Pubblichiamo l'intervista rilasciata dal Prof. Roberto De Mattei a Rorate Caeli in ordine all'analisi di Mons. Athanasius Schneider sulla questione di un Papa eretico [qui]. Il dibattito è aperto (ricordo le osservazioni preliminari del Prof. Pasqualucci qui ) e certamente si allargherà. Restiamo vigili anche intensificando la preghiera che nutra il nostro impegno.
Prof. de Mattei ci vuole dare la sua opinione sullo studio che S.E. mons. Athanasius Schneider ha dedicato al "Papa eretico"?
Lo giudico un documento importante. Innanzitutto tra i vescovi contemporanei mons. Schneider è uno dei più stimati per cultura patrologica e pietà personale. In secondo luogo il tema è di altissimo interesse e mons. Schneider ha avuto il coraggio di affrontarlo apertamente, senza ambiguità e compromessi.
Entrando nel merito, quali sono i punti che Lei più condivide?
In primo luogo sono pienamente d'accordo con mons. Schneider quando ammette la possibilità che un Papa possa "diffondere errori dottrinali o eresie", anche se mai ex cathedra. L'ipotesi del papa eretico non è solo sostenuta dalla quasi totalità dei teologi e dei canonisti, ma è anche un fatto storico che è avvenuto ad esempio, con papa Onorio, e che può tragicamente ripetersi. Un altro punto che mons. Schneider chiarisce bene, alla luce dell'insegnamento della Chiesa, è quello dell'atteggiamento che si deve tenere di fronte al Papa eretico: " Nel trattare il tragico caso di un pontefice eretico, tutti i membri della Chiesa, a cominciare dai vescovi, fino ai semplici fedeli, devono usare tutti i mezzi legittimi, come le correzioni private e pubbliche al papa errante, costanti e ardenti preghiere e professioni pubbliche della verità, affinché la Sede Apostolica possa di nuovo professare con chiarezza le verità divine, che il Signore ha affidato a Pietro e a tutti i suoi successori.”
Non ci si può limitare a pregare in silenzio, come se nulla fosse accaduto. Occorre resistere e reagire. E la strada maestra è quella della correzione fraterna, che spetta innanzitutto a vescovi e cardinali, ma che può essere rivolta al Pontefice anche da semplici laici, come è avvenuto con la Correctio filialis. Cito: " In questa materia il fattore numerico non è decisivo. È sufficiente avere anche solo un paio di vescovi che proclamino l’integrità della fede e correggano in tal modo gli errori di un papa eretico. È sufficiente che i vescovi istruiscano e proteggano il loro gregge dagli errori di un papa eretico e che i loro sacerdoti e i genitori delle famiglie cattoliche facciano lo stesso.”
Infine, concordo pienamente con mons. Schneider quando afferma che "anche se un papa sta diffondendo errori teologici ed eresie, la Fede della Chiesa nel suo complesso rimarrà intatta a causa della promessa di Cristo circa l’assistenza speciale e la presenza permanente dello Spirito Santo, lo Spirito della verità, nella sua Chiesa (cfr Gv 14,17; 1 Gv 2,27).”
C’è qualche punto dello studio di mons. Schneider che non condivide?
Mi lascia perplesso la sua affermazione secondo cui " Un papa non può essere deposto in nessuna forma e per nessun motivo, neppure per ragioni di eresia.”
Mons. Schneider nega la possibilità della perdita del pontificato, pur ammettendo che a favore di questa tesi si sono espressi grandi canonisti e teologi, come il cardinale Caetano e san Roberto Bellarmino. La posizione che a me sembra più convincente è quella del teologo brasiliano Arnaldo Xavier da Silveira, recentemente scomparso, che la riassume nel cap. VII del suo libro Can a Pope be...a heretic? The Theological Hypothesis of a Heretical Pope, (Caminhos Romanos, 2018) [qui un suo articolo sull'infallibilità] Arnaldo da Silveira ritiene che ci sia una profonda incompatibilità tra eresia e giurisdizione ecclesiastica. La perdita della carica però non è automatica. Poiché nella Chiesa, società visibile, devono essere visibili anche gli atti ufficiali, il Papa eretico continua ad essere in carica fino alla piena manifestazione esteriore della sua eresia. San Roberto Bellarmino insegna che il Papa eretico perde il papato quando la sua eresia diventi manifesta. Ciò deve essere inteso come una piena manifestazione, ossia che si imponga da sé all’accettazione della sana pars dei cattolici. Se una parte dei cattolici considera la manifestazione dubbia o insufficiente, o è perché quest’ultima non è piena o perché la prima non è la vera pars sana. Uno scontro diverrà quindi inevitabile, e tutto dipenderà dal sensus fidei dei Cattolici e dai moti della Grazia. Finché è tollerato e accettato dalla Chiesa universale l’eretico sarà vero Papa e, in linea di principio, i suoi atti saranno validi. La perdita del pontificato quindi non sarà il risultato di una deposizione da parte di qualcuno, ma da un atto del papa stesso che diventando un eretico formale e notorio, si sarà escluso da solo dalla Chiesa visibile, dimettendosi tacitamente dal Pontificato.
Qual'è dunque il suo bilancio conclusivo?
Pur non condividendo la tesi secondo cui il papa eretico non perde mai il pontificato, penso che la posizione di mons. Schneider, sia accettabile relativamente al momento presente, per evitare quel cripto sedevacantismo a cui tendono alcuni tradizionalisti. Su questo punto la mia posizione coincide con quella di mons. Schneider non sul piano teorico, ma su quello pratico. Io penso che gli errori o eresie di papa Francesco, anche se professati pubblicamente, non comportino la sua perdita del pontificato, perché non sono noti e manifesti al popolo cattolico. Quando parlo di popolo cattolico non mi riferisco all'opinione pubblica cattolica nel senso esteso del termine, ma a quel ristretto gruppo di battezzati che mantengono oggi la integrità della fede cattolica. Eppure molti di essi interpretano pro bono le parole e i gesti di papa Francesco e non ne avvertono la malizia. Non possiamo dire dunque che la sua perdita di fede sia evidente e manifesta. Quando san Roberto Bellarmino o il cardinale Caetano scrivevano i loro libri, la società era integralmente cattolica, il sensus fidei era sviluppato ed era moto facile discernere l’eresia di un prete, di un vescovo o addirittura di un Papa. Oggi, la larga maggioranza dei battezzati, semplici fedeli sacerdoti, vescovi, perfino il Papa, vivono immersi nell’eresia, e pochi sono in grado di distinguere tra la verità e l’errore. Così le giuste indicazioni dei grandi teologi classici sono difficili da seguire nella pratica. Il celebre canonista Franciscus Xaverius Wernz nel suo Jus Decretalium (tomus VI, 1913, pp. 19-23) fa un importante distinzione tra delitto pubblico e delitto notorio. Publicum non significa notorio: “Publicum est vocabulum genericum quod sub se complectitur notorium, manifestum et public simpliciter” (p. 21).
