Comitato Summorum Pontificum di Bergamo
Sabato 26 maggio 2018 -15:00
IL PROBLEMA DELL’ORA PRESENTE
Sfida della storia, risposta dell’Eterno
Auditorium della Casa del Giovane
(Bergamo - via Mauro Gavazzeni, 13)
Interverranno:
- mons. Antonio Livi, accademico pontificio, decano emerito della facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense, presidente dell’Unione Apostolica Fides et ratio: «1517: l’influsso del Protestantesimo sulla teologia cattolica del Novecento»;
- padre Paolo Maria Siano, saggista: «1717: la Massoneria tra ritualità, iniziazione ed esoterismo»;
- avv. Giovanni Formicola, Comunità Opzione Benedetto: «1917: il Comunismo all’assalto del Cielo. Fatima, la via della resistenza verso il trionfo del Cuore Immacolato di Maria»;
- dott. Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere: «2017: il potere mondiale all’attacco dell’uomo, della famiglia e della fede».
- Modera l’avv. Lorenzo Vitali, presidente del Comitato Summorum Pontificum di Bergamo.
Sarà presente una statua della Madonna pellegrina internazionale di Fatima
Il 22 aprile 1073 san Gregorio VII viene esaltato al Sommo Pontificato
RispondiElimina"Se la Sede apostolica [...] giudica le cose spirituali, perché non potrebbe giudicare anche le temporali? Chi può dubitare che i sacerdoti di Cristo siano da reputarsi come padri e maestri dei re, dei principi e di tutti i fedeli? Se l’esorcista comanda i diavoli, a più forte ragione il Papa è giudice dei peccati dei re!"
(Prima lettera a Ermanno vescovo di Metz)
La Chiesa è una realtà naturale o soprannaturale?
RispondiEliminaEssa è opera soprannaturale di Nostro Signore in ordine alla vita eterna ed insieme un'organizzazione storica, che tuttavia sa e confida nel fatto che ogni cosa è comunque sorretta dalla volontà di Dio e che quindi ogni cosa umana, anche la più inverosimile, è affidata alla misericordia e alla Volontà di Dio attraverso la Sua Divina Provvidenza, specialmente in quelle situazioni che umanamente ci sembrano senza via di uscita.
La Chiesa si occupa anche di servire nei tempi e nei luoghi dell'umano-terreno (il nascere, il morire, l'educazione, la cura, lo studio, il lavoro, l'arte e la scienza) e tuttavia supera ogni pretesa ultima di questi ambiti, pregando e offrendo sacri-fici, sacra-menti, sacer-dozio e altre sacre modalità ultraterrene e soprannaturali per "aprire il cielo".
La Chiesa è nel mondo ma non del mondo.
La Chiesa è sposa di Cristo, re dell'universo. Il mondo ha un altro principe.
Nel rifiuto di Cristo-luce da parte delle tenebre del Nemico si apre lo spazio per la Chiesa, chiamata ad annunciare e testimoniare la Luce e la Verità.
C'è Cristo e c'è anche il suo "anti". C'è chi Cristo l'ha proprio in odio, anche occupandosi dell'uomo, facendosi paladino della filantropia, dei lumi e del progresso.
Uno che l'ha capito bene fu Padre Massimiliano Kolbe. Nel 1917, sulla scia dell'impegno teologico e intellettuale che i francescani avevano speso nei secoli per promuovere il riconoscimento dell'Immacolata Concezione di Maria, fondò assieme ad alcuni confratelli la "Milizia dell'Immacolata". Tra i relatori a Bergamo c'è Padre Siano, dei FFI.
La Massoneria, e Padre Kolbe lo sapeva bene, ha tanti modi per agire nel mondo in cui signoreggia per conto del principe, ma -all'osso- si distingue per un naturalismo spinto che vuole cancellare ogni soprannaturalità dalla cultura, dall'educazione e dall'esistenza.
E' l' la prima linea dello scontro, tra la fede cristiana, il sacro, il soprannaturale e il filantropismo naturalistico. Anche interno alla stessa vicenda ecclesiale. Se l'ospedale da campo deve curare i feriti di questo scontro con le medicine del nemico, poveri feriti, traditi non solo in trincea, ma anche mentre il bisturi vorrebbe sanarne le piaghe.
