Continua la nostra assidua attività di traduzione di testi da fonti estere che ci consentono di attingere all'orizzonte allargato di informazione e riflessione sulla grave crisi, morale ma innanzitutto di fede, che attanaglia la Chiesa. Di seguito potete leggere un articolo di Maike Hickson su LifeSiteNews, che riporta non solo le critiche che hanno seguìto, soprattutto in Germania, la recente intervista al card. Gerhard L. Müller (da noi ripresa qui), ma anche alcune autorevoli manifestazioni pubbliche a suo sostegno espresse da varie personalità di spicco, come il card. Brandmüller, il vescovo Schneider, il vescovo Marian Eleganti e padre Joseph Fessio, S.J. che trovate in calce all'articolo stesso.
LifeSiteNews ha pubblicato un’ampia intervista al cardinale Gerhard Müller – già prefetto della Congregazione per la dottrina della fede – sul problema degli abusi generalmente collegati alla perdita della fede. Le sue dichiarazioni hanno suscitato indignazione in Germania, come risulta dal sito dei vescovi tedeschi Katholisch.de, che ha promosso un’intervista con il gesuita tedesco, Klaus Mertes. Ora, alle critiche, non risponde solo il cardinale Müller ma lo sostengono pubblicamente anche il cardinale Walter Brandmüller, il vescovo Athanasius Schneider, il vescovo Marian Eleganti e padre Joseph Fessio, S.J.
Secondo padre Klaus Mertes su Katholisch.de del 23 novembre, l'intervista al cardinale Müller dimostra che il cardinale “non ha ancora capito nulla”. Il gesuita con questa frase ha fatto esplicito riferimento all'invito del cardinal Müller alla prudenza per non distruggere la gerarchia sacramentale della Chiesa lasciando a laici una supervisione non controllata sui vescovi. Mertes definisce questa affermazione “clericalista” e “arroganza clericale trasformata in dogma”. Questo atteggiamento clericale, aggiunge, è alla radice del problema dell’abuso. Egli definisce le parole di Müller anche “incredibilmente sfacciate”.
Mertes contrasta fortemente l’affermazione che l’omosessualità ha qualcosa a che fare con la crisi degli abusi della Chiesa. C’è una “fazione” nella Chiesa, spiega, che sostiene che “gli omosessuali sono trasgressori”. Per lui, è piuttosto il tabù che viene ancora posto sul tema dell’omosessualità che contribuisce al problema degli abusi. Mertes definisce “strategia omofoba” l'affermare che “gli omosessuali sono trasgressori” e non ritiene affatto che essi debbano lasciare il sacerdozio. “Naturalmente un ecclesiastico omosessuale dovrebbe poter dire ‘Sono omosessuale’”, spiega Mertes. Il gesuita tedesco commenta anche la recente controversia di Wucherpfennig – criticato dal Vaticano per le sue idee sulla benedizione delle coppie omosessuali e sull’ordinazione delle donne – definendo “uno scandalo” il comportamento del Vaticano e indicando come “abuso di potere” la decisione originaria del Vaticano di non sostenere la rielezione di padre Ansgar Wucherpfennig come rettore della Jesuit Graduate School di Francoforte.
In una prima risposta a questa aspra critica, il cardinale Müller definisce le dichiarazioni di Mertes “insulti sfacciati”, risultato di una “rabbia cieca” e prosegue dicendo che Mertes “si presenta impropriamente come esperto di questioni sull’abuso sessuale nei confronti di adolescenti”. Il lavoro della Congregazione per la Dottrina della Fede, invece, è “basato su una autentica base di dati”. È “semplicemente infame usare i crimini sessuali commessi contro adolescenti e giovani adulti per promuovere alcune finalità politiche della Chiesa”, aggiunge il cardinale tedesco. È ovvio che questo gesuita “non conosce l’insegnamento biblico sugli atti omosessuali e sull’atrocità assoluta della violazione di un adolescente”. Così come “non si può mutare una macchina da scrivere in un pianoforte, non si può trasformare la Parola di Dio nel suo significato opposto”.
