VII Giornata della buona stampa cattolica
Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con un ciclo di conferenze riassunte nel titolo "Verità e giustizia: La dottrina sociale della Chiesa".
Il programma : cliccare sull'immagine a lato per ingrandire
Il programma : cliccare sull'immagine a lato per ingrandire
Il teologo don Paolo Squizzato, intervistato sa da TV2000, ha affermato con la massima tranquillità, fra le altre bellissime cose, che l’Atto di dolore è “una preghiera assolutamente non cristiana”, “una tremenda preghiera” che, “purtroppo”, viene ancora recitata in molte chiese. Da non credere, ma le sue parole non lasciano dubbi :
RispondiElimina“Noi, parlo di Chiesa, Chiesa ufficiale, la Chiesa dei preti, abbiamo credo infangato molto il termine e concetto di peccato; l’abbiamo pensato anzitutto come una trasgressione, come infrazione a una norma, a un comandamento e quindi come un’offesa fatta a Dio. Tutto questo è rimasto in quella tremenda preghiera che purtroppo viene ancora usata, so, da alcuni catechisti, che è l’Atto di dolore: “perché con il peccato ho offeso Te, infinitamente buono, e per questo merito i tuoi castighi”. È una preghiera che non ha nulla di cristiano perché Dio non si può offendere e poi Dio non castiga, perché Gesù è venuto a rivelarci un altro tipo di Dio, di Padre”.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/7460-maciullato-dalle-belve
Ho già avuto occasione di udire simili parole durante l’omelia domenicale (in particolare nel commento al passo evangelico dell’invitato a nozze gettato fuori, legato mani e piedi, perché presentatosi senza l’abito nuziale) per cui non mi sorprende adesso questo tale Squizzato, che non oso però definirlo sacerdote, per non offendere le schiere di veri scerdoti, santi, martiri di due millenni di civiltà cristiana.
Ma alllora, mi chiedo, ma allora come la mettiamo con l’Ave Maria? Rottamiamo anche quella, perché recita “prega per me peccatore” evidentemente per ottenere il perdono da Dio e non essere castigato, altrimenti per quale motivo chiederemmo a Maria SS.ma di pregare per noi? E l’Incarnazione, che senso avrebbe avuto senza il sacrificio espiatorio (ripetuto nella S. Messa, non certo una memoria, una cena: balle!) di Cristo Redentore, che ci evita a tutti il castigo della dannazione eterna? Ma che stiano dando fuori di testa questi preti modernisti?
RispondiEliminaMa che stiano dando fuori di testa questi preti modernisti?
Certo che stanno dando fuori di testa. E non da oggi.
Rigettano l'atto di dolore [sic] perché rigettano la
nozione stessa del peccato. E perché la rigettano?
Perchè hanno perso la nozione del bene e del male,
la differenza fondamentale tra il buono e il cattivo,
differenza che appartiene già alla morale naturale.
In quello che dice questo personaggio non c'è nulla di
cristiano o meglio di cattolico. Anzi, rappresenta la
negazione stessa dei valori fondamentali del cattolicesimo.
L'hanno sostituito, a partire dal Concilio, con un deismo
persino peggiore di quello dei massoni: una divinità che
non governa, non punisce ma solamente premia tutti alla fine
dei tempi, che tutto accetta e tutto giustifica. Si tratta
della caricatura di Dio, non solo del vero Dio, Uno e Trino,
ma anche della Divinità come la concepiva il paganesimo,
del senso primordiale del divino, presente in forma rozza
presso tutti i popoli.
O.