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venerdì 8 febbraio 2019

Il dono della filiazione Divina. La fede cristiana: l’unica valida religione e unicamente voluta da Dio

Dichiarazione pubblicata anche da LifeSiteNews e da Corrispondenza Romana, cui vanno aggiungendosi molti siti e blog cattolici.

Dichiarazione di Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan), in seguito al viaggio di papa Francesco negli Emirati Arabi.

La verità della filiazione Divina in Cristo, che è intrinsecamente soprannaturale, costituisce la sintesi di tutta la rivelazione Divina. La filiazione Divina è sempre un dono gratuito della grazia, il dono più sublime di Dio per l’umanità. Questo dono si ottiene, però, unicamente attraverso la fede personale in Cristo e attraverso la ricezione del battesimo, come insegnò il Signore stesso: «In verità, in verità Io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto» (Giov. 3, 5-7).

Nei decenni passati si sentiva spesso – persino dalla bocca di alcuni rappresentanti della gerarchia ecclesiastica – dichiarazioni sulla teoria dei “cristiani anonimi”. Questa teoria dice quanto segue: la missione della Chiesa nel mondo consisterebbe ultimamente nel suscitare la consapevolezza che tutti gli uomini devono avere della loro salvezza in Cristo e conseguentemente della loro filiazione Divina. Giacché, secondo questa stessa teoria, ogni essere umano possiederebbe già la filiazione Divina nella profondità della propria persona. Tuttavia, una tale teoria contraddice direttamente la Rivelazione Divina, come la insegnò Cristo e come i Suoi Apostoli e la Chiesa hanno sempre trasmesso per due mille anni immutabilmente e senza ombra di dubbio.

Nel suo saggio “La Chiesa dai Giudei e Gentili” (Die Kirche aus Juden und Heiden) Erik Peterson, il noto convertita ed esegeta, già da tempo (nel 1933) metteva in guardia contro il pericolo di una tale teoria, quando affermò, che non si può ridurre l’essere cristiano (“Christsein”) all’ordine naturale, nel quale i frutti della redenzione, operata da Gesù Cristo, sarebbero generalmente imputati ad ogni essere umano come una sorta di eredità, solamente perché egli condividerebbe la natura umana con il Verbo incarnato. Tuttavia, la filiazione Divina non è un risultato automatico, garantito attraverso l’appartenenza alla razza umana.

Sant’Atanasio (cf. Oratio contra Arianos II, 59) ci lasciò una semplice e allo stesso tempo precisa spiegazione della differenza tra lo stato naturale degli uomini come creature di Dio e la gloria dell’essere figli di Dio in Cristo. Sant’Atanasio sviluppa il suo pensiero partendo dalle parole del santo Vangelo secondo Giovanni, che dice: “Egli ha dato potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Giov. 1, 12-13). Giovanni usa l’espressione “sono stati generati” per dire che l’uomo diviene figlio di Dio non per natura ma per adozione. Questo fatto dimostra l’amore di Dio, poiché Colui che è loro creatore diviene poi tramite la grazia anche loro Padre. Ciò accade, come l’Apostolo dice, quando gli uomini ricevono nel loro cuore lo Spirito del Figlio Incarnato, che grida in loro: “Abba, Padre!” Sant’Atanasio continua nella sua riflessione dicendo: Come esseri creati gli uomini possono divenire figli di Dio esclusivamente attraverso la fede e il battesimo, ricevendo lo Spirito del vero e naturale Figlio di Dio. Precisamente per questa ragione il Verbo si fece carne, per fare gli uomini capaci dell’adozione filiale e della partecipazione alla natura Divina. Di conseguenza, per natura Dio, in senso stretto, non è il Padre degli esseri umani. Solo colui chi accetta coscientemente Cristo ed è battezzato, sarà capace di gridare in verità: “Abba, Padre” (Rom. 8, 15; Gal. 4, 6).

Fin dall’inizio della Chiesa esisteva l’asserzione, come testimonia Tertulliano: “Non si nasce cristiano, cristiano si diviene” (Apol., 18, 5). E San Cipriano di Cartagine ha accertatamente formulato questa verità, dicendo: «Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre» (De unit., 6).