Nelle sue osservazioni aggiuntive su Mertes, condivise con LifeSiteNews, il cardinale Müller afferma inoltre: “Nella sua arroganza, sembra pensare che la Chiesa dovrebbe oggi seguire i grandi pensatori Mertes, zu Eltz e Wucherpfennig, e non Pietro, Paolo e Giovanni”. Rifiutando questo nuovo corso proposto, il cardinale tedesco aggiunge: “Siamo ben lontani dal dover offrire il nostro sacrificium intellectus al modesto altare domestico di questi sé-dicenti idoli, cioè dal seguire, contro il personale miglior giudizio, un’ideologia noiosa piuttosto che la verità luminosa dei Vangeli”. “È solo una triste prova del declino della Fede e della ragione, in alcuni ambienti ecclesiali tedeschi”, spiega Müller “il fatto che queste effusioni di un accademico signor ‘nessuno’ possano comunque causare il veemente applauso di persone della sua specie”.
Le ultime parole si riferiscono all’ennesima espressione di indignazione recentemente pubblicata in Germania. Oltre alle osservazioni critiche di padre Mertes sul sito web dei vescovi tedeschi, il vicario generale della diocesi di Essen, Klaus Pfeffer, ha fatto trapelare sul suo profilo facebook alcune parti di una recente conferenza riservata organizzata dai vescovi tedeschi sugli abusi sessuali, dicendo che le recenti parole del cardinale Müller sono state accolte con“indignazione”. Aggiunge che durante quella conferenza, il professor Dreßing – capo del recente studio tedesco sugli abusi sessuali il quale nelle sue conclusioni proponeva di ammettere gli omosessuali al sacerdozio – ha affermato che il cardinale Gerhard Müller sta “cementando una morale sessuale che a sua volta ha contribuito alla violenza sessuale”. Secondo Pfeffer, le parole di Dreßing sono state accolte con“grandi applausi”.
Lo stesso Pfeffer definisce le parole di Müller “altamente pericolose” (“brandgefährlich”). Anche in un articolo su facebook, Pfeffer ha postato l’intervista di Padre Mertes, affermando: “Sono pienamente e totalmente d’accordo con Mertes”. Il giornale cattolico tedesco Die Tagespost per primo ha riferito di questo schietto post su facebook, e ha fatto notare che Pfeffer ha fatto trapelare i commenti emersi nel corso di una conferenza esplicitamente dichiarata confidenziale, per via della prevista discussione sul delicato tema dell’abuso sessuale clericale.
Pfeffer è tra i prelati tedeschi a favore di un allentamento – o addirittura dell'abolizione – del celibato clericale. Il suo stesso vescovo, Franz-Josef Overbeck, ha appena affermato che, alla luce della crisi degli abusi, la Chiesa cattolica dovrebbe riconsiderare il suo insegnamento sulla morale sessuale.
Secondo il commento di un cattolico che vuole rimanere anonimo: “Il cardinale Müller, con le sue recenti osservazioni che sottolineano l’aspetto dell’omosessualità nella crisi degli abusi, sembra essere entrato in un vespaio”.
LifeSiteNews si è rivolto a diversi prelati e sacerdoti, chiedendo loro di commentare questo forte attacco personale contro il cardinale Müller sulla scia dell’intervista del 21 novembre.
Ed eccole di seguito:
È davvero strano che le dichiarazioni del cardinale Müller sul problema dell’omosessualità abbiano suscitato tanta indignazione. Dopotutto, egli si limita a ribadire ciò che si può leggere al riguardo nel Catechismo. Questo è l’insegnamento, sempre e ovunque valido, della Chiesa e corrisponde esattamente a ciò che è scritto nella Sacra Scrittura, comprese le lettere dell’apostolo Paolo. Ma questo insegnamento scaturisce già dalla natura della sessualità umana che è chiaramente orientata alla procreazione e alla nascita della vita umana.
