Si parla di “cambio di paradigma” dovuto alla “Contestazione”. Quali sono le più evidenti mutazioni nel corpo sociale?
È vero che apparentemente c’è stato un cambiamento di paradigma con la “Contestazione” e dopo la “Contestazione” del ’68. Il cambiamento è propriamente, però, uno sviluppo del paradigma rivoluzionario precedente; meglio, è l’applicazione più radicale del paradigma precedente. Con la “Contestazione”, infatti, la Rivoluzione è stata portata a un punto di non-ritorno. La cosiddetta “Rivoluzione-negativa”, cioè la “Contestazione”, porta alle estreme conseguenze il soggettivismo liberale, distruggendo anche il soggetto che, a parole, dice di promuovere e, in alcuni casi, di difendere. La conseguenza è, politicamente parlando, l’anarchia nelle istituzioni e per mezzo delle istituzioni. Il “corpo sociale” è scomparso.
Quanto il Sessantotto è figlio della Rivoluzione o della Riforma, in senso moderno?
Il Sessantotto è il prodotto più maturo della Rivoluzione che nella Riforma (luterana) trova un sostanziale punto di appoggio. Non è il solo, ovviamente. La Riforma, però, è la premessa della Rivoluzione francese e di tutte quelle che seguirono.
Quanto ha influito la prassi arrendevole di una parte del mondo cattolico, a seguito della “scelta religiosa” di Bachelet, ad esempio, sull’imporsi delle suggestioni rivoluzionarie?
I cattolici, accettando il liberalismo (si veda, per esempio, il Partito Popolare Italiano di Sturzo) e soprattutto la democrazia moderna (la DC di De Gasperi), avevano già optato per le “suggestioni rivoluzionarie”. La “scelta religiosa” dell’Azione cattolica è una reazione al fallimento del “trionfalismo politico” che il mondo cattolico italiano praticò dopo (e in seguito) al 18 aprile 1948. La “scelta religiosa” non rimedia al cedimento dei cattolici alla Rivoluzione (avvenuto principalmente nel secondo dopoguerra con il successo elettorale della DC). Anzi la favorisce e la irrobustisce. Essa, da una parte, è certificazione di una sconfitta. Dall’altra è segno di una rinuncia al doveroso impegno nel temporale per la regalità di Gesù Cristo. Nell’uno e nell’altro caso è rinnovato il cedimento alla Rivoluzione, non importa sotto quale aspetto essa viene praticata e affermata.
In che modo alcune correnti della filosofia e della teologia cristiane (Maritain e Rahner, ad esempio) hanno preparato il terreno al Sessantotto?
Il Sessantotto ha radici lontane. Il suo humus è la gnosi che soprattutto nelle dottrine “filosofiche” tedesche ha trovato modo di affermarsi sotto “sistemi” apparentemente diversi. Maritain è pensatore ambiguo, sempre pronto a rendersi utile (se richiesto). Il “secondo” Maritain in particolare aiuta l’affermazione del Sessantotto. Egli, infatti, nelle opere del periodo americano sostiene che la libertà moderna (ovvero la libertà liberale) è la libertà cristiana (contrariamente a quanto da lui stesso precedentemente affermato). E, poco prima, aveva sostenuto che il comunismo era un’eresia cristiana e che, pertanto, non era intrinsecamente perverso come, invece, insegnò Pio XI. La “Contestazione” trae alimento anche da queste posizioni. Rahner, però, è colui che rende sistematica (in totale dipendenza da Heidegger) la svolta antropologica (come propriamente definita da Cornelio Fabro): Chiesa e umanità sarebbero la stessa cosa e la religione sarebbe quella dell’umanità. Teoria, questa, che aiuta la “Contestazione”. Soprattutto, però, introduce i suoi paradigmi nella Chiesa.
Quando, invece, e in che modo il mondo cattolico ha saputo reagire, o abbozzare una qualche reazione all’ateismo e al secolarismo dei contestatori?