Il compito più urgente della Chiesa ai nostri giorni consiste nel prendere cura del cambiamento del clima spirituale e del clima di migrazione spirituale, ovverosia che il clima della non-fede in Gesù Cristo e il clima di rigetto della regalità di Cristo si tramutino in un clima di fede esplicita in Gesù Cristo e di accettazione della Sua regalità, e che gli uomini possano migrare dalla miseria della schiavitù spirituale della non-fede alla felicità di essere figli di Dio e dalla vita in peccato migrare nello stato di grazia santificante. Questi sono i migranti dei quali dobbiamo urgentemente prendere cura.

Il cristianesimo è l’unica religione voluta da Dio. Pertanto, il cristianesimo non può mai essere messo in modo complementare accanto alle altre religioni. Violerebbe la verità della Divina Rivelazione, come essa è inconfondibilmente affermata nel Primo Comandamento del Decalogo, chi sostenesse la tesi che Dio vorrebbe la diversità di religioni. Conforme alla volontà di Cristo la fede in Lui e nel Suo Divino insegnamento deve sostituire le altre religioni, tuttavia non con forza, ma con una persuasione amorevole, come lo esprime l’inno delle Lodi della festa di Cristo Re: “Non Ille regna cladibus, non vi metuque subdidit: alto levatus stipite, amore traxit omnia” (“Non con la spada, la forza e la paura Egli sottomette i popoli, ma esaltato nella Croce attira amorosamente tutte le cose a Se”).

C’è solo una via verso Dio, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Via” (Giov. 14, 6). C’è solo una verità, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Verità” (Giov. 14, 6). C’è solo una vita veramente soprannaturale, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Vita” (Giov. 14, 6).

Il Figlio di Dio Incarnato ha insegnato che fuori della fede in Lui non vi può essere una vera religione gradita a Dio: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato” (Giov. 10, 9). Dio ha comandato a tutti gli uomini, senza eccezione, di ascoltare Suo Figlio: “Questi è il Figlio Mio amato: ascoltatelo!” (Mc. 9, 7). Dio non ha detto: “Potete ascoltare il Mio Figlio o altri fondatori di religioni, giacché è la Mia volontà che ci siano differenti religioni.” Dio ha vietato di riconoscere la legittimità della religione di altri dèi: “Non avrai altri dèi di fronte a me” (Ex. 20, 3) e “Quale comunione può essere fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli?” (2 Cor. 6, 14-16). Se le altre religioni corrisponderebbero altrettanto alla volontà di Dio, non ci sarebbe stato la condanna Divina della religione del vitello d’oro al tempo di Mosé (cf. Ex. 32, 4-20); allora, i cristiani di oggi potrebbero impunemente coltivare la religione di un nuovo vitello d’oro, giacché tutte le religioni sarebbero, secondo tale teoria, altrettanto gradite a Dio.

Dio diede agli Apostoli e attraverso loro alla Chiesa per tutti i tempi l’ordine solenne di istruire tutte le nazioni e i seguaci di tutte le religioni nell’unica vera fede, insegnando loro ad osservare tutti i Suoi comandamenti Divini e battezzarli (cf. Mt. 28, 19-20). Fin dall’inizio della predicazione degli Apostoli e del primo Papa, l’Apostolo San Pietro, la Chiesa ha sempre proclamato che in nessun altro nome c’è salvezza, vale a dire, non c’è nessun’altra fede sotto il cielo, nella quale gli uomini possono essere salvati, che nel Nome e nella fede in Gesù Cristo (cf. At. 4, 12).

Con le parole di Sant’Agostino la Chiesa insegnava in tutti i tempi: “Solo la religione cristiana indica la via aperta a tutti per la salvezza dell’anima. Senza di essa non se ne salva alcuna. Questa è la via regia, perché essa soltanto conduce non a un regno vacillante per altezza terrena ma a un regno duraturo nella stabile eternità” (De civitate Dei, 10, 32, 1).