Il grave peccato di un atto omosessuale liberamente scelto porta alla perdita della grazia santificante e quindi alla perdita della figliolanza divina. Così, si giudica chiaramente il peccato. Giudicare il peccatore, tuttavia, non è compito dell’uomo. È Dio che è sempre pronto a perdonare quando il peccatore si avvicina a lui col pentimento e la risoluzione di non peccare di nuovo. Il perdono è dato dopo la confessione nel sacramento della Penitenza. Questa è la sostanza della questione.
Il fatto che la sua semplice presentazione causi una tempesta di indignazione è un segno di mancanza di conoscenza, o addirittura di opposizione al chiaro insegnamento della Chiesa. In ogni caso, è un sintomo allarmante del declino della Fede nella Germania cattolica. Ma chi ora pensa di non poterlo più affermare o confessare, dovrebbe essere onesto e non chiamarsi più cattolico. È davvero sorprendente che un problema che colpisce al massimo lo 0,1% della popolazione domini quasi ossessivamente l’opinione pubblica.
Fu un segno profetico che Papa Paolo VI nel 1964 abbia canonizzato 22 giovani ugandesi che, tra il 1885 e il 1887, furono martirizzati perché si rifiutarono di cedere alle richieste sessuali (sodomitiche) del re Mwamga II. Segno ulteriormente rafforzato dalla canonizzazione di Papa (Paolo VI) da parte di Papa Francesco.
Il cardinale Müller si è limitato a citare i fatti quando ha detto nella sua intervista che, nella Chiesa, esiste un nesso tra omosessualità e abusi sessuali. Lo ha dimostrato anche lo studio dei vescovi tedeschi sugli abusi sessuali: quasi due terzi delle vittime erano uomini, cioè vittime di abusi omosessuali. Per il bene delle vittime, dobbiamo prendere sul serio questi fatti e, di conseguenza, le misure concrete, così come già contenute nel Codice di Diritto Canonico del 1917; cioè: l’esplicita menzione dell’omosessualità come uno dei reati sacerdotali contro il VI Comandamento che comportano pene canoniche.
A sostegno delle recenti dichiarazioni del cardinale Müller sull’omosessualità
Nella sua recente intervista a Lifesitenews (21 novembre 2018) il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha ribadito in modo chiaro ed esplicito la verità della Rivelazione Divina sulla sessualità e, in particolare, sul male intrinseco degli atti omosessuali. Questa dottrina non è tanto una dottrina della Chiesa, ma, in primo luogo, una dottrina rivelata da Dio. Il Magistero della Chiesa trasmette questa dottrina solo come amministratrice fedele di qualcosa di cui Lei non è proprietaria.
Dobbiamo ringraziare il cardinale Müller per aver presentato questa opportuna e necessaria riaffermazione della verità divina, con la quale ha fornito un valido aiuto spirituale a tante anime. Infatti, bisogna comprendere le parole del cardinale Müller come un aiuto, anche per quelle anime che sono accecate dall’eresia dell’omosessualità: o attraverso la loro propagazione di questo errore ingannevole che oggi si manifesta nella vita della Chiesa e nella società umana; o attraverso la loro personale pratica del vizio omosessuale o sodomitico. Questo vizio alla fine distrugge la pace interiore di chi lo pratica (poiché gli atti omosessuali sono contro la natura e la ragione umana) e mette inoltre tale persona a rischio reale della perdita della salvezza eterna.
Ora, improvvisamente si sono manifestate reazioni aggressive alle affermazioni del cardinale Müller, provenienti da alcuni membri del clero offesi mentre, allo stesso tempo, si nota un imbarazzante silenzio di molti vescovi riguardo al pericolo di diffusione dell’eresia omosessuale.