Il mondo cattolico non ha reagito alla secolarizzazione. L’ha assecondata. Ciò non significa che reazioni non ci siano state. A livello filosofico basterebbe citare il monumentale lavoro di Cornelio Fabro Introduzione all’ateismo moderno (1964) e l’acuta e originale analisi di Augusto Del Noce in Il problema dell’ateismo (1964); a livello politico va registrato l’incessante opera di Carlo Francesco D’Agostino, autore da riscoprire e ripensare; a livello culturale, soprattutto giuridico, va ricordato l’impegno di Pietro Giuseppe Grasso Costituzione e secolarizzazione(2002). I cattolici, però, fuorviati soprattutto da Maritain, ritennero che l’ateismo fosse causato unicamente dalla loro mancata testimonianza. Si tratta di errori che hanno portato fuori strada la cristianità. Soprattutto, però, il mondo cattolico ha ritenuto di assecondare il processo di secolarizzazione, ritenendo che i cristiani, così, sarebbero diventati adulti. È il processo attualmente in corso, che dipende da una visione della storia immanentistica e laicista.
Può fare un quadro dei problemi attuali scaturiti dal Sessantotto o che, comunque, hanno influenzato la società a seguito della Contestazione?
Il Sessantotto ha inciso a 360 gradi. Esso è figlio della cultura del sospetto (insegnata, in particolare, da Marx, Freud e Nietzsche) e ha seminato sospetto; ha vanificato la morale facendo leva sull’autenticità heideggeriana; ha dissolto la politica nel mero potere (in ciò continuando la Modernità); ha trasformato i diritti in pretese. Si tratta di una Rivoluzione a tutto tondo che è necessario ripensare per poterla consapevolmente superare o, meglio, per poterla definitivamente abbandonare.
Silvio Brachetta______________________________________
Postille di Chiesa e post-concilio all'interessante intervista
- L'individualismo luterano all'origine della Contestazione ossia dell'involuzione nichilistica ed edonistica del sentire moderno? La tesi appare accettabile purché integrata con i dovuti "distinguo". Non c'è un legame diretto, ovviamente. Lutero era individualista in religione ma conservatore e autoritario in politica e in tutto il resto. Quando ebbe sentore delle teorie di Copernico, che ipotizzavano il movimento della terra, cominciò ad inveire, definendole opera di un folle e un cretino (Narr) che osava contraddire la S. Scrittura. Voglio dire che, su quell'iniziale spinta individualistica a sfondo religioso si sono poi inserite ben altre componenti, esplose poi nella Rivoluzione Francese. Era l'individualismo borghese, nutrito delle nuove necessità economiche, che la struttura ancora feudale della società francese non riusciva a soddisfare. Ma questo individualismo, oltre che con l'utilitarismo a sfondo economico, si nutriva anche dell'orgoglio che arrivava all'uomo moderno dalle scoperte scientifiche, che avevano rivoluzionato la visione del cosmo, in pratica annientando l'autorità della Bibbia e giustificando (in apparenza) il conseguente antropocentrismo che stava prendendo sempre più piede.
- Nel Sessantotto fu essenziale la componente della Rivoluzione Sessuale: libertinaggio a 360 gradi, femminismo etc. Questo è un filone che poi si è ingrossato enormemente, travolgendo la società, come possiamo vedere oggi. Era il trionfo dei peggiori istinti, che si sostituivano alla cultura e alla morale. Un gioco sporco e falso poiché il Movimento Studentesco poteva giocare alla Rivoluzione solo perché era fortemente protetto dalle sinistre e in particolare dai partiti comunisti dell'epoca, che lo usavano come "ferro di lancia" per distruggere la società capitalista attraverso l'edonismo borghese.
