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sabato 22 aprile 2017

“Gesù si è fatto serpente, diavolo e peccato” (Bergoglio)

Nel blog ne abbiamo parlato qui.

Il serpente e Bergoglio

BERGOGLIO MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE
Nel segno della croce, Martedì, 4 aprile 2017, da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVII, n.79, 05/04/2017.
Ecco le linee di riflessione che il Pontefice ha proposto nella messa celebrata martedì mattina, 4 aprile, a Santa Marta.
«[…] “Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso”». Con queste parole — ha affermato il Pontefice, riferendosi al brano tratto dal libro dei Numeri (21, 4-9) — «Gesù fa ricordare quello che è accaduto nel deserto e abbiamo sentito nella prima lettura». È il momento in cui «il popolo annoiato, il popolo che non può sopportare il cammino, si allontana dal Signore, sparla di Mosè e del Signore, e trova quei serpenti che mordono e fanno morire». Allora «il Signore dice a Mosè di fare un serpente di bronzo e innalzarlo, e la persona che subisce una ferita del serpente, e che guarda quello di bronzo, sarà guarita».
«Il serpente — ha proseguito il Papa — è il simbolo del cattivo, è il simbolo del diavolo: era il più astuto degli animali nel paradiso terrestre». Perché «il serpente è quello che è capace di sedurre con le bugie», è «il padre della menzogna: questo è il mistero». Ma allora «dobbiamo guardare il diavolo per salvarci? Il serpente è il padre del peccato, quello che ha fatto peccare l’umanità». In realtà «Gesù dice: “Quando io sarò innalzato in alto, tutti verranno a me”. Ovviamente questo è il mistero della croce».
«Il serpente di bronzo guariva — ha detto Francesco — ma il serpente di bronzo era segno di due cose: del peccato fatto dal serpente, della seduzione del serpente, dell’astuzia del serpente; e anche era segnale della croce di Cristo, era una profezia». E «per questo il Signore dice loro: “Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono”». Così possiamo dire, ha affermato il Papa, che «Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato” e ha preso su di sé le sporcizie tutte dell’umanità, le sporcizie tutte del peccato. E si è “fatto peccato”, si è fatto innalzare perché tutta la gente lo guardasse, la gente ferita dal peccato, noi. Questo è il mistero della croce e lo dice Paolo: “Si è fatto peccato” e ha preso l’apparenza del padre del peccato, del serpente astuto».
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Il significato del serpente di bronzo

Siccome il popolo d’Israele ricominciò a mormorare contro Mosè Dio punì la sua mormorazione con le morsicature dei serpenti, che provocavano la morte degli israeliti. Allora il popolo si pentì e Dio suggerì a Mosè di fare una riproduzione in metallo (rame o bronzo) del serpente velenoso e di porla come bandiera o simbolo sopra un’asta di modo che chi, morso dai serpenti, l’avesse guardata con fede, pentendosi del male fatto, sarebbe guarito dalla morsicatura e non sarebbe morto (cfr. M. Sales, La sacra Bibbia, Il Vecchio Testamento, Torino, Marietti, 1921, vol. I parte II, Numeri, p. 73, nota 7-9).

Il Vangelo di S. Giovanni

Gesù stesso (Gv., III, 14-15) ha spiegato il simbolismo del serpente di rame, mostrando che esso era una figura o un tipo della salvezza eterna, che Cristo morto sulla Croce avrebbe recato a tutti gli uomini: “Come Mosè innalzò nel deserto il serpente, nella stessa maniera era necessario che fosse innalzato il Figlio dell’uomo”.

Secondo i Padri della Chiesa come Mosè innalzò il serpente di rame su un’asta, così Gesù doveva essere innalzato (“crocifisso”) sopra il legno della Croce, e come gli ebrei morsicati dai serpenti erano salvati dalla morte temporale guardando con viva fede il serpente di bronzo fatto da Mosè, così tutti gli uomini, morsi dall’antico serpente che è il diavolo, il quale li tenta al peccato che dà la morte all’anima, sono salvati dalla morte eterna se guardano con fede vivificata dalla carità Gesù confitto in Croceè1].

San Tommaso d’Aquino commenta così i versetti del Vangelo secondo Giovanni (XXI, 14-15): «Gesù presenta la figura profetica della Passione e la vuol desumere dall’Antica Legge. Il serpente di rame fatto da Mosè per ordine di Dio è una figura o un simbolo della Passione di Cristo. Infatti è una proprietà del serpente essere velenoso, ma il serpente di rame non aveva il veleno in sé, però era figura e simbolo del serpente velenoso. Così pure Gesù non aveva in Sé il peccato, che è il veleno spirituale e dà la morte all’anima, ma Gesù ebbe solo “la somiglianza del peccato”, come è rivelato in San Paolo (Rom., VIII, 3): “Inviando suo Figlio in una carne simile a quella del peccato”. Ecco perché Cristo ebbe in Sé l’effetto del serpente di rame contro i moti brucianti delle concupiscenze prodotte dal peccato».

