Nella nostra traduzione da First Thing proponiamo una acuta analisi di R.R.Reno in ordine agli inattesi "appunti" di Benedetto XVI sulla crisi della Chiesa determinata anche dagli abusi sessuali.
Sesso, scandalo, la Chiesa e una atmosfera generale di disintegrazione: questo il fulcro dell’inatteso intervento del Papa emerito Benedetto XVI a proposito della travagliata politica ecclesiale odierna. Benedetto, dopo aver contattato Papa Francesco, ha scritto una dichiarazione sulla Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali da pubblicare su un periodico bavarese. Lo stile del documento è quello abituale, fatto di dichiarazioni calme e realiste. Nel complesso, è più testimonianza che analisi, testimonianza di un uomo che ha attraversato rivolgimenti culturali e tradimenti teologici. Ed è la testimonianza di un uomo fedele all’amore eterno di Dio.
La Rivoluzione del ’68 ha sempre avuto un grande peso nelle considerazioni di Benedetto. Gli eventi di quell’anno fatidico hanno avuto maggiore incidenza nell’Europa occidentale che negli Stati Uniti. Il continente dilaniato dalla guerra tirò un respiro di sollievo nel 1945, e i quindici anni successivi videro determinati sforzi di ricostruzione. L’obiettivo non era solo la ricostruzione materiale, ma anche la ricostruzione morale e spirituale.
In qualche modo l’Occidente c'è riuscito, ma ad un costo. È stata necessaria una ferma volontà nel respingere il comunismo in Francia e in Italia. Germania e Austria avevano divisioni russe ai loro confini. Tutti sentivano la spaventosa minaccia dell’annientamento nucleare. In retrospettiva, non sono stati i giovani a cambiare così tanto nel ’68. Lo sono stati i loro genitori, molti dei quali non avevano né la volontà né l’inclinazione a resistere. Forse erano spiritualmente esausti per effetto, prima della catastrofe civile della prima metà del XX secolo, e poi dei due lunghi decenni di sforzi per riportare prosperità, dignità e vita normale.
Qualunque siano le sue motivazioni, Benedetto è sicuramente corretto. La Rivoluzione del ’68 ha infranto i divieti, le inibizioni e le norme stabili necessarie per frenare gli appetiti dell’uomo, contribuendo così alle condizioni nelle quali si sono manifestate la malafede e l’abuso sessuale clericale. Ma è importante rendersi conto che il ’68 ha liberato ben più che il semplice desiderio sessuale. Ha scatenato la pleonexia (cupidigia, desiderare ciò che è vietato o che appartiene ad altri -ndT). Il contenuto durevole di quel momento storico era un imperativo di liberazione che serviva ad un desiderio vorace di esperienze sensuali e di consumo materiale.
Le trasformazioni sociali indotte da questo imperativo sono continue. Esse sono così potenti che, nella politica dell’Occidente, hanno fuso sinistra e destra in un consenso neo-liberale che cerca la massima liberazione in funzione della creazione di benessere (la de-regolamentazione in economia) e la massima emancipazione in funzione della realizzazione personale e dell’auto-accettazione (la de-regolamentazione culturale di sinistra). Non sorprende che la Chiesa sia stata travolta dall’imperativo della liberazione che sventola la falsa bandiera della libertà.
Benedetto presta ampia attenzione a come i principali teologi morali hanno battezzato l’imperativo della liberazione, raccontando la patetica promessa di Franz Böckle di resistere con ogni mezzo all’unico male che riconosceva: la limitazione alla liberazione che deriva dal riconoscere la nozione di atti intrinsecamente malvagi – cioè le cose che non si possono fare. Böckle era tipico. In un modo o nell’altro, a partire dal Vaticano II, la maggioranza dei teologi in Occidente ha respinto le implicazioni dell’affermazione della Chiesa sull’oggettività della verità.
