Aggiornamento: Lo scalpore suscitato dall'intervista (peraltro rilasciata a braccio) richiede alcune riflessioni essenziali.
- Quando il cardinale si è espresso nei termini riportati (15 luglio 2017), la firma di mons. Fellay sulla correctio filialis (settembre 2017) non era assolutamente attuale. Dunque non sono ipotizzabili riferimenti, di alcun genere, né alla Correctio né alla firma di mons. Fellay.
- Egli è un rigoroso canonista ratzingeriano che resta fedele alla linea delineata da Papa Benedetto XVI che ammira. E dunque fa proprie le esigenze di quest'ultimo nei confronti della Fraternità durante il suo pontificato.
- La sua formazione rigorosa determina anche che non possa sorvolare sull'irregolarità canonica, anche perché le sue recenti prese di posizione rischiano di giocargli brutti scherzi. Lo stesso mons. Lefebvre, alla fine degli anni '60, pur condannando le innovazioni del tempo, mostrava con enfasi la sua avversione per tutti i movimenti separatisti e la sua determinata volontà di rimanere collegato a Roma. E di fronte ai rischi della situazione il cardinale insiste nel sottolineare l'importanza della regolarità canonica.
- Lo stesso contesto di luglio è significativo per il fatto che la Fraternità aveva appena ricevuto l'esigente lettera firmata dal Cardinale Müller prima di lasciare la Dottrina della Fede. Si può quindi presumere che Burke abbia avuto sentore degli echi delle reazioni all'interno della FSSPX e temesse "un irrigidimento" mentre in altre occasioni non aveva esitato a esporsi per difendere la Fraternità. (M.G.)
Gran festa fra i nemici della liturgia tradizionale, illusi di aver visto "fuoco amico" (con qualche mese di ritardo dallo scorso 15 luglio) da parte del cardinal Burke quando ha detto che «la Fraternità Sacerdotale San Pio X è nello scisma».
In realtà Burke - incidentalmente giudice del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica - parlava di aspetti canonici, come ha abbondantemente chiarito dicendo che per quanto riguarda la facoltà di celebrare matrimoni validi e leciti data da papa Francesco «non c'è una spiegazione canonica», e che ugualmente è una «situazione un po' anomala» quella di Benedetto XVI che ha rimosso le scomuniche ai diretti interessati senza che costoro abbiano formalmente «rinunciato alla disubbidienza».
Presentiamo qui sotto l'audio originale in inglese e la nostra traduzione dalla trascrizione fatta da L. Verrecchio del blog akaCatholic sotto un titolo ad effetto, invitando contestualmente i festeggianti a verificare esattamente ciò che Burke ha detto e a non mettergli in bocca parole che non ha detto.
Trascrizione:
Moderatrice: È lecito assistere alle liturgie della San Pio X e ricevere la Comunione? Può bastare per assolvere al precetto domenicale?
[l'arcivescovo di Portland, Alexander K. Sample, spiega brevemente al card. Burke]
Cardinal Burke: nonostante i vari argomenti relativi alla questione, il fatto è che la FSSPX è nello scisma fin da quando l'arcivescovo Marcel Lefebvre ha ordinato quattro vescovi senza il mandato del Romano Pontefice. E perciò non è lecito assistere alla Messa o ricevere i sacramenti in una chiesa che è sotto la direzione della FSSPX.
Detto questo, parte della discreta confusione nella Chiesa su tale questione è dovuta al fatto che il Santo Padre ha dato ai sacerdoti della FSSPX la facoltà di celebrare validamente matrimoni, lecitamente e validamente. Ma non c'è una spiegazione canonica per questo, è semplicemente un'anomalia.
Inoltre, anche papa Benedetto XVI, prima di abdicare, rimosse la scomunica dei quattro vescovi ordinati senza mandato pontificio sebbene costoro non avessero il requisito per la rimozione della scomunica, che è quello di aver rinunciato alla disubbidienza e il desiderare di essere pienamente riconciliati con la Chiesa, ma nei fatti questo non è avvenuto, e perciò è un altro po' di situazione anomala.
Non sono più scomunicati, ma non sono nemmeno in regolare comunione con la Chiesa Cattolica.
E perciò tutta la faccenda è molto complicata ma vorrei dirvi che io non penso che sia una buona cosa ricevere i sacramenti nella FSSPX anzitutto perché ciò non li aiuta, poiché i sacramenti non sono celebrati lecitamente. Sono validi, non è in questione questo se i preti sono validamente ordinati, ma non è un segno di comunione con la Chiesa. Al contrario dovremmo incoraggiare i membri della FSSPX a riconciliarsi con la Chiesa.
Infatti, e penso che don Saguto possa confermarlo, so che questo era il caso sia a Lacrosse che a St. Louis dove c'era l'apostolato dell'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote per coloro che desideravano la liturgia della Chiesa secondo l'uso tradizionale, molte persone che avevano frequentato la FSSPX si sono riconciliate e sono tornate alla Chiesa. Per questo dico che se invece andiamo liberamente a quelle Messe che vengono celebrate [dalla FSSPX], che incoraggiamento diamo loro a riconciliarsi con la Chiesa?
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RispondiEliminaIn linea di principio Il cardinale afferma correttamente che ci sono anomalie canoniche che non sono state sanate. Ma questo è ben noto da tempo.
RispondiEliminail canonista parla con la precauzione che la sua funzione richiede. Molti credenti cominciano per contro a vedere sempre più netto lo stato di necessità a suo tempo invocato e notevolmente aumentato, se non precipitato a livelli assurdi.
E noi siamo qui, nella confusione più totale, a doverci muovere in un ginepraio mai visto,
continuando a pregare e a resistere.
Un po' meno a caldo, tirerò fuori un discorso più articolato. Ci proverò ma è difficile perché, da un lato, ci misuriamo con una logica (mi riferisco all'aspetto canonistico) di estremo rigore, dall'altro, per contro, le gerarchie più alte procedono a ruota libera in un'anarchia che ormai diventa arbitrio a cui la logica è estranea e confonde il rigore col rigorismo.
Siamo tra due fuochi inconciliabili perché non parlano lo stesso linguaggio. E, umanamente, non c'è via d'uscita. Anzi, mi pare che le cose peggiorino in senso esponenzialmente negativo. Ma, nonostante questa considerazione, che penso realistica, sappiamo in Chi confidiamo e continueremo a fare la nostra parte, sempre più individualmente e nonostante ci ritroviamo sempre più frammentati e scoordinati. La nostra vera 'unità, a questo punto è nella "Comunione dei Santi".
https://www.romancatholicman.com/cardinal-burke-reappointed-yuuuuge/
RispondiEliminaHo come l'impressione che l'isolamento in cui si trova il Cardinale, lo abbia portato ad una sorta di "mettere le mani avanti". Ora, se tutto ciò dovesse servire, in caso di Correzione Formale su AL, per non essere tacciato di vicinanza con la FSSPX, la vedrei una mossa tattica alquanto (non trovo sinceramente un aggettivo, non lo sto cercando di tipo polemico, solo che non lo trovo).
