Aggiornamento/2 - Ѐ stato reso noto un altro paragrafo occultato, che si riferisce a nemici del Primato Petrino ora citati dalla Santa Sede come grandi sostenitori del regnante. E costituisce la spiegazione autentica del del perché Benedetto XVI non ha letto quegli undici libretti né intendeva leggerli in futuro, e quindi ha rifiutato di scrivere "una breve e densa pagina teologica" di presentazione e valorizzazione degli stessi. : “ Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professor Hunermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della “Kolner Erklarung”, che, in relazione all’enciclica “Veritatis splendor”, attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale. Anche la “Europaische Theologengesellschaft”, che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, al sentire ecclesiale di molti teologi ha impedito questo orientamento, rendendo quell’organizzazione un normale strumento d’incontro fra teologi. Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e la saluto cordialmente. Suo Benedetto XVI ”
_______________Aggiornamento da parte di Sandro Magister:
... nella vicenda della lettera di Benedetto XVI. Io alla presentazione dei libretti sulla teologia di papa Francesco c'ero. E c'erano con me una ventina di altri vaticanisti. Ebbene, Viganò la lettera l'ha letta tutta, mentre contemporaneamente veniva distribuito il comunicato stampa che includeva tra virgolette solo i due paragrafi che hanno prodotto il risultato che sappiamo.
Il giorno dopo ho cercato di vedere se era stato pubblicato da qualche parte il testo integrale della lettera. Invano. E allora mi sono detto: Basta! Ho ricuperato la videoregistrazione della performance di Viganò e da lì, dalla sua viva voce, ho trascritto il testo completo della lettera.
Quindi almeno una ventina di vaticanisti avevano udito con le loro orecchie tutto quello c'era scritto nella lettera di Benedetto XVI, eppure l'effetto è stato quello che sappiamo. Non è stata una pagina brillante per la professione. E la colpa non è stata solo di Viganò.
Più che il contenuto della lettera inviata da Benedetto XVI lo scorso 7 febbraio al prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò, ha fatto scalpore la grancassa mediatica e relativa interpretazione strumentale che ha trovato facile esca nell'altrettanto strumentale diffusione del contenuto avvenuta il successivo 12 marzo, vigilia del quinto compleanno dell'elezione a papa di Jorge Mario Bergoglio in un comunicato stampa in occasione della presentazione degli undici volumetti della collana “La Teologia di Papa Francesco”, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV). Dal che i soliti corifei e dietro a loro tutti i media di regime l'hanno presentata con grande enfasi [vedi] come una sorta di "approvazione" data da Benedetto al suo successore, al termine del suo primo quinquennio.
La lettera di Ratzinger risponde semplicemente alla lettera di Viganò con la quale gli erano stati inviati in dono gli undici piccoli volumi.
Mentre si sono accavallate le illazioni più disparate, c'è chi ha parlato di ironia e forse aveva letto il testo integrale della lettera e, specificamente - cito Sandro Magister - : quel paragrafo finale, omesso nel comunicato stampa, nel quale Ratzinger, con sincero candore, dà prova della sua finissima vena d'ironia. Lo si legga. E chi vuole intendere intenda.
Sostanzialmente, Ratzinger dice che non può scrivere alcuna breve e densa pagina teologica (evidentemente richiestagli) non avendo letto i contenuti; e poi, dopo aver esposto lo scopo evidente dell'operazione (anch'esso verosimilmente contenuto nella richiesta che mon conosciamo), afferma che non può leggere per ragioni fisiche, ma lo attendono altri impegni... Non è che gli stolti consiglieri avrebbero fatto meglio a tenere la missiva riservata?
Riporto di seguito il testo integrale della lettera ripreso da Settimo Cielo:Sostanzialmente, Ratzinger dice che non può scrivere alcuna breve e densa pagina teologica (evidentemente richiestagli) non avendo letto i contenuti; e poi, dopo aver esposto lo scopo evidente dell'operazione (anch'esso verosimilmente contenuto nella richiesta che mon conosciamo), afferma che non può leggere per ragioni fisiche, ma lo attendono altri impegni... Non è che gli stolti consiglieri avrebbero fatto meglio a tenere la missiva riservata?
Benedictus XVI
Papa Emeritus
Rev.mo Signore
Mons. Dario Edoardo Viganò
Prefetto della Segreteria per la Comunicazione
Città del Vaticano
7 febbraio 2018
Reverendissimo Monsignore,
La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l'allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.
Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.
I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.
Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.Suo,
Benedetto XVI
La montagna ha partorito il topolino .
RispondiEliminaIntanto, onestamente, non si vede nessuna smentita. Se proprio il testo della lettera è stato rimaneggiato mentre transitava dalla residenza dell'Emerito alla residenza dell'Incombente, possiamo aspettarci una rettifica ratzingeriana a proposito della "profonda formazione" e della "continuità" (seppure "interiore")?
RispondiEliminaci hanno provato, e le ragioni di questo tentativo svelano gravi intenzioni e aprono a domande ancor più gravi.
RispondiEliminaHermann Sta su Fb
Se andassimo a ripescare la vergognosa strombazzata mediatica di questi giorni è evidente il silenzio impacciato che ora farà seguito. Tutto questo, Amici cari, avviene quando si pensa di fregare qualcuno, storcendogli qualcosa con l’inganno. E’ il classico detto del diavolo che fa le pentole ma non i coperchi, per la qual zuppa Viganò ci aveva davvero messo tutto lo zelo possibile.
RispondiEliminaIl marketing questa volta non solo non ha funzionato, ma ha svergognato gli operatori dell’inganno.
https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/03/13/complimenti-a-vigano-per-la-pessima-figura/
Come avranno fatto i 266 papi che hanno preceduto quest'ultimo ad andare avanti nel loro ministero senza poter ricevere lettere (rassicuranti) di consenso - urbi et orbi - di altri papi?
RispondiEliminaTroppo forte questo commento...bravo....una risata seppellirà il nuovo Caudillo!
Elimina5 anni da incubo
RispondiEliminaBuonasera
Speriamo, ora che arriva il 19 marzo, di vedere qualche foto recente, dal vivo, di JR.
RispondiEliminaP.S. E' evidente ormai che le facoltà 'nobili' sono sotto attacco del nemico. Menti oscurate ovunque. Preghiamo. Sono certa che l'idiozia è strettamente legata alla morale lassa.
Credo che la lettera sia del tutto autentica, e la chiave per capirla, "stolto pregiudizio" compreso, la dà oggi sulla Bussola Riccardo Cascioli quando dice:
RispondiElimina"se potessimo leggere la lettera che monsignor Viganò ha inviato a Benedetto il 12 gennaio ne capiremmo meglio il senso. In questi casi infatti è abbastanza usuale che l’interpellato risponda cortesemente riprendendo frasi e concetti del suo interlocutore."
http://www.lanuovabq.it/it/benedetto-xvi-francesco-e-il-giallo-della-lettera
Io però credo che si possa individuare, con buona probabilità di cogliere nel segno, quanto è ricalcato dalla lettera del Viganò e quanto è farina del sacco del Ratzinger. Infatti, se il quondam Papa non ha letto i libri, come sa che cosa mostrano o cercano di mostrare e qual è lo scopo dell'iniziativa? Ovvio, glielo aveva scritto il Viganò.
Credo quindi che nel primo paragrafo l'ex Benedetto XVI abbia aggiunto "Plaudo a", "che", e cambiato "Lei sarebbe" in "io sarei"; e che nel secondo paragrafo abbia aggiunto l'inciso "a ragione". Invece il terzo paragrafo, a parte "(scrivere su di essi) una breve e densa pagina teologica", è tutto suo.
Conclusione: il Viganò ha attribuito le sue proprie parole al Ratzinger, mentre le parole veramente del Ratzinger le ha censurate.
La gran prova per la quale passerà la Chiesa cattolica – Catechismo, 675 – non è un’altra essere governata per il profetizzato “Pastore stolto e falso profeta” Zaccaria e Apocalisse.
RispondiEliminaIl gran inganno si completerà quando Francesco subirà il profetizzato attentato Zaccaria 11:15-17, nel quale sarà dato per morto ma “miracolosamente” ritornerà alla vita: Chi oserà già dubitare di Francesco…? Nessuno!
E alla fine della giornata, uscito il testo integrale ecco realizzarsi quanto molti di noi avevano con incredulità ipotizzato :una maldestra operazione editoriale da venditore di pentole firmata Viganò.Aggiungo solo una cosa: quando per lavoro esamino le procedure leggo esclusivamente quello che segue la congiunzione avversativa, mi è capitato pure oggi un tuttavia che stravolgeva l’ intero periodo di un regolamento. Socci in fondo non aveva torto. Sono dei mistificatori impenitenti. Excusatio non petita..
