Il contrasto […] sembrava compendiare l’abisso che separa la fede dei santi dal modernismo prematuramente invecchiato […]. Il più grande miracolo dei nostri tempi è che la fede cattolica sia sopravvissuta alla riforma liturgica. […] il nuovo rito funebre ci offre un’esperienza impoverita a livello simbolico, sensibilmente ricostruita, sterilizzata e terapeutica del lutto cristiano che si rifiuta di scuotersi di fronte a grandiose realtà metafisiche (Peter Kwasniewski, 2 novembre 2018).
Sono affermazioni che valgono per tutta la nuova liturgia. L’autore è un laico americano. L’attuale rito delle esequie è particolarmente paradigmatico di un globale cambiamento di prospettiva: dalla fede cattolica all’umanesimo cristiano. Effettivamente c’è un abisso. Le esequie non servono più al suffragio del defunto, ma alla consolazione dei vivi. L’orizzonte religioso non è più la beatitudine eterna, ma il benessere terreno. Il culto non è più rivolto a Dio, ma all’uomo. Al cielo si preferisce il mondo; visto che il secondo rigurgita di male, si è eliminato il problema abolendo la nozione stessa di peccato o imputandone l’origine all’opera difettosa del Creatore, o per lo meno riformulandone il concetto e restringendolo alle colpe sociali, di cui è sempre responsabile qualcun altro o l’intera società. Le straordinarie realtà soprannaturali contenute e promesse nell’annuncio evangelico sono state sistematicamente sprofondate nell’oblio; i Novissimi, del resto, sarebbero di imbarazzo nel penoso cabaret in cui sedicenti comunità cristiane celebrano sé stesse.
Questo rifiuto della trascendenza, che si sta manifestando in modo sempre più aggressivo e arrogante, è il criterio con cui un prelato massone ha selvaggiamente spogliato la liturgia cattolica di gran parte dei suoi simboli e smembrato i riti della Messa e dei Sacramenti al fine di ricostruire a tavolino un culto artificiale che proprio in quanto tale è già invecchiato, legato com’è a un determinato momento storico, e sfiorito perché privo di radici. Oltretutto la sua inesorabile imposizione non è stata affatto legittima, visto che la bolla con cui san Pio V promulgò il Messale da lui riformato (Quo primum tempore, 1570) proibisce severamente e in perpetuo di rimettervi mano, a meno che non si consideri il nuovo rito una mera alternativa a quello perenne, la cui vigenza non è mai cessata. In ogni caso, la Messa di Paolo VI è valida per la presenza della forma sacramentale dell’Eucaristia; la partecipazione ad essa soddisfa altresì al precetto festivo, in quanto è quella ordinariamente celebrata e non si possono esigere dai fedeli sforzi impossibili. Ovviamente, chi ha l’opportunità di partecipare alla Messa tradizionale fa molto bene a preferirla, piuttosto che sottoporsi alla tortura di celebrazioni che, sia nel rito stesso che nelle modalità esecutive, sfigurano l’augusto mistero del Sacrificio di Cristo e impongono spesso un arduo esercizio spirituale per conservare la fede.
Il più grande miracolo dei nostri tempi, effettivamente, è che la fede cattolica sia sopravvissuta a tale sconvolgimento, nonostante la sterilizzazione del culto. Io stesso, pur essendomi reso conto, fin dai primi anni di ministero, che qualcosa non funzionava e avendo gradualmente aperto gli occhi sulla globale mistificazione del postconcilio, non sono stato in grado di cogliere tutta la profondità del problema finché non ho riscoperto la vera Messa, così da poter misurare, in qualche modo, l’abisso che ci separa dalla fede e dalla forma mentis dei nostri padri. Nella Chiesa – e, a cascata, nella società – è avvenuta una vera e propria mutazione religiosa, culturale e, di conseguenza, anche antropologica. Dobbiamo riconoscere che non siamo più gli stessi di una volta: volenti o nolenti, abbiamo metabolizzato il modo di essere, pensare e agire dell’ambiente che ci ha plasmato. Per ricuperare la genuina identità del cristiano non basta esser tradizionalisti come se si fosse iscritti a un partito o legati a un movimento di pensiero, senza sforzarsi di riformare seriamente la propria vita e di disintossicarsi dalla cultura dominante.