Un delitto è publicum quando, pur essendo diffuso, non è riconosciuto come tale da tutto il popolo. Notorio significa qualcosa di più: il delitto è riconosciuto da tutti come un’evidenza: “I fatti notori non hanno bisogno di prova” (can. 1747, 1).
La promozione e diffusione di eresie da parte di papa Francesco è pubblica, ma non è notoria, nel senso canonico del termine. Per questo dobbiamo riconoscere in lui il supremo capo della Chiesa cattolica. La sua deposizione è per me inattuabile, non in tesi, ma in questo concreto momento storico. Tutto però può cambiare da un giorno all'altro. In questo senso anch'io, come mons. Schneider, mi abbandono alla Divina Provvidenza, ma senza escludere in futuro scenari come quello della possibile perdita del pontificato di un Papa eretico.
Dunque, se ho capito bene: secondo De Mattei un papa eretico può decadere, ma perché questo accada è necessario che _tutto_ il Popolo sia consapevole del suo errore. Ho capito bene?
RispondiEliminaSono consapevole che il taglio netto può darlo solo un grande ed esercitato chirurgo, che sa dove incidere, come pulire, come suturare la ferita.
RispondiEliminahttps://www.corrispondenzaromana.it/onorio-i-il-caso-controverso-di-un-papa-eretico/
RispondiEliminaQuesto è un articolo di De Mattei, ottimo. Per non ritornare su Papa Onorio sarebbe bene analizzarlo bene. Papa Onorio fu dal 625 al 638. Scrisse in tali anni una lettera a Sergio in cui afferma contro il dogma già stabilito dal concilio precedente che la natura umana di Gesù fu assunta dalla divina, restando una, invitando Sergio al silenzio. Nessuno quindi seppe ciò in modo pubblico, tantomeno notorio. Nel 681 il concilio anatemizza il defunto papa.Nel 683 l'anatema è reso pubblico. Ora: l'eresia di Onorio consistette nella frase di una lettera PRIVATA, non pubblica, di cui si seppe a morte avvenuta del Papa. Se oggi Francesco uno scrivesse una lettera a Kasper in cui dicesse che Gesù non è Dio, avremmo lo stesso paragone di Onorio eretico. Ma oggi il problema è pubblico e notorio, in quanto il "chi sono io per giudicare " fu detto PUBBLICAMENTE e NOTORIAMENTE, in quanto diffuso a tappeto da TV e giornali in tutto il mondo: OMOERESIA, che non si sapesse che era riferita la frase al neo promosso a s Marta e Ior, lo ammetto, ma che non si sia saputo, non lo concedo. Idem altri tantissimi casi("Dio non è cattolico" "basta che ognuno segua la propria coscienza"....), trasmesso da Scalfari, e possiamo analizzare frasi su frasi pubbliche e notorie pubblicate su tutti i giornali in TUTTO il mondo. Inoltre ha parlato come Papa notorio, ha parlato per tutti e per tutto il mondo, ha parlato in materia di fede. I principi dell'infallibilità ci sono tutti. Non risulta infallibilità però in ciò che ha detto. Che non sia dichiarato come dogma è vero, ma che contraddica dogmi è altrettanto vero. L'infallibilità è anche dei fedeli, del clero, quando in comunione reale con la vera Chiesa. L'infallibilità è massima in pronunciamento ex cattedra che peraltro sono stati aboliti dal CVII, altra eresia, ma sussiste con i requisiti citati.
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13310568/vaticano-papa-francesco-eretico-chiesa-verso-scisma-deposizione-.html
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/1928-appunti-sulla-questione-del-cosiddetto-papa-eretico.html
RispondiEliminaQuesto documento (devo leggerlo ancora) può aiutare nella questione del papa eretico. L'infallibilità non è solo ex cathedra, questa è solo una delle tesi, che peraltro non è logica, ma riguarda l'insegnamento quando soddisfa i requisiti richiesti, pubblico, per tutto il mondo cattolico, in fede morale, esposto come Papa-cardinale-vescovo-fedele. Tu conferma i fratelli, l'insegnamento è confermare. La deposizione del Papa è impossibile, ammetto e concedo in toto, ma possibile è prendere atto di una deposizione avvenuta, oppure di un mai avvenuto fatto. Nessuno può considerarsi cattolico ed ammettere la deposizione di un Papa, ma chiunque DEVE decidere se quello è Papa, in retta coscienza, e chi deve farlo in primis sono i cardinali, poi i vescovi, poi i preti, non ultimo il popolo che già spesso intervenne nei secoli a por fine a situazioni anche affamando il conclave. Si deve, ormai superate le ammonizioni effettuare da parti diverse e pubbliche,DICHIARARE decaduto l'eretico. Se sia stato o no Papa, sarà il futuro Papa a decidere, intanto si PRENDE ATTO che si ha a che fare con un eretico che in MODO PUBBLICO MANIFESTO NOTORIO e PERTINACE ha dichiarato frasi che vanno CONTRO la FEDE e la MORALE ed il VANGELO, si prende atto che chi si mette cntro il Vangelo non fa parte della Chiesa, per incompatibilità tra giurisdizione e eresia. Non è il numero, la democrazia (la Chiesa è monarchica) che fa la verità, lo ammettono Scnheider e De Mattei. Trascrivo " che un Papa abbia definito qualcosa (l'insegnamento è relativo a quanto rivelato, non è ex novo, è applicazione della rivelazione e del dogma: di qui non si scappa con sofismi o frasi blasfeme) contro la fede non lo si può dimostrare nemmeno in uno". Affermare coi requisiti dell'infalliblità sulla verità rivelata e sul dogma e su quanto è SEMPRE stato creduto da tutti in ogni tempo è definire un nuovo vangelo apocrifo.