In verità, stiamo osservando una crescente diffusione dell’eresia omosessuale all’interno della Chiesa. Un numero crescente di chierici di diversi ranghi escono dai loro nascondigli e, senza arrossire, iniziano addirittura a sostenere l’accettazione morale dell’attività omosessuale. Essi nascondono la loro eresia e apostasia, ad esempio, con l’espressione sofistica e gnostica di un “ulteriore sviluppo della dottrina morale cattolica” (“Weiterentwicklung der katholischen Morallehre”).
Già nella storia sacra, c’è stato un disastroso “ulteriore sviluppo” del primo comandamento del Decalogo “non avrai altri Dio all’infuori di me”. È successo quando il sacerdote ebreo Aronne ha fabbricato il Vitello d’Oro, permettendo così al popolo di adorare un idolo. Ai nostri giorni stiamo assistendo a sacerdoti, vescovi e cardinali che permettono alle persone di avere la presunta “gioia” della danza intorno al vitello d’oro dell’omosessualità. L’ex casta storica dei Sadducei, che erano per lo più chierici increduli e politicamente corretti, si è rianimata nel nuovo clero cattolico dei propagatori dell’eresia dell’omosessualità. Tali sacerdoti e vescovi non sono altro che “sacerdoti di regime” e “vescovi di regime”, poiché, sostenendo la legittimità dell’omosessualità, si rivelano, non come servi di Cristo, ma, piuttosto, come servi del regime politico e mediatico dell’omosessualità. Non ci vuole certamente coraggio per essere un nuovo “Sadduceo” o un “vescovo di regime”.
La cosa tragica e deplorevole in questa situazione è il fatto che la Santa Sede, sede della verità (“cathedra veritatis”), non solo non si oppone a questa avanzata dell’eresia omosessuale, ma, incredibilmente, assegna anche compiti ecclesiastici a noti sostenitori di essa.
Uno dei compiti essenziali del Successore di Pietro consiste nel rafforzare, in primo luogo, i vescovi nella fede cattolica e divina (cfr. Lc 22,32). Purtroppo, attualmente, dobbiamo notare un’eclissi nell’esercizio papale di questo stesso compito di rafforzare la verità sull’omosessualità.
Quando vescovi e cardinali non temono di essere derisi o di essere “emarginati” nella Chiesa quando proclamano senza ambiguità la verità divina sul male intrinseco dell’attività omosessuale e, così facendo, si rinforzano contro il profluvio dell’eresia omosessuale all’interno della Chiesa, forniscono un aiuto efficace e collegiale al Ministero petrino del Papa stesso e nello stesso tempo compiono una vera opera di carità verso i fedeli e verso le anime erranti. Questo è quanto ha fatto il Cardinale Müller nella sua recente intervista a Lifesitenews, e per questo dobbiamo essere molto grati a Sua Eminenza.
25 novembre 2018+ Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria ad Astana.
Mons. Marian Eleganti :
Per gli oppositori della tesi di una correlazione tra abuso e omosessualità, gli atti o aggressioni omosessuali evidenti e chiari, non avrebbero niente a che vedere con l'omosessualità ma, piuttosto, con un eccesso e abuso di potere. Essi sostengono che, al massimo, i colpevoli siano "sessualmente immaturi", termine che, secondo Manfred Lütz, non corrisponderebbe a una diagnosi approvata dalla psichiatria.
Questa affermazione non convince così facilmente il senso comune della gente. E, quindi, molti non ci credono. È un fatto incontestato che l'80% dei sacerdoti che si sono resi responsabili di abusi negli ultimi 70 anni ha avuto una preferenza per adolescenti e seminaristi adolescenti e che essi hanno trovato le loro vittime soprattutto in questo gruppo di persone (ragazzi di età compresa tra 12 e 18 anni).