- Mi sembrano del tutto corrette le critiche ai cattolici, intellettuali e partiti politici. Aggiungerei però che i cattolici in Italia, tranne casi individuali, non si sono mai distinti per un forte senso dello Stato. Pesava e pesa ancora su di loro la riserva mentale sull'origine risorgimentale, anticlericale, dello Stato italiano, come se il vulnus inferto alla Chiesa-istituzione, con il sottrarle l'ormai consunto potere temporale, non fosse stato perdonato dal Papa con la Conciliazione del '29, che i cattolici "tradizionalisti" infatti non nominano mai, disdegnandola evidentemente. A mio modesto avviso, questa "riserva mentale" (condita di moralismo) nei confronti dello Stato italiano e dell'Italia unita, cui se ne dovrebbe contrapporre una "organica" o delle "nazionalità spontanee" (nozioni chiare solo in apparenza) compare anche negli intellettuali nominati in chiusura dell'intervista. PP
Pensatela come vi pare, ma #Salvini è in questo momento l'uomo più importante in Europa.
RispondiEliminaSono contento che abbia voluto scrivere la Prefazione all'ultimo libro mio e di Paolo Becchi, "Dalla Seconda alla Terza Repubblica. Come nasce il governo Lega-M5S", Paesi edizioni. Nella prefazione Matteo parla di Europa e vincoli esterni, lanciando la sfida decisiva popoli VS élites.
Giuseppe Palma
RispondiEliminaPostille all'interessante intervista
1. L'individualismo luterano all'origine della Contestazione ossia dell'involuzione nichilistica ed edonistica del sentire moderno? La tesi appare accettabile purché integrata
con i dovuti "distinguo". Non c'è un legame diretto, ovviamente. Lutero era individualista in religione ma conservatore e autoritario in politica e in tutto il resto. Quando ebbe sentore delle teorie di Copernico, che ipotizzavano il movimento della terra, cominciò ad inveire, definendole opera di un folle e un cretino (Narr) che osava contraddire la S. Scrittura. Voglio dire che, su quell'iniziale spinta individualistica a sfondo religioso si sono poi inserite ben altre componenti, esplose poi nella Rivoluzione Francese. Era l'individualismo borghese, nutrito delle nuove necessità economiche, che la struttura ancora feudale della società francese non riusciva a soddisfare. Ma questo individualismo, oltre che con l'utilitarismo a sfondo economico, si nutriva anche dell'orgoglio che arrivava all'uomo moderno dalle scoperte scientifiche, che avevano rivoluzionato la visione del cosmo, in pratica annientando l'autorità della Bibbia e giustificando (in apparenza) il conseguente antropocentrismo che stava prendendo sempre più piede.
2. Nel Sessantotto fu essenziale la componente della Rivoluzione Sessuale: libertinaggio a 360 gradi, femmnismo etc. Questo è un filone che poi si è ingrossato enormemente, travolgendo la società, come possiamo vedere oggi. Era il trionfo dei peggiori istinti, che si sostituivano alla cultura e alla morale. Un gioco sporco e falso poiché il Movimento Studentesco poteva giocare alla Rivoluzione solo perché era fortemente protetto dalle sinistre e in particolare dai partiti comunisti dell'epoca, che lo usavano come "ferro di lancia" per distruggere la società capitalista attraverso l'edonismo borghese.
3. Mi sembrano del tutto corrette le critiche ai cattolici, intellettuali e partiti politici. Aggiungerei però che i cattolici in Italia, tranne casi individuali, non si sono mai distinti per un forte senso dello Stato. Pesava e pesa ancora su di loro la riserva mentale sull'origine risorgimentale, anticlericale, dello Stato italiano, come se il vulnus inferto alla Chiesa-istituzione, con il sottrarle l'ormai consunto potere temporale, non fosse stato perdonato dal Papa con la Conciliazione del '29, che i cattolici "tradizionalisti" infatti non nominano mai, disdegnandola evidentemente. A mio modesto avviso, questa "riserva mentale" (condita di moralismo) nei confronti dello Stato italiano e dell'Italia unita, cui se ne dovrebbe contrapporre una "organica" o delle "nazionalità spontanee" (nozioni chiare solo in apparenza) compare anche negli intellettuali nominati in chiusura dell'intervista. PP
Grazie Maria e grazie a Pasqualucci per queste riflessioni, che mi fanno capire meglio la questione.