RispondiEliminaHa lanciato troppi sassolini, fatto allusioni su correzioni da troppo tempo attese e da molti di noi a lungo bramate.
È il momento del coraggio, non c'è più tempo per tentennamenti. Ha una grande responsabilità, ha fatto di tutto per farci sperare.
Delusioni non le può dare più. Mo basta, agisca
Il 7 Dicembre 1965 Paolo VI "revocava" la scomunica che Leone IX aveva giustamente lanciato contro il Patriarca di Costantinopoli Cerulario nel 1054. Eppure, nel 1965, dopo più di 900 anni, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Atenagora e le chiese ortodosse non avevano assolutamente "rinunciato alla disubbidienza", anzi, ancora oggi tutto il mondo ortodosso si ostina a permanere nell'eresia. Il Cardinale Burke non trova questa "situazione un po' anomala"? Io non ho mai sentito una sua parola a tal riguardo. Voi?
RispondiEliminaMa la FSSPX non e' scismatica. Non lo e' mai stata. Mons. Lefebvre non ha mai inteso separarsi dalla Chiesa Cattolica, men che meno quando ha ordinato i quattro vescovi. Se la FSSPX fosse scismatica il Papa non potrebbe concedere ai preti della FSSPX la facolta' abituale di confessare, di rimettere la scomunica per aborto procurato e di ricevere il consenso matrimoniale. Sarebbe applicabile unicamente la disciplina della Communicatio in Sacris, molto piu' restrittiva, come accade per esempio con gli scismatici orientali "ortodossi". Questa uscita di Burke davvero non me la spiego.
RispondiEliminaCaro Cardinal Burke, i sacerdoti della Fraternità, la cui unica colpa era ed è quella di voler continuare ad essere cattolici anche dopo il Vaticano II, hanno la libertà e la forza di denunciare a voce alta e chiara il modernismo che infesta la chiesa fino al suo vertice da più di mezzo secolo. Lei, al contrario, al pari di tutta l'Ecclesia Dei, è continuamente costretto a tacere la verità, a scendere a compromessi con la menzogna. Conosce gli errori ecclesiologici di Lumen Gentium, ma non li può denunciare. E' consapevole della malvagità intrinseca del Novus Ordo Missae, ma deve tacere. E' al corrente dell'indifferentismo religioso provocato da Nostra Aetate, ma non può aprir bocca. Il "coraggio" e la fermezza che mostra nel mettere in luce le (presunte) mancanze della Fraternità, li cerchi di mostrare anche per difendere la Fede nella sua interezza. Non si accontenti semplicemente di poter celebrare secondo il Messale del 1962.
RispondiEliminaChe si possa assolvere il precetto con le Sante Messe della Fraternità e sotto quali condizioni lo ha già stabilito la apposita Pontificia Commissione Ecclesia Dei.
RispondiEliminaCi sono due possibilità per dover seguire al riguardo quanto espresso Da Burke:
Quello che al riguardo pensa il cardinale è solo una sua opinione, essa potrebbe divenire significativa se e quando una volta nominato Prefetto Della Congregazione della Fede pubblicasse in veste di titolare della suddetta Pontificia Commissione
il suo eventualmente autorevole parere.
L'altra possibilità è che Burke venga eletto papa e disponesse di ripristinare
le scomuniche rimesse e revocare quanto attualmente concesso.
Fino ad allora quello che pensa Burke non conta oggettivamente più di tanto.
Riguardo le anomalie canoniche più che preoccuparsi della Fraternità io invito caldamente il porporato ad occuparsi delle anomalie (eresie) dottrinali presenti in AL.
Questo è il suo primo dovere.
Chiamiamo le cose con il loro nome.
RispondiEliminaSe si considera gradita a Dio il N.O. e se si considera cosa buona il Vaticano II, e si considera che lo "stato di necessità" è cominciato solo con Bergoglio non si possono dare risposte differenti. ANCHE SE altre aUTORITà, in epoca in cui la "scomunica"era ancora in vigore, hanno dato risposte differenti. In data 18 gennaio 2003, Mons. Camille Perl, segretario della
Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" ha dato a delle precise domande, le seguenti risposte:
a) Domanda "Si può assolvere il Precetto festivo assistendo ad una Messa della FSSPX"?
Risposta "Sì! Si può assolvere il precetto festivo assistendo ad una Messa celebrata da un sacerdote della FSSPX";
b) Domanda "Assistere ad una Messa della FSSPX costituisce peccato"?
Risposta " Distinguo: se l'intenzione primaria di tale assistenza fosse di
manifestare l'intenzione di ribellarsi al Papa, costituisce peccato. Se l'intenzione è semplicemente di partecipare ad un liturgia secondo il Messale del 1962, non costituisce peccato". Cosa dobbiamo pensare? Tatticismo? Caduta pari pari nella solita trappola/equivoco del "divide et IMPERA" per far in modo che le opposizioni lottino tra loro? O, peggio ancora, quel riferimento ai "tradizionalisti" con il "bollino blue" vuole essere un asisst all'ala accordista?
RispondiElimina# Una rispettosa replica al card. Burke, in prima battuta
Con tutto il rispetto e l'ammirazione che provo per il card. Burke, non condivido quanto da lui affermato a proposito della FSSPX. Alle sue osservazioni oppongo, in prima battuta, le seguenti obiezioni.
1. Come può esser considerata scismatica la consacrazione dei quattro vescovi senza mandato quando mons. Lefebvre ha conferito loro solo il potere di Ordine e non quello di giurisdizione (con relativa diocesi), proprio per non creare una "chiesa parallela" e cadere nello scisma? Che avrebbe dato ai suoi vescovi solo il potere d'Ordine, perché così costretto dallo stato di necessità nel quale si trovava la Chiesa e la FSSPX stessa, bisognosa di uno o più vescovi in tempi brevi, dato lo stato di salute declinante di mons. Lefebvre, per garantirne la sopravvivenza con nuovi sacerdoti - questo mons. Lefebvre l'aveva preannunziato.
2. Il cardinale Burke non prende in considerazione lo stato di necessità e i suoi effetti giuridici. Riconosciuti ampiamente dalla dottrina e nel nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) rendevano praticamente impossibile la dichiarazione della scomunica latae sententiae a mons. Lefebvre e ai quattro vescovi. Ciò è stato a suo tempo dimostrato da uno studio ad hoc effettuato all'Università Gregoriana.
3. Egli afferma, inoltre, che (se ho afferrato bene il concetto) non c'erano le condizioni per la remissione della scomunica da parte di Benedetto XVI dal momento che i quattro vescovi dovevano mostrare di avere il desiderio di riconciliarsi con Roma e la riconciliazione non c'è stata. Ma chi ha detto che questo "desiderio" non ci fosse? Benedetto XVI incontrò i 4 vescovi prima di rimetter loro la scomunica, se mi ricordo bene, e ricevette da loro assicurazione della loro piena fedeltà a Pietro, concetto che sicuramente dimostrava il loro desiderio di "riconciliarsi" con la Gerarchia. Se poi la c.d. "piena comunione" non si è realizzata, chi ha detto che la colpa debba attribuirsi ai 4 vescovi della Fraternità?