Andrea Tornielli - lui stesso un giornalista vicino al papa e che difende la proposta tesi del clericalismo - ora si spinge fino al punto di pretendere che i misfatti dell'ex cardinale McCarrick non fossero atti omosessuali. Queste sono affermazioni (difensive) audaci. Perché, dopo tutto, quale ecclesiastico eterosessuale invita i giovani nel suo letto della casa al mare? Non avrebbe potuto vivere il suo presunto desiderio di potere su di loro in un modo molto diverso, diciamo in un altro modo più "generalmente diffuso"? Senza dubbio, è così. E così dovrebbe essere. Dopo tutto, non c'è dubbio sulle molestie omosessuali, dato che - secondo questo mantra - non avrebbero nulla a che fare con l'omosessualità in quanto tale.
Perché è anche così che le persone eterosessuali (che sono responsabili della maggior parte dei casi di abusi [in ambito sociale]) non sono costrette dalla natura ad abusare di bambini, adolescenti e giovani adulti. Lo stesso deve quindi valere per gli omosessuali.
E questo fatto deve essere affermato. Siamo liberi. Altrimenti, non esisterebbe il peccato. E qui, in questo contesto, parliamo di un peccato, e anche grave. Ma rimangono - come l'elefante in una vetreria di murano - le statistiche sorprendenti dell'80% di ecclesiastici con orientamento omosessuale che ha commesso azioni terribili. Perché? Perché gli eterosessuali molestano, secondo le loro preferenze, donne come vittime. Nel clero, tuttavia, questo non è il caso della maggioranza.
Sembra che ci venga chiesto di abbandonare il buon senso in questo dibattito, perché presumibilmente si tende a portare a conclusioni sbagliate. Si vorrebbe affermare forse che sessualità, desideri e bisogni affettivi, se non addirittura perversi, presumibilmente non abbiano alcun ruolo - o solo un ruolo minore, ma certamente non decisivo? E cosa ne è del restante 99,5% che, nel resto della società eterosessuale, è responsabile di abusi sessuali (con vittime per lo più donne)? Pertanto, non dovremmo riferirci qui al "clericalismo" come spiegazione [dell'attuale crisi].
Fino ad ora, per quanto ne so, nessuno ha dubitato che questi criminali avessero abusato del loro potere, principalmente per soddisfare i loro bisogni sessuali - i trasgressori eterosessuali e gli omosessuali, ciascuno a suo modo. Solo nel clero ora è apparentemente diverso. Qui, si suppone che riguardi solo il potere o il clericalismo. Colui che crede in questa tesi ha il gioco più facile. Sicché facciamo a capirci: generalmente non nutro il sospetto che né tutti gli eterosessuali, né tutti gli omosessuali, siano abusatori. Ma un politicamente corretto "testa nella sabbia" riguardo a certe caratteristiche peculiari del clero non è certamente una soluzione.
Come prova della mia affermazione, mi riferisco allo studio condotto da Padre Sullins (Istituto Ruth) negli Stati Uniti. Il dibattito dovrebbe, in ogni caso, essere condotto con rispetto, proprio come ha fatto Padre Sullins. Tuttavia, l'aperto disprezzo verso il cardinal Müller come lo si trova nella dichiarazione di P. P. Mertes, SJ (Katholisch.de) è sfortunatamente ovvio e non è un buon esempio. Io stesso non mi aspetto alcun trattamento migliore.
Il vicario generale Klaus Pfeffer ha definito le parole del cardinal Müller "altamente pericolose" ["brandgefährlich"]. Effettivamente, nel dibattito culturale odierno, è davvero molto pericoloso esprimere opinioni non conformi a quelle della maggioranza, o semplicemente affermare la verità che molti sostengono ma non osano esprimere ad alta voce perché temono le conseguenze. (strada facendosi si incontrano dispositivi incendiari e bombardamenti vari; il che, nel campo della discussione e del dialogo, implica etichettature e odio allo stato puro)!