Il Solo Medico, le cui piaghe sanano, è il Cristo crocifisso dal mondo e risorto contro ogni logica naturale. La Chiesa è la Sua ancella. Come la Beata Vergine, dovrebbe limitarsi a dire: "Fate tutto quello che vi dirà". San Padre Kolbe aveva le idee molto chiare. E aveva individuato benissimo l'infezione, letale, che possiamo contrarre invece di curarla.
http://www.lastampa.it/2018/03/22/vaticaninsider/comunione-sulla-mano-il-papa-ricorda-che-si-pu-fU9EsxgY3ewJskCUCHA5tK/pagina.html
RispondiElimina"Fili, peccasti? Non adiicias iterum, sed de pristinis deprecare, ut tibi dimittantur" (Eccli XXI,1). Ecco quel che ti avverte, cristiano mio, il tuo buon Signore, perché ti vuol salvo: Figlio, non tornare ad offendermi, ma d'oggi innanzi attendi a chiedere il perdono de' peccati fatti. Fratello mio, quanto più hai offeso Dio, tanto più dei tremare di non offenderlo più, perché un altro peccato che commetterai, farà calar la bilancia della divina giustizia, e sarai dannato. Io non dico assolutamente, che dopo un altro peccato per te non vi sarà più perdono, perché questo nol so, ma dico che può succedere. [...] Ma io vi domando: Quando ve lo confesserete? Domenica. E chi vi promette d'esser vivo sino a Domenica? Domani. E chi vi promette questo domani? Dice S. Agostino: "Diem tenes, qui horam non tenes?". Come potete promettervi di confessarvi domani, quando non sapete di avere neppure un'altra ora di vita? "Qui pœnitenti veniam spopondit, (siegue a dire il Santo), peccanti diem crastinum non promisit; fortasse dabit, fortasse non dabit". Dio ha promesso il perdono a chi si pente, ma non ha promesso il domani a chi l'offende. Se ora peccate, forse Dio vi darà tempo di penitenza, e forse no; e se non ve lo dà, che ne sarà di voi per tutta l'eternità? Frattanto voi per un misero gusto già perdete l'anima e la mettete a rischio di restar perduta in eterno. [...] Non si trova pazzo, che si pigli il veleno con dire, può essere che poi con rimedi mi guarisca; e voi volete condannarvi ad una morte eterna, con dire: Può essere che appresso me ne liberi? Oh pazzia che n'ha portato e ne porta tante anime all'inferno! Secondo già la minaccia del Signore: "Fiduciam habuisti in malitia tua, veniet super te malum, et nescies ortum eius" (Is XLVIII,10). Hai peccato fidando temerariamente alla divina misericordia, verrà improvvisamente su di te il castigo, senza saper donde viene.
RispondiElimina(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, XVIII, 3)
La risposta viene dall'Eterno per chi ha la vera fede.
RispondiEliminaPer chi crede al Dio Uno e Trino in ogni uomo c'è la capacità di Dio insieme alle conseguenze del peccato originale. Il sì di fede a Dio è conoscenza/amore di Gesù, Dio salva. Cristo.
Per chi crede al G.A.D.U. in ogni uomo c'è una scintilla divina che non risponde a dogmi, riti, sacramenti e rivelazioni: la gnosi è auto-salvezza. E' l'anti-Cristo.
Oggi la prima lettura e il salmo responsoriale parlano di costruttori (muratori ed architetti) che scartano la pietra necessaria. Nel vangelo si distinguono buon pastore e mercenari.
La sfida è della storia: la risposta è soprannaturale. Viene dall'Eterno.
Segnalo l'intervista dell'avv. Giovanni Formicola, relatore al convegno in questione e “animatore” di un gruppo Opzione Benedetto sorto qualche anno fa in Campania.
RispondiEliminahttp://opzionebenedetto.blogspot.it/2018/04/opzione-benedetto-una-proposta-attuale.html
Sono un po' perplesso da quello che leggo nell'articolo di Formicola. Il punto è che la proposta di Dreher è stata originariamente viziata da una grande ambiguità, ovvero nell'incapacità dell'autore di spiegarla correttamente (cosa testimoniata da un gran numero di articoli e saggi a risposta). Il punto chiave è il seguente: se bisogna continuare o no a combattere le battaglie culturali, essendo l'opzione Benedetto un qualcosa in più che si può fare contemporaneamente. Nella formulazione iniziale a tutti è parso che l'idea fosse: no, le battaglie culturali sono ormai perse, rimane solo l'opzione Benedetto. Successivamente Dreher si è corretto, dicendo che non intendeva dire quello. Ora però, per come è formulato l'articolo citato, si ripropone la formulazione iniziale.