4. La mancata "riconciliazione" con la relativa accettazione incondizionata del pastorale Vat. II e l'inserimento della Fraternità in una forma giuridica riconosciuta dal Codice di dir. can. attuale, lascia la Fraternità stessa fuori del nuovo Codice non fuori della Chiesa. DAlla Chiesa, la Fraternità non è mai uscita, dal momento che (vedi sopra) mons. Lefebvre, oltre a non aver mai dimostrato l'animo della scismatico non ha dato luogo ad alcuno scisma, con le consacrazioni del 1988. In tutte le Messe della Frat. si prega sempre per il Papa regnante.
5. A causa dello stato di necessità esistente ed invocato, e della buona fede di mons. Lefebvre, le scomuniche al tempo dichiarate devono considerarsi invalide e lo scisma inesistente. Di questa verità devono esser convinti tutti coloro (quorum ego) che frequentano in qualche modo le S. Messe celebrate dalla Fraternità.
PP
"Un’Ordinazione episcopale senza il mandato pontificio significa il pericolo di uno scisma"
RispondiEliminaQuesto diceva Benedetto XVI nella sua lettera ai vescovi dopo la revoca della scomunica ai vescovi della FSSPX, il card. Burke che spesso si riferisce a Benedetto XVI come autorità spirituale dovrebbe tenerlo presente.
Si tratta, forse, di una mossa strategica in vista della futura Correzione al fine di non essere considerato un ipertradizionalista vicino alal FSSPX (al limite comprensibile viste le razioni isteriche alla firma di Mons. Fellay), il prossimo avvenira, forse, ce lo dirà.
Cos'è? La versione curiale di Zelig? Abbiamo una Chiesa Cattolica ufficiale che proclama che la Riforma di Lutero è stata una benedizione per la Chiesa, che quella Cattolica è una delle tante religioni possibili e vere, che non possiamo sapere quello che ha detto Gesù perchè non c'erano i registratori, che va bene divorziare, abortire e "sposarsi" tra persone dello stesso sesso e il problema sarebbe la povera bistrattata FSSPX???
RispondiEliminaMiles
PS: e quanto sopra spiega benissimo perchè certe forze hanno fatto della (ex) Chiesa Cattolica un sol boccone senza trovare resistenza alcuna.
E quindi per questo illustre prelato sei riconciliato con la Chiesa se condividi la fede apostata e la liturgia miserabile e giudeomassonica di chi ha occupato la le strutture visibili della CHIESA? Ma mi faccia il piacere. I cristiani non hanno bisogno di stare tranquilli nella vita ma di combattere per la salvezza dell'anima e l'onore di Dio e della Chiesa di Cristo. Questi miserabili conservatori del bidone di benzina VUOTO hanno calato la maschera. I fedeli cattolici sono avvisati: non fidatevi dei pretacci che si sono adeguati al wc 2. Ricordatevi che ai tempi di Enrico VIII solo un vescovo (martire) ha resistito all'adeguamento al mondo. Gli altri hanno seguito lo spirito santo sceso in forma di pagnotta e di tranquillità fisica. Migliaia di cristiani hanno versato il proprio sangue per la fedeltà a Cristo aiutati solo da qualche coraggioso sacerdote. In alto i cuori e lasciate che i ciechi seguano i ciechi. Pregate le tre corone istruite i sul catechismo vigilante su voi stessi e non cercate la comodità di una liturgia sotto casa: siamo in tempi di carestia mandata i da Dio per punirci (ci siamo anche noi) per le nostre prostituzione agli idoli del mondo. Espiamo anche per gli altri e conserviamo nel cuore il vero vessillo del Re: la Messa di sempre. Se chiedete aiuto a Dio per questo lo otterrete: chi cerca trova a chi bussa viene aperto e la barca della Chiesa un giorno navigherà in pace con un equipaggio degno e un nocchiero fedele. La barca di Pietro non verrà meno ma gli appostati e gli ignari affogheranno. E che Burke si converta e lasci i veri scismatici oppure stia con loro e vada al sui luogo con questi. W Cristo Re.
RispondiEliminaStare nei panni di un canonista è alquanto curioso. Mettetevi nei suoi panni e immaginatevi la seguente scena: un priore di Bose qualsiasi, già famigerato per essere quantomeno un piantagrane, avendo avuto accesso all'episcopato grazie qualche vescovo massone, decide di ordinarsi qualche vescovo senza il mandato pontificio; scomunicato come da diritto canonico, invoca lo stato di necessità; qualche tempo dopo - senza suo proattivo pentimento - le scomuniche vengono rimesse e i preti ordinati nel frattempo vengono persino autorizzati a celebrare lecitamente matrimoni. Nei panni di un canonista - e magari di uno preciso come il card. Burke - cosa rispondereste nell'intervista?
RispondiEliminaSappiamo tutti che la FSSPX non è un Bose qualsiasi, per motivi spiegabili anche ad un bambino. Ed è da qui che comincia il problema, poiché se il Diritto Canonico si riassume nel motto salus animarum suprema lex, allora perché il Diritto Canonico ad alcuni si "applica" e ad altri si "interpreta" o addirittura ignora? Il bello è che questi ultimi sono talmente abituati all'andazzo da esser divenuti campioni di legalismo.
Quel canonista non può concedere eccezioni non solo perché non è l'autorità preposta a farlo, ma anche perché ciò che oggi concedi alla Tradizione domani ti verrà chiesto di concederlo d'urgenza all'anti-Tradizione. Avresti stabilito un precedente legale su cui faranno immediatamente leva tutti coloro che ritengono di avere un motivo per sfruttarlo. E allora da canonista descrivi la questione nei suoi termini canonici senza entrare nel dolorosissimo campo del caos postconciliare dove emeriti eretici, talvolta persino senza ambiguità, hanno nella Chiesa più diritto di cittadinanza di coloro che hanno visto da un giorno all'altro considerare velenoso ciò che era salutare e viceversa.
Ecco dunque spiegato il legalismo forsennato dei campioni dell'ambiguità-
Mi sa che Metodio ha ragione. Continuare a deplorare l'effetto (il male nella Chiesa amplificato da Bergoglio) lodando la causa (il CVII, che ha messo il turbo al modernismo gia' allora serpeggiante) non puo' portare a tutti buoni. Prima o poi i conti non tornando. Muller e Burke ne sono in esempio: difendono la dottrina dalle sparate di Bergoglio, ma difendono il CVII e attaccano la FSSPX. Non so va lontano con questa gente.
RispondiEliminaSottoscrivo pienamente quanto dice PP: Monsignore non voleva attuare nessuno scisma, una cosa del genere gli avrebbe fatto orrore. Agì sotto la spinta dello stato di necessità in cui versavano le anime dei fedeli.