Le seguenti parole del grande Papa Leone XIII rendono testimonianza dello stesso immutabile insegnamento del Magistero in tutti i tempi, quando egli affermò: “Il grand’errore moderno dell’indifferentismo religioso e della parità di tutti i culti è la via opportunissima per annientare le religioni tutte, e segnatamente la cattolica che, unica vera, non può senz’enorme ingiustizia esser messa in un fascio con le altre” (Enciclica Humanum genus, n. 16)

In tempi recenti il Magistero ha presentato sostanzialmente lo stesso insegnamento immutabile nel Documento “Dominus Iesus” (6 agosto 2000), dal quale citiamo rilevanti affermazioni:

“Spesso si identifica la fede teologale, che è accoglienza della verità rivelata da Dio Uno e Trino, e la credenza nelle altre religioni, che è esperienza religiosa ancora alla ricerca della verità assoluta e priva ancora dell’assenso a Dio che si rivela. Questo è uno dei motivi per cui si tende a ridurre, fino talvolta ad annullarle, le differenze tra il cristianesimo e le altre religioni” (n. 7) “Risulterebbero contrarie alla fede cristiana e cattolica quelle proposte di soluzione, che prospettassero un agire salvifico di Dio al di fuori dell’unica mediazione di Cristo” (n. 14) “Non rare volte si propone di evitare in teologia termini come « unicità », « universalità », « assolutezza », il cui uso darebbe l’impressione di enfasi eccessiva circa il significato e il valore dell’evento salvifico di Gesù Cristo nei confronti delle altre religioni. In realtà , questo linguaggio esprime semplicemente la fedeltà al dato rivelato” (n. 15) “Sarebbe contrario alla fede cattolica considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite dalle altre religioni, le quali sarebbero complementari alla Chiesa, anzi sostanzialmente equivalenti ad essa, pur se convergenti con questa verso il Regno di Dio escatologico” (n. 21) “La verità di fede esclude radicalmente quella mentalità indifferentista «improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l’altra”» (Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptoris missio, 36)” (n. 22).

Gli Apostoli e innumerevoli martiri cristiani di tutti i tempi, specialmente quelli dei primi tre secoli, si avrebbero risparmiati il martirio se avessero detto: “La religione pagana e il suo culto è una via che anche corrisponde alla volontà di Dio”. Non ci sarebbe stato, per esempio, una Francia cristiana, “la figlia primogenita della Chiesa,” se San Remigio avesse detto a Clodoveo, re dei Franchi: “Non devi abbandonare la tua religione pagana; puoi praticare insieme alla tua religione pagana la religione di Cristo”. In realtà il santo vescovo parlò diversamente, anche se in modo piuttosto brusco: “Adora ciò che hai bruciato e brucia ciò che hai adorato!”

La vera fratellanza universale può esistere solamente in Cristo, vale a dire tra persone battezzate. La piena gloria della filiazione Divina sarà raggiunta solo nella visione beatifica di Dio in cielo, come la Sacra Scrittura lo insegna: «Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Giov. 3, 1-2). 

Nessuna autorità sulla terra – nemmeno la suprema autorità della Chiesa – ha il diritto di dispensare qualsiasi seguace di un’altra religione dalla fede esplicita in Gesù Cristo, cioè dalla fede nel Figlio Incarnato di Dio e nell’unico Redentore degli uomini con l’assicurazione che le religioni differenti sono come tali volute da Dio stesso. Indelebili – perché scritte con il dito di Dio e cristalline nel suo significato – rimangono, tuttavia, le parole del Figlio di Dio: “Chi crede nel Figlio di Dio non è condannato ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Giov. 3, 18). Questa verità era valida fino ad ora in tutte le generazioni cristiane e rimarrà valida fino alla fine dei tempi, indipendentemente dal fatto che alcune persone nella Chiesa del nostro tempo così instabile, codardo, sensazionalista e conformista, reinterpretino questa verità in un senso contrario al tenore delle parole, spacciando con ciò questa reinterpretazione come continuità nello sviluppo della dottrina.

Al di fuori della fede cristiana, nessun’altra religione può essere un cammino vero e voluto da Dio, giacché questa è la volontà esplicita di Dio, che tutti gli uomini credano nel Suo Figlio: “Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna” (Giov. 6, 40). Al di fuori della fede cristiana nessun’altra religione è capace di trasmettere la vera vita soprannaturale: “Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17, 3).
8 febbraio 2019
+ Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Maria Santissima in Astana

23 commenti:

  1. Esemplare! Magari, un giorno, potesse diventare Papa!
    Che il Signore lo benedica e lo custodisca!

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  2. @ anonimo 8 febbraio ore 20:00

    Per poter diventare Papa - e per me sarebbe un ottimo Papa, leggendo quello che dice - prima dovrebbe diventare Cardinale. E qui casca l'asino, perché non si capisce perché mai si sia presa in considerazione l'ipotesi di crearlo Cardinale, visto anche quali altri pastori lo sono divenuti. Io, in proposito, una mia idea la ho: è troppo cattolico, almeno stando a quel che dice! E questo, nella Chiesa odierna - ahimè - non è un merito. Anzi, purtroppo questo fa sì che si venga quasi ad essere isolati!

