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domenica 20 novembre 2016

Leone XIII - Atto di Consacrazione del genere umano a Cristo Re

Nell'Anno Liturgico dell'Ordo Antiquior, e a coronamento di esso, la festa di Cristo Re è assegnata all'ultima domenica di ottobre, ultima Domenica prima della Festa di Tutti i Santi, che tali sono in virtù di Lui, mentre il Messale romano riformato, approvato da Paolo VI nel 1969, la colloca all'ultima domenica dell'anno liturgico. Dunque comunemente la si celebra oggi. 
Vi invito a leggere un articolo collocato tra le 'pagine fisse' del blog : La festa di Cristo Re nella storia, nella liturgia, nella teologia [qui] che ricostruisce la genesi storica della festa di Cristo Re, delineandone la portata teologica, e dimostrando perché lo spostamento in questione è tutt'altro che irrilevante.
Colgo l'occasione per proporre l'Atto di Consacrazione del genere umano all'universorum Rex. Re di tutti e di tutte le cose e non soltanto genericamente Re dell'universo, come l'ha declassato la Festa di Cristo Re del nuovo Ordinamento liturgico, che indebolisce la dimensione storica, immanente del Regno... 
Inserisco, di seguito, l'Inno Te sæculórum Príncipem, preceduto dall'indicazione delle strofe inopinatamente soppresse (nel Mattutino e nelle Lodi) e quindi non più né pregate né meditate sui nuovi breviari... Poi dicono che non è cambiato nulla? 

Leone XIII - Atto di Consacrazione del genere umano a Cristo Re

« O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati innanzi a te. Noi siamo tuoi, e tuoi vogliamo essere; e per vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al tuo sacratissimo Cuore.

« Molti, purtroppo, non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Ge­sù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al tuo sacratissimo Cuore.

« O Signore, sii il Re non solo dei fedeli, che non si allontanarono mai da te, ma anche di quei figli prodighi che ti abbandonarono; fa' che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Sii il Re di coloro, che vivono nell'inganno e nell'errore, o per discordia da te separati: richiamali al porto della verità, all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.

[Siate il Re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni dell'idolatria e dell'Islamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno Vostro.
Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, lavacro di redenzione di vita, il sangue già sopra essi invocato.] (Invocazioni eliminate da Giovanni XXIII ed oggi recuperate.)

« Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine: fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Amen ».

* * *
Inno Te sæculórum Príncipem
Nel Breviario non riformato, l'inno dei Vespri afferma: "Te nationum praesides / Honore tollant publico, / Colant magistri, iudices, / Leges et artes exprimant. // Submissa regum fulgeant / Tibi dicata insignia: / Mitique sceptro patriam / Domosque subde civium". "Te i governanti delle nazioni esaltino con pubblici onori, te onorino i maestri, i giudici, te esprimano le leggi e le arti. Risplendano, a te dedicate e sottomesse, le insegne dei re: sottometti al tuo mite scettro la patria e le dimore dei cittadini").
Nell'inno del Mattutino si legge: "Cui iure sceptrum gentium / Pater supremum credidit" ("A te [Redentore] il Padre ha consegnato, per diritto, lo scettro dei popoli"). E ancora "Iesu, tibi sit gloria, qui sceptra mundi temperas" ("A te, o Gesù, sia gloria, che regoli gli scettri [= le autorità] del mondo").
Stessi concetti ribaditi dall'inno delle Lodi: "O ter beata civitas / Cui rite Christus imperat, / Quae iussa pergit exsequi / Edicta mundo caelitus!" ("O tre volte beata la società, cui Cristo legittimamente comanda, che esegue gli ordini che il cielo ha impartito al mondo!").
La festa di Cristo Re fu istituita da Pio XI l'11 dicembre 1925 mediante l'enciclica Quas primas. Se la festa è di nuova istituzione non è per nulla nuova l'idea della regalità attribuita alla figura di Cristo, che non soltanto la Scrittura, i Padri e i teologi, ma anche l'arte sacra e il senso comune dei fedeli concordemente affermano. L'istituzione di una ricorrenza specifica dedicata a questo mistero, risulta chiara dal testo dell'enciclica:
[...] "Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l'umana società". Papa Pio IX si riferisce al laicismo (non alla laicità): "La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste [...]
Te sæculórum Príncipem,
Te, Christe, Regem Géntium,
Te méntium te córdium
Unum fatémur árbitrum.

Scelésta turba clámitat :
Regnáre Christum nólumus :
Te nos ovántes ómnium
Regem suprémum dícimus.(soppressa!)

O Christe, Princeps Pácifer,
Mentes rebélles súbjice:
Tuóque amóre dévios,
Ovíle in unum cóngrega. (soppressa!)

