La Chiesa continua prostrarsi unilateralmente nei confronti della altre religioni. Ci segnalano l'unito comunicato del Vaticano, nella persona del prefetto del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
"Gesù Cristo e il Buddha hanno promosso la non violenza e sono stati costruttori di pace" (§ 3) ".... insegnare ai nostri rispettivi seguaci come combattere il male nei loro cuori ...." (§ 6) Messaggio per la festa di Vesah 2017
Da notare è il fatto che il Cardinale prefetto considera il buddismo una religione, mentre è una filosofia di vita che ha una sua etica inventata da Gautama Buddha che persegue la salvezza attraverso una azione personale...
Ormai l'unicità di Cristo Signore per la salvezza sembra sempre più un pallido ricordo. E forse neppure questo...
RispondiEliminaO.T.
http://www.maurizioblondet.it/statua-bergoglio-adorata-messa/
Guardate che le conclusioni che si traggono (la prostrazione verso le religioni) non appare nel testo. è una forzatura. il comunicato termina con la consapevolezza che sono religioni differenti. Tutti gli storici delle religioni la considerano tale...
RispondiEliminaParlare di "prostrazione" non è una forzatura. Non si riferisce al contenuto del testo ma all'abitudine di rivolgersi alle religioni per fare loro complimenti e salamelecchi vari in occasione di loro ricorrenze.
RispondiEliminaMa che senso ha?
Io ci vedo una sorta di prostrazione proprio perché oltretutto è un comportamento unilaterale...
Ogni tentativo di fare comunicati comuni finesce sempre per ridurre la portata della nostra religione, che è Rivelazione. Tali frasi accostate a Buddha non sono errate. La filosofia buddista tenta di giungere alla pace mediante una pratica.
RispondiEliminaCiò che invece risulta inaccettabile è ridurre Cristo ad un costruttore di pace, lui E' la pace. Non ha insegnato soltanto la pace, lui è il mezzo necessario per la pace. Solo in lui e grazie a lui noi possiamo vivere la pace. Solo la sua Grazia ricevuta nei Sacramenti può donare la vera pace nei cuori.
Ogni riduzione di chi sia stato Nostro Signore Gesù Cristo equivale a non adorarlo. E chi non lo adora, si prostra alla non verità.
Se il buddismp è una religione, qual è l'Essere Assoluto e Trascendente a cui fanno riferimento i buddisti per essere considerati dei religiosi?
RispondiEliminaCristo è Dio, buddha un demone!
RispondiEliminaBuddha è una persona storicamente esistita.
EliminaJones
Continua così a trionfare lo spirito empio, apostatico e sincretistico di Assisi 1986-2001-2011 ; indifferentismo religioso, seguito al dialoghismo ecumenista massonico (egalitè-fraternitè delle religioni, falso e vero in pari dignità !), quindi il precipitare del clero conciliare verso la religione unica mondiale è ora il castigo inevitabile per aver rigettato il Magistero infallibile e la Tradizione, con quelle riunioni già condannate da Pio XI nella Mortalium animos, e fin da S. Paolo: "Che c'è in comune tra Cristo e belial ?"
RispondiElimina
RispondiElimina"@ Il buddismo è considerato una religione, ufficialmente
E'considerato una religione, anche se un po' particolare, a ben vedere. Sembra una forma di gnosticismo, una dottrina della perfetta conoscenza di sé, capace di condurci a superare il dolore dell'esistenza per raggiungere alla fine l'annientamento del Sè, il nirvana. Per certi aspetti, ricorda l'atarassia propugnata da Epicuro.
La dichiarazione conciliare Nostra Aetate, 2, fa un elogio sperticato del buddismo, lodandone la via che conduce alla illuminazione [sic]: "Nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto".
Affermazioni del genere servono solo ad ingannare i fedeli. Per un vero ritratto dele buddismo, religione considerata diabolica da tutti i missionari di un tempo, vedi: Roberto Dal Bosco, Contro il Buddismo. Il volto oscuro di una dottrina arcana, Fede & Cultura, 2014, pp. 152. Il saggio non spiega tutto il buddismo ma chiarisce molte cose. Nel lato oscuro c'è anche, come si sa più o meno, l'uso della magia sessuale nel buddismo cosiddetto tantrico, almeno in alcune sue scuole. Dal Bosco cita testi e pratiche mostruose e ripugnanti.