Se non interiorizziamo l’amore per la Tradizione in un’autentica vita spirituale, può capitare anche a noi di annoiarci a un pontificale (non pensando che è un atto disinteressato rivolto alla gloria di Dio piuttosto che alla soddisfazione dei nostri gusti) oppure, in una Messa da Requiem, di scalpitare per la lunghezza del Dies irae cantato o per l’apparente superfluità della benedizione del tumulo, (non tenendo presente che lo scopo non è il nostro godimento estetico, ma il suffragio a vantaggio di anime le cui sofferenze vengono così alleviate). Per inciso, chi volesse meditare il magnifico testo attribuito a Tommaso da Celano resterà sbalordito per la potenza espressiva delle immagini, la profondità della dottrina soggiacente, lo spessore biblico e l’intensità della preghiera. Non imitiamo i modernisti: ogni tanto dimentichiamo i nostri miseri bisogni immediati e lasciamoci trasportare in alto, verso la luce e la pace di quel Regno che ci aspetta – se ne saremo degni – e che la liturgia fa pregustare sulla terra a quanti lo cercano sopra ogni cosa.
Se potete partecipare alla Messa antica solo di rado o a costo di grandi sacrifici, andate in cerca di sacerdoti che celebrino quella nuova in modo degno e conforme alla fede. Sì, con la prima domenica di Avvento sarà imposta la traduzione balorda del Pater noster: che ve ne importa? chi vi impedisce di continuare a recitarlo come prima? Non si può obbligare nessuno ad accettare una falsificazione del testo evangelico. Non possono farvi un bel niente; il problema, semmai, sarà per i parroci che si sentiranno obbligati a violentare la propria coscienza. Faranno meglio a chiedere un anno sabbatico reiterabile, in attesa che cessi questo regime. E se vi negano la comunione in ginocchio? Rimanete piantati sul gradino dell’altare finché il prete non sia costretto a darvela come è vostro sacrosanto diritto, oppure cambiate parrocchia. All’omelia udite eresie o affermazioni scandalose? Uscite di chiesa e rientrate al Credo. Vi tocca esser spettatori di abusi liturgici? Riprendete apertamente il prete e, se ciò non sortisce alcun effetto, andate altrove.
Per rimanere in tema di pseudoversioni liturgiche in vernacolo (a cui Benedetto XVI, fra l’altro, era nettamente contrario): anziché perder tempo in simili corbellerie, i Pastori dovrebbero preoccuparsi del fatto che, tra vent’anni, in chiesa non ci verrà più nessuno, visto che i bambini e adolescenti di oggi vengon cresciuti come perfetti materialisti atei e che domani né si sposeranno né battezzeranno i figli, come del resto già fanno molti loro genitori. Ci sarebbe da ridere, ma di una cosa vi prego sul serio: al Sanctus non ripetete più Dio dell’universo, che non è affatto la traduzione di Deus Sabaoth, bensì una designazione cabalistica di Lucifero; semmai recitatelo in latino. Ancora, in nome dello zelo episcopale per le traduzioni esatte: quale rapporto linguistico esiste tra Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum e Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa? L’unico legame, probabilmente, è l’intento di oscurare nei fedeli la consapevolezza della Presenza reale, ma questa non è una questione filologica.
Riguardo alle voci sull’invalidazione della Messa, mantenete i nervi saldi: è altamente improbabile che facciano un passo così plateale da scatenare una reazione di massa. Se poi giungeranno davvero a pubblicare canoni zoppicanti quanto alla forma sacramentale, vorrà dire che così avrà disposto il Signore per non esser più continuamente oltraggiato nell’Eucaristia e porre fine alle innumerevoli comunioni sacrileghe con cui tante anime rischiano di dannarsi; ma voi avrete già individuato sacerdoti sicuri che non li useranno. A mio avviso, una modalità più lunga, ma meno appariscente, di rendere nulli i Sacramenti sarebbe quella seguita dagli anglicani: l’invalidazione del sacerdozio mediante una riforma del rito di ordinazione o l’ammissione di donne. Anche in quest’ultimo caso, però, uno scisma sarebbe dietro l’angolo e i rivoluzionari non vogliono esser loro a caricarsene la responsabilità davanti alla storia; piuttosto stan facendo di tutto perché i “tradizionalisti” si tolgano dai piedi di propria iniziativa compiendo un atto che li ponga fuori della comunione ecclesiale. Per favore, non diamo loro questa soddisfazione.