RispondiEliminaDomanda ot: come mai Cornelio Fabro difese sempre il Concilio? Come la pensava sulla riforma liturgica?
RispondiElimina
RispondiEliminaOT. Intéressante, et révélatrice, la première page du magazine américain “Time” (version européenne) de cette semaine, avec cette photo de Matteo Salvini, en gros plan noir et blanc, ce qui lui donne un air nettement méphistophélique (un peu Murnau, un peu Berlin années 30)…
Le titre qui la barre est tout aussi parlant : “The new face of Europe, Matteo Salvini, Italy’s immigration czar, is on a mission to undo the U. E.”.
Au fond, le message est le même que celui de “Famiglia Cristiana” du mois de juillet : Salvini est un Satan destructeur…
Su Cornelio Fabro:
RispondiEliminaC. Fabro, grande filosofo e teologo ( 1911-1995), sacerdote della Congregazione delle Sacre Stimmate, del quale si sta ristampando l’opera omnia, molto critico della ‘svolta antropologica’, seguita al CVII, fu uno dei più autorevoli collaboratori della rivista di musicologia sacra ‘Cappella Sistina’, fondata dal venerato M°. card. Bartolucci, per la quale scrisse un magistrale saggio sul n.11 del 1966, quando stava maturando la riforma liturgica post-conciliare. Ottimo organista, il M° F. Vignanelli, titolare della cattedra di organo presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra, gli propose di diventare suo assistente. La sua autorevole voce, come quella di molti altri, critica della distruttiva riforma liturgica, fu proditoriamente oscurata.
Pensatore complesso e fecondo (innumerevoli sono le sue opere sulle tematiche più fondanti e coinvolgenti), oltre a difendere la musica sacra, criticò il modernismo di Rahner e di Blondel
Utile leggere qui:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/04/cornelio-fabro-poco-noti-e-edificanti.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/06/la-modernita-come-grande-progetto.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/06/cornelio-fabro-lavventura-della.html
Una domanda che invece io mi pongo spesso é: in che rapporto stanno il '68 e il Concilio Vaticano II?
RispondiEliminaCertamente le cause remote sono molto più lontane nel tempo, ma è innegabile che il Vaticano II alimentò in modo evidente quel desiderio di rinnovamento e apertura che la società covava (giusto o meno che fosse). Non potrebbe anche esserne stato il detonatore, o l'ultima goccia, che portò al '68?
Sociologicamente non so, ma spiritualmente credo di sì.
L'Italia ha perso la seconda guerra mondiale ed il 68 è stata una delle conseguenze di quella rovinosa sconfitta.Quelle energie giovanili che una volta venivano imbrigliate ed incanalate per il bene del Paese da Chiesa ,famiglia ,esercito ,magistratura e monarchia ,dopo il 1945 non avendo più punti di riferimento, sono esplose in proteste velleitarie feroci e contraddittorie. La conseguenza è una guerra civile strisciante a volte di bassa intensità ed altre volte come nel 68 con i morti ammazzati per strada. Il paese è diviso in due parti più o meno uguali che purtroppo sono inconciliabili. Inoltre c'è l'aggravante che uno dei due contendenti non accetta che l'altro pur vincendo le elezioni abbia la possibilità di governare. Come se ne esce? Credo che finirà molto male per tutti e purtroppo la Chiesa avrà tutto da perdere perché si affiancherà a quelli che la vogliono morta.Però noi cristiani sappiamo che certamente non prevarranno…..
RispondiEliminaGrazie mille Mic.
RispondiEliminaOT. @ Mic:
RispondiEliminaLe ho appena inviato una email, resto in attesa di una sua risposta. Grazie in anticipo.
Grazie a Maria e prof.PP.