Nostro Signore morì sulla Croce, Budda sembra sia morto di indigestione.
PP
.....è proprio vero che l'aere di Roma è saturo dei germi della peste che sta ammorbando chi lo respira, ma confondere una personalità filosofica, Budda, come tanti altri filosofi tipo Socrate, Pitagora, personalità eminenti dello scenario dell'antichità con Gesù e metterle tutti sullo stesso piano è una bestemmia contro la verità e contro lo Spirito Santo che grida vendetta al cospetto di Dio e non sarà mai perdonata anche se vestono abiti abiti rossoporpora.
RispondiEliminaMolti hanno tentato di rispondere alla domanda se il buddismo è una religione o no, una religione ateista, una filosofia o no, vista l`estrema complessità, le diverse vie, le diverse tradizioni e scuole, tutte ispirate all`insegnamento di Siddhattha Gotama, detto Buddha, nato circa 2500 anni fà, le risposte variano ma tutti son d`accordo per dire che il buddismo è un" via di risveglio spirituale", "una disciplina pratica da applicare nella propria vita quotidiana", conosco più di una persona in crisi con la sua fede cattolica che è ritornata alla pratica dopo essersi avvicinata al buddismo e averne approfondito certi concetti e sopratutto pratiche, io stessa ho letto molti libri e non ho potuto che apprezzare e imparare in particolare nell`insegnamento sulla gestione delle emozioni, è solo un esempio.
RispondiEliminaPer questo, ma non solo, non posso non reagire quando leggo che c`è chi qualifica il buddismo di "religione diabolica", non è così che si apriranno le menti, le coscienze e i cuori di chi, per nascita o per scelta, appartiene al buddismo o a qualsiasi altra religione o filosofia che sia.
Non penso che sia quello il messaggio e l`orientamento che il Signore ha dato ai suoi apostoli quando li ha inviati nel mondo.
Il suo commento mostra la curiosità di chi ragiona. Si immagini quel che potrei pensare io, che le religioni le studio con ottica avalutativa, al di fuori di ogni appartenenza. Mi permetto di metterla in guardia, sebbene convinto del suo senso critico, dal testo di Del Bosco citato. Per esso vale l'epiteto datogli da M.Veneziani, che potrà trovare con google.
EliminaJones
Mi bastò leggere che si contano sei, no sette, no otto, anzi altri diciotto budda, oltre una trentina di budda cosmici per buttare via il libro che stavo leggendo sul buddismo...
RispondiEliminaDiabolico? Non so, ma certo Gesù, la Verità, mandò i Suoi Apostoli per il Mondo a negare anche le fesserie del buddismo.
"io stessa ho letto molti libri e non ho potuto che apprezzare e imparare in particolare nell`insegnamento sulla gestione delle emozioni, è solo un esempio."
RispondiEliminaLuisa, il concetto è che c'è qualcosa di vero e del buono anche in altre correnti di pensiero (come c'era nella filosofia greca, per esempio), e se c'è proviene dallo Spirito Santo, come diceva San Tommaso. Il problema è che, oltre a quello, ci sono davvero molte cose cattive. Il cattolico discerne in base a quello che ha insegnato la Chiesa, ed è in grado di fare come diceva San Paolo: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono». Nel tuo caso, è evidente che hai fatto così.
Ma dobbiamo tenere presente che non funziona per tutti. Chi non ascolta il Magistero, essendo fuori dalla Chiesa, e purtroppo tantissimi anche essendo formalmente dentro, non ha questo criterio di discernimento. Sono d'accordo che le demonizzazioni apodittiche sono poco utili; ma è pur vero che Ratzinger, che non è uno che spara le cose a caso, definì il buddismo una forma di "auto-erotismo spirituale"; una cosa che sembra dare un substrato spirituale, che in realtà non c'è.
Andrebbe pure tenuto presente che "il buddismo" in sé non esiste come entità ben definita: ci sono tante scuole diverse. Certe sono considerate "sétte" dallo stesso Dalai Lama. E non essendoci la continuità tradizionale che lo Spirito Santo assicura alla Chiesa Cattolica, ci sarebbe anche da discutere se e quali parti di buddismo sono il pensiero di Siddhattha Gotama, detto Buddha, e cosa si è evoluto da quel pensiero, nel bene e nel male, per i fatti suoi.
