Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.
Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “senza di Lui non possiamo far nulla” (Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa.
Riflessione settimanale:
Dal trattato «Sull'Orazione»
di Tertulliano, sacerdote
di Tertulliano, sacerdote
(Cap. 28-29; COL 1,273-274)
Ostia spirituale
L'orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m'importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Chi richiede da voi queste cose?» (cfr. Is 1,11).
Quello che richiede il Signore, l'insegna il vangelo: «Verrà l'ora», dice, «in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è Spirito» (Gv 4,23) e perciò tali adoratori egli cerca.
Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide. Questa vittima, dedicata con tutto il cuore, nutrita dalla fede, custodita dalla verità, integra per innocenza, monda per castità, coronata dalla carità, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da Dio.
Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l'ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo!
L'antica preghiera liberava dal fuoco, dalle fiere e dalla fame, eppure non aveva ricevuto la forma da Cristo. Quanto è più ampio il campo d'azione dell'orazione cristiana! La preghiera cristiana non chiamerà magari l'angelo della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni, non porterà il pranzò del contadino all'affamato, non darà il dono di immunizzarsi dal dolore, ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre, potenzia le capacità dell'anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore grande del dolore accettato nel nome di Dio.
Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. Ora invece si sa che la preghiera allontana ogni ira della giustizia divina, è sollecita dei nemici, supplica per i persecutori. Ha potuto strappare le acque al cielo, e impetrare anche il fuoco.
Solo la preghiera vince Dio. Ma Cristo non volle che fosse causa di male e le conferì ogni potere di bene. Perciò il suo unico compito è richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere, sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti.
Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l'aria di grida nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera. Ma c'è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell'orazione. Ecco, questo: che il Signore stesso ha pregato. A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Via Crucis di san Leonardo da Porto Maurizio (inedito)
RispondiElimina19 FEBBRAIO 2018
https://cooperatores-veritatis.org/2018/02/19/via-crucis-di-san-leonardo-da-porto-maurizio-inedito/
Prima delle benedizioni si contempli umilmente la fonte della grazia: Dio. Può aiutare la recita lenta e meditata di queste due preghiere (facoltative):
RispondiEliminaAtto di Dolore (antico)
☩ Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati, li odio e li detesto come offesa alla vostra Maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Figliolo Gesù e mia spirituale rovina. Non voglio più commetterne in avvenire e propongo di fuggire le occasioni. Signore misericordia perdonatemi.
Preghiera per le persone avverse
Lava o Signore Gesù nel Tuo Preziosissimo Sangue i miei nemici e invia su di essi continuamente la Tua Santa Benedizione e la benedizione di Maria Immacolata unite a quelle di tutti gli angeli e di tutti i Santi. Anche io mi unisco a queste benedizioni e benedico me e loro. ☩
http://orantidistrada.blogspot.com/2013/06/le-sette-sante-benedizioni.html
http://www.monasterovisitazione-baggiovara.org/files/preghiere-sette-sante-bene.jpg
Apparecchio alla morte di sant'Alfonso Maria de Liguori
RispondiElimina«Dice: “Dio è di misericordia”. Ecco il terzo inganno comune de' peccatori, per cui moltissimi si dannano. Scrive un dotto autore che ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente alla misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono. Iddio è di misericordia, chi lo nega; ma ciò non ostante, quanti ogni giorno Dio ne manda all'inferno! Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è obbligato a castigare chi l'offende. Egli usa misericordia, ma a chi? A chi lo teme. “Misericordia sua super timentes se... Misertus est Dominus timentibus se” (Ps. 102. 11. 13).
Ma con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare. Dice S. Agostino che chi pecca col pensiero di pentirsene dopo d'aver peccato, egli non è penitente, ma è uno schernitore di Dio: “Irrisor est, non poenitens”. Ma all'incontro ci fa sapere l'Apostolo che Dio non si fa burlare: “Nolite errare, Deus non irridetur” (Gal. 6. 7). Sarebbe un burlare Dio offenderlo come piace, e quanto piace, e poi pretendere il paradiso».
OT
RispondiEliminaParole e modi di esprimersi: fare figli, nessuno fa figli, nessuno li ha mai fatti. I figli si cercano o non si cercano. I figli sono mandati o non sono mandati.I figli arrivano o non arrivano. Vogliamo rimetterci un po' nei nostri panni, umilmente?
RispondiEliminaOT: fare figli, modo antico e popolare di esprimersi - critica eccessiva
Era tipico delle madri di una volta, oggi non so, dire qualche volta al figlio che stava, grazie a Dio, crescendo bello e robusto, battendogli magari affettuosamente la mano sulla spalla ma con forza gentile: - Guarda mamma tua come t'ha fatto bene, figlio mio!
Quando ancora provavano l'orgoglio di essere madri, nel matrimonio regolare, le donne ce l'avevano questa sensazione di aver "fatto" il figlio e la figlia. Un modo di esprimersi spontaneo e sicuramente esatto, visto che il bambino si formava proprio dentro la donna, ne prendeva la carne e il sangue.
Certamente, i figli li manda il Signore, ma è pur sempre la madre che "li fa", concretamente, carnalmente, facendo crescere dentro di sé il seme del marito, secondo la sua destinazione.
Le femministe respingono la maternità già nella sua naturale carnalità, poiché non ne sopportano gli indubbi pesi e limitazioni che impone alla donna e sono dominate dall'idea del piacere e del successo. Ma proprio diventando madre, "facendo i figli", che poi amerà ed educherà assieme al marito,la donna supera gli aspetti negativi, egoistici, vani del suo carattere, così come li supera l'uomo diventando padre.
Quando Dio ha detto ad Adamo ed Eva: "Crescete e moltiplicatevi", non incitava forse a "far figli"?
Salvini a Verona ha invocato la necessità di "far figli". Ha fatto bene. Meno bene ha fatto in altre cose che ha detto, speriamo le abbia dette solo per conformismo o calcolo politico. Se la Lega attuale, col Centrodestra, dovesse vincere le prossime elezioni, si potrebbe pensare che il "tema etico"o "questione morale" verrebbe allora posta in modo diretto, cominciando con l'abolire (avendo i voti) la c.d. "famiglia arcobaleno", che grida vendetta di fronte a Dio.
Non bisogna però illudersi e le elezioni sembrano ancora lontane.
Per ora bisogna accontentarsi dell'appello "a far figli", sentito comunque come una bestemmia da parte del politicamente corretto dominante. E della lotta contro l'infame
"educazione gender", che però non è chiaro come stia andando.
T.
Salvato il cuore semplice che così si è espresso e si esprime, questo fare e disfare a proprio piacimento è caratteristico del 'non serviam', come mostrano tutte le diavolerie con le quali si è disfatto e si sta disfacendo il concepimento, la gestazione, la nascita, l'educazione dei piccoli uomini e delle piccole donne, che non devono più rispondere al progetto del Creatore, per ognuno di loro ma, all'ideologia di quelli che, un tempo, riconosciuti pazzi lucidi, venivano internati.
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