RispondiEliminaEcco quanto disse a questo proposito durante l'omelia nel giorno delle consacrazioni episcopali (30 giugno 1988):
" È necessario che voi comprendiate bene che non vogliamo per niente al mondo che questa cerimonia sia uno scisma. Noi non siamo degli scismatici.
Se è stata pronunciata la scomunica contro i vescovi cinesi che si sono separati da Roma e che si sono sottomessi al governo cinese, si capisce bene perché il Papa li abbia scomunicati.
Ma per noi non è affatto questione di separarci da Roma e di sottometterci a un qualunque potere estraneo a Roma, e di costituire una specie di Chiesa parallela come hanno fatto, per esempio, i vescovi di Palmar de Troya in Spagna, i quali hanno nominato un papa e hanno costituito un collegio di cardinali. Per noi non si tratta affatto di cose simili.
Lungi da noi questi pensieri miserabili di allontanarci da Roma. Tutto il contrario: è per manifestare il nostro attaccamento a Roma che facciamo questa cerimonia.
È per manifestare il nostro attaccamento alla Chiesa di sempre, al Papa e a tutti quelli che hanno preceduto questi papi che, disgraziatamente, a partire dal concilio Vaticano II hanno creduto di dover aderire a degli errori, degli errori gravi che sono in procinto di demolire la Chiesa e di distruggere tutto il sacerdozio cattolico.
[...] noi ci troviamo in stato di necessità, stato di necessità per venire in soccorso delle vostre anime, per venire in vostro aiuto. "
http://www.unavox.it/Documenti/Doc0256_Omelia_Lefebvre_30.6.1988.html
Ma è accertato che sia lui?
RispondiEliminaContraddice pubblicamente il Papa su una questione meramente giurisdizionale. Si contraddice rispetto a precedenti dichiarazioni. Il sito di partenza è l'unica fonte e non la più autorevole. Manca un video quando visto il progresso tecnico potrebbe benissimo esserci. Chi l'ha ascoltato in altre occasioni, fatica a riconoscerne la voce.
Andrea Sandri su Fb
Come detto sopra, i tifosi della FSSPX non devono dimenticare che nell'applicare un principio qualsiasi alla questione FSSPX stanno con ciò stesso autorizzando altri ad applicarlo ad una qualsiasi altra entità ecclesiale.
RispondiEliminaSe in nome della sacrosanta difesa della Tradizione chiami "giusto" l'ordinar vescovi senza il mandato pontificio, con ciò stesso hai già chiamato "giusto" lo stesso atto eseguito da qualcun altro che in coscienza e ignoranza invincibile ritiene di essere in stato di necessità, ritiene di non essersi separato dalla Chiesa, ritiene di continuare ad essere cattolico, eccetera. Di fronte a ciò, le parole del card. Burke nell'intervista citata sono ineccepibili.
Allora, appurato che non si può furbescamente tentar di fabbricare una regola ad Fraternitatem, appurato che due papi diversissimi tra loro hanno fatto concessioni "senza motivazione canonica", appurato che la Fraternità intende ritrovare una regolarizzazione canonica (perfino la setta eretica dei neocatecumenali è dotata di regolare Statuto dal competente dicastero vaticano), resta solo da decidere da che parte stare: "fuori", "dentro", o "con un piede in due scarpe".
@Esistenzialmente Periferico
RispondiEliminaIl fatto di applicare un principio ad una particolare questione ci impone di affrontare la stessa senza pregiudizi, ma con il solo intento di rendere giustizia agendo secondo verità.
Affrontare la questione preoccupandosi del fatto che anche altri potrebbero adire alle stesse vie, è puro tatticismo che meglio si addice alla politica che non alla giustizia.
Se poi mi permette, il prendere ad esempio il regolare statuto dei neocatecumenali, limitandosi a valutarne la legalità senza entrare nel merito della sostanza, trovo che sia un brutto modo di servire la verità.
Il 'canonista Burke' avrebbe condannato David quando, fuggendo dal re Saul, chiese ed ottenne dal sacerdote Achimelech (anche lui ovviamente sotto la condanna del 'canonista Burke') di nutrirsi dei pani della proposizione che la Legge Divina riservava ai soli sacerdoti (1 Sam 21).
RispondiEliminaPeccato per lui, però, che Nostro Signore Gesù Cristo abbia invece approvato l'operato di entrambi, riconoscendo LO STATO DI NECESSITA' di quel momento (Mt 12): e senza preoccuparsi di futuri abusi nell'invocarlo, sempre possibili ma facilmente individuabili.
Insomma non è ammissibile l'ipotesi per cui il 'canonista Burke', contraddicendo Nostro Signore, neghi il diritto creato da uno stato di necessità solo perché in futuro qualcuno, mentendo e per sostenere le sue eresie, potrebbe abusarne.
RispondiElimina"Non si può furbescamente tentare di fabbricare una regola ad Fraternitatem"
Non si tratta di fabbricare una regola ad Fraternitatem, si tratta di stabilire se si è effettivamente verificato uno scisma o no, nel caso delle consacrazioni episcopali senza mandato fatte da mons. Lefebvre. Si tratta di qualificare in modo esatto un certo fatto. Ora, applicando all'evento in questione i canoni interpretativi del diritto e della teologia, sia in senso soggettivo che oggettivo, appare con ogni evidenza che di scisma in senso proprio non si possa parlare.
L'atto disobbediente con il quale si consacra un vescovo senza l'autorizzazione del Papa o contro il suo comando a soprassedere ulteriormente, non è come tale scismatico. Altrimenti, ogni disobbedienza dovrebbe esser considerata un atto scismatico.
Che non ci trovassimo di fronte ad uno scisma in senso formale, lo riconobbe anche il cardinale Castrillón Hoyos nel 2005, al tempo Prefetto della Sacra Congregazione per il Clero. In un'intervista al mensile 30giorni, n. 9. Disse: "purtroppo, mons. Lefebvre [nell'estate del 1988] procedette con le consacrazioni e pertanto si è creata una situazione di separazione, anche se non si è trattato di uno scisma in senso formale".
In un'intervista mandata in onda da Canale 5, Domenica 13 nov 2005, ribadì che : 1. La Fraternità non è eretica; 2. Nel senso stretto del termine, non si può dire che la Fraternità sia scismatica.
Forse il card. Burke intendeva usare "scisma" nel senso non tecnico di "separazione" di fatto o "scisma virtuale", che non è un vero scisma? Bisognerebbe forse chiederlo a lui.
PP
Coloro che fino a stamattina tifavano compatti per Burke, all'improvviso gli riversano addosso tutta la perfidia possibile - tipo un «hurr, durr, avrebbe condannato Davide, reeeee!».
RispondiEliminaAvevo preso ad esempio lo Statuto dei neocatecumenali per mostrare il caos regnante nella Chiesa di oggi. Caos che non può venir risolto da tifoserie o artifizi retorici.