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  3. Ossigeno per l'anima!

    1-La filiazione Divina è sempre un dono gratuito della grazia, il dono più sublime di Dio per l’umanità.
    2-Questo dono si ottiene, però, unicamente attraverso la fede personale in Cristo e attraverso la ricezione del battesimo.

    NON E' VERO che la missione della Chiesa nel mondo consisterebbe ultimamente nel suscitare la consapevolezza che tutti gli uomini devono avere della loro salvezza in Cristo e conseguentemente della loro filiazione Divina. Giacché, secondo questa stessa teoria, ogni essere umano possiederebbe già la filiazione Divina nella profondità della propria persona.

    3-Non si può ridurre l’essere cristiano all’ordine naturale, nel quale i frutti della redenzione, operata da Gesù Cristo, sarebbero generalmente imputati ad ogni essere umano come una sorta di eredità, solamente perché egli condividerebbe la natura umana con il Verbo incarnato.
    4-La filiazione Divina non è un risultato automatico, garantito attraverso l’appartenenza alla razza umana.
    5-C'è differenza tra lo stato naturale degli uomini come creature di Dio e la gloria dell’essere figli di Dio in Cristo. “Egli ha dato potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio SONO STATI GENERATI” (Gv. 1,12-13).

    6-L’uomo diviene figlio di Dio non per natura ma per adozione.
    7-Questo fatto dimostra l’amore di Dio, poiché Colui che è loro creatore diviene poi tramite la grazia anche loro Padre.
    8-Come esseri creati gli uomini possono divenire figli di Dio esclusivamente attraverso la fede e il battesimo, ricevendo lo Spirito del vero e naturale Figlio di Dio.
    9-Per natura Dio, in senso stretto, non è il Padre degli esseri umani. Solo colui chi accetta coscientemente Cristo ed è battezzato, sarà capace di gridare in verità: “Abba, Padre” (Rom 8,15; Gal 4,6).

    Fin dall’inizio della Chiesa esisteva l’asserzione, come testimonia Tertulliano: “Non si nasce cristiano, cristiano si diviene” (Apol., 18,5).

    9-Il compito più urgente della Chiesa ai nostri giorni consiste nel prendere cura del cambiamento del clima spirituale e del clima di migrazione spirituale, ovverosia che il clima della non-fede in Gesù Cristo e il clima di rigetto della regalità di Cristo si tramutino in un clima di fede esplicita in Gesù Cristo e di accettazione della Sua regalità, e che gli uomini possano migrare dalla miseria della schiavitù spirituale della non-fede alla felicità di essere figli di Dio e dalla vita in peccato migrare nello stato di grazia santificante. Questi sono i migranti dei quali dobbiamo urgentemente prendere cura.

    10-Il cristianesimo è l’unica religione voluta da Dio. Pertanto, il cristianesimo non può mai essere messo in modo complementare accanto alle altre religioni.
    11-C’è solo una via verso Dio, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Via” (Gv. 14,6).
    12-C’è solo una verità, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Verità” (Gv. 14,6).

    ...

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  4. ...

    17-In tempi re13-C’è solo una vita veramente soprannaturale, e questa è Gesù Cristo, giacché Egli stesso disse: “Io sono la Vita” (Gv. 14,6).
    14-“Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato” (Gv. 10,9).
    15-Dio ha comandato a tutti gli uomini, senza eccezione, di ascoltare Suo Figlio: “Questi è il Figlio Mio amato: ascoltatelo!” (Mc. 9,7).
    16-Dio NON ha detto: “Potete ascoltare il Mio Figlio o altri fondatori di religioni, giacché è la Mia volontà che ci siano differenti religioni.”
    centi il Magistero ha presentato sostanzialmente lo stesso insegnamento immutabile nel Documento “Dominus Iesus” (6 agosto 2000),
    18-La vera fratellanza universale può esistere solamente in Cristo, vale a dire tra persone battezzate. La piena gloria della filiazione Divina sarà raggiunta solo nella visione beatifica di Dio in cielo, come la Sacra Scrittura lo insegna.
    19-Nessuna autorità sulla terra –nemmeno la suprema autorità della Chiesa– ha il diritto di dispensare qualsiasi seguace di un’altra religione dalla fede esplicita in Gesù Cristo, cioè dalla fede nel Figlio Incarnato di Dio e nell’unico Redentore degli uomini con l’assicurazione che le religioni differenti sono come tali volute da Dio stesso.
    20-“Chi crede nel Figlio di Dio non è condannato ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv. 3, 18).