Probabilmente si risolverebbero molti problemi se considerassimo Buddha un filosofo e il buddismo una filosofia, non una religione. In questo modo si ridurrebbero i rischi di confusione, in quanto sarebbe chiaro che se c'è qualcosa di buono, questo è confinato ad una sfera come tu dici "pratica", ovvero non spirituale. Beninteso che non risolverebbe tutto: lo spiritualismo hegeliano & dintorni, per esempio, è chiaramente considerato da tutti una filosofia e non una religione, eppure abbiamo tutti presente i danni che ha fatto e che ancora fa.
--
Fabrizio Giudici
"... conosco più di una persona in crisi con la sua fede cattolica che è ritornata alla pratica dopo essersi avvicinata al buddismo e averne approfondito certi concetti e sopratutto pratiche,..."
RispondiEliminaQuesto è capitato a molti di noi che, dopo aver lasciato la Chiesa, son poi tornati con un bagaglio arricchito ed hanno saputo apprezzare ancor più quello che avevano lasciato. Non voglio generalizzare ma, molti di quelli ritornati che io conosco, avevano nella loro infanzia il Catechismo di San Pio X, imparato a memoria, forse anche di malavoglia, che poi avevano dimenticato e lasciato alla spalle senza più pensarci su. Quando, ritornata, ho sentito citare, per le prime volte, questo Catechismo, mah!? Sapevo dell'esistenza del Catechismo Olandese, perchè ne avevo sentito parlare con quei toni di chi intende e se la intende con il suo interlocutore.Questo di San Pio X, non era tanto citato. Anzi pochissimo. Decisi di comprarlo. Non fu facile. Molti facevano i vaghi. Problemi di consegna delle case editrici. Fuori edizione. Finalmente fu nelle mie mani. Quelle domande, quelle risposte, l'infanzia, la memoria cominciò a scavare da quella parte lì. C'erano stati anche esami di Catechismo.Di questi non ricordavo nulla, ma ricordavo e ricordo l'attesa della mia chiamata, nel cortile delle suore. Questo elementare, vecchio, Catechismo ha tenuto alle prove della vita mia e di tanti altri. Stra-dimenticato da tutti noi.Fino ad un certo punto. Ognuno di noi ha poi imparato tanto altro ancora. Innammorandosi di questo e quello. Illudendosi che sarebbe stato per sempre. Non è stato così. Mi sono spaccata la testa per cercare di capire che cosa, infine mi abbia attratto di quelle filosofie di fuori. Oggi posso dire di essermi accostata solo a quello in cui ho ritrovato, al momento, l'ordine, la semplicità, il superamento di me, di cui quelle domande e risposte erano il fondamento. Uno dei miei primissimi entusiasmi fu per il confucianesimo,per esempio. Conosciuto attraverso un romanzo che trattava della vita di un burocrate.Noiosissimo per una giovane, eppure quel trasfondere in ogni azione quel misto di attenzione, rispetto, devozione, quasi morale, liturgia e carità fuse insieme, mi affascinarono. Per cominciare ad essere veramente cristiani alcuni devono passare per una lunga strada. Ed hanno ragione quelli che son rimasti nel recinto a dare l'allarme. Hanno ragione,invano si cercherà NSGC fuori.
Luisa,
RispondiEliminac'è Nostro Signore e la SS.Trinità, E non c'è nient'altro. Il di più viene dal demonio. Qualsiasi di più. Non lo dico io, lo dice NS Signore.
Se vengono dal demonio gli dei della tradizione indoeuropea, Allah e le divinità indù, perchè non può venire dal demonio il buddismo ?
Leggi quanto scrive sopra PP.
RispondiElimina@ L'orientamento che il Signore ha dato ai suoi Apostoli-buddismo, viene dal Demonio, come tutte le religioni dei Gentili
--S Paolo il suo "orientamento" lo riceveva sicuramente dal Signore eppure, confermando sul punto (come su altri) l'Antico Testamento, afferma che i culti dei Gentili vengono tutti dal Demonio. La religione dei pagani è "tenebre" e la loro morale non è certo da seguire:
"Non ritornate sotto il giogo dei vizi con gli infedeli. Qual relazione ci può essere tra la giustizia e l'iniquità? O qual unione tra la luce e le tenebre? E qual accordo tra Cristo e Belial? O qual rapporto ha il fedele con l'infedele? Qual rapporto tra il tempio di Dio e gli idoli?"(2 Cr, 6, 14 ss.).