Dai fumetti di Braccio di Ferro ricordo una storiella in cui Olivia si mette a dieta. Una dieta psicologica, una cosa moderna: mangiare una fogliolina di lattuga dicendosi continuamente "questa è una torta alle fragole, questa è una torta alle fragole..."
Olivia si accorge che la fame non va via e prova dunque a invertire il metodo: mangiare una torta alle fragole dicendosi "questa è una fogliolina di lattuga, questa è una fogliolina di lattuga..." Il risultato sulla bilancia, disastroso, potete ben immaginarlo.
Bene: descrive esattamente una tipica epidemia che colpisce anche i cattolici, specialmente le tifoserie - il credere che a insistere con le parole si possa cambiar la sostanza. È facile riconoscere i sintomi quando sentiamo dire cose tipo "le due forme dello stesso rito romano devono arricchirsi a vicenda". Ed è facile (tranne per i tifosi) quando sentiamo dire: "sì, ha ordinato senza mandato, ma non intendeva mica fare uno scisma, tant'è che siamo i detentori in esclusiva dello Stato di Necessità".
Sarà l'orario ma ho capito meno di un decimo di quanto scritto. Comunque riflettevo: ma il problema è la fsspx? Il resto della chiesa non mi sembra tanto in posizione canonica....
RispondiEliminaSiamo nel classico clima pre-bellico, ognuno porta legna in cascina, accusa gli altri di aver provocato, di aver violato il trattato stipulato ai tempi di mazinga, etc...poi però scoppia il conflitto, quello vero e da ridere resta ben poco.
Non tira una bella aria...
Burke ha espresso un suo pensiero, definendo problematica la remissione della scomunica (così facendo ha supposto una condotta erronea di Benedetto XVI)
RispondiEliminaed ha anche espresso parere opposto alla Commissione Pontificia Ecclesia Dei riguardo la questione del precetto domenicale.
Il medesimo ha pure sentenziato che Amoris Laetitia non è magistero (cosa sarebbe dunque una esortazione apostolica)? Poi però ha espresso dei dubia su questo insegnamneto papale che egli ritiene essere una riflessione privata di Bergoglio (pubblicata agli acta della Santa Sede e stampata in milioni di copie in tutte le lingue del globo).
Ho l'impressione che il porporato sia piuttosto confuso, evidentemente il clima sudamericano ha infierito su tutti, alti e bassi, magri e grassi.
Se non si vuole fare uno scisma lo scisma non si produce. Che lo stato di necessita' esista e' sotto gli occhi di tutti. Non confondiamo i concetti con ragionamenti astrusi! Qui non si tratta di tifoserie, ma di fedelta' alla Chiesa di Cristo, l'unica nella quale possiamo salvarci l'anima.
RispondiElimina"Regola ad Fraternitatem"
RispondiEliminaSe non abbiamo una "regola ad fraternitatem", solo per dare alcuni esempi, abbiamo delle regola ad Anglicanorum Coetibus e la regola ad Cammino Neocatecumenale. La questione è che non se può trovare una spiegazione canonica per l'esercizio soggetivo dell'autorità. E questo non se riduce appena al CDC, anche in ciò che sta in conttradizione con la tradizione apostolica l'autorità viene esercitata in modo soggetivo.
Benedetto XVI ha detto una volta:
"Il papa non è un monarca assoluto i cui pensieri e desideri sono legge. Al contrario: il ministero del papa è la garanzia dell’obbedienza a Cristo e alla sua Parola. Il papa non può proclamare le proprie idee, bensì deve vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza alla Parola di Dio, combattendo ogni tentativo di adattarla o annacquarla e ogni forma di opportunismo […].
Il papa sa di essere legato alla grande comunità della fede di tutti tempi e alle interpretazioni vincolanti che si sono sviluppate durante il pellegrinaggio della Chiesa in questo mondo quando deve prendere importanti decisioni. Il suo potere, pertanto, non è al di sopra ma al servizio della Parola di Dio. Incombe su di lui il dovere di assicurare che questa Parola continui ad essere presente in tutta la Sua grandezza e a risuonare in tutta la Sua purezza, senza essere fatta a brandelli da continui cambiamenti d’uso".
In alcuni casi i Papi conciliari se hanno posto al di soppra del CDC, della tradizione e della legge. Qui possiamo ricordare come esempio gli incontri di Assisi e la propria AL. Quindi, in questi casi i Papi sono si dei monarchi assoluti...
Il card. Burke, ammesso che sia ben lui che ascoltiamo in quell`audio, non solo attacca frontalmente la FSSPX ma deligittima anche Benedetto XVI e il suo successore che avrebbero creato una situazione anomala.
RispondiEliminaIo non so perchè lo ha fatto, avrà le sue ragioni, non si tratta solo di essere canonicamente corretto (anche se sullo " scisma ", come già detto, farebbe bene di rammentarsi quel che ha detto Benedetto XVi che più volte egli ha citato come un esempio e una guida sicura), egli si è messo su posizioni durissime che sono quelle difese con gli artigli e tanto fiele dai nemici della Fraternità.
Se il suo scopo è quello di incoraggiare la FSSPX a fare il passo verso l`accordo e il "ritorno" avrebe potuto farlo altrimenti, qui incoraggia perfino i fedeli della Fraternità ad uscire per unirsi ad altre comunità.
Lo ripeto il suo è un attacco frontale e durissmo contro la FSSPX, non penso che, come taluni non esitano a dirlo, questa sua sortita abbia un legame qualunque con la sua recente nomina e ritorno alla Segnatura Apostolica, ma osservo che i soliti noti approfittano di questa nomina per scaricare ulteriore fango sui cattolici detti tradizionali.
Il vero Scisma lo ha provocato il concilio vaticano II, con i suoi papi Apostati, i suoi documenti massonici ed il clero modernista.
EliminaL'unico a difendere il Corpo Mistico di Nostro Signore è stato Mons. Lefebvre, il Sant'Atanasio della nostra epoca. Mentre di colpire i veri nemici che sono i Focolarini, Neocatecumenali, Rinnovamento dello Spirito, che hanno portato il cancro e avvelenato le anime, si attacca la Fraternità!!.....
Caro Cardinale della chiesa del vaticano II, senza Lefebvre la Santa Messa, quella Vera di sempre, sarebbe scomparsa, senza Lefebvre oggi avremmo il 100% di sacerdoti modernisti, quelli che difendono l'omosessualità e l'invasione dgli infedeli.
Esistenzialmente periferico,
RispondiEliminanon c'è alcuna 'tifoseria', è che a me le ingiustizie danno fastidio, da chiunque provengano, e su questo punto non faccio sconti a nessuno.
Lo stato di necessità infatti è un evento previsto sia dalla teologia morale che dal diritto. Il fatto che qualcuno possa abusarne non toglie questa realtà e il diritto che ne deriva.
Si tratta invece di verificare se questo stato di necessità esista oppure no, nonché di verificare l'onestà e le idee di chi lo invoca.