    Sia lodato Gesù Cristo!

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  5. Peccato che mons. Schneider non chiami per nome l'autore della falsa dottrina
    contestata.
    O.

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  6. Grazie, abbiamo bisogno di testimoni della verità.
    Mi chiedo solo come mai non si riesca a purificare la Chiesa dall’eresia midernista

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  7. Effettivamente, è l'unico neo. Ma si capisce ugualmente chi è il bersaglio.
    È già tanto.

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  8. È già successo che Paolo correggesse Pietro, ma Pietro non accetterà umilmente la correzione. In arrivo un grosso carico di misericordina argentina...

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  9. Peccato che mons. Schneider non chiami per nome l'autore della falsa dottrina contestata

    È universalmente noto. E comunque lo specifica nel titolo.

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  10. Suggerirei modestamente e fraternamente a Mons. Schneider e ai suoi confratelli nel sacerdozio fedeli alla Chiesa di tenere una rubrica fissa dal titolo CF, Correzione Fraterna, per correggere le affermazioni eretiche o eretizzanti o comunque pericolose per la Fede del Nostro.

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  11. Invito coloro che volessero diffondere il presente appello :
    1) Copia-incollare il link a questa pagina Web (o a quelle degli altri siti che lo pubblicano;
    2) a copia-incollarvi sotto il testo;
    3) personalmente ometterei, da questo copia-incolla più esteso, le righe della citazione dal controverso documento D.J. Tale documento, come il 90% dei documenti post-conciliari, può essere usato come argomento "ad hominem", ma le ambiguità le abbiamo già notate e segnalate. PRO-MEMORIA:
    Gli argomenti "ad hominem", sono quegli argomenti parziali, (se non proprio "sbagliati"), cui far ricorso quando ci si confronta con interlocutori che non capirebbero gli argomenti giusti. Esempi:
    a) San Paolo di fronte al Sinedrio afferma (non è una bugia, ma è una "parte" della Verità) ; "Sto qua perché CREDO ALLA RESURREZIONE dei morti". Scoppia una rissa tra Farisei (che ci credevano) e Sadducei (che ne dubitavano). E ne approfitta per scappare;
    b) L'argomento "Behetoven" contro l'aborto. Il grande musicista nacque da un figlio di sifilitici, alcoolizzato, sposato con un'altra figlia di sifilitici, dopo una caterva di altri figli, tutti nati con qualche tara. Se avreste concesso alla mamma di abortire, non avremmo avuto le Sinfonie. Non è un argomento cattolico, poiché non è SOLO & TANTO l'eventuale "genio", che deve essere tutelato, ma il diritto alla vita di ogni essere umano, perché è un essere umano, anche se è destinato a morire pochi istanti dopo la nascita. Anche l'anencefalico ha un'anima immortale, per la cui salvezza Gesù ha sofferto ed è morto, e che deve essere battezzato per poter vedere Dio. Infine una nota che forse sfugge: i riferimenti biblici e patristici presenti nel testo di Mons. Scheneider, soffermandosi sull'importanza del battesimo, SONO ALTRETTANTI ARGOMENTI "GIUSTI" CONTRO CHI DUBITA DEL Limbo!

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  12. @ Federico : "Mi chiedo solo come mai non si riesca a purificare la Chiesa dall’eresia modernista" : non si affanni, caro Federico, a risposta è molto semplice: perché gode di una protezione "preternaturale", cioè diabolica; sono le forze infernali che hanno posto questi traditori ai posti di comando nella Chiesa di Cristo, perché ne hanno avuto il permesso dall'Altissimo; ricorda la visione di papa Leone XIII e l'immediato ricorso alla preghiera a San Michele Arcangelo? (poi soppressa da Montini, ovviamente...). Questo è il tempo del maligno (che però sta per scadere), ce lo ha ricordato più volte la Madonna, anche recentemente, rassicurandoci però che "chi ha Dio come Padre e Me come Madre non deve temere niente ... chi prega (il S. Rosario quotidiano, NdA) non ha paura del futuro ... alla fine il Mio cuore Immacolato trionferà".