RispondiEliminaViandante da uno spunto interessante e si chiede:
"Una domanda che invece io mi pongo spesso é: in che rapporto stanno il '68 e il Concilio Vaticano II?
Certamente le cause remote sono molto più lontane nel tempo, ma è innegabile che il Vaticano II alimentò in modo evidente quel desiderio di rinnovamento e apertura che la società covava (giusto o meno che fosse). Non potrebbe anche esserne stato il detonatore, o l'ultima goccia, che portò al '68?
Sociologicamente non so, ma spiritualmente credo di sì."
A me non sembra che il CVII abbia influenzato spiritualmente il 68.
Mi sembra vero il contrario, e cioè che "il mondo cattolico", come si legge nell'articolo, per paura di soccombere dinanzi all'avanzare impetuoso della modernità e del laicismo, "non ha reagito alla secolarizzazione. L’ha assecondata".
Con il CVII e' iniziato quell'adeguamento della Chiesa alla modernità che ha provocato l'effetto opposto, indebolendo il senso religioso già incrinato, introducendo i lieviti dell'eresia modernista con i risultati che oggi vediamo e favorendo un movimento di contestazione fortemente anticattolico, oltre che materialista, rivoluzionario, ateo e comunista.
In sintesi il CVII non ha influenzato il '68, ma ha subito quelle forze, contrarie alla Chiesa, che lo hanno fatto maturare, per poi inseguirlo per adeguare la Chiesa al mondo.
Un esempio poco fa, su Rai Storia.
RispondiEliminaUn documentario in cui appunto mons.Paglia commentava l'introduzione del matrimonio civile in Italia.
Egli affermava che dopo il CVII (non testuale)
'il matrimonio non è stato più concepito come un come un contratto, ma come una comunione di vita morale e materiale e che le coppie di fatto vanno accompagnate ad una unione e forma di amore più matura' (non cristiana, ma matura e piena).
Nessuna parola sul matrimonio "cristiano", cattolico, sacramentale, ma solo un commento volto ad evidenziare che, in sostanza, il cristianesimo dal CVII in poi avrebbe 'umanizzato' il matrimonio civile, lasciando desumere che i matrimoni religiosi anteriori erano concepiti solo come contratti.
Nel 68 c'è molto di cattolico ,più precisamente di un certo cattolicesimo.Molti estremisti delle BR venivano da famiglie di cattolici praticanti e loro stessi avevano frequentato oratori e preti fin da piccoli. Poi c'è chi fra questi rampolli partecipò alla lotta armata e chi fece politica con la sinistra più o meno estrema.Secondo me il CV2 funzionò da detonatore e contribuì grandemente al 68 specialmente in Italia.Poi che i due mondi fossero fatti per intendersi era già evidente fin dal principio :stesso anarchismo di fondo ,stesso disprezzo per le regole e per le gerarchie ,le stesse utopie .Paradossalmente i comunisti capirono molto prima della Chiesa il pericolo mortale per la società che il 68 rappresentava ,ma ormai anche loro poterono fare ben poco.Anche fra i politici radicali che con divorzio,aborto e matrimonio omosessuale hanno devastato la famiglia i figli di famiglie cattoliche erano la maggioranza anzi Pannella aveva addirittura uno zio vescovo…..
RispondiEliminaLe osservazioni di Aloisius e altri sono valide, tuttavia ho la sensazione che vi sia di più. Cercherò di spiegarmi meglio.
RispondiEliminaNella vita naturale le facoltà inferiori dell'uomo devono essere subordinate a quelle soprannaturali. Non sono inutili, ma devono essere a queste subordinate per il bene e per lo scopo per il quale l'uomo è stato creato.
Ritengo si possa analogamente dire di tutti gli aspetti della nostra realtà: gli aspetti spirituali devono dirigere e permeare tutte gli altri aspetti, da quelli politici ed economici a quelli sociali e d'altro tipo. Per il bene e la salute della società.
