Tutti esaltati e inebriati per una frase come come "Giovani, perseguite i vostri sogni".
Apparentemente, sembrerebbe che il problema sia la esasperante banalità del concetto, che starebbe molto meglio in bocca a un cantautore anni Settanta o nella scena finale di un film dei fratelli Vanzina (per far finta che il film possa avere una valore almeno alla fine...).
In realtà, questa frase reca di per sé un messaggio peggiore della esasperante banalità.
Diciamoci la verità fino in fondo, con totale onestà: questa frase tanto bella e "populista" (questo sì che è populismo, nessuno se ne accorge?), che di primo impatto piace a tutti, chi la direbbe, veramente, al proprio figlio? Almeno, se prima non abbia ben capito quali siano i sogni del proprio figlio. Chi di noi la consiglierebbe senza ovvero indagare prima e invitare al discernimento?
Inseguire i sogni? La vita non è un sogno, la vita è drammaticamente reale: è combattimento, dolore, sforzo quotidiano, fallimento; è anche soddisfazione e gioia, ma la gioia - che è già rara, al di là delle chiacchiere di questa società corrotta e corrompente - raramente viene dai sogni, che sono poi quasi sempre irrealizzati, alla fine della fiera. E quelli realizzati, erano veramente degni di essere perseguiti?
Non ci accorgiamo che una delle cause fondamentali del cosiddetto "disagio giovanile" odierno risiede proprio nella inevitabile presa di coscienza della impossibilità della realizzazione dei propri sogni? E il "disagio giovanile" non sta forse alla base della distruzione della nostra gioventù, che ripiega nel sesso senza regole e limiti, nella droga, nel tribalismo, nella violenza gratuita, nell'imitazione dei modelli idioti imposti in ogni modo e in ogni campo dai Media?
Quali dovrebbero essere questi sogni da perseguire?
Attenzione: non sto dicendo che non bisogna sognare. Io stesso sono ancora un sognatore, alla mia non più tenera età. Sto dicendo che si dovrebbe insegnare la Verità, non il sogno. Si dovrebbe dare senso alla dura realtà della vita, non insegnare a cadere nel mito della propria realizzazione (perché è ovvio che ognuno questo sogna).
Realizzare i propri sogni, infatti, significa realizzare se stessi. Ma realizzare se stessi è il mito di questa società, ormai cadaverica.
E' uno dei tanti miti dissolutori della Rivoluzione gnostica ed egualitaria.
E se anche proprio si volesse sospingere a seguire i sogni, almeno occorrerebbe definire i confini precisi di questo invito: questo equivoco invito dovrebbe essere esposto mettendo anzitutto la Verità e il Bene come unico faro e confine, la Carità come condizione ineliminabile, la disposizione al sacrificio, al dolore, al perdono, alla lotta come cibo quotidiano, la consapevolezza della quasi certa disillusione e quindi la forza per accettarla e per accettare se stessi e i propri limiti come condizione finale.
Senza tutto questo, invitare i giovani a seguire i propri sogni, significa invitarli al fallimento. Si fa bella figura, certo: tutti i media celebrano, folle osannanti di giovani inconsapevoli portati dai noti movimenti religiosi odierni a fare festa a Roma prima di ferragosto cantano e ballano nelle notti delle estati romane... Ma noi non possiamo non chiederci se del destino di ogni singolo giovane presente al Circo Massimo (e di tutti quelli non presenti) ci si preoccupi veramente. E se veramente ogni singolo giovane sia tornato a casa accresciuto nella fede, nella carità, illuminato della Verità.
Nella società passata (in tutte, non solo in quella cristiana), ai giovani non venivano offerti sogni. Veniva offerta la ricerca del valore, dell'onore, del sacrificio; venivano dati ideali supremi per cui vivere e morire. Veniva data una Legge in cui incastonare la proprio esistenza.
Poi, all'interno di tutto questo, si poteva - anzi, forse, si doveva - sognare, in quanto il sogno - ma non il miraggio - è realtà voluta da Dio per infondere entusiasmo di vita e capacità d'azione.
La società cristiana passata produceva santi, cavalieri, e anche contadini e lavoratori forti e sereni dentro. Produceva donne d'acciaio, adatte a crescere uomini forti e altre donne d'acciaio, per affrontare la durezza della vita, e anche per saper vivere un sogno legittimo e giusto.
La società del sogno... produce, nel migliore dei casi, una gioventù debole e finta data in pasto ai signori del mondo, nel peggiore, debosciati, drogati o anime perdute.