Padre Marco Sales, alla scuola dei Padri e dell’Angelico, commenta: “nel serpente di bronzo innalzato da Mosè era figurata l’efficacia della morte di Gesù per coloro che avessero creduto in Lui. Anche Gesù per decreto divino deve essere innalzato sulla Croce, affinché tutti coloro che furono morsicati dall’antico infernale serpente possano conseguire la salvezza guardando Lui, ossia avendo una fede viva nell’efficacia della Sua morte. La fede viva o vivificata dalla grazia è quindi condizione necessaria per avere parte ai frutti della passione e morte di Gesù Cristo” (La sacra Bibbia, Il Nuovo Testamento, Torino, Marietti, 1911, Vangelo secondo Giovanni, II ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2015, p. 36, nota 14-15).

In S. Paolo è rivelato che “Gesù non si è fatto peccato”

Romani (VII, 3)
«Iddio, mandando il suo Figlio in somiglianza di carne di peccato e per [distruggere] il peccato condannò il peccato nella [Sua] carne».
Padre Sales commenta: “Ciò che non poté far la Legge antica, lo fece Dio col mandare il Suo Figlio unigenito in carne simile a quella del peccato. Il Verbo del Padre prese vera carne e vera natura umana nel seno di Maria SS., ma essendo Dio e concepito per opera dello Spirito Santo, non ebbe nulla di quella corruzione del peccato che contamina la nostra natura ferita dal peccato originale. Perciò si dice che fu mandato non in carne di peccato, ma in carne simile a quella del peccato. La natura umana di Gesù fu santa e immacolata; siccome però andò soggetta al dolore e alla morte, che sono la punizione del peccato, viene detta simile alla carne del peccato per distruggere il peccato. Nella carne di Gesù pura e santa, immolata sulla Croce, Dio distrusse il regno della concupiscenza che ha sede nella carne. La concupiscenza, benché indebolita, rimane ancora in noi, ma non ci tiene più schiavi come prima della morte di Gesù, anzi con la grazia di Cristo possiamo resistere a tutte le sua tentazioni” (Il Nuovo Testamento. Le Lettere degli Apostoli, II ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2016, p. 121, nota 3).

Ebrei (IV, 15)
“Noi non abbiamo un Sommo Sacerdote [Gesù] che non possa compatire le nostre infermità, dal momento che è stato provato in tutto a nostra somiglianza, escluso il peccato”.
Secondo i Commentatori la natura umana assunta dal Verbo, con tutti i suoi intriseci limiti, le sue sofferenze, compresa la morte, Lo rende capace di capire e compatire le nostre infermità materiali e spirituali. “Solo nel peccato Cristo non ci assomiglia per la sua intrinseca e sostanziale Santità in quanto Egli è vero Dio (cfr. Giov., VIII, 46; 1aGiov., II, 1-2; 2aCor., V, 21). D’altronde, è proprio in virtù di questa necessaria, ma anche provvidenziale assenza di ‘peccato’ in Lui che la Sua intercessione ha un valore infinito” (S. Cipriani, Commento alle Lettere di S. Paolo, Assisi, Cittadella Editrice, ed. V, 1965, p. 763, nota 14-16).

Infine padre Marco Sales chiarisce mirabilmente il pensiero di San Paolo: “Cristo come noi ha voluto essere tentato, ma le tentazioni di Gesù provenivano dal di fuori, ossia dal diavolo e non dal di dentro, ossia dalla sua natura, poiché in Gesù non vi fu il peccato originale, né la lotta tra la carne e lo spirito come avviene in noi feriti dal peccato di Adamo. Egli è Stato tentato senza che giammai fosse morso dal peccato” (Il Nuovo Testamento. Le Lettere degli Apostoli, II ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2016, p. 540, nota 15).

Conclusione

Innanzitutto Bergoglio, come un iniziato della contro-chiesa, inverte i termini della comparazione fatta dalla S. Scrittura tra il serpente di bronzo di Mosè e Gesù. Infatti mentre per la S. Scrittura il serpente di bronzo è il tipo, l’ombra e la figura di Gesù che è la realtà significata, al contrario per Bergoglio Gesù è il tipo e la figura non solo del serpente di bronzo di Mosè, ma addirittura anche del serpente infernale, il che è oggettivamente blasfemo ed ereticale. Inoltre “Gesù non si è fatto peccato”, come è rivelato nelle Epistole di S. Paolo, ma al contrario il Verbo ha assunto una natura “simile” a quella dell’uomo, “tranne” la macchia del peccato originale e quella dei peccati attuali. Infine Gesù non si è fatto diavolo, come vorrebbero gli gnostici, gli esoteristi, i maghi, i cabalisti di tutti i tempi, ma Egli ha sconfitto il diavolo con la sua morte in Croce. Gesù non ha nulla in comune col diavolo come è rivelato nelle Scritture: “quale unione c’è tra la luce e le tenebre. Cosa c’è in comune tra Cristo e Beliar?” (2a Cor., VI, 14-15), anzi è l’esatto opposto del diavolo come la luce lo è delle tenebre, come insegna S. Giovanni “Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre” (1a Giov., I, 5).

Invece secondo Bergoglio «Gesù si èfatto serpente”, Gesù siè fatto peccatoe ha preso l’apparenza del padre del peccato, del serpente astuto».
Da quanto visto sopra si capisce benissimo che l’esegesi di Bergoglio non è cattolica, ma risente degli influssi esoterici della Cabala ebraica, che è la contro-chiesa e la “Sinagoga di satana” (Apoc., II, 9; III, 9) e l’origine di ogni esoterismo e gnosticismo.
Come ha scritto Antonio Socci: «Quella di Bergoglio è una esegesi gnostica di quella gnosi che arriva a fondere inunoCristo e Lucifero nel segno del serpente”».