E le Autorità ecclesiastiche dovrebbero (uso il condizionale, perché da cinquant'anni la Chiesa è sotto occupazione neomodernista) appunto controllare, visto che sono lì per questo.
Se poi si vogliono cancellare l'insegnamento di Nostro Signore, la morale ed il diritto, allora è un altro discorso.
Il card.Burke ha pronunciato quelle parole il 15 luglio passato, non c`è dunque nessun rapporto con la sua recente nomina.
RispondiEliminaCondivido in toto quello che ha detto Metodio. Aggiungo solo questo: alla FSSPX va riconosciuto il merito di aver salvato la VERITA' dagli errori del CVII e dalle deviazioni del postconcilio, di aver salvato il SACERDOZIO, di aver salvato la SANTA MESSA. Ho ascoltato con le mie orecchie una catechesi di don Divo Barsotti che diceva: Mons. Lefebvre è un santo, va messo subito sugli altari. E se lo ha detto lui...
RispondiEliminaPremesso che non appartengo alla FSSPX,dunque non ne sono "tifoso", non ho mai difeso a spada tratta Burke, come del resto la maggioranza di quelli che frequentano questo sito.
RispondiEliminaQuesto proprio a causa della sua incondizionata adesione al CVII.
Del resto,spesso ho polemizzato,come tanti altri,per tutto il suo silenzio precedente AL.
Mi chiedo coma mai Burke non abbia mai avuto nulla fa ridire su un don Gallo,che accompagnava le prostitute ad abortire, e non ha mai subito nulla dalla gerarchia ecclesiastica,oppure sulla ricezione dell'Eucaristia da parte di Vladimir Luxuria,grazie a Bagnasco. Il " canonista" si é svegliato solo ora?
Smettetela con queste ridicole difese d'ufficio.
Antonio (Napoli)
Gentile sorella mi scusi se mi permetto ma leggere questa pagina malevola verso un Principe della Chiesa onesto e per quel che ci consta privo di doppiezza addolora molto . E' tempo speso male ! Forse e' piu' ragionevole chiuderla qui e rimandare il discorso ad altra data , dopo che avra' chiesto spiegazioni direttamente a Sua Eminenza , quando Dio vorra' farvi incontrare .
RispondiEliminaSiano lodati Gesu' e Maria .
Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che San Gerardo di Brogne interceda per noi.
è facile (tranne per i tifosi) quando sentiamo dire: "sì, ha ordinato senza mandato, ma non intendeva mica fare uno scisma, tant'è che siamo i detentori in esclusiva dello Stato di Necessità".
RispondiEliminaE.P.
Non mancano i tifosi della FSSPX come non mancano quelli di altre sponde. Ma non si può liquidare una questione così complessa e dolorosa con qualche battuta. E neppure si può ignorare che lo stato di "necessità" è un dato obiettivo e non una invenzione retorica.
Il card. Burke ha SEMPRE avuto queste posizioni. A me non meraviglia. Ricordo una sua messa, anni fa, nella cappella del Ss.mo Sacramento della basilica petrina, in Vaticano. Il cardinale, che pure celebrava con l'antico messale, se ne uscì dicendo che la messa "voluta dal vaticano II" aveva identica dignità di quella che stava celebrando.
RispondiEliminaImmediatamente dai fedeli qualcuno con la mano mimò l'atto di chi si sta per spararsi alla tempia (per dire che questo principio era tutt'altro che condiviso). Il cardinale lo vide ma continuò nelle sue affermazioni...
Oddio, sono uno scismatico perchè ho ricevuto il Sacramento della confessione e dell'Eucarestia. Ho persino partecipato agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio per due anni di seguito!
RispondiEliminaChe confusione. Possibile che se assisto ad una messa moderna dove il sacerdote improvvisa, inserisce nelle parole della consacrazione parole di sua invenzione; dove si dice che chi vive una seconda unione è vittima dei pregiudizi della gente; all'ambone i fedeli modificano le preghiere perchè il testo loro proposto dalla Chiesa non gli va bene; dove assisto al totale misconoscimento delle presenza reale di Cristo nell'eucarestia quando i sacerdoti non si genuflettono davanti al tabernacolo, mentre si prodigano in inchini e contro inchini rivolti alla mensa e al popolo. Dove ogni messa è diversa a seconda del sacerdote che la "presiede"!
Ma chi è fuori dalla Chiesa?
Caro Cardinale, senza Lefebvre la Santa Messa, quella Vera di sempre, sarebbe scomparsa, senza Lefebvre oggi avremmo il 100% di sacerdoti modernisti, quelli che difendono l'omosessualità e l'invasione dgli infedeli. Sono sconvolto dalle sue dichiarazioni. Al momento, sull'onda del l'emozione, non credo che parteciperò più ad una Santa Messa da lei celebrata alla SST dei Pellegrini. Mi dica: la fsspx sarebbe scismatica e chi da anni propone ambiguamente un magistero in contraddizione e negazione del magistero di sempre no??? Invece di occuparsi così puntualmente della fsspx, risultando più papista del papa, la preghiamo, si decida a mantenere fede alle sue parole, da tempo immemorabile pronunciate. Aveva parlato di gennaio febbraio per la correzione formale...siamo arrivati ad ottobre...
RispondiElimina
RispondiElimina"Premesso che non appartengo alla FSSPX e non ne sono 'tifoso'"
Lasciando perdere l'esser tifoso, che non c'entra niente: chi l'ha tirata fuori ha fatto solo una battuta estemporanea (qui non siamo allo stadio) - diverse volte ho notato quest'affermazione: "non appartengo alla Fraternità", usata come se coloro che frequentano le Messe della Fraternità "appartenessero alla Franternità". Nessuno appartiene a nessuno. Chi va a quelle Messe è un cattolico come gli altri, appartiene alla Chiesa e basta. Vuole solo attendere a una Messa sicuramente cattolica, per la salvezza della sua anima. Non si "appartiene" alla Frat., per il semplice fatto di assistere ad una Messa celebrata dai suoi sacerdoti o per partecipare agli esercizi spirituali da lor diretti.
La FSSPX non è una setta, è una Congregazione di vita in comune senza voti pubblici, perfettamente valida secondo il vecchio Codice di diritto canonico, illegittimamente soppressa dall'Ordinario locale nel maggio del 1975 (atto da ritenersi invalido a tutti gli effetti), sulla quale grave ancora (a quanto pare) l'accusa infondata di essere scismatica, anche se non scismatica in senso formale, il che renderebbe il suo preteso "scisma" alquanto singolare.