Faccio un esempio, che a me pare calzare. Qualche mese fa nella nostra diocesi si svolse un gay pride. Il nostro vescovo non disse nulla se non parole stizzite nei confronti di coloro che desideravano recitare un rosario di riparazione. Fin qui nulla di straordinario, nel senso che purtroppo è cosa diffusa in molte diocesi. Nello stesso periodo in diocesi vi fu stupore per la chiusura, decretata dal vescovo, del giornale di sua proprietà (Giornale del Popolo) a causa di difficoltà economiche, per la verità già note da tempo, e forse anche da imperizie varie. Fin qui la semplice costatazione dei fatti. La mia riflessione (magari sbagliata?) è stata quella di dire che la Provvidenza ha ritenuto inutile concedere un giornale ad un vescovo che non lo sa usare, nel senso che quando dovrebbe dire qualcosa di cattolico tace. Un giornale è fatto per comunicare, un giornale cattolico per comunicare in modo cattolico su cose importanti secondo la visione cattolica. Se questo scopo non è assolto a cosa serviva il giornale? i risultati sportivi li posso leggere altrove... Qui secondo me la Provvidenza non ha ritenuto di intervenire in aiuto del vescovo editore.
Ritorniamo al Concilio Vatiocano II e al '68.
Io ho l'impressione che quando la Chiesa ha deciso di abdicare da molti suoi compiti (magisteriali, dottrinali, d'intercessione, ecc.) è come se alla società fosse venuta meno la grazia e la protezione divina. Le mie opere per essere meritorie devono essere fatte con cognizione e in stato di grazia. Ma se io non mi preoccupo della salute della mia anima, non mi posso lamentare se poi il nemico (dietro c'è sempre lui, direttamente o indirettamente) mi prende d'assalto e mi trova indifeso.
La Chiesa col suo insegnamento, col sacrificio di Gesù Cristo durante le Messe, con tutti i mezzi di cui disponeva era un baluardo contro ogni male. E questo nonostante il fatto che anche allora ci fossero persone indegne al suo interno e che nella società il principe di questo mondo non rimanesse inattivo.
Tuttavia già allora ci fu gente che in vario modo cercò di opporre resistenza a queste derive. Tuttavia si era aperta la porta al nemico (lo disse un papa che il fumo di Satana era penetrato nella Chiesa) e a noi non rimane che cercare di capire come abbia Satana abbia potuto agire da quella posizione e a cosa mirasse. Ma questa è cosa che dopo più di 50 anni è sotto gli occhi di tutti.
Non sapevo che il Giornale del Popolo avesse chiuso i battenti.
RispondiEliminaTornando alla questione, come sapete io non ho molti strumenti di analsi "seri" (storici, politici, filosofici). Quindi la mia opinione è un po' di "pancia", però con qualche aggancio alla realtà.
Io ritengo che il CVII sia stato propedeutico al'68. Di fatto, da un certo punto in poi, la "Chiesa" (tra virgolette) è stata in realtà non al seguito del mondo, ma - deviata dall'interno - lo ha letteralmente guidato. Pensate a come la scuola italiana - che funzionava - sia stata progressivamente riformata sino al disastro. Ma chi è stato l'anticipatore della riforma? Don Milani - anche qui la cosa è partita dall'interno. Così come mi pare sempre più evidente che il centro della lobby gay mondiale non è roba tipo ArciGay, Soros, eccetera... è proprio dentro la "Chiesa".
Il '68 ci sarebbe stato forse lo stesso, ma non avrebbe avuto l'effetto devastante che ha avuto.
Per essere più precisi, la dinamica potrebbe essere così descritta: l'anti-chiesa infiltrata è il centro della rivoluzione; agisce indebolendo la Chiesa, come una quinta colonna, ma anche come fermento di idee che poi vengono facilmente riprese dal mondo; di rimbalzo, la sinergia tra queste due forze rientra nella Chiesa in modo visibile (la quinta colonna opera in modo semi-occulto), chiudendo il cerchio.