RispondiEliminaaSono un po' perplesso da quello che leggo nell'articolo di Formicola. Il punto è che la proposta di Dreher è stata originariamente viziata da una grande ambiguità, ovvero nell'incapacità dell'autore di spiegarla correttamente (cosa testimoniata da un gran numero di articoli e saggi a risposta). Il punto chiave è il seguente: se bisogna continuare o no a combattere le battaglie culturali, essendo l'opzione Benedetto un qualcosa in più che si può fare contemporaneamente. Nella formulazione iniziale a tutti è parso che l'idea fosse: no, le battaglie culturali sono ormai perse, rimane solo l'opzione Benedetto. Successivamente Dreher si è corretto, dicendo che non intendeva dire quello. Ora però, per come è formulato l'articolo citato, si ripropone la formulazione iniziale.
Il problema non è secondario per due punti: il primo, è che si vorrebbe sapere con quale criterio si decide che le battaglie culturali sono perse. In tutto il Magistero della Chiesa, a partire dalla predicazione di Cristo, non si vedono mai accenni alla rassegnazione, semmai l'invito a continuare a combattere anche quando tutto pare perduto, fidandosi dell'aiuto celeste. Secondo, ma affatto meno importante: ai tempi di Benedetto monaco non c'era un problema di battaglie culturali o di ostilità del mondo (diciamo oltre il normale). C'era una struttura socio-politica caduta - l'impero Romano - e la seguente anarchia. Benedetto semplicemente mise in piedi la struttura monastica, attorno alla quale naturaliter si coagulò anche un fatto culturale che, in mezzo al vuoto, poi s'impose come il nuovo fondamento della cultura occidentale. Ma non c'era chi si opponesse culturalmente a quel progetto: c'era semmai l'instabilità socio-politica di cui sopra, che si concretizzava in scorrerie di briganti, eccetera.
Oggi noi abbiamo l'odio totale del mondo, perché crede ormai che la Chiesa sia ad un passo dalla sconfitta. Non lascerà certamente correre la costruzione di oasi benedettine, ma le combatterà aspramente una per una. Per questo è del tutto illusorio che questo progetto possa compiersi senza battagliare, e quindi senza mantenere il fronte delle battaglie culturali.
Vescovo siriano: meglio la Siria sconvolta dalla guerra che l'Europa marcia
RispondiEliminahttps://gloria.tv/article/Wprr8cKr89FA4aqm7GXPazE1t
RispondiEliminaPrecisazioni storiche, sul significato dei tempi - No all'opzione Benedetto
Per la verità, al tempo di Benedetto monaco, non si trattava dell'anarchia seguita alla caduta dell'impero romano in occidente. Quel periodo era stato superato per molti aspetti. In Italia come in Gallia e Hispania si erano formati dei regni cosiddetti "romano-barbarici" la cui struttura amministrativa e politica civile era costituita ancora dalla vecchia classe dirigente romana. I popoli germanici occupanti detenevano (inizialmente) tutto il potere militare. Ora sotto i Visigoti l'Italia si era ripresa. Era uno Stato unitario che ricomprendeva anche la Provenza e a Est arrivava alla Drina, separante oggi la Serbia dalla Croazia, giungeva a quella linea che poi avrebbe separato il cattolicesimo dal cristianesimo bizantino scismatico.
Il caos, le stragi, le carestie, l'estinzione della società del tempo di Benedetto tutto ciò fu provocato dalla Guerra Gotica, che non fu un'invasione barbarica ma la guerra di un grande Stato, l'impero romano d'Oriente, contro una potenza minore, l'Italia retta dai re goti, per riconquistarla all'impero. Giustiniano imperatore d'oriente che volle quella guerra ebbe grandi meriti per aver realizzato la codificazione del diritto romano e per altre cose. Ma fu megalomane nella sua (vana) pretesa di riconquistare all'impero tutto l'Occidente ormai perduto. Per l'Italia fu una rovina totale. La guerra gotica fu lunga e spietata e diverse volte gli italiani (i locali) combatterono con i Goti contro i bizantini. Lo storico di quella guerra è Procopio di Cesarea. Pochi anni dopo la fine di quella guerra, arrivarono i Longobardi e cominciò la divisione del nostro Paese.