La perdita della fede del popolo non è forse evidente e manifesta dalle convivenze, dai divorzi, dalle comunioni di adulteri, ecc? Il dr De Mattei stesso scrive che "vivono immersi nell'eresia", quindi in modo evidente e manifesto.Il popolo non è innocente, ha accettato in maggioranza la vita del mondo inteso con le leggi di libera sessualità e libero mercato e libera coscienza, con la nuova dottrina che fa comodo, ma il Vangelo, almeno questo, uno che si dice cristiano lo DEVE aver letto ed è obbligato a seguirlo, altrimenti non è cristiano che di nome e di facciata, ma una falsa facciata, come falsi maestri, come falso papa (non vicario di Gesù e del Vangelo), come falsa chiesa. Un belrimporvero e richiamo salverà TANTE ANIME. Non è che si deve sostenere il furto (della Legge), l'omicidio (delle anime) in nome di un nuovo vangelo: ne renderemo conto tutti.I mass media sono quelli che VOLUTAMENTE non avvertono la malizia, anzi diffondono l'errore, ed il popolo VOLUTAMENTE segue l'errore contro il vero Vangelo, contro la vera Chiesa.
Ma per costringerlo a ciò occorrerebbe un movimento d'opinione assai vigoroso tra i fedeli, e soprattutto fra il clero.
RispondiEliminaPoco probabile, praticamente impossibile. Più probabile potrebbe essere lo scoppio esplicito e incontrovertibile di uno scandalo che lo riguarda, e ormai abbiamo capito che ce ne sono parecchi. Tuttavia, anche qui emergerebbe un nuovo problema: la validità delle sue dimissioni in quelle circostanze. C'è da scommettere che molti di quelli che hanno spergiurato sulla non costrizione di Benedetto invece ululerebbero sulla costrizione di Francesco. A meno che anche la cricca che lo sostiene non faccia la valutazione che è meglio cambiare cavallo, contando sui propri numeri in conclave.
Questo lo scrivo, da incompetente, semplicemente per sottolineare quanto sia complessa la situazione e quanto poco possiamo entrarci noi semplici fedeli. Quello che rilevo, nelle posizioni di Burke, Schneider e De Mattei, è che si registra una convergenza su due punti: che un papa possa essere effettivamente eretico o semi-eretico, ma che dal punto di vista pratico qualsiasi azione diretta, lui regnante, aumenti il caos invece di ridurlo.
Noi dobbiamo pensare alla preghiera. Ora vi scrivo una nuova proposta.
Quello che mi ha colpito del laconico intervento di Marisa di ieri è il "ho letto tutti i vostri commenti". Effettivamente, uno si rende conto che, sulle questioni pratiche canoniche, la Chiesa sta brancolando. Non dico nel buio, un po' di luce c'è, si vedono dei progressi, ma sono così lenti che questo pontificato farà a tempo a chiudersi naturalmente prima.
RispondiEliminaChe la Chiesa sia incapace di trovare una soluzione è una chiara indicazione di mancanza di Spirito Santo. Si vedono le buone intenzioni degli uomini e le loro competenze specifiche, ma si percepisce che è uno sforzo che non andrà a compimento senza aiuto divino.
Ieri discettavate sui "momenti di svolta" della Chiesa che hanno aperto il caos... Seguo con interesse, ma sono cause seconde. La causa prima è l'apostasia del popolo, causata dall'unica eresia di successo, che è quella luterana; che, a differenza delle altre che sono state sconfitte in tempi brevi, ha via via preso più forza, trasformandosi, originando altre eresie e rivoluzioni e infine la ribellione del Popolo di Dio che pretende di decidere cosa è bene e cosa è male. Questo atteggiamento scaccia lo Spirito Santo ed evoca Satana. Certamente ad un certo punto c'è stato il salto di qualità, e l'apostasia è dilagata dentro la gerarchia, ma la causa prima è il tradimento del popolo. Dunque il popolo deve rimediare ai propri errori per porre fine a questo castigo di Dio.
Proviamo a lanciare una nuova iniziativa? Però dovremmo imparare dall'esperienza passata: si può raggiungere il numero di persone che ci si prefigge, qualche migliaio, ma sono troppo poche. Beninteso, meglio di niente, ci si affianca ad altre iniziative sparse che altri certamente stanno prendendo in altre parti d'Italia e del mondo, ma non si vede quella coralità e quella comunione che dovrebbe essere mostrata dal corpo ecclesiale.
Credo che dovremmo fare due cose.
1. Invece di contare sull'appoggio ex-post di altre comunità con visibilità, proviamo questa volta a prenderci più tempo (d'altronde non abbiamo una scadenza imminente, come l'anno scorso le elezioni) e concordare ex-ante con altre comunità, puntando ad un annuncio "a reti unificate".
2. Ancora più ambiziosamente, cerchiamo l'appoggio (la benedizione, il patrocinio, qualcosa...) di qualche alto prelato. Ovviamente i primi due che mi vengono in mente sono Schneider e Burke, per i quali comprendo che alcuni di noi hanno canali percorribili. Ma sarebbe bello aggregarne qualcun altro: p.es. Brandmueller, Mueller e Sarah. Sarah sta puntando molto, con i propri libri, sull'importanza della penitenza e della preghiera: dunque perché non chiedergli di patrocinare un'iniziativa concreta? Magari anche qualcuno come Negri.
Troppo ambizioso o fattibile, secondo voi?
Fabrizio Giudici.2 brevi note se mi vengono passate. Da quanto, se ben ricordo, lei ha postato, non la deposizione ma la presa di atto del fatto del decadimento avvenuto, è possibile, anzi da parte di un numero ristrettissimo di retti cardinali è anche possibile. Male che vada si tornerebbe al popolo romano, primo elettore nei primi Papi dopo Pietro.
RispondiEliminaSeconda nota: non è stato il popolo il primo colpevole ma la gerarchia, e non sono io a dirlo ma la Ss Madre a La Salette. Maria parla di peccati di bestemmia, di mancato rispetto del riposo festivo,di quaresima a base di carne, per il popolo, parla di impurità, amore al denaro ed al potere per clero e religiosi, nel 1846. Trascrivo dal messaggio di La Salette "..ma guai agli ecclesiastici, ai religiosi, alle religiose, perché sono essi che attirano il male sulla terra"....potete leggere altro ancora che spiega molto bene l'oggi
http://medjugorje.altervista.org/doc/apparizioni/lasalette/segreto_di_la_salette.html
L'introduzione del nuovo libro del cardinal Sarah (Le soir approche et déjà le jour baisse, Fayard) apporta un elemento di risposta alle domande questi giorni :
RispondiEliminahttps://www.lesalonbeige.fr/helas-judas-iscariote/
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina(corretto)
RispondiEliminaCome lei ha scritto, Maria puntò il dito sui religiosi, ma anche sul popolo. Disse che i castighi sarebbero arrivati se "il mondo non si converte" (si noti: non se "il mondo non fa abbastanza penitenza", ma se "non si converte"). Il messaggio di conversione è comune a tutte le mariofanie e certamente non è diretto solo ai religiosi.