RispondiEliminal’aggettivo “stolto” non appartiene al vocabolario di Papa Benedetto.
RispondiEliminaavendo letto la sua brevissima lettera per intero, voglio farle notare qualcosa di assai gustoso e divertente.
Il terzo capoverso della lettera inizia con: “i piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica”. Quindi chiunque sarebbe autorizzato a pensare che Papa Benedetto li abbia letti e valutati assai favorevolmente.
E invece ecco il quarto capoverso per intero: “Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti”. Cioè Benedetto XVI quei libretti non solo non li ha mai letti, ma non li vuole leggere neppure in futuro. Sembrerebbe dire che ha altro da fare che leggere quelle (cosucce).
Un capolavoro di ironia, non certamente malcelata.
Dopo che è comparsa la lettera di Benedetto XVI nella sua integralità, possiamo dirlo?
RispondiEliminaLa pochezza umana e cristiana, la tendenza priva di scrupoli a manipolare oggetti e persone, la ricerca con ogni mezzo del consenso mediatico e della morbosa attenzione a questioni di immagine da parte della cerchia attorno a Papa Francesco è davvero scandalosa e inquietante.
Piero Mainardi su Fb
RispondiEliminaLeggendo la lettera intera si rileva un cambio di registro notevole tra i primi paragrafi e l’ultimo. Secondo me solo l’ultimo appartiene veramente a Benedetto XVI, in esso solo troviamo il suo stile ironico ma elegante, nel quale sottolinea che i libri sono “libretti” e che non li leggerà mai. Tutta la parte precedente è stata ricostruita da qualcun altro che voleva portare acqua al mulino di Bergoglio e l’ha fatto in modo anche infantile perché con la propria supponenza non si è nemmeno reso della differenza di stile così evidente. Almeno i ragazzini quando imitavano le firme dei genitori per le giustificazioni si impegnavano un po’ di più.
Scrivo per mestiere, e ho notato subito come il terzo paragrafo si agganci benissimo alla frase introduttiva: “La ringrazio… Tuttavia…”
I due paragrafi centrali sono stati aggiunti in seguito e scritti da qualcun altro.
(D’altronde, è dai tempi di Nicea che taja e cuci… hehehe)
RISPONDI
“…Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica…
RispondiElimina…. I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica
… Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.”
A me pare una delicata presa per i fondelli di papa Benedetto nei confronti del tentativo di dare una dignità filosofica alle ideuzze di Bergoglio e di strumentalizzarlo come testimonial del suo pontificato.
Sarebbe interessante anche conoscere la lettera a cui risponde papa Benedetto, in cui sono sicuro troviamo le grezze espressioni “stolto pregiudizio” e le altre parole adulatorie nei confronti dell’attuale occupante della sede di Roma
Secondo me è andata così: hanno chiesto al Papa emerito di scrivere la prefazione alla ridicola collana di volumetti con la “filosofia” di Bergoglio, dicendogli che serviva a confutare lo “stolto pregiudizio” che lui era poco pratico e Bergoglio poco teorico. Benedetto ha risposto nel modo più diplomatico possibile, dicendo che plaude l’iniziativa, ma che non può leggere i patetici volumetti. Si faccia scrivere la prefazione da Mons Galantino, dato che il livello è quello.
La collana filosofica di J. M. Bergoglio mi ricorda le pubblicazioni della moglie di Ceausescu sulla chimica dei polimeri…
Papa Benedetto scrive:
RispondiElimina“I piccoli volumi aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”
Poi dice che i piccoli volumi non li ha letti.
Quindi la continuità fra i due pontificati non è un’opinione di papa Benedetto, ma di chi gli ha chiesto di scrivere la prefazione. Ratzinger cortesemente gli dà ragione, ma in realtà lo nega. Sarebbero infatti i piccoli volumetti a dimostrare la continuità, ma l’Emerito non li ha letti. Di conseguenza la continuità interiore (cosa significhi non si sa) non è dimostrata.
Come dire, rivolgendosi ad un astronomo bislacco: ” E’ vero che la terra è piatta, lo dimostra il trattato che hai pubblicato. Io però non ho letto il tuo trattato…”
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/04/02/bergoglio-dottore-in-teologia-no-dottorando/
RispondiEliminaPiuttosto, vogliamo ragionare del perché monsignor Dario Viganò ha omesso la lettura dell’ultimo paragrafo? Eran 5 righe.
RispondiEliminaTroppo imbarazzante perché sottende che BXVI degli 11 volumetti pro Francesco non ne aprirà nemmeno uno?
Benedetto XVI si contraddice o è tutta una fame news scritta da altri???
RispondiEliminaEgli dichiara infatti due cose inconciliabili tra loro:
(1) ” I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco
é un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perció a vedere le continuitá interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.”
(2) “… in tutta la mia vita é sempre stato chiaro […] mi sarei espresso soltanto sui libri che avevo veramente letto.
Purtroppo […] non sono in grado di leggere gli undici volumetti
nel prossimo futuro […].”
Ma allora, chi ha raccontato a Benedetto XVI che i volumetti,
che non ha letto né leggerá nel prossimo futuro, “mostrano,
a ragione, che Papa Francesco é un uomo di profonda formazione
filosofia e teologica”, (contro l’evidenza dei fatti che mostrano
l’infelice Regnante come uomo di tutt’altro stampo)?
E come fá a sapere Benedetto che i libri, che non ha letto, mostrano qualcosa? E come fá a sapere, infine, non avendoli letti,
che hanno ragione?
Che la lettera di Benedetto sia la fake news par excellence del quinquennio bergoglioso?
Tutto vero. Ma, come osserva E.P., come la mettiamo a proposito della "profonda formazione" e della "continuità" (seppure "interiore")?
RispondiEliminacome fá a sapere Benedetto che i libri, che non ha letto, mostrano qualcosa? E come fá a sapere, infine, non avendoli letti, che hanno ragione?
RispondiEliminaÈ del tutto probabile (lo lascia pensare anche il fatto che declini la "breve densa pagina teologica") che stia riprendendo pari pari in testo della lettera di Viganò che non conosciamo.
La stessa risposta si può dare a E.P. e all,Anonimo 9:07
Se andassimo a ripescare la vergognosa strombazzata mediatica di questi giorni è evidente il silenzio impacciato che ora farà seguito. Tutto questo, Amici cari, avviene quando si pensa di fregare qualcuno, storcendogli qualcosa con l’inganno.
RispondiEliminaSembrano le improbabili idee di Wile Coyote, che poi gli si ritorcono sempre contro...
Quella di Benedetto è una stroncatura sottile e senza appello!
RispondiEliminaSottolinea tutta la volgarità dell'iniziativa. Non entra nel merito dei volumetti che si rifiuta di leggere. Gli dà ragione: "Bravi, avete dimostrato che è un teologo anche lui. A teologo è succeduto teologo. Bravi, bravi, ci siete riusciti!".
RispondiEliminaAndrea Sandri
Non è nello stile di Benedetto né l'ironia né la volgarità. E' pure alieno dai pettegolezzi e dalle partigianerie. Vola alto il Papa emerito, non è mica Socci lui...
EliminaDa buon tedesco ama fare le cose per bene e non si cimenta se non può garantire un buon lavoro. Ha pure preso sul serio la sua vocazione orante e investe il tempo in preghiera come dicono. L'età e la salute fragile fanno il resto.
Ma poi perché insistere sulla cultura di Bergoglio da parte dei suoi? Noi non sappiamo se non è o non vuole apparire. Ognuno è diverso, ognuno è se stesso, per questo certi paragoni non si devono fare. E Benedetto lo capisce.
A me piace ricordare sempre che il primo Papa, cioè san Pietro, fu scelto e amato da Gesù Cristo anche se non era un intellettuale.
Ricorda quel che ha risposto a Tornielli quando gli ha chiesto perché continua a portare l'abito bianco:
RispondiEliminaPerché non ne aveva un altro, non c'era altra stoffa...
@ Mic 9:51
RispondiEliminaNON DIREI " è del tutto probabile" quasi a lasciar intendere una certezza...DIREI INVECE: è possibile. Possibile ma non certo. siamo nell'ambito delle ipotesi...altrimenti rischiamo di andare fuori strada...
Infatti COME FACCIAMO a dire che ha ricopiato e/o ripreso, addirittura pari pari, il testo della lettera di Viganò, SE NEPPURE CONOSCIAMO la lettera di Viganò?
Direi anche io, scherzosamente, tanto per non prenderci troppo sul serio, ciò che tu affermi ogni tanto, che è una affermazione APODITTICA...(quella di dire che sta riprendendo la lettera di Vigano ...)