RispondiEliminaMutando il significato del Matrimonio, il Concilio ha preparto a suo modo la via alla susseguente rivoluzione sessuale, iniziatasi nel 1961 con la commercializzazione della "pillola" in America e ascesa al potere con i moti rivoluzionari del '66 in America e '68 in Europa, spontanei ma anche (in parte) eterodiretti.
Ma in cosa consiste questo mutamento epocale effettuato dal Concilio, sempre denunciato a chiare lettere da mons. Lefebvre, e che si riflette nelle dichiarazioni singolari di mons. Paglia? Nello spostare l'accento dalla procreazione quale fine primario del matrimonio sacramentale (ma anche naturale, credo, per la Chiesa) alla comunità di vita e di amore dei due coniugi. Questa comunità, che comprende anche i rapporti intimi, deve naturalmente esser "aperta alla vita" come si dice oggi ma, questo è il punto, costituisce un fine in sé che trova nella figliolanza solo il suo "coronamento"(fastigium, Gaudium et spes, art. 48.2) non la sua stessa ragion d'essere. Il mutamento è stato introdotto nel testo in modo indubbiamente sottile.
Trovava pertanto spazio nel Concilio un movimento di pensiero sino a quel momento minoritario tra i giuristi cattolici, che considerava troppo sacrificata la vita affettiva dei coniugi in nome appunto del fine primario, della procreazione. Significativo fu il libro del 1941 di Arturo Carlo Jemolo, insigne canonista e storico del diritto, su "Il matrimonio nel diritto canonico",rist. da ilMulino nel 1993 con prefaz. di J. Gaudement, nella quale si legge: "Commentando, a proposito dell'oggetto del consenso matrimoniale, il c. 1081 par. 2 [CIC 1917] che definiva il consenso come l'atto di volontà con il quale ciascuna parte tradit et acceptat ius in corpore, egli, quasi a correggere la brutalità [?] della formula [il diritto sul corpo dell'altro], cita il testo di Alessandro III (X, II, 23 11) nel quale si ripeteva, con i giureconsulti romani, che il 'matrimonio è l'unione dell'uomo e della donna che fonda una comunità di vita'. Questo significa impegnarsi per un fecondo sviluppo della comunnità degli sposi, del mutuo sostegno che essa comporta, dell'amore coniugale e della 'dignità dell'unione dei corpi'". [...] Sarebbe bene,continuava Jemolo, "rinunciare alla distinzione tra fini primari e secondari del matrimonio per parlare, in modo più realistico, di fini personali immanenti al matrimonio e alla procreazione". (op. cit., pp. 18-9).
Il Concilio ha di fatto sviluppato l'auspicio di Jemolo, mettendo in sordina il momento del contratto, che pure c'è nel matrimonio cattolico (anche se, aggiungo io, non contraddice affatto quello sacramentale, né la dignità della comunità di vita coniugale) (ivi, p. 19).
Così, concludo, si è passati dal "contratto" alla "comunità di vita" nella pienezza dei suoi termini, anche erotici ovviamente ed infine (vedi mons. Paglia) ad accettare anche la "comunità di vita" di fatto, quella delle madri singole, che GB Vico chiamava "la Venere bestiale" (il figliare come gli animali, al fuori del diritto e della religione), con tanti saluti per il significato "sacramentale" del matrimonio.
E adesso siamo nella melma sino alle orecchie. E non si vede come uscirne, se non in modo tellurico, scassando tutto, un bel giorno.
Ceterum censeo conciliabolum deuterovaticanum delendum esse.
PP
Ringrazio per i chiarimenti ma soprattutto il prof. PP per l'interessantissimo approfondimento, di cui condivido in particolare la conclusione, relegata però - ma e' gia' tanto - alle intenzioni di preghiera e alla libera e rispettosa manifestazione delle critiche all'eresia modernista alla guida della Chiesa.