Padre Joseph Fessio, SJ :
Avete letto questo: Un sacerdote-sociologo esamina i dati sull'abuso sessuale del clero ? Ho appena finito di leggere la relazione completa di Padre Mullins sulla correlazione tra omosessuali e una sottocultura omosessuale nei seminari e abusi sessuali da parte di sacerdoti.
Mi sembra che il modo migliore per venire in aiuto al coraggioso Cardinal Müller sia far conoscere questi wissenschaftliche Ergebnisse [risultati scientifici].
Dopotutto, il cardinale Müller sta semplicemente affermando ciò che una persona normale riconosce come ovvio: gli uomini che sono sessualmente attratti da altri uomini faranno sesso con uomini, compresi ragazzi, più spesso che uomini che non sono sessualmente attratti da altri uomini. Persino un gesuita dovrebbe riconoscerlo, anche se ha un dottorato di ricerca nelle Scritture. O forse PhD significa davvero Philosophische Dummheit [stupidità filosofica].
Dagli USA il vescovo Morlino, morto alcuni giorni fa:
RispondiEliminaIn una splendida lettera di 5 pagine alla sua diocesi, pubblicata il 18 agosto di quest’anno (nel pieno della tempesta dovuta agli scandali sessuali del clero), ha dato un altro esempio di cosa significhi dire la verità nella carità. Ha denunciato l’esistenza di «una subcultura omosessuale all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica che sta portando grande devastazione nella vigna del Signore», mentre all’esterno si parla genericamente di pedofilia. Nell’analizzare i problemi non bisogna cadere nella trappola di ciò che «la società potrebbe trovare accettabile o inaccettabile» perché questo «significa ignorare che la Chiesa non ha mai ritenuto NULLA di questo accettabile: né l’abuso dei bambini, né l’uso della sessualità al di fuori del matrimonio, né il peccato di sodomia». Ha richiamato la differenza tra peccato e peccatore, che consiste nell’odiare il primo e amare il secondo, aiutandolo a riconciliarsi con Dio attraverso una vita di preghiera e penitenza, di ricerca della santità, alla quale tutti siamo chiamati. Quando pochi giorni più tardi è stata pubblicata la testimonianza di Carlo Maria Viganò, Morlino è stato tra i primissimi vescovi a chiedere un’approfondita indagine sui fatti denunciati dall’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti.
I fedeli americani lo chiamavano affettuosamente The Extraordinary Ordinary, perché celebrava Messa nella «forma straordinaria» del rito romano (la cosiddetta Messa in latino); inoltre, nel 2016 aveva annunciato la celebrazione ad orientem (con il sacerdote rivolto verso il tabernacolo) nella forma ordinaria. Da vero amante della liturgia insegnava che essa deve «riflettere la perfetta bellezza, unità, verità e bontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Questo amore e questa tensione verso la Santissima Trinità si potevano già rintracciare nel suo motto episcopale, tratto dal profeta Abacuc: Visus non mentietur (Ab 2, 3). La visione non mentirà.
Il link alla citazione sopra:
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/robert-morlino-morte-di-uno-straordinario-ordinario
RispondiEliminaAutodestruction de l'Église.
Blondet : LA “RISPOSTA” DEL VATICANO ALLA NOSTRA ESTINZIONE
https://www.maurizioblondet.it/la-risposta-del-vaticano-alla-nostra-estinzione/
https://www.maurizioblondet.it/la-risposta-del-vaticano-alla-nostra-estinzione/
RispondiEliminaLA “RISPOSTA” DEL VATICANO ALLA NOSTRA ESTINZIONE
Maurizio Blondet 29 novembre 2018 0 commenti
Qualche giorno fa ho sentito una santa persona, laica, dire che "se il mondo non è ancora stato distrutto è grazie alla preghiera delle monache e dei monaci di clausura".
RispondiEliminaMi ha impressionato, perché non molti giorni prima avevo sentito dire lo stesso in un altro àmbito, senza relazioni con quello dove ho udito le parole precedentemente riportate.