--Sul buddismo. Il libro di Dal Bosco cita l'opinione di un insigne sancritista del passato, sir Monier Monier-Williams, il quale scrisse: "L'ideale buddista consiste nella rinuncia a qualsiasi esistenza personale, o perfino nell'estinzione dell'umanità stessa. La perfezione buddista è la distruzione" (Buddhism in its connection with Brahmanism and Hinduism and in its contrast with Christianity, Macmillan, N.Y., 1889). Nelle pp. 19-22, Dal Bosco cita l'opinione del tutto negativa sul buddismo dei grandi missionari del passato, compreso il famoso padre gesuita Matteo Ricci, il quale era convinto che, del buddismo, "la genesi andava cercata in una azione del demonio"(p. 19). L'insigne orientalista italiano Giuseppe Tucci, ammise di aver omesso nelle sue traduzioni dei testi tibetani i passaggi più scabrosi, concernenti le ripugnanti pratiche della magia sessuale (p. 37).
Del resto, cosa ci si può aspettare da buddismo, anche come filosofia? Non crede in Dio, non esiste un Dio creatore, la realtà sensibile è solo apparenza, tutto è vano, il saggio ha l'unico compito di liberarsi dal dolore dell'esistenza attraverso pratiche di ascesi e meditazione che lo conducano, spersonalizzandosi totalmente, alla nientificazione del proprio Sé.
Certo, può insegnare pratiche di controllo delle "emozioni", così come la ginnastica yoga, molto di moda oggi, può far dimagrire. Per trarne utilità bisogna però cndividerne in qualche modo, più o meno consapevole, i presupposti "religiosi". PP
Placet a Luisa. Il libro di del Bosco è una disamina davvero molto rozza, verso la quale chi veramente conosce la materia non può non provare il senso diilarità e disgusto che si prova di fronte ad analoghi saggi di grossolanità indirizzati contro il cattolicesimo.
RispondiEliminaSenza farci tanti giri intorno, il problema del Buddismo, come quello dello yoga e di tutte le tecniche di meditazione profonda è che andando in profondità, se non si è nel Signore, si può 'pescare' nel preternaturale. In questo senso c'è chi dice che il Buddismo è una religione demoniaca: i rischi ci sono. Si può intuire dunque fino a che punto possa nuocere una pratica di simili discipline (tali sono più che religioni).
RispondiEliminaLa meditazione del resto è propria di ogni religione: pensiamo, ad esempio, alla nostra 'Lectio divina' che prevede anche la contemplazione e pensiamo all'adorazione. Ma la differenza sta nel fatto che il nostro spirito, il nostro cuore, l'io profondo è ancorato al Signore e dunque attinge al Sopranaturale e il preternaturale è tenuto a bada...
Ci sarebbe molto da approfondire, ma questo è l'essenziale e credo possa bastare per orientarsi e capire le differenze.
La meditazione di per sé è il primo gradino di un raccoglimento di chi cerca di approfondire certi temi specifici o passi della Scrittura che aprono il cuore e insegnano, nel senso che lasciano il segno di ciò che il nostro spirito è in grado di assimilare con l'aiuto della grazia. Poi, il tempo e l'apertura alla grazia fanno il resto e càpita di aprirsi e interiorizzare sempre più in profondità anche senza bisogno di un tema di partenza, affidandosi, abbandonandosi e basta. L'importante, imprescindibile, ciò che fa la differenza con le discipline di cui sopra (o con religioni come l'induismo ad esempio) è essere ben consapevoli a Chi ci si abbandona...