Ad hoc cruénta ab árbore
Pendes apértis bráchiis,
Diráque fossum cúspide
Cor igne flagrans éxhibes.

Ad hoc in aris ábderis
Vini dapísque imágine,
Fundens salútem fíliis
Transverberáto péctore.

Te natiónum Præsides
Honóre tollant público,
Colant magístri, júdices,
Leges et artes éxprimant. (soppressa!)

Submíssa regum fúlgeant
ibi dicáta insígnia:
Mitíque sceptro pátriam
Domósque subde cívium.(soppressa!)

Jesu tibi sit glória,
Qui sceptra mundi témperas,
Cum Patre, et almo Spíritu,
In sempitérna sæcula. Amen.
Te, Principe dei secoli
Te, Cristo, Re delle genti
Te, delle menti, Te dei cuori,
confessiamo unico Sovrano.

La turba scellerata urla:
«Non vogliamo che Cristo regni»
Ma noi, acclamando, di ogni cosa
Ti dichiariamo Re supremo.

Cristo, Principe Portatore di pace,
assoggetta le anime ribelli;
e, con il tuo amore, gli erranti
raduna in un solo ovile.

Per questo dall'albero sanguinante
pendi con le braccia stese,
e, dalla crudele punta perforato,
il cuore, di fuoco flagrante, manifesti.

Per questo sugli altari ti tieni nascosto
di vino e di cibo nell'immagine
effondendo la salvezza sui figli
dal petto transverberato.

Te delle nazioni i principi
manifestino [Re] con pubblico onore
[Te] adorino i maestri, i giudici
[Te] le leggi e le arti esprimano.

Le sottomesse insegne dei re
[a Te] dedicate vi rifulgano:
e con mite scettro la Patria
e le case dei cittadini assoggetta.

Gesù, a Te sia gloria,
che reggi gli scettri del mondo,
con il Padre, e l'almo Spirito
per i secoli sempiterni. Amen.

11 commenti:

  1. Grazie, e ricordiamo che si concede l'indulgenza parziale al fedele che recita piamente questo Atto di Consacrazione. L'indulgenza è plenaria se lo si recita pubblicamente nella Solennità di Cristo Re.

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  2. http://www.todayscatholicworld.com/

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  3. https://www.loccidentale.it/articoli/143524/quale-liberta-per-le-figlie-di-francia

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  4. Se sulla esortazione apostolica Amoris Laetitia quattro cardinali hanno espresso cinque “Dubia” (dubbi), vale a dire delle domande di chiarimento che vanno al cuore della fede cattolica, chi non ha assolutamente dubbi è la CEI, la Conferenza episcopale italiana. Lo scorso fine settimana ha radunato ad Assisi oltre 500 responsabili diocesani di pastorale familiare per riflettere sulla Amoris Laetitia e individuare le linee pastorali in materia. In realtà per i convenuti c’era ben poco da riflettere, solo prendere atto di ciò che i responsabili Cei avevano già deciso. E dietro tanti discorsi fumosi – così almeno appaiono dal resoconto della tre giorni pubblicato ieri da Avvenire – è chiaro che gli obiettivi sono due, i soliti: comunione ai divorziati risposati e promozione dell’omosessualità.

    Per capire l’antifona bastano le poche citazioni riportare da Avvenire. Si deve passare dalla Familiaris Consortio alla Amoris Laetitia, dice ad esempio un poetico don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio famiglia della Cei: «Con le stesse note è stata scritta una musica completamente nuova». Tradotto vuol dire: scordatevi san Giovanni Paolo II. Monsignor Vincenzo Paglia, neo presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II sulla famiglia cade invece in un umorismo involontario quando dice – lui che ha ancora qualche guaio con le procure - che «non siamo più schiavi della legge ma figli della libertà della Grazia».

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  5. Dopo la consacrazione ufficiale del Perù fatta dal suo Presidente, ieri anche la Polonia si è ufficialmente consacrata a Cristo Re, a Cracovia.
    E'umanamente incredibile, ma vero: l'Atto di consacrazione ieri pronunciato, sembra essere stato scritto da un Pio XI redivivo! Alla faccia del Vaticano II e dei miserabili liberalmodernisti.
    Viva Cristo Re!

    http://yvesdaoudal.hautetfort.com/archive/2016/11/19/l-acte-d-accueil-du-christ-comme-roi-de-pologne-5876392.html