RispondiEliminaLa desiderata scossa sismica, pero', solo il Signore, assillato dalla nostra petulanza, la potrà provocare.
Molto, troppo forte e' l'influenza modernista sulle generazioni successive al CVII.
Catturato lo stupratore del Viminale Un romeno già estradato
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/politica/catturato-stupratore-viminale-romeno-gi-estradato-rapina-1576508.html
Diamine era stato estradato , nel senso che le leggi partorite dai parlamentari lo obbligavano a cambiare strada !
Appello delinquenti provenienti da nord , sud , ovest , est + quelli gia' residenti ?
PRESENTI !
Ma come capita molto spesso negli esodi da quelle coste, fra di loro si nasconde, probabilmente, una cospicua percentuale di avanzi di galera alla ricerca di «fortuna» in Italia ed Europa. Il problema non è da poco.
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/politica/paradosso-burocratico-che-blocca-i-tunisini-italia-1576501.html
Nessun problema , in Italia c'e' posto !
( Rientrano a pieno titolo nell'anno accademico )
http://www.ilgiornale.it/news/asselborn-torna-allassalto-salvini-usa-metodi-fascisti-1576642.html
RispondiEliminaIl ministro lussemburghese torna all'attacco: "Dall'Italia provocazione calcolata, così è impossibile un dibattito franco". E il vicepremier: "Che problemi hanno in Lussemburgo?"
Monsieur , forse crede di essere un " mammasantissima " !?!
Très Bien ha i numeri per diventarlo , in tal caso potra' frequentare in Italia il nuovo anno accademico insieme a quelli sopracitati e porti seco tutti coloro che fossero interessati a tale titolo ..
L’Italia delle facce di tolla. Benetton chiede i soldi ai dipendenti Autostrade ed il ricco David Serra rientra per non pagare tasse.
RispondiEliminaFaccia di tolla numero uno: la Società Autostrade , tramite una lettera ufficiale riportata dalla sempre ottima Verità, ha chiesto ai dipendenti se, su base volontaria, volevano devolvere delle ore di lavoro ai morti del Ponte Morandi. La società con un casello al posto del cuore ha quindi chiesto ai dipendenti da fare donazioni, proprio lei che , a poche ore dal disastro, aveva emesso un comunicato solo per negare ogni propria responsabilità, proprio mentre i Benetton, famiglia che controlla la holding Atlantia, si godeva il proprio mega-party a base di pesce a Cortina, vuoi mai che qualcuno ne soffra. Ora nel più puro spirito della Mega – Ditta fantozziana, viene chiesto ai dipendenti di contribuire a risarcire i danni che l’incuria della stessa azienda e del CdA nominato dai suoi azionisti a causato. Gli stessi dipendenti il cui numero è stato ridotto del 40% ne passaggio da pubblico a privato nel 1999. Se ci fosse un premio Nobel delle facce di tolla, questa sarebbe una seria candidatura........
https://scenarieconomici.it/litalia-delle-facce-di-tolla-benetton-chiede-i-soldi-ai-dipendenti-autostrade-ed-il-ricco-david-serra-rientra-per-non-pagare-tasse/
Replica pregna di contenuti https://www.facebook.com/cristian.invernizzi.33/videos/1077095545799150/UzpfSTQ2MDU4OTc1MDcxMjAyMjoxNjM1MDY0MDE5OTMxMjUw/
RispondiEliminaChi e' costei ?
https://it.wikipedia.org/wiki/Carla_Cantone
https://www.antoniosocci.com/caro-presidente-gli-italiani-si-aspettano-che-lei-che-difenda-litalia-non-che-attacchi-il-governo-quanto-alla-guerra-non-fu-salvini-che-bombardo-belgrado-nella-foto-ma/#more-7205
RispondiEliminaIl '68 è stato anche un'organizzazione politico-malavitosa di studenti per arraffare il posto dei padri, detti baroni, dei loro compagni di scuola, dopo esserne diventati amici fraterni e averli contrapposti ai padri.
RispondiElimina