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  13. l'esternazione di Bergoglio ad Abu Dhabi è gravemente eretica. Bergoglio ha trasformato Dio in un relativista.
    Il famoso filosofo austriaco Josef Seifert ha criticato aspramente la affermazione di Abu Dhabi di papa Francesco che il pluralismo e la diversità di religioni siano "volontà di Dio"....
    Per Seifert, la dichiarazione di Francesco "contiene tutte eresie" e trasforma Dio in un relativista che "non sa" che esiste una sola verità e "non si interessa" del fatto che gli uomini credano il vero o il falso.
    https://gloria.tv/article/7MVBT3MjjH1pCaQfEFrBRiacY
    Seifert chiede espressamente a Bergoglio di abiurare la sua eresia: lo chiede con la forza di un vero cattolico legato alla Tradizione.
    Purtroppo mons. Schenider non è altrettanto esplicito, non avanza questa richiesta. Allora, quando vedremo un pastore sollecito della salvezza del Gregge esprimere la forza profetica di un S. Giovanni Battista di fronte a un falso pastore, lupo in veste di agnello ? non è forse proprio ora il momento più grave della storia che lo richiederebbe senza indugi ?

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  14. "Non si può ridurre l’essere cristiano all’ordine naturale, nel quale i frutti della redenzione, operata da Gesù Cristo, sarebbero generalmente imputati ad ogni essere umano come una sorta di eredità, solamente perché egli condividerebbe la natura umana con il Verbo incarnato.
    4-La filiazione Divina non è un risultato automatico, garantito ttraverso l’appartenenza alla razza umana". Qui casca l'asino di Gaudium et spes 22,2:«Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo». A questo infelice passo dobbiamo tanto dell'attuale indirizzo immanentista che sta affliggendo la Chiesa da molti anni ormai. Francesco non lo sta esplicitando lo sta solo "reclamizzando" imponendolo mediaticamente. Massimo

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  15. "Tale è, per Giovanni Paolo II, l’opera dell’Incarnazione: «Gesù Cristo ci mette in grado di condividere ciò che egli è. Attraverso la sua Incarnazione, il Figlio di Dio si unisce in un certo modo con ogni essere umano. Nel nostro essere interiore egli ci ha riconciliato con Dio, ci ha riconciliato con gli altri, ci ha riconciliato con i nostri fratelli e con le nostre sorelle: egli è la nostra pace» [17]. L’essere troppo abituati a queste formule, ci porta a non valutarne la portata. Esse sono semplicemente incompatibili con la fede cattolica. In effetti, dire che il Figlio di Dio ha già riconciliato con Dio ogni uomo nel suo essere interiore, è cosa contraria alla fede cattolica. Ciò nonostante, questa affermazione è ripetuta a più riprese da Giovanni Paolo II: «In Cristo tutti sono il “popolo eletto”, perché in Cristo l’uomo è eletto. Ogni uomo, senza eccezione e differenza, viene riconciliato con Dio e - per ciò stesso - chiamato a partecipare all’eterna promessa di salvezza e di vita. L’umanità intera è nuovamente creata come “l’uomo nuovo . . . secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4, 24)» [18]. Insistiamo un’ultima volta su questo universalismo dell’Incarnazione: «… questo è l'uomo in tutta la pienezza del mistero di cui è divenuto partecipe in Gesù Cristo, mistero del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre» [19]. Tutti questi passi, che potremmo moltiplicare, peccano gravemente contro la fede. Essi rifiutano di distinguere l’amore premuroso che Dio ha per ogni uomo, dalla dilezione che Egli ha solo per certuni, secondo la parola stessa di Cristo in Gv. 16, 27: «Il Padre stesso via ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio». (don Patrick de la Rocque) Massimo

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  16. Abbiamo approfondito, tra l'altro, qui:
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2013/10/svnt-nomina-rervm-cose-concrete-quelle.html

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  17. [...]
    Non corriamo il rischio di pensare che Cristo si è incarnato nell'umanità: il documento conciliare (Gaudium et Spes, 22) dichiara che Gesù con l'incarnazione si è «in qualche modo» unito a tutti gli uomini. Ma non lasciamoci trarre in inganno perché, se è vero che il Verbo ha assunto la natura dell'uomo Gesù, che è comune alla natura umana, essa non è quella di tutti gli uomini, ma quella dell'uomo Gesù di Nazareth. Ed è nella sua Persona divina e aderendo ad Essa che noi riceviamo la salvezza e l'adozione a figli. Infatti l'Incarnazione riguarda l'Uomo-Gesù e coinvolge gli uomini a condizione che essi Lo accolgano e credano nel suo Nome perché sono «coloro che lo accolgono e credono nel suo Nome [che] diventano figli di Dio", come ricordato sopra (Prologo di Giovanni, 12-13).