Tutto vero. Ma anche ammessa l'ironia, è persino peggio il fatto che, in un momento come questo, l'unico che potrebbe raddrizzare il timone si limiti allo humour intellettuale. Le responsabilità di Ratzinger restano tutte e sono di estrema gravità.
RispondiEliminaHo letto la lettera di BXVI.
RispondiEliminaIn sintesi noto tre passaggi:
1. Bene che vi sia una iniziativa di tipo teologico visto che Bergoglio ha avuto una buona formazione in merito
2. Non ho letto né avrò tempo, forze fisiche per leggere in contenuto
3. Non potendo leggere il contenuto non posso esprimermi sul suo merito
Quindi alla luce di TUTTA la lettera il plauso non va al contenuto teologico dei libri quale espressione della capacità teologica di Bergloglio, ma va alla iniziativa di pubblicazione di libri in tema di teologia da parte un Papa considerato solo pragmatico.
Non può dire che é un braco teologo o che ha scritto cose teologicamente ineccepibili poiché non le ha lette e non lo farà.
Monica
Ora che si è rivelata per quello che era dici che è falsa? Si sarebbe potuto aspettare un attimo, invece l'occasione era troppo ghiotta per non passare all'incasso. Ed ecco che "I tre sentieri" , "Messa in latino" subito accorrono a rinverdire la tesi che i due papi sono pappa e ciccia, pardon "Il gatto e la volpe" (con l'immancabile citazione di Radaelli). Invece non esiste nessun giudizio teologico sull'opera perchè Ratzinger prima di esprimersi è abituato a leggere bene, e tutto. Ciliegina sulla torta , "preferisce occuparsi d'altro"..Scherzi da prete. Quando si dice il pregiudizio. (to be censored)
RispondiEliminaOT.
RispondiEliminaPenso ai comunicati stampa laudatorii letti in diversi TG sul raggiunto quinquennio del papato.
Al netto di tante lodi 'no comment', mi ha colpito in particolare una frase "... che nella sua umiltà ha deciso di risiedere nrll'OSPIZIO Santa Marta anziché nel sontuoso Palazzo Apostolico..."
Ora mi chiedo: ma davvero sti giornalisti non sanno che la Casa Santa Marta è un ALBERGO, di cui papa Bergoglio occupa da 5 anni una suite?
https://www.google.ch/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://it.m.wikipedia.org/wiki/Domus_Sanctae_Marthae&ved=2ahUKEwjp-M27vOvZAhXQzKQKHbNBAX0QFjAAegQIABAB&usg=AOvVaw0jZ7mjilxX5K3-7GAyn7mC
(vero che quando la magione venne fatta costruire a fine Ottocento prese il nome di Ospitium S. Marthae, ma altrettanto vero che è passato più di un secolo e che la ristrutturazione/ampliamento fatta a fine Novecento costò venti milioni di dollari. C'è anche chi si è preso la fatica di calcolare - e pubblicare - a quanto ammonta la perdita, per le casse dell'albergo, del mancato introito della suite ormai perennemente occupata).
A parte questo, mi chiedo: forse le testate giornalistiche si limitano a leggere e pubblicare paro paro le veline ipercelebrative diramate dall'Ufficio Stampa vaticano?
Concordo con Anonimo delle 10:16. Per quanto appaia il tentativo maldestro di far dire a Ratzinger cose che non pensa,non vedo cosa ci sia da esultare se tutta la "fronda" dell'Emerito allo sfacelo attuale è una sottile ironia. Davanti allo sfacelo si grida e si lotta, non si fa ironia
RispondiEliminaA me il finale ha divertito e anche parecchio, è di una raffinatissima sarcastica ironia e candidamente li mette tutti in riga........altro è il discorso del perché non parli apertis verbis e schianti la vexata quaestio una volta per tutte, mio modesto parere, non è ancora il tempo, lui sa quando e allora parlerà e sarà il Dies irae, la barchetta umana si sfracellerà, quella divina è sempre guidata da Cristo e su quella si dovrebbe tentare di salire, ma i posti sono veramente contati.......chi vuol intendere..... dice il buon Magister non senza un velo ironico lui stesso.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaE persino il Corriere, no, mica pizza e fichi, il Corriere! Per bocca di Massimo Franco, esplicito sulla figuraccia di Viganò:
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/18_marzo_14/frase-omessa-benedetto-lettera-francesco-cca9bf7e-2762-11e8-bb9f-fef48ac89c0b.shtml
Grazie Febrizio!
RispondiEliminaLa frase omessa di Benedetto nella lettera a Francesco
di Massimo Franco
È difficile non definirlo, come minimo, un pasticcio. L’ufficio stampa della Santa Sede che omette dalla lettera del Papa emerito Benedetto XVI a Francesco una frase che suona come presa di distanza dai suoi libri teologici, proietta un’ombra sui rapporti tra i due. Monsignor Dario Viganò, uomo della comunicazione di Francesco, l’altro ieri aveva letto la parte in cui Benedetto sottolineava la «continuità interiore» col successore; e in cui lodava l’iniziativa degli undici libri appena pubblicati: lo sforzo teologico di Jorge Mario Bergoglio.
Già il messaggio in sé era apparso inusuale: come se Francesco volesse anche la legittimazione dottrinale di Benedetto, grande teologo, per presentare la sua fatica editoriale. Ma l’occasione del quinto anniversario dell’elezione era un’ottima ragione per giustificarla. Ieri, però, si è saputo che Viganò non aveva letto il messaggio integrale. Il blog Settimo Cielo , spesso critico con Francesco, ha rivelato che mancava un paragrafo finale: sette righe sorprendenti.
Si intuisce che c’era stata la richiesta di una «recensione», che il pontefice emerito sembra avere respinto, definendoli «piccoli volumi». La frase omessa, non a caso filtrata dalle stanze vaticane, recita testualmente dopo molti complimenti a Francesco e all’iniziativa: «Non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto».
E nelle righe finali, sullo sfondo di quanto è accaduto, gli avversari del Papa rischiano di trovare nuovi appigli: «Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche», scrive infatti Benedetto, «non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti».
Si sa che Benedetto è particolarmente fragile e ha diradato non solo i suoi pochi impegni ma anche le passeggiate nei giardini vaticani. Ma fa un po’ impressione registrare che non avrà tempo di leggere la summa teologica di Bergoglio. Un particolare: la lettera a Viganò è datata 7 febbraio, in risposta a una missiva del prefetto per la comunicazione del 12 gennaio. È stata resa nota solo il 12 marzo. In parte.
https://www.radiospada.org/2018/03/la-fine-di-un-equivoco-che-doveva-gia-essere-finito-tempo-fa/
RispondiEliminaDa notare i vari pasticci di Franco: la lettera non è di Ratzinger a Francesco, ma a Viganò; i libri teologici non sono di Francesco, ma di autori terzi (e quindi, di nuovo, non sono un suo "sforzo teologico", né una sua "fatica editoriale"); questo lo scrivo solo per sottolineare l'imprecisione continua con cui i giornaloni riferiscono le cose. Il succo comunque non cambia.
RispondiEliminaIndubbiamente, è confortante che perfino uno dei "cantori" di Bergoglio, Massimo Franco del Corriere della Sera, abbia l'onestà intellettuale di scrivere del goffo tentativo dell'entourage del papa di fargli pervenire come regalo per il quinto anniversario della sua elezione un endorsement sulla qualità della sua preparazione teologica. D'altra parte, sono argomenti che non toccano direttamente la dottrina, per cui lo sforzo non è poi così considerevole...
RispondiEliminaPeraltro, l'articolo di Franco presuppone erroneamente che gli 11 libercoli siano opera del papa, il che, come sappiamo, non è.
L'ineffabile Tornielli, che 4 giorni fa aveva prontamente incensato la lettera monca di Ratzinger
RispondiElimina(http://www.lastampa.it/2018/03/12/vaticaninsider/ita/vaticano/ratzinger-francesco-privo-di-formazione-teologica-uno-stolto-pregiudizio-rBKj0LPvf1rjVHR7NaWE1J/pagina.html)
non ha fino a questo momento ancora manifestato la sua presenza ...
Dopo la Domenica Laetare possiamo dire di aver avuto anche un Martedì e un Mercoledì Laetare .
RispondiEliminaPerdonatemi se rido ( per non piangere ) !
Se fossi la mamma di colui che ha concepito e confezionato questa "marachella" la prima cosa che farei e' di mollargli due bei ceffoni .
Primo :
perche' avrebbe dovuto imparare che il Papa emerito , indipendentemente dal governo della Chiesa , ha richiamato piu' e piu' e piu' volte al senso di " responsabilita' " di ciascuno , PERTANTO , come vi viene in mente di chiedergli una "finta"recensione di 11 volumi , così ....tanto per dir qualcosa !