Lo stesso card. Burke, nel nastro ascoltato, non usa l'espressione "scisma in senso formale" (ha detto: "the St Pio X is in schism"). E difatti conclude alla fine che "la faccenda è molto complicata". "Complicata", tuttavia, anche perché il cardinale non vuole prendere in considerazione lo stato di necessità come principio giuridico e il diritto che ne scaturisce, che è quello di una situazione eccezionale. Il che permetterebbe di eliminare le complicazioni, sul piano concettuale. PP
Da http://www.sanpiox.it/articoli/crisi-nella-chiesa/1627-l-apostolato-della-fsspx-e-lo-stato-di-necessita
RispondiElimina“Perché i sacerdoti della Fraternità San Pio X esercitano un apostolato, pur non avendo una struttura canonica “ufficiale”? In questo articolo l’Autore dimostra come l’attuale situazione “straordinaria” venutasi a creare nella Chiesa da quarant’anni a questa parte rende necessario il ricorso a “norme straordinarie”, pre viste dal Codice di Diritto canonico, le quali non solo giustificano, ma impongono a detti sacerdoti l’apostolato in favore delle anime, la cui salvezza è la legge suprema.
Et respondens ad illos dixit: Cuius vestrum asinus, aut bos in puteum cadet, et non continuo extrahet illum die sabbati? (Lc 14,5)
….La situazione attuale: necessità grave generale
….In tutta la Chiesa oggi esiste una crisi conclamata. Essa consiste essenzialmente nel fatto, ..che è oggi quasi impossibile continuare a vivere da cattolici nelle strutture ordinarie della Chiesa …Tutti gli aspetti della vita cattolica sono diventati problematici: anzitutto la professione esterna e completa della fede senza ambiguità, ma anche la liturgia, la vita sacramentale, la vita di preghiera, l’insegnamento della fede tanto nel catechismo quanto nella formazione dei sacerdoti, l’insegnamento morale conforme alla dottrina in tutti i suoi aspetti, la frequentazione di un ambiente pericoloso per la fede etc…...
…questi fattori…. Li possiamo dividere in due grandi gruppi, il primo generale e uniforme ovunque, il secondo estremamente variabile.
1. Anzitutto ogni fedele o sacerdote oggi si trova a dover prender posizione contro degli errori che sono comunemente diffusi nell’intero episcopato residenziale. Praticamente la totalità dei Vescovi diocesani professa, almeno esternamente, i principali errori del Vaticano II. E questa professione esterna d’errore (o al minimo un tacito assenso) è richiesta a tutto il clero, compreso quello che celebra l’antico rito, per potersi dire inserito nel quadro ufficiale della gerarchia e ottenere cura d’anime in modo ordinario. I rarissimi esempi di parroci o altri pastori ordinari che conservano il loro posto pur prendendo chiaramente posizione contro le nuove dottrine e la nuova liturgia non alterano la sostanza del problema, semmai la confermano proprio per la loro eccezionalità. Quindi il cattolico (e in particolare il sacerdote) si trova nella oggettiva difficoltà di non cadere in una professione di fede quantomeno ambigua sulle nuove dottrine, e di non partecipare o approvare un culto che, secondo la notissima espressione dei Cardinali Ottaviani e Bacci, "si allontana in modo impressionante dalla dottrina cattolica sulla santa Messa definita a Trento". Questo stato di cose, lo sottolineiamo di nuovo, è universale: siamo di fronte sotto questo aspetto a una necessità generale comune; il permanere di questa situazione sarebbe di per sé sufficiente a invocare tale stato di necessità.
2. In secondo luogo a tale situazione universale si aggiungono mille ostacoli messi alla vita cattolica dagli stessi pastori, quelli che potremmo chiamare “gli abusi” di mille generi::…. Tali abusi possono essere appunto più o meno gravi, più o meno palesi, o addirittura inesistenti: essi aggravano o alleviano lo stato di necessità, ma non ne cambiano la natura: …. la necessità resta grave e generale….
Cosa si possa o si debba fare nella necessità grave generale
…Secondo i precetti della carità, è un dovere grave soccorrere il prossimo nell’estrema necessità,…. E .. lo stesso è tenuto a fare nella grave necessità generale. …quando tutta una comunità è in difficoltà …Questo dovere di carità fonda anche le facoltà che la Chiesa dà ai sacerdoti in questi casi: in particolare tutti gli atti del potere d’ordine diventano leciti…”
Anna (continua)
“….Risposta a un’obiezione e conclusioni
RispondiEliminaIl vero punto di discordia con i novatori …non è tanto su quali siano le facoltà o i doveri di ciascuno in uno stato di necessità…., quanto l’esistenza di questo stato di necessità. Evidentemente chi accetta e promuove o comunque giustifica le nuove dottrine, magari affermando che non sono nuove ma che sono in linea con il Magistero precedente, non può ammettere il primo motivo che noi abbiamo addotto per presentare la gravità universale della situazione attuale. Quanto al secondo punto…. i difensori della continuità sono disposti a darci ragione, addossando quindi alla cattiva lettura del Concilio l’attuale situazione. Tuttavia questo non sarebbe sufficiente a ricorrere ai mezzi estremi cui è ricorso Mons. Lefebvre con la sua Fraternità. Soprattutto si rinfaccia alla Fraternità di invocare uno stato di necessità che le autorità smentirebbero, almeno per la sua componente essenziale.
In realtà si deve notare che non si può pretendere che chi è causa di questo stato di necessità, ovvero le autorità stesse, ne riconosca l’esistenza…. Indirettamente sono gli stessi fautori della continuità che attribuiscono alle dottrine conciliari la causa della situazione attuale. Questi testi sarebbero stati l’oggetto di una cattiva lettura che dura ancor oggi, segno almeno che un qualche problema lo pongono. Occorre semplicemente capire che coloro che rifiutano l’esistenza dello stato di necessità sono gli stessi che accettano, sia pure in vari modi e misure, gli errori del Vaticano II: quindi il riconoscimento da parte dell’autorità di tali errori, che noi speriamo possa in qualche modo essere frutto dei colloqui romani e delle nostre preghiere, comporterà ipso facto il riconoscimento dell’esistenza dello stato di necessità, e probabilmente anche la cessazione del medesimo, almeno nella sua componente essenziale.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che il non ricorrere al ministero straordinario di cui si avvale, rappresenterebbe per la Fraternità San Pio X una grave omissione ed un’imperdonabile mancanza di soccorso alle anime vittime della crisi attuale che attanaglia la Chiesa e che non hanno scelto di nascere in questo periodo. A mali estremi, estremi rimedi. Beninteso nessuno pretende darsi una missione che non ha: semplicemente è la Carità ad imporre ad ogni sacerdote di soccorrere il fratello nel bisogno spirituale con strumenti proporzionati all’entità di tale necessità.
Suprema lex salus animarum.
don Mauro Tranquillo”
Anna
Io vorrei ringraziare Mons. Lefebvre per quello che ha fatto. grazie anche a tutti i sacerdoti della Fraternità. Una domanda: se ci sarà la Messa ecumenica, se sarà imposta l’intercomunione cosa succederà? Cosa dovranno fare i Cattolici? Accettarla perché viene dalla Chiesa?
RispondiEliminaMi chiedo coma mai Burke non abbia mai avuto nulla fa ridire su un don Gallo,che accompagnava le prostitute ad abortire, e non ha mai subito nulla dalla gerarchia ecclesiastica,oppure sulla ricezione dell'Eucaristia da parte di Vladimir Luxuria,grazie a Bagnasco. Il " canonista" si é svegliato solo ora?