Con Bergoglio assiso sulla cattedra di Pietro, come i farisei ai tempi di Gesù si erano “assisi sulla cattedra di Mosè” (Mt., XXIII, 2), ci sembra di assistere alla realizzazione del messaggio dato in sogno dalla Madonna della Rivelazione a Bruno Cornacchiola il 21 settembre 1988: “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (S. Gaeta, Il veggente. Il segreto delle tre fontane, Milano, Salani, 2016, p. 218).
Sembrerebbe quasi che Bergoglio voglia mettersi al posto di Gesù presentandoLo come “il serpente, il peccato e il diavolo” e presentandosi come  il “Papa del dialogo, buono, misericordioso e povero”.

Un altro articolo più dettagliato su questo tema è in uscita su sì sì no no (15 aprile 2107).
d. Curzio Nitoglia
________________________________
1. Tutti i Padri hanno sviluppato questo parallelo, si veda specialmente S. Giustino (Dial. Cum Triph., 94), Tertulliano (Adv. Marc., III, 18), S. Ambrogio (De apol. David, I, 3), Teodoreto (Quaest. XXXVIII in Exod.), S. Agostino (De pecc. meritis, I, 32).

21 commenti:

  1. Anche questa nuova bordata è stata rilevata da pochi. Mi immagino poi i normalisti a sbraitare come al solito il loro slogan "Ne volete sapere più del Papa?" mentre trangugiano avidamente anche questa. Noto poi che le varie rivelazioni sono piuttosto circostanziate nel descrivere la situazione attuale di dissoluzione ma quanto mai sibilline su una eventuale successiva risoluzione positiva quasi fosse lo stato definitivo della Chiesa Cattolica.
    Miles

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  2. Diretta facebook da LNBQ !22 aprile, 2017 09:36

    +++ ATTENZIONE +++ NEWS +++ ATTENZIONE +++

    DIRETTA FACEBOOK !!!!

    Sabato 22 aprile
    DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 16:30
    SULLA PAGINA FACEBOOK DE LA NUOVA BQ
    LA DIRETTA FACEBOOK DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE “FARE CHIAREZZA – A UN ANNO DALLA AMORIS LAETITIA”.

    VI ASPETTIAMO!!!

    Ecco di seguito il programma con ORARI e RELATORI:

    Convegno internazionale “FARE CHIAREZZA – A UN ANNO DALLA AMORIS LAETITIA”

    ***
    Roma 22 Aprile - Hotel Columbus – Via della Conciliazione
    Ore 10 – 16.30

    ***

    PROGRAMMA:

    PRIMA SESSIONE – Ore 10.00

    ANNA SILVAS

    Senior Research Fellow of the Australian Academy of the Humanities
    Univerity of New England (Australia)

    A un anno da Amoris Laetitia: una parola al momento giusto

    CLAUDIO PIERANTONI

    Docente di Filosofia medievale
    Universidad de Chile (Cile)

    "La necessaria coerenza del Magistero con la Tradizione: gli esempi nella storia".

    JURGEN LIMINSKI

    Giornalista, saggista
    Direttore dell’Institute for Demography, Welfare and Family (Germania)

    Indissolubilità del matrimonio, un bene per la società

    Ore 12.00 – Pausa Pranzo

    SECONDA SESSIONE – Ore 14.00

    DOUGLAS FARROW

    Docente di Filosofia Cristiana
    McGill Univerity – Montreal (Canada)

    Le radici della crisi attuale

    JEAN PAUL MESSINA

    Docente di Storia del Cristianesimo e Scienze Religiose
    Facoltà Teologica dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale
    Yaoundé (Camerun)

    Universalità della dottrina e contesti locali: il caso delle Chiese d’Africa

    THIBAUD COLLIN

    Docente di Filosofia morale e politica
    Collège Stanislas, Parigi (Francia)

    Discernimento in coscienza?

    INGRESSO LIBERO, Non c’è bisogno di prenotazione

    È prevista la traduzione simultanea

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  3. Ave, Signora, santa Regina, santa Madre di Dio,

    Ave, Signora, santa Regina, santa Madre di Dio,
    Maria,
    che sei vergine fatta Chiesa
    ed eletta dal santissimo Padre celeste,
    che ti ha consacrata
    insieme col santissimo suo Figlio diletto
    e con lo Spirito Santo Paraclito;
    tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.

    Ave, suo palazzo.
    ave, suo tabernacolo,
    ave, sua casa.
    Ave, suo vestimento,
    ave, sua ancella,
    ave, sua Madre.

    E saluto voi tutte, sante virtù,
    che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
    venite infuse nei cuori dei fedeli,
    perché da infedeli
    fedeli a Dio li rendiate.

