Nella nostra traduzione dal Catholic Herald una reazione alla recente lettera del Vaticano che blocca la pubblicazione del documento dei vescovi tedeschi sulla «ospitalità eucaristica» ma non blocca l'eresia [vedi].
Il capo della commissione dei vescovi tedeschi per l’ecumenismo ha detto che il rifiuto del Vaticano della proposta tedesca è "inspiegabile"
Il Vaticano sta affrontando un contraccolpo dalla Germania dopo la pubblicazione della lettera sulla Comunione ai protestanti.
La maggioranza della Conferenza episcopale aveva approvato un documento per permettere ai coniugi protestanti di cattolici di ricevere la Comunione se provavano “sofferenza” [qui].
Dopo l'appello espresso di una minoranza di vescovi tedeschi [qui -qui], dapprima papa Francesco ha rifiutato di prendere una decisione. Ma ieri è emerso che la Congregazione per la Dottrina della Fede, in una lettera approvata dal Papa [qui], ha poi detto ai vescovi tedeschi che non avrebbero dovuto proseguire il loro progetto. La lettera rileva che il progetto ha implicazioni teologiche per tutta la Chiesa, e che i vescovi devono attendere ulteriori chiarimenti dal Vaticano [vedi chiose di cui al link).
Oggi il vescovo Gerhard Feige, che dirige la commissione dei vescovi tedeschi per l’ecumenismo, ha pubblicato una risposta dai toni molto accesi sul sito web della Conferenza episcopale tedesca.
Mons. Feige ha detto che la decisione “incomprensibile” del Vaticano ha causato “ferite” nella Chiesa tedesca. E scrive : “Grande è la delusione per molti, il danno non è ancora prevedibile”. Ha criticato il “pensiero in bianco e nero”, affermando che ogni caso doveva essere preso a sé, date le “innumerevoli eccezioni” alle regole generali.
Apprendiamo da altra fonte [qui] che il vescovo aveva già difeso la Comunione ai Protestanti, attaccando brutalmente le critiche in un'intervista rilasciata a Christ & Welt (26 aprile), arrivando a dire che sarebbe "macabro" e "vergognoso" perdere l'attuale "opportunità". Egli inoltre denigra i sette vescovi che si sono appellati a Roma per chiarire la questione, secondo lui "attaccati a una visione preconciliare della Chiesa" ed ha dichiarato che la maggioranza dei vescovi non voleva inviare il documento n Vaticano per l'approvazione.
Intanto una breccia è stata già innescata anche in Italia.
Intanto una breccia è stata già innescata anche in Italia.
Dimostrazione che il 'ni' porta confusione e lacerazione. Non è possibile andare d'accordo con tutti, fare gli amiconi di questo e quello. Chi vuole andare altrove, vada. Compresi vescovi che non 'si sentono' cattolici.
RispondiElimina
RispondiEliminaEt l'ex-pape, Joseph Ratzinger, n'a-t-il rien à dire, ou à rappeler, à ses confrères allemands à la dérive, sur un sujet d'aussi vitale importance pour la foi catholique que le mystère de la Présence Réelle et de la transsubstantiation ?
Où est le temps où les pasteurs du troupeau (même émérites, même à la retraite) aimaient répéter, avec le psalmiste, « Seigneur, le zèle de ta maison me dévore » ?
De quoi sont-ils dévorés, aujourd'hui, tous ces gens-là ?
Se i sacramenti sono visti in chiave prevalentemente o unicamente social-comunitaria, mi sembra logico non creare esclusioni e includere il più possibile, visto che andiamo in una società che vuole includere tutti almeno intenzionalmene ...
RispondiEliminaMa se i sacramenti sono un vincolo con il Cielo, allora le cose cambiano. E' inevitabile vedere in essi il lato "tremendum" che la cosa comporta per cui nessuno vi è mai preparato abbastanza, figuriamoci quelli che vi si avvicinano con intenti unicamente social-comunitari!
Nel campo dei sacramenti si vede in modo inequivocabile il crollo del soprannaturale, l'annullamento della fede in favore di convenzioni unicamente umane. A questo punto se i sacramenti amministrati da questi vescovi contestatori sono invalidi (ed è pur possibile che lo siano!) è tutta provvidenza divina giusto per evitare molteplici dissacrazioni.