Ricordate che l’aver potuto conservare o ritrovare la fede, in un marasma del genere, è una grazia incommensurabile che Dio ci ha concesso: possiamo proprio chiamarla un miracolo – e dei più straordinari! Non perdiamo la serenità e la gratitudine per nessun motivo: la Chiesa è di Cristo ed è Lui a tenerla saldamente in mano; quello che sta permettendo è in vista di un bene maggiore di cui non abbiamo idea. Quando arriverà il castigo, la gente si riverserà nelle chiese e nei confessionali; allora tutti i preti a cui sarà stato proibito o limitato l’uso del Vetus Ordo, non potendo più essere controllati né sanzionati per via di circostanze eccezionali, verranno allo scoperto e grandi folle li seguiranno per mettersi spiritualmente al sicuro, non esitando un attimo ad abbandonare i mercenari modernisti, incapaci di prestare valido soccorso e di fornire risposte affidabili già in tempo di tranquillità, ma buoni solo a intrattenere o coccolare con qualche emozione a buon mercato… Non temete: le forzature innaturali, prima o poi, esauriscono la spinta e la normalità, nella vita come nella religione, riprende il suo corso. Altro che irreversibilità della riforma liturgica! Si può sbarrare un fiume, ma non spingerlo a ritroso: prima o poi tracima.
Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.
Testo integrale dell’articolo citato su LifeSiteNews nella traduzione italiana qui
http://www.lanuovabq.it/it/belgio-spinta-verso-lordinazione-di-uomini-sposati-e-donne
RispondiElimina«Sì, sì: una sola Messa basterebbe per ottenere la conversione di tutti i Turchi, di tutti gli eretici, di tutti gli scismatici, in somma di tutti gl'infedeli, ed anche di tutti i mali cristiani, chiudendo le porte dell’Inferno a tutti i peccatori, e vuotando il Purgatorio di tutte le anime purganti. Noi miseri con la nostra tiepidezza, poca e divozione e scandalose immondizie, che commettiamo in ascoltare la Messa, oh quanto restringiamo i termini della sua gran sfera, e rendiamo inefficace il suo gran valore!».
RispondiEliminaSan Leonardo da Porto Maurizio
Ho perduto il commento che stavo scrivendo, sintesi:
RispondiElimina1) Il grande miracolo continua, le chiese dove si celebra il VO sono strapiene.
2) Alcuni ordini che celebrano il NO, incalzati dal VO, cercano di ridare dignità al NO, pur non riuscendo ancora a fare il salto.
3) Accanto all'entrata anima e corpo nel VO, che è lunga, occorre ridar forma ai Cattolici.
4) A questo proposito, per sottolineare la difficoltà di rientrare nella regola dopo tanta rilassatezza, portavo l'esempio del Mahatma Gandhi, di cui lessi la biografia da giovane.
5) Il suo cambiamento da avvocato laureato all'Università di Londra, a capo spirituale e politico della sua gente, delle sue tradizioni, richiese un cambiamento, dello stile di vita suo e della sua famiglia, rigoroso.
6) Rimasi esterrefatta nel leggere quanto le sue regole furono strette, per lui e per tutta la sua famiglia, tanto da rasentare il dispotismo.
7) Ne parlai con persone più grandi ed esperte di me, la risposta fu sempre uguale: quando da vecchie abitudini, si vuol passare a quelle più coerenti con il proprio ideale bisogna passare al rigore della coerenza.
8) Non so cosa immaginare quando sia in gioco la Vera Fede. Quanta e quale sia la coerenza richiesta ad ognuno, in ogni singolo istante della sua vita.