RispondiElimina@Fabrizio Giudici
RispondiEliminaOttima sintesi, io sono uno dei tanti che, lasciata la cc e vagando per altri lidi, ha trovato un'espressione di logicità nel Buddhismo e nel Taoismo che ho studiato a fondo, ma non le ho mai considerate religioni, perché tali non sono, sono diciamo metodologie filosofiche comportamentali che, applicate, dovrebbero portare ad un totale distacco dal mondo, non un'atarassia, un distacco tendente a non avere più niente o nessuno cui volere bene o provare interesse e vale per le cose possedute e per le persone, il tutto teso a purificarsi e porre fine al tremendo ciclo delle rinascite che secondo l'Induismo è pressoché eterno, a meno di essere speciali, d'altra parte il Nirvana è alla lettera 'essere soffiati via del tutto', quando lessi la tranchant espressione del card.Ratzinger devo dire che ci rimasi di stucco e mi fece molto male, ma aveva ragione. Siddharta Gautama morì ottantenne per indigestione, vero, mangiò del pesce ad un pranzo offertogli da un vecchio amico,e siccome era più avvezzo ai digiuni che al cibo......non ho studiato il catechismo di Pio X, ma una specie di compendio con tante figurine e rispostine da mettere sotto, non ricordo niente, ma......mia madre provvide a farmi imparare quel che basta del Cattolicesimo fondamentale, e, nonostante non ascoltassi allora, me ne sono ricordato dopo. Il Dalai Lama ha sempre consigliato gli italiani a non convertirsi al Buddhismo, ma di cercare di essere buoni cristiani, e se lo dice lui che ci campa coi divi di Hollywood convertiti.....Lupus et Agnus.
"... è essere ben consapevoli a Chi ci si abbandona..."
RispondiEliminaQuesto è il punto tragico. Per me lo è stato. Essendo venuta a mancare la mia fiducia in poche, ma determinanti, guide spirituali, delle quali non capivo a chi loro si fossero abbandonate in Verità, ho pronunciato il mio bel Rinuncio. Cioè chissene. Rosario, Catechismo di San Pio X, letture certe di spiritualità, la Sacra Scrittura senza volerne sapere di più di quello che leggo. La mia risposta a tutte le illuminazioni è un sincero vaffa.
Capisco e condivido il vaffa di Irina. Perché anche per me è stato così.
RispondiEliminaCara Rosa ho letto il commento di PP ed è a quel commento che ho reagito, confermo ogni mia parola, e concordo con Concorde.
RispondiElimina"Il Dalai Lama ha sempre consigliato gli italiani a non convertirsi al Buddhismo, ma di cercare di essere buoni cristiani"
RispondiEliminaConfermo, durante un suo passaggio nella mia città, nel parco di fronte al lago dove si era riunita una folla imponente, rispose a chi gli aveva posto una domanda sulla "conversione" di restare fedele alla sua religione.
'
RispondiElimina"@ La rozzezza del saggio di Dal Bosco, felix culpa
Ë'uno scritto polemico, lo si vede già dal titolo "Contro il Buddismo. Il volto oscuro di una dottrina arcana". L'autore (lo dice) non pretende di dare una rappresentazione esaustiva di quella dottrina, si limita a farci vedere il suo "lato oscuro" e con un linguaggio polemico. Diciamo allora che la sua "rozzezza" è una felix culpa, visto che gli esperti, gli eruditi, i conoscitori ci danno un'immagine di questa religione politicamente corretta, per così dire, favoriti dall'attuale, torbido clima di ecumenismo. Il che non è corretto, serve solo a far perdere la fede a tanti cattolici ignari, come alcuni da me conosciuti diversi anni fa i quali credevano in buona fede alla trasmigrazione delle anime, dottrina insegnata loro da un gesuita, esperto di religioni orientali, mi dissero.
Il Dalai Lama, presentato come una specie di santo, non si è dichiarato a favore dei diritti dei gay? E poi, erano "rozze" anche le opinioni dei missionari citati, anche di quelli martirizzati? Certo, dichiarare che la dottrina di Budda viene dal demonio non è fino, oggi, soprattutto in ambito cattolico. Da dove può venire una dottrina che vuol essere religiosa, la quale nega l'esistenza dell'anima individuale, non crede in Dio creatore, non si pronuncia sull'esistenza di Dio, riduce tutta la realtà a mera illusione, e concepisce il fine della vita nella liberazione dal dolore dell'esistenza mediante forme raffinate di ascesi mentale, che conducano all'annientamento del proprio io?
Vorrei capire che cosa un cattolico può ricavare da una dottrina religiosa del genere, da uno gnosticismo così totale, nettamente più radicale di quelli tradizionali per noi, dei Vangeli gnostici o del Canto della Perla, che almeno all'anima individuale ci credevano.
PP
Un memento, non per i poveri sventurati buddisti, ma per i ‘sopraffini’ conoscitori ed estimatori di false filosofie religiose, che a quanto pare frequentano anche questo Blog:
RispondiElimina“Io vi ho condotti in una terra da giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.
Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso il mio possesso un abominio. Neppure i sacerdoti si domandarono: Dov'è il Signore?
I detentori della legge non mi hanno conosciuto, i pastori mi si sono ribellati, i profeti hanno predetto nel nome di Baal e hanno seguito esseri inutili.
Stupitene, o cieli; inorridite come non mai. Oracolo del Signore.
Perché il mio popolo ha commesso due iniquità: essi hanno abbandonato Me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l'acqua.” (Geremia 2, 7-8 . 12-13).
Cercare qualcosa da bere in una pozza fangosa può sembrare molto chic nell’ambito delle mode fatue e dello stupido pensiero degli uomini mondani: ma non è molto intelligente, specie quando si ha a disposizione la Sorgente di acqua viva, Nostro Signore Gesù Cristo.
Firmato: quel rozzone superficiale di Sacerdos quidam (che un lontano dì bevve anch’egli, per sua sventura, quell’acqua inquinata).
Solo una postilla per gli ingenui che ammirano la 'liberalità' del Dalai Lama:
RispondiEliminal'esortazione a restare nella propria religione è tipica dei falsi maestri sia buddisti che induisti (ad esempio, anche il defunto Sai Baba l'adoperava).
Ma la cosa va inquadrata nell'ottica della pretesa superiorità di quelle gnosi, alle quali- sempre secondo quei falsi maestri - si può accedere solo dopo aver compreso l'incompletezza e, in un certo senso, la 'rozzezza' del Cattolicesimo, nel nostro caso particolare.
Ma questo processo conoscitivo-esperienziale dev'essere - sempre per quei falsi profeti - assolutamente spontaneo, altrimenti l'aspirante adepto del buddismo o dell'induismo non potrebbe essere maturo per accogliere i 'sublimi' insegnamenti benignamente elargiti dal guru di turno. La sottile superbia satanica è nascosta, ma non troppo.
Insomma, per chi ha un po' di intuito spirituale: la pretesa 'benignità' liberale del 'sublime maestro' di fandonie è un'esca per attirare dolcemente e 'spontaneamente' le sue vittime.
Se la nostra fede è l`incontro con una Persona, e lo è, non penso che si possa favorire quell`incontro con una frusta alla mano, impugnando una lancia anti-incendio per spegnere le fiamme diaboliche che consumano chi si avvicina, non credo che è bollando una persona al ferro rosso e infamante della sua "falsa e diabolica religione" che le offriamo la testimonianza coerente e gioiosa dell`amore infinito di Nostro Signore, non penso che sia arrivando le braccia cariche di libri e norme, la testa e la bocca piene di sentenze e condanne definitive al rogo, che portiamo il messaggio del Signore, che incarniamo quel che la Sua Presenza produce in noi, una Presenza che agisce per attrazione e non per imposizione.
RispondiEliminaMa, visto che insiste, che non vuole dimenticare di aver "seguito esseri inutili", che non riesce ad abiurare quella "pozza fangosa" (Sacerdos quidam dixit), perché non se ne torna a sguazzarci dentro?
RispondiElimina"O con me, o contro di me", ricorda?
RispondiElimina"@ "Una Presenza che agisce per attrazione e non per imposizione"
Ma quale "imposizione"? Chi "impone" qualcosa? Forse che i missionari che andavano in Cina e in India "imponevano" il cristianesimo? Mandati a convertire a Cristo, dovevano pur denunciare pubblicamente gli errori delle false religioni con cui dovevano combattere e senza infingimenti. Come fece sempre, appunto, san Paolo, tanto per fare un esempio, rischiando la vita più volte, come testimoniano gli Atti.
Quest'idea sbagliata che la conversione sia un'imposizione viene dal Concilio e dal Postconcilio, l'ha diffusa anche Ratzinger, a quanto pare. Non basta "attrarre" con l'esempio della propria vita di sacerdote intemerato, bisogna anche esporre ed insegnare la dottrina che ci è stata rivelata, fatalmente in contrapposizione con quelle delle false religioni. Bisogna proclamare il vero contenuto della nostra religione, non nasconderlo o edulcorarlo, al fine di entrare "in dialogo" con l'errante, dialogo che poi, ormai è dimostrato, si risolve quasi sempre nell'incontro con l'errore. Così abbiamo oggi anche i catto-buddisti, a quanto sembra, forse il Gotha del sincretismo conciliare e postconciliare.