Costoro rappresentano una chiesa che ha perso la sua anima per inseguire, come un'adolescente innamorata, il mondo nelle sue pazzie...
Cher Anonyme,
RispondiEliminails sont dévorés par l’amour de Mammone, au moins les évêques allemands.
Quand Benoît XVI annonça l’idee de re-évaluer la « Kirchensteuer », il fut « éliminé ».
Bergoglio est une « créature » des Allemands, il n’ira jamais contre eux.
Et oui, «Eglise pauvre pour le pauvres », mais pas pour les évêques et cardinaux allemands.
Je pense, mon cher ami, qu'il sont dévorés par l'ennemi de Notre Seigneur Jesus Christus
RispondiElimina"Se i sacramenti sono visti in chiave prevalentemente o unicamente social-comunitaria, ...Ma se i sacramenti sono un vincolo con il Cielo, allora le cose cambiano..."
RispondiEliminaNel 2007 è uscito un libro edito da Edizioni Studio Domenicano dal titolo: I Miracoli Eucaristici e le radici cristiane dell'Europa.
In questo libro vengono passati in rassegna forse tutti i Miracoli Eucaristici avvenuti in Europa e fuori d'Europa, un capitolo apposito si occupa di Maria Santissima e l'Eucarestia, un altro capitolo dei Santi, dei Mistici e l'Eucarestia, e Comunioni prodigiose, infine una menzione finale per San Tommaso cantore della Eucarestia.
Sono certa che se uno parte dai fatti, non dalle chiacchiere, e li snocciola uno ad uno, con date e nomi, resta evidente che non si mena il can per l'aia e che il pranzetto uno lo prepara a casa sua, qui si tratta di altro. Siccome stiamo assistendo al tentativo di smantellare tutti i Sacramenti fingendo di essere COSCIENZIOSI, ora basta. Naturalmente questa lettura va bene per tutte le situazioni fin qui uscite durante l'infelicissima storia di questo pontificato, non solo da quando si è messa mano alla Santa Messa. Il mondo alla trasustanziazione non crede. Va bene, peggio per lui. Noi NON POSSIAMO fare quelli dalle ampie vedute, no. Qui la veduta è strettissima. Qui bisogna solo guardare, adorare in ginocchio l'Ostia consacrata.
non è possibile andare d'accordo con tutti...
RispondiEliminainfatti in Cecoslovacchia....
i Vescovi cechi hanno dichiarato:
"...dichiariamo che l’attuale Vaticano, che si è separato dalla dottrina ortodossa e legalizza le eresie, perde la sua autorità spirituale e la sua giustificazione. Ogni vescovo, sacerdote e credente che vuole essere salvato non può obbedire agli ordini di Francesco, anche se dovrebbe essere minacciato di scomunica. Ciò è confermato anche dalla bolla dogmatica di Paolo IV, che afferma che tutte le azioni e le disposizioni di un papa eretico sono nulle!
....
non possiamo essere in unità con l’eretico Francesco e allo stesso tempo con Gesù, nostro Salvatore. Abbiamo scelto Gesù!
La comunione interna con il Corpo mistico di Cristo è spezzata dalle eresie.
...
La Chiesa cattolica ceca ora annuncia lo stato di sede vacante davanti all’intero mondo cattolico. I vescovi cechi non rispettano un eretico sul trono papale e si separano dal Vaticano fino a quando viene nominato un papa ortodosso (decentramento ortodosso).
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Lettera pastorale redatta da
+ Metodio, OSBMr
Vescovo-segretario del Patriarcato Cattolico Bizantino
Il 26 febbraio 2018
Andiamoci piano. Il 'patriarcato cattolico bizantino' non è certo l'insieme dei vescovi cechi, cioè la conferenza episcopale...
RispondiEliminaI componenti del 'Patriarcato cattolico bizantino' sono ex membri dell'Ordine monastico Basiliano di San Giosafat (cattolico, di rito bizantino, ovviamente) che dicono di essere stati consacrati vescovi. Ma la Santa Sede non ha riconosciuto la validità della loro consacrazione (perché, non saprei dirlo) e da quel che ho capito li ha scomunicati (la terminologia usata però mi sembra un po' fluida, nel senso di poco rigorosa) nel 2012.