    San Francesco d’Assisi

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  4. "Come si riconosce un falso profeta? Egli manterrà comunque un certo tipo di pietà e di culto, ma modificherà il culto affinchè concentri l'attenzione su di lui anzichè su Dio, inoltre ostenterà un certo atteggiamento di povertà e di misericordia, sarà apparentemente buono ma implacabile nel colpire i suoi avversari"
    (San Tommaso D'Aquino, Omelie)

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  5. Matteo della Noce su Fb22 aprile, 2017 10:34

    Buon giorno a tutti. Idratazione ed alimentazione. Io ho sete e fame. Io non sono sete e fame. La legge che considera l'idratazione e l' alimentazione come medicine, cioè qualcosa che va a sostituire/sostenere un elemento vitale, sposta l' asse dall' avere sete e fame, all' essere sete e fame. L' uomo non è più soggetto bisognoso di cura ma un oggetto difettoso, inutile da scartare. La sofferenza, il dono della sofferenza genera amore, la rinuncia alla sofferenza è atto di egoismo ed odio. Sia che sia il paziente a chiedere la morte, sia che sia il famigliare a farlo. Ma da oggi non sarà più così. Lo stato avrà pure il monopolio dell' odio. Non più famiglia di famiglie che sostiene ed accompagna l' individuo ma Sistema autoreferenziale che pietosamente elimina l' inutile, il costoso, l' elemento di disturbo: colui che ha sete e fame. Stato demoniaco che cristianamente va giudicato per quello che è: strumento di odio e di morte. Ma il cattolico adulto, il dialogatore di professione, quello del compromesso applaude dimentico del " avevo sete e mi avere dato da bere ....". Non è nazismo che individuava nella derivazione divina il cancro da estirpare, ma evoluzione del nazismo: il semita sofferente va eliminato perché simboleggia il fallimento del fare dell' uomo Dio. La sofferenza in un mondo senza speranza deve essere eliminata, rovinerebbe il piano del donare la felicità che è principio assoluto su cui si fonda la politica socialista. Con buona pace per la volontà e la libertà personale.

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  6. Non sono sicuro, ma ho la sensazione che certe frasi e gesti siano una specie di segnale, di messaggio in codice che capisce chi può capire. Giustamente Socci dice che la frase "Gesù si è fatto serpente " ha in sapore gmostico. Tempo fa sempre in un'omelia a Santa Marta paragono' la Chiesa a una vedova... (i massoni si definiscono figli della vedova)... poi il gesto delle corna... e certamente altro. io credo che chi può capire capisca molto bene i messaggi in codice di Bergoglio.

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  7. Quelle parole di Bergoglio suonano sinistre come bestemmia.

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  8. Certamente la formazione teologica di Bergoglio pone qualche dubbio serio!
    Non è possibile che un Pontefice Romano possa esprimersi in tal modo; non è possibile che i collaboratori non intervengano per contenere una simile deriva teologica.
    Mi risulta difficile capire che al di là di autorevoli interventi di prelati, teologi ed esperti laici, non vi sia stata una richiesta ufficiale di chiarimento presso la Dottrina della Fede. La pastorale è una cosa, l'eresia manifesta è un'altra. Non vi pare?

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  9. Quello che mi stupisce, in modo particolare, nei consacrati è quello di essere più portati ad esporre il "secondo me" che il "secondo detti e fatti del Signore". La prima opzione è irta di problemi,la stupidaggine infatti è sempre in agguato; la seconda è strada liscia, si è nel Vero, tranquilli. E'certo che sarai insultato ed emarginato ma, l'avevi già letto nelle istruzioni, quindi non potrai che essere confermato, non sei tu che sbagli. Coscienza limpida, serena. Inoltre il sollievo di non stare a fare giravolte per dire senza dire, sia mai l'altro non è pronto, tu non sei pronto, meglio rimandare. No,si dice quel poco che s'ha da dire, a tu per tu e poi, amici come prima.

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  10. Clero cattolico e ortodosso è oramai prossimo all'unione, se non altro perché ha la stessa mentalità ragionieristica e secolarizzata di cui qui riporto uno splendido e sintetico esempio:

    http://traditioliturgica.blogspot.it/2017/04/soldi-o-amore.html

    Grazie per la lettura!

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  11. Purtroppo continuano i mantra ossessivi di Bergoglio sui migranti:

    "Se in Italia si accogliessero due, due migranti per municipio [comune], ci sarebbe posto per tutti. E questa generosità del sud, di Lampedusa, della Sicilia, di Lesbo, possa contagiare un po’ il nord. E’ vero: noi siamo una civiltà che non fa figli, ma anche chiudiamo la porta ai migranti. Questo si chiama suicidio"

    Cioè per questo squallido soggetto, i migranti servirebbero a "fecondare" l'Italia ..... .
    A parte che sono parassiti sulle nostre spalle, ma sono la morte della nostra civiltà ...... o meglio di quel poco che ancora rimane.

