su "Il Giornale"). Per cio' che riguarda il nostro tragico periodo 25 luglio 8 settembre 43 dalla storiografia risulta finora che: 1. l'uscita nostra dalla guerra era necessaria, in caso contrario gli Alleati avrebbero raso al suolo con l'aviazione le citta' italiane, come hanno fatto poi con molte citta' tedesche; 2. L'operazione fu condotta nel peggior modo possibile dal duo Vittorio Eman. III e Badoglio (146 anni in due, mal portati, intelletualmente parlando). A cominciare dall'arresto di Mussolini, che, agendo con "correttezza costituzionale" (Sergio Romano) era andato dal Re a presentare le dimissioni dopo il voto di sfiducia del Gran Consiglio del Fascismo, organo al tempo costituzionale. Invece di procedere ad un rimpasto che conservasse ancora formalmente il regime per tenere buoni i tedeschi e mantenere unita la nazione, il Re opero' un colpo di Stato, facendo arrestare a tradimento il Duce, abolendo il regime e precipitando il paese nel caos.
3. Di un intervento vaticano si era sempre parlato per far cessare i combattimenti contro i tedeschi l'8 settembre. Kesselring aveva minacciato di far bombardare Roma ma era un bluff. I tedeschi erano stati fermati a porta s. Paolo dai Granatieri di Sardegna e a Monterotondo dalla divi. corazz. Ariete in ricostituzione (era stata eroicamente distrutta ad El Alamein). Ci furono negoziati convulsi che si conclusero con la resa degli italiani, che fecero ancora una volta (immeritatamente) la figura di quelli che non combattono. Historicus
Sapete tutti benissimo chi NON vuole che Pio XII sia fatto né beato né tanto meno santo.....tanto meglio così, visti gli ultimi papi santificati d'ufficio.
RispondiEliminaCon un esempio così, le moltitudini mettono le ali.
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