RispondiEliminaIl tutto è riportato nella seguente lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, a firma dell'allora prefetto card. Levada:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2012/03/29/0187/00427.html
Non saprei dire di più, la cosa non mi sembra tuttavia molto chiara. Visti i tempi, non vorrei che motivazioni di matrice neomodernista avessero avuto qualcosa a che fare in questa condanna, falsandone le premesse.
Se qualcuno fosse in grado di approfondire la questione, sarebbe cosa utile.
Ho sentito al TG delle 20 che a Roma è caduto un altro fulmine sul cupolone di San Pietro, che ha gettato la basilica nel'oscurità per un certo tempo. Altro segno dal Cielo ? forse un avvertimento per la prossima, futura intercomunione con i protestanti, a cui stanno lavorando gli uomini fidati di Bergoglio ? o forse si tratta di un segnale di pericolo per la possibile inglobazione della FSSPX in una prelatura personale di Mons. Fellay (una specie di riserva indiana), cosa alla quale il Superiore Generale della Fraternità semnra tenere molto, e per la quale (il famoso "piatto di lenticchie") svenderebbe l'ultimo baluardo a difesa del vero Cattolicesimo. Intensifichiamo le preghiere, affinché questo scenario non abbia mai a realizzarsi, e mons Fellay sia richiamato all'ordine, all'obbedienza al Fondatore, San (per me) Marcèl Léfèbvre.
RispondiEliminaNon è la chiesa cattolica ceca ad aver scritto questa dichiarazione.
RispondiEliminaÈ questo Metodio che l'ha scritta.
L'ha scritta indirizzandola alla conferenza episcopale ceca come fosse un facsimile della conferenza stessa, cioè firmandola lui per essa, e proponendole di farla propria ai fini di stimolarla a prendere una posizione ostile e irrevocabile nei confronti di papa Bergoglio.
Sì, è vero, ha ragione Mic: la sigla citata è probabilmente una delle tante "chiese" autocefale, ortodosse e autodefinentesi "cattoliche", ma non riconosciute da nessuno, che si agitano nell'est europeo, spesso limitate a poche migliaia di fedeli. Però hanno il diritto di veder riconosciuta la trasmissione apostolica e, quindi, credo che le loro Messe siano valide.
RispondiEliminaPoi, quanto afferma questa "chiesa", ancorché non canonica, è così fuori luogo? Così assurdo? A me non sembra.
Poi, consentitemi un'affermazione che molti di voi considereranno discutibile, soprattutto i soliti anti-ortodossi che ogni tanto infestano il blog: io tra questo presule cattolico o ortodosso che sia, bizantino certamente di rito, che ha fatto queste pur dubbie affermazioni, e il mio parroco "cattolico" a Milano, filo immigrazionista, filo comunista, e che stasera, nella sua lunghissima, noiosissima, semi-eretica, come al solito, predica si è dichiarato a favore del divorzio (incredibile, ma vero), chi pensate che butti giù dalla torre?
Silente
RispondiEliminaInoltre la "Cecoslovacchia" non esiste più da parecchi anni, da quando cechi e slovacchi
si sono separati, dopo la fine del comunismo, creando due Stati diversi: la Repubblica Ceca, con forte componente protestante, e comunque di forti tradizioni laiche; e lo Stato slovacco, profondamente (ancora) cattolico.
Questo "Patriarcato cattolico bizantino", si suppone "bizantino" di rito, chi rappresenterebbe effettivamente, nella Repubblica Ceca? Cerchiamo di essere precisi nelle informazioni.
PP
https://aiepressoffice.wordpress.com/
RispondiEliminaQuesto e' il sito ufficiale della Associazione Internazionale Esorcisti , qui ci sono notizie e interviste sicure .
Con l'immagine e la preghiera alla Vergine Maria auguro a tutti una santa notte .
Intensifichiamo le preghiere, affinché questo scenario non abbia mai a realizzarsi
RispondiEliminaIo intensificherei le preghiere perché sia fatta la volontà del Padre...
Concordo con Silente.
RispondiEliminaQuesta storia dell'ortodossia di Francesco sta andando avanti da troppi anni senza che nessuno prenda posizioni certe e nette. Non mi pare che le conseguenze di questo buonismo religioso siano positive, le acrobazie si moltiplicano e la confusione pure. La Comunione ai protestanti è gravissima, la stessa presenza di Cristo viente praticamente negata, eppure anche questa questione finirà in niente, come al solito. I dubia sono finiti nel dimenticatoio, il resto viene da sè.