Egli fornisce episodi circa la formazione seminaristica degli anni Settanta e Ottanta, che indicano che un noncurante rigetto del magistero della Chiesa non era l’unico campo dei teologi morali. Predominava una certa mentalità “progressista”, che respingeva tutto ciò che avesse il minimo sentore dell’autorità della rivelazione. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II interi settori della Chiesa erano in ribellione quasi aperta, fedeli all’imperativo della liberazione piuttosto che al vescovo di Roma. A questo Benedetto aggiunge osservazioni dettagliate sulle inadeguatezze del Codice di Diritto Canonico che hanno reso inefficaci i meccanismi ufficiali per disciplinare gli abusi sessuali clericali. L’impressione generale: travolta dalla Rivoluzione del ’68, colma di dissenso e strutturata da presupposti istituzionali e canonici inadatti alla realtà attuale, la Chiesa cattolica è diventata un pasticcio ingovernabile. L’immagine attribuisce simpatia agli uomini che cercano di padroneggiare le sue attuali e gravi sfide.
Benedetto vede l’influenza che la Rivoluzione del ’68 ha esercitato sulla Chiesa. Come uno degli ultimi sopravvissuti della generazione eroica, gli uomini che a metà del XX secolo hanno rimodellato la Chiesa con coraggiosi nuovi progetti intellettuali, culminati nel Concilio Vaticano II, io vorrei che lui riflettesse sui modi in cui le linee di influenza andavano anche in senso contrario. Non c’è dubbio che il Vaticano II ha fatto da meccanismo di innesco nel corso degli esplosivi anni Sessanta. Esso ha segnalato all’Occidente che l’epitome della verità immutabile era riconsiderare, ripensare, rielaborare, in una parola, correggere.
Si disse che tutta questa revisione fosse per ri-esprimere le stesse verità immutabili, semplicemente riaffermate con uno sguardo di maggiore apertura. Ma naturalmente “apertura”, pur non essendo sinonimo di liberazione, è un cugino stretto. Se il Papa emerito volesse dare un resoconto adeguato del contesto storico del fallimento della disciplina morale tra il clero, dovrebbe fare i conti col ruolo incisivo della Chiesa nella Rivoluzione del ’68, non solo con gli esiti nelle sue conseguenze.
Il che non è solo compito di Benedetto; è un compito che tutti dobbiamo intraprendere. Come egli avverte, non possiamo sfuggire ai nostri problemi creando un’altra Chiesa. Aggiungerei: Non possiamo sfuggire fingendo di vivere in un’altra epoca, non contaminata dal ’68 e dall’imperativo della liberazione. Nel cercare la via della fedeltà nel ventunesimo secolo, dobbiamo tenere gli occhi su Cristo, come ci ricorda giustamente Benedetto. Ma dobbiamo anche avere una visione realistica del ventesimo secolo, e farlo tenendo presente che la Chiesa in quei decenni tumultuosi è stata tanto agente quanto vittima.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Esame di coscienza, in ginocchio, davanti a NSGC. Unica condizione personale e comunitaria per risalire la china sia come persone, sia come comunità. Evitando così di rompere ulteriormente Dottrina, Tradizione, Silenzio ed altro.
RispondiEliminaSottoscrivo pienamente.
RispondiElimina° ° ° ° ° ° °
Quanto alle campagne di rivolta e di odio ci cui sono stati fatti oggetto sia San Giovanni Paolo II sia lo stesso Papa Benedetto:
"Se nessuno ti odia non ti sei mai battuto per nessuna causa"
(Winston Churchill)
RispondiElimina« gli uomini che a metà del XX secolo hanno rimodellato la Chiesa con coraggiosi nuovi progetti intellettuali, culminati nel Concilio Vaticano II… »
Face aux ruines accumulées, il y a encore des gens pour nous chanter cette musique… Seigneur Jésus !
RispondiEliminaL’EGLISE BRULE
Nous savions que l’Eglise était très mal en point, nous en avons aujourd’hui la preuve : la maison de Dieu est en feu, la maison de la Vierge brûle, elle est sur le point de disparaître.
Notre-Dame de Paris est le symbole de la chrétienté, de la France fille aînée de l’Eglise, elle-même figure vivante du peuple de Dieu ; que reste-t-il de ce peuple ?
Quelle extraordinaire symbolique !
Le lundi saint, premier jour de la Semaine Sainte.
Le jour du naufrage du Titanic.
Le jour de l’intervention télévisée du président, à qui la Vierge aura volé la vedette.
Oui nous savions qu’il ne restait plus grand-chose de l’Eglise, qui s’est muée en un ramassis d’apostats.