    Altrimenti che senso ha la Chiesa, il suo essere corpo mistico di Cristo, oltre che Popolo di Dio in cammino, e sua portatrice fino alla fine dei tempi? E che fine fanno 2000 anni di Magistero, ma soprattutto ciò che dice il Vangelo?

    Possiamo forse escludere quanto hanno stabilito i Concili di Efeso e Calcedonia? Cioè l'assunzione della sostanza umana individua e perfetta di Gesù di Nazareth da parte del Verbo, oltre all'unione e la distinzione delle due nature. Per questo non possiamo far derivare da quell' «in qualche modo» questa conclusione: « non tutti chiamati ad essere presenti nel Verbo incarnato come la nostra Fede ci ha sempre proposto, ma il Verbo presente in tutti, essendosi egli in tutti incarnato, sia pur in un modo indefinibile ». Un vero e proprio ribaltamento.

    Con l'affermazione di GS 22 avallata da queste recenti esternazioni si dovrebbe dedurre che il Verbo, consustanziale al Padre secondo la divinità, si sarebbe unito alla natura peccaminosa di ogni uomo! E che fine fa il dogma dell’Immacolata Concezione? E quello del peccato originale?
    Questa affermazione porta infatti a dedurre che la “incarnazione in ogni uomo” ha significato ontologico, costituendo una vera e propria impronta divina perenne nella natura di ogni uomo. Non lo dice esplicitamente, ma è a questo che porta, con un’ambiguità - o, meglio, vera e propria variazione - che getta nella confusione la dottrina ortodossa dell’Incarnazione, rendendola incerta e divinizzando l’uomo.

    Del resto anche il CCC, 467:
    «... Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola ipostasi».

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  18. "Infatti l'Incarnazione riguarda l'Uomo-Gesù e coinvolge gli uomini a condizione che essi Lo accolgano e credano nel suo Nome perché sono «coloro che lo accolgono e credono nel suo Nome [che] diventano figli di Dio", come ricordato sopra (Prologo di Giovanni, 12-13)".

    Ma a ben vedere non basta nemmeno questo.
    Ricordiamoci anche, con il Vangelo di San Matteo, le altre condizioni per entrare in parentela con Gesù e attraverso di Lui, con il Padre:

    "....48 Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 49 Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; 50 perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

    Dunque non basta nemmeno essere adottati a figli con la fede, troppo facile sarebbe.
    Bisogna anche fare la Sua volontà, cioe' osservare i Suoi comandamenti, non quelli di Maometto, di Buddha o di Lutero.
    E sappiamo bene tutti che, proprio nel momento in cui pensiamo di seguirli, cadiamo facilmente come pere mature, come il caro e buon San Pietro.

    Vangelo di San Luca:
    "... 23 Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: 24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno".

    E per finire, chi ha ricevuto battesimo e la grazia della fede, sarà giudicato ancor più severamente
    (Luca, 12, 39-48):

    "... Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
    A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.

    Questa è Giustizia, non fa una grinza.

    Altro che salvezza gratuita per tutti, manco i cristiani possono dirsi salvi o esenti da percosse, figuriamoci coloro che non hanno creduto che Gesù è il Figlio di Dio e l'unica via, verità vita.

    Il discorso di Abu Dabi, dunque, e' la negazione di tutto il cristianesimo.

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  19. Aloisius, grazie per i rimandi, è bene stare attaccati alle Sue Parole quando, come oggi, i marosi interpretativi le sommergono.

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  20. Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet.

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  21. Mons. Schneider:
    "Al di fuori della fede cristiana, nessun’altra religione può essere un cammino vero e voluto da Dio, giacché questa è la volontà esplicita di Dio, che tutti gli uomini credano nel Suo Figlio"

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