Tanti preti sono decisamente allo sbando ma nessuno li ferma, Francesco si preoccupa praticamente solo dei migranti e il pensiero liquido è vincente in ogni ambito della società. Fino a quando, Signore?
i soliti anti-ortodossi che ogni tanto infestano il blog:
RispondiEliminaIo direi piuttosto "i soliti filo-ortodossi che infestano il blog"
io tra questo presule cattolico o ortodosso che sia, bizantino certamente di rito, che ha fatto queste pur dubbie affermazioni, e il mio parroco "cattolico" a Milano, filo immigrazionista, filo comunista, e che stasera, nella sua lunghissima, noiosissima, semi-eretica, come al solito, predica si è dichiarato a favore del divorzio (incredibile, ma vero), chi pensate che butti giù dalla torre?
Beh, Silente, mica siamo obbligati a optare tra l'uno o l'altro!
Né obbligati a frequentare o l'uno o l'altro!
Un film su Francesco in cui il papa recita se stesso.....
RispondiEliminaBasta la presentazione per capire che roba è. Protagonismo puro.
https://www.youtube.com/watch?v=g7zmXGyYBFQ
RispondiEliminaAnonimo dalla critica velenosa su mons. Fellay
Su quali elementi di fatto basa lei le sue affermazioni, che appaiono del tutto ingiustificate ed offensive nei confronti del Superiore della FSSPX?
Quanti anni sono che certi anonimi continuano a dire che mons. Fellay è pronto a "svendere" la FSSPX al VAticano, tetragoni ad ogni smentita, sia formale sia proveniente dai fatti stessi?
Non l'ha forse detto a chiare lettere, mons. Fellay, che la questione dottrinale rappresenta sempre un nodo insuperabile nei rapporti della FSSPX con la S. Sede attuale? Non ha inoltre mons. Fellay posto la sua firma sotto l'ultima censura dottrinale cui è stato sottoposto Papa Francesco?
PP
Non è che Bergoglio si è schierato con il patriarcato di Mosca, cosi Metodio si è risentito è ha rilasciato quella dichiarazione?
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
Visti i commenti sopra riportati, ripeto ancora:
RispondiEliminai membri del 'Patriarcato cattolico bizantino' non provengono dagli 'ortodossi', sono ex membri dell'Ordine monastico di San Giosafat, un Ordine religioso della Chiesa Cattolica, e continuano a dichiararsi cattolici.
Il problema è invece costituito da altro, in primis perchè dichiarano di essere stati consacrati vescovi, ma ciò non viene loro riconosciuto.
C'è una lettera della CdF del 2012 a firma del cardinale Levada che li riguarda e li condanna, richiamando l'idea di una loro scomunica. Ripropongo il link che ho già indicato:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2012/03/29/0187/00427.html
E come ho già scritto: non vorrei che motivazioni di matrice neomodernista avessero avuto qualcosa a che fare in questa condanna, falsandone le premesse. Se qualcuno fosse in grado di approfondire la questione, sarebbe cosa utile. Ma su base documentaria, ovviamente.
@ PP 10 giugno 2018 09:32
RispondiEliminaQuesto documento, cioè la lettera di Mons Fellay a BXVI del 17 giugno 2012, e gli altri documenti cliccabili sui links ivi contenuti, potrebbero essere utili per comprendere le dirompenti affermazioni di anonimo 9 giugno 2018 21:52 in cui afferma che mons. Fellay "svenderebbe l'ultimo baluardo a difesa del vero Cattolicesimo."
http://www.unavox.it/Documenti/Doc0518_Lettera_Mons-Fellay_a_Papa-BXVI.html
RispondiElimina@ Marius
Sto ai fatti e constato che finora mons. Fellay non ha "svenduto" un bel niente.
Ed anzi ha preso posizioni esplicita tra i critici argomentati di Papa Francesco,
firmando anche lui un'importante Correctio doctrinalis rivolta al Papa.