Scusate le osservazioni un po' estese, ma spero di essere utile.
RispondiEliminaMi pare che l'identità della Chiesa e della Cristianità cattolica possano utilmente sintetizzarsi nella convergenza e armonizzazione delle tre radici culturali più solide dell'eSSoterismo (in contrapposizione a tutto ciò che possiede gradazioni più o meno elevate di eSoterismo; esoterismo la cui percentuale più alta è da ravvisarsi nel paradigma epistemologico proprio delle varie forme di gnosi):
1) l'essoterismo più elevato e puro: la Rivelazione di Dio stesso all'uomo (giudaismo pre-cristico e poi evangelico);
2) l'essoterismo naturale espresso dalla parte più nobile della natura umana: il logos teoretico greco (razionalità "contemplativa" filosofica, scientifica e anche artistica);
3) l'essoterismo della giurisprudenza e della statualità latine.
Tutto nella cristianità è esplicito ed esplicitato (in modo da essere a disposizione di tutti = universalismo), persino la mistica di livello più sublime (se solo pensiamo a santi come Giovanni della Croce).
Ora, essendo la condizione umana per essenza condizione esistenziale di immersione nel tempo, è ovvio che l'esplicitazione non può essere data, rispetto al proprio perfezionamento, tutta insieme, ma, appunto, avviene nel tempo e nella storia. La Chiesa ha ricevuto direttamente da Dio tutto ciò che è essenziale e necessario alla salvezza, ma questo non pregiudica l'opera di collaborazione attiva dell'umanità, che si esprime in un'incessante attività di esplicitazione essoterica. Lo stesso Nuovo Testamento non ha cambiato uno iota rispetto all'Antico, nel senso che, pur nella sua dirompente apparenza di novità, costituisce esplicitazione coerente di quanto rimaneva oscuro "quoad nos", ossia all'uomo per colpa della sua "dura cervice" e non perché lo fosse in sé (quoad se). Non sono un teologo, ma mi pare che lo stesso Nostro Signore si considerasse semplicemente come un esecutore della volontà del Padre, dunque non un "innovatore" indipendente, ma, semmai, lo Strumento dell'opera essoterica della Santissima Trinità. Teologia, dottrina e Magistero procedono dunque per esplicitazioni essoteriche successive, ma coerenti.
[segue]
Proprio la bolla di Papa Paolo IV "Cum ex apostolatus officio", quando sia analizzata seriamente e al di là di ogni zelo esagitato e imprudente, si mostra come caso emblematico dell'assenza di una dottrina teologica e magisteriale stabilita in modo sufficientemente definitivo: 1) non è documento soggetto a infallibilità; 2) anche se lo fosse, rispetto al caso del papato, normerebbe solamente il caso di un'eresia antecedente all'elezione papale (dunque non il caso di un papa divenuto eretico dopo la sua elezione); 3) anche se fosse infallibile e fosse pure pertinente al caso dei papi del post concilio, lascerebbe del tutto indeterminato l'aspetto, anch'esso essenziale, relativo alla procedura valida per l'attuazione degli effetti auto-escludenti di un'eresia ex ante (chi e come esattamente avrebbe il diritto di certificare e rendere praticamente esecutivi gli effetti di una tale evenienza?).
RispondiEliminaIn altre parole, anche nel caso di un decadimento ipso facto dalla carica (secondo la bolla di Paolo IV, ad esempio, quella di un Vescovo eretico), che dunque non necessiti di una dichiarazione ufficiale di eresia (proprio perché l'eresia sarebbe pubblica ed evidente a tutti), c'è comunque almeno bisogno di un atto burocratico ufficiale che recepisca l'avvenuto decadimento automatico (e dunque certifichi e renda esecutiva la perdita di tutte le prerogative relative alla carica stessa). Se tale atto ufficiale manca, se ne può dedurre legittimamente che manchi anche l'evidenza palese dell'eresia. In pratica, chi e come ha il diritto di "sfrattare" il Vescovo eventualmente eretico, se non la legittima autorità ecclesiastica? Dunque, nel caso dei pontefici del concilio e del post concilio, anche se una loro eresia antecedente all'elezione fosse di per sé evidente a tutti (e non pare proprio sia questo il caso attuale, come ricordava il Prof. de Mattei), sarebbe comunque necessario un atto giuridico-burocratico che ne prenda atto e questo, ancora una volta, non compete direttamente ai semplici fedeli.
[segue]
In conclusione mi pare si possa dire con certezza che stiamo veramente vivendo un momento storico fino ad ora unico, per quanto nel passato si possa trovare qualche analogia, e, dunque, la massima prudenza è assolutamente imperativa. Sicuramente non è sull'autorità di un qualsiasi Teofilatto (ossia sull'autorità di un qualsiasi fedele comune come tutti noi, per quanto versato in teologia) che si può basare una soluzione giuridica valida per un'effettiva dichiarazione d'eresia esplicita e "notoria". E ciò significa che i singoli fedeli non hanno il diritto di sciogliersi in autonomia dai propri doveri di sottomissione all'autorità attuale. Dobbiamo resistere ancora sottomessi (ovviamente non nel senso che non si abbia, a ragion veduta, il diritto e anche il dovere di denunciare quanto di fatto errato) ed evitando i pericoli dei "colpi" d'orgoglio sdegnato: "ὁ δὲ ὑπομείνας εἰς τέλος οὗτος σωθήσεται" (ma chi resterà sottomesso sino alla fine costui si salverà), Marco 13, 13.
RispondiElimina"La causa prima è l'apostasia del popolo.."
RispondiEliminaE' cio' che salta all'occhio ( a mio parere).
Ai Pastori , fatti di terra come noi , ancorche' consacrati , ma molto ,molto , piu' esposti di noi e' mancato il sostegno , la rete di preghiera del popolo .
Nel frattempo la donna e' diventata "uoma" ed ha cominciato a intrufolarsi , a intralciare , a voler fare anche lei la pastora .