Ci sono anime consacrate che da decenni vivono nascoste pregando per tutti noi e questa preghiera arriva al cuore di Dio. L'intercessione della vita claustrale è potentissima.
Riflettevo così, quando ho letto sconcertato le nuove linee guida vaticane in materia.
Analoghi timori li esprime anche A.M. Valli (qui: https://www.aldomariavalli.it/2018/11/29/monache-di-clausura-dal-quaerere-deum-allaggiornamento-senza-rispetto-per-le-contemplative/ )
La Chiesa cattolica romana ha preso una piega in cui stiamo (tutti: volenti e nolenti) veramente sfidando la misericordia divina. Stiamo mettendo potentemente al centro l'uomo al posto di Dio e stiamo smantellando tutto ciò che, faticosamente, non andava in quel senso.
Camminando ho raccolto un sassolino tondeggiante. Rapportato a tutto "il mondo" al quale ci si sente in dovere di rivolgerci dialogando fiduciosi risulta molto più piccolo del pianeta terra in confronto all'universo. Il nostro sassolino brulicante di sette miliardi di anime con un corpo umano vivente, agli occhi di Dio è come il sassolino che tenevo tra le dita.
La Chiesa voluta dal Signore, la liturgia celebrata, la vita consacrata, l'anima contemplativa hanno (avevano?) una sapienza umile, capace di mettere Dio al centro. Così mette(va) al centro anche l'uomo e tutto il resto, in un respiro eterno e soprannaturale.
Tutto questo è svanito in un bisogno forsennato di trafficare e anche di fornicare compiacendo il mondo, in cui "vergine" è diventato un termine desueto e persino schernito.
La verità è divenuta "rigidità" e la libertà "licenza"... Il semplice ragionare si è tradotto in "critica e maldicenza", mentre ogni novità è stata attribuita "allo spirito".
Diciamocelo: se l'uomo è al centro, non è possibile non passare il tempo a vederci differenti tra di noi, pretendendo che ciò che piace a me conti più di quel che piace a te.
Un mondo così è un vero inferno: non per niente è soggetto al principe di questo mondo che là risiede stabilmente. Chi vive religiosamente questo inferno, ne celebra i suoi riti.
Perché vi possa regnare Cristo Re andrebbero ripensate le giornate, le vedute, le speranze, gli spazi, i tempi... E chi li aveva viene invece invaso di rumore e pure dell'insolenza di chi gli chiede chiacchiere invece del silenzio, con un interesse per i beni materiali e anche innegabile fastidio per troppa purezza.
Allora però torno all'inizio del ragionamento: "se il mondo non è ancora stato distrutto è grazie alla preghiera delle monache di clausura".
Se anche questo dà fastidio a chi comanda sulla terra, forse il fastidio di questo modo di pensare finirà con l'infastidire Chi comanda davvero?
Noi dove staremo?
Bisogna perseverare, diceva ieri il vangelo. E pregare: persino questo pare sia indigesto a chi vuol fare della Chiesa uno zerbino del mondo per non dir più porcheria il peccato.
È una torniellata; ma Müller ci mette del suo...
RispondiEliminahttps://www.lastampa.it/2018/11/27/vaticaninsider/mller-nessuno-ha-il-diritto-di-mettere-in-stato-di-accusa-il-papa-K8ilJxn54qWLLuj8Id6emK/pagina.html
Müller: “Nessuno ha il diritto di mettere in stato di accusa il Papa”
Il cardinale: «Gli attacchi feriscono la credibilità della Chiesa. Sono convinto che Francesco faccia tutto il possibile contro gli abusi. I vescovi americani dovevano inviare prima i testi a Roma»
RispondiEliminaMüller: “Nessuno ha il diritto di mettere in stato di accusa il Papa”
Cause toujours… Il y a longtemps qu'on sait ce que tu vaux, toi aussi…