San Benedetto visse allora nel periodo del crollo di uno Stato ancora abbastanza solido, in seguito ad una lunga guerra di invasione dall'esterno. Oggi, mi sembra diverso. Il crollo dei valori e la conseguente crisi morale vengono dall'interno delle nostre società. Certo hanno radici lontane, queste crisi. Ma la gravità che le contraddistingue è dovuta anche al fatto che si è verificato uno smarrimento della fede da parte della Gerarchia della Chiesa, diventata elemento di crisi e non più baluardo contro di essa. La presente invasione musulmana è solo l'ultimo atto di un processo di decadenza più ampio.
La c.d. "opzione Benedetto" è comunque da scartare. La storia non si ripete, anche quella dello spirito pur essendo la natura umana al fondo sempre la stessa. L'opzione Benedetto è solo fuga dalle responsabilità, fuga della quale, ne sono convinto, il giorno del Giudizio verrà chiesto conto. Bisogna invece battersi sino alla fine.
PP
@PP
RispondiEliminaGrazie per la correzione.
RispondiElimina@ F. Giudici
Prego. Si tratta, comunque, di una semplice precisazione.
L'importante è il concetto di fondo, sul quale concordiamo:
l'opzione Benedetto non si può accettare, va respinta.
Questo come non mai è il momento della lotta in campo aperto
per la restaurazione della vera fede. Sono convinto che
questo vuole da noi oggi il Signore, soprattutto questo.
PP
Sull'ora presente:
RispondiEliminaM5s vuole la sottomissione degli altri partiti
Emerge fra tutti la posizione del M5s che chiede a gran voce ciò che sa perfettamente di non poter ottenere: la schiavitù, quindi senza nulla in cambio, degli altri partiti. Non solo: il M5s dice chiaramente che farà un’alleanza con chiunque permetta di governare: che siano di destra, di sinistra o di centro non importa. Ora, è bene chiarire questo concetto della post ideologia: una solenne sciocchezza dietro cui si cela la sola volontà della presa del potere. Le ideologie sono quello strumento che rendono possibile una visione del mondo, e il successivo lavoro culturale e valoriale per trasformarlo in tal senso. Dopo dieci anni di vita, il motto del M5s «non siamo né di destra né di sinistra» si sta traducendo in «non siamo nulla, non pensiamo nulla, vogliamo solo prendere il posto di quelli che ci precedevano». Il M5s si sta rivelando, con un atteggiamento ipertrofico, il vero freno sulla strada del cambiamento. Questo per mille ragioni, tutte connaturate alla sua non cultura e non appartenenza. Che può risultare utile durante la fase distruttiva, ma diventa un terribile boomerang, per tutti, nel momento in cui si deve costruire.
Voi dite :". Sono convinto che questo vuole da noi oggi il Signore, soprattutto questo".
RispondiEliminaPertanto intendete disapprovare chi la pensa diversamente? Non ritenete possibile che ad alcuni possa essere dato un compito (non dico "vocazione") ed ad altri un altro? Che le varie opzioni possano coesistere ed aiutarsi tra loro? Ovvero che il Signore possa volere da -VOI- un determinato tipo di impegno e da altri degli impegni diversi?
Forse più che ai monaci benedettini, bisogna guardare ANCHE ad altri esempi storici. Ai Cattolici giapponesi e coreani del periodo tra il XVII ed il XIX Secolo ed ai Cristiani dell'Est Europeo dei tempi staliniani. Magari ad una rete di famiglie che si sforzino, almeno al loro interno, non solo e non tanto di lavorare al compito più importante e che dovrebbe di tutti, ovvero la propria santificazione, ma anche di vivere come se il Papa si chiamasse Pio IX? Cioè tramandare preghiere, pratiche, documenti magisteriali ante/anti Vat.II? In altre parole, darsi lo scopo di, appunto, "conservare il seme" ? Prepararsi, quando sarà possibile, alla ricostruzione da zero (o quasi) della realtà ecclesiale (ma anche civile)?
Quindi, se le cose stanno come descritto nel precedente commento:
RispondiEliminaa) Che differenza vedete tra Di MAIO ed un qualunque Mastella?
b) Beppe Grillo lo ha detto tante volte, fin troppo chiaramente :" Se fallisco io, ARRIVA ALBA DORATA". Traduzione :"Sto qua per incanalare il dissenso e sterilizzarlo".
Per un altro articolo
RispondiEliminahttps://www.maurizioblondet.it/la-neochiesa-e-leducazione-della-gioventu-non-solo-cattopornografia-anche-cattosatanismo/#disqus_thread
@Anonimo 10:36
RispondiEliminaMi sembra di essere stato chiaro:
Il punto chiave è il seguente: se bisogna continuare o no a combattere le battaglie culturali, essendo l'opzione Benedetto un qualcosa in più che si può fare contemporaneamente.
punto chiave è il seguente: se bisogna continuare o no a combattere le battaglie culturali, essendo l'opzione Benedetto un qualcosa in più che si può fare contemporaneamente.