Stamane ero al centro di Roma perche' alle 10,oo avevo appuntamento per una visita medica , poiche' ero in anticipo sono andata con mio marito in Chiesa , nella Chiesa di Cristo Re ( per i romani), c'era una signora e noi due soltanto . Verso le 9,3o un Sacerdote ha iniziato a preparare l'Altare per la S.Messa delle ore 10,oo e noi a malincuore 15 minuti prima siamo dovuti uscire perche' alla stessa ora avevamo la visita medica . In quel momento ad assistere/partecipare al Santo Sacrificio c'era solo quella signora mentre fuori nelle strade c'era tanta gente e forze dell'ordine a josa per il gran codazzo di Xijinping....... .
Ma ad accogliere Il RE dei Re non c'era la folla , non c'e' stato bisogno dell'intervento dei Carabinieri perche' ad accogliere Il Re dei Re c'era soltanto una signora !
Carissimo Catacumbulus affrontiamo le sue tesi e vediamo se reggono, come le mie d'altronde. Direi che si possa affermare che noi siamo nella ricerca essoterica esatta, lasciando agli gnostici anche vaticani, l'esoterismo. lei valuta la bolla papale Cum ex apostolatus officio, se non è magistero infallibile non abbiamo la stessa linea essoterica, è di un Papa vero, è urbi et orbi ed ogni tempo (valore eterno come Quo primum tempore..).Riguarda la morale e la fede retta perché non devi. L'eresia antecedente: alla fine emerge che il Papa (primazia) può essere dichiarato decaduto, Bergoglio era eretico a Buenos Aires, ha concelebrato col b nay b rith (esoterico gnosi). Ratzinger era eretico da giovane. Gli estremi richiesti reggono.Fabrizio Giudici aveva scritto anche (riportando da un articolo di Tosatti, precedente all'elezione del ns) chi se ne deve occupare, un numero ristretto di cardinali cattolici. Anche solo quelli di Roma.Un mini sinodo direi quindi se ne può occupare autorevolmente, l'Autorità da Dio che vuole il vero, vuole la salvezza delle anime, fine primo della Chiesa. Dire che perché non è stato fatto non c'è l'evidenza palese è contraddirsi in termini, sofisma. Urbi et orbi sono affermate le eresie del ns. Quando san Paolo affrontò a viso aperto san Pietro non c'erano stati precedenti, prima di Ario non c'erano stati altri ari, idem Lutero…. Sul chi resterà sottomesso all'eresia sarà salvo non condivido, anzi andrà all'inferno perché se sa, ha taciuto, se non sa gli è piaciuto. L'ignoranza dev'essere invincibile, quindi oggi vale per i deficienti e basta.
RispondiEliminaTutto pianificato , non c'e' altro da dire .
RispondiElimina"Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti ... ! Seh.......addormentati , ecco quello che siamo ! Tutto hanno studiato i nemici di Dio fin nei minimi particolari e su chi si e' fatto leva ? Su lei , sulla donna , esattamente come nel Paradiso terrestre ! Chi e' che costruisce l'uomo ? La donna ! E perche' era troppo oppressa , e perche' era troppo subalterna , e perche' era schiava dei figli , e perche' invecchiava precocemente... e andava affrancata dai vari gioghi e con l'aiuto della chirurgia estetica , aggiungendo qui e togliendo la' , avrebbe vissuto tante altre "storie" in una perenne lolitudine ... . eccerto che la famiglia non ha piu' tenuto e si e' sfasciata ! La famiglia si e' talmente allargata fino a riportare la donna che , in virtu' della Santa Croce , era stata elevata al livello di "domina" indietro di secoli . Aggiungiamoci poi la mancanza di preghiera et voila' tutti i nuovi idoli : il danaro , il sesso , la droga , l'alcool , i cani , i gatti , i coccodrilli... come in Egitto ....
La volonta' sempre piu' effeminata , sempre piu' indebolita e' gia' avviata verso l'era della "And no religion, too /Imagine all the people/Living life in peace"..
Per completare il quadro , continuando a stravasare altri popoli in una Italia gia' in dialisi , stremata , non piu' maschia , non piu' femmina , senza piu' una chiara identita' , e' probabile che diventera' una provincia della Cina e finalmente provera' anche l'ebbrezza del comunismo .
Del sentimentalismo tratta anche il Maestro Porfiri in questo articolo :
https://www.aldomariavalli.it/2019/03/23/quel-sentimentalismo-che-infiacchisce-lo-spirito-e-non-porta-a-dio/
Servi del Signore ci stava stretto ? Beh, forse e' meglio essere schiavi del demonio !?
Sed libera nos a malo !
@Fabrizio Giudici
RispondiEliminaQuello che rilevo, nelle posizioni di Burke, Schneider e De Mattei, è che si registra una convergenza su due punti: che un papa possa essere effettivamente eretico o semi-eretico, ma che dal punto di vista pratico qualsiasi azione diretta, lui regnante, aumenti il caos invece di ridurlo.
Buona sintesi.
Proviamo a lanciare una nuova iniziativa?
Io non sono né esperto né pratico nell'organizzare queste cose, però è innegabile che è necessario che anche stavolta le preghiere dei fedeli salgano al Padre per chiedere aiuto e misericordia.
Certamente per essere efficaci sarebbe bello essere in tanti, ma non per forza si deve essere visibili. Dio vede comunque e ci saprà guidare nella giusta direzione.
Ad esempio una preghiera che tutti i cattolici con ancora un po' di discernimento possono recitare prima di ogni Santa Messa. Singolarmente o in comunità. Una preghiera per implorare che la crisi si dilegui. Una preghiera quindi che possa andare bene a moltissime persone, in fin dei conti la crisi non la vedono solo tradizionalisti o conservatori. In modo tale che quando le tenebre attuali se ne saranno andate, tutti assieme potremo semplicemente dire di essere finalmente veri e degni cattolici!
È solo una suggestione come detto.
La preghiera privata con offerta della vita, se serve è indispensabile sempre ed ancor di più oggi, ma la preghiera pubblica è pure necessaria, il popolo della vita ha parlato con la presenza a Roma, anche se Bergoglio non ha fatto passare in piazza san Pietro, l'esercito eliminava gli striscioni. Il popolo della vita delle anime si vorrà ...animare? Conigli o leoni?
RispondiElimina
RispondiElimina"E'solo una suggestione, come ho detto"
Forse, l'interveniente voleva dire: "è solo un suggerimento"?
Si tratta forse dell'ennesimo anglicismo (suggestion = suggerimento)?
G.
