Nella nostra traduzione da LifeSiteNews, Il filosofo cattolico Peter Kwasniewski PhD, uno dei firmatari della Lettera aperta che accusa Papa Francesco di eresia, spiega perché ha firmato.
Qualsiasi cattolico che negli ultimi sei anni abbia prestato attenzione alle parole e alle opere di Papa Francesco è a conoscenza dei problemi sempre più gravi in cui si trova il suo pontificato. Non è nemmeno necessario entrare in dettaglio a tal proposito; coloro che vogliono saperne di più già sanno abbastanza o possono comunque informarsi facilmente. La Lettera aperta ai vescovi della Chiesa cattolica firmata da studiosi e prelati, me compreso, fornisce prove evidenti di dichiarazioni eretiche (non semplicemente erronee) di Papa Francesco e del fatto che egli è totalmente cosciente – come consta dalle sue numerose azioni e dai suoi ripetuti atti di omissione di governo – di cosa sta promuovendo.
Molti hanno chiesto: a che serve un passo del genere? Non polarizzerà ulteriormente la situazione? Non offrirà al partito di Bergoglio la scusa per intensificare il confinamento e la persecuzione dei cattolici? Non è forse altamente probabile che verrà ignorato? Chi può fermare un papa ribelle, capriccioso e imprevedibile? Non è forse meglio aspettare l'intervento di Dio? E inoltre, non sarà che i firmatari non hanno la necessaria preparazione teologica?
Questo documento è ottimo e di gran valore, per tre ragioni.
In primo luogo, esso espone delle istanze eretiche che non possono essere negate, offrendo prove testuali e menzionando azioni che ne dànno un'ulteriore conferma. Le verità messe in discussione [da Bergoglio] non sono verità secondarie, né le sue fumose, ambigue e discutibili proposizioni sono da considerare poco gravi. Si sta parlando di verità insegnate direttamente dalla Sacra Scrittura, confermate da pronunciamenti de fide di papi e concili ecumenici. Dire ciò potrà non essere sufficiente per togliere le scaglie dagli occhi di quanti si rifiutano di vedere, ma sembra essere il passo successivo più logico dopo la Correctio filialis, la quale aveva già dimostrato che Francesco supportava eresie o perlomeno non vi si opponeva. Questo nuovo documento fa un passo avanti: Bergoglio è ora “colpevole del crimine di eresia” e può essere giudicato dalle autorità competenti della Chiesa di Dio, vale a dire, dai vescovi, che non sono vicari del papa bensì vere e proprie guide e capi delle porzioni del gregge di Dio a loro affidate, e che hanno (come insegna il Vaticano II) la responsabilità di difendere il bene dell'intera Chiesa.
In secondo luogo, si tratta di un passo che facciamo perché rimanga negli annali della Storia, per la posterità, che potrà osservare chiaramente come i cattolici dei nostri giorni abbiano avuto il coraggio di denunciare non solo i peccati rappresentati dagli abusi clericali, ma anche i crimini di eresia, che sono ancora peggiori perché si oppongono a Dio Stesso. Il peccato peggiore – secondo quanto insegna San Tommaso d'Aquino, è quello dell'infedeltà o della mancanza di fede; e tale mancanza di fede si manifesta nella negazione di qualsiasi verità della fede cattolica.
In terzo luogo, è un passo che facciamo di fronte a Dio, come testimonianza della nostra coscienza. Forse altre persone potranno dormire tranquille come fanciulli senza elevare una voce di protesta contro l'auto-demolizione della fede e il traviamento di innumerevoli anime; forse, vedendo cosa sta affermando e facendo il papa, scrollano le spalle e si immaginano che non provocherà danni permanenti. Io non sono una di queste persone, e sono convinto che nemmeno gli altri firmatari lo sono.
Coloro che hanno minimizzato l'importanza di questo documento (e di altri simili, come la Correctio filialis) hanno dimostrato una sorprendente mancanza di serietà nel non voler affrontare i numerosi e gravi punti che gli autori hanno avanzato, preferendo rifugiarsi in confortevoli sentimenti di lealtà al pontefice e in banalità standardizzate riciclate da manuali scolastici. In questo modo essi credono di spegnere fiamme e placare paure irrazionali, ma l'unica cosa che stanno facendo è aprire autostrade al trionfo dei narcisisti despoti modernisti che detengono attualmente il controllo degli uffici ecclesiastici. Alla fine, coloro che rimuovono gli ostacoli al progresso dei despoti non saranno meno passibili di giudizio rispetto a loro. Le battaglie non si vincono solo grazie ai generali, e nemmeno solo grazie ai soldati, ma anche grazia alla vigliaccheria, alla rilassatezza e alla complicità degli avversari.