Non ci piace sentire questo? Non è vero?
Beh... I fatti parlano intorno a noi. In maniera inequivocabile e da troppo tempo ormai. E solo chi si fa colpevolmente cieco può non vedere.
In tutto il Vangelo, anzi, in tutto il Nuovo Testamento, anzi, in tutto l'insegnamento della Chiesa Cattolica dei primi 19 secoli, non v'è un solo invito a sognare. Ma vi è l'insegnamento costante per come affrontare la realtà della vita e meritare la vita eterna.
Ci sarà una ragione, per cui Gesù Cristo Dio e tutti i suoi servi di tutti i tempi non lo hanno fatto. (Massimo Viglione)
Una mamma che educa un bambino educa un uomo, una mamma che educa una bambina educa un popolo.(proverbio orientale).
RispondiEliminaI giovani amano le proposte esigenti e generose, non le offerte scontate e tre-per-due, patrimonio di chi detiene il mercato e li illude di "occasioni" spacciate per "sogni".
RispondiEliminaI giovani, tanto più quanto maggiormente rimasti giovani e puri, sentono a naso la puzza di ipocrisia di chi li blandisce e li rimbambisce dopo averli abbandonati ad un mondo ostile.
Infatti i giovani disertano in massa non la Chiesa, ma la pseudo-chiesa che va in scena.
Viceversa ovunque vi sia chi è innamorato di Cristo e non se ne vergogni, i giovani ci sono.
Arrivano e stanno, accettando di mettersi in gioco non per un ideale, ma per Cristo.
Chi segue Gesù non "va al massimo", ma rinnega se stesso, prende la sua croce e lo segue.
Chi entra per la porta stretta evita i portoni aperti dal mondo verso la bambagia commerciale.
A chi pensa alla vita eterna, rispetta il sacro e gusta il soprannaturale, non basta una ONG.
Bravissimo Massimo Viglione!
In contrasto, ecco il fenomeno Jordan Peterson, lo psicologo canadese diventato famoso per il suo rifiuto della legge sui pronomi obbligatori per i transessuali, che predica ai giovani (specialmente ai maschi) di assumersi responsabilità, mirando a migliorare prima sè stessi invece di attaccare subito la "società ingiusta" o il "patriarcato"
RispondiEliminaL'unica realizzazione è l'adesione a Cristo. L'unica felicità è Cristo. Non ai sogni, ma a Cristo la sequela. Punto. Tutto il resto sono inutili ciance
RispondiElimina
RispondiEliminaEr Papa ar Circo Massimo, co le donne che sgallettano in primo piano...
Nelle foto del raduno giovanile per il Papa al Circo Massimo di Roma, si vedono
sempre in primo piano delle ragazze in reggipetto e con i capelli al vento.
Forse glielo hanno detto i fotografi di mettersi in mostra in quel modo?
Ma il caldo è caldo, ad Agosto; le giovani donne in tenuta quasi da spiaggia
dovevano sicuramente esserci. Sempre che la foto non sia d'archivio.
Bel modo di vestirsi per andare a riverire il Papa. Senza un minimo di modestia,
di pudore. Ma non circolano così anche normalmente per le nostre città? Anzicheno e pure peggio. E allora?
Perché avrebbero dovuto coprirsi per andare al raduno del Papa? Non si presenta forse come uno di loro, che, incredibile dictu, li blandisce e li liscia, incitandoli ad inseguire i loro sogni?
Ma quali "sogni" può avere questa balda gioventù, che nun je frega gnente de
gnente e de nisuno? Manco de l'animaccia sua, seccel'ha..
"Nun vojjo lavorà : ccosa ve dole?
Pe sta vita io nun me sce sento nato"
Questo c'hanno scritto 'n fronte
E vanno a sfotte er Papa,
Ch'è tutto contento de fasse applaudì:
Ar Circo, come si la rreligione fusse
l'avanspettacolo, l'Alambra Jovinelli...
Pasquinante
RispondiEliminaÀ la question « Pourquoi Dieu nous a-t-il créés et mis au monde ? », le catéchisme de mon enfance répondait ainsi : « Dieu nous a créés pour le connaître, l’aimer et le servir, et par ce moyen mériter la vie éternelle ». Ici, en quelques mots, se trouvait indiquée toute la raison de notre existence.