Spiegava l’Abate Giuseppe Ricciotti: «L’errore contestato da Paolo a Pietro fu un errore di condotta pratica non di dottrina come vide già Tertulliano sentenziando col suo stile tacitiano: Conversationis fuit vitium non praedicationis. Pietro non aveva rinnegato nessuno dei principii dottrinali stabiliti nel Concilio di Gerusalemme; tuttavia in pratica non si comportava conforme ad essi credendo, in buona fede, di evitare con quel suo contegno urti e contrasti. Gli antichi protestanti che adducevano l’episodio di Antiochia come prova della fallibilità dottrinale del Papa di Roma cadevano in un palese errore storico; per di più confondevano l’infallibilità del maestro che insegna, con l’impeccabilità del cristiano che opera; ignorando forse anche che il Papa di Roma si confessa dei suoi peccati ed errori come qualunque altro cristiano cattolico» («Paolo Apostolo», § 368).
RispondiElimina(Francesco Patruno)
Tertulliano, nel "De præscriptione hæreticorum", punto XXIII, affermava riguardo a quella correzione paolina di Pietro: «(...) Del resto, se pur fu biasimato Pietro, perché egli, pur avendo convissuto con i gentili, dopo si allontanava da loro e stabiliva così differenza di persone, si deve riconoscere che questo non fu difetto di sostanza di dottrina, ma di semplice esteriore convivenza. Ed infatti egli non annunciava davvero un Dio diverso dal Dio Creatore dei Cristiani, né un altro Cristo, se non Quello che nacque da Maria; non fece brillare altra speranza alla mente dei fedeli, se non quella della Resurrezione».
RispondiElimina(Francesco Patruno)
@Anonimo del 23 marzo 2019 16:42 afferma:
RispondiElimina"Dire che perché non è stato fatto non c'è l'evidenza palese è contraddirsi in termini, sofisma".
Il Prof. de Mattei scrive:
"Un delitto è publicum quando, pur essendo diffuso, non è riconosciuto come tale da tutto il popolo. Notorio significa qualcosa di più: il delitto è riconosciuto da tutti come un’evidenza: “I fatti notori non hanno bisogno di prova” (can. 1747, 1). La promozione e diffusione di eresie da parte di papa Francesco è pubblica, ma non è notoria, nel senso canonico del termine. Per questo dobbiamo riconoscere in lui il supremo capo della Chiesa cattolica".
Questa acuta osservazione, unitamente alle spiegazioni che la precedono, non è un sofisma, ma un essere correttamente edotti sull'importanza non accidentale degli atti di giurisprudenza canonica. Le mie osservazioni sull'essoterismo tendevano proprio a fare comprendere che a volte ciò che appare pura forma, in realtà è sostanza proprio in ragione del principio metodologico dell'essoterismo (che è assolutamente fondamentale): tutto esplicito, tutto alla luce del sole, tutto esposto alla considerazione di chiunque nel nostro caso significa proprio che la deposizione di un prelato, tanto più quella sui generis di un papa, non può avvenire se non attraverso un atto giuridico posto dalla legittima autorità; autorità che, dunque, non può essere confusa con il giudizio dei singoli fedeli. Il singolo fedele che ne abbia oggettivamente le capacità, potrà certamente dare un giudizio e anche, entro i limiti corretti, reagire pubblicamente all'errore (e dunque non è per nulla sottomesso all'eresia), ma giammai potrà emettere atti giuridici validi nello sciogliere se stesso o altri dal dovere di riconoscere l'autorità ecclesiastica (che non va confusa con l'autorevolezza, purtroppo). Allora, se l'atto giuridico delle legittime autorità manca, significa che il "sensus fidei" del popolo di Dio non ha colmato la distanza che separa l'affermazione pubblica di un'eresia dalla notorietà della stessa. Lei evidentemente confonde il "quoad se" con il "quoad omnes": l'eresia può essere tale "quoad se" (ossia in se stessa, oggettivamente), ma ciò non significa che sia anche notoria "quoad omnes" (ossia nota a tutti).
https://www.barnhardt.biz/2019/03/21/we-are-all-the-more-blameworthy-because-so-little-would-be-needed-on-our-part/
RispondiElimina@catacumbulus l'eresia può essere tale "quoad se" (ossia in se stessa, oggettivamente), ma ciò non significa che sia anche notoria "quoad omnes" (ossia nota a tutti).
RispondiEliminaIn generale trovo convincente il suo commento. Ma non nel caso specifico: nel momento in cui Francesco insegna cose errate (sul matrimonio, sugli omosessuali, sulla centralità di Cristo, eccetera), tanto che sono nero su bianco, e _sono note a molti_, tanto che l'insegnamento ortodosso viene contraddetto in pubblico proprio nel nome di Papa Francesco, come si fa a dire che non si tratta di cose notorie? Non capisco.
catacumbulus. Non concordo infatti che non ci sia notorietà, non è sufficiente che non sia stato dichiarato perché le eresie scompaiano, se a lei risulta questo abbiamo visuali diverse. Quando l'eresia quoad se è quoad omnes secondo lei allora? Non basta che le televisioni ed i giornali del mondo le riportino? Non basta che le parrocchie e curie vescovili le propaghino? Non basta che i Parolin e Kasper e Ratzinger ecc le prouncino urbi et orbi e sui libri? Mi scusi ma mi spieghi cosa significa una cosa notoria per lei: una statistica? una raccolta di firme casa per casa compresi i musulmani, protestanti, ortodossi, buddisti, animisti, di Assisi? Assisi già ha parlato da sola alla grande in tutto il mondo in merito all'eresia delle religioni uguali e tanti decenni or sono, non basta per lei? Non ci era bastato, ma oggi abbiamo una religione nuova, non cattolicesimo. San Atanasio doveva tacere perché tutti seguivano Ario? Perché invece non ha taciuto allora? San Tommaso Moro perché non ha taciuto? s Caterina da Siena perché non ha taciuto?
RispondiElimina@fabrizio giudici
RispondiEliminaHa ragione dovevo esprimermi in termini meno sintetici: notorio sta qui per compreso nella propria valenza oggettiva. Dunque può essere noto ad A che B ha detto "x", ma contemporaneamente A può non comprendere "x" nella propria valenza oggettiva di eresia. Ora, questa capacità di avere noto "x" come dottrina oggettivamente eretica, è una capacità, come spiegava il Prof. De Mattei, che è pesantemente influenzata dalle condizioni di consapevolezza della verità, che mutano con i tempi storici. Oggigiorno sono una piccola minoranza coloro che, pur appartenendo agli onestamente cattolici, comprendono fino in fondo le valenze oggettive delle dottrine circolanti, essendo, purtroppo, tutti noi immersi in un tempo in cui le eresie hanno fatto scuola.
