Paolo Pasqualucci
Nota previa: pubblico qui una breve mia nota uscita su LifeSiteNews nella colonna Opinions il 16 maggio scorso con il titolo: Does Bp Schneider’s call for Pope to ‘correct’ Abu Dhabi statement lend weight to heresy accusations? [qui] L’ho leggermente ritoccata in alcuni punti. Nel frattempo, mons. Schneider ha rilasciato sempre il 16 maggio una teleintervista a Raymond Arroyo di The World Over, ripresa da LifeSiteNews [qui], nella quale prende le distanze dalle accuse di eresia a Papa Francesco contenute nella Lettera Aperta [qui]. Rimprovera alla Lettera di aver accusato il Papa di eresia in senso formale senza esser riuscita a provarla. Cita, comunque, come esempio i rilievi della Lettera contro il cap. VIII di Amoris Laetitia. L’accusa di eresia a proposito della Dichiarazione di Abu Dhabi, contenuta nella Lettera, mons. Schneider tuttavia non la menziona quale possibile errata accusa. Una doverosa quanto rispettosa analisi delle critiche di mons. Schneider alla Lettera Aperta, richiederebbe un articolo a parte, date le questioni che tale analisi dovrebbe cercare di chiarire, a mio avviso, in relazione al concetto stesso di eresia [PP].
* * *
Sembra a me che la recente, coraggiosa intervista rilasciata da mons. Athanasius Schneider l’8 maggio scorso al sito LifeSiteNews, rafforzi, oggettivamente ed a tutti gli effetti, la correttezza dell’ormai famosa Lettera Aperta ai Vescovi, accusante il Papa di eresia. In modo particolare per quanto affermato al punto VII dell’elenco di eresie papali ivi allegato. Secondo questo punto VII, Papa Francesco sostiene che “Dio non solo permette ma vuole positivamente il pluralismo e la diversità delle religioni, sia cristiane che non cristiane”. Un’affermazione di questo tenore è stata fatta dal Papa il 5 febbraio 2019 in una Dichiarazione congiunta da lui sottoscritta ad Abu Dhabi con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, [vedi indice articoli] nella quale per l’appunto si affermava, tra altre cose, che la “pluralità e diversità” di religioni è “voluta da Dio”. Sarebbero frutto della “saggezza divina”, con la quale Dio ha creato gli esseri umani.
Mi sembra di poter dire che la presa di posizione [qui] di mons. Schneider nei confronti della Dichiarazione di Abu Dhabi, rappresenti come tale un’eccellente refutazione delle critiche contro la Lettera Aperta, avanzate da coloro che ritengono potersi interpretare quella Dichiarazione senza dover accusare il Papa di eresia.
La presa di posizione di mons. Schneider costituisce un notevole salto di qualità rispetto alle precedenti critiche dello stesso alle ambiguità di certe dichiarazioni e modi d’agire del Pontefice. Qui, nell’intervista, mons. Schneider non chiede al Papa di render ufficiale la dichiarazione privata (e contraddittoria) resa allo stesso mons. Schneider, nella quale riconosce che Dio non vuole in modo positivo ma solamente permette l’esistenza di una “diversità di religioni”. Sostiene, al contrario, mons. Schneider che il Papa ha il dovere di “correggere” in modo “evidente e autentico” ciò che ha sottoscritto ad Abu Dhabi, proclamando al suo posto la verità rivelata, di per sé assolutamente incompatibile con quanto messo nero su bianco nel Paese arabo.
In quella Dichiarazione, afferma mons. Schneider, “si viene a proclamare un nuovo Vangelo, un Vangelo che non è quello insegnato dal Verbo Incarnato, fedelmente predicato dagli Apostoli e trasmesso alla Chiesa. Non v’è dubbio alcuno che San Paolo direbbe oggi, di questa assai dubbia formulazione di Abu Dhabi: “Ma se noi stessi, o un angelo disceso dal cielo, vi insegnassimo un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema””(Gal 1, 8-9).