9) Finora si è annacquata la Dottrina per andare incontro al mondo, SBAGLIANDO.
10) Ora si tratta, per chi vuol essere Cattolico, di conoscere e vivere la Dottrina, sintesi robusta della Rivelazione, della Tradizione, con coerenza. Il mondo di suo poi l'annacquerà, ma sta a noi porgere ad esso l'essenza.
@Catholicus.2
RispondiEliminaEh sì, ha toccato il punto! Giusto combattere per avere la Messa giusta, i sacramenti giusti, la dottrina giusta... ma alla fine scopriamo che uno degli ostacoli maggiori per l'avvento del Regno di Dio sulla Terra siamo noi, coi nostri limiti, la nostra debolezza, i nostri peccati.
Il peccato originale è sempre presente.
E nonostante tutto, come dice don Elia, il Signore compie ogni giorno dei miracoli. Sia lodato il Signore!
Se potete partecipare alla Messa antica solo di rado o a costo di grandi sacrifici, andate in cerca di sacerdoti che celebrino quella nuova in modo degno e conforme alla fede.
RispondiEliminahttps://opportuneimportune.blogspot.com/2018/11/questa-o-quella-per-me-pari-sono-in.html?m=1
Fuori tema:
RispondiEliminahttps://gloria.tv/article/R8nfTyHxK3xh4e7itjH88YLW4
Quando la logica fa difetto anche a papa Benedetto...
NON C'È MAI FINE AL PEGGIO!
RispondiElimina"ISCRIVO MIO FIGLIO AL CATECHISMO... UNA FIRMA AL POSTO SBAGLIATO ED ECCOLO TRASFORMATO IN UNA CAVIA MEDICA"
L'immagine rappresenta una parte del foglio UFFICIALE che viene fatto firmare quando si decide di iscrivere il proprio figlio al catechismo.
In pratica, se firmate, autorizzate lo svolgimento di screening psicologici e anche l'eventuale SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI.
FONTE: https://pietrobisanti.blogspot.com/2018/11/iscrivo-mio-figlio-al-catechismo-una.html
@Viandante
RispondiEliminaIn italiano:
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-11/benedetto-xvi-papa-emerito-rapporto-ebrei-cristiani-missione.html
Non è così netta come sembrava nel commento di Gloria.tv, ma certo è problematica:
Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei. Fermo restando questo rifiuto -per principio- di una missione istituzionale diretta agli ebrei, i cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo anche davanti agli ebrei; devono farlo però con umiltà e sensibilità, riconoscendo che gli ebrei sono portatori della Parola di Dio e tenendo presente la grande tragedia della Shoah”.
Viandante e Fabrizio, il problema è affrontato diffusamente qui:
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2013/12/un-po-di-chiarezza-sullalleanza-mai.html
e qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/12/la-nuova-alleanza-ebraico-cristiana-che.html
@Fabrizio Giudici
RispondiEliminaL'articolo è incompleto e mal confezionato, l'intervento di Ratzinger era molto più complesso, finito pubblicato su Communio in tedesco con tanto di repliche rabbiniche, il tutto è diventato un libro edito in Francia(?) titolo L'alliance irrévocable ed. Parole et silence.
Comunque al di là di tutto, e non mi sembra una semplificazione da banalizzare, Nostro Signore Gesù Cristo predicò e percorse tutta la Palestina per evangelizzare gli ebrei!
RispondiEliminaSono pochi i casi in cui lui affrontava gente non ebrea. La sua missione era innanzitutto rivolta agli ebrei.
Poi è vero, agli apostoléi disse anche di andare in tutto il mondo, ma i primi destinatari della Buona Novella, addirittura evangelizzati da Gesù stesso, furono gli ebrei!
Non v'è dubbio che sarebbe meglio leggere l'articolo intero, però quel paragrafo che è stato riportato da VaticanNews è vero o falso? Cosa vuol dire "rifiutare per principio una missione istituzionale rivolta agli ebrei"? L'umiltà e la sensibilità vanno usate con tutti; che ogni cultura richieda un approccio di evangelizzazione specifico è ovvio. Rimaniamo su questi pochi punti, senza ampliare troppo il discorso, sennò so già come va a finire.