Oggigiorno sono una piccola minoranza coloro che, pur appartenendo agli onestamente cattolici, comprendono fino in fondo le valenze oggettive delle dottrine circolanti, essendo, purtroppo, tutti noi immersi in un tempo in cui le eresie hanno fatto scuola.
RispondiEliminaMa questa è un'aggravante...
OT Segnalo, anche se vecchio di più di un anno:
RispondiEliminahttps://www.linkiesta.it/it/article/2017/12/09/brutte-e-tristi-perche-le-chiese-contemporanee-sono-il-piu-grande-invi/36447/
Passaggio chiave:
Per restare alle chiese, e a Padre Pio, si possono notare le tre costruzioni sacre che si trovano a pochi metri l’una dall’altra a San Giovanni Rotondo. La prima chiesetta del monastero delle Grazie, ultimata nel 1676, un dignitoso (e contenuto) barocco meridionale.
A fianco c’è la nuova chiesa, progettata da Giuseppe Gentile e ultimata nel 1959, più grande, invasiva, fredda.
In basso la chiesa nuovissima, progettata da Renzo Piano, e inaugurata nel 2004, un mostro di 6000 posti dalla forma parecchio incerta, senz’altro non riconoscibile come chiesa. Qualcuno ci ha visto vari riferimenti a un tempio massonico. Altri meno apocalittici si limitano a notare che lo schema architettonico ricorda il ventre di una megattera.
Tre monumenti così, a pochi metri l’uno dall’altro fanno riflettere. Sull’antico, sul moderno, sul contemporaneo. E sul concetto di progresso in religione. Diciamola schietta: viene il sospetto che l’idea di progresso in religione sia, tutto sommato, una gran cazzata.
Ma questa è un'aggravante...
RispondiEliminaEcco, mi hai tolto le parole di bocca. È quello che proprio non riesco a comprendere di tutto il discorso.
https://www.facebook.com/1412437062400187/videos/1525389717771587/UzpfSTEwMDAwMjExNzczOTM4MjoyMjA2NTkwODYyNzU0ODE3/
RispondiEliminaQuello di Pietro era "solo" un errore pratico.
RispondiEliminaA me,francamente,non sembra poco.
Non è forse la prassi il cavallo di troja del modernismo?
Ovviamente non sto accusando Pietro di modernismo ma solo dicendo che contraddire,nella pratica, i principi non è cosa da poco.
Per me non c'entra nulla con i peccati personali che "contraddicono" la dottrina. Posso peccare per debolezza ma riguarda la mia persona, una prassi che contraddice la dottrina ha conseguenze su molte anime.
Bisognava partire da qualcosa di concreto e ben circoscritto, cioè dalla CORREZIONE FORMALE promessa urbi et orbi dal card. Burke, ma mai realizzata, promessa fatta solennemente in conseguenza alla prevedibilissima e poi in effetti mancata risposta di Bergoglio ai 5 dubia.
RispondiEliminaQuesto sarebbe stato il punto d'aggancio su qualcosa che è notorio al mondo intero, nel senso appunto di eresia notoria, perché tutti sanno che vivere in stato di adulterio, sia a livello naturale è incompatibile con una coscienza pulita, sia a livello dottrinale è incompatibile con il Vangelo, non parliamone poi quando si abbina ciò con la ricezione della S.Comunione.
anonimo 19,49. L'errore esterno c'era, non c'era il foro interno, era rispetto umano, un peccato morale che fatto come Papa diveniva grave. Come se Bergoglio non mangiasse maiale a tavola oggi, quando mangia con giudei, dimostrando con ciò di riconoscere le usanze giudee per buone, o si facesse circoncidere e pochi lo vengono a sapere, ma basta per essere ammonito...se ci fosse san Paolo (in realtà ha fatto di peggio, si è inginocchiato ai pagani, ai luterani in questi giorni, han nascosto la Madonna….e senza parlare di tutto il resto!... ma tant'è: non ci sono dei santi Paoli). E notisi che san paolo non lo rimprovera prima da solo, ma subito davanti a tutti i presenti, a viso aperto, anche se Gesù dà 3 gradi: rimprovero privato, pubblico davanti a pochi, e poi davanti a tutti. Ed è l'unico errore come Papa di Pietro: aver rispettato le usanze ebree (che erano state sue) davanti ad ebrei convertiti probabilmente pur non rispettandole quando non erano loro presenti. Un atteggiamento di compromesso coi presenti in quell'occasione limitata di tempo e luogo, non notorio che a pochi.
RispondiEliminaAnonimo 24 marzo 2019 19:49 sono totalmente con te.
RispondiEliminaPapi indegni ( o sostituiti e deposti per intrighi di potere ) non hanno scandalizzato nessuno ma come anche Gnocchi ha compreso la correttezza dottrinale se usata ideologicamente e come arma politica viene deturpata ed oltretutto, se l'ortoprassi non và con l'ortodossia, essa viene delegittimata e relegata a disquisizioni astratte che si riducono nel corso del tempo a petizione sofistica se non ad un attegiamento di fideismo.
Questo è il più grande difetto di coloro che ritengono il novus ordo od il concilio vaticano II in sè come sbucati dal nulla.
San Pietro è stato ripreso non per un peccato personale ( una chiesa di puri è impossibile, anche il giusto pecca 7 volte al giorno ) ma per un attentato gravissimo in quanto papa, che rendeva l'universalità del popolo di DIO e la sua intrinseca uguaglianza in Lui un mero argomento passibile di compromesso.
D.
Anonimo 11,13.Papi indegni hanno sempre scandalizzato e causato il castigo della Giustizia, lo ha detto la Madre a La Salette in modo che più chiaro non esiste. Gnocchi non venga strumentalizzato abusivamente xchè le cose le dice molto chiare. La correttezza dottrinale se usata ideologicamente e come arma politica può divenire farisaismo e basta, da sempre, la non correttezza invece porta al paganesimo. Se l'ortoprassi non va con l'ortodossia si dà un pessimo esempio. Viene deligittimata come ortoprassi? No, tutt'al più causa abbandono per il cattivo esempio.Ma l'ortoprassi resta ortoprassi e l'ortodossia resta ortodossia. Non diventa astrazione e sofismi. O fideismo ma bensì il contrario. Che il CVII ed il no non siano sbucati dal nulla lo dimostra la profezia di La Salette, 1846, e non solo. Una Chiesa di santi è possibile purchè non si sia perseveranti nell'errore, comunque ammetto il peccato ma non lo concedo come obbligo. San Paolo scrive ai santi. SE ATTENTATO GRAVISSIMO L'ERROE DI SAN PIETRO COSA DICE DI QUELLO DI BERGOGLIO E RATZINGER? Diciamo le cose in modo semplice come semplice è Dio? Il compromesso nei confronti dei giudei (oggi del b'nay b'rith ricevuto da vari ...papi del XX e XXI secolo) rende un pessimo esempio di ortoprassi per tutti quelli che lo vengono a sapere: che si può fare giusto e... secondo i costumi dell'antica alleanza ormai superata nella Nuova di Cristo. In proposito, lo sa che l'anno scorso Benedetto XVI ha sentitoil bisogno di precisare che gli ebrei NON HANNO BISOGNO DI CRISTO? Molto peggio di san Pietro o no?