RispondiEliminaAlex,
mi pare ovvio che il canonista non intervenga su fatti di cronaca, anche se gravi e indice di un andazzo negativo, ma su questioni di fondo, come AL e altre criticità sulle quali il Cardinale non ha mancato di far sentire la sua voce. Questo sito le registra puntualmente. Basta usare il motore interno e si possono consultare. In ogni caso, chi segue, le ha ben presenti.
Sullo “scisma” rimando a:
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/08/la-fsspx-non-si-trova-in-una-situazione.html
“La FSSPX non si trova in una situazione di scisma "sacramentale" o "di fatto", come sostenuto di recente dal Card. Gerhardt Müller.
Non sono mancati, anche di recente, nuovi colpi bassi alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X. Questa volta provenienti da parte dell'ala ribelle dei FI. Uno dei loro campioni ha partorito un documento pieno di inesattezze, nel fare l'excursus dei più recenti sviluppi della vicenda [qui]. Naturalmente c'è chi ne ha approfittato per dare la stura alla propria analoga viscerale avversione per la FSSPX e per la Tradizione e, ciò ch'è più grave, per rispolverare l'accusa di scisma e di "scomunica sacramentale", rifacendosi a recenti dichiarazioni del Prefetto della Congregazione della Fede il cardinale Gerhardt L. Müller [qui]. Da sottolineare peraltro che non si tratta di magistero, ma della solita intervista...
Per questo pubblico - per fare chiarezza su una dolorosa e non ben conosciuta vicenda ecclesiale - le pagine che seguono, tratte dal nuovo libro di Paolo Pasqualucci, La persecuzione dei "Lefebvriani", Edizioni Solfanelli, pag. 143 - 12,00 €.
Dopo la breve presentazione del contenuto del libro, riporto di seguito la Postilla che risponde al riproporsi di notizie distorte.
……………………………………… “
Anna
a proposito di Lutero, non so se qualcuno l'ha già linkato, è comparso sul foglietto della Messa di ieri il suo ritratto con un commento di Vittoria Prisciandaro "CATTOLICI E PROTESTANTI A CONFRONTO In cammino verso la Riconciliazione". qualche stralcio:
RispondiEliminaMENTRE il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati. Ci impegniamo a crescere ulteriormente nella comunione radicata nel battesimo, cercando di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci impediscono di raggiungere la piena unità».
Così recita la Dichiarazione congiunta che papa Francesco e il vescovo Munib Younan, presidente della Federazione luterana mondiale (Flm) hanno firmato il 31 ottobre, a Lund, in occasione della preghiera ecumenica in cui luterani e cattolici hanno commemorato insieme la Riforma di Martin Lutero e i 50 anni del dialogo ecumenico avviato tra Cattolici e Luterani con il Concilio Vaticano II.
Un evento che ha aperto il Giubileo delle Chiese protestanti: a mezzo millennio dall’affissione sul portone della chiesa di Wittenberg delle 95 tesi di Lutero contro le indulgenze, le due Chiese esprimono gratitudine per i “doni spirituali e teologici” della Riforma protestante e mettono al centro della loro testimonianza la riconciliazione, il superamento delle fratture storiche, il riconoscimento degli errori, l’accoglienza dello straniero.
testo completo http://la-domenica.it/xxvi-domenica-del-tempo-ordinario-2017/
Gentile sorella mi scusi se mi permetto ma leggere questa pagina malevola verso un Principe della Chiesa onesto e per quel che ci consta privo di doppiezza addolora molto . E' tempo speso male ! Forse e' piu' ragionevole chiuderla qui e rimandare il discorso ad altra data , dopo che avra' chiesto spiegazioni direttamente a Sua Eminenza , quando Dio vorra' farvi incontrare .
RispondiEliminaSiano lodati Gesu' e Maria .
Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che San Gerardo di Brogne interceda per noi.
Sempre siano lodati!
L'intenzione della pagina non è malevola, ma risponde ad incalzanti richieste di chiarimenti motivate dallo scalpore suscitato da questa intervista inopinatamente tirata fuori e diffusa con chiavi di lettura diverse, purtroppo spesso strumentali e ideologiche.
Per questo abbiamo preferito non evitare una discussione che inevitabilmente avrebbe suscitato commenti diversi, non solo in base alla posizione e sensibilità dei lettori, ma anche perché la questione, di per sé, e proprio in questo momento di crisi epocale, è dolorosamente scottante sia per chi aderisce alla FSSPX sia per chi comunque vi trova punti di riferimento ineccepibili.
Spero con tutto il cuore di avere presto l'opportunità di chiarire direttamente quello che è il nodo di tutto: il problema di quei "punti controversi" dei documenti conciliari che hanno innescato e implementato, attraverso la prassi scissa dalla dottrina, la confusione e il disorientamento in cui siamo.
Purtroppo, anche se il Cardinale non ha mancato di dire la sua, con misura e chiarezza ineccepibili ed esortazioni corrispondenti, su molte criticità che affrontiamo quotidianamente, resta sempre un tabù insormontabile: l'impossibilità di mettere in discussione neppure uno iota del concilio. Ed è difficile cavarsela col considerare, come del resto è, che alcune affermazioni non sono magistero, perché di fatto incidono concretamente nella coscienza e nella vita spirituale di questa generazione (e pensiamo anche a quelle che verranno) perché manca la formazione (peraltro sempre più carente diluita e deformata) per riconoscere le storture e gli inganni.
La comunicazione è affrettata e carente, perché al momento ho limiti di tempo e situazione, ma essenziale.
Certo non è questa la sede per trovare soluzioni che si presentano umanamente quasi impossibili. Ma per lo meno questa è una palestra in cui si informa, si denuncia, si cerca di riaffermare la retta fede, di approfondire pregando e invitando alla preghiera.
Raccolgo l'invito di chiuderla qui e, Deo adiuvante, spero di riuscire a chiarir meglio e direttamente appena possibile.
mi pare che sia in corso un tentativo di lavaggio del cervello dei Cattolici. A questo non si oppone solo la Fraternità, però è in prima linea con intelligenza e saggezza.
RispondiEliminaA chi a tempo consiglio di ascoltare questa bellissima conferenza del Prof. Matteo D'Amico dal titolo Lutero ad portas pronunciata a un convegno della Fraternità.
https://www.youtube.com/watch?v=CE3tJAMFS68
Io non mi permetto di dire nulla in materie in cui sono assolutamente incompetente e non mi permetto neanche di criticare il Card. Burke che sta combattendo una coraggiosa battaglia. Vorrei dire però una cosa: Bergoglio non può distruggere la Fraternità come ha fatto con I Francescani dell'Immacolata. Se imporrà la Messa ecumenica e metterà a tacere ogni opposizione con l'aiuto dei media di regime, la Fraternità sarà uno degli ultimi baluardi della vera Fede.