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  12. # Bergoglio come Martini: bisogna fare tabula rasa

    Non facciamo figli, è vero, intanto lui contribuisce a smantellare il matrimonio cattolico, con il "divorzio cattolico" e le concessioni ai divorziati risposati ricavabili da Amoris Laetitia, un riconoscimento di fatto delle situazioni irregolari di tutti i tipi, che sono una delle cause della denatalità.
    Nel promuovere l'invasione, egli sembra attuare l'augurio sinistro del defunto cardinale Martini, prelato notoriamente a favore di praticamente tutti gli aspetti della Rivoluzione Sessuale, a giudicare dalle sue ultime interviste. In uno dei suoi ultimi libretti, ha scritto:
    "Certo non si può dire che nella nostra chiesa, lungo la storia, ci siamo sempre attenuti con fedeltà al messaggio di Cristo [per ciò che riguarda la povertà]. Il Signore ispirerà a ciascuno come regolarsi. Ma il problem rimane ed è molto grande. Forse sarà necessario attendere un'invasione di persone venute da altre civiltà, che distruggano e in qualche modo facciano tabula rasa di tutto il nostro modo di vita..."(C.M. Martini, Il vescovo, Rosenberg & Sellier, 2011, p. 56).
    Il concetto mostruoso, non cattolico, racchiuso in questa frase, tipica della teologia della liberazione, sembra ispirare le ossessive aperture bergogliane all'emigrazione-invasione, per di più tutta o quasi musulmana. L'accoglienza "indiscriminata", senza tener irresponsabilmente conto né dei numeri né dei mezzi a disposizione né dei contraccolpi culturali e sociali, viene proposta dalla Chiesa per la veritá sin dal Vat. II. Con Papa Francesco abbiamo raggiunto un culmine che si sta pericolosamente avvicinando al limite di rottura.
    Purtroppo nella Gerarchia non si leva nessuna voce che pubblicamente denunci il grave errore del principio della "accoglienza indiscriminata".
    PP

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  13. Ottima analisi dell'articolo sulla frase di Bergoglio, che avevo segnalato appena uscita.
    La profezia rivelata a Cornacchiola si è chiaramente avverta.
    Preziosa citazione di Anonimo del 22/4 h. 16.30, riguardo al modo in cui S. Tommaso d'Aqino insegna a riconoscere il falso profeta e quella di Anonimo 22/4 delle h. 11.35 sui segnali massonici evidenti (non so se siete la stessa persona, dovreste usare uno pseudonimo, così sembra di parlare di orari dei treni!)

    A ben vedere, anche il considerare gli immigrati come dei fecondatori, oltre ad essere offensivo per gli immigrati,,paragonati ad animali da monta, è offensivo per noi e per la Chiesa, che ha sempre insegnato tutelare la vita evitando anticoncezionali per procreare, come Dio vuole.
    Direi che è blasfema anche tale scandalosa affermazione, anch'essa chiaramente conforme ala massoneria, al piano Kalergi e alle politiche dirette a distruggere la nostra identità cristiana.



    Dal complesso non ci sono dubbi, emerge in modo dettagliato il ritratto di Bergoglio. Il

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  14. "Purtroppo nella Gerarchia non si leva nessuna voce che pubblicamente denunci il grave errore del principio della "accoglienza indiscriminata"".

    Caro PP,

    Qui in Brasile nell'anno 2008 ha avuto una rottura nella Teologia della liberazione. Il fratello di Leornardo Boff, Clodovis, a scritto una confutazione della TdL (come la chiamamo qui) che gli ha ferito mortalmente. La portata della confutazione è così profonda che Leornado Boff piano piano se ha trasferito della teologia per l'ecologia. La base della confutazione di Clodovis, è che la TdL ha messo i poveri nel luogo di Cristo. Quindi, se può dire che la TdL passa del culto dall'uomo al culto dei poveri, e questa può essere la ragione della rottura del pontificato di Bergoglio con quelli dei suoi predecessori. Inoltre a questo leggendo il vostro commento me sono accorto che l'amore di Bergoglio per immigranti è perchè sono poveri, e con questo "poveri" vogliono disttrugere l'ordine dell'Europa (come dice Maritini.

    Nel discorso della TdL in Brasile, è notto che come Marx ha scelto il proletariato come "classe eletta", la teologia della liberazione ha scelto i poveri come la sua "classe eletta". Da questa scelta questa teologia ha introdotto nella Chiesa sudamericana, la lotta di classe che adesso Bergoglio introduce nell'intera Chiesa.

    Il testo "Il ritorno al fondamento", la confutazione di Clodovis Boff, sta disponibile in italiano nell'indirizzo:

    http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/02/200817557.pdf

    Un'altro testo è la presentazione dal libro di Julio Loredo, Teologia della Liberazione. Un salvagente di piombo per i poveri (edito da Cantagalli e in vendita al prezzo di 34 euro).

    Un caro saluto dal Brasile

    Gederson

    P.S.: Professore, senza volere cominciare un'altro dibattito, torno alla questione del sacrifizio espiatorio, appena per indicare un testo che ho trovato sull'internet del P. É douard Hugon, O.P.. Se tratta del testo La Redenzione considerata come sacrificio, Il sacrificio di Gesù Cristo, III Il sacrificio della croce. — Gli errori. — La fede della Chiesa, che può essere letto nell'indirizzo: http://progettobarruel.comuf.com/novita/11/Hugon_sacrificio_II.html

    Sulla questione della relazione tra Chiesa e Stato non lo so lei conosce la "Lettera di Lutero alla Camara di Danzica". In questa lettera secondo le fonti luterani, che ho trovato, appare per la prima volta il laicismo, la separazione tra Chiesa e Stato. Questo perchè Lutero diffende che il re o il governante, non deve governare secondo la legge di Mosè (da qui nasce la rottura del protestantesimo politico con la legge naturale), per essere lettera morta, e nè secondo il vangelo perchè è spirituale. Secondo lui la città deve essere governata secondo il diritto locale, secondo la ragione (separata dalla fede!). La portata di questa dottrina è non solo la separazione tra Chiesa e Stato, ma anche l’affermazione della totale indipendenza del potere civile in relazione a Dio. È il rissorgimento del manicheismo di Stato.