Il n’était pas dit qu’il nous avait créés pour « être heureux à tout prix dans ce monde », ou que la vie nous était donnée « pour en jouir au maximum », « pour développer toutes nos virtualités », « pour faire de l’argent », « pour jouir des femmes », « pour conquérir le pouvoir », « pour accumuler les honneurs », etc.
Non. « Pour le connaître, l’aimer et le servir ».
Jésus a d'ailleurs répondu à cette question du catéchisme encore plus brièvement : « Je suis venu pour qu’on ait la vie et qu’on l’ait en abondance » (Jn 10, 10).
Le plan de Dieu pour nous est simple : Notre Père des Cieux, qui nous aime d'un amour infini, veut nous donner ce qu’il a de meilleur : la vie éternelle. Jésus est mort sur la croix pour nous racheter du péché et de la séparation de Dieu causée par le péché. Pour nous sauver, Jésus se donne à nous en sa propre personne et nous fait participer à son Corps qui est l’Église (1 Co 12, 27-30).
Au Paradis, si nous en sommes dignes, nous trouverons enfin la plénitude qui nous manquait dans cette existence et que nous ne saurions atteindre sans Jésus. Les accidents de la vie disparaîtront, nous obtiendrons un corps de gloire et nous jouirons d’un bonheur sans fin : celui de contempler Dieu dans sa gloire et d’y être intimement associés (Jn 17, 24). Quelle joie pourrait être plus parfaite que celle-là ?
Bravo Viglione, come sempre!
RispondiEliminaGesù durante la sua predicazione NON fece menzione alcuna dei "valori sociali" del tempo: la pax romana, l'ellenismo, le grandi opere degli Erodi... In Gesù il mondo è la scena dell'intervento redentivo dell'Incarnazione in vista del Regno dei Cieli in presenza del regno terreno del principe di questo mondo. E mentre piange alla vista della Gerusalemme terrena, propone l'accesso alla Gerusalemme celeste anche per i pagani. Il suo stare nel mondo senza essere del mondo è un invito all'ulteriorità.
RispondiEliminaGesù non è interessato al dialogo per accontentare le ragioni degli interlocutori con il loro ruolo nel mondo, ma -senza mai rifiutare la realtà- si rivolge empaticamente a chiunque sollecitando la persone spirituale a rinascere, prendendo vita in un modo nuovo, abbandonando le sole ragioni della corporeità, in primis il peccato, portando i frammenti delle persone a riunificarsi in un centro, coincidente con l'amore di Dio per noi.
Il pensare da egocentrico (fosse pure religiosamente inteso, di una religione politicizzata e finita strumento di protagonismi mondani) diventa così teocentrico, nell'umiltà della serva che fa la volontà di Dio, nel timore di Dio, nel sentirsi bisognosi di misericordia.
Allora l'io che cessa di essere rivolto alle logiche del mondo (fare la mia volontà), scopre Dio, Lo adora, crede e spera. Tutto il resto viene in aggiunta, anche quando tocca alla croce. Allora c'è la libertà, proprio perché ad interessarci davvero è la verità.
Così parlava ai giovani Giovanni Paolo II
RispondiEliminaQualsiasi riferimento all'attualità è puramente voluto.
"Una diffusa cultura dell'effimero, che assegna valore a ciò che piace ed appare bello, vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce.
Viene presentato come ideale un successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri. Aprite però bene gli occhi, cari giovani: questa non è la strada che fa vivere, ma il sentiero che sprofonda nella morte".
Discorso al II Meeting Internazionale dei Giovani, 18 agosto 2001
A proposito del Padre nostro.
RispondiEliminaMa Gesù non fu indotto in tentazione per tre volte nel deserto?
RispondiEliminaDieci tonnellate di rifiuti
Il noto quotidiano di Roma "Il Messaggero" scrive che squadre di spazzini municipali
sono all'opera per ripulire il Circo Massimo dalle circa dieci (10) tonnellate di rifiuti
lasciati dai giovani partecipanti "alla festa con il Papa". Si calcola che i partecipanti
fossero circa 50.000.
Alla vigilia della festa dell'assunzione in cielo del corpo che non conobbe peccato (nemmeno quello originale) di Maria, ci tocca di constatare che la Chiesa che proclamò questo dogma nel 1950 si è ridotta a "licenziare" in terra i corpi in cui stanno le anime che dovrebbe curare.