RispondiEliminahttps://gloria.tv/article/kWW6uvaTUSNy1G72Q9FuHssVV?fbclid=IwAR1ZXwbYBg62BQ2gIFKkXT0p8zVtIP2gvtG58GhsYntLC3vr4BeZ3OYqbtM
@mic & @fabrizio giudici
RispondiElimina"Ma questa è un'aggravante..."
1) Sul piano oggettivo delle condizioni storiche è indubbio che più persone sono devianti, maggiori sono i motivi di costernazione e constazione di una situazione estrema.
2) E' però altresì indubbio che il contesto socio-culturale ha grande influenza sulle coscienze individuali. Giudicare il grado di ignoranza colpevole rispetto alle singole coscienze è pertinenza divina. Quanti tra i comuni fedeli che lavorano tutta la settimana avranno veramente la competenza e il tempo di leggersi le noticine di Amoris Laetitia, potendo giudicare così in modo oggettivo del grado di coinvolgimento diretto del massimo vertice in queste operazioni ambigue?
3) Per cortesia non prendetemi per un Buttiglione (non sto per nulla facendo il suo discorso), però è vero che i vizi presentano un doppio aspetto: da un lato si è più o meno colpevoli del loro instaurarsi in noi, dall'altro, una volta che si sia onestamente intrapresa la via della redenzione, bisogna spesso sopportare la persistenza del proprio vizio, che non è facile sradicare immediatamente e in questo senso la sua presenza può costituire motivo di minore responsabilità morale rispetto ai peccati di debolezza. Naturalmente si tratta di un confine molto sottile tra una possibile acquiescenza al vizio e una reale capacità minata di resistervi. Questo vale anche per i vizi intellettuali, parte dei quali possono derivare dalla qualità più o meno compromessa del contesto socio-culturale.
[segue]
4) Ecco che allora molti fedeli onestamente tali interpretano le ambiguità, specialmente quelle provenienti direttamente dal vertice, "pro bono" e, di conseguenza, il popolo di Dio non esercita la pressione sufficiente sulla gerarchia, onde gli aventi diritto finalmente si sveglino. Da qui in poi, a mio avviso, ascolterei molto bene Don Elia: in primis la conversione personale, poi l'apostolato teso a svegliare le coscienze ben più che ad arrogarsi il diritto della soluzione ultima, dopo di che prudenza massima. Gli estremismi orgogliosi e stizziti (in primis il sedevacantismo) corrispondono a un mettersi del tutto indebitamente sul piedestallo come singoli, cosa che non pertiene assolutamente al nostro stato di laici. Proprio l'ultimo articolo di Don Elia parla di cose simili.
RispondiEliminaCatacumbulusu lei espone il punto di vista di un valido sacerdote confessore, ma qui non abbiamo a che fare con la grata del confessionale, peraltro abusato anche quello, in quanto tutto va bene anche in quel foro, oltre alle generiche confessioni comunitarie. Voglia avere la carità quindi di un distinguo tra foro interno e foro esterno, abusato il primo, inesistente il secondo. Se invero si vuol tutelare il foro interno diventa indeludibile tutelare il foro esterno, nonché il comunitario pubblico di riferimento, dal cui vertice, nonché periferie "esistenziali", partono indicazioni fallate. L'invito in primis alla conversione in foro interno di don Elia è imprenscindibile, ma altrettanto lo è il foro esterno nonché la visibilità di riferimento, senza buonismi di facciata pilatesca.
RispondiEliminaQuando ho scritto "aggravante", non intendevo entrare nel foro interno della gente. L'aggravante è riferita al comportamento pubblico di Papa Francesco e al concetto di errore notorio. Ovvero: dal documento del prof. De Mattei sembra intendersi che gli errori sparsi da Bergoglio non sono notori perché comunque si sono già diffusi precedentemente presso il popolo. Che siano precedentemente diffusi, è vero. Ma siccome il compito di Pietro è sostenere i fratelli nella fede, è un'aggravante che lui, invece di correggerli, contribuisca a diffonderli.
RispondiEliminaFabrizio Giudici ha scritto:
RispondiElimina"è un'aggravante che lui, invece di correggerli, contribuisca a diffonderli".
Su questo non c'è il minimo dubbio. Ma l'obiezione non è pertinente rispetto al punto essenziale del discorso fatto dal Prof. De Mattei (sempre che io la abbia inteso correttamente), anzi gli è favorevole a fortiori. Per coloro che non sono obnubilati e plagiati (larga minoranza, purtroppo) dal diffuso clima eretico, la posizione ingiustificabile del papa sarà ancora più evidente, esattamente come all'opposto, però, per coloro che sono culturalmente plagiati (grande maggioranza), risulterà ancora meno evidente l'anomalia, proprio perché gli atti papali sono coerenti nel "testimoniare" ciò che loro stessi vivono come non problematico sul piano dottrinale. Ciò da cui consegue una maggiore mancanza di notorietà e il rafforzamento del circolo vizioso creatosi tra la maggioranza della gerarchia e i fedeli comuni.
Anonimo del 26 marzo 2019 09:14 ha scritto:
RispondiElimina"L'invito in primis alla conversione in foro interno di don Elia è imprenscindibile, ma altrettanto lo è il foro esterno nonché la visibilità di riferimento, senza buonismi di facciata pilatesca".
Verissimo e infatti né il Prof. De Mattei, né io abbiamo concluso che non debba esserci reazione all'errore. Semplicemente neghiamo che la reazione corretta possa consistere in posizioni sedevacantiste prescindenti da atti canonici (di un qualche tipo) ufficiali. I singoli fedeli non possono arrogarsi questo diritto.