Il fallait bien que le Ciel confirme un jour que l’Eglise est en feu, qu’elle est sur le point de s’effondrer, si ce n’est déjà fait, ou presque, qu’elle entrait dans ses dernières semaines de vie… dans son ultime Semaine Sainte.
Attention, la symbolique est écrasante eschatologiquement ; toute la toiture est en feu, la flèche s’est effondrée.
L’Eglise est en feu, voilà la leçon à retenir, voilà l’oeuvre des papes du concile jusqu’au destructeur final, l’actuel locataire du Vatican, mais attention à toi Babylone, parce que c’est aussi le jour des 107 ans du Titanic, le symbole de Babylone, qui coule en deux heures et demie… et 107 c’est le chiffre de Jean XXIII, le pape du concile.
N’OUBLIONS JAMAIS que si L’Eglise flambe, Babylone FLAMBERA AVEC ELLE, c’est pourquoi Notre-Dame brûle le jour du Titanic en faisant le lien avec le 107 c’est à dire avec le concile.
Car attention, ne nous trompons pas : c’est L’EGLISE DU CONCILE QUI FLAMBE; la contre-Eglise, pas la sainte et véritable qui perdure dans la Tradition; Et si l’Eglise du concile flambe, cela veut dire que Babylone va flamber aussi.
Enfin, dernière comparaison : avant un drame à Rome, il y a un drame en France : c’est toujours dans cet ordre.
En 1870, chute de Napoléon III : trois semaines après, chute des états pontificaux.
En 1958, chute de la IVè république et avènement de de Gaulle ; un mois après, basculement de l’Eglise par l’élection du pape qui convoquera le concile.
En 2019, incendie de la cathédrale Notre-Dame de Paris, événement d’ampleur mondiale, qui plonge le monde entier dans la consternation… Au tour de Rome dans les semaines qui suivent, pour l’hallali probablement. Et ce sera la fin (du monde).
(Louis d'Alencourt)
RispondiEliminaO número 107 é o número de ordem de João XXIII na "profecia dos Papas", dita "de São Malaquias".
O número de Bento XVI, "Gloria olivae", último papa regular, segundo a mesma profecia, é o 111.
(Ver a obra, pouco conhecida,do padre jesuíta René Thibaut, "La mystérieuse prophétie des papes", Paris, Éditions Vrin, 1951.)
Oggi Benedetto XVI compie 92 anni. Ricordiamo queste sue parole
RispondiElimina«Non si può pensare di edificare un’autentica casa comune europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica. Un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa»
Penso che anche oggi sia necessario qualcosa di simile a comunità catecumenali affinché la vita cristiana possa affermarsi nella sua peculiarità.
RispondiEliminaHA HA HAAAA
MARIA?????
DOVE SEI?????
AMMAZZA CHE TRANVATA CHE HAI PRESOOOOOOOO
"Lo sono stati i loro genitori, molti dei quali non avevano né la volontà né l’inclinazione a resistere. Forse erano spiritualmente esausti per effetto, prima della catastrofe civile della prima metà del XX secolo, e poi dei due lunghi decenni di sforzi per riportare prosperità, dignità e vita normale": no, non sono d'accordo. I genitori avevano tutta la possibilità di non essere spiritualmente esausti, perché la Chiesa ancora reggeva. Siamo arrivati ad un tale livello di smarrimento, oggi, da non riuscire quasi più a capire come resistere possa essere "naturale". Sì, resistere E' naturale, per chi ha alle spalle comunque una civiltà bimillenaria come la nostra. Resistere E' naturale per chi dovrebbe credere fermamente in Dio - nel Dio cattolico, che è l'unico Dio - in quanto razionalmente dedotto con i "preambula Fidei" e dall'atto di Fede confermato. Io ebbi una mamma che aveva affrontato innumerevoli traversie a causa della guerra, eppure seppe trasmettermi una Fede adamantina. Perché dunque non altri, come avrebbe dovuto essere?!? Perché questo "fumo di Satana"??? La sovversione è stata ed è apostasia, l'apostasia dei (degni, ahimè) discendenti di Adamo ed Eva: buon sangue non mente...
