Nel XIII secolo, il cardinale Pietro Capocci era proprietario di una stalla adiacente all’antico edificio di Santa Maria in Via, la cui presenza nella zona è attestata già nel X secolo da una bolla di papa Agapito II. I Capocci erano un’antica famiglia feudale romana, secondo le fonti più accreditate di origine genovese. Per i servigi resi a quella Repubblica, ebbe i più ambiti titoli nobiliari. Le prime notizie della famiglia, risalgono alla seconda metà del secolo XI. Divisasi in almeno tre rami, il principale dei quali aveva le sue abitazioni nel rione Monti, nell’area nota come Suburra, dove possedevano anche la torre omonima pervenuta loro dalla famiglia Arcioni. La famiglia aveva altri rami ed abitazioni nel rione Pigna e nel rione Trevi. Furono alcuni membri di questa famiglia ad aver fondato l’ospedale di S. Andrea in Piscinula presso la basilica di Santa Maria Maggiore, dove eressero alcune loro cappelle gentilizie.
Di tradizionale parte ghibellina e partigiana dei Colonna, con cui strinse legami di parentela, nel secolo successivo un Giovanni di parte imperiale e nemico di Innocenzo III fu senatore di Roma; altri senatori dell’Urbe della famiglia furono Giacomo (1234) e Pietro (sec. XIV). Anche di parte imperiale fu Angelo, capitano del popolo, fautore della casa di Svevia, che accolse trionfalmente Corradino in Roma nel 1267. Alla famiglia appartenne anche un altro cardinale, oltre Pietro - Niccolò, morto nel 1338 – e forse anche due papi: Onorio III e Onorio IV. Un Giovanni, ritenuto appartenente a questa famiglia, è ricordato per aver preso parte nella Disfida di Barletta nel 1503. Un altro discendente, Ernesto Capocci (1798-1864), grande scienziato cosmopolita, ebbe poco più che ventenne l’incarico di vice-direttore dell’Osservatorio astronomico Capodimonte a Napoli, di cui nel 1833 divenne direttore.
“In quell’anno, poco più di quattro lustri dalla fondazione del sacro Ordine dei Servi di Maria, chiamato in seguito alla custodia della venerabile chiesa (è lo stesso Ordine che la custodisce oggi, n.d.r.), nella notte dal giorno 26 al 27 settembre, in casa dell’Eminentissimo Cardinale Capocci, adiacente alla chiesa, allo improvviso le acque del pozzo posto nella stalla per abbeverare i cavalli, crebbero a segno che rigurgitando la inondarono interamente. Spaventati, i cavoli cominciarono a far strepito. Da ciò risvegliati accorsero i mozzi, ed a vista dell’avvenimento meravigliati, fecero ogni sforzo per scioglierli e ricoverarli in luogo sicuro. Di poi, da naturale curiosità spinti, si posero a investigare la cagione dello strano avvenimento. Quando con loro grande stupore si avvidero che sulle acque alte più di un palmo dal parapetto del pozzo, galleggiava, quasi leggero legno fosse, una tegola sulla quale venne veduta l’immagine di Maria. A simil vista si accese in loro viva brama di possedere l’immagine prodigiosamente immobile sulle acque che gorgogliando precipitavano tutt’intorno sul suolo; ma vano tornò ogni sforzo, poiché quante volte erano in sull’afferrarla, altrettante sommergendosi toglieva alla vista sfuggendo loro di mano, per quanto instancabili ritentassero la prova. Stanchi, alla perfine, di simile gioco, riputarono migliore consiglio avvisarne l’Eminentissimo loro padrone, il quale, uditane la narrazione, come devotissimo che era di Maria Santissima, vestiti gli abiti cardinalizi, discese con tutta la sua nobile corte alla stalla e, fatta breve e fervente orazione a Maria, entrò nell’acqua che da ogni parte spandeva e con sommo giubilo del suo cuore gli venne fatta d’afferrare senza difficoltà di sorta la benedetta effigie di Maria. Le acque del pozzo allora tornarono al loro profondo e naturale livello. S’avvia pertanto con faci accese il corteo dei familiari e l’Eminentissimo porporato trasporta la miracolosa immagine nelle sue stanze, dove innanzi alla medesima si trattiene il resto della notte in orazione, fervorosamente nell’umiltà del suo cuore ringraziando Dio e la Vergine benedetta di averlo fatto degno d’essere testimonio e parte precipua del prodigioso avvenimento. Allora Iddio gli ispira il disegno di convertire la ignobile stalla in un tempio dedicato alla ritrovata effigie. La dimane l’Eminentissimo Principe si recò dal Pontefice e narratogli il fatto accaduto in sua casa, lo supplica instantemente di concedergli l’approvazione del concepito disegno di dedicare al culto di Maria il luogo dove il prodigio era avvenuto.Il S.Padre ordinò che prima se ne facesse un giuridico processori cui provato vero con rigoroso esame dei testimoni il miracolo, non solamente concesse quanto chiedeva l’Eminentissimo Cardinale, ma decretò che intimata una solenne processione di tutto il clero, a cui intervenne la stessa sua Santità,fosse la miracolosa immagine nel nuovo tempio solennemente collocata non molto lungi dal pozzo dove con sì gran prodigio frasi manifestata. In questo, inchiuso nel recinto della nuova chiesa, il Cardinale Capocci depose molte reliquie di Santi, tra le quali una particella della pietra del pozzo del Patriarca Giacobbe su cui sedè Gesù nostro Signore quando convertì la Samaritana”.