RispondiEliminaIn soldoni: se un gruppo di missionari decide di aprire una sede in Israele anziché, che so, in Giappone: per Ratzinger va bene o no?
Hai perfettamente ragione Fabrizio, inutile ampliare il discorso. Sarebbe come parlare semplicemente per evidenziare le nostre capacità oratorie.
RispondiEliminaNella sostanza mi sembra che il Vangelo sia chiarissimo.
Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapientie le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. (Mt 11.25-26)
In Israele è vietato il proselitismo, soprattutto cristiano.
RispondiEliminaDiversi anni fa, nel corso di soggiorni di lavoro a Gerusalemme, ho frequentato la Qehillah (la comunità, parrocchia dedicata ai cristiani di lingua ebraica) ratta dai francescani. In essa ho partecipato a splendide celebrazioni secondo l'Ordo Missae hebraice che precede il NO nelle lingue volgari dal 1955 ed era celebrato anche a Roma durante i nostri corsi di ebraico con i testi e i canti attinti a Gerusalemme. Potrei parlare di molte significative esperienze; ma per quanto qui interessa, mi dicevano i frati che soprattutto in periodi di guerra e di crisi, molti giovani cercavano risposte (forse accadrà tuttora, chissà?) presso di loro; ma dovevano farlo di nascosto e con molta cautela perché tassativamente proibito da governo...
Dunque non è ipotizzabile nessuna forma di missione e non per le ragioni indicate da Ratzinger...
Sì, mic, appunto: sono condizioni contingenti esterne. Anche in quell'isola delle Andamane dove pochi giorni fa un ragazzo è andato a tentare di portare Cristo, ma si è solo fatto ammazzare, si può decidere che non sia il momento opportuno. Questo però non è un "rifiutare per principio", è un valutare una inopportunità contingente. Facciamo finta che Israele cambi legge: cosa risponderebbe Ratzinger secondo l'articolo pubblicato?
RispondiEliminaRatzinger, quanto a Israele, è quello che sulla scia di Giovanni Paolo II, ma non maggiori sottigliezze rabbiniche, parla di "Alleanze parallele", come se Gesù Signore non avesse sancito la Nuova ed Eterna Alleanza, l'unica. Il che vale anche rispetto alle altre religioni con le 'variazioni' che invece Bergoglio ha portato all'ennesima potenza...
RispondiEliminaE così, oggi, secondo la neo-chiesa, non dovremmo più convertire nessuno... Forse le orde afro-islamiche sono il castigo per questa infedeltà.
RispondiEliminaNoi crediamo e cerchiamo di vivere in tutt'altro modo ma siamo un'esigua minoranza. E se fossimo vero lievito potrebbe bastare...
Ed ecco la torniellata di turno...
RispondiEliminahttps://www.lastampa.it/2018/11/26/vaticaninsider/benedetto-xvi-non-ho-scritto-di-missione-agli-ebrei-umKH5uCUGkfcHspASXzTdL/pagina.html
Mi pare che ce n'eravamo occupati. Faccio la ricerca e ne parliamo.
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-11/benedetto-xvi-papa-emerito-rapporto-ebrei-cristiani-missione.html
RispondiEliminaHo trovato l'articolo recente che ricordavo
RispondiEliminahttps://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/benedetto-xvi-ripreso-per-nuovo.html
Domani cercherò di mettere insieme tanti pezzi sparsi...
Intanto avete molto materiale su cui cominciare a esprimervi!
Non è facile parlare della posizione di papa Benedetto sulla questione per diversi motivi.
RispondiEliminaInnanzitutto si dovrebbe fare una netta distinzione tra quello che è il dialogo con gli ebrei, che secondo me va impostato anzitutto sulla base della carità, da quella che è la questione reale in sè e che concerne la fede cattolica in se stessa, quindi un mettere in chiaro le cose rivolto anzitutto al mondo cattolico (e soprattutto ai suoi teologi e alla sua gerarchia) che spesso su certe questioni sembra fuori strada.
