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lunedì 29 aprile 2019

Smontiamo il pervasivo senso di colpa dell'Occidente

Pubblichiamo la Prefazione di Marcello Veneziani del nuovo libro : ‘Il complesso occidentale – Piccolo trattato di de-colpevolizzazione’, per la Paesi Edizioni [vedi], scritto dal politologo e saggista francese Alexandre Del Valle, che contrasta il “terrorismo intellettuale” nato intorno ad un malsano senso di colpa dell’Occidente.

Prefazione
Il complesso occidentale
Marcello Veneziani

Fa bene Alexandre Del Valle a smontare con argomenti convincenti, quel diffuso, pervasivo senso di colpa dell’Occidente nei confronti del resto del mondo, in particolare dell’Islam, del sud del pianeta e di quelle terre che furono un tempo colonizzate. È un complesso indecente quanto ingiustificato, la vergogna di essere quel che noi siamo e figli di quella storia, di quella civiltà, di quel modo di essere. Una forma di auto-colpevolizzazione, a volte grottesca, che poi coincide con il canone occidentale presente, quello che viene definito politically correct e con il dogma umanitario dell’accoglienza, dell’apertura senza limiti ai migranti.
Sulla sua linea critica, decisamente minoritaria in campo intellettuale, Del Valle trova compagni di strada di qualche peso, da Alain Fienkelkraut a Pascal Bruckner, e in casa nostra da Oriana Fallaci a Marcello Pera e Magdi C. Allam fino a Giovanni Sartori, almeno in tema di multiculturalismo.

La colonizzazione non fu solo una pagina nera e infame, produsse anche sviluppo e benessere in popolazioni affamate e arretrate, mise in moto processi storici importanti; a volte accadde l’opposto, affamò e ridusse alla servitù popoli che avevano una loro economia di sussistenza e una certa dignità di vita, con altri canoni e paradigmi. Le scoperte scientifiche, il progresso tecnologico, il benessere diffuso, la diffusione della democrazia e della libertà, la laicità e la distinzione tra il piano religioso e politico, sono tracce importanti dell’Occidente e sue peculiari conquiste che non possono essere cancellate dai massacri o dallo schiavismo. Rispetto al mondo, l’Occidente non ha dunque da fare solo mea culpa e sentirsi sempre in difetto e in colpa. L’Occidente è stato il mondo storico, il mondo dell’espansione, ha prodotto più di tutti.

Il discorso invece cambia se l’Occidente ripensa il suo presente in relazione a se stesso, alla sua storia e non nel paragone con gli altri mondi. Qui si dovrà distinguere tra le radici cristiane, greche e romane dell’Europa e dell’Occidente e i suoi frutti presenti, all’insegna del dominio assoluto della tecnica e dell’economia; tra la civiltà europea e l’americanizzazione del mondo, tra l’egemonia statunitense e la storia d’Europa. Ma si dovrà soprattutto considerare che l’Occidente ha finito col coincidere con la globalizzazione, e dunque finisce sconfinando. La perdita del confine è anche la perdita della civiltà e l’avvento – per usare le parole di Spengler – della civilizzazione.

L’Europa, in particolare, soffre di denatalità, perdita del passato, del futuro e del trascendente, è in preda al nichilismo, è ormai dispersa in una cultura individualistica e globale. Trent’anni fa dedicai a questo tema un saggio, Processo all’Occidente e ci sono di recente tornato in Tramonti.

Per questo sarà il caso di scomporre l’Occidente distinguendo al suo interno tra il sub-continente latino-americano, il più popoloso, e gli Stati Uniti, tra Europa e USA, tra Europa del nord ed Europa mediterranea. E si dovrà ripensare in termini di civiltà ma anche di nazioni, di Stati sovrani e di patrie.

Insomma, per così dire, bisogna distinguere tra l’assalto esterno all’Occidente di popoli in crescita demografica e ancora giovani e l’emorragia interna allo stesso Occidente che non lascia grandi speranze se non interviene qualche fattore finora trascurato e se non cambia il modo di vedere a Occidente. Ma il dio che potrà salvarci non verrà certo dall’Islam.

10 commenti:

  1. Refuso nel titolo: SMONTIAMO non Smontoamo

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  2. A mio parere la decadenza dell'Occidente si intreccia da sempre con la civiltà dell'Occidente; in epoche come l'attuale i fattori di decadenza sono più numerosi e più appariscenti ma, non mancano gli elementi di civiltà, anche se pochi e poco appariscenti; se così non fosse saremmo già scomparsi. Il principale di questi elementi di decadenza è la visione del progresso considerato unicamente nel suo aspetto materiale, scientifico e tecnologico. L'errore dell'Occidente è stato quello di essersi volto completamente al progresso materiale ed averlo esportato ovunque nel mondo,trascurando il suo e l'altrui progresso spirituale. In massima parte i divulgatori dell'Occidente sono stati gli avventurieri, che hanno saccheggiato ovunque ed in minima parte divulgatori dell'Occidente sono stati i cristiani, laici e chierici, che hanno portato alle genti la Buona Novella. Ora, che la Chiesa è stata invasa ed occupata da giuda traditori di ogni ordine e grado, che silenziano dove possono ed appena possono le poche guide ancora cattoliche, è ancor più difficile la rimonta, è ancora più difficile puntare ad e praticare un progresso spirituale che rianimi la civiltà Occidentale nella sua interezza tale da essere anche traino per gli altri popoli. Il regresso spirituale dell'Occidente è la causa della sua decadenza e l'unico senso di colpa, che gli si può risvegliare, è di aver volutamente dimenticato il Signore nostro Gesù Cristo. Ma il risveglio di questo senso di colpa non può venire dall'ipocrisia dagli apostati, eretici, scismatici, idolatri e debosciati di ogni genere che negano e rinnegano il Signore con ogni loro pensiero, con ogni loro parola, con ogni loro azione ed omissione, e sono la sola vera causa della decadenza stessa e delle colpe dell'Occidente.