PP
@ PP
RispondiEliminaAnch'io ho sempre notato quanto Lei dice, ma a detta di coloro che sono addentro sembra che ciò che appare ad extra non corrisponda al suo approccio reale, come anche i documenti sopraccitati lasciano trasparire.
RispondiElimina@ Marius
I documenti "sopracitati" non lasciano trasparire un bel niente. Se lei vuol dire
che dimostrerebbero una presunta "doppiezza" di mons. Fellay, è del tutto fuori strada.
Ricordo vagamente la sua lettera a Benedetto XVI e tutte le polemiche che si innescarono
all'epoca. Sono documenti vecchi di sei anni o giù di lì. La trattativa con il Vaticano,
all'epoca di Ben. XVI, naufragò sullo scoglio dottrinale, rappresentato come sappiamo
dall'accettazione del Concilio: Ben. XVI pose alla fine condizioni inaccettabili. Con Bergoglio è successo esattamente lo stesso, anche se in altra forma. Nonostante le aperture
unilaterali di questo Papa nei confronti della FSSPX (confessioni e matrimoni), nonostante l'accordo per l'inquadramento canonistico speciale per la Fraternità fosse in pratica fatto, non se ne fece niente. Non si vuol mai ricordare l'intervista nella quale mons. Fellay disse (cito a memoria) che il problema non era di diritto canonico, era dottrinale, ragion
per cui era inutile aspettarsi il "reinserimento" della Fraternità secondo il nuovo CIC, i tempi non erano ancora maturi.
Successivamente mons. Fellay mise la sua firma alla Correctio dottrinale di cui sopra.
Dove, allora, la supposta "doppiezza" di mons. Fellay?
Lei ha delle prove che non siano riconducibili a semplici interpretazioni di parte, a ciò che "trasparirebbe" dai documenti citati dai nemici di mons. Fellay?
PP
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ PP
RispondiEliminaIo a questo riguardo non ho granitiche certezze, non ho prove come fossi in un processo; osservo, ascolto e mi interrogo, consapevole del fatto che per potersi fare un giudizio preciso occorre disporre di tutti i fattori, molti dei quali rimangono riservati ed inaccessibili.
Constato intanto che vi sono posizioni molto critiche verso mons. Fellay, come quella riportata dall'anonimo che ha fatto partire questo nostro confronto. Posizioni che spesso enunciano senza motivare e dimostrare, come se tutti dovessero già sapere ciò che si intende dire.
Di una cosa però sono certo: la base dottrinale è e deve essere il fondamento di qualsiasi trattativa, e guai se si volesse astrarre da essa preferendo un accordo pratico o "politico", come se poi di conseguenza si potesse costruire ugualmente qualcosa di positivo sia per la Fraternità che per la Chiesa.
Questa appariva la posizione di mons. Schneider allorquando (cito anch’io a memoria) chiamava a raccolta tutte le componenti "ancora sane" della Chiesa per una restaurazione della medesima, al grido "anche mons. Lefebvre l'avrebbe fatto".
Successivamente mons. Fellay mise la sua firma alla Correctio dottrinale, questo è verissimo e sommamente apprezzabile.
Ma quella lettera a BXVI del 15 aprile 2012, che fu divulgata senza il consenso dell’autore suscitando reazioni molto severe e stizzite, sebbene ormai datata di oltre un lustro, secondo me contiene diversi elementi che lasciano trasparire un desiderio da parte sua e un auspicio verso il Papa di soprassedere alla questione dottrinale pur di addivenire ad un accordo. Questo passaggio per esempio mi sembra particolarmente rivelatore:
"Sfortunatamente, nel contesto attuale della Fraternità, la nuova dichiarazione non passerà.
Io confesso di non sapere più che pensare. Avevo creduto di capire che Voi foste disposto a rinviare a più tardi la soluzione delle differenze ancora in corso su certi punti del Concilio e della riforma liturgica, un po’ come al Concilio di Firenze si era passato sotto silenzio la questione del divorzio per cause d’adulterio presso i Greci, pur di arrivare all’unione, ed io mi sono impegnato in questa ottica malgrado l’opposizione molto forte nei ranghi della Fraternità e a prezzo di importanti disordini. Ed ho intenzione di continuare ad attuare tutti i miei sforzi per proseguire su questa strada, al fine di arrivare ai chiarimenti necessari.”