Mons. Schneider accusa dunque apertamente il Papa di insegnare – nella Dichiarazione di Abu Dhabi – “un nuovo Vangelo”, un Vangelo che non è quello insegnato da Nostro Signore e pertanto nemmeno quello “fedelmente predicato dagli Apostoli e trasmesso alla Chiesa”. Ciò significa che, secondo mons. Schneider, la nuova dottrina insegnata da Papa Francesco è oggettivamente “infedele” (disloyal) al Deposito della Fede. Dobbiamo concluderne, pertanto, che non vi appartiene e non può appartenervi. Dichiarazioni inter-religiose come quella firmata dal Papa mettono in pericolo l’intero Deposito della Fede. In effetti, continua mons. Schneider, “ si rende del tutto relativa la verità sull’unicità di Gesù Cristo in quanto Redentore dell’Umanità e la conseguente Fede in Lui quale unica religione voluta da Dio. In tal modo, cresce progressivamente il pericolo che l’essenza dell’intero Vangelo e, unitamente ad esso, dell’intero Depositum Fidei, venga negata”.
In conclusione: la Dichiarazione di Abu Dhabi necessita di “una correzione nella Chiesa, evidente ed autentica”. Ma invece, tale Dichiarazione viene al momento “diffusa ampiamente” in tutte le Università Cattoliche! Nell’accusa di mons. Schneider, non sentiamo forse la voce della Ecclesia perennis mentre condanna gli errori nella fede purtroppo penetrati nella presente Gerarchia?
Ma torniamo al punto VII della Lettera Aperta. La Dichiarazione di Abu Dhabi è irrimediabilmente contraddittoria ed equivale in sostanza ad una apostasia, come messo in rilievo sin da sùbito dall’illustre filosofo cattolico, prof. Joseph Seifert [qui - qui]. Pretendere, ha scritto, che “la diversità delle religioni” sia “voluta da Dio”, implica “il rigetto della Fede Cristiana”. Difatti: “Come può Dio far dipendere l’eterna salvezza dalla Fede in Gesù Cristo per poi, sin dal tempo della Creazione, volere positivamente l’esistenza di religioni che rigettano questa stessa Fede?”. Ed inoltre: “Come può comandarci di andare per il mondo ad insegnare i Vangeli a tutte le nazioni e a battezzarle mentre nello stesso tempo vuole positivamente [come se fossero cose buone in sé] l’esistenza di religioni che rigettano sia il Vangelo che il Battesimo?”.
A questi brevi estratti della presa di posizione del prof. Seifert, vorrei aggiungere da parte mia la seguente breve considerazione finale.
Secondo il tradizionale insegnamento cattolico, la volontà di Dio che semplicemente permette è nozione sempre usata per accettare l’esistenza di mali che si devono tollerare in nome di un superiore bene, come quello rappresentato dalla Conversione di tutte le Nazioni a Cristo (Mt 13, 24 ss, parabola del grano e del loglio). La “volontà positiva” di Dio, quella che positivamente vuole l’ordinarsi al bene di un determinato modo dell’essere, non può venir intesa come se permettesse l’esistenza di una realtà cattiva che questa stessa volontà di Dio si presuppone nello stesso tempo approvi come se fosse una realtà buona, già prevista da Lui nella sua saggezza, ante saecula. Insomma: o la “diversità delle religioni” ha carattere ontologico, poiché (come afferma la Dichiarazione di Abu Dhabi) è stata “positivamente voluta” da Dio nella sua saggezza sin dalla Creazione, oppure essa è meramente “permessa” (e quindi tollerata) da Dio come un male temporaneo che la Conversione a Cristo aspira ad eliminare, anche se solo parzialmente (vedi Mt 13, le tre “parabole del Regno”). Tertium non datur. Non può esser voluta simultaneamente in entrambi i modi, come Papa Francesco sembra voler dire, praticando una sorta di pastorale della doppia verità: in pubblico, nero su bianco e nelle Università Pontificie, la diversità delle religioni la presenta come positivamente voluta da Dio e quindi non semplicemente tollerata da Lui; in privato, a tu per tu con mons. Schneider in visita ad limina, come semplicemente permessa, e quindi come un male tollerato, secondo l’interpretazione tradizionale della Chiesa. [21 maggio 2019]
Qui, nell’intervista, mons. Schneider non chiede al Papa di render ufficiale la dichiarazione privata (e contraddittoria) resa allo stesso mons. Schneider (...). Sostiene, al contrario, mons. Schneider che il Papa ha il dovere di “correggere” in modo “evidente e autentico” ciò che ha sottoscritto ad Abu Dhabi (...)
RispondiEliminaIl problema è che questa richiesta non è sufficiente farla a mezzo di un'intervista, ma con una richiesta scritta ufficiale, giusto? E' stata fatta da Mons. Schneider? Io mi sono perso il conto ...