Secondo :
considerando che e' stato responsabile della CDF e come tale doveva vagliare che ogni documento , ogni riga , non fosse eretica ma in linea con quanto detto dalla CC dovevate immaginarvelo che non si sarebbe adoperato a tale pericoloso giochetto a meno che .....voi non riteniate che tanto ormai e' rim+-+-+o !
Terzo :
Che figura barbina ! Che figura ! Che superficialita' !
Mentre perpetravate l'inganno non avete pensato minimamente alla figuraccia che avreste fatto se si fosse scoperto il tutto !
E sì che siete tutti maggiorenni .
Cara Mic , che ne pensa di concludere " in bellezza " , si fa per dire , mettendo a confronto la prima nota dattiloscritta uscita dall'ufficio stampa e la vera lettera del Papa emerito ?
RispondiEliminaTanto per rendere visivamente evidente la differenza .
Ancora... un PS di Magister pubblicato da Cascioli:
RispondiEliminaP.S.:
Caro Cascioli, ti segnalo un particolare in più, nella vicenda della lettera di Benedetto XVI. Io alla presentazione dei libretti sulla teologia di papa Francesco c'ero. E c'erano con me una ventina di altri vaticanisti. Ebbene, Viganò la lettera l'ha letta tutta, mentre contemporaneamente veniva distribuito il comunicato stampa che includeva tra virgolette solo i due paragrafi che hanno prodotto il risultato che sappiamo.
Il giorno dopo ho cercato di vedere se era stato pubblicato da qualche parte il testo integrale della lettera. Invano. E allora mi sono detto: Basta! Ho ricuperato la videoregistrazione della performance di Viganò e da lì, dalla sua viva voce, ho trascritto il testo completo della lettera.
Quindi almeno una ventina di vaticanisti avevano udito con le loro orecchie tutto quello c'era scritto nella lettera di Benedetto XVI, eppure l'effetto è stato quello che sappiamo. Non è stata una pagina brillante per la professione. E la colpa non è stata solo di Viganò.
Ciao!
Mi colpisce la lucidità mentale e la scaltrezza di chi sarebbe potenzialmente ben capace di governare ancora la chiesa. Cosa quest'ultima che conferma, ove ne fosse bisogno, l'estrema gravità del gesto devastante di cinque anni fa.
RispondiEliminaInsomma tutto e' bene ciò che finisce bene.
RispondiEliminaE poi, dopo l'attuale Pontificato, verra' trionfalmente eletto tra i cardinali ratzingeriani il nuovo Papa Benedetto XVII, una nuova era di felicita' si aprirà per l'universo mondo, il Principe Azzurro sposerà Biancaneve e tutti vivranno lunghi anni felici e contenti.
Infine l'aculeo .
RispondiElimina@anonimo 15:41
RispondiElimina"Mi colpisce la lucidità mentale e la scaltrezza di chi sarebbe potenzialmente ben capace di governare ancora la chiesa. Cosa quest'ultima che conferma, ove ne fosse bisogno, l'estrema gravità del gesto devastante di cinque anni fa."
Colpisce...
È legittimo pertanto domandarsi cosa mai possa aver indotto Papa BXVI a un gesto di tale gravità, se a distanza di 5 anni è ancora così lucido e se gode di buona salute. Pur non potendo dare, al momento, risposte certe ed univoche, certamente non è da condividere la tesi di chi vorrebbe BXVI un modernista che avrebbe voluto portare a compimento la sua rivoluzione "dimidiando il Papato" ed istituendo il Papato emerito o il Papato condiviso/allargato. Si offenderebbe la grandezza di questo ministro di Dio (a prescindere da errori teologico dottrinali che possa aver commesso) e si offenderebbe l'intelligenza dei fedeli. Deve esserci un'altra ragione che tuttavia al momento non è dato conoscere. Preghiamo perchè BXVI possa vivere ancora a lungo.
“I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”.
RispondiEliminaIl cardinale Ratzinger – alias Benedictus XVI Papa Emeritus – ha posto la sua firma sotto queste parole. Che la firma sia autentica lo si evince dalla sua presa di distanza sull’iniziativa, non priva di ironia (quando si riferisce ai “volumetti”).
Si prenda dunque atto: c’è “continuità interiore” tra i due papi. Le tesi socciane che tante energie hanno contribuito a disperdere evaporano nel nulla da cui sono sorte. D’ora in poi lasciano il tempo che trovano i tentativi di contrapporre i due personaggi quanto a legittimità, dottrina, magistero: simul stabunt simul cadent.
La crisi non è Bergoglio-centrica, è ben altro e la manovra di compattare la reazione attorno a Benedetto XVI ha i contorni di una sapiente operazione dei rivoluzione di professione, da sempre attivi nel dividere il fronte cattolico.
OS
“I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”.
RispondiEliminaIo adesso non voglio dire che tutto va bene. Concordo che l'esasperazione del concetto "Ratzinger tutto ok / Bergoglio tutto ko" è errata.
Però - qui cito un commento di Yves Daoudal - faccio presente che "continuità interiore tra i pontificati" non vuol dire nulla: l'attività del pontefice è magisteriale, e quindi pubblica. Quello che è rilevante per la Chiesa è la continuità esteriore, visibile. Anche qui evidentemente la frase non intende significare quello che sembra?
Tornando a Viganò, ulteriore dettaglio: il taroccamento della lettera è stato fatto anche in foto:
https://cruxnow.com/vatican/2018/03/14/vatican-doctors-photo-of-benedicts-praise-for-francis/
https://www.antoniosocci.com/cinque-anni-bergoglio-appunti-sul-naufragio/
RispondiElimina
RispondiEliminaRatzinger si è dimesso da Papa semplicemente perché si era stufato.
Voleva tornare ai suoi libri, al suo Mozart, a bersi in pace la sua birra bavarese.
Del destino della Chiesa sempre più scossa dai marosi non gliene poteva importare di meno.
Lasciamolo al suo felice eremo vaticano e dedichiamoci ai veri problemi della cattolicità.
Z.
I tradizionalisti che, nonostante la truffa scoperta, continuano imperterriti ad attaccare Ratzinger stanno facendo la stessa figuraccia di Viganò
RispondiEliminaL'errore fondamentale di tutti, e dico tutti, coloro che si intrattengono su queste cose è esattamente quello di fare da pubblico a farse teatrali condotte da personaggi di infimo livello. Se questo pubblico di gente che, rimanendo in teatro, continua a dare retta alla farsa, anche controvoglia, se ne andasse, i personaggi rimarebbero soli e a quel punto dovrebbero smetterla.
RispondiEliminaFintanto che gli si da corda, anche solo criticandoli, non è mai finita. Costoro meritano una sola cosa: l'indifferenza!
Insomma abbiamo capito: l'unica cosa importante, e non solo in questa vicenda, e' 'salvare' Ratzinger.
RispondiEliminaTutto il resto - cinquantennale caos dottrinale e liturgico nella Chiesa, perdita della fede cattolica, conseguente dannazione eterna delle anime - non ha importanza.
E comunque Ratzinger non può' avere alcuna responsabilità' in tutto questo e non puo' essere un neomodernista, nonostante tutte le dimostrazioni portate, e non solo da Radaelli in questi ultimi tempi.
Non può' essere cosi' semplicemente perche'... non può' esserlo. E basta.
Mamma mia... Povero cattolicesimo, come sei ridotto.
La "continuità' interiore tra i due pontificati" e' ovvia, fondata com'è sul Vaticano II e cioè' sul neomodernismo di cui quest'ultimo e' impregnato. Il Vaticano II e' stato continuamente citato ed esaltato sia da Ratzinger che da Bergoglio, ed e' stato la bussola impazzita che ha orientato i discorsi e gli atti di entrambi.
RispondiEliminaMa vallo a far capire ai 'ratzingeriani'.
https://cooperatores-veritatis.org/2018/03/14/dalla-nouvelle-theologie-alla-teologia-da-metropolitana/
RispondiElimina....
Chi sono questi teologi scelti per l’iniziativa? Noi ve li indichiamo senza alcun commento aggiuntivo, lasciando a voi di giudicare i fatti e di pensare quanto sia stato illuminato, Benedetto XVI, nel non aver voluto leggere questa collana, e ribadendo che non l’avrebbe letta in futuro… a buon intenditor….
Una cosa è però curiosa: sembra il contraltare dello schema dei Dodici Apostoli, quelli veri, scelti da Gesù, lo stesso numero non è certo un caso, il 12° qui dovrebbe essere Bergoglio, l’ispiratore della collana.