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  3. Gian Micalessin su Tempi29 aprile, 2019 12:36

    .....I terroristi islamici volevano ancora una volta colpire i cristiani, come confermato dal comunicato dell’Isis. Eppure illustri politici occidentali, da Barack Obama a Hillary Clinton, non sono riusciti neanche a pronunciare la parola «cristiani», sostituendola con «Easter worshippers», cioè «celebranti della Pasqua».
    La parola “cristiano” oggi è equiparata a un insulto. La cultura del politicamente corretto è ormai devastante e considera difendere i cristiani, cioè il gruppo religioso più perseguitato al mondo, come un insulto verso i musulmani.

    una sorta di timore reverenziale anche nel definire “islamici” gli attentatori.
    La dinamica dell’attentato aveva una chiara matrice islamica. Non c’era bisogno della rivendicazione dell’Isis per individuare un legame con il fondamentalismo islamico. Eppure sono addirittura state incolpate le Tigri Tamil, sconfitte nel 2009, si è data la colpa agli induisti. Tutto pur di non pronunciare il termine “islamico”.

    Eppure dopo la strage di Christchurch nessuno ha avuto problemi a esprimere le proprie condoglianze a tutti i musulmani.
    Certo perché il mondo occidentale, affetto da un insopportabile laicismo e dall’ideologia del politicamente corretto, ritiene sconveniente parlare di “cristiani”. Si vergogna a riferirsi ai valori della propria tradizione. Lo abbiamo già visto con la guerra in Siria e la Chiesa ha le sue responsabilità.

    Cioè?
    Dispiace dirlo, ma anche i vertici della Chiesa cattolica sembrano a volte preoccuparsi più dei migranti che dei cristiani perseguitati. È un paradosso ma in questi anni abbiamo visto come i rifugiati musulmani abbiano ricevuto un trattamento di favore rispetto ai rifugiati cristiani. L’Occidente ha paura di difendere i cristiani e i valori del cristianesimo. Questa è la realtà.

    https://www.tempi.it/sri-lanka-loccidente-si-vergogna-dei-cristiani-non-riesce-neanche-a-nominarli/

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  4. Toh ! Un occidentale...29 aprile, 2019 16:50

    La battaglia di padre Gazzera per fermare i predatori d’oro
    Nonostante la guerra, nella Repubblica Centrafricana proseguono le attività di contrabbando delle materie preziose, complice la diffusa corruzione. Dall’inizio del 2019, delle imprese cinesi hanno aperto almeno 17 cantieri per estrarre l’oro nel fiume Ouham, deviandone il corso, inquinando l’acqua e impoverendo la popolazione. A raccontare lo scempio che sta avvenendo, rischiando la sua incolumità, è il missionario carmelitano Aurelio Gazzera.
    http://www.lanuovabq.it/it/la-battaglia-di-padre-gazzera-per-fermare-i-predatori-doro

    E certo che sbaraccano quanti piu' giovani in Europa ....altrimenti i cosiddetti senzascrupoli avrebbero FORSE meno campo libero .
    L'inquinamento , l'ambiente ? Ma quelli sono problemi dell'Europa ..., mica dell'Africa ...cio' che sempre ha fatto gola ai satrapi africani ( e non solo) e' il business ! E così prendono due piccioni con una fava : denaro dall'occidente , denaro dall'oriente , lusinghieri inviti ( si fa per dire ) rivolti alle forze giovani e gagliarde di togliersi dai piedi e di trasferirsi - in qua -, sicche' non hanno neanche la preoccupazione di trovargli un lavoro lì dove sono nati e vissuti .

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  5. Ma il “ complesso” si è autocreato o è stato creato da qualcuno ? E se si, chi ?

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  6. I più accaniti in favore della Moschea sono gli stessi che manifestano in piazza contro l'assegnazione di Trisulti ai cattolici.

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  7. A bordo della Mare Jonio è salito don Mattia Ferrari:"il Vangelo è qui." Chi usa la parola di Cristo per sostenere il traffico di esseri umani non può essere cristiano. La chiesa di Bergoglio è nelle mani di coloro che vogliono distruggere il cristianesimo https://t.co/jo8oRuqi2O

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  8. https://www.dailyrecord.co.uk/news/scottish-news/vandals-smash-jesus-statue-trash-14974760

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  9. Matteo Salvini:
    Anche i recenti attentati in Sri Lanka ci obbligano a non abbassare la guardia. Ho firmato questa mattina la circolare destinata ai Prefetti per aumentare i controlli e il livello di attenzione intorno ai luoghi di aggregazione di cittadini islamici, per stroncare sul nascere fenomeni di radicalizzazione, estremismo e propaganda jihadista.

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  10. 🗣 L’Afrique est le continent où la persécution envers les chrétiens empire le plus vite et le plus massivement, ceci dans l’indifférence générale de l’Occident et des Nations Unies, bien plus préoccupés par l’islamophobie occidentale souvent imaginaire.
    Alexandre Del Valle

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