RispondiEliminaAnonimo scomposto 13:21
RispondiEliminaSolo un fanatico ostinato può confondere comunità _catecumenali_ (citate da Ratzinger) con quelle _neocatecumenali_. Per anni ne ho evidenziato le differenze abissali che stanno tutte tra le norme del RICA (il percorso per la preparazione al battesimo per adulti) e l'arbitrio e la segretezza di una setta giudeo-luterano-gnostica...
Veramente ridicolo. La stessa fesseria uno di loro l'ha scritta come commento ad uno degli ultimi articoli sull'IsolaDiPatmos.
RispondiEliminaIl concilio è stato l'epitome della verità da correggere? Ed il concilio chi l'ha fatto? E viene prima del '68, appunto causa dello stesso.E chi stava di fianco a Frings al concilio come teologo? E i teologi protestanti del concilio? Non ne parla? E i documenti preparati andati al macero per richiesta Lienart? E chi stava a quel tempo in cravatta pur essendo prete di fianco a Rhaner? E c'era Lefebvre di fianco a Lienart e Woitiwa con Konig?
RispondiEliminaPensare di non andare a ben prima del concilio è come non voler affrontare il problema alla radice, e d'altronde non lo vogliono i conciliari, e Ratzinger è un conciliare
Sono solo una parte degli infiltrati, i più recenti guastatori della Cattolica!
RispondiEliminaAuguri al perito di Frings, al braccio destro di Wojtyla, a Benedetto XVI il Papa di ieri.
RispondiEliminaMichele Durighello
RispondiEliminaNon allarghiamoci troppo con le profezie
Il lungo testo francese qui pubblicato sembra a tratti scritto con
una penna un pochino esaltata, se mi si passa l'espressione.
Profetizza, pare, la fine del mondo per Roma dopo l'incendio di
Notre Dame? Forse non ho capito bene. Facciamo comunque i
dovuti, italianissimi scongiuri.
Pignoleria da pensionato: nel 1870 gli Stati Pontifici non caddero subito
dopo la caduta di Napoleone. Erano già caduti quasi tutti prima, nel
periodo 1859-60 (Emilia, Romagna, Marche, Umbria). Cadde quello che il Regno d'Italia (1861) aveva ancora lasciato alla Chiesa temporale, il Lazio con Roma.
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-04/oggi-libreria-nuovo-libro-papa-benedetto-xvi.html
RispondiEliminahttp://www.ilregno.it/blog/i-teologi-morali-tedeschi-rispondono-al-papa-emerito-gruppo-dei-docenti-tedeschi-di-teologia-morale
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/04/17/tra-i-due-papi-e-“frattura”-il-silenzio-di-francesco-contro-benedetto/
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/04/17/tra-i-due-papi-e-%E2%80%9Cfrattura%E2%80%9D-il-silenzio-di-francesco-contro-benedetto/
RispondiEliminaTra i due papi è “frattura”. Il silenzio di Francesco contro Benedetto
Tra i due papi è “frattura”...
RispondiElimina... mooolto bene! Ora l'esame di coscienza personale, in ginocchio, davanti alla Croce.
Gloria TV riporta che Parolin probabilmente avrebbe "stoppato" il documento di Ratzinger sugli abusi, impedendo la diffusione al meeting dei vescovi, perché sarebbe andato contro la tesi pre-costituita (il "clericalismo"). Maggiori dettagli su Polonia Christiana (il traduttore di Google dal polacco fa un lavoro decente):
RispondiEliminahttps://gloria.tv/article/P2USV8rhLcq61VAy3hzewPFyN
https://www.pch24.pl/esej-benedykta-xvi-zostal-napisany-w-zeszlym-roku--dlaczego-nie-ujawniono-go-wczesniej-,67570,i.html
Personalmente ne traggo questa ricostruzione:
+ Ratzinger ha scritto il documento perché fosse usato ai lavori (l'ha detto lui stesso);
+ l'ha mandato a Francesco e Parolin (l'ha detto lui stesso);
+ i due se ne sono altamente fregati;
+ e allora l'ha fatto diffondere indipendentemente.
Questo spiega molte cose: che Ratzinger non mente quando dice che l'ha mandato in previa conoscenza al Papa e al Segretario di Stato, ma che i due si sono sorpresi e stizziti perché l'avevano cestinato e non pensavano di ritrovarselo.