. Jurgen Werbick: appassionato di teologia “contemporanea” (??), teologo cattolico tedesco modernista, allergico al tomismo;
. Don Lucio Casula: Docente di Teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica della Sardegna, già autore di un libretto sulla “cristologia di papa Francesco”, con un nuovo concetto sul Cristo “oggi” (??);
. Peter Hünermann: ordinato sacerdote nel 1955 è un teologo cattolico tedesco modernista (infatti veste in giacca e cravatta), collaboratore della rivista Concilium, quella dalla quale Ratzinger si ritirò, dopo aver aperto gli occhi. Lui tratta il libretto dal titolo: “Uomini secondo Cristo, oggi“…. quindi il pensiero di Cristo “ieri” è superato? secondo Peter sì! Giudicate voi!
. Don Roberto Repole: è presbitero della diocesi di Torino, docente di teologia sistematica. Un autentico teologo modernista che vorrebbe “ripensare” il ruolo del vescovo e del presbiterio… con l’auspicio di una più marcata sinodalità… Non a caso, in questa collana, si dedicherà al desiderio di papa Francesco di volere una chiesa più evangelica che, tradotto in soldoni, è la comunità tipicamente pentecostale, come è sempre piaciuta a Bergoglio in Argentina;
. mons. Carlos Maria Galli: Membro della Commissione Teologica Internazionale, è altresì decano della Facoltà di teologia di Buenos Aires, della Pontificia università cattolica argentina, e presidente della Società argentina di teologia. Amico di Bergoglio da vecchia data è l’autore (e il suggeritore) della nuova pastorale urbana alla luce di Aparecida per il progetto missionario di papa Francesco, per il genere latinoamericano “Avanti popolo, alla riscossa”, o se vi è più chiaro Hasta la victoria siempre (“Sempre fino alla vittoria”);
. Padre Santiago Madrigal Terrazas: gesuita che va in giro in giacca e cravatta come il suo maestro Karl Rahner… è favorevole al diaconato femminile e papa Francesco lo ha chiamato a far parte della Commissione riguardo all’argomento. E’ tra i fautori di un ammodernamento anche degli “Esercizi spirituali” di sant’Ignazio;
. Don Aristide Fumagalli: docente di teologia morale al Seminario di Venegono, un vero guru della promozione di Amoris laetitiae e fustigatore verso i quattro cardinali che osarono formulare i “Dubia”… per lui la questione Gender non è da condannare ma una sfida antropologica, tutta da giocare, insomma non c’è nulla da condannare, ma trovare NUOVI APPROCCI al problema e trovare nuove condivisioni per la NUOVA ANTROPOLOGIA;
./.
... segue
RispondiElimina. Padre Juan Carlos Scannone: gesuita argentino, appassionato della teologia della liberazione prima, e di quella del popolo poi. E’ stato professore di Bergoglio… nel 1957, quando insegnava greco e letteratura al seminario di Villa Devoto. Nel 2016 ha pubblicato un libretto a favore di papa Francesco dal titolo eloquente: “Teologia del pueblo y la cultura”, con sottotitolo: “Raices teologicas del papa Francisco“… In una intervista del 2016 ha affermato candidamente, a seguito di un’altra pubblicazione: “Nel libro mostro come il Vaticano II cambia di paradigma teologico e la Gaudium et Spes di metodo, che poi applicherà l’episcopato latinoamericano nel corso degli anni, dalla seconda conferenza episcopale di Medellin nel 1968 ad Aparecida…”; sulla questione del “paradigma” leggete anche qui per comprendere la gravità di queste affermazioni;
. Marinella Perroni: teologa presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, dove è professoressa stabile di Nuovo Testamento nella Facoltà di Filosofia e nella Facoltà di Teologia. Ha fondato il Coordinamento Teologhe Italiane, ne è stata presidente dal 2004 al 2013. Definisce che la “lettura femminista della Bibbia, in chiave femminista” è per lei l’equivalente della rivoluzione copernicana, necessaria e fondamentale, ecco il suo pensiero femminista: “oggi più che mai, continuare a raccontare la lunga marcia con la quale le donne cristiane hanno cominciato, in questi primi cento anni, a riappropriarsi della Bibbia….”
. Don Piero Coda: è un presbitero e teologo italiano della diocesi di Frascati. È professore di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense e autore di numerose pubblicazioni teologiche. Presidente dell’Associazione Teologica Italiana e segretario della Pontificia Accademia di Teologia. È preside dell’Istituto Universitario Sophia fondato da Chiara Lubich. Il suo punto forte è l’ecumania, il sincretismo religioso.
. Padre Marko Ivan Rupnik: gesuita del quale c’è poco da aggiungere dal momento che tutti riconosciamo i suoi lavori artistici… un tuttologo alla Pico de Paperis!
E come diceva il grande Alessandro Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza”, intanto noi cerchiamo di fare la nostra buona parte.
Laudetur Jesus Christus
SEMPLICEMENTE RIDICOLI
RispondiEliminaOgni testo, al di fuori del proprio contesto, è un pretesto; con questa affermazione può essere sintetizzata la vicenda dell’elogio di Benedetto XVI al collega Francesco I il Misericordioso del Minareto di Santa Marta.
Cosa può spingere il Vaticano stesso a pubblicare a metà una lettera di Ratzinger? Forse per ripicca, dato che il Papa emerito aveva declinato l’invito a impreziosire con un suo contributo La Teologia di Francesco? O per avvalorare a tutti i costi l’idea di una Chiesa in armonia, quando invece «solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione» come ebbe a dire il cardinal Caffarra? Che la risposta sia la prima o la seconda, purtroppo, il risultato cambia di poco. E quello che per Franco (Corriere della Sera) è «come minimo, un pasticcio», per chiunque abbia a cuore la Chiesa non può non apparire come un segnale preoccupante. Da chiarire subito. Ne va del rispetto dei fedeli e, cosa non secondaria, di quello dovuto a Benedetto XVI.
RispondiEliminaGiuliano Guzzo
"Joseph Ratzinger ci dà qui una lezione: scrivere sempre e soltanto di libri veramente letti, comportamento raccomandabile in un tempo come il nostro, nel quale, incalzati dall’urgenza e dalla necessità di fare mille cose simultaneamente, spesso noi professionisti della comunicazione parliamo di faccende che abbiamo solo orecchiato e di testi ai quali abbiamo dato soltanto un’occhiata in fretta e furia"
RispondiEliminahttps://www.riscossacristiana.it/questo-papa-emerito-non-mi-piace-di-alessandro-gnocchi/
RispondiElimina"...Esiste veramente un complotto, ma è quello a cui Joseph Ratzinger ha partecipato da protagonista in giacca e cravatta come perito e consigliere del cardinale Joseph Frings dal 1962 al 1965, si chiama Concilio Vaticano II ed è stato ordito ai danni della Chiesa cattolica. Ha origine qui la fasulla contrapposizione tra Benedetto XVI e Francesco I, che del resto viene puntualmente smentita dagli interessati, a partire dalle terribili foto in cui si fanno ritrarre insieme.
D’altra parte, le vedove dell’Emerito hanno solo da ridire sul fatto che il vescovo venuto dalle pampas entra con gli stivali sporchi di fango là dove prima si tirava tutto a cera. Per rimettere le cose a posto, sempre secondo le vedove, basterebbe una personcina ben educata che ragionasse e agisse in punta di Concilio, senza troppe stramberie. Ma non si rendono conto che sempre di apostasia si tratta. È il Vaticano II, bellezza. Dopo Francesco I, ci sarà solo un Francesco II, comunque deciderà di chiamarsi, perché prima di Francesco I c’è stato un Benedetto XVI e via via risalendo per i lombi della sovversione assisa sullo scranno di Pietro.
A suo tempo ho sperato che Benedetto XVI potesse davvero rallentare la marcia verso il baratro. Mea culpa. Ho pensato anche che certi suoi atti, per quanto incompleti e persino ambigui, opportunamente confezionati potessero diventare strumento di resistenza alla dissoluzione. Mea maxima culpa. Vedevo che erano armi scariche e ho combattuto lo stesso fingendo di sparare. Ricordo benissimo il sorrisetto ironico, neanche tanto fine, dei sacerdoti che rifiutavano la celebrazione della Messa antica mentre noi opponevamo un generico “la vuole il Papa”. Quale Papa, se non ha mai alzato una mano per difendere la carne da macello tradizionale usata come cavia dell’agone hegeliano in cui vince il più potente? Avevano ragione quelli che, documenti alla mano, spiegavano come quel Papa non volesse mettere in discussione niente di ciò che la rivoluzione aveva veramente acquisito. Giusto una raddrizzatina a certi eccessi estetici e niente di più. Il teologo Joseph Ratzinger aveva troppo a cuore ciò che a suo tempo definì con orgogliosa tenerezza un anti-Sillabo, l’anticristico principio della libertà religiosa, la pietra angolare della nuova religione predicata dalla nuova chiesa, per occuparsi di chi marciava contro il senso della storia. Francesco I è solo la prosecuzione di Benedetto XVI con altri mezzi.