Si è lanciata contro i firmatari la falsa accusa di “essere privi della preparazione teologica sufficiente”. Si tratta di una falsa accusa, poiché molti firmatari sono illustri teologi e godono di buona reputazione. Ma non è poi nemmeno così importante: non è necessario essere un luminare della medicina per riconoscere una frattura composta o una vena giugulare che sanguina; analogamente, non è necessario essere teologi di professione per identificare le contraddizioni esplicite delle verità basilari della fede. Il folle che afferma “Dio non esiste” è un folle, e può essere riconosciuto come tale. Analogamente, chiunque asserisca che le persone sposate che vivono more uxorio con un altro partner possono essere ammesse alla Santa Comunione nega le verità della legge naturale, della legge divina e della legge ecclesiastica, radicate tanto nella Scrittura come nella Tradizione. Una persona del genere rinnega la verità della fede.
Come viene spiegato dalle ultime tre pagine della Lettera – e io raccomando senz'altro che quanti non l'hanno ancora letta fino alla fine leggano proprio queste ultime pagine senza perdere altro tempo – un ampio consenso di autori cattolici crea la possibilità che il papa sia affrontato dagli altri vescovi e, se rimane pertinace nell'eresia, sia dichiarato deposto di fronte a Dio e ai fedeli proprio per il fatto di essere caduto nell'eresia. Come insegnano i canonisti, un papa eretico è deposto per il semplice fatto di essere riconosciuto come pubblicamente e formalmente eretico dalle persone cui spetta ex officio identificare e proscrivere l'eresia. Questa posizione è stata recentemente sostenuta senza esitazioni dallo stimatissimo ecclesiologo Cardinale Charles Journet:
L'azione della Chiesa [nei confronti di un papa traviato] è semplicemente dichiarativa; essa manifesta che ci si trova di fronte a un incorreggibile peccato di eresia; successivamente Dio esercita la Sua azione autorevole per sottrarre il papato a un individuo che – persistendo nell'eresia dopo l'ammonizione – diventa, secondo quanto stabilito dalla Legge Divina, non idoneo a continuare a detenere l'ufficio. Così, in virtù delle parole della Scrittura, la Chiesa designa e Dio depone (L’Eglise du Verbe incarné. Essai de Théologie spéculative, 2, 266).
Infine, la desolante e cinica domanda “A che serve?” merita una risposta.
Il fatto che alla fine Dio abbia il controllo su tutto non è stato mai una scusa valida per non far nulla. L'Impero Romano si sarebbe mai convertito al cristianesimo se nessuno l'avesse predicato? Il mondo pagano sarebbe mai venuto a conoscenza del Cristo senza i missionari che si sono spinti fino ai più remoti confini della terra? Sembrerebbe che i cattolici quietisti pensino che sia sufficiente “lasciare tutto nelle mani di Dio”; che sia Lui a predicare se vuole che il mondo si converta, che sia Lui a recarsi agli angoli più remoti della terra! Ovviamente ciò è assurdo. Dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per Cristo e per la Chiesa, qualsiasi sia il nostro ruolo, sapendo che Dio benedirà con innumerevoli frutti ogni sforzo che nasca dalla Sua ispirazione, che corrisponda alla Sua volontà e che promuova la Sua gloria.
La domanda “A che serve?” suona come il “Cos'è la verità?” di Ponzio Pilato. I veri cristiani non hanno mai badato alle proporzioni o alle conseguenze. Il loro motto è sempre stato in linea con la famosa osservazione di Madre Teresa: “Dio non ci chiede di essere persone di successo; ci chiede di essere fedeli. Dopo aver visto Golia, Davide non ha detto 'Lasciamo perdere, siamo surclassati da un po' di centimetri'. Ha afferrato la sua fionda, ha preso cinque pietre levigate e le ha schiaffate in fronte al filisteo. Alla fine il gigante è morto trafitto dalla sua stessa spada, il che è un simbolo del fatto che il male consuma se stesso – ma solo quando viene affrontato dal coraggio degli uomini”.
Ci si aspetterà di più da coloro a cui è stato dato di più. Se ci è stato dato di riconoscere un lupo travestito da pecora, ci si aspetta da noi di fare qualcosa. Grideremo alle pecore vulnerabili di fare attenzione al lupo e pregheremo ferventemente affinché altri veri pastori vengano a riscattarle in modi che a noi non sono dati di mettere in atto. Se anche loro falliranno in questa impresa, non è problema nostro: saranno loro a doverne rispondere.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Semplice,chiaro, sincero, veritiero. Grazie.