Un'altra grande difficoltà, almeno per me, è che con tutti i tergiversare dottrinali degli ultimi tempi (alcuni la chiamano evoluzione dottrinale...) se non hai il calendario sotto mano non sai quale affermazione precede l'altra e quale sia l'ultima (nella speranza che prima o poi l'ultima sia anche quella definitiva!).
Anche nei post citati da Maria è sempre necessario guardare la data per non essere rinfacciati di considerare affermazioni ormai superate dall'ennesima riflessione papale.
Alla fine, come dicevo ieri a Fabrizio, questi discorsi sembrano inutili. Per 2000 anni si è sempre conosciuta la posizione della Chiesa al riguardo, ora, dopo una seppur terribile guerra, sembra che anche la dottrina debba cambiare.
Ripeto: si cambi pure l'atteggiamento nei confronti degli ebrei, che sia magari meno duro (se veramente necessario, ma a volte dubito), ma la sostanza é sempre quella.
Anche perché come è possibile parlare di nostro odio verso gli ebrei se noi nei loro confronti vogliamo solo ciò che a noi sembra il regalo più bello che possiamo far loro: aiutarli a trovare la vera fede e la salvezza. E senza nemmeno imporgliela la vera fede ma solo offrendola loro.
Protestare serve: tolta la scena blasfema alla Scala
RispondiEliminaTommaso Scandroglio
http://www.lanuovabq.it/it/protestare-serve-tolta-la-scena-blasfema-alla-scala
Il sindaco di Cenate Sotto (Bergamo) Giosuè Berbenni , alla notizia che nell’Attila allestito per la prima della Scala ci sarebbe stata una scena blasfema, scrisse al sovraintendente del teatro milanese queste fumantine righe: «Ho saputo il 25 novembre da fonti dirette che al Teatro Alla Scala il giorno 7 dicembre verrà fatta l’inaugurazione della stagione con l’opera “Attila” di Giuseppe Verdi; c’è una scena molto spinta dove viene rappresentato un bordello. In questa scena una donna prende la statua della Vergine Maria, madre di Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, e la scaraventa a terra. La scena è raccapricciante. Con la presente chiedo in qualità di credente che questa scena blasfema contro l’Immacolata [che si festeggia il giorno seguente] e contro la cristianità, venga tolta. Sono credente – continua il sindaco – ci tengo che ci sia rispetto: a mio avviso il Teatro alla Scala non merita questa blasfemia, così come non la meritano Giuseppe Verdi e tutta l’Italia. La ritengo una scena fastidiosa e inutile».
Da parte mia ringrazio questo sindaco e prego una Ave Maria perche' abbia pieta' di quel dis-graziato regista e gli ottenga dall'Agnello di "vedere".
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con Te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del ventre Tuo , Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen
La trama dell'Opera di Verdi :
http://www.liricamente.it/trama-opera.asp?opera=attila
http://www.marcotosatti.com/2018/11/29/parigi-saint-nicholas-una-messa-nella-chiesa-di-lefebvre-alle-8-di-mattina-quanti-giovani/
RispondiEliminaCarissimo Sig.Tosatti , guai a lei se rientra a Roma senza essere passato da Rue du Bac e avere acquistato almeno almeno qualche sacchettino di Medaglie miracolose da donare alle fragili creature che l'avvicineranno. E' la Madonna che puo' chiedere e ottenere (Padre Pio)
".....quindi tutte le forme di nostalgia che ci mettono fuori dal tempo o ci fanno trasportare la missione di Pietro fuori dal tempo non vanno bene. Noi dobbiamo sempre stare con Pietro. La nostalgia non va. "
RispondiElimina“I contemplativi non stanno isolati, non sono una ONG, ma sono parte della Chiesa. Non sono isole, sono parte di un corpo vivo”.
https://www.aldomariavalli.it/2018/11/29/monache-di-clausura-dal-quaerere-deum-allaggiornamento-senza-rispetto-per-le-contemplative/
Prof. Alessandro Meluzzi , in qualita' di psichiatra , puo' cortesemente decodificare questa istruzione del Monsignore in oggetto mentre noi tutti rivolgiamo una preghiera alla Vergine Maria e per le Suore e per il predetto ?
Grazie