RispondiElimina@ Marius [ultimo intervento]
La citazione che Lei presenta è fuori contesto e non permette di farsi un'idea chiara.
Secondo me, comunque, non dimostra affatto che mons. Fellay fosse disposto a soprassedere alla questione dottrinale "pur di giungere ad un accordo". La "nuova dichiarazione" alla quale lo scrivente si riferisce deve essere la presa di posizione finale di Papa Ratzinger che, a sorpresa, cambiava impostazione. Cioè: aveva lasciato credere a mons. Fellay ("avevo creduto di capire che Voi foste disposto...") che la "soluzione delle questioni dottrinali", che la FSSPX manteneva, sarebbe stata rimandata a più tardi; che cioè la Fraternità sarebbe potuta formalmente tornare canonicamente all'ovile, per così dire, mantenendo la sua opposizione al Concilio, ovvero le note contestazioni dottrinali, delle quali si sarebbe discusso in un secondo tempo. Invece, all'improvviso, si richiedeva l'accettazione preliminare e pubblica da parte della Frater. della legittimità dottrinale del Concilio.
Era questo il cambio di politica che non sarebbe certamente passato all'approvazione della Frat. Poiché, bisogna anche ricordarlo, mons. Fellay non ha certo mai fatto una politica personale o segreta con il VAticano, tutte le decisioni importanti venivano prese pubblicamente, dopo aver discusso con membri autorevoli della Frat.
L'ultima frase è una dichiarazione d'intenti di carattere generale e non dimostra in alcun modo il desiderio o il tentativo di "svendere" la Fraternità. Mons. Fellay non voleva evidentemente ancora "rompere"con il Papa e forse sperava che il Papa avrebbe modificato il suo atteggiamento, ritornando al progetto di una "unione" senza preliminari cedimenti dottrinali imposti alla Fraternità, progetto al quale mons. Fellay dichiarava di mantenersi comunque fedele ("Io mi sono impegnato in questa ottica" (esempio del Conc. di Firenze) "ed ho intenzione di continuare ad attuare tutti i miei sforzi per proseguire su questa strada...", non su quella nuova che impone il cedimento dottrinale).
L'ottica in cui si era impegnato (e sulla quale il Papa sembrava d'accordo) era quella che il Papa aveva all'improvviso rinnegato ma mons. Fellay ribadiva di volersi attenere ad essa, nel suo legittimo desiderio di "unione" ma senza cedimenti dottrinali.
Se questo è "svendere"...
PP
@PP
RispondiEliminaEgregio professore,
mi dispiacerebbe fosse davvero il Suo ultimo intervento, perché mi sembra che ci si stava avvicinando al punto cruciale della questione. Difficilmente si riesce a trovare l’occasione per confrontarsi pacatamente su questi importantissimi argomenti. Perciò non prenda come un affronto nei Suoi confronti il fatto che io continui la discussione nella speranza che Lei cambi idea, o che qualche altro blogger intervenga.
Io non mi fossilizzerei, prendendolo alla lettera, sul termine “svendere”, che è sì forte, ma evidentemente contrassegnato da un'intensa emotività e verosimilmente dettato dal timore che il Superiore rimanga conseguente alla dichiarazione di intenti espressa in quella lettera ("Ed ho intenzione di continuare ad attuare tutti i miei sforzi per proseguire su questa strada, al fine di arrivare ai chiarimenti necessari.”).
Intanto lo scandalo interno che suscitò la pubblicazione di quella lettera, oltre evidentemente al suo contenuto (a cui Lei ed io stiamo dando peso e importanza differenti), suscita l’interrogativo se il Superiore, con quella sua iniziativa personale, avesse oltrepassato la linea di demarcazione del suo impegno personale a nome della Fraternità, anche se, come è ovvio, ogni decisione definitiva sarebbe comunque spettata al Capitolo.
Penso che tutto il problema giri intorno alla questione delle priorità. Ed è proprio su questo che mi sembra che il Superiore si riconosca in contrasto con la maggioranza in seno alla Fraternità ("Sfortunatamente, nel contesto attuale della Fraternità, la nuova dichiarazione non passerà.”):
è prioritario ricevere il riconoscimento canonico spostando in secondo piano la questione dottrinale? Oppure è irrinunciabile il procedimento contrario?
