Sull'incarnazione del Verbo, 13; SC 199, 311
Cristo è immagine del Dio invisibile; per opera di lui abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati (Col 1,15.14)
Poiché gli uomini erano diventati irragionevoli e l'inganno dei demoni gettava la sua ombra da ogni parte e nascondeva la conoscenza del Dio vero, cosa doveva fare Dio? Tacere di fronte a tale situazione? Accettare che gli uomini si smarrissero e non conoscessero Dio?... Forse Dio non risparmierà alle sue creature di smarrirsi lontano da lui e di essere assoggettate al non essere, soprattutto se questo smarrimento diventa per loro motivo di rovina e di perdita, mentre gli esseri che hanno partecipato all'immagine di Dio (Gen 1,26) non devono perire? Cosa occorreva che Dio facesse? Cosa fare, se non rinnovare in loro la sua immagine, affinché gli uomini potessero nuovamente riconoscerlo?
E come realizzarlo, se non mediante la presenza dell'immagine stessa di Dio (Col 1,15), il nostro Salvatore Gesù Cristo? Non potevano attuarlo gli uomini, poiché non sono l'immagine ma sono stati creati secondo l'immagine; neanche potevano realizzarlo gli angeli che non sono delle immagini. Per questo è venuto in persona il Verbo di Dio, che è l'immagine del Padre, per essere in grado di restaurare l'immagine nel profondo dell'essere degli uomini. D'altronde, ciò non poteva succedere finché la morte e la corruzione che ne consegue non fossero state annientate. Per questo egli ha assunto un corpo mortale, per poter annientare la morte e restaurare gli uomini fatti secondo l'immagine di Dio. L'immagine del Padre, dunque, il Figlio suo santissimo, è venuto da noi per rinnovare l'uomo fatto a sua somiglianza e per ritrovarlo, mentre era perduto, mediante la remissione dei peccati, come egli stesso dice: «Sono venuto a cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10).
RispondiElimina# "Per ritrovarlo, l'uomo, mediante la remissione dei peccati" non mediante l'esaltazione
della sua supposta sublime dignità, che avrebbe in quanto uomo
Come di fatto si insegna oggi, sulla scorta del Vat II. E non per nulla, è di fatto scomparsa la nozione stessa non solo di peccato originale ma anche di peccato in quanto tale. Lo nominano mai, il peccato, nelle loro prediche, sempre orientate al sociale, ai c.d. diritti dell'uomo e della donna, e adesso agli obblighi "ecologici"? E avendo perso la nozione del peccato hanno perso anche quella della responsabilità individuale per le proprie azioni, della necessità di pentirsi, emendarsi e cambiar vita, se si vuole piacere a Dio e obbedire agli insegnamenti di Cristo Nostro Signore, gli unici che aprano la porta della vita eterna a chi li segue.
Correlativamente, è sparita la nozione del giudizio. Non solo del Giudizio individuale dell'anima subito dopo la morte e Universale alla fine dei tempi. Ma anche dell'esser giudicati, in primo luogo dalla propria coscienza, nei comportamenti della nostra vita quotidiana. Quando una persona muore oggi, quante volte non si sente dire, subito: "è andato alla Casa del Padre", cioè in Paradiso. Ma noi, come facciamo a saperlo? Come facciamo a sapere che l'anima di quella persona non sia invece in Purgatorio? O addirittura, Dio non voglia, all'Inferno? Ci sostituiamo dunque a Dio nello stabilire dove uno va, anzi è già andato, appena morto? Non è questa superbia?
Il fatto è che è sparita la fede nell'esistenza del Purgatorio e pure quella nell'esistenza dell'Inferno! La vera fede cattolica deve dire, invece, come si diceva un tempo, quando uno moriva: è andato al Giudizio. Ma oggi si lascia credere che la salvezza sia stata garantita a tutti da Nostro Signore, con la Croce o addirittura con l'Incarnazione! Come ricorda S. Atanasio, Egli ha sì annientato la morte, con la resurrezione del corpo suo glorioso. Ma quest'ultima è conseguita all'aver Egli seguito in vita in tutto la volontà del Padre; e per noi conseguirà all'aver obbedito ai Suoi comandamenti, in fede e opere. Ognuno di noi raccoglierà solo quello che avrà seminato in vita (Gal 6, 7-10).
PP
"Poiché gli uomini erano diventati irragionevoli e l'inganno dei demoni gettava la sua ombra da ogni parte e nascondeva la conoscenza del Dio vero, cosa doveva fare Dio? Tacere di fronte a tale situazione? Accettare che gli uomini si smarrissero e non conoscessero Dio?"
RispondiEliminaI vescovi, i pretti, religiosi e i fedeli che seguono la tradizione, insieme a Dio e Sant'Atanasio, non tacciono, perché non vogliono che gli uomini siano ingannati dal demonio e vengano diventare irragionevoli. Vogliono che gli uomini vengano a conoscere a Dio. Però, quelli che diffedono il Concilio siano in una situazione opposta, sono stati ingannati dal demonio, arrivando a pensare che il battesimo non è più necessario alla salvezza e che ogni persona può trovare la salvezza in altre religioni (o senza religioni). Questo sono diventati triplo irragionevoli, non hanno Dio e non lo vogliono per gli altri uomini.
: "è *andato* alla Casa del Padre".
RispondiEliminaMAGARI si dicesse così. NO. Si scrive sui manifesti " : "E' TORNATO alla Casa del Padre".
Si torna dove si è gia' stati. La lingua italiana, prima ancora della fede, esce mortificata da tale terminologia.
A meno che non ci si sta esprimendo in vernacolo toscano. Vernacolo toscano che che usa l'espressione "TORNAR di casa", quale sinonimo di cambiar casa.
Oppure non si voglia assecondare la diffusione del concetto che l'anima preesista (e di qualche istante) al corpo.
RispondiElimina# E'tornato alla Casa del Padre
Grazie della precisazione. Quest'immagine dell'anima del defunto che "torna" alla Casa del Padre, dalla quale era evidentemente partita un giorno, venendo in questo mondo, di per sé fa sparire l'idea del Purgatorio e dell'Inferno: ha un sapore prettamente gnostico. Abolendo il PUrgatorio e l'Inferno, viene meno anche il Giudizio (del quale non si parla più), e si cade nell'abisso dello gnosticismo.
Ognuno di noi, alla morte, "ritorna alla Casa del Padre", tranquillo e pacifico. Tutto qui. Questa sarebbe la vera conoscenza salvifica (gnosi) insegnata dalla Nuova Evangelizzazione, quella che si ispira sempre al Vaticano II. In ogni caso, questo non è cattolicesimo. Ne è una dolciastra caricatura.
PP
PP
RispondiEliminaERRATA CORRIGE
Oppure non si voglia assecondare la diffusione del concetto che l'anima preesista (e *NON* di qualche istante) al corpo.
Dio, Uno e Trino, non sta nel tempo. Mi sembra di aver capito che domini le dimensioni nelle quali viviamo.
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