RispondiElimina@ Anonimo 18:24 : caro amico, mi consenta di risponderle con un altro sonetto romanesco, del grande Carlo Alberto Maria Salustri, in arte Trilussa : "La strada è lunga / ma er deppiù l'ho fatto / ciò 'rcore 'npace e l'anema serena / der savio che s'ammaschera da matto / se me pija 'npensiero che me scoccia / me fermo e chiedo aiuto ar vino (mejo ar Divino) / poi ripijo er camino / cor destino 'nsaccoccia"
RispondiEliminaA chi si lamenta dei vestiti indossati dalle ragazze.
RispondiEliminaCome direbbe il Papa "tutta la carne sulla grigliata".
La grigliata modernista di chi crede a tutto (ecologia e immigrazionismo compresi) ma non crede a Gesù Cristo!
Poveri giovani: senza una guida che indichi la Verità in modo inequivocabile, fermo e con Carità. Quella Vera
Ho sentito alcuni passi del discorso.
RispondiEliminaFrasi molto generiche, per non turbare troppo i giovani con un cristianesimo troppo cristiano e per non compromettere rapporti con il mondo, a cui Bergoglio tiene tantissimo, tanto da sacrificare ad esso la dottrina della Chiesa.
Bravo Anonimo h.8.38 a ricordare le parole di GPII, che pur avendo contribuito a creare questi eventi e questo clima da concerto pop, in linea con le aperture del CVII, perlomeno non aveva paura a dire cose cattoliche.
E per questo veniva punito dai media, che rivolgevano per giorni l'attenzione sui famosi preservativi trovati dagli spazzini, si narrava si numeri esorbitanti...
Ora non mi sembra di aver sentito parlare di preservativi, evidentemente il modernismo portato a compimento ha reso i giovani del Circo Massimo casti e puri....Sorpresona dello Spirito Santo!
Oltre al "sogno", ricorrevano le parole come "testimonianza", "pace", "impegno,
"apertura", "uscita", "dialogo", ecc., banali anche in un'ottica laico/atea.
Il Signore era solo sullo sfondo
Evidentemente il Signore e' contento del fatto che, dopo duemila anni, i giovani ballano e cantano ai piedi di un papa che finalmente ha capito il Vangelo!
Naturalmente il Signore lo ha definito spesso definito come "Dio", piu' neutro e meno divisivo, perché il Nome di Gesù divide, potrebbe far pensare a un "Dio cattolico" che, come insegna codesto papa, non esiste, posto che tutte le religioni adorano lo stesso Dio.
Grande livore di Bergoglio contro il clericalismo, pur essendo lui il papa più clericale, fariseo e mondano della storia della Chiesa.
Grande fervore per la "Chiesa in uscita", contro quella Chiesa cattiva del passato che non ha capito nulla e ha annunciato un messaggio diverso, scoperto solo ora da Bergoglio.
Grande abilità in questo screditamento, anche senza dirlo apertamente, anche con quelle sue espressioni facciali tipiche e visibili quando disprezza la Chiesa e i fedeli che non la seguono.
Grande ammirazione e tante parole di elogio degli opinionisti e dei giovani per l'uomo Bergoglio.
Pochissime parole di amore per Gesù Cristo, non ho sentito nulla sul soprannaturale, la Croce, il pentimento, il peccato, la redenzione, l'Eucarestia, la Madonna.
I giovani vanno bene così come sono, basta che seguano la loro idea di bene e di male, conforme ai loro sogni (...mi ricordava tanto Crozza, tra Briatore e Marzullo)
Un discorso intercambiabile, tanto effetto e nessuna sostanza, come gradito dall'oligarchia massonico/progressista che ha in mano il potere globale.
"In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna."
RispondiEliminaGiovanni Paolo II nella Veglia a Tor Vergata Giubileo dei giovani...
IO C'ERO!ed ero una giovane!
E ho continuato a sognare!ho perseguito il mio sogno di felicità! E Cristo si è fatto trovare da me, che sognavo la felicità!
Perciò cari giovani... PERSEGUITE I VOSTRI SOGNI! "NON ABBIATE PAURA DI APR IRE LE PORTE A CRISTO'
Grazie papa Francesco per essere (in continuità con Giovanni Paolo!)l'unico a capire davvero il cuore dei giovani...
Grazie che, come una mamma saggia e amorevole, ci sbricioli la Verità del Vangelo secondo come le nostre bocche inaridite possono ancora oggi gustarlo... A piccole pillole...che sembrano banali ai grandi medici tutto cervello e niente misericordia!!!
Grazie Signore per averci donato papà Francesco!!!!