RispondiEliminaAd oggi la notizia non è stata riportata né da La Verità, né da LNBQ.
RispondiEliminaIl rischio di questa dichiarazione è che fra i firmatari vi siano dei veri e propri modernisti come dimostra lo stesso prof Kwasniewski che pensa come un conciliarista o un democraticista che sono altrettante gravi eresie che si sono imposte col Concilio Vat II. Un vescovo non può giudicare il papa!; e... i vescovi come farebbero a giudicarlo? con un concilio? con un'assemblea ? in seguito a una votazione? a maggioranza? A mio parere stiamo finendo in un "cul de sac" difficile da risolvere se non si va alla radice del problema. Papa Francesco spesso non fa che ripetere tesi presenti nella Chiesa postconciliare anche in "altissimis", anche se ci mette del suo. Vuoi che chi la pensa come lui accetti di dichiaralo eretico?
RispondiEliminaIl nostro più grosso problema è vederci attorniati da sacerdoti, vescovi e cardinali che sostengono le stesse tesi di Bergoglio!
Eliminahttps://www.lastampa.it/2019/05/02/vaticaninsider/carta-di-assisi-le-tre-fedi-monoteiste-firmano-un-decalogo-contro-i-muri-mediatici-kCSW1Cu0FLbkTtYj3ZZEGI/pagina.html
RispondiEliminaAnonimo 8:40
RispondiElimina"Come insegnano i canonisti, un papa eretico è deposto per il semplice fatto di essere riconosciuto come pubblicamente e formalmente eretico dalle persone cui spetta ex officio identificare e proscrivere l'eresia. Questa posizione è stata recentemente sostenuta senza esitazioni dallo stimatissimo ecclesiologo Cardinale Charles Journet:"
Non è necessario che lo dichiarino tutti i vescovi....
Il problema sta nel fatto che si può riconoscere l'eresia materiale ma non quella formale perché non c'è più la pronuncia ex cathedra.
RispondiEliminaBravo!
RispondiElimina
RispondiEliminaCome liberare la Chiesa da un Papa che cade in eresia e la mantiene?
L'esempio storico da seguire, a mio avviso, è quello della rettifica o abiura in pratica imposta a Giovanni XXII. E si trattava di una eresia molto meno grave di quelle professate da Bergoglio. Propose una dottrina errata sul destino immediato delle anime dei Giusti e
la difese accanitamente dopo le prime critiche, ispirate però, pare, anche dalle
lotte politiche allora in corso, tra impero e papato. A parte ciò, si formò spontaneamente
una grossa opposizione di teologi, chierici e laici alla dottrina del Papa, il quale
la ritrattò ufficialmente in punto di morte.
Bisognerebbe ristudiarsi questo precedente. Invitare i vescovi a riconoscere le eresie
professate da PF per invitarlo a ritrattarle, significa solo muoversi secondo la tradizione
della Chiesa, anche se raramente applicata perché solo raramente papi hanno professato eresie. Il precedente scritturale è l'Incidente di Antiochia (Gal 2, 11 ss : "io mi opposi a lui apertamente.."). La speranza è che PF si ravveda e ritratti, cambiando politica, una volta trovatosi di fronte ad una contestazione documentata e vasta. Per ora siamo solo all'inizio, un sassolino che ha cominciato a rotolare, si spera.
Se non si ravvedesse, allora comincerebbero i problemi relativi a come giudicare formalmente il Papa e da parte di chi. Le figure concettuali qui non sono state messe ancora a punto, data la difficoltà del tema e nella speranza che una situazione del genere non si sarebbe mai verificata. Però quello che è successo nella Chiesa col Concilio e dal Concilio in poi dimostra che tale situazione si è purtroppo verificata.
Provvisoriamente si può dire che, in caso di rifiuto del Papa ad emendarsi, il passo successivo, posto in essere dai vescovi e cardinali, dovrebbe essere quello di richiedergli di abdicare ossia di dimettersi. Le dimissioni impedirebbero il sorgere di tanti problemi, non facili da risolvere. E non credo che la richiesta di dimissioni, per le ragioni indicate, violi alcuna norma del CIC.
Quello che bisogna evitare, a mio avviso, è l'atteggiamento passivo, quietistico, il triste far niente, rifugiandosi nella preghiera privata, mentre un Papa manifestamente eretico e nemico della fede sta alacremente distruggendo la Chiesa, in tutti i suoi aspetti, la morale cristiana e anche le nazioni un tempo cattoliche, a cominciare dall'Italia.