RispondiEliminaAlcune persone possono essere chiamate ad un tipo di impegno (più o meno) esclusivo in un campo, altre in un altro, altre in tutti e due, altri in nessuno di questi, ma in altri ancora.
Evidentemente proprio non ci capiamo... devo riscrivere: se l'opzione Benedetto è qualcosa che si può fare contemporaneamente alle battaglie culturali, niente da dire. Il che è quello che scrive lei: ognuno farà quanto ritiene appropriato alle proprie capacità. Se invece è qualcosa che viene proposto in alternativa, perché si ritengono le battaglie culturali ormai tempo perso (ed è quello che leggo nell'articolo segnalato l'altro giorno, in questo passaggio: Potrebbe essere che il modo migliore per fermare la marea è… non fermare la marea? Cioè, smettere di disporre i sacchi di sabbia e costruire invece un’arca dove ripararci fino a che le acque non si saranno ritirate e potremo mettere i piedi di nuovo sulla terra asciutta?») allora è criticabile.
RispondiEliminaAggiungo una considerazione: che se l'opzione Benedetto non viene proposta in contrapposizione alle battaglie culturali, diventa una specie di tautologia: intanto perché le battaglie culturali già costruiscono comunità (si pensi a questa per esempio, oppure a quella che si raccoglie intorno a riviste com LNBQ, Il Timone, Riscossa Cristiana, ... oppure quelle che si riunisco intorno alla Marcia per la Vita; oppure le comunità Summorum Pontificum, la FSSP, la FSSPX, l'IBP, eccetera); e poi perché, all'opposto, e si ritorna alle obiezioni precedenti, non si vede come in questo mondo una comunità Benedetto possa sussistere se non combatte essa stessa una battaglia culturale, per la propria sopravvivenza.
all'opposto, e si ritorna alle obiezioni precedenti, non si vede come in questo mondo una comunità Benedetto possa sussistere se non combatte essa stessa una battaglia culturale, per la propria sopravvivenza.
RispondiEliminaCulturale? Preghiamo Dio che sia sempre e solo culturale. Non venga mai il giorno in cui si debba mettere in preventivo anche l'almeno ipotizzare di doversi difendere anche fisicamente.
>all'opposto, e si ritorna alle obiezioni precedenti, non si vede come in questo mondo una comunità Benedetto possa sussistere se non combatte essa stessa una battaglia culturale, per la propria sopravvivenza.
1)SCEGLIENDO la strada se non proprio della semi-clandestinità, quanto meno del fare "lobbyng". Per questo è utile studiare i casi relativi all'area Giappone-Corea dei secoli passati e/o all'Est- Europa;
2) appoggiandosi su altri che lo fanno.
Culturale? Preghiamo Dio che sia sempre e solo culturale. Non venga mai il giorno in cui si debba mettere in preventivo anche l'almeno ipotizzare di doversi difendere anche fisicamente.
RispondiEliminaSperiamo di no. Ma questo tipicamente avviene dopo aver perso le battaglie culturali - quella di Alfie è un esempio eclatante.
Aggiungo una breve considerazione. Il caso di Alfie Evans è eclatante, nel senso che si può considerare una sorta di "opzione Benedetto": di fronte alle leggi e al sistema di una società totalmente anti-cristiana, i genitori non si sono intestati la battaglia di cambiare le cose (non è a loro portata, non lo è a portata di nessuno nell'immediato), ma hanno chiesto semplicemente di ritirarsi nella loro ridotta: ovvero un ospedale di loro scelta, come il Bambin Gesù, che ancora lavora con regole cristiane. Non glielo hanno permesso. Ed è stata combattuta una battaglia, perché fortunatamente una bella truppa di volontari è andata a soccorrerli, con tutte le competenze tecniche del caso. Se non ce lo permettono per questioni di vita o di morte, e ci ingaggiano battaglia per impedircelo, come si può pensare che ce lo permetterebbero per questioni meno drammatiche, come quelle culturali, per giunta senza neanche combattere?
RispondiEliminaL’unico che non può entrare in Italia..
RispondiEliminahttp://lanuovabq.it/it/meglio-cani-in-afghanistan-che-cristiani-a-liverpool