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  6. Gesù è re dell'universo.
    E' il re che regna dalla croce, usata come suo specialissimo trono.
    Chiunque ne invochi il nome, anche nell'indegnità del proprio operare, chiede al re di ricordarsi di lui nel regno (Lc 23,42) così differente da quelli del mondo.
    Il nome di Gesù, luce del mondo, illumina la mente, ne sana il pensiero dalle filosofie malate, placa e scaccia gli spiriti importuni e maligni che ci attraversano.
    Possiamo essere tempio di Dio, luoghi del suo regno, chiedendo perdono a Lui (non al mondo) e aprendoci alla comunione che è il "permesso di soggiorno" e il "catasto" di quel regno.
    La preghiera a Gesù ci orienta a sceglierLo nostro re e questo atto orante è più forte degli altri pensieri umani, scacciando gli intrusi che infestano l'anima.
    Chi prega molto e sta molto tempo con Gesù, non solo ha meno tempo per operare il male, ma ha meno tempo per dialogare con la tentazione che ci espone a compiere i peccati. Se ci piace pregare, ci piacerà meno peccare.
    E' decisivo che si preghi senza illuderci di sconfiggere il nemico con le sole nostre forze.
    Anche nel pregare: farlo anche un po' male è nelle nostre facoltà; farlo bene è una grazia.
    Lo Spirito di Dio che ci abita è più potente di colui che sta nel mondo (1 Gv 4,4).
    Essere perseveranti nella preghiera è la premessa alla temperanza e non la conseguenza.
    Chi prega Cristo nel segno della croce non ha paura della croce e del mondo, perchè il Re lo accompagna.

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  7. Buona festa di Cristo Re, scusate il ritardo. Mi è venuta in mente una cosa, e cioè se l'immagine del Cristo Pantocratore, così diffusa nel mondo ortodosso e bizantino, ed anche nelle nostre chiese arabo-normanne del meridione d'Italia (ma anche nella cattedrale di Pisa), possa essere ricollegata alla figura di Cristo Re dell'universo (cioè del Cielo e della terra). I modernisti hanno molto ridimensionato l'importanza di questa festa, relegandola a fine anno liturgico e considerandola non più attuale (la ritengono realizzabile solo alla fine dei tempi); conseguenza del loro antropocentrismo ed immanentismo? non saprei dire. Ma certo che a me l'immagine del Cristo Pantocratore piace molto, forse grazie a remoti ricordi del catechismo anni '50 del secolo scorso.

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  8. Mi segnalano che ieri Repubblica, qualificava l'iniziativa dei quattro cardinali "una bomba a orologeria" e che osservatori attenti prevedono clamorosi sviluppi: "Altro che Vatileaks"... Oggi riprende l'argomento, accusando i cardinali di essere eversivi e lamentando che il vdr non ha trovato consenso unanime nell'episcopato. Aggiunge che Bergoglio sarà durissimo con i contestatori, accusati di "dividere" la Chiesa. "Il che nel diritto canonico è un crimine, punibile".

    Dobbiamo sostenerli. Preghiera e attenzione a quanto riterranno di porre in atto, se sarà necessario.

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  9. Christus imperat!21 novembre, 2016 00:20

    Preghiamo:
    Dio pieno di bontà e di misericordia verso i peccatori, ti supplichiamo infiamma i nostri cuori con zelo apostolico per diffondere la devozione al Cristo Re e promuovere l’Opera della Sua Intronizzazione nella nostra nazione. Donaci uno spirito di amore disinteressato per i malati e per i miseri che animò la tua Serva Rozalia Celakówna. Dio onnipotente ed eterno, fonte di ogni santità, ti domandiamo la grazia della beatificazione della tua serva, perché per il suo esempio e l'intercessione, confortati dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo, possiamo diventare cattolici maturi e fedelmente camminare sulla via della Croce verso la Risurrezione, in unione con Gesù Cristo nostro Signore.

    Gesù, Re della Polonia, concedici la grazia CHE ANCHE IN ITALIA VENGA INTRONIZZATO CRISTO RE .
    Te lo chiediamo umilmente per l’intercessione della tua Serva Rosalia.

    Gesù, Re dell'Universo, regna ANCHE nel nostro Paese ITALIA e in tutte le nazioni del mondo.

    3 Padre Nostro, 3 Ave Maria e 3 Gloria.

    http://www.regalitadicristo.it/

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  10. Tu sola fra tutte sei piaciuta a Cristo Signore.21 novembre, 2016 19:35

    http://www.marcotosatti.com/2016/11/21/padre-manelli-archiviate-le-accuse-contro-il-fondatoe-dei-francescani-dellimmacolata/

    Ave, speranza nostra,
    ave, benigna e pia,
    ave, piena di grazia,
    o Vergine Maria.
    Ave, fulgida rosa,
    roveto sempre ardente,
    ave, pianta fiorita
    dalla stirpe di Iesse.
    In te vinta è la morte,
    la schiavitù è redenta,
    ridonata la pace,
    aperto il paradiso.
    O Trinità santissima,
    a te l'inno di grazie,
    per Maria nostra Madre,
    nei secoli dei secoli. Amen

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