La preghiera privata quotidiana la facciamo tutti, credo, è anche un nostro dovere, se vogliamo santificarci. Ma oggi, purtroppo, questo non basta: come diceva Mario Palmaro, questa è l'epoca tragica nella quale la verità, anche la più scomoda, deve esser gridata dai tetti, innanzitutto per la Gloria del Signore. La stanno già gridando gli agenti dell'Anticristo, ma alla loro maniera, deformandola, in odio alla Chiesa e alla vera religione.
PP
Interessante cominciare a vedere alcuni commenti critici argomentati. Sono questi che possono far nascere il dibattito... Ne riparleremo.
RispondiEliminaIl rischio di questa dichiarazione è che fra i firmatari vi siano dei veri e propri modernisti come dimostra lo stesso prof Kwasniewski che pensa come un conciliarista o un democraticista che sono altrettante gravi eresie che si sono imposte col Concilio Vat II
RispondiEliminaNon so perché il povero Kwasniewski si meriti l'accusa di essere un modernista, comunque la frase mi sembra riecheggiare l'atteggiamento di certi ebrei ultra-ortodossi che se toccano un infedele per strada pensano di doversi purificare. Ammesso e non concesso che Kwasniewski abbia pensieri problematici, la firma da sola di un pensatore non ortodosso contaminerebbe un documento ortodosso? Non penso proprio. A meno che il problema non sia scritto nel documento; ma allora la questione non è la firma di Tizio o Caio, quanto il testo del documento. Dunque che c'entra Kwasniewski?
Nel merito non entro, faccio presente che l'impossibilità che il Papa sia sottoposto a giudizio è scritta nel documento.
Condivido al 100%, gli argomenti sono di un cattolico vero, e l'accusa a Kwasniewski non regge perché siamo tutti figli del concilio, anche avendolo ripudiato in proprio, a meno di cancellare chiunque da allora, e si semplifecherebbe allora , eliminando tutti, x cui il giudicato neanche sarebbe considerato,.... nel caso però chi sarebbe ortodosso al punto da dichiarare una tal situazione? Presumo nessuno. Quindi affrontiamo la situazione come si presenta oggi, poi la radice sarà affrontata anche ed inderogabilmente : inutile illudersi in un ravvedimento, qui poi non si tratta di un'eresia ma di una raffica di eresie con pertinacia pubblica. Quanto a padre Cavalcoli penso abbia ragione in quanto scrive, papa Onorio difatti fu dichiarato nullo cioè non papa , anche se post mortem, direi.Non risulta come antipapa essendo ormai defunto. Giovanni XXII , mi si corregga se erro, insegnò come dottore privato, non pubblicamente come maestro universale, idem Onorio ed idem san Pietro. Nessun esempio di insegnamenti eretici come pastore universale in modo pubblico e pertinace, come ora.
RispondiEliminahttp://www.amicidifradaniele.it/sito/cosa-avverrebbe-qualora-un-papa-cadesse-in-eresia/
Padre Cavalcoli secondo me scrive esattamente quindi, ma erra sul fatto che : 1) Bergoglio erra alla grande e dice eresie che non sono insegnamenti retti, e ciò è incontrovertibilmente dimostrato ( a meno di ritenere lecito adulterare, avere rapporti contro natura, venerare Lutero ecc.) 2) gli antipapi furono giudicati in 2000 anni come non papi pur dichiarandosi papi e non sempre si sapeva chi fosse il vero Papa tanto che il concilio di Costanza fu convocato da un antipapa se non erro , quindi le dichiarazioni su papi dichiarati non tali ci sono state sempre 3) nessuno può giudicare il Papa: vero, ma anche un fedele deve giudicare se uno è o non è Papa e lo si giudica dall'infallibilità che oggi in modo lampante e dimostrato e continuato non esiste tant'è che insegna l'errore 4) mai alcuno giudicò un Papa ma sempre vennero cacciati gli antipapi ed oggi quindi si tratta di prendere atto che costui non è Papa per le eresie 5) il documento lo dice chiaramente.
Non ediste alcuna possibilitá di sottoporre il Papa a giudizio nemmeno in caso di eresia. Non esistono strumenti che possano condurre a una formale dichiarazione di eresia del Pontefice. Nessun Concilio, Sinodo, singolo Cardinale o Vescovo potrà mai dichiarare il Papa decaduto per eresia;
RispondiEliminaIn caso contrario si andrebbe inevitabilmente incontro ad uno scisma!