PP
Alla signora Luisa:
RispondiEliminaAl capitolo 26 degli Atti degli Apostoli (versetti da 12 a 18) leggiamo, dal discorso di San Paolo davanti al re Agrippa ed al Procuratore romano Festo, queste testuali parole:
“ In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico:
Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.
E io dissi: Chi sei, o Signore?
E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.
Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.”
Dunque Nostro Signore Gesù Cristo ci dice che i pagani – tra i quali sono anche i buddisti, no? - devono passare “dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio.”
I pagani si trovano dunque “sotto il potere di Satana”. Compresi i Buddisti. E il Signore Gesù vuole che gli si predichi il Vangelo per salvarli.
Questo scrive lister:
RispondiElimina" Ma, visto che insiste, che non vuole dimenticare di aver "seguito esseri inutili", che non riesce ad abiurare quella "pozza fangosa" (Sacerdos quidam dixit), perché non se ne torna a sguazzarci dentro?
"O con me, o contro di me", ricorda? "
Non so se è rivolto a me , ma a chiunque sia rivolto, se questo è il volto di un certo cattolicesimo che Dio me ne preservi, non posso che confermare quel che penso e detto "et tant pis" se su di me cade la scure riservata ai cripto-modernisti, ai cripto-vaticanosecondisti, tutte appartenenze e qualificazioni che non mi appartengono ma che taluni bollano con grande facilità e sicumera su chi non condivide la loro visione.
Ma se già in Seneca e negli stoici c'erano "semina Verbi", perché scomodare un Orientale, altra etnia, altre tradizioni, per farmi un'etica delle passioni e del dolore, se non mi basta, o non ci credo più, quella cristiana cattolica ?
RispondiEliminaConfesso di non aver mai capito il fascino del buddismo, induismo, ecc. Un mio limite, sicuramente. Troppo occidentale per interessarmi veramente all'Oriente? E comunque, se devo fare la pagana, meglio i miei vecchi Lari e Penati.
...Dopo l'incontro in Vaticano tra Al Tayyeb e Francesco si pensava che l'ateneo sunnita iniziasse davvero a muoversi a grandi passi verso l'abbandono delle derive integraliste. Gli attentati della Domenica delle palme hanno però ravvivato il fuoco dei sospetti. Islam al-Behery, popolare riformatore accusato di apostasia e blasfemia, in televisione ha spiegato che "il 70-80% del terrore degli ultimi 5 anni è stato prodotto da al Azhar". Cioè dagli insegnamenti dati dall'Università che oggi papa Francesco ha deciso di visitare. In quell'Egitto dove in una città al sud "Al-Minya", il 18 aprile 2017 una commissione sostenuta dal sindaco ha firmato un documento in cui vengono stilate le condizioni che i cristiani devono seguire per costruire una chiesa: non deve avere né l'insegna, né il campanello e neppure la croce.
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/mondo/papa-nelluniversit-islamica-accusata-allevare-jihadisti-1390685.html
"...si disse che la Chiesa non era un potere, ma solo un'autorità; quasichè potere e autorità non sonasse lo stesso, e non solessimo egualmente dire potere politico o autorità politica, potere paterno o autorità paterna. Ma nel gergo liberalesco l'inventata distinzione voleva significare, che la Chiesa non ha diritti proprii di società pubblica e indipendente, anzi non è neppure società giuridica. I suoi capi non esercitano vera giurisdizione sulla congregazione de' fedeli dettando leggi; nè i suoi precetti producono vera obbligazione e doveri giuridici. Che dunque è la Chiesa a senno del Modernismo? Non altro che una libera associazione, liberamente accettata e liberamente obbedita da chi ne fa parte, la quale in faccia allo Stato non ha altra natura se non quella di qualsiasi altra associazione che in lui sorgesse tra' cittadini. La Chiesa insomma è dal Modernismo ridotta a condizione di semplice società privata o Collegio, non differente da quello che si formasse nel civile consorzio per uno scopo letterario o industriale". Il modernismo a rispetto della Chiesa, P. Matteo Liberatore:http://progettobarruel.comuf.com/novita/14/Liberatore_Modernismo_III.html
RispondiEliminaTrovato!
RispondiEliminailgiornale.it Marcello Veneziani - Lun, 18/06/2012
"Non confondiamo il Buddismo con le buddanate"