Potrà sorprendere, ma, dopo le D-I-M-I-S-S-I-O-N-I, la natura del motu proprio Summorum Pontificum con cui veniva data una certa libertà alla celebrazione della liturgia tradizionale è l’esempio più chiaro di quanto poco il pontificato di Benedetto XVI avesse a che fare con la tradizione. Con quell’atto, la Messa antica è stata messa in libertà condizionata, legata con tre metri di catena da un documento incompiuto sul piano giuridico che abbandona il rito millenario della Chiesa cattolica al dispotismo di vescovi e sacerdoti che lo odiano teologicamente. Un documento ancora più problematico sul piano teologico, poiché, fin dalla terminologia, costringe ad assumere il Vetus Ordo secondo le categorie del Novus..."
Anna
"Quando ho ricevuto la lettera con l'invito a venire in Vaticano per discutere della possibilità di girare un film sul Papa con monsignor Dario Viganò..."
RispondiEliminahttps://www.avvenire.it/agora/pagine/papa-francesco-un-uomo-di-parola-il-trailer-del-film-di-wenders
Sempre lui , il vulcanico deus ex machina .
Non sara' che la sua nascosta aspirazione era di lavorare nel cinematografo , alla regìa , alla commedia dell'arte , alla drammaturgìa , alla regìa ?
Macchina della s-comunicazione + apprendisti giornalisti ?
RispondiEliminahttp://www.marcotosatti.com/2018/03/15/lo-scandalo-della-lettera-di-benedetto-vaticano-e-vaticanisti-distrati-o-complici/
Va aggiunto che sulla busta che conteneva la lettera di Benedetto XVI letta da Viganò era scritto "Personale riservata".
RispondiEliminaInoltre Nicole Winfield dell'Associated Press ha appurato che la lettera diffusa dal Vaticano è stata volontariamente resa illeggibile nelle due righe iniziali e nel suo ultimo paragrafo, per il resto coperto dai libretti sulla teologia di papa Francesco.
Giuliano Guzzo
" Noi ve li indichiamo senza alcun commento aggiuntivo, lasciando a voi di giudicare i fatti ". Questo e' giornalismo !
RispondiElimina1) Biografie dei Teologi +
2) Pubblicazione della lettera "riservata personale" +
3) Pubblicazione della lettera riservata personale decurtata = fate la somma dell'addizione
Basta spostare una virgola e il senso della frase cambia!
“La virgola è la porta girevole del pensiero”.
Così scriveva il poeta e scrittore argentino Julio Cortázar facendo questo esempio:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.
Una donna, certamente inserirebbe una virgola dopo la parola “donna” ottenendo:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha la donna, andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.
Un uomo, certamente metterebbe una virgola dopo la parola “ha” ottenendo:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha, la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.
Visto da un'altra angolazione
RispondiEliminahttp://liturgicalnotes.blogspot.it/2018/03/dont-miss.html
E' ormai chiaro che tutta la operazione era stata concepita e organizzata da molto tempo prima .
RispondiEliminaSe la pubblicazione dei libri non ha sortito alcun effetto , se i nomi dei relatori non ha sortito alcun effetto , sec'era bisogno della spinta dell'emerito.....( la lettera al Papa emerito e' di Gennaio e la risposta e' di Febbraio e la pubblicazione e' di Marzo ).
Mah ! Dio abbia misericordia di loro .
mi sto riferendo alla lettera di Benedetto XVI con il cenno alla "preparazione teologica" di Papa Francesco. Subito ci si è scatenati per trovare il retroscena, il dettagliuccio, la fotina, l'allusione, e ci si è persi – ancora una volta - l'argomento umanisticamente colossale della rinuncia di un papa e della conseguente elezione di un certo tipo di papa. Dico colossale perché la cosa non riguarda solo i cattolici, ma tutti, anche e molto coloro che la chiesa la detestano o non la studiano e quindi non la capiscono.
RispondiEliminaCiò che comportano le dimissioni da pontefice della Chiesa di Roma apre infatti scenari teorici impressionanti su tutta la nostra storia, sul rapporto tra uomo e autorità, sulla nascita e formazione degli Stati, sulla laicità e la libertà, sulla tormentata parabola europea, sul rapporto dell'uomo con l'assoluto e il nulla, e poi sulle arti, la scienza, la filosofia, la teologia, il diritto, la politica.
Insomma, le dimissioni e anche il ruolo in sé di pontefice, che piaccia o no, coinvolgono e impegnano intimamente tutta la nostra cultura. E ciò è vero, in primo luogo, perché la nostra civiltà si è sviluppata in relazione alle idee di incarnazione e tempo storico.
https://m.huffingtonpost.it/vittorio-v-alberti/benedetto-xvi-e-francesco-causa-e-effetto-umanesimo-vs-pettegolezzi-clericali_a_23387495/
Ma perché sentono questo bisogno di fare il maquillage alla realtà? Non hanno fiducia nella verità? Simplicitas veritatis in medio est, virtus illi sua adsistit, nihil suspicari licebit. Il bel latino di Tertulliano (Apologeticum, 23,7) si può parafrasare così: «La verità, nella sua semplicità, è lì in mezzo, alla portata di tutti; ha la sua forza che la assiste; di fronte ad essa, non sarà possibile avere alcun sospetto».
RispondiEliminaNon ho l'impressione di pettegolezzi clericali in questo blog, almeno. E' vero che certi problemi di difficile comprensione e soluzione ci prendono. Ognuno offre il suo contributo, nella speranza tutti di aggiustare il tiro e capirne di più. Fin qui alla verità non siamo arrivati, andiamo a tentoni; non è detto però che questo lavoro sia inutile o sia pettegolezzo. Le anime nostre e di tanti fedeli, per non citare i consacrati, esposti nudi e crudi alla pioggia ed al vento, stanno attraversando una tempesta di cui non si intravede la fine. Questo perchè? In soldoni perchè si pretende di trattare la Chiesa cattolica come una qualsiasi ong e ci si illude e si vuol illudere che i problemi dell'essere umano siano oggi diversi da ieri. Questa pretesa viene dai vincitori del CVII; i vinti, di ieri e di oggi, invece sostengono che la Chiesa Cattolica è la Chiesa Cattolica. Che i problemi degli esseri umani nella sostanza sono sempre gli stessi ieri, oggi e domani. Che il medico pietoso fece la piaga verminosa, cioè che il vero amore necessita di dire: no, questo non ti è concesso.La questione dei vinti dal CVII, è questa, possiamo poi condirla con ricca bibliografia ma, il nocciolo non cambia.
RispondiEliminaChi prende per i fondelli le anime sono i vincitori del CVII; chi ha svuotato i seminari sono i vincitori del CVII; chi si è lasciato corrompere dal mondo sono i vincitori del CVII; chi ha voluto sovvertire l'ordine per accomodarsi sulla Santa Seggiola sono i vincitori del CVII; chi vuol fare della nostra religione la cattolica per via politica sono i vincitori del CVII; chi cerca il plauso del mondo sono i vincitori del CVII.
Questi purtroppo sono fatti e non pettegolezzi e ne parliamo e parliamo di piccoli e grandi questioni nella speranza di essere di aiuto a tutti, in particolare a chi crede di aver vinto durante il CVII.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
RispondiElimina....
C'è di più. La lettera di Benedetto XVI che Settimo Cielo ha pubblicato il 13 marzo nella sua stesura integrale, in realtà integrale non era.
Tra il paragrafo omesso nel comunicato stampa e i saluti finali c'erano infatti delle altre righe.
E lo si poteva indovinare anche solo osservando la foto della lettera (vedi sopra).
Tra le prime due righe, infatti, del paragrafo reso illeggibile, in fondo al primo foglio della lettera, e i saluti e la firma di Benedetto XVI, nella seconda metà del secondo foglio, c'è uno spazio troppo grande per essere occupato solo dal finale del paragrafo omesso nel comunicato stampa.
E lì che cosa c'era ancora scritto, che Viganò s'è guardato dal leggere in pubblico e s'è premurato di coprire ben bene, nella foto, con gli undici libretti sulla teologia di papa Francesco?
C'era la spiegazione del perché Benedetto XVI non aveva letto quegli undici libretti né intendeva leggerli in futuro, e quindi del perché egli aveva rifiutato di scrivere "una breve e densa pagina teologica" di presentazione e valorizzazione degli stessi, chiestagli da Viganò.