Maurizio,
RispondiEliminaIlVescovo Schneider dichiara che il papa deve emettere una correzione formale alla sua dichiarazione secondo cui Dio vuole le false religioni
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/05/il-vescovo-schneider-dichiara-che-il.html
Intendevo dire che immagino che Schneider debba fare la sua richiesta a Bergoglio non tramite un'intervista a una TV o a una testata specializzata, ma tramite una lettera formale diretta al Pontefice. Poi, a missiva inviata, potrà darne notizia ai mezzi di comunicazione ... Giusto?
RispondiEliminaSe legge con attenzione tutto è proprio quello che ha fatto.
RispondiEliminaQuanto a contenuto è evidente che la lettera e l'intervista del monsignore sono pari quanto ad accuse, quando si cita san Paolo "anatema est" . Ora Maurizio espone un rilievo: perché si dice in un'intervista ciò e non in una lettera aperta pubblica, esiste differenza? E' un rilievo formale o no? Ma quanto detto è pubblico comunque, la "lettera" dell'intervista resta, anche se resta pure la contraddizione del non ritenerlo poi eretico, sarebbe auspicabile una dichiarazione pubblica ora che chiarisca la sua posizione in quanto sono 2 opinioni contradditorie. Una lettera aperta di correzione a Bergoglio farebbe testo.
RispondiEliminaUna lettera aperta di correzione a Bergoglio farebbe testo.
RispondiEliminaOK. ma lo ha già fatto per la Dichiarazione di Abu Dhabi, che è una delle contestazione della Lettera aperta (Punto VII). Il problema è che in questo pontificato le anomalie non si contano più. Ma non ne basta una di eresia?
E più lettera aperta di questa:
Il Vescovo Schneider dichiara che il papa deve emettere una correzione formale alla sua dichiarazione secondo cui Dio vuole le false religioni
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/05/il-vescovo-schneider-dichiara-che-il.html
Siamo alla teorizzazione della papolatria:
RispondiEliminahttps://www.breviarium.eu/2019/05/21/fabrice-hadjadj-fede-dei-demoni/
La massima punta dell’Incarnazione, di Fabrice Hadjadj
Il sommo pontefice [è] la massima punta dell’Incarnazione, il contrappeso della materia a qualsiasi ideologia, ciò che spinge i fedeli a raccogliersi non soltanto intorno a una dottrina, ma anche intorno a un uomo con un volto e una storia, perché l’amore di Dio è indissociabile dall’amore del prossimo, e perché la voce di Cristo maestro deve ancora essere udita nella voce di questo magistrale prossimo — il Santo Padre.
(tratto da La fede dei demoni, Marietti, Genova-Mlano 2010, p. 40)
Segno di rinascita?
RispondiEliminahttps://rorate-caeli.blogspot.com/2019/05/traditional-mass-celebrated-for-first.html
Un VO celebrato nelle rovine di un'antica chiesa inglese, per la prima volta dopo la Riforma Anglicana. Una chiesa in rovina che "risorge" con il VO...?
Permettetemi una semplice domanda: come mai Mons. Schneider ha criticato la lettera aperta ai vescovi. Mi sembra che non diate troppa importanza alla cosa.
RispondiEliminamic, infatti mons Schneider ha detto che ha scritto al papa di correggersi, ha dichiarato pubblicamente che deve emettere una correzione formale di autocorrezione, e quindi se non arriva questa correzione, dovrà procedere alla dichiarazione di decadimento perché come egli stesso scrive: è anatema, in base alla frase citata di san Paolo. Quindi se fedele al Vangelo sarà costretto a farlo e presto. Intanto potrebbe, trascorso un mese senza risposta, pubblicare la lettera da lui inviata a Bergoglio (tanto ormai sappiamo che c'è e che è un'ammonizione). anonimo 19,06.Il monsignore ha criticato la lettera ai vescovi, quindi a sé stesso, ha risposto in questo modo alla lettera, ma è contraddizione con quanto ha fatto: ha ammonito per scritto Bergoglio di correggersi dall'errore=eresia ed ha reso pubblica la notizia….lei mi ha fatto venire in mente che la lettera è ai vescovi e che quindi un solo vescovo ha risposto alla lettera ed in questo modo, per ora: quindi i 90 firmatari potrebbero ora riscrivere all'unico interlocutore oppure ancora meglio sarebbe coinvolgere il card.Burke,il card. Sarah, il card.Eiki (non so se è esatto il nome)...perché tacciono tutti? Fanno come Bergoglio e Ratzinger? Male est.