Pensateci.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaOttime motivazioni, rinnovo il mio insignificante sostegno e riconoscenza a tutti i firmatari.
RispondiEliminaDel resto, anche noi d blog, non scriviamo e partecipiamo per gli stessi motivi?
Moltissimi leggono, lo dice il numeratore, e tra questi alto prelati.
Il contenuto dimostra che i firmatari hanno le conoscenze teologiche necessarie e più che sufficienti.
Chi lo nega è in mala fede, o ignora colpevolmente i fondamenti della fede cattolica.
I firmatari hanno dimostrato anche un'intelligenza giuridica, nel supportare con prove concrete e argomentazioni precise e analitiche quanto affermato.
Così si combatte questa difficilissima guerra interna per difendere i pilastri della nostra fede.
Di più non potevano fare ed e' un'opera che gli renderà merito davanti a Dio, hanno fatto fruttare i loro talenti.
La parabola dei talenti è chiarissima e si adatta bene, la pigrizia accidiosa e vile è malvagità meritevole della Geenna.
Dice Kwasiewski, in aderenza al Vangelo:
"Le battaglie non si vincono solo grazie ai generali, e nemmeno solo grazie ai soldati, ma anche grazia alla vigliaccheria, alla rilassatezza e alla complicità degli avversari".
Speriamo che i prelati se lo ricordino, se hanno ancora orecchie per intendere, intendetanno e agiranno.
La fede senza le opere è vuota e questa è una bella opera per tutti noi che attendiamo da anni la reazione di qualcuno.
Un bel proverbio cristiano è "aiutati, che il Ciel ti aiuta", operare e confidare nel Signore Gesù.
Anche se non sjamo teologi ne' professori, abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di manifestare la nostra posizione, lo dice il diritto canonico.
La frase di Madre Teresa è bellissima, Dio si serve dei piccoli, purché fedeli:poi ci pensa Lui, come promesso da Gesù, che sarà con noi fino alla fine dei giorni.
Guai a dubitarne e a scoraggiarsi pensando ai risultati, l'importante e' comportarsi nel modo da Lui voluto perché"nulla è impossibile a Dio".
E non dimentichiamo la Generalessa, la Santissima Madre, che sempre sostiene e fiancheggia i suoi figlioli contro il Maligno, scatenato più che mai.
A noi il compito di pregare incessantemente, sopratutto il Santo Rosario, ma anche di agire sul buon esempio di chi ha scritto e firmato quella lettera.
Il passo fatto è importantissimo perché ha alzato il tiro di molto, ha inevitabilmente reso pubblica l'accusa, ha dato voce ai pochi cattolici rimasti e ha inchiodato i pastori vescovi alle loro responsabilità, dandogli un importante appoggio.
Ora vedremo di che tempra sono fatti.
L'importante e' alzarsi e camminare sulla retta via, a rischio di farsi anche male.
Lasciar correre sarebbe come dire viva il male minore. Ma il male è pur sempre il male. E fa male avere un Papa così... siamo praticamente senza una guida. Una guida che non indica cosa è bene e cosa è male, che non dice mai una parola chiara, che non scrive encicliche e quel poco che scrive si ha bisogno di volumi a commento, che sceglie fra tante le interpretazioni quella che più gli aggrada e lascia libera interpretazione agli altri se accettarla o meno, che guida è? Un gregge allo sbando.
RispondiEliminaPapa Francesco e i tre ecumenismi
RispondiEliminahttps://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-05/editoriale-tornielli-papa-francesco-bulgaria-patriarca-neofit0.html
Il papa in campagna elettorale
RispondiEliminaIl Papa sfida il sovranismo: e diventa alleato dell’Unione europea
http://www.occhidellaguerra.it/papa-sfida-sovranismo/
Sicuro che ogni religione renda possibile pace concordia e collegamenti davvero vitali e fecondi se non è, invece, Cristo a realizzarlo insieme alle buone volontà di chi Lo accoglie? E non è Lui che un papa dovrebbe annunciare dovunque?
RispondiElimina"Ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla". (Bergoglio a Sofia)
RispondiEliminaDal discorso di Bergoglio manca sempre ogni riferimento al Sovrannaturale,
alla missione sovrannaturale della Chiesa, la salvezza delle anime e quindi
la conversione dei popoli a Cristo.
Ma questo riferimento manca in realtà nella pastorale della Gerarchia sin
dai tempi del Concilio.
E' ideologico anche quando cerca di parlare religioso.
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