Il motivo addotto da Benedetto XVI nelle righe finali della sua lettera – ci dice una fonte inoppugnabile – è la presenza tra gli autori di quegli undici volumetti di due teologi tedeschi e soprattutto di uno, Peter Hünermann, che è stato critico implacabile sia di Giovanni Paolo II che dello stesso Joseph Ratzinger come teologo e come papa.
L'altro teologo tedesco è Jürgen Werbick. Di Hünermann, professore emerito dell'università di Tubinga, si può ricordare che è autore tra l'altro di un commentario del Concilio Vaticano II agli antipodi dell'interpretazione ratzingeriana. I due libretti sulla teologia di papa Francesco scritti da costoro hanno rispettivamente per titolo: "La debolezza di Dio per l'uomo" e "Uomini secondo Cristo oggi".
È chiaro dunque che, posto quanto scrive Benedetto XVI nella seconda metà della sua lettera, anche la prima metà acquista un nuovo significato, tutto differente da quello che Viganò ha voluto accreditare nel suo monco e tendenzioso comunicato stampa.
E ancor meglio si capirebbe ciò che lì scrive Benedetto XVI su di sé e su papa Francesco, se lo si potesse confrontare con la lettera di Viganò alla quale egli ha risposto.
La lettera finalmente integrale di Benedetto XVI a mons. Viganò - sulle prime venduta come una difesa appassionata a Papa Francesco, quando contiene tanto ma tanto altro - mostra il livello, semplicemente allucinante, della propaganda che taluni diffondono dai sacri palazzi. Dire fake news sarebbe un eufemismo.
RispondiEliminaGiuliano Guzzo
E allora diciamola tutta. Questo il testo nascosto della lettera:
RispondiElimina“Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professor Hunermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della “Kolner Erklarung”, che, in relazione all’enciclica “Veritatis splendor”, attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale. Anche la “Europaische Theologengesellschaft”, che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, al sentire ecclesiale di molti teologi ha impedito questo orientamento, rendendo quell’organizzazione un normale strumento d’incontro fra teologi.
Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e la saluto cordialmente”
Suo
Benedetto XVI
Stando al contenuto di queste righe sembra venir meno la continuità tra i due pontificati (nonostante l'attestazione di "continuità interiore"), ma questo non toglie il modernismo, più soft, di Ratzinger. Chapeau al suo stile e alla sua mente ancora lucidissima. L'abdicazione è tuttora un enigma.
Cioè, par capirci. Uno degli autori del lavoro in più volumi che il Vaticano vuole utilizzare per celebrare la teologia di Papa Francesco è un forte fanatico anti papi precedenti, che, curiosamente, era ossessionato dall’opposizione a Veritatis Splendor e al magistero morale di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Due domande sono d’obbligo: 1) Come può questo lavoro in più volumi essere affidabile sulla continuità tra i Papi? 2) Come può il progetto stesso di questo lavoro essere considerato in continuità se chiama a parteciparvi autori che odiavano i Papi precedenti e il loro magistero?
RispondiEliminaPer capire la differenza di approccio vorrei raccontare un aneddoto. Ad un convegno molto prestigioso su Amoris Laetitia tenutosi a Roma in una università pontificia il comitato promotore si rifiutò di invitare il fu Cardinale Caffarra perché, nonostante fosse il teologo morale forse più prestigioso tra i cardinali, era critico verso quel documento. Cioè, non era anti-papa ma solo critico verso quel documento specifico. Quando chiesi il perché mi si disse che bisognava fare così perché quello era un convegno in cui l'aspetto di studio e ricerca accademica doveva cedere il passo all'esigenza "politica" (mi si disse proprio così dai promotori) di promuovere AL, e non bisognava consentire alcuna critica "al Papa". Nel caso di quei volumetti invece, non ha importato di invitare uno che aveva preso altri Papi a pesci in faccia. Chiaramente, questa gente non ama il Papa come istituzione ma persegue una sua agenda personale a cui si può subordinare e strumentalizzare qualunque cosa. Caffarra non avrebbe potuto scrivere in quei volumetti, ma quel Hünermann... Ci serve? Bene, prendiamolo... e che ci importa dei Papi precedenti...
Cit. Fulvio Di Blasi
Mons. Vigano: C'est plus qu'un crime, c'est une faute. (Dalle memorie di Fouché).
RispondiEliminaÈ più di una bugia, è un errore che costerà la testa dell'ormai scaricato Viganò
Hanno dato occasione a Benedetto di rivelare che i fan di Papa Francesco sono i nemici degli altri Papi. Ha scoperchiato la pentola di zolfo… la bugia gliela perdonerebbero, ma l'errore no!
don Alfredo Maria Morselli
L'ultimo paragrafo getta ulteriore luce sull'accaduto e ridefinisce la posizione in merito a Benedetto XVI, che è molto lucido. Però a maggior ragione resta inspiegabile il silenzio sulla situazione ecclesiale.
RispondiEliminaIl silenzio di Ratzinger sulla situazione ecclesiale non è inspiegabile: le dimissioni - valide o no che siano - furono probabilmente un passaggio di consegne fra un modernista teorico e uno pratico (e maggiormente ardimentoso)
RispondiEliminaSostanzialmente è stato richiesto al Papa emerito un pronunciamento a favore di papa Francesco, il che è indice di debolezza e indebolisce l’autorità dello stesso regnante.
RispondiEliminaIl Papa emerito è rimasto vittima di una pessima operazione di endorsement condotta in modo pessimo.
Hanno dato occasione a Benedetto di rivelare che i fan di Papa Francesco sono i nemici degli altri Papi.
RispondiEliminaDirei anche una cosa in più: il paragrafo su Hunermann ricorda che una sua iniziativa era "un’organizzazione in opposizione al magistero papale", cioè non solo una critica a GPII e BXVI, ma un contraltare __al magistero papale in sé__. Dunque, possiamo parlare di nemici del Primato Petrino che ora sono citati dalla Santa Sede come grandi sostenitori di Francesco. Non solo ci leggo l'affermazione di totale discontinuità tra i due pontificati, ma vedo richiamare l'attività di demolizione del papato da parte di Francesco (cfr. commenti di Cesare Baronio e Querculanus recenti e un po' meno recenti).
La demolizione del papato è iniziata con la deposizione della Tiara da parte di Paolo VI e la collegialità conciliarista introdotta da Giovanni Paolo II nel nuovo Codice di Diritto Canonico, con Ratzinger/Benedetto XVI completamente in sintonia... Bergoglio non è che il rottamatore che ha colpito molti per la sua rozzezza e tuttavia non ha fatto altro che portare alle estreme conseguenze ciò che altri hanno iniziato, ma forse non hanno previsto né avallato certi esiti (penso sia a Giovanni Paolo che a Benedetto, ad esempio, sui principi non negoziabili)...
RispondiEliminaL'eleganza di Aldo Maria Valli:
RispondiEliminaLa “sorpresa” del papa emerito e il passato che ritorna
...
Dalla Kölner Erklärung sono passati ormai quasi trent’anni, ma, come si vede, i problemi non sono affatto superati. Anzi, se pensiamo a recenti prese di posizione (mi riferisco in particolare alle tesi sostenute dal padre Maurizio Chiodi) tese di fatto a liquidare Humane vitae in nome di Amoris laetitia, si vede come le richieste della Dichiarazione di Colonia siano riapparse.
Se poi si considera che, successivamente, sia Hünermann sia Werbick hanno contestato apertamente Benedetto XVI chiedendo, insieme ad Hans Küng, l’ordinazione sacerdotale delle donne e di uomini sposati, la partecipazione di laici e parroci alla scelta dei vescovi, l’ammissione alla comunione per i divorziati risposati e il riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso, si può capire ancora meglio la reazione del papa emerito di fronte alla richiesta di scrivere qualcosa sull’omaggio di quei due teologi alla teologia di Francesco. E non si può non ammirare la sua signorilità. Perché, pur avendo tutto il diritto di manifestare un certo disappunto, con stile inconfondibile si limita a dire: «Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa…».
http://www.aldomariavalli.it/2018/03/18/la-sorpresa-del-papa-emerito-e-il-passato-che-ritorna/
...una critica che Hünermann ha rivolto costantemente ai pronunciamenti etici del recente magistero, mirando principalmente su Humanae Vitae e Veritatis Splendor (l’altro bersaglio è la Dominus Iesus, che nel nostro discorso interessa meno) è che questi insegnamenti, estranei alla rivelazione, sarebbero stati imposti ai fedeli, ed in particolare ai teologi, come se si trattasse invece di insegnamenti contenuti nella rivelazione. Ratzinger, negli anni in cui era Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, dovette fare indigestione dei continui slogan virulenti contro l’operato della Congregazione: fondamentalismo, assolutismo, centralismo romano, etc. Hünermann ha sempre rimproverato il fatto che le cosiddette affermazioni “tenenda” (cioè da tenere, osservare, in quanto legate indissolubilmente alla rivelazione, ma non direttamente contenute in essa) fossero un’invenzione, rifiutata dal Vaticano II.