Di fatto il Superiore, come Lei mette in risalto, si manifesta favorevole allo spostamento delle priorità unicamente dal punto di vista temporale mantenendo salva la posizione di principio dal punto di vista dottrinale.
Ci si domanda se questa sia una cosa possibile.
Dal punto di vista del buon senso comune sembra proprio di no. Non per nulla dice il proverbio: “il dopo è figlio del mai”. Nel senso che una volta fatto l’accordo pratico con procrastinamento sine die della questione dottrinale, chi avrà mai più interesse di affrontarla con la determinazione e la coerenza che si impongono? In questo senso la Fraternità, come dice in modo colorito l’anonimo di cui sopra, rimarrebbe a tempo indeterminato una riserva indiana alla mercé del relativismo di chi comanda, senza alcun bene conseguente né per la Chiesa né per la Fraternità.
Il riferimento al Concilio di Firenze può sembrare interessante quale precedente storico, ma non si può non osservare che se allora eccezionalmente un simile procedimento avrebbe potuto essere adottato per il fatto che la Dottrina era ritenuta senz’ombra di dubbio irrinunciabile, non si può certo dire la stessa cosa, ed è come minimo da ingenui ritenerlo, in una Chiesa Conciliare dominata dal pastoralismo in cui siamo immersi, non parliamone poi con il pontificato attuale.
Ma non è soltanto una valutazione prudente sulle possibili conseguenze di una determinata scelta.
La questione delle priorità è anzitutto conseguente ad una questione di principio, ad un agire secondo verità piuttosto che secondo una presunta convenienza. In questo senso il Superiore ha dimostrato di essere più incline ad un approccio "pratico" piuttosto che a quello di principio, e questo è innegabile, suppongo che anche Lei ne convenga.
Vorrei ringraziare il professor Pasqualucci e Marius per questo scambio di opinioni su un argomento che trovo molto interessante, ma sul quale è raro trovare approfondimenti.
RispondiEliminaParlo da ignorante in materia, che, anche grazie alla Fraternità, ha potuto conoscere (e amare) la Santa Messa VO e per questo mi interessa il suo possibile futuro, che vedo strettamente - e indissolubilmente - legato al futuro della Chiesa Cattolica.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2495_Belvecchio_Capitolo_FSSPX_curioso_appello.html
RispondiEliminaSull'appello all'obbedienza al superiore faccio mie le parole di mons. Lefebvre, riferite al superiore massimo della Chiesa (che é un vicario), e che, a maggior ragione, valgono per i "superiori" a lui inferiori, compresi quelli della FSSPX.
RispondiEliminaLa falsa obbedienza é stato il grimaldello con cui hanno condotto il procedimento di autodemolizione della Chiesa.
"Per quanto riguarda quei vescovi che non sono liberali, ma Le si oppongono e La criticano?
La loro opposizione è basata su un’idea imprecisa sull’obbedienza al papa. È, forse, un’obbedienza in buona fede, che potrebbe essere riconducibile all’obbedienza degli ultramontani del secolo scorso, obbedienza che allora era buona perché i papi erano buoni. Tuttavia oggi è un’obbedienza cieca che ha poco a che fare con la pratica e l’adesione alla vera Fede cattolica. In questo momento è importante ricordare ai cattolici di tutto il mondo che l’obbedienza al papa non è una virtù primaria. La gerarchia delle virtù parte dalle tre virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, seguite dalle quattro virtù cardinali di Giustizia, Temperanza, Prudenza e Fortezza. L’obbedienza è un derivato della virtù cardinale della Giustizia. Perciò è ben lungi dall’essere classificata prima nella gerarchia delle virtù. Alcuni vescovi non vogliono dare la minima impressione di disobbedire al Santo Padre. Io capisco come si sentono. E’ chiaro che sia molto spiacevole, se non molto doloroso."
https://1timoteo4.wordpress.com/2016/10/03/intervista-censurata-dal-vaticano-a-mons-marcel-lefebvre-pt-1/
Anna
E ancora mons. Lefebvre sull'obbedienza (stessa intervista):
RispondiElimina"Si deve capire il significato dell'obbedienza e si deve distinguere tra l'obbedienza cieca e la virtù dell'obbedienza. L'obbedienza indiscriminata è in realtà un peccato contro la virtù dell'obbedienza."
Anna