Maike Hickson
RispondiEliminaMaike Hickson ha ritwittato Armin Schwibach
Armin Schwibach comments that Pope Benedict raised two important aspects of the crisis: homosexual problem and sexual revolution of 1960s. "What was still missing: the tragic mistake of Vatican II, a historical drama which cannot be removed with]a hermeneutic of continuity." Yes!
Per il commento dei teologi morali tedeschi alle note del papa emerito, ma forse non era meglio tacere? Pateticamente penosi.
RispondiEliminahttps://www.riscossacristiana.it/lenciclica-emerita-del-cardinale-joseph-ratzinger-sedicente-papa-merito-della-sedicente-chiesa-cattolica-di-giovanni-servodio/
RispondiEliminaL’enciclica emerita del Cardinale Joseph Ratzinger, sedicente papa merito della sedicente Chiesa cattolica – di Giovanni Servodio
By Redazione On 17 Aprile 2019 ·
Sicuramente Benedetto XVI ha sbagliato nell'abdicare e ne è consapevole. Ripeto, come ho detto altre volte, i suoi errori. Non tolse di mezzo Bertone, che lo avversava, che non era poi avversario così forte: Bergoglio se ne è liberato facilmente. Con un mastino fedele alla segreteria di stato, Ratzinger sarebbe stato più tranquillo. Sbagliò a mettere il morbido Mueller alla CDF, un Mueller che ha iniziato a mordere solo quando era troppo tardi e Ratzinger non c'era più. Anche lì ci voleva un altro mastino fedele. Gente come Burke, Caffarra. Poi doveva fare cardinali e portarseli a Roma, Negri, Crepaldi e Schneider. Per la sua successione ha sopravvalutato le chances di Scola, che come ciellino e italiano è stato contrastato proprio da una parte dei cardinali traditori nostrani. Se proprio costretto ad abdicare avrebbe dovuto puntare su un altro cavallo. Ora però nel venir meno dei suoi giorni ha deciso di porre qualche riparo ai suoi errori e l'ultima stoccata che ha portato ai bergoglioni va in quella direzione. Chi persevera ostinatamente nell'errore è invece Bergoglio, ma anche lui non sfuggirà, prima o dopo, al Giudice Eterno, farebbe meglio a compiere una inversione a U ed abdicare pure lui.
RispondiEliminahttps://www.lastampa.it/2019/04/14/vaticaninsider/francesco-e-lombra-di-ratzinger-la-coesistenza-che-pesa-sul-vaticano-ayS9bsh1YLjHYbwnTtxzNM/premium.html
RispondiEliminaStralcio dell’intervista di LifeSiteNews al card. Müller in seguito alla critica dei vescovi tedeschi agli appunti di Benedetto:
RispondiEliminaLifeSiteNews: Lei critica il fatto che i vescovi tedeschi, sul loro sito web, hanno pubblicato articoli non differenziati e non oggettivi sulla lettera di Benedetto. Alla luce di questi diversi teologi che ora alzano la voce in Germania e che ora sono così indignati per i semplici riferimenti di papa Benedetto XVI alla legge morale della Chiesa, si potrebbe dire che abbiamo già uno scisma de facto in Germania? Dopo tutto, è così che molti teologi tedeschi (e anche alcuni vescovi) ora si rifiutano apertamente di seguire l'insegnamento della Chiesa.
Cardinale Müller: È brutale quando a nome dei vescovi - e su un sito web da loro finanziato - vengono commissionati articoli così osceni che umiliano personalità come Benedetto XVI, che neanche i nemici più ignoranti della Chiesa oserebbero fare, perché hanno ancora più rispetto e decenza. I nostri progressisti, dopo aver gettato a mare la morale sessuale, hanno perso anche il comandamento di amare il prossimo. E' l'odio nudo a cui qui viene affidata una piattaforma. Spero che i vescovi esercitino la loro responsabilità, al fine di attuare un cambiamento di rotta di questa piattaforma o altrimenti per porre fine all'uso abusivo delle tasse della Chiesa.
Uno scisma è il prodotto di persone egoiste che ovviamente non si preoccupano dell'unità della Chiesa nella Fede rivelata. Sono spinti dalle loro ideologie e da un delirio di onnipotenza dalla mente ristretta.