RispondiEliminala rivoluzione continua a passi felpati: sapevate questa novità circa la liturgia ?
RispondiEliminaVia libera del Papa alla nuova traduzione italiana del Messale
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine...
Le variazioni giungono al termine di un percorso durato oltre 16 anni...
(certo che Berg. sta accelerando il motus in fine velocior)
RispondiEliminaLa critica di mons. Schneider alla Lettera Aperta ai Vescovi
Diamo sicuramente la dovuta importanza alla cosa. La critica di
mons. Schneider deve esser attentamente soppesata ma questo
richiede per l'appunto studio e un articolo a parte.
Si può comunque notare che egli non afferma esser l'accusa
errata nel merito; afferma, puttosto, che la Lettera avrebbe
accusato il Papa di eresia in senso formale senza riuscire
tuttavia a provarlo. Questo, il succo della critica.
In questo senso, la Lettera sarebbe andata oltre la sua competenza.
Nelle ben note proposizioni papali della Amoris Laetitia si
riscontra ovviamente una "negazione della verità [di fede]",
sarebbero però formulate in modo tale da non permettere una
accusa di eresia in senso proprio o formale. Occorrerebbe
individuare una dichiarazione papale che esplicitamente negasse
un dogma di fede. Si potrebbe dire, credo, che per l'illustre
prelato certe dichiarazioni e comportamenti di Papa Francesco
sono prossimi all'eresia ma non sono eretici in senso formale.
Prossimi, se ho ben capito certe distinzioni, perché porterebbero
all'eresia per induzione o conseguenza logica del loro contenuto ma
non direttamente.
PP
Per Shneider "... certe dichiarazioni e comportamenti di Papa Francesco
RispondiEliminasono prossimi all'eresia ma non sono eretici in senso formale."
Sì, Professore, "certe dichiarazioni" ma, una tra mille, affermare che Maria Santissima, ai piedi della Croce, pensò che "Dio l'aveva fregata", non è solo eresia ma anche, soprattutto, bestemmia.
@lister
RispondiEliminaCertamente. Ma quello è un discorso a braccio, il che non fa testo da quanto capisco. Ora, beninteso, condivido la frustrazione di chi ritiene siano questioni di "lana caprina" - ma non lo sono e tutto deve essere definito correttamente. Ribadisco, da ignorante: forse bisognerebbe anche rivedere la definizione di eresia per adattarla a questo mondo di persone che parlano in modo viscido.
@ Fabrizio Giudici
RispondiEliminaQuindi, in un "discorso a braccio" è lecito bestemmiare?!
"Ma mi faccia il piacere", direbbe Totò.
@lister
RispondiEliminaCerchi di capire quello che scrivono gli altri. Non è lecito bestemmiare e neanche dire cose ambigue, ma ciò non ricade nella definizione di eresia. Le regole sono queste, le ha spiegate piuttosto bene il prof. Pasqualucci anche recentemente, e non le ho inventate io. Se non ci piacciono, non siamo comunque noi fedeli quelli che le possono cambiare.
"Cerchi di capire quello che scrivono gli altri."
RispondiEliminaForse lei scrive senza sapere cosa scrive.
Ha "giustificato" la bestemmia di Bergoglio dicendo che era "un discorso a braccio": non se ne è accorto?
Cerchi di capire ciò che scrive.
È intervenuto a sproposito nel mio intervento minimizzando la bestemmia e suggerendo di "rivedere la definizione di eresia"...
Ma cosa vuole "rivedere"?!
@lister
RispondiEliminaNon le rispondo nel merito perché è inutile: il mio commento delle 00:34 è chiarissimo.
Le dico però solo una cosa esplicitamente: in una discussione sono disposto a tollerare le intemperanze di turno di un interlocutore e passarci sopra, ma non si permetta più di manipolare quello che dico per sostenere che ho giustificato una bestemmia.
Insomma Dubia, Correctio filialis, lettera aperta, invito di rettifica di mons.Schneider su Abu Dhabi, reiterati richiami di mons. Viganò hanno cozzato contro un muro di gomma... esiti zero.
RispondiElimina