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  15. CAro Gederson,
    Grazie delle preziose indicazioni di fonti. Cecherò di procurarmele al più presto.
    PP

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  16. Buongiorno Gederson, le faccio una domanda sul rapporto tra Chiesa e Stato, senza polemica, ma per capire, se le va di rispondermi, rovolgendo la domanda anche a Maria, a PP, che è sulla stessa linea sua e a chiunque abbia la bontà caritatevole di rispondermi.

    Cosa risponederebbe Gesù in persona se gli domandassimo:
    "Signore, un buon cristiano cattolico, per essere tale, esserti fedele e non eretico, deve combattere su questa terra per stabilire uno stato che imponga la Fede in Te anche a chi non crede, eliminando la libertà religiosa?"

    La domanda è quella che rivolgo a Voi.
    Dalla sua nota a pie' di intervento di cui sopra - come in altri suoi interventi su questo blog, condiviso da PP e da altri - si desume che la separazione tra Stato e Chiesa è luterana.
    I bravi cattolici, invece, devono volere uno "stato cristiano" e attivarsi a questo scopo. Uno stato, da quello che ho capito, che non è una teocrazia, ma che non tollera né la libertà religiosa nè la libertà di promulgare, a maggioranza, leggi che non siano cristiane.
    Liberi si, ma solo se cristiani, se ho ben capito, una "libertà condizionata".

    Andiamo per ordine, per non creare equivoci.
    Come fedele cattolico, oltre ai doveri verso Dio prettamente religiosi, ho il dovere di attivarmi anche nella vita sociale, politica e nel lavoro, per comportamenti e scelte conformi alla volontà di Dio, senza compromessi.

    Stessa cosa la Chiesa cattolica, guida spirituale fondata da Cristo, che nel suo stato, cioè quello del Vaticano, e ancor di più nella sua Dottrina, non deve ammettere la libertà religiosa, né la democrazia, essendo la Chiesa fondata esclusivamente sulla Legge di Dio, prima di ogni legge terrena.

    Non solo: fuori dal suo stato terreno, la Chiesa universale deve annunciare il Vangelo a tutte le genti e creare tutte le condizioni, anche pratiche, per PER DARE L'OPPORTUNITÀ, L'OCCASIONE, a ognuno di convertirsi alla vera e unica religione, quella cattolica, pregando e attivandosi perché il Signore lo consenta.

    Se però io sposto questa visuale cattolica nello stato civile, lo rendo uguale a uno stato islamico.

    Negli stati diversi dal Vaticano, esistono anche i non credenti e i credenti in altre religioni.
    Quindi, per creare uno "stato cristiano", occorre abrogare la libertà religiosa dalla Costituzione, vietando, di fatto, altri culti o l'ateismo.

    Ora, Dio ci ha lasciato liberi anche di rinnegarlo e di non credere in Lui e nel Figlio. Quindi nello stato civile - cioè nelle cose di Cesare - la libertà religiosa, e il sistema democratico, sono gli unici sistemi che possono garantire a tutti questa scelta libera e ai cattolici di attivarsi per evangelizzare la società, anche battendo si per la promulgazione di leggi cristiane.

    Mantenere la libertà religiosa in uno stato democratico - cioè nelle cose di Cesare - non è affatto una visione luterana ed eretica.
    E Lutero, inoltre, negando il libero arbitrio a livello spirituale, non aveva una cisione libertaria,bensì autoritaria a favore dello stato, che non ha nulla a che vedere con la libertà costituzionale religiosa e i moderni stati democratici.

    E'invece sbagliato auspicare l' eliminazione della libertà per religiosa e della democrazia per realizzare uno " stato cristiano", ritenendo eretico luterano chi, come me, non condivide questa visuale e auspicando un sistema di governo analogo a quello degli stati islamici.

    Se poi questo sistema democratico, con la liberta' religiosa, viene posseduto e manipolato in senso anticristiano da gente disonesta e anticattolica, è un altro problema, che non si risolve ammettendo la eliminazione della libertà religiosa negli stati civili.

    Vi sarei molto grato per una risposta, non è polemica è voglia di capire e di un confronto civile su un tema complesso e delicato.

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  17. Buonanotte Luigi, non aveva visto il tuo commento prima, per questo non gli ho risposto. In ciò che dice rispetto alla relazione tra Chiesa e Stato, negli altri post ho datto tantissime fonte con testi che parlano della dottrina cattolica. Parlo a lei con rispetto, e senza volere un’ulteriore polemica, se avesse letto i testi aveva di trovare risposta alla domanda che me rivolge. Questo perchè:

    1 - Il principio generale della dottrina cattolica è che l’errore non possiede diritti. In questo senso, secondo i diffensori della DH, la Chiesa con questo documento non diffende un diritto affermativo della persona umana di aderire alle false religioni, sì un diritto negativo, nel senso di non avere coerzione dello Stato nella pratica di qualcuna religione, sia in privato o in pubblico. La Chiesa sempre ha diffeso il diritto alla libertà religiosa nel fuoro interno. La rottura consiste nella diffesa del foro esterno, perchè nessuno ha il diritto di professare pubblicamente l’errore, è dovere dello Stato proteggere la vera religione. Facendo questo, Cesare dà a Dio ciò che è di Dio.