Il papa a cui si rivolge il cardinale Capocci per avere il permesso di edificare la chiesa è Alessandro IV, eletto nel 1254 e morto nel 1261. Di questo papa viene ricordata una severa e netta coscienza dei suoi doveri di Vicario di Cristo, come si ricava anche dalla sua attività in difesa dell'ortodossia e nei riguardi dei movimenti religiosi del suo tempo. Non è certamente un caso che quel miracolo sia avvenuto durante il suo tormentato pontificato. Ancora oggi l'acqua di quel pozzo – ancora esistente - viene distribuita e bevuta dai fedeli perché ritenuta miracolosa e sicuramente fu proprio grazie a quel miracolo che la Chiesa si salvò dalle demolizioni e dai rifacimenti dei palazzi circostanti. Fu riedificata sotto papa Innocenzo VIII nel 1491 e nuovamente dall’Ordine dei Servi di Maria alla fine del XVI secolo su disegno di Giacomo Della Porta. Presenta un'elegante facciata barocca, iniziata da Martino Longhi il Vecchio (1594) e terminata da Carlo Rainaldi (1670). L'interno della Chiesa – in cui è conservata la cattedra di S.Roberto Bellarmino - è ad una navata terminante con l'abside. Il prossimo 27 settembre si celebrerà la 761ma Festa della Madonna del Pozzo. In preparazione della Festa, nella chiesa si tiene una novena ogni giorno alle ore 19.00. Domenica 24 settembre, la Santa Messa, sarà celebrata alle 19.00 da fra’ Pier Giorgio Di Domenico, monaco Servo di Maria; il giorno seguente, sempre alle ore 19.00, celebrerà la Santa Messa fra’ Moreno Versolato, cappellano alle carceri di Rebibbia; il 26 settembre, alle ore 19.00, la Santa Messa sarà celebrata da Mons. Pietro Bongiovanni, parroco di San Salvatore in Lauro; il 27 settembre, le Sante Messe saranno celebrate alle ore 10.00, 11.00, 12.00, mentre alle 19,00 la solenne concelebrazione sarà presieduta da S.E. Gianrico Ruzza, Vescovo Zona Centro. Alle 20.00, si terrà la Processione con l’immagine della Santa Vergine, per le vie: S. Maria in Via, Muratte, Fontana di Trevi, Lavatore, Panetteria, Stamperia, Fontana di Trevi, S. Maria in Via.
La più profonda delle cappelle della Chiesa è la prima a destra dell’entrata. Custodisce, in un tabernacolo seicentesco, l'Immagine della Santa Vergine, opera di pittore di scuola romana del sec. XIII, solennemente incoronata dal Capitolo Vaticano il 17 gennaio 1646. Sulla parete destra è collocato il fonte battesimale, costruito e qui collocato nel 1825. La cancellata in ferro a due ante è sormontata dallo stemma dell'Ordine dei Servi di Maria. Alla balaustra interna della cappella i fedeli possono, ad ogni ora del giorno, bere l'acqua del pozzo o portarne piccole quantità a persone inferme. In questa cappella, alle 11.00 di ogni sabato, viene celebrata la Santa Messa: partecipandovi, ci si immerge nel mistero struggente del miracolo avvenuto otto secoli fa ed è come assistere all’anticipazione di quello che sarà il Paradiso.
daniloquinto.tumblr.com
http://www.imolaoggi.it/2017/09/18/padre-madros-divisa-da-prete-coraggio-da-leoni/
RispondiEliminahttp://www.antoniosocci.com/patto-vaticano-bergogliano-governo-pd-gabbare-lu-santo-cioe-gli-italiani-sullemigrazione/#more-6487
RispondiElimina" i cavoli cominciarono a far strepito " = leggasi " i cavalli "
RispondiEliminahttp://www.maurizioblondet.it/12189-2/
RispondiEliminaMA CHI GLI DOVEVA INSEGNARE LA CIVILTA’, AGLI STUPRATORI??
Il 19 settembre 1846 a La Salette, nel cuore delle Alpi francesi, la Vergine Maria apparve a due pastorelli poco più che adolescenti, Mélanie Calvat e Maximin Giraud. Le sue parole e il suo atteggiamento mesto costituirono un invito alla conversione, tramite il rispetto del giorno festivo e l’opposizione alla bestemmia. Dopo cinque anni d’indagini, il 19 settembre 1851, monsignor de Bruillard, vescovo di Grenoble, emanò il decreto con cui l’apparizione era approvata. Sul luogo del fatto prodigioso venne presto costruita una basilica, dove la Madonna è onorata come “riconciliatrice dei peccatori”.
RispondiEliminaTanti saluti a Wojtyla e Caffarra. Con Francesco si cambia famiglia
RispondiEliminaIl terremoto che ha cambiato faccia alla Pontificia Accademia per la Vita ha colpito anche l'istituto di studi sul matrimonio e la famiglia creato da Giovanni Paolo II e con suo primo preside il teologo e poi cardinale Carlo Caffarra.
Da oggi questo storico istituto è stato azzerato e sostituito da un altro istituto con nome diverso.
Così infatti si legge nell'articolo 1 del motu proprio "Summa familiae cura" pubblicato stamane, con cui papa Francesco "ha messo la firma" alla svolta:...
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/19/tanti-saluti-a-wojtyla-e-caffarra-con-francesco-si-cambia-famiglia/