RispondiEliminaEcco perché nella Dichiarazione di Colonia, dopo aver chiaramente espresso l’accusa che «i concetti di verità fondamentale e di rivelazione divina vengono usati dal Papa per sostenere una dottrina estremamente specifica che non può essere fondata né ricorrendo alla Sacra Scrittura né rifacendosi alla tradizione della Chiesa», i firmatari potevano affermare che «la norma sancita dall’enciclica Humane vitae del 1968 in materia di regolazione delle nascite rappresenta semplicemente un orientamento che non sostituisce la responsabilità della coscienza dei fedeli».
L’8 ottobre 2000, dalle colonne dell’Osservatore Romano (riprendendo un’intervista del 22 settembre al Frankfurter Allgemeine Zeitung), il cardinal Ratzinger, dopo aver ribadito che in realtà il Vaticano II ha mantenuto e addirittura rafforzato la distinzione ed il valore delle proposizioni “credenda” e “tenenda”, dovette spiegare che «con insegnamenti a cui attenersi ("tenenda") si intende qualcosa di più di "teologicamente ben fondati"», perché questi ultimi «in realtà sono mutevoli. La letteratura annovera fra questi "tenenda" gli importanti insegnamenti morali della Chiesa (per esempio il rifiuto dell'eutanasia, del suicidio assistito), i cosiddetti fatti dogmatici (per esempio che i vescovi di Roma sono i successori di San Pietro, la legittimità dei concili ecumenici e così via)».
In altre parole, il Papa emerito scrive a Viganò di non poter minimamente dare l’impressione di approvare posizioni che ritengono di poter derubricare gli insegnamenti morali (e non solo) degli ultimi pontificati come semplicemente “teologicamente ben fondati”. Essi sono invece “tenenda”. Un chiaro messaggio a tutti quelli che stanno cercando di trasformare, medianti strani passaggi di teologia alchemica, la proibizione della contraccezione contenuta in Humanae Vitae, in una liceità caso per caso; come anche a quelli che stanno dissolvendo l’insegnamento chiaro di Veritatis Splendor, in particolare sulle azioni considerate come intrinsece mala (azioni intrinsecamente cattive), ricorrendo alla parola magica del discernimento.
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Segue...
RispondiEliminaMa c’è un altro interessante aspetto della critica di Hünermann a Veritatis Splendor. In un suo recente contributo all’opera collettanea A point of no return? Amoris Laetitia on Marriage, Divorce and Remarriage l’affermazione di Veritatis Splendor, relativamente alle azione intrinsecamente cattive, andrebbe considerata nel seguente modo: «Esistono azioni intrinsecamente cattive, che non sono condizionate da circostanze esterne, ma che sono sicuramente condizionate da elementi interni, soggettivi». Questo significa che, poiché la “pista esterna”, quella cioè relativa all’azione in sé, non permette alcuna via d’uscita, occorre spostare il baricentro sulla “pista interna”, quella relativa ai condizionamenti soggettivi.
Si tratta di una originale formulazione dell’ormai noto “cambiamento di paradigma”: «Sebbene l’uomo sia obbligato in coscienza ad osservare i principi etici generali e i comandamenti, e ad agire di conseguenza, la consapevolezza di ciò non può mai sostituire la decisione della sua coscienza, che egli deve prendere personalmente – perché l’universalità dei principi morali e dei comandamenti non può mai raggiungere pienamente la singolarità e la particolarità delle situazioni e delle azioni individuali. Entrambe le autorità rimangono [cioè la legge universale e i comandamenti da una parte e la coscienza dall’altra, n.d.a.]. Esse sono nel contempo distinte e inseparabili».
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Ma attenzione all’ultimo passaggio di Hünermann: quanto affermato fin qui «spiega perché Amoris Laetitia non riporti certi passaggi di Familiaris Consortio, di Veritatis Splendor e del Catechismo della Chiesa Cattolica: è perché essi contengono delle erronee interpretazioni delle azioni intrinsecamente cattive. Affermazioni di Humanae Vitae non sono citate, perché contengono un’estensione della legge etica naturale nella particolarità delle azioni individuali». La necessità di “purgare” i documenti sopra riportati scaturirebbe dal fatto che Amoris Laetitia sposerebbe quindi la critica di Hünermann ai documenti sopra riportati. Quella critica che il Papa emerito sembra non gradire.
Dall'articolo riportato diffusamente qui su da un Anonimo, senza peraltro indicare la fonte che, cercando sul web, ho visto è La nuova bussola quotidiana, ricaviamo molte notizie e riflessioni note e condivisibili.
RispondiEliminaCiò che non è accettabile è il fatto che sembra si dia per scontato trattarsi di una questione personale tra il papa emerito e i teologi rivoluzionari al pari del regnante.
Non credo invece che il papa emerito, come credente prima che come papa dimissionario, possa cavarsela con un non ho letto e non leggerò, quando gli effetti sono quelli causati dalle ambiguità dell'Amoris laetitia che di fatto vengono sdoganate e che, col suo silenzio su questo, egli sostanzialmente avalla o, se non le avalla, non possiamo dedurlo dalla sua sottile ed elegante ironia.
Il popolo di Dio che è innanzitutto il corpo mistico di Cristo ha bisogno di essere guidato e confermato, mentre invece è sempre più confuso anche da questo anomalo e inammissibile simulacro di "papato allargato"...
Molti vedono nella lettera di Benedetto il rifiuto della teologia di Bergoglio compresa l'Amoris laetitia.
RispondiEliminaQuesto lo si potrebbe dedurre dal rifiuto da parte di Ratzinger dei teologi progressisti. Resta però, purtroppo, l'affermazione sulla "continuità interiore" del pontificato...
Per questo dicevo che di fronte ad una situazione così grave ci manca un parlar chiaro sulle questioni specifiche. È proprio l'ambiguità che consente ai rivoluzionari di continuare a diffondere nella prassi le loro storture perché si attaccano a quell'affermazione e ignorano il resto!
http://lanuovabq.it/it/benedetto-xvi-un-pontefice-impossibile-da-taroccare
RispondiEliminaMi spiace che anche Stefano Fontana, che dice vose giuste sulla vicenda, non consideri il modernismo, per quanto moderato, di Benedetto XVI...
La questione, insomma, appare essersi schiarita: se è vero che tra Hünermann e Bergoglio esiste una perfetta coincidenza teologica allora sarà difficile sostenere la medesima coincidenza tra la visione teologica del pontefice argentino e quella del suo predecessore tedesco. La domanda che sorge spontanea, alla fine di queste brevi sottolineature, è la seguente: com’è stato possibile richiedere che proprio Ratzinger scrivesse una “breve e densa pagina teologica”, magari elogiativa, sul testo scritto da un suo pubblico oppositore? Misteri vaticani. Nessuno, intanto, ha ancora chiesto scusa a Ratzinger per quanto successo.
RispondiEliminahttps://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/ecco-cosa-ce-davvero-dietro-lo-scontro-tra-i-due-papi/
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2018/03/lettergate-il-risveglio-dei-teologi.html
RispondiEliminaCommento:
La recensione andava richiesta ad Hans Kung non a Ratzinger, sia per contenuti che per il carattere dei protagonisti. Queste cose succedono quando non ci si accontenta di vincere ma si vuole stravincere. Si ha l'avvallo del mondo, delle elite, dei proprietari di casa dei talk show, di chi snocciola sondaggi. Perché andare a molestare chi per tutta la vita ha portato avanti il proprio pensiero in altra direzione? Se poi non la pensa come voi o non si sottomette, gli si nega la libertà di pensiero. Nemmeno il Vangelo è stato mai così intoccabile come i protagonisti e i contenuti di questo pontificato.
Da "La Verita'" 18/03/2018
RispondiEliminaRATZIGER furioso: ecco la lettera censurata. Benedetto demolisce i libri sulla teologia di Francesco: "Danno spazio a chi attacca il magistero" - "Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che fra gli autori figuri anche il prof. Hunermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti papali.....egli attaccò in modo virulento l'autorità magistrale del Papa specialmente su questioni di telogia morale".....QUESTE SONO SOLO ALCUNE DELLE FRASI DI BENEDETTO CONTENUTE NELLA LETTERA INVIATA IN VATICANO. IN POCHE PAROLE BERGOGLIO AVREBBE VOLUTO IL PLAUSO DI BENEDETTO SU SCRITTI E PERSONE CHE ASSIEME A BERGOGLIO STANNO SMANTELLANDO LA CHIESA CATTOLICA DALLE FONDAMENTA!