    Come se vede, anche questo senso negativo della liberta religiosa (diffesa dai neocon) sta in rottura con la tradizione della Chiesa. Don Curzio Nitoglia ha scritto un ottimo articolo sul questo tema dal titolo “Libertà religiosa e tradizione apostolica” - http://www.doncurzionitoglia.com/liberta_religiosa_e_tradizione.htm. Dove tra altre cose se può leggere le fonti, nei Padri e nel magistero costante della Chiesa, dove vi sono alcuni delle condannazione della libertà religiosa:

    Si veda S. Gregorio Nazianzeno (+ 390), Hom. XVII; S. Giovanni Crisostomo (+ 407), Hom. XV super IIam Cor.; S. Ambrogio (+ 397), Sermo conta Auxentium; S. Agostino (+ 430), De civitate Dei  (V, IX, t. XLI, col. 151 ss.); S. Gelasio I (+ 496), Epist. ad Imperat. Anastasium I; S. Leone Magno (+ 461),Epist. CLVI, 3; S. Gregorio Magno (+ 604), Regesta, n. 1819; S. Isidoro Da Siviglia (+ 636), Sent., III, 51; S. Nicola I, Epistul. Proposueramus quidam (865); S. Gregorio VII (+ 1085), Dictatus Papae (1075), I epistola a Ermanno Vescovo di Metz (25 agosto 1076), II epistola a Ermanno (15 marzo 1081); Urbano II (+ 1099), Epist. ad Alphonsum VI regem; S. Bernardo Di Chiaravalle (+ 1173), Epistola a papa Eugenio III sulle due spade; Innocenzo III (+ 1216), Sicut universitatis conditor (1198), Venerabilem fratrem (1202), Novit ille (1204); Innocenzo IV (+ 1254), Aeger cui levia (1245); S. Tommaso D’Aquino (+ 12074), In IVum Sent., dist. XXXVII, ad 4; Quaest. quodlib., XII, a. 19; S. Th., II-II, q. 40, a. 6, ad 3; Quodlib. XII, q. XII, a. 19, ad 2; Bonifacio VIII (+ 1303), Bolla Unam sanctam (1302); Cajetanus (+ 1534), De comparata auctoritate Papae et Concilii, tratt. II, pars II, cap. XIII; S. Roberto Bellarmino (+ 1621), De controversiis; F. Suarez (+ 1617), Defensio Fidei catholicae;.Gregorio XVI, Mirari vos (1832); Pio IX, Quanta cura e Syllabus (1864); Leone XIII, Immortale Dei (1885), Libertas (1888); S. Pio X, Vehementer (1906); Pio XI, Ubi arcano (1921), Quas primas (1925), Pio XII, Discorso ai Giuristi Cattolici Italiani, 6 dicembre 1953.

    Puo dire a noi quale la base della sua diffesa? In che se basa la sua diffesa della libertà religiosa? Quale il suo fondamento nella S. Scritture, nei Padri e nel magistero costante e universale della Chiesa?


    2 - La dottrina cattolica sulla libertà religiosa è quella della toleranza religiosa. Ripeto una volta in più il link per la sua ultima esposizione:

    Libertà religiosa: documenti per uno "status quaestionis"
    http://disputationes-theologicae.blogspot.com.br/2010/03/un-limite-teologico-dellabbe-claude.html

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  18. 3 - Lo Stato Cattolico ha già esistito storicamente, mai ha imposto la Fede ha nessuno. O sarà che lui può mostrare a tutti noi che lo Stato Cattolico storicamente nel tempo che ha esistito, sarebbe una versione, secondo hai detto, dello Stato Islamico? Tu sai che cosa è il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo? Cristianità, che cosa significa per lui?

    Ciò che fa lo Stato Cattolico è cooperare con la Chiesa per la “Sallus animarum” (la somma legge della Chiesa) aiutando i cittadini a raggiungere il suo fine ultimo. Non esiste un fine ultimo temporale e altro temporale per avere separazione tra Chiesa e Stato, esiste appena uno. Le religioni nel Stato Cattolico sono tolerati, e hanno diritto appena alla libertà religiosa nel foro interno, mai nel foro esterno;

    4 - Manca a lui chiariare il concetto di libertà religiosa che diffende. La libertà religiosa religiosa nel foro esterno solo se può diffendere facendo la diffesa delle false religione a questa libertà. Quindi, se finisce per diffendere l’esistenza delle falsi religioni (e per consequenza delle sue false divinità). Difficile conciliare il mandato di predicare il Vangelo, con la diffesa del diritto della libertà religiosa delle false religioni. Come possiamo vedere negli ultimi 52 anni, per diffendere il falso diritto alla libertà religiosa, se è arrivato a diffendere che in loro le persone possono trovare la salvezza e non se predica mai il Vangelo a loro, appena se dialoga. Aggiungo che qualcuni, come il cardinale Scola, hanno già passato della diffesa della libertà religiosa, alla diffesa delle false religioni come se fosseno vere religioni.

    Se il cristianesimo avesse diffeso il diritto alla libertà religiosa del paganesimo, mai aveva di trionfare su di lui, perchè non riconoscerebbe in lui un nemico della fede e di Dio.

    5 - La tua interpretazione del versetto “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare e a Dio le cose di Dio” è sbagliata. Anche Cesare essendo uomo deve dare a Dio ciò che è Dio. Quando Cesare non dà a Dio le cose che sono di Dio, Cesare se fa un’altro Dio, come infatti facevano gli Imperatore Romani chiedendo culto all’Imperatore come se fosse una divinità. Qui non se trova la separazione tra Stato e Chiesa che lui vede.

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  19. 6 - “E Lutero, inoltre, negando il libero arbitrio a livello spirituale, non aveva una cisione libertaria,bensì autoritaria a favore dello stato, che non ha nulla a che vedere con la libertà costituzionale religiosa e i moderni stati democratici”.

    Il libro “L’imitazione di Cristo” ci esorta: “Non cercar di sapere chi ha detto una cosa, ma bada a ciò che è stato detto”. Quindi, ciò che Lutero ha detto sulla relazione tra Chiesa e Stato, è ciò che se può leggere nella “Lettera a Danzica”. Quindi, il fatto di Lutero avere negato il libero arbitrio non dice nulla alla questione, in quanto la sua dottrina sulla relazione tra Chiesa e Stato appare nella lettera menzionata, che è appena l’applicazione politica del suo libero esame. Seguendo la sua logica, Lutero mai poteva avere diffeso il libero esame delle S. Scriture, perchè una volta che l’uomo non ha libero esame, che senso ha avere una libertà assoluta per esaminare le S. Scritture?

    L'eresiarca ha voluto tornare alla Chiesa primitiva. La Chiesa non è natta unita allo Stato, ma separata. Nel tempo di Cesare, lui chiedeva per legge un culto alla sua persona. I Padri della Chiesa mai potevano accetare questo culto, come mai potevano accetare la separazione tra Chiesa e Stato, perchè questa separazione se dà appena in una compreensione manicheia della relazione tra i due poteri.

    Ciò che io detto è che il laicismo appare per la prima volta nella "Lettera alla Camara di Danzica", scritta da Lutero. Analogamente, Gesù ha detto a Pietro che lui era la Pietra sopra la quale aveva di edificare la Chiesa, non ha detto: “Tu sei Pietro, e sopra questa pietra edifico la mia Chiesa”. Quindi, analogamente, dire che è la prima volta che appare il laicismo, non significa che il laicismo appare pronto. L’albero prima di crescere è solo un seme...

    7 - “Se poi questo sistema democratico, con la liberta' religiosa, viene posseduto e manipolato in senso anticristiano da gente disonesta e anticattolica, è un altro problema, che non si risolve ammettendo la eliminazione della libertà religiosa negli stati civili”

    È impressione mia o lui diffende che il sistema democratico con la libertà religiosa, è cristiano? Sembra che lui non sà che lo Stato democratico moderno è natto della parte della massoneria per ditruggere le monarchie cattolica.

    Per finire:

    Gli stati europei moderni stanno conducendo l’Europa al suicidio di razza, cultura e religione. Lui che diffende questo Stato, può dire a noi, quali sono i suoi buoni frutti?

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  20. Come può votare un cattolico
    senza peccare?

    (in Francia)

    di Don Philippe Laguérie

    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1975_Don_Laguerie_Come_votare_senza_peccare.html

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  21. Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa

    *Il mistero della nostra riconciliazione*

    Dalla Maestà divina fu assunta l'umiltà della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno, la nostra mortalità; e per pagare il debito, che gravava sulla nostra condizione, la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile. Tutto questo avvenne perché, come era conveniente per la nostra salvezza, il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, immune dalla morte per un verso, fosse, per l'altro, ad essa soggetto.
    Vera, integra e perfetta fu la natura nella quale è nato Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. In lui c'è tutto della sua divinità e tutto della nostra umanità.
    Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. Nessuna traccia invece vi fu nel Salvatore di quelle malvagità che il seduttore portò nel mondo e che furono accolte dall'uomo sedotto. Volle addossarsi certo la nostra debolezza, ma non essere partecipe delle nostre colpe.
    Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l'umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l'invisibile e mortale il creatore e il signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. Fu creatore dell'uomo nella condizione divina e uomo nella condizione di schiavo. Questo fu l'unico e medesimo Salvatore.
    Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre .Entra in una condizione nuova, nasce in un modo nuovo. Entra in una condizione nuova: infatti invisibile in se stesso si rende visibile nella nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e signore dell'universo, nasconde la sua infinita maestà, prende la forma di servo; impassibile e immortale, in quanto Dio, non sdegna di farsi uomo passibile e soggetto alle leggi della morte.
    Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l'umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina.
    Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l'uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione con l'altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta al Verbo, e l'umanità esegue ciò che è proprio della umanità. La prima di queste nature risplende per i miracoli che compie, l'altra soggiace agli oltraggi che subisce. E, come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l'umanità non abbandona la natura propria della specie.
    Